Le soprese del destino
"Sirius... riesco a vedere il castello di Alphard!" esclamò Rebecca affacciandosi stupita alla finestra.
“Cosa? Ma sei sicura? E da quando?” esclamò Sirius allarmato.
“Me ne sono accorta adesso! “ disse Rebecca continuando a fissare l'antica dimora dei Black invisibile ai suoi occhi fino al giorno prima.
“Resta qui e non muoverti!” le ordinò Sirius, dopodichè uscì di casa sotto forma di Felpato.
“Per un momento ho temuto che fossero saltati gli incantesimi di difesa!” le spiegò una volta rientrato. “Però ho osservato le persone, si comportano come al solito, e quindi è chiaro che il castello è ancora invisibile, sarebbe impossibile non notarlo se fosse riapparso lassù! E a questo punto sinceramente non capisco, per vederlo dovresti far parte della famiglia Black, ma tu non hai il sangue dei Black e non sei ancora mia moglie. Invece i maghi che non appartengono alla famiglia Black possono vedere le nostre dimore nascoste solo se un membro della famiglia glielo permette, ma bisognerebbe avere comunque poteri magici e tu non nei hai... Ero convinto che avresti potuto vedere il castello solo dopo il nostro matrimonio, perchè avrei fatto di te una Black a tutti gli effetti, però noi viviamo insieme anche se non siamo sposati, tu sei la mia famiglia... Che sia sufficiente questo?" si chiese Sirius confuso e perplesso.
“Sono in ritardo, devo andare, ne parliamo stasera” disse Rebecca uscendo di casa.
"Ma non sei in ritardo!" esclamò Sirius guardando l'orologio.
" E invece sì... " pensò Rebecca allontandosi con la sua automobile e lasciando Sirius perplesso e confuso.
Aveva già notato che Rebecca da qualche giorno era strana, immersa in chissà quali pensieri, e adesso era uscita di casa senza salutarlo, con la mente chiaramente altrove.
Sirius le aveva già chiesto più di una volta se qualcosa non andava e lei gli aveva risposto che era solamente stanca perché aveva molto lavoro, ma quella spiegazione gli era sembrata poco convincente.
E poi perché tutto d'un tratto riusciva a vedere il castello?
Forse i Babbani che si innamoravano dei maghi acquisivano poteri magici?
In
qualche modo Sirius intuiva che ciò che era successo a
Rebecca
dipendeva dal sentimento che li legava, sentiva che c'era qualcosa di
importante che non riusciva a mettere a fuoco, e
aveva il forte sospetto che la sua ignoranza in materia dipendesse
dal fatto che le storie d'amore tra Babbani e Purosangue non erano
l'argomento di conversazione preferito al Numero
12 di Grimmauld Place.
Mentre Sirius cercava di risolvere il mistero Rebecca guidava verso l'ospedale e lanciava continuamente uno sguardo alla collina, rendendosi sempre più conto di essere in grado di vedere il castello ergersi in tutto il suo splendore.
Mentre Sirius cercava di risolvere il mistero Rebecca guidava verso l'ospedale e lanciava continuamente uno sguardo alla collina, rendendosi sempre più conto di essere in grado di vedere il castello ergersi in tutto il suo splendore.
Si concentrò sulla
guida
cercando di fermare il tremito delle sue mani: che fosse quella la
conferma che cercava?
Che fosse davvero successo quello che sospettava ormai da una settimana?
"No, non è possibile, non può essere... “ si disse Rebecca, ma ripensando alle sue notti d'amore con Sirius si rese conto che le possibilità che fosse successo erano altissime, e il panico l'assalì.
“No, non ce la posso fare, non sono ancora pronta!” pensò mentre il castello di Alphard sembrava osservarla dall'alto per confermarle che non si sbagliava e che avrebbe fatto meglio ad abituarsi all'idea che la sua vita e quella di Sirius sarebbero ben presto cambiate in maniera radicale.
Quando Rebecca tornò a casa Sirius non c'era, sicuramente impegnato nelle sue opere di restauro, e lei tirò un sospiro di sollievo perchè preferiva essere sola in quel momento.
