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Autore: Seira Katsuto    26/02/2019    1 recensioni
Sono una persona che fa pensieri strani e senza senso anche nei momenti meno appropriati, solitamente tengo per me tutte le cazzate che il mio cervello spara, ma essendo che mi sono rotta di parlare da sola ho voluto fare questa specie di diario in cui scriverò ciò che voglio.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Il giorno in cui mi sono accorta che mi piaceva mr x è cambiato il mio modo di vedere molte cose.

Era già successo qualcosa di simile in passato a dir la verità.

Non mi ero innamorata, ma per varie ragioni un giorno mi sono scontrata verso un tipo di realtà che fin da allora non potevo nemmeno immaginare esistesse o forse semplicemente facevo finta che non mi riguardasse.

Questo, altri, lo chiamerebbero come "crescita": da certe esperienze, sopratutto quelle che ti mettono in difficoltà, si prendono decisioni e da esse si capiscono poi i propri sbagli e che ci sono cose a cui bisognerebbe più prestare attenzione.

Non per forza questo significa che tu stia maturando, ma da quelle situazioni si crea poi ciò che noi possiamo definire come noi stessi, qualcuno lo apprezzerà e altri no.

Io stessa penso di esser sia migliorata che peggiorata da qualche anno fa.

Cercherò di raccontarla in "breve".

Fin dalle medie sono sempre stata una ragazzina timida e introversa che fatica a socializzare, i miei interessi rientrano nel mondo dei videogiochi e sopratutto dell'animazione giapponese.

In prima superiore quando ho scelto l'artistico ero davvero entusiasta, ricordo che mi dicevo sempre "su venti persone ci sarà sicuramente un'altra persona a cui piacciono gli anime".

Così conobbi mia moglie, nomignolo che successivamente ci siamo affibbiate a vicenda (il motivo non lo ricordo onestamente, roba da ragazze), anche lei era poco socievole e stando sempre da sole in classe abbiamo iniziato a parlare.

Aneddoto di quel periodo: dopo qualche mese avevamo preso la decisione di voler conoscere coloro che erano appassionati come noi nella scuola e spesso andavamo in giro e guardavamo quali persone avessero accessori particolari.

In quel modo inquadrai prima di tutto miss y, che penso avesse una giacca di attack on titan, allora si era pure tinta i capelli di colore blu quindi risaltava molto alla vista, dopodiché notai anche miss x che portava al collo sempre una collana di attack on titan (che pure io ho).

Ricordo che un giorno ci eravamo pure presentate, anche se loro probabilmente l'avranno dimenticato essendo stata solo una volta, ma da lì tra una cosa e l'altra, problemi di scuola e io che non mi ero più interessata non ci avevo più avuto a che fare.

Per quanto riguarda mr x, l'unico ricordo che ho di lui sono dei capelli lunghi, la sua schiena e la felpa con le ali della libertà dietro.

Non mi interessai granché, anzi tre anni successivi mi sembrava strano paragonare quella figura di spalle a lui, non so se è perché si fosse tagliato i capelli o perché mi ero creata in testa un'immagine di lui differente.

Anche perché la ragazza che mi aveva presentato y e x (la quale avevo conosciuto sempre perché aveva qualcosa di giapponese nello zaino) quando le chiesi se conosceva quel ragazzo mi disse che non era molto simpatico così avevo semplicemente pensato "peccato" e poi non mi sono posta più domande.

Ma ritornando a mia moglie, da lei poi formammo un piccolo gruppetto in classe, per lo più perché prendevamo lo stesso autobus dopo scuola e quindi tra una cosa e l'altra si è instaurato un rapporto di amicizia.

A parte mia moglie l'unica persona di cui vi dovrete ricordare sarà un'altra ragazza (sempre del nostro gruppetto) che chiamerò Jessica.

In breve lei è quel tipo di persona socievole e amica di tutti.

In quel periodo ricordo che comunque pur essendo introversa con loro ero "normale", mi divertivo, ridevo, mi arrabbiavo per sciocchezze o per cose che semplicemente ritenevo sbagliate e qualche volta capitavano litigi stupidi, allora pensavo fosse quello il tipo di amicizia normale e in un certo senso lo era anche.

