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Autore: annies_rumor    23/02/2019    1 recensioni
Cosa c'è realmente dopo l'adolescenza?
Questo racconto è un piccolo viaggio introspettivo attraverso la mente di una ragazza semplice.
"Semplice", una parola comune, di cui tutti sanno il significato...
Ma cosa di cela realmente dietro una ragazza "semplice?"
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ogni buona relazione che si rispetti, ha un inizio da favola, sogni ad occhi aperti senza riuscire a smettere.
Io invece, mi  ritenevo la pecora nera della relazione. Volevo molto bene ad Alex, ma per un motivo e l'altro, ero sovrastata dal timore.
Timore che prendeva luogo e forma su ogni cosa e molto spesso riusciva a rovinare anche i momenti più belli.
Inizialmente mi lanciai nella relazione con Alex come fossi una Crocerossina, non aspettavo altro: salvare qualcuno.
Ma, salvare qualcuno, fondamentalmente, a che scopo?
Non riuscivo a capire se volessi solo una piccola gratificazione personale oppure volevo semplicemente dimostrare che al mondo esistono persone capaci di salvarne altre senza pretendere nulla in cambio. 
A prescindere da cosa volessi io, quel periodo segnò un'era che mai pù avrei potuto dimenticare.
Conobbi Alex in circostanze tranquille, solo man mano che la nostra conoscenza si ampliasse iniziai ad intuire piccole crepe all'interno dei suoi discorsi.
Alex era dipendente da un mucchio di cose, un mucchio di sostante. 
Mi raccontava di Festivals, serate in discoteca, mi faceva ascoltare tutti i suo Dj preferiti e mi parlava un sacco dei suoi compagni di avventura.
Io quella roba la conoscevo già, ma cercavo di essere vaga nelle mie risposte e di comparire sempre sorpresa dai suoi racconti.
Dietro tutte quelle chiacchiere c'era solo un bisogno compulsivo di dire la verità: Alex si drogava, molto più di me. 
Ad un certo punto della sua vita, in mia assenza, trasformò il suo contratto da part-time a full-time solo per poter spendere più soldi tra Hashish e Cocaina.
Avevo capito tutto ma inizialmente ancora non osavo pronnunciarmi.
La nostra relazione per lui prese la forma di un salvagente a cui aggrapparsi, 
ed io,  non sapevo se sarei stata all'altezza delle sue aspettative,
dopo tutto ero quella abituata ad aggrapparmi con le unghie su cose che potessero trarmi in salvo, non il contrario.
Passarono pochi mesi e finalmente mi decisi a parlare perché io quella relazione la volevo, la volevo davvero, ma non a quelle condizioni.
Alex avebbe dovuto smettere di drogarsi, perché io in quel circolo vizioso non potevo più permettermi di tornarci.
Era una scelta egoistica in un primo momento, ma diventò uno scopo di vita successivamente.
Parlai chiaro, per una volta presi tutto il coraggio che mai avrei immaginato di avere, e con fare esperto dissi ad Alex che se voleva continuare la relazione con me, avrebbe dovuto darsi una controllata e rivedere le sue priorità.
Da quel momento in poi, non passammo notti tranquille e giorni limpidi, poiché offuscati da una sola idea: debellare la droga.
Ricordo ancora tutte quelle sere a casa sua: invece di uscire restavamo lì, a parlarci e a cercar di non pensare al peggio, alla dipendenza.
DI notte arrivava il momento più brutto: dovevo essere vigile perché i suoi non erano più sogni ma incubi scatenati che lo facevano gridare, sudare, agitarsi nel letto come in preda ad un attacco epilettico. Ed io lì, rannicchiata dall'altra parte del letto attendendo che tutto finisse e sussurando quante più cose belle potessi, affinché tutti quegli incubi e quelle voci nel suo cervello andassero via. Delle volte mi alzavo per bagnare delle pezze da mettere attorno ai polsi o sulla fronte, come facevano le nonne con i piccoli affetti da febbre, io invece curavo un ragazzo affetto dalla dipendenza.
La gente non si rende conto di quanto faccia male una cosa, fin quando non smette di farla. E' lì che si vede il vero potere che essa ha su di noi e la sua manipolazione su tutta la nostra vita. Ricordo che guardavo Alex soffrire ed il più delle volte era tra le braccia di Morfeo stesso, senza poter essere capace di combattere, e mi ripetevo che mai e poi mai avrei ricominciato. Non potevo, non volevo più.
Salvare la vita a qualcuno, ti aiuta a capire l'importanza della tua stessa vita. 
Capii che l'affetto per Alex cresceva sempre più e che probabilmente ero l'unica ad aiutarlo in questa guerra dove tutto era più forte di lui. 
Alcuni dissero che fui la sua rovina, io invece vedevo solo quanto di giusto stessi facendo. 
Mi importava solo del suo benessere e ci avrei scommesso l' esistenza sulla realizzazione del mio idillio.
Non fu facile, ci vollero giorni, settimane e mesi. A distanza di anni è ancora dura ma entrambi sappiamo che il peggio è passato.
Qualcuno continua a pensare che Alex sia cambiato da quanto mi ha incontrata, altri pensano che sia io quella cambiata,
forse è questo che fa l'amore, cambia entrambe le parti per formare un intero più forte di prima.
Mi piace vedere le cose da questa prospettiva, mi piace pensare che la vita non sia altro che questo: una ricerca di bellezza.
E no, non parlo della bellezza fisica, dei lunghi capelli biondi di Raperonzolo o degli occhi celesti del Principe Azzurro,
parlo della bellezza di una vita umana, la bellezza di coricarsi la sera accanto a qualcuno che ami,
che ami davvero e non fingi.
La bellezza di quando qualcuno è pronto a rinunciare alla sua più grande dipendenza per te,
che gli stai insegnando l'amor proprio.



 
   
 
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