Guardò di nuovo fuori dalla finestra: il Castello di Alphard era ancora là dov'era sempre stato da secoli senza che nessuno lo sapesse.
Era inutile indugiare oltre, era giunto il momento della verità, rimandare non avrebbe cambiato le cose.
Si decise quindi ad effettuare il test e, nel giro di pochi minuti, ebbe finalmente la risposta che si aspettava.
E adesso cosa sarebbe successo, cosa avrebbero fatto?
Come l'avrebbe presa Sirius?
Lei non la stava prendendo affatto bene.
Aveva solo 22 anni, e non si sentiva pronta per un cambiamento così grande.
Andò in salotto e si sedette sulla poltrona di Felpato sperando che Sirius arrivasse al più presto, e mentre aspettava pensava al futuro che in quel momento le pareva incerto più che mai.
Che fosse davvero successo quello che sospettava ormai da una settimana?
"No, non è possibile, non può essere... “ si disse Rebecca, ma ripensando alle sue notti d'amore con Sirius si rese conto che le possibilità che fosse successo erano altissime, e il panico l'assalì.
“No, non ce la posso fare, non sono ancora pronta!” pensò mentre il castello di Alphard sembrava osservarla dall'alto per confermarle che non si sbagliava e che avrebbe fatto meglio ad abituarsi all'idea che la sua vita e quella di Sirius sarebbero ben presto cambiate in maniera radicale.
Quando Rebecca tornò a casa Sirius non c'era, sicuramente impegnato nelle sue opere di restauro, e lei tirò un sospiro di sollievo perchè preferiva essere sola in quel momento.
Guardò di nuovo fuori dalla finestra: il Castello di Alphard era ancora là dov'era sempre stato da secoli senza che nessuno lo sapesse.
Era inutile indugiare oltre, era giunto il momento della verità, rimandare non avrebbe cambiato le cose.
Si decise quindi ad effettuare il test e, nel giro di pochi minuti, ebbe finalmente la risposta che si aspettava.
E adesso cosa sarebbe successo, cosa avrebbero fatto?
Come l'avrebbe presa Sirius?
Lei non la stava prendendo affatto bene.
Aveva solo 22 anni, e non si sentiva pronta per un cambiamento così grande.
Andò in salotto e si sedette sulla poltrona di Felpato sperando che Sirius arrivasse al più presto, e mentre aspettava pensava al futuro che in quel momento le pareva incerto più che mai.
"Ciao
amore, ma
che cos'hai in mano?
Una bacchetta magica Babbana?" chiese Sirius posandole un bacio
sulla guancia mentre osservava incuriosito quello strano bastoncino
di plastica che Rebecca fissava così intensamente.
"Sirius!
Cosa ci fai qui?" esclamò Rebecca che, persa nei suoi
pensieri,
non
aveva
nemmeno
sentito il rumore della Materializzazione.
"Come
cosa ci faccio qui? Vivo con te, non ti ricordi?” disse
Sirius
ridendo, ma l'ansia che vide scritta sul viso di Rebecca gli fece
passare
subito la voglia di scherzare. “Va
tutto
bene Rebecca? Ho già notato che da qualche giorno sei
strana... vuoi
dirmi che cos'hai?"
"Sirius...
Non so come dirtelo... Quella che tu hai chiamato bacchetta magica
Babbana
è
un test di gravidanza... ed è positivo. Sono incinta
Sirius”.
“Rebecca...
ma sei sicura?" chiese Sirius a dir poco incredulo, mentre
Rebecca gli spiegava il funzionamento di quello strano aggeggio.
"Cosa...
cosa ne pensi?"
chiese Rebecca timidamente. "Io mi sento così confusa...
"
"Anch'io... " rispose Sirius,
incapace di dare
voce alle sue emozioni.
Quel figlio in arrivo era qualcosa alla quale non aveva mai pensato, e ancora non riusciva a credere che fosse accaduto veramente.
Non era ancora un uomo libero ma quella poteva essere era la sua rinascita, la sua speranza in un futuro migliore.
La vita gli stava offrendo una seconda opportunità, e lui non se la sarebbe lasciata sfuggire.
