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Autore: Rota    02/03/2019    1 recensioni
Un angolo remoto del cervello di MingJue si chiede di cosa stessero parlando prima, quale fosse l’argomento di una conversazione a quell’ora di notte e finamai quale il motivo della sua presenza in quei luoghi, sulle montagne di Gusu.
Ma è semplice azzerare tutta quell’inutile resistenza: un gesto della mano di lui, che con dita abili e sottili, dei fili d’oro che compongono musica anche sul nulla assoluto, e il nodo bianco tra i capelli si slaccia. Cade il nastro allentato, la barriera che lo trattiene da sempre oltre il limite di un pudore ristretto, candido.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lan XiChen/Lan Huan, Nie MingJue
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Titolo: Nodo bianco
*Fandom: Mo Dao Zu Shi
*Personaggi: Lan XiChen, Nie MingJue
*Prompt: È un fatto importante che le apparenze molto spesso ingannano. (Douglas Adams, Guida galattica per autostoppisti)
*Parole: 785





 

Un angolo remoto del cervello di MingJue si chiede di cosa stessero parlando prima, quale fosse l’argomento di una conversazione a quell’ora di notte e finamai quale il motivo della sua presenza in quei luoghi, sulle montagne di Gusu.
Con il resto del cervello, intanto, registra qualche informazione - forse - utile. L’aria fresca che viene dall’esterno, un suono malinconico lontano che pervade tutta la notte e culla persino la luna bianchissima nel cielo, il fluire delicato dell’acqua che scava letti morbidi nella terra gentile, e l’aroma delle bevande che il suo ospite ha versato durante il pasto precedente nel proprio e nel suo bicchiere.
Ma è semplice azzerare tutta quell’inutile resistenza: un gesto della mano di lui, che con dita abili e sottili, dei fili d’oro che compongono musica anche sul nulla assoluto, e il nodo bianco tra i capelli si slaccia. Cade il nastro allentato, la barriera che lo trattiene da sempre oltre il limite di un pudore ristretto, candido.
XiChen lo guarda come lo ha guardato prima, mentre conversavano di cose ormai lontanissime, ma sembra tutta un’altra persona. Persino il suo sorriso sembra sporco di imbarazzo, in qualche modo, perché la sua anima è stata toccata dalla malizia - MingJue si chiede se sia colpa sua, o se lo abbia spinto a compiere un gesto del genere con qualche parola, oppure un gesto dal dubbio significato. Si sente colpevole e non sa se sia una colpa o un merito, non ancora. Tituba a sporgersi oltre il tavolino basso che li divide, conoscendo una ritrosia che può e deve essere confinata soltanto in una stanza tra loro due.
Mani così abituate ad afferrare armi mortali, tremano nell’allungarsi a toccargli la guancia. Sente il singulto di lui, e poi il viso che si abbandona sul suo palmo; XiChen strofina placido la propria guancia contro di lui, e gli prende le dita tra le proprie. Il suo sorriso diventa più calmo, e così anche il suo sguardo racchiuso in quella falce di occhio, sottilissima, tra le due palpebre appena aperte.
MingJue osa persino accarezzarlo con il pollice, fa scivolare quel polpastrello contro il suo zigomo alto, arrossato da un sentimento silenzioso. XiChen ne sembra felice, arrossisce ancora di più - e l’altro arrossisce a propria volta, non sa perché.
Che incredibile potere, in quell’espressione tanto innocente. Basta che lo guardi ancora negli occhi e abbassi lo sguardo per un secondo, che MingJue desideri essere guardato di nuovo da lui. Si sporge maggiormente oltre il bordo del tavolo, ma l’erede del clan Lan a quel punto si alza e si avvicina a lui, sedendosi al suo fianco.
MingJue rimane tanto interdetto che per qualche attimo non riesce a fare nulla. Ogni sicurezza svanita, si sente più nudo di quanto non sappia nudo lui, indifeso di fronte a tutto quello. XiChen attende che si riprenda, in silenzio, sposta soltanto un ciuffo scuro dalla sua fronte e lo rimette dietro il suo orecchio, sfiorandolo ancora e ancora.
Capisce che vorrebbe fare di più, ma ritiene di essersi già esposto abbastanza: è un gioco a due, quello, e lui ha fatto la sua parte.
Innocenza travestita da spudoratezza. Se qualcuno sapesse di questo, sarebbe ancora più facile prendersi gioco della sua anima pura.
Non per senso di responsabilità ma per vero trasporto, a quel punto MingJue si china su di lui e lo tocca di nuovo con una carezza, prendendogli il viso con la mano. E lo bacia piano, soffice come il vento gentile, le nuvole bianche che le cime di Gusu toccano. Basta per farlo vibrare addosso a lui.
XiChen apre un abbraccio e caracolla addosso al suo petto, cercandovi rifugio. Forse si rende conto che le conseguenze del suo gesto sono pesanti per il proprio cuore, ma non prova il minimo rimorso. Un poco di sorpresa, probabilmente, che lo rende carne viva e sensibile. Se non fosse lui, sarebbe umiliante soltanto; se non fosse lui, non si sarebbe neanche sciolto il nodo bianco.
Solo nel momento in cui MingJue gli cinge le spalle con le braccia, allora smette di tremare e respira lentamente contro i suoi vestiti pesanti. Un bacio sulla fronte lo fa ammutolire - il capo del clan Nie comincia a osare qualcosa, accarezzandogli anche i capelli sciolti e lunghissimi. Un altro bacio, sulla guancia, lo fa tornare a sorridere, così che si mostri più che felice, gioioso, quando le loro bocche si incontrano di nuovo. E com’è felice lui, così è felice anche MingJue.
Il capo clan dei Nie si ritrova sdraiato all’improvviso tra i cuscini sparsi sul pavimento, spinto indietro da mani pesanti. XiChen gli scivola addosso, coprendolo di bianco e di altri baci - per l’intera notte, per l’intera notte e oltre.

   
 
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