Tutto cominciò verso gennaio, due bulletti che prendevano per il culo tutti con canzoncine inventate, ridicolizzando l'aspetto fisico di ognuno, mi avevano preso di mira.

Quando non c'ero io il bersaglio era mia moglie, comunque verso maggio avevano incominciato ad essere sempre più pesanti e un giorno, durante l'ora di plastiche (materia in cui si usa la creta per lavorare) si era unita al loro gruppo un'altra tizia a canticchiare roba contro di me.

In quel momento sono crollata e mi sono messa a piangere, ovviamente il bulletto ha subito riso di me, così io gli ho tirato un piccolo pezzo di creta in testa (colpendolo in pieno alla testa, modestamente).

Ricordo che ciò che ho provato in quel momento era una sensazione di sconfitta, avevo perso perché mi ero messa a piangere, anche per quello vedendolo fare subito dopo il coglione per uno scatto di rabbia gli ho tirato la pallina in testa, però di per sé fu più frustrante avergli dato la soddisfazione di farmi vedere ferita più che altro.

Jessica, che era anche sua amica, dopo scuola ha provato a parlargli in chat cercando di fargli capire che forse aveva esagerato e come risposta ha ricevuto invece una minaccia del tipo: "non la perdonerò per avermi lanciato la creta, domani vedrà come si divertirà".

Lei ovviamente è poi venuta da me dicendomi che forse non sarei dovuta venire a scuola perché aveva paura di lui anche lei, così io l'ho detto a mia madre che mi ha detto "non puoi andare a scuola perché uno ti minaccia, si chiama bullismo", così il giorno seguente siamo andati a denunciarli alla polizia.

Ricordo che poi siamo andati a scuola, verso le dieci, e abbiamo parlato della denuncia con la preside (andare prima da lei non aveva senso perché almeno nella mia scuola posso assicurare che andare a lamentarsi di "quella mi bullizza! xd11" peggiora solo le cose senza alcun profitto, cosa che invece la querela mi può dare).

Mia madre che è un tipo di persona alquanto strana, forse più di me, voleva conoscere i ragazzini e portarli dalla preside per incontrarli, non per rimproverarli, solo per vedere che tipi fossero.

La preside era contraria ma alla fine si è fatta convincere e li ha portati lì, abbiamo parlato tranquillamente e hanno fatto chiedere scusa ai tre, una dei tre ragazzini però era una di quelle ragazze tutto pepe che al posto di capire di aver sbagliato o che comportandosi in un certo modo può peggiorare solo le cose non le importa (tipa popolare, coi soldi che le escono dal culo e che comanda la madre, se vogliamo farla in breve, insieme ad un tocco di stronzaggine, al momento non ho molta voglia di spiegare per bene le cose ed essere gentile, scusate) così non solo non si è scusata, ma quando siamo tornate in classe mi ha puntato il dito urlandomi che se le avessi fatto qualsiasi altra cosa me l'avrebbe fatta pagare molto cara (per poi uscire dalla classe a caso).

Sapete la cosa divertente? In quel momento, quando sono andati dalla preside non sapevano ancora che li avessi denunciati, credevano che avessi parlato semplicemente con lei.

Durante la lezione lessi che nel gruppo della classe altre ragazze assenti avevano scritto cose su di me, dicendomi che "avevo esagerato", che "potevo resistere un altro mese e non serviva fare così" e che ora "erano ventiquattro contro di me e non solo tre".

Persone di cui avevo anche una bella opinione, con cui non avevo manco mai parlato, persone a cui non avevo fatto niente e che non c'entravano nulla con la situazione.

Pian piano il mio piccolo mondo si è spezzato, pian piano quella ragazza che si arrabbiava per uno spoiler o che rompeva tutti costringendoli a leggere le proprie storie fino alla morte stava scomparendo nel nulla.

Nei giorni successivi il bulletto che aveva dato origine a tutta questa storia scrisse depresso sul gruppo di classe che per questa storia forse lo rispedivano nelle filippine (ovviamente, una stronzata colossale, ma qui ci arriviamo più avanti).

Sapete la cosa più divertente? La cosa che penso abbia più distrutto quella ragazzina che pensava che nel mondo fosse giusto lottare per le ingiustizie, che era giusto dare fiducia a chiunque senza pregiudizi, che non bisognava avere paura di essere se stessi, che non importava il parere di chi discrimina senza ragione e che tutti sforzandosi di capire i propri sbagli possono migliorare.

Penso sia stata la rabbia, la frustrazione che mi è venuta dopo la stanchezza di tutto quello che era successo, la rabbia che è venuta dopo aver riappacificato i rapporti con Jessica e vedere che non aveva capito proprio un cazzo, che tutto quello che era successo non aveva avuto alcun senso.

Ho pensato semplicemente "che senso ha essere tanto positivi se le persone ti ficcano nel culo la tua fiducia?".

Come ho detto nei capitoli precedenti questo è ciò che io sto cercando di non cambiare, ma che comunque è cambiato per colpa della mia debolezza.

Non penso potrò mai più essere come prima, ma non per forza è un grave problema, son comunque sempre io.

Vedere che il bulletto era felicemente a scuola, che ovviamente non si era dovuto trasferire e che nessuno aveva mai avuto le palle di scusarsi con me.

Scusarsi per aver detto che "per colpa mia che ho esagerato lui povero piccolo bimbo si sarebbe dovuto trasferire", nessuno ha mai avuto il coraggio di dire le cose come stavano, tutti se ne sono tirati fuori come se nulla fosse accaduto.

In fondo la storia era già finita quindi che importava? No. Non finisce così.

Quando io faccio qualcosa in cui capisco che ho sbagliato me ne pento e cerco di scusarmi, cerco di rimediare, anche se è passato tanto tempo, quindi perché tutti gli altri fanno finta di niente? Perché si lasciano tutto alla spalle e chi si è visto si è visto? Perché tutti vivono come se le persone fossero cose inanimate?

Mi sono rotta di essere io quella che deve spiegare agli altri che fare scena scena per sempre è ipocrisia, che dire "sissi ho capito che ho sbagliato" solo quando vai tu a parlargli è inutile, sopratutto se poi si continua.

Mi sono rotta perché io sono molto egoista e ne sono consapevole, penso sempre a me e non capisco mai gli altri, però perché sembro l'unica che vede il tutto senza se e senza ma, senza giochini per sviare il problema?

Mi sono stancata di dover dare la spiegazione per cui questo ragionamento è ipocrita, perché loro lo sanno benissimo, tutti lo sanno, ma fanno finta di non vedere.

Sapete perché? Perché anche la persona più schietta e stronza del mondo potrebbe essere artefice di questo modo di fare.

La vera schiettezza non è scrivere "forse mi rimandano nelle filippine" dopo che oltre a minacciarmi, hai portato una ragazza a cambiare scuola e all'anoressia e quando non c'era più lei hai iniziato con me.

La schiettezza è quella per cui uno dice "la situazione è questa, so che ho sbagliato ma non me ne frega niente".

Preferirei davvero una risposta simile al falso depresso.

Tu hai un problema con me senza una giusta ragione? AMMETTILO.

Senza scuse, non tirar fuori pure la madonna scesa in terra per cercar di dire che il TUO problema è che io sono io.

Io sono così, se non ti va bene quella è la porta, ma almeno abbi la decenza e il rispetto di andartene senza pisciarmi per tutta casa, grazie.

Forse questo è uno dei motivi per cui mi sono innamorata di mr x, perché potrei anche stargli sul cazzo, potrebbe non fregargli niente di me, potrebbe abbandonarmi di punto in bianco, ma almeno lui non tirerebbe fuori dal culo scuse del cazzo.

Quando aveva qualcosa da dirmi, anche di scomodo, o che qualche mio atteggiamento fosse visto in modo strano o maleducato era lui che veniva a dirmelo, quasi come se volesse aiutarmi o che cercasse semplicemente di dire la sua opinione, senza mettersi chissà quale problema.