Rebecca guardò Sirius, e di nuovo nei suoi occhi lesse un disperato bisogno d'amore dopo anni di sofferenza infinita, e tutte le sue paure e le sue perplessità iniziarono pian piano a svanire.
“Sei... Sei felice allora?” gli chiese mentre il primo sorriso le spuntava sul volto.
“Sì... Non me l'aspettavo e mi sento ancora un po' confuso ma... sì, credo di sì! “ disse Sirius sorridendo a sua volta, poi le prese il viso di tra le mani e la baciò mentre nella sua mente si faceva pian piano strada la consapevolezza che una nuova vita stava crescendo dentro di lei.
Quel figlio in arrivo era qualcosa alla quale non aveva mai pensato, e ancora non riusciva a credere che fosse accaduto veramente.
Non era ancora un uomo libero ma quella poteva essere era la sua rinascita, la sua speranza in un futuro migliore.
La vita gli stava offrendo una seconda opportunità, e lui non se la sarebbe lasciata sfuggire.
Rebecca guardò Sirius, e di nuovo nei suoi occhi lesse un disperato bisogno d'amore dopo anni di sofferenza infinita, e tutte le sue paure e le sue perplessità iniziarono pian piano a svanire.
“Sei... Sei felice allora?” gli chiese mentre il primo sorriso le spuntava sul volto.
“Sì... Non me l'aspettavo e mi sento ancora un po' confuso ma... sì, credo di sì! “ disse Sirius sorridendo a sua volta, poi le prese il viso di tra le mani e la baciò mentre nella sua mente si faceva pian piano strada la consapevolezza che una nuova vita stava crescendo dentro di lei.
Rebecca si
mise istintivamente
una mano sul ventre e Sirius fece altrettanto, e poi
appoggiò il
viso sulla spalla di Sirius che la strinse con delicatezza, quasi
avesse paura di danneggiare in qualche modo il bambino che portava in
grembo.
"Ma
tu come stai? Ti senti stanca? Devi
riposare!" le disse premuroso e preoccupato allo stesso tempo, e
Rebecca scoppiò a ridere.
"Amore non ce n'è bisogno, non mi sento stanca, sto benissimo! Aspetto un bambino, e tutto va bene! Aspetto un bambino..." disse di nuovo parlando più a sè stessa che a Sirius, comprendendo forse per la prima volta il vero significato di quelle parole e sentendosi improvvisamente felice e con il cuore leggero.
"Amore non ce n'è bisogno, non mi sento stanca, sto benissimo! Aspetto un bambino, e tutto va bene! Aspetto un bambino..." disse di nuovo parlando più a sè stessa che a Sirius, comprendendo forse per la prima volta il vero significato di quelle parole e sentendosi improvvisamente felice e con il cuore leggero.
“Per
prima cosa andremo al San Mungo e ti farò visitare dai
migliori
Medimaghi!” esclamò
Sirius ben deciso a prendere in mano la situazione senza
però sapere
di preciso cosa fare. “Noi
Black siamo nati in casa, assistiti dai migliori esperti nel campo,
ma io non voglio farti correre rischi, preferisco che tu sia
ricoverata, magari in una camera privata, perchè tu e mio
figlio
dovrete avere solo il meglio e... Ma io sono ricercato, non
posso portarti al San Mungo! Quando
deve nascere?"
"Sirius stai calmo...
Partorirò qui,
nell'ospedale in cui lavoro!" disse Rebecca ridendo della sua
agitazione e abbracciandolo di nuovo. "Guarda che noi Babbani
non abbiamo nulla da invidiare a vostri super ospedali
magici!"
"Allora è per merito suo che riesci a vedere il castello... “ disse Sirius accarezzando di nuovo la pancia ancora invisibile di Rebecca, pensando che quella che avevano appena compiuto insieme era la magia più bella misteriosa e potente del mondo.
"Allora è per merito suo che riesci a vedere il castello... “ disse Sirius accarezzando di nuovo la pancia ancora invisibile di Rebecca, pensando che quella che avevano appena compiuto insieme era la magia più bella misteriosa e potente del mondo.