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Autore: Zelgadis91    22/02/2019    0 recensioni
L'estate di un giovane mago dalle tinte "rainbow" viene animata da un viaggio nel regno di Ungheria del XII secolo dove, tra splendidi uomini usciti da una copertina Men's Health e giornate innaffiate da litri di Cosmopolitan, si troverà coinvolto in una congiura che ha dell'assurdo. Riuscirà il nostro eroe a godersi qualche settimana di pace nonostante il contesto fantozziano?
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

“È stata soprannominata Giovanna, la tempesta tropicale che da giorni divampa nell’Oceano Pacifico. Gli esperti hanno dichiarato lo stato di allarme per le isole Mauritius, Riunione, Keeling e Amsterdam dove l’attività dei meteo-tsunami è risultata più consistente. Ma passiamo alle notizie di cronaca nera con…”

Nonostante fossero trascorsi un paio di giorni dal rientro dalle vacanze, il malumore dell’imperatore delle acque di cristallo sembrava sempre più incontenibile. Rinchiuso per propria scelta tra le mura del Palazzo reale del mondo sommerso, Timoteo passava le giornate a piangere, dormire, ascoltare James Blunt e a guardare in loop la top 10 dei migliori film strappalacrime secondo Cosmopolitan. La manifestazione della sua sofferenza emotiva stava affliggendo il mondo ma lui non sembrava rendersene conto o forse non gli importava. Dopo il terzo giorno, la tempesta cessò e la servitù al servizio dell’imperatore si preparò a vedere uscire il ragazzo dalla camera patronale. Ma questo non accadde.

Le porte del palazzo si spalancarono all’improvviso in quel mite pomeriggio d’agosto mentre un ragazzino che non doveva avere più di una decina d’anni vestito con pantaloni alla zuava, camicia di jeans e un cappellino dei Minions, faceva il suo ingresso saltellando. Salutò la corte con un cenno della mano e si diresse a passo sicuro verso la camera dell’imperatore. A nulla valsero i tentativi di fermarlo da parte delle guardie che si ritrovarono con i loro mutandoni al posto degli elmetti. Giunto in prossimità della stanza, il ragazzino si dissolse in una nuvola di fumo per riapparirne all’interno.

“C’è puzza di chiuso qua dentro! Apriamo le finestre?”

Non ottenne risposta.

“Tesoro…”

Il bambino si avvicinò al mago che raggomitolato su un fianco fissava un punto vuoto davanti a lui. Pallido in volto, scavato per i troppi pasti saltati e con gli occhi più rossi di un fattone che si è fumato una piantagione intera di Marijuana.

“Non puoi continuare così, Timoteo. Sono passati tre giorni. Il tuo stato d’animo sta alterando il pianeta e sono stufo di intervenire al tuo posto. Devi andare avanti”

“Come se fosse facile”

“Non lo è mai… ma sai bene quanto me che con questo atteggiamento non risolverai nulla”

“Per favore… non ho voglia di vedere nessuno. Vattene”

“Bhè, temo che te la farai venire perché io non vado da nessuna parte. Tua sorella mi ha mandato i biglietti per la Tokyo’s Fashion Week e si aspetta che saremo presenti”

“Ci saranno bruschi risvegli allora. Non me la sento di venire”

Storcendo le labbra, il ragazzino si buttò sul letto, alle spalle del mago e gli cinse le spalle a volerlo coccolare. Qualche lacrima sfuggì sul cuscino mentre Timoteo cercava di trattenere un singhiozzo.

“Devo ammettere che sono sorpreso. Non pensavo ti potessi innamorare…”

“A me lo dici! Ma è successo, Didi! E adesso mi sento di merda perché l’uomo che amo è a novecento e passa anni da me”

Accarezzandogli il capo con una mano, il ragazzino, alias Dio, domando:

“Pensi che sia riuscito a spezzare la maledizione di questa vita?”

“Non credo. Da quando sono tornato ho iniziato a sentire i primi sintomi della morte. Quest’anno sono 28, Didì. Sai bene che non vado mai oltre i 30…”

“Oh, il mio piccolo bambino…”

“Sai che fa senso detto da un bambino di 10 anni?”

