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Autore: Recchan8    27/02/2019    1 recensioni
Nessuno ha ricordato il primo dei quattro elementi fondamentali.
Nessuno si è mai accorto della sua costante presenza, della sua grinta e della sua passione.
Nessuno sapeva che il Maestro Eraqus aveva un quarto allievo.
Nessuno ha mai parlato di Ignis, la ragazza dai capelli rosso Tiziano che si è innamorata della persona giusta al momento sbagliato.
[Avvertenza: Le vicende narrate iniziano in Birth By Sleep e si sviluppano attraverso 358/2, KH2 e Dream Drop Distance, fino ad arrivare alla vigilia di KH3]
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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Flashback: Madness of Miss Amber

 

 

 

L'uragano che con forza devastante irruppe nella Torre Misteriosa aveva i capelli dello stesso colore del tramonto e gli occhi iracondi del mare in tempesta.
-”Lei sapeva!”- tuonò Ignis divorando a furiose falcate la distanza che separava la porticina in legno dalla sobria e imponente scrivania del Maestro. -”Lei sapeva tutto, e nonostante ciò ha taciuto!”-.
La schiena del vecchio Yen Sid si irrigidì impercettibilmente e le sue sottili labbra di dischiusero, incapaci però di proferire parola. La sua allieva si era palesata in modo irruento, dimenticando tutte le regole comportamentali che una figura importante come quella del Maestro Yen Sid esigeva.
C'era rabbia nei suoi occhi azzurri; rabbia furibonda e delusione.
-”Non ho potuto fare altrimenti”- riuscì a dire a stento.
Irruente ed energetica come l'elemento fondamentale di cui portava il nome, di tutti i giovani custodi del Keyblade, Ignis era l'unica in grado di far provare al potente mago quella che molti definirebbero “soggezione”.
La giovane spalancò gli occhi e batté una mano sulla scrivania.
-”Mi ha mentito!”- ringhiò a denti stretti.
-”E' stato per una giusta causa”-.
-”Una giusta causa?!”- ripeté Ignis allargando le braccia. -”Là fuori c'è un custode del Keyblade che ha un disperato bisogno di aiuto e lei ha ben pensato di tacere a riguardo!”- scoppiò nuovamente indicando la finestra a forma di mezzaluna alle spalle di Yen Sid.
Fu per un attimo, un fugace momento, ma gli occhi attenti del venerabile Maestro notarono un repentino e disturbante movimento alle spalle di Ignis: un alone, scuro e violaceo, che, a tratti, adornava la testa e il petto della ragazza come un velo. Yen Sid premette istintivamente la schiena contro la poltrona, incredulo.
Quella era...!
-”Ho trascorso l'ultimo anno a consultare ogni libro contenuto in questa maledetta torre”- disse Ignis lentamente. Teneva i pugni chiusi lungo i fianchi e un costante tremore scuoteva il suo corpo dalla testa ai piedi. -”Ho studiato disperatamente, mi sono allenata fino allo sfinimento, ho sperato con tutta me stessa di riuscire a trovare un modo per salvare Terra... Quando lei sapeva benissimo che fine avesse fatto e come Xehanort l'avesse ridotto!”- gridò puntando un indice contro Yen Sid.
L'Oscurità, finalmente palesatasi in tutta la sua pericolosità, prese a roteare attorno a Ignis come un fedele famiglio. Yen Sid scattò in piedi: lo scenario peggiore, il motivo che lo aveva spinto a mentire alla sua allieva, si stava per avverare. Non poteva permettere che un altro custode del Keyblade cadesse preda dell'Oscurità. Alzò le braccia al cielo, pronto a lanciare una magia di contenimento, ma Ignis fu fatalmente più rapida di lui.
-”Soft Blizzaga”- pronunciò con quello che alle orecchie di Yen Sid sembrò disgusto.
Il corpo del vecchio Maestro si congelò di colpo, immobilizzandolo in una prigione di ghiaccio che aveva le sue stesse sembianze. Gli occhi, l'unico organo ancora in grado di muoversi e di portare informazioni al cervello, registrarono tristemente gli eventi successivi, incapaci di intervenire e di fermare Ignis dal compiere quella tremenda follia.
-”Una vita intera non mi basterà a salvare Terra”- mormorò la giovane.
Guardò Yen Sid e, come colta improvvisamente dal rimorso, pianse lacrime silenziose. Evocò il Legame di Fuoco, l'Oscurità che danzava attorno a lei; puntò il Keyblade contro il proprio cuore e abbassò le palpebre. Sotto lo sguardo impotente del Maestro Yen Sid, Ignis pronunciò le due fatidiche parole che consegnarono il suo cuore di Luce alla malvagia controparte.
-”Dark Stopga”-.
L'Oscurità confluì nel suo petto e una potente onda d'urto si propagò dal suo corpo. Il ghiaccio che ricopriva il corpo di Yen Sid si frantumò, cadendo a terra sotto forma di piccoli cristalli. Il vecchio Maestro si accasciò al suolo, sorreggendosi con una mano alla scrivania.
-”Ignis...!”- la chiamò con voce roca.
-”Non ho più bisogno di lei, Maestro Yen Sid”-. Il caldo mare tropicale contenuto negli occhi di Ignis, passata la tempesta, si era tinto d'ambra. -”Possa la mia volontà essere la mia chiave guida”-.