Lui me lo diceva e io potevo cercare di migliorare, potevo cambiare in meglio.

Cambiare senza dover passare quella fase in cui "lo devi capire da sola che stai facendo qualcosa di sbagliato perché ti guardo male e ti ignoro", quando a quel punto la mia voglia di ascoltare l'opinione di una che fa così è già finita sotto un treno.

Parlate, provate a parlarne quando c'è un problema, basta tirarle per le lunghe pretendendo che sia l'altro a capire i tuoi problemi.

Attenzione però, questo non significa che io sia perfetta, che non mi capiti di aver atti di ipocrisia o cose del genere, ma se anche li avessi, se qualcuno provasse a parlarmene potrei capire dove sbaglio, magari non mi sono neppure accorta che stavo facendo qualcosa di scorretto.

Chiamamolo "beneficio del dubbio".

Amo questa frase che però sembra tutti non sappiano che significhi.

Un tipo di azione di qualcuno ti sembra qualcosa di brutto? Non per questo lo deve essere per forza, potresti benissimo sbagliarti (o al massimo puoi parlarne).

Tornando al discorso di Jessica, quello che ruppe il vaso che stava già straripando quando la mia intera classe ce l'aveva con me, è stato quando in quei giorni, mentre ci scrivevamo uscì uno strano discorso:

Il bulletto aveva incominciato a dar un po' fastidio a lei e così ne parlammo un po' e io le scrissi qualcosa del tipo "io ti sto accanto ma non è che posso ribattergli chissà in che modo", lei intese quella frase come "ora che ho denunciato e se la prendono con te non mi importa più di nessuno", quando cercavo di dire più che altro che se lui mi dice che faccio schifo io non posso rispondergli con altrettanti insulti (cosa che inizialmente facevo quando proprio ero esausta, ma dopo la denuncia riflettendoci ho capito che abbassarsi a tale livello non aveva senso)

Ricordo di aver pensato per un istante "forse ha capito male il messaggio", ma subito dopo mi sono detta "va beh, ma è ovvio che non era nel senso di abbandonarla, perché dovrebbe capirlo in quel senso? Poi mi avrebbe detto qualcosa per chiarire nel caso".

Già, perché mai una dovrebbe credere che non me ne freghi un cazzo se il bulletto ha cambiato preda e, nel caso, perché mai non dovrebbe parlarne con me per capirci meglio?

No, è meglio offendersi e mandare un poema dicendomi che "per colpa mia lei non era più l'amica di tutti e che in fondo forse mi meritavo di avere tutti contro e che il tizio non sbagliava".

Se ci penso ora mi fa solo incazzare, quanto può essere stupida una persona? E perché poi? Perché non hai le palle di parlarmi? Perché ti è più facile fraintendere e metterti con la "maggioranza" andandomi contro? Posso capire che abbia detto una frase messa in malomodo, ma da qui ad andare a farmi un poema simile, quando mi conosci e sai quanto mi abbia fatto soffrire la situazione, mi hai visto piangere, ne abbiamo parlato tantissimo fino ad arrivare a quella situazione, non ci vuole chissà quanto per capire che ero stressatissima, quindi anche se ti senti tanto offesa e se anche non vuoi parlarne meglio con me, come cazzo hai fatto ad arrivare a dirmi cose come "forse te lo meriti in fondo", per quanto possa averti offeso o ferito ho fatto davvero qualcosa di così deprorevole? è davvero normale che un'amica che dovrebbe conoscermi mi venga a dire certe cose solo perché "ha frainteso una frase"?

Questo più che per la me di allora lo dico pensando a cos'avrebbe fatto chiunque altro vedendo una delle poche persone che ti stavano accanto voltarti le spalle all'ultimo, praticamente pugnalandoti senza pietà.

Se non fossi stata io che sarebbe successo? Questo pensiero mi fa paura, conosco molte persone più fragili di me che non so come avrebbero reagito.

C'è chi al dolore si fa del male pur di deviare la sofferenza.

Poi a loro li si dà pure degli stupidi, ma se penso al momento in cui ho letto quel messaggio, se ripenso a quello che ho sentito in quel frangente non posso in nessun modo biasimare se qualcuno preferisse la morte o qualche altra alternativa per non voler più provare nulla.

Se voi sentiste anche solo una parte di quella sensazione probabilmente potreste capire, ma purtroppo lo scritto non può trasmettere più di tanto.

Con questo non dico che sia giustificabile l'autolesionismo, anzi penso non si debba mai arrivare a tanto, ma che si possa pur sempre cercare altri metodi per risolvere la situazione (di qualunque gravità possa essere), ma nel caso doveste incontrare qualcuno così, al posto di pensare che sia stupido, sarebbe meglio cercare di aiutarlo o semplicemente non giudicarlo.

Perdonai tutti comunque, anche se mi incazzai alla fine dell'anno perché Jessica e altre mi vennero a dire l'ultimo giorno che "sembravo un po' fredda" (mi arrabbiai più perché lo dissero usando mia moglie, facendomi scherzi stupidi tramite la sua chat).

Non è che abbia insultato, solo che non avevo voglia di scherzare così ho risposto freddamente (cosa che mia moglie non avrebbe preso sul personale se non ci fossero state le altre dietro), quindi l'audio del "mi sembri un po' fredda ultimamente non va mica bene" se lo potevano ficcare un po' tutte su per il culo, sopratutto sapendo com'erano state quelle settimane.

Ma dopo qualche settimana, in estate, risolvemmo lo stesso tutto, più perché io ero stanca e non volevo più avercela con nessuno che altro.

Misi la parola fine alla mia amicizia con Jessica in seconda, perché lei incominciò a prendere in giro nello stesso modo con cui facevano con me, con le stesse identiche frasi, una ragazza con un ritardo (mi spiace ma non conosco un termine esatto, non conoscendo la malattia che aveva).

Ho provato a parlarle di ciò, diciamo che ho cercato in modi teneri di dirle: "se ti dà fastidio non ci passare tempo insieme, fingendoti sua amica, per poi sparlarle alle spalle o prendendola in giro appena non hai più voglia di giocare con lei solo perché sai che intanto non capisce che la stai perculando".

Un giorno lei la minacciò in classe (quando non aveva senso farlo dato che comunque non avrebbe capito la minaccia) dicendole che "se non la smetteva di infastidirla le avrebbe fatto qualcosa".

Così io mi incazzai e incominciammo a discutere, tant'è che se ne andò in bagno a piangere.

è stata la prima ed unica volta in cui dal vivo io abbia alzato un minimo la voce e sopratutto la prima volta che non ero io piangermi addosso, ma dopo quell'anno certi atteggiamenti proprio non riuscivo a mandarmeli giù, sopratutto se sono contro una che manco capisce che la stai bullizzando.

Se le dava fastidio poteva allontanarsi da lei, poteva parlarne con la preside o coi prof di sostegno, non è che quando ti gira le parli perché la trovi divertente, ma quando incomincia ad attaccarsi troppo ti lamenti che è fastidiosa e arrivi a minacciarla.

Non so se sia stupidità o un atteggiamento del cazzo e basta, so solo dopo tutto quel tempo pur essendo femmina mi si erano cresciute le palle solo per poter dire davvero di essermele fracassate.

Così si è concluso il mio bellissimo anno di prima e ho passato in solitudine quello di seconda (anche perché mia moglie era stata bocciata quindi non avevo chissà quale altro amico).

Sarebbe bello se non fosse successo nient'altro oltre a questo prima di conoscere mr x, al contrario c'è un'altra lunga storia del periodo in cui ero in seconda che dovrei raccontare.

Però non oggi, domani ho scuola e ho sonno attualmente.

Ci sarebbe molto di più da raccontare a dire il vero, però non ho voglia di impegnarmi a scrivere un capitolo completo e perfetto di quell'anno scolastico, al massimo col tempo narrerò altre piccole, sia belle che brutte, vicende sempre di quel periodo.

   
 
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