“Ero davvero indeciso se indossare i panni di un’adolescente Grace Kelly o quelli di Spanky di Piccole Canaglie. Ho lanciato una moneta e…”

“Vedo”

“Ti va di parlarmi di… Dmitri?”

“Scommetto che ti sei fatto una full-immersion in questi giorni sul tuo personalissimo Netflix”

“Ho saltato le scene più piccanti se ti può consolare. Volevo che me le raccontassi tu”

“Eh, sì! Sono proprio dell’umore giusto guarda!”

“Qualcosina ho intravisto… anche perché era impossibile da non vedere! Era davvero dotato il tuo principe azzurro!” ridacchio tirandogli una pacca sul sedere

“Non me lo ricordare. Mi sono persino dimenticato di misurarlo… Grazie Didì, posso aggiungerlo alla lista di altre cose che non ho fatto con Dmitri”

“Puoi spuntare questa voce dalla tua lista. L’ho fatto io!” scoppiò a ridere, tirando fuori un foglietto di carta dalla tasca. Timoteo, si girò leggermente a guardare e, dopo averglielo strappato di mano, lo spiegò per leggerne il contenuto.”

“28,4 cm! E sti cazzi… cioè, sto cazzo! Non pensavo così tanto”

“Si fiero di te stesso, mio caro traforo del Frejus. È un miracolo che non senta l’eco della mia voce parlandoti a distanza così ravvicinata!”

Timoteo si voltò a guardare in volto il bambino che con un sorriso forzato cercava disperatamente di distrarre il “figlio” dal suo male di vivere. Ci sarebbe voluto tempo, molto tempo per riprendersi. Didì sapeva che Aquarius non si innamorava facilmente come gli altri suoi figli. Persino quando il cuore gli batteva ancora nel petto, era restio a dare confidenza alle altre creature che abitavano il pianeta. Una diffidenza innata che, vita dopo vita, continua a portarsi dietro sin dalla sua creazione miliardi di anni prima.

“Mi aveva chiesto di sposarlo…”

“Lo so”

“Non so se ha sentito la mia risposta…”

“Continuare a rimuginarci sopra non ha molto senso… e non puoi comunque tornare indietro per scoprirlo. Non voglio mettere il dito nella piaga, Aquarius ma… è stato un errore. E lo sappiamo entrambi. Fai un favore a te stesso. Custodisci i preziosi ricordi che hai di Dmitri nel cuore e vai avanti”

Il mago socchiuse gli occhi mentre con una mano afferrava quella della piccola divinità.

“Dimmi solo se ha sentito la mia risposta. So che lo sai”

“Se prometti di uscire da questa stanza e ritornare alla tua vita, allora ti dirò quello che vuoi sapere”

“Ok…”

“Non l’ha sentita…”

“Fanculo”

Inspirò profondamente prima di scostare le coperte e uscire da quel letto. Si sentiva debole e distrutto emotivamente ma Didì aveva ragione, non avrebbe avuto senso continuare a crogiolarsi nell’autocommiserazione. Sarebbe tornato alla sua vita. Dmitri non avrebbe mai voluto vederlo in quello stato.

“Non so cosa mettermi per la sfilata di Celestia. Ti va di scegliere qualcosa per me?” esclamò lasciando una scia di vestiti sul pavimento mentre si dirigeva in bagno.

“Certamente!” risposte giuliva la piccola divinità fiondandosi nella cabina armadio

“E che sia qualcosa di sobrio! Non stiamo andando al Carnevale di Rio!”

“Tanto la gente si concia allo stesso modo. Chi vuoi che noti la differenza!”

Spalancando le porte della cabina armadio, Didì ebbe modo di osservare i graziosi lineamenti del volto fanciullesco che erano riflessi sullo specchio davanti all’entrata e con un sorriso a trentadue denti si avvicinò al cassetto dove l’amico/figlio teneva la biancheria intima. Estrasse una scatolina infiocchettata dalla tasca posteriore e la depositò al suo interno, facendo in modo che il logo Clearblue fosse in evidenza.

“Oh si mio caro, ci saranno bruschi risvegli!”

Si dice che le cose accadano per un motivo, o una ragione, e questa è la pura e semplice verità. Nessuno può sfuggire alle trame del fato che come milioni di fili di seta scorrono sulle mani della mente primigenia. Di colei o colui (fate vobis) che è considerata/o la più grande sceneggiatrice di tutti i tempi.

***

Novembre, 1153
da qualche parte nei pressi del Monte Testa di Volpe

“HILDA! DOVE SIETE? So che è qui che vi nascondete! Ho bisogno di parlarvi!”

L’impavido cavaliere dalla brillante armatura e dal ben famoso spadone si era fatto strada con non poca fatica tra le grotte alla base del Monte Testa di Volpe, note ai locali per essere state la dimora di una congrega di streghe. Le informazioni che Dmitri aveva raccolto in quei mesi in cui non era riuscito a dimenticare il suo primo e vero amore, l’avevano condotto fin lì per chiedere udienza all’unica persona in grado di aiutarlo. A suo dire.

Un bagliore accecò per un istante l’uomo che seguendo il percorso della grotta, si ritrovò all’improvviso in uno splendido giardino con alberi da frutto che crescevano rigogliosi intorno ad uno sparuto gruppetto di case. Sedute intorno ad un laghetto al centro di quella grotta a cielo aperto, alcune donne di diversa età erano intente a parlare sopra un tomo di ragguardevoli dimensioni. Dmitri raccolse il coraggio a due mani e si avvicinò a quelle persone che, non appena lo notarono, si alzarono in piedi sulla difensiva. Dei bambini che correvano stringendo dei fiori nella mano, arrestarono il loro moto quando lo sconosciuto si avvicinò al centro del loro piccolo e segreto villaggio.

“Perdonate il disturbo, mie signore. Mi chiamo Dmitri e sono un cavaliere di Mészàrad. Sono qui per vedere la strega Hilda… Se possibile!”

Le donne si guardarono con volti corrucciati tra di loro prima che una di loro, rispondesse al forestiero.

“Perché cercate Hilda, la strega?”

“Ho bisogno di un aiuto… un magico aiuto e non conosco altre streghe mio malgrado”

“Che tipo di aiuto stai cercando, cavaliere?” domandò un’altra donna fissandolo da capo a piedi. La sua attenzione si soffermò per un’istante all’altezza del cavallo dei pantaloni per poi risollevarsi imbarazzata al viso.

“Ho bisogno di viaggiare nel tempo, mie signore! Devo raggiungere il XXI secolo per ricongiungermi con la persona che amo”

Le prime due donne ad aver preso parola scoppiarono in una risata acuta, incredule per quello che avevano appena sentito. La sola idea di viaggiare nel tempo era assurda ma il fatto di doverlo fare per ricongiungersi al vero amore poi, non era minimamente fattibile. La terza donna del gruppo, quella più anziana, sollevò una mano e le due cessarono all’istante di starnazzare. Vi fu uno sguardo di intesa tra il cavaliere e la vecchia donna che studiava i suoi lineamenti con fare scrupoloso.

“Siete voi il cavaliere che ha giaciuto con la re-incarnazione di Sua Maestà, l’imperatore degli Abissi, giusto?”

“Si, mia signora. Sono io”. Le due donne spalancarono le bocche incredule guardando l’essere umano che stava loro di fronte.

“Ma allora quella storia era vera!” esclamarono all’unisono le due continuando a studiare l’uomo da capo a piedi.

“Ascolta Cavaliere. Ciò che chiedi non è impossibile ma è molto complicato e Hilda non è all’altezza di poterti aiutare per quello che cerchi. Oltre al fatto che è stata esiliata da questo villaggio.”

“Sono pronto a fare anche l’impossibile per rivederlo. Vi scongiuro. Non importa ciò che devo sacrificare. Ditemi chi può aiutarmi nella mia impresa se Hilda, la strega non può!”

“Io posso”

“Madre, cosa dite?” domandò una delle due donne alla più anziana.

“Vago per queste terre da più di duecento anni, figliole mie. Ho imparato tante cose quante quelle che vorrei dimenticare. Vostra sorella Hilda ha fatto cattivo uso dei miei insegnamenti e si è rivoltata contro uno dei nostri sovrani. Cavaliere…” disse la donna spostando lo sguardo dalle figlie all’uomo che le stava di fronte “…il destino che volete percorrere è irto di ostacoli e potreste perdere voi stesso nell’impresa. Non so cosa vi riserva il futuro ma conoscono un incantesimo per farvi vivere abbastanza a lungo da potervi ricongiungere alla re-incarnazione dell’Aquarius del XXI secolo”

“Questo significa che dovrei attendere più di 900 anni per vederlo? Non c’è un modo più veloce?”

“I maghi e le streghe di livello superiore riescono a manipolare spazio e tempo per brevi periodi. Figuriamoci un salto temporale di quella entità! Solo la magia di un imperatore potrebbe tanto ed è per questo che sono venerati come re e regine” rispose una delle figlie della strega

“Aspettate… Ci sono altri imperatori oltre ad Aquarius?” domandò il cavaliere!

“Certo!”

Il gruppetto di tre bambini che fino a quel momento era stato in disparte si era avvicinato, incuriosito dalla presenza dell’uomo. Uno in particolare dal volto impiastrato dalle more con cui aveva appena banchettato rispose:

“I guardiani degli elementi sono gli ultimi quattro figli di Dio che, liberi di vagare per questo mondo, si occupano di gestire l’equilibrio tra Bene e Male e la società magica di cui tutti noi facciamo parte. La tradizione vuole che la prima ad essere stata creata delle loro altezze fu Celestia, la regina dei Cieli, seguita da Flamingo, il re del Fuoco. Subito dopo vennero create le maestà della superfice, Gea, la regina delle terre emerse, e Aquarius, il re delle acque di cristallo.”

“Bravissimo, Otis!” esclamò una delle donne, accarezzando il capo del bambino.

“Grazie, Madre!”

“Capisci quindi che nessuno potrà darti quello che chiedi…” intervenne l’anziana signora “…e le possibilità che tu riesca a chiedere udienza ad un imperatore della magia in questo secolo sono pressoché nulle. Devi sapere che l’Aquarius di questo secolo non nutre molta simpatia per gli esseri umani. Anzi, mi è giunta voce che abbia spazzato via un’intera isola recentemente. Credo si chiamasse Atlantide… o qualcosa del genere”

“Vi prego…” Dmitri si inginocchiò guardando la donna negli occhi “… sono disposto a tutto…”

“Anche a perdere la tua anima?”

A quelle parole, Dmitri ebbe un attimo di esitazione ma il volto sorridente di Timoteo affiorò tra i suoi ricordi spazzando via ogni dubbio.

“Qualsiasi cosa!”

“Madre, per favore! Cosa state dicendo? Un umano che perde la propria anima è destinato a diventare un Demone!”

“Esatto… Ma i demoni sono immortali e questo gli garantirebbe la sopravvivenza attraverso i secoli. Sempre ammesso che riesca a sopravvivere fino al XXI secolo” esclamò giuliva la vecchia strega.

“Lo farò! Non morirò! Accetto qualsiasi cosa!”

“Dovete amarlo davvero tanto per essere così disperato…” la donna espirò prima di mettersi le mani sui fianchi e guardare l’uomo che aveva di fronte.

“Non potete capire quanto…”

“Che Dio ce la mandi buona!”

Passarono tre giorni e tre notti da quando il cuore del cavaliere venne estratto dal suo corpo e ri-inserito come il rituale prevedeva. La sua anima era stata racchiusa in una pietra che giaceva ai bordi del lago e ne era stato fatto un anello. Per la durata di quei giorni, le streghe si presero cura di lui e, quando alla fine si destò, cominciarono a prendere coscienza di quello che avevano fatto.

Dmitri era profondamente cambiato. Non nell’aspetto esteriore.
L’esposizione alla luce del sole gli causava profonde bruciature sul corpo e la sua dieta era irreversibilmente cambiata. Con il solo tocco di una mano era in grado di prelevare l’essenza vitale di una creatura e a pagarne le spese fu la capretta di Otis che fu rinvenuta esanime nella stalla.
Le streghe furono allora costrette ad allontanare Dmitri, riversando nel torrente della storia un nuovo esemplare di vampiro.

“Bene. Adesso cosa faccio per i prossimi 900 anni?”

Dmitri si mise in viaggio seguendo la linea dell’orizzonte sperando che almeno questo l’avrebbe tenuto occupato per un periodo ragionevole di tempo.

  
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