 

 

Da quel momento, Ignis, passo dopo passo, si avvicinò sempre più all'Oscurità, con l'unico obiettivo di trovare un modo per salvare Terra dalle tristi catene del Maestro Xehanort. La potente e disperata magia che aveva scagliato su se stessa, Dark Stopga, la rese immune al trascorrere del tempo. La Luce, così tanto elogiata e fin troppo sopravvalutata, non era in grado di darle una risposta; l'Oscurità, invece, le si mostrava suadente e, soprattutto, potente.
Passarono gli anni e Ignis perse le tracce di Terra: non si trovava più al Giardino Radioso e nessuno sapeva dove fosse andato.
L'alone di energia oscura che aveva preso a vorticarle intorno e ad accompagnarla come un fedele servitore non era all'altezza delle sue aspettative: aveva bisogno di calarsi nel baratro, giù, sempre più giù; il suo cuore, se voleva poter far ricorso al completo potere dell'Oscurità, doveva macchiarsi indelebilmente. Iniziò così a uccidere a sangue freddo, senza pensarci due volte. Sceglieva una vittima a caso nel Mondo in cui si trovava e la uccideva, ponendo fine alla sua vita col fido pugnale che portava sempre con sé, nascosto nella fascia rossa arrotolata attorno alla vita e ai fianchi.
Il Mondo in cui capitò quella volta la lasciò inaspettatamente senza fiato: si trattava di una città illuminata dalla luce rosso-aranciata del tramonto e brulicante di pigre persone che, senza fretta, girovagavano per le sue vie. Ignis, atterrata nella piazza di quella che le parve una stazione dei treni, si stupì di come il sole non sembrasse cambiare mai posizione: in costante bilico lungo la linea dell'orizzonte, perennemente indeciso tra il restare nella luce e il cadere nelle tenebre. Sorrise, pensando a quanto quell'enorme stella fosse ignava.
La torre dell'orologio della stazione, con le sue campane spioventi, la incuriosì molto. Ignis entrò nell'atrio della stazione e cercò l'ingresso per quello strano ma bellissimo campanile.
Una decina di minuti più tardi, Ignis sedeva in cima alla torre, col viso rivolto verso lo statico tramonto e i piedi penzolanti nel vuoto.
Da lassù poteva godere di un'ampia visuale della città, eppure furono due figure sottostanti, appoggiate alla balaustra della piazza della stazione, ad attirare la sua attenzione: un ragazzo e una ragazza.
-”...bellissimo qui?”-.
Il lieve vento riusciva a portarle solo dei frammenti del loro intimo dialogo. Ignis si sporse un poco in avanti e si concentrò, cercando di carpire più parole possibili. Vide il ragazzo passare un braccio attorno alle esili spalle della ragazza e attirarla a sé con impacciata dolcezza.
-”...quanto te”-. Il giovane schioccò alla compagna un bacio sulla fronte e lei si mise a ridere timidamente.
Ignis, per un attimo, rabbrividì di fronte a quello spettacolo tremendamente smielato; poi, come colpita da una freccia infuocata, si sentì avvampare: avvertì il sangue ribollirle nelle vene e, prima che potesse rendersene conto, strinse con forza i pugni, con talmente tanta rabbia da conficcarsi le unghie nei palmi delle mani. Si toccò la fascia rossa, sfiorando il tessuto con le dita: il pugnale era lì, un pezzo di freddo metallo tenuto al sicuro dalle pieghe della fascia.
Guardò la piazza sottostante e la strada alla sua destra, l'unica via d'accesso a quel luogo: a parte lei e i due piccioncini non c'era nessuno. Si alzò e rientrò nella torre, iniziando a scendere gli scalini mentre si rigirava tra le mani il pugnale.
-”Sarà divertente”- mormorò a denti stretti. Si sentiva diversa rispetto alle altre volte. C'era qualcosa dentro di lei che non solo ribolliva ferocemente, ma urlava e si dimenava.
Una volta uscita dalla stazione, la luce aranciata del sole la costrinse a chiudere per un attimo gli occhi dorati. Quando li riaprì, vide i due ragazzi, mano nella mano, fermi a osservare il tramonto di fronte a loro. Parlavano tra di loro, sussurandosi dolcezze e scambiandosi promesse.
-”Sarò sempre al tuo fianco”- disse lui.
-”Qualunque cosa accada io ci sarò”- rispose lei.
-”Sei davvero coraggiosa”- rise lui.
La ragazza, indispettita ma al tempo stesso lusingata, si allontanò di qualche passo sorridendogli e rispondendo a tono alla sua battuta. Lui si sporse in avanti, la afferrò per un polso e, dopo averla attirata nuovamente a sé, la baciò.
Il pugnale era già nella mani di Ignis, pronto al suo macabro lavoro, ma la ragazza dai capelli rosso Tiziano stava tremando. I suoi occhi ambrati erano fissi di fronte a sé e il suo respiro era lento e dolorosamente faticoso: era come se un enorme masso le si fosse posato sulla bocca dello stomaco e sui polmoni, pesante e opprimente. Provò a fare dei respiri più lunghi e profondi, ma fu tutto inutile. Il masso divenne una morsa e il dolore fu quasi atroce.
-”Perché loro sì e io no?”- sussurrò boccheggiando. -”Perché loro possono essere felici e io no?”-.
Strinse con forza il manico del pugnale, tentando di ricacciare indietro le lacrime gelose che le stavano imperlando gli occhi. La sua fedele e sinuosa compagna si manifestò, aleggiando attorno all'arma da taglio e indicandole silenziosamente la risposta a tutte le sue sofferenze.
Fu una questione di pochi attimi: Ignis prese la mira e fletté il braccio.
Il ragazzo era alto, aveva un collo più grosso rispetto alla fidanzata: più grande è il bersaglio e più sarà facile colpirlo. Il tempo di un battito di ciglia e il pugnale trafisse con precisione la giugulare del ragazzo. Il sangue fuoriuscì dalla vena e soffocò il giovane, il quale si staccò dalla ragazza e le si accasciò addosso. Lei intravide la lama uscirgli di lato dal collo, urlò di terrore e si scostò, spingendo via il corpo ormai inerme del compagno e facendolo cadere a terra con un tonfo orribile. Iniziò a guardarsi intorno, gli occhi sbarrati pieni di lacrime e le gambe che, nonostante la situazione pericolosissima, non accennavano a volersi muovere. Il suo sguardo impaurito si posò alla fine su di Ignis, la quale si stava lentamente avvicinando al bagno di sangue. Giunta abbastanza vicino al corpo del ragazzo, si chinò su di esso e, piantandogli un piede sulle scapole, estrasse con un colpo secco il pugnale. La ragazza, che fino a poco tempo prima pensava di essere la persona più fortunata del mondo, si ritrovò addosso due paia di occhi ambrati carichi di odio e rancore. Tentò di indietreggiare, ma le gambe, ancora, non le rispondevano adeguatamente. Finì per inciampare, gli occhi spauriti sempre fissi in quelli dorati dell'assassina.
-”Perché voi eravate felici?”- le domandò Ignis in un sussurro.
La ragazza a terra indietreggiò ancora di più fino a trovarsi con la schiena premuta contro la balaustra della piazza.
-”Io ho lottato per la mia felicità, per il mio amore... E che cosa ho ottenuto?”-. Arricciò le labbra in una smorfia di disgusto. -”Disperazione”-.
La ragazza, il bel viso sfigurato dal pianto e dalla paura, scosse la testa con veemenza.
-”Ti prego...!”- iniziò con voce tremante.
Ignis alzò un sopracciglio e scoppiò a ridere sguaiatamente.
-”Credi che io possa perdonarti? Assolutamente no! Io sarei dovuta essere felice, non tu, non lui, non voi due!”- gridò agitando in aria il pugnale sporco di sangue ed enfatizzando ogni pronome con un fendente. -”Non scappare, sarebbe inutile: ti prenderei ugualmente e ti ammazzerei con lo stesso pugnale con cui ho ucciso il tuo amorino!”-.
La ragazza soffocò un urlo e dagli occhi arrossati continuarono a uscire lacrime.
-”Cos'è che gli hai detto? Qualunque cosa accada, io ci sarò sempre”- sorrise malignamente. -”Come desideri”-.
Quel giorno lui era stato molto carino. Era da quasi una settimana che non si parlavano a causa di un pesante litigio, poi lui, inaspettatamente, si era presentato sotto casa sua con un mazzo di rose e lei non era riuscita a resistergli: era scesa in strada, lo aveva abbracciato forte e gli aveva chiesto scusa. Lui, sorridendole, l'aveva portata nella piazza della stazione, dove più di un anno prima si erano messi insieme. Lui aveva intenzione di chiederle scusa come si deve e di regalarle un anello.
Quell'anello, ora, era sporco di sangue.
La mano della sua padrona giaceva inerme a terra, così come lei stessa.
Un improvviso e violento vortice scuro avvolse Ignis. La ragazza dai capelli rosso Tiziano lasciò cadere a terra il pugnale e, colta da un repentino dolore, si portò le mani al petto. Sentì una fortissima fitta al cuore e crollò a terra, raggomitolandosi su se stessa. L'aria attorno a quella nube oscura si riempì delle sue atroci urla sofferenti.

Era come se qualcuno le stesse strappando il cuore dal resto del corpo.









NOTE DELL'AUTRICE:
Le due magie citate in questo capitolo, "Soft Blizzaga" e "Dark Stopga" sono di mia invenzione e, perciò, non canoniche. Ho pensato alla prima come a una particolare "Blizzaga" utile a congelare il bersaglio senza la creazione di blocchi/stalagmiti di ghiaccio; "Dark Stopga", invece, è una potente e rischiosa magia elaborata da Ignis, la quale è riuscita a crearla grazie ai numerosi studi da lei compiuti e al potere dell'Oscurità in lei latente.
Per domande e ulteriori chiarimenti, sapete dove trovarmi <3

   
 
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