Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Evali    10/03/2019    0 recensioni
SPIN OFF "The dragon, son of ice".
Tutto ciò che ci rende ciò che siamo è la convinzione ... e quando tutti ci fanno credere che siamo in un modo e ci trattano da tali ... sta a noi riconoscerci, ritrovare la nostra identità e smentirli. Perché noi non siamo né folli draghi, né diffidenti lupi, né delicate rose ... noi siamo noi, siamo chi decidiamo di essere, cosa scegliamo di costruire e nient'altro importa. Non ascoltare le voci ... guarda solo i miei occhi e torna con me. Torniamo a casa."
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Margaery Tyrell, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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L’inganno
 
- Accendi la fiamma, Sam.
Il giovane Tarly fece come la futura regina dei sette regni gli aveva detto, bruciando cautamente il corpo senza testa della qarthiana nelle segrete della Fortezza Rossa, occupata solo da loro due.
Ad un tratto, dei passi lenti e leggiadri attirarono la loro attenzione, dei passi che non potevano certo appartenere ai cavalieri della scorta, né a nessun altro dei loro complici, essendo tutti uomini adulti. Il pensiero che potessero appartenere ai Superni non sfiorò neanche la loro mente: i tre qarthiani erano troppo silenziosi, tanto da non provocare alcun rumore udibile.
Si pietrificarono, troppo tardi per poter reagire in qualsiasi modo che non fosse voltarsi verso la fonte di quei passi provenienti dalle scalinate.
- Therese …? – sussurrò Bridgette fissando la sua ancella favorita ai piedi delle scalinate, la quale, a sua volta, osservava incredula e bianca in volto il macabro spettacolo davanti ai suoi occhi: un corpo femminile che stava lentamente bruciando tra le fiamme accese dal tesoriere del re, assistito dalla futura regina. I dubbi della donna riguardanti l’appartenenza di quel corpo, vennero sfatati nel momento in cui i suoi occhi caddero sul sacco accanto ai due, dal quale sbucavano delle vaporose ciocche rosso fuoco. Non le ci volle molte per immaginare con orrore quale fosse il contenuto di quel sacco. - Mia signora …? – sibilò la giovane serva con un filo di voce.
- Therese … non avevo ordinato a te e alle altre ancelle e dame di occuparvi del mio vestito di nozze oggi? La prestigiosa bottega raccomandatami è appena fuori la capitale. Come avete fatto ad essere già di ritorno? – chiese cauta la Greyjoy avvicinandosi lievemente, cercando di mantenere la calma e di rivolgersi con il solito tono di voce alla sua ancella.
- Abbiamo terminato prima, mia signora … - rispose Therese indietreggiando istintivamente, non avendo il coraggio di guardare negli occhi la sua signora. - … le septe hanno fatto in fretta, poiché sono riuscite a recuperare delle pregiate stoffe da Essos che non avevano previsto di riuscire a comprare. L’abito è pronto …
Tremava visibilmente, come se non vedesse l’ora di scappare via da loro due.
Capendo di dover andare in aiuto di Bridgette, Sam intervenne muovendo anch’egli qualche passo verso l’ancella, superando la Greyjoy. – Therese, abbiamo avuto modo di conversare una o due volte io e voi, ricordate? – le domandò gentile.
- Sì, Fahraq. Lo ricordo – rispose ancora visibilmente intimorita.
- Mi avete detto di essere stata amica della defunta principessa Lorraine quando eravate ancora a Dorne, giusto? –
Ella annuì.
- Avete conosciuto anche lord Kylan in quel periodo, prima che entrasse a far parte della corte del re, o ricordo male?
- Non ricordate male.
- Therese – disse rivolgendosi a lei più intimamente e avvicinandosi ancora con fare calmo e rassicurante. – Noi non vogliamo farti del male. Sai anche tu quanto Hoxana fosse dannosa per l’incolumità del principe, del re e della tua futura regina. Hai visto cosa è stata capace di fare al principe Hayden.
Abbiamo solamente fatto ciò che andava fatto.
Anche Lorraine era dalla nostra, e ha lottato per la causa fino alla morte, proteggendoci. Kylan sta facendo esattamente lo stesso e potrai domandarglielo tu stessa non appena tornerà nella capitale. Siamo tutti dalla stessa parte, Therese.
La giovane serva lo guardò negli occhi, cercando di scorgervi dentro qualcosa che potesse rassicurarla davvero, spingendola a non provare quell’intensa paura che le stava attorcigliando le viscere.
Quelle parole sembravano averla convinta almeno momentaneamente a non rivelare ciò che aveva visto in quelle segrete.
- Lady Hoxana … - cominciò, bloccandosi nel notare lo sguardo di Bridgette poco più dietro rispetto a quello del suo interlocutore. – com’è morta?
- Tutto ciò che ti serve sapere, è che è stata sventrata da Haylor, Therese – intervenne Bridgette ponendosi di fronte a lei, affianco a Sam.
- Therese? Possiamo contare su di te, dunque?- le chiese conferma il Tarly.
L’ancella annuì con sicurezza, per poi rivolgersi solo alla sua signora. – Mia regina, vado nella vostra stanza a prepararvi un bagno caldo – disse congedandosi e risalendo le scale.
Non appena rimasero nuovamente soli, Sam posò gli occhi sul pugno stretto della giovane Greyjoy. – Non vi è stato alcun bisogno di ucciderla per non farla parlare, Bridgette. Hai fatto bene a fidarti e a lasciar fare a me.
- Non avrei mai agito tanto sconsideratamente, Samwell.
- Ne sono certo.
 
“Il dono che vi porgo, mio re, costituisce il segno di pace più sincero che avrei mai potuto presentare al vostro cospetto.
Se state leggendo questa lettera, vuol dire che sono già stata assassinata da degli individui che entrambi conosciamo fin troppo bene e per quanto me ne compianga, è un’eventualità che ho previsto già da tempo.
Tra noi non vi è mai stato un rapporto di complicità privo di velenosa rivalità, entrambi ne siamo ben consapevoli. Tuttavia, mai in me è sorto il vago desiderio di tradire la vostra fiducia o i patti che abbiamo stipulato e di cui nessuno, eccetto noi due, è davvero a conoscenza. La nostra promessa riguardante il figlio prediletto con metà sangue di drago, il futuro re che entrambi auspicavamo a vedere seduto su un nuovo trono di spade, costruito sulle ceneri di quello vecchio, e ancora più duraturo di quest’ultimo.
Mai l’idea di violare tali patti ha attraversato la mia volontà, David, e se vi fidate abbastanza di me, in cuor vostro, sapete anche voi che è così.
Non so che menzogna vi abbiano raccontato riguardante la mia improvvisa e fatale scomparsa, poiché ciò dipenderà dal modo che avranno trovato per riuscire ad assassinarmi. Ebbene, avendolo previsto, come vi ho già detto, ho deciso di ricorrere a dei metodi preventivi per far in modo che questa lettera vi venga consegnata, insieme al dono annesso, anche dopo la mia morte.
Se vi state chiedendo chi mi volesse morta e perché, credo che alla prima domanda possiate dedurre autonomamente la risposta, mentre, per la seconda, avrete bisogno di una mia illuminazione: le persone a voi più vicine e verso le quali riponete maggior fiducia, sapevano di esser state scoperte nell’atto di perpetuare la più ingiuriosa delle cospirazioni contro la corona. Bridgette Greyjoy, Samwell Tarly sotto le mentite spoglie di Fahraq Uzvet, Podrick Payne e Bronn di Blackwater, sono dei traditori. E non appena li ho smascherati, si sono adoperati per eliminarmi, facendovi credere che si sia trattato di un incidente.
Avrei trovato il modo di consegnarli alla giustizia, al vostro cospetto, e di farvi credere alle mie accuse nonostante si trattasse della mia parola contro quella di quattro persone alle quali affidereste la vostra vita, e loro sapevano che vi sarei riuscita.
Tuttavia, non ho rinunciato ad ottenere la mia vendetta contro di loro, e la possibilità di distruggere questo flagello che pende sulla vostra testa e su quella di Hayden.
Nel sacchetto di pezza che vi ho lasciato, troverete un’ampolla. Al suo interno, si trova un potente siero che ho ultimato recentemente, un veleno che costringe chiunque lo beva a pronunciare solo parole veritiere, nel momento in cui gli verranno poste delle domande. L’effetto è immediato, e la durata può variare da una manciata di minuti, ad un’ora intera, in base al metabolismo di colui o colei che lo assumerà.
Tuttavia, nonostante io non sia lì con voi mentre leggete questa lettera, posso sentire sin d’ora la vostra malafede verso le mie parole, a dispetto dell'evidenza  della mia sincerità, dotata di una trasparenza che non mi appartiene. Dunque, vi incoraggio a provare il siero su una vita a voi insignificante, qualcuno che sapete per certo nascondere degli innocui segreti dal contenuto a voi noto. A quel punto, saprete se sto mentendo o se ho detto il vero, e vi convincerete a provarlo sui quattro individui che vi ho menzionato, per appurare, nuovamente, quanta verità vi sia in questa lettera d’addio.
Poche gocce per ognuno e saprete con certezza di chi potrete fidarvi e di chi no, ma ricordate: non può essere usato più di una volta sulla stessa persona, poiché alla seconda somministrazione, l’organismo lo rigetterebbe, non portandovi ad alcun risultato ulteriore.
Detto questo, dubito che sentirete molto la mia mancanza, mio re.
Vi abituerete presto alla mia assenza, ma non farete lo stesso con ciò che ho lasciato dietro di me.
Vi auguro di regnare il più a lungo possibile e di schiacciare definitivamente tutti i nemici che minacciano la vostra sovranità.
E ricordate sempre: l’incolumità di Hayden viene prima di tutto. Annientate chiunque osi minacciare la sua vita e il suo diritto di sedere su quel trono. Fatelo al mio posto, David, poiché, ora che io non sono più al vostro fianco, avrete il doppio del lavoro da fare.
                                                                       Vostra, Hoxana Aemchaar”
 
David rilesse la lettera mentre attendeva che la persona che aveva convocato nelle sue stanza bussasse alla sua porta.
Alle sue orecchie giunse il rumore delle nocche sbattute delicatamente sulla superficie dura.
- Prego, entra, Manila – la incoraggiò sereno.
L’ancella entrò nelle stanze del sovrano mostrando uno sguardo rispettoso e prostrandosi ai suoi piedi.
- Alzati, Manila – la incoraggiò David.
- Desiderate, mio re?
La giovane donna era bionda, alta e ben proporzionata. La bocca piccola, rossa e carnosa svettava su quel viso splendido e leggiadro.
Tuttavia, per un motivo che aveva imparato a metabolizzare, David non provò alcun desiderio sessuale nei suoi confronti. Mesi addietro avrebbe considerato ciò neanche lontanamente possibile, mentre, ora, si ritrovava con il cuore in procinto di frantumarsi, stretto in pugno e incatenato alla donna più affascinante, luminosa, intelligente e scaltra che avesse mai avuto l’onore di incontrare. La stessa donna che sperava ancora di vedere seduta su quel trono, accanto a lui, nel prossimo futuro. Ed ora, il volto di ogni donna che vedeva era quello di Bridgette, e ciò avrebbe costituito il peggiore dei problemi se avesse constatato che le parole di Hoxana fossero ben fondate.
- Bevi un sorso di questo, Manila – la incoraggiò porgendole l’ampolla.
Ella fece come le era stato ordinato, cercando di nascondere la sua titubanza dinnanzi al sovrano, mandando giù un sorso del liquido giallognolo, per poi riappoggiare il recipiente ancora pieno sul tavolino.
- Bene, Manila. Ora voglio che tu risponda ad alcune domande che ti porgerò.
- Certo, Maestà.
- Intrattieni dei rapporti sessuali con qualcuno, all’interno della corte?
- Sì, mio re, con cinque persone in tutto.
- Lo sapevo. Mi è stato rivelato da qualcuno che ti ha vista gemere senza ritegno mentre cinque cavalieri della mia Guardia Reale ti sbattevano con non troppa leggerezza vicino alle prigioni. In momenti diversi, fortunatamente – disse David con un pizzico di ironia, continuando a guardarla curioso. – Loro sanno che ti diverti anche con altri loro compagni, o ognuno pensa di essere l’unico per te?
- Ognuno di loro pensa che mi lasci fottere solo da lui – rispose la serva senza un briciolo di pudore, facendo comprendere al sovrano quanti freni inibitori bloccasse quel siero. Tuttavia, decise di sperimentare i suoi effetti fino in fondo, per essere sicuro al cento per cento di potersi attendere una verità nuda e cruda.
- Voglio che mi dici qualcosa che già non mi è stato spifferato da voci di corridoio, Manila. Qualcosa di molto intimo. Qualcosa che rischierebbe di mettere in pericolo te o altre delle tue amiche che tanto amano aprire le loro cosce umide ai miei uomini – le disse avvicinandosi a lei.
- Mi sono lasciata toccare da Lukell più volte quando era ancora in vita, poiché mi aveva promesso di riuscire a farmi assumere una posizione più rilevante a corte. Odio servire a corte e non poter godere in prima persona di tanti agi. Molte altre ancelle si lasciano fottere per questi motivi, come me.
Saremmo disposte ad uccidere se ciò ci permettesse con sicurezza di poter divenire pretendenti del principe Hayden, nonostante Hoxana lo abbia reso un folle sanguinario.
- Se diveniste mie pretendenti, potreste divenire regine molto prima – disse David, ponendo quella domanda implicita, curioso di sapere come mai quella serva avesse escluso a priori una possibilità a cui avrebbe potuto auspicare in un tempo molto più breve.
A ciò, ella lo guardò negli occhi senza paura, né la ben che minima riverenza. – Voi uccidete ogni donna vi capita tra le mani. Nessuna di noi vorrebbe mai sposare un perverso animale aberrante come voi, nonostante siate re. – Detto ciò, Manila non lasciò a David il tempo di rispondere, poiché divenne evidente che un’improvvisa urgenza di rivelare tutte le verità che potessero in qualche modo comprometterla, si fosse impossessata di lei da quando le era stato richiesto dal suo interlocutore. – E se mai dovessi riuscire a sposare il principe ereditario, sarei ben felice di farmi fottere da lui, ma continuerei comunque ad aprire le mie “cosce umide” a tutti i cavalieri che mi rivolgeranno uno sguardo di troppo, perché questo è quello che mi piace fare.
A ciò, David sgranò gli occhi, avendo la certezza che il siero lasciato dalla sua defunta socia provocasse realmente gli effetti descritti da lei.
- Grazie, Manila, mi sei stata molto d’aiuto. Torna nelle tue stanze, ben presto manderò i miei uomini per imprigionare te e le altre ancelle che hanno in proposito gli stessi piani.
- Perché, mio re? Ho fatto qualcosa di male?? Ho solo risposto alle domande che mi avete fatto. Io … - La ragazza sembrava improvvisamente sconvolta dalle parole che aveva appena pronunciato. – Vi prego, vi prego, Maestà …
Mentre la serva continuava a supplicare il suo irremovibile sovrano, una spettatrice silenziosa aveva fissato l’intera scena da dietro la porta socchiusa della stanza, tremando di pausa, temendo che il re avrebbe potuto ritenere anche lei colpevole di quei crimini o, peggio, che egli avrebbe utilizzato quel siero anche su di lei, riuscendo così a scoprire il segreto molto più importante che stava nascondendo da qualche giorno e che già le pesava come un macigno sullo stomaco.
Si allontanò dalla porta delle stanze del re con i brividi freddi che non la smettevano di invadere il suo corpo, attraversando due corridoi, fin quando non incrociò le tre presenze più ambigue e oscure di Approdo.
- Correte da qualche parte, Therese? – le chiese mellifluo Askarx avvicinandosele.
- No … no, io sto solo andando dalla mia regina. Ad adempiere ai miei doveri … - rispose balbettando.
Askarx la fissò con sguardo calmo per un tempo indefinito.
- Stai sudando come un bestia pronta al macello, serva – commentò Mhunaer.
- Mi sorprendo che il nostro promettente allievo abbia lasciato in vita una come te, dopo che hai visto ciò che hai visto, Therese. Non saresti neanche capace di mentire sul pasto che hai consumato a pranzo senza sentirti in colpa, è evidente. Non riusciresti mai a tenere la bocca chiusa, poiché il peso di un tale segreto ti consumerebbe. Consideralo un atto di clemenza, cara – le disse Askarx trascinandola in una stanza vicina con una velocità impareggiabile e spezzandole l’osso del collo, senza neanche darle  il tempo di metabolizzare cosa le stesse accadendo.
Il corpo dell’ancella piombò a terra con un tonfo, assumendo una posizione innaturale.
- Non era necessario! – esclamò Sam entrando improvvisamente nella stanza, accorgendosi di ciò che stava avvenendo in quel corridoio vuoto. – L’avevo convinta a rimanere in silenzio! Non era necessario, Askarx! – insistette il giovane Tarly.
- Sei stato molto imprudente nel ritenere che quest’animo tanto debole e pieghevole potesse essere risparmiato dopo che i suoi occhi hanno immagazzinato delle informazioni tanto pericolose.
In quell’istante, un’altra presenza entrò nella stanza, curandosi di richiudersi cautamente la porta alle spalle.
- L’avete uccisa voi ed ora dovete occuparvi del corpo. Voglio il cadavere fuori dalla Fortezza Rossa entro un’ora – disse Kylan riconoscendo il corpo della sua conoscente di vecchia data.
- Sono lieto di scoprire che è rimasto qualcuno capace di ragionare nel modo giusto. La visione di tanti corpi di giovani donne morte vi ha reso cinico al punto giusto, lord Kylan – commentò Askarx.
A ciò, il Primo cavaliere gli si avvicinò con uno sguardo nero, imperando su di lui con la sua altezza. – Non confondete il cinismo con la sete di morte. Conoscevo la donna che ora si trova senza vita ai nostri piedi, e avrebbe preferito sopportare il fardello di un peso troppo grande per lei piuttosto che mettere in pericolo qualcuno pronunciando una parola di troppo.
La sua morte non era necessaria.
Ho smesso di oppormi alle vostre decisioni o a tentare di comprenderle, perché so che ciò non servirebbe a nulla, arrivati a questo punto. Siamo dentro questa cospirazione insieme e vi rimarremo fino a quando i nostri corpi non saranno appesi alle porte della capitale, ma io continuerò a non fidarmi di voi, e così sempre sarà.
Perciò, ora, prendetevi le responsabilità delle vostre azioni e liberatevi del cadavere prima che qualcuno possa accorgersi di movimenti sospetti.
- Attento, lord Marbrand: siete intelligente, ma camminate sul bordo di un precipizio. Non lasciate che il senso di giustizia, la morale o la bontà annebbino la vostra scaltrezza. Troppi valorosi uomini abbiamo perso tempo addietro, a causa di virtù d’animo che questo mondo non richiede – rispose il Superno assumendo un tono grave, ma pur sempre contenuto.
In quel momento, Sam sembrò realizzare qualcosa, uno sguardo al quale gli altri presenti non diedero peso.
- I preparativi per il banchetto pre nuziale posticipato sono quasi ultimati. Sbrigatevi – concluse il Primo cavaliere uscendo dalla stanza.
 
I commensali consumavano tutte le portate del banchetto in tranquillità, conversando tra loro amichevolmente, e mostrandosi gioviali al festeggiamento delle prossime nozze del sovrano dei sette regni e della sua promessa, le quali avrebbero avuto luogo la settimana seguente e che avrebbero ospitato più di duemila invitati. Erano stati costretti a posticipare il banchetto pre nuziale a causa della morte improvvisa di Hoxana, frutto di un fatale incidente con Haylor, a detta della futura regina e degli altri membri del consiglio presenti quel giorno. Il re aveva deciso di commemorare la sua defunta protetta con una settimana di silenzio, durante la quale erano stati organizzati tutti gli onori funebri dovuti al prestigio e alla fedeltà della qarthiana. Ed ora, tutti i componenti della corte reale, sembravano godersi in pace e serenità gli ultimi momenti di intimo svago prima del grande evento che avrebbe occupato totalmente le loro giornate per almeno una settimana, invadendo la capitale di nuove presenze. Per tale motivo era nata l’idea di quel banchetto pre nuziale: per dare modo alle persone più vicine al sovrano di riprendere fiato e di allietarsi in un’atmosfera confidenziale.
Hayden era l’unico rimasto in quasi totale silenzio, consumando il suo pasto in tranquillità, mentre Haylor lo sorvegliava da fuori la porta della sala, comodamente acciambellato.
Alcune serve trasportarono i vassoi contenenti le ultime portate del banchetto. Il re si soffermò a guardare quattro di loro in particolare, nonché coloro che posarono i piatti dinnanzi a Bridgette, Fahraq , Bronn e Podrick.
Nessuno vi fece particolare caso, essendo impegnati a conversare tra loro.
- Bene, miei diletti – si alzò sul posto David battendo una forchetta sul suo calice per attirare l’attenzione di tutti, interrompendo il consumo dell’ultima portata. – Richiedo la vostra attenzione per un minuto.
L’unico che si rese conto di quanto l’apparente tranquillità del re in realtà nascondesse una gravità, un dolore e un peso capaci di turbarlo come nulla era mai stato in grado di fare, fu colui che lo conosceva da più a lungo degli altri, e che aveva trascorso con egli molto più tempo. Kylan, seduto alla sua destra, lo osservò dubbioso mentre prendeva la parola e li guardava tutti con uno sguardo sinceramente amorevole.
- Vorrei approfittare di questo momento per ringraziare di cuore ognuno di voi, miei fedeli membri del consiglio, amici e collaboratori. Così come voglio ringraziare mio figlio e la mia meravigliosa sposa. – A quelle parole, Bridgette, seduta alla sua sinistra, gli strinse la mano ed egli ricambiò la stretta guardandola. – Non ce l’avrei mai fatta senza di voi. Mi avete sempre sostenuto, appoggiato, consigliato e ripreso, rimanendo al mio fianco nei momenti più luminosi, così come in quelli più bui. Vi devo la vita. Per tale motivo, spero che continuerete a rimanere al mio fianco, poiché non potrei desiderare di meglio che voi, miei prediletti. Sono stato un uomo molto fortunato, fin troppo.
Facciamo un ultimo brindisi: alla nostra prosperità, ad un regno guidato non solo dal suo sovrano, ma da ogni valoroso componente che lo affianca – disse alzando il calice di vino, seguito da tutti gli altri.
 - Ma prima di terminare questo agognato banchetto, vorrei porre ad alcuni di voi delle domande.
Un tremendo presentimento si impossessò dell’animo dei cospiratori.
Il re si rivolse a Podrick per primo. – Com’è morta Hoxana?
Il silenzio invase l’intera sala, mentre Podrick si accingeva a rispondere in totale serenità. – L’abbiamo uccisa noi cospiratori con un ingegnoso stratagemma: Bridgette ha attirato il drago e l’ha momentaneamente ucciso, facendo credere ad Hoxana che fosse morto anche Hayden. Ella è caduta nell’inganno, così l’abbiamo attirata in una trappola che ci ha permesso di metterla in un angolo e di ucciderla a sangue freddo. I Superni sono stati essenziali in ciò.
David, sgomento da quell’ultima rivelazione riguardo i Superni, i quali non erano citati nella lettera di Hoxana, si voltò verso le sedie sulle quali, poco prima, erano seduti. Ma i tre sembravano essersi volatilizzati.
- Guardie, andate a cercarli! – esclamò, per poi ritornare con l’attenzione su Podrick.
Kylan e Xavier osservarono d’istinto l’ultima pietanza della cena lasciata a metà davanti a loro: un piatto colmo di varia frutta fresca, e in mezzo una salsa dolce che splendidamente si accompagnava al sapore della frutta. La specialità del cuoco. Gli occhi d’ambra del Primo cavaliere scattarono automaticamente verso la salsa. Tuttavia, accorgendosi che gli altri quattro cospiratori sembravano non rendersi conto minimamente di cosa stesse loro accadendo, capì di non aver assunto quel veleno che ora stava sottomettendo la volontà dei suoi alleati: Hoxana aveva mantenuto la parola anche da morta, e non solo l’aveva mantenuta sul rivelare la loro cospirazione al re, ma anche sull’omettere il suo nome, escludendolo dal tradimento. Il giovane guardò Xavier seduto di fronte a sé, e il vecchio sembrò star avendo gli stessi esatti pensieri.
- Perché l’avete uccisa?
- Perché ci ha minacciati di rivelarvi che fossimo cospiratori.
- Grazie, Podrick. – A ciò, lo sguardo del re passò a Bronn. – Dimmi, Bronn: tra i cavalieri rimasti a sorvegliare la Fortezza Rossa il giorno in cui avete ucciso Hoxana, quanti di loro vi hanno aiutato a perpetuare l’assassinio e sostengono la causa con voi?
- Tutti.
- Guardie – David si rivolse agli uomini rimasti a sorvegliare la sala. – Prendete anche loro – ordinò, vedendoli eseguire immediatamente, per poi tornare a rivolgersi ai sospettati.
– Fahraq, giungo a te: chi sei? Hai fatto in modo di tornare a Nord come mio garante per aiutare i ribelli? Qual è la reale situazione nelle terre del Nord?
- La mia vera identità corrisponde a quella di Samwell Tarly, orfano di Samwell e Gilly Tarly. Ho assunto queste sembianze con l’aiuto dei Superni e di GreyShade per entrare a far parte della vostra corte e riuscire a liberare mio cugino Hayden, fallendo.
Lo sguardo di David andò istintivamente al suo figlio acquisito, il quale osservava il tutto in silenzio, per poi tornare su Sam.
- Tuttavia, sono comunque riuscito nell’intento di aiutare notevolmente i Fantasmi nella causa. Quando ho fatto in modo che voi mi mandaste a Nord come vostro garante, la mia intenzione era quella di rivedere la mia famiglia e di fornire un aiuto più da vicino alla ribellione, della quale Grande Inverno è il centro pulsante. Ed ora non potete fare più nulla per risolvere questo inconveniente: ormai non avete più abbastanza uomini per combatterli poiché, gli stessi nobili che prima erano vostri alleati, stanno cospirando alle vostre spalle insieme alla ribellione, spinti da motivazioni che non farete fatica ad immaginare: avete sequestrato le loro terre, dimezzato il loro esercito, prosciugato il loro denaro per costringerli a giurarvi fedeltà, annullando ogni resistenza con la forza; ma, soprattutto, avete ucciso le loro figlie, disonorandole prima, e torturandole a morte come animali poi, per il solo vostro perverso piacere.
Avete perso l’opportunità di essere il sovrano più potente e temuto degli ultimi anni, eguagliato solo da Cersei Lannister, per delle insane e raccapriccianti manie da camera da letto – disse con decisione il giovane Tarly.
David rimase in silenzio per un po’, guardandolo.
Fu solo dopo alcuni minuti, che si voltò alla sua sinistra, guardando la sua amata dall’alto, cercando una domanda da farle, ma non riuscendo a dirle nulla. Aveva già scoperto con certezza che fosse una cospiratrice, perciò avrebbe potuto chiederle il perché si fosse unita alla ribellione, considerando che la sua casata era rimasta neutra e isolata dalle vicende che stavano sottomettendo i sette regni al suo nuovo dominatore, non ricevendo alcun trattamento oppressivo. Ma scoprì che non gli interessava, poiché la stretta che aveva allo stomaco ogni volta che posava le iridi scure su quei capelli color nocciola lunghi e setosi che le ricadevano sul viso dai lineamenti definiti, ma soprattutto, quando incrociava quegli occhi tanto belli e conturbanti quanto un urgano che inghiotte il mare mosso; lo stava esasperando come sempre, facendogli agognare anche solo una sua lieve carezza, di legarla indissolubilmente a sé e di vederla al suo fianco per il resto della sua vita, con una corona ad ornarle il capo, la quale non avrebbe mai brillato la metà della sua proprietaria.
Si risedette per guardarla negli occhi ed essere alla sua altezza. La necessità di toccarle la guancia chiara era impellente e compì uno sforzo inumano per trattenerla. – Bridgette Greyjoy.
- Sì, mio re?
- Cosa provi per me? – le domandò solamente.
Ella lo guardò per alcuni interminabili secondi. – Compassione, tristezza, rabbia. Una volta, ho anche provato una punta di affetto.
- Avresti mai potuto innamorarti di me? Se non fossimo in questa situazione, se io non ricoprissi il ruolo che mi trovo a ricoprire … in un'altra vita, saresti mai stata capace di amarmi?
- Ti avrei voluto bene, David, in un'altra vita. Ti avrei voluto bene se mi avessi dato un bambino mio e mi avessi amata come mi ami ora. Ma no, non sarei stata in grado di amarti.
Percepii le lacrime premere per uscire dai suoi occhi dopo almeno vent’anni che non gli accadeva, tanto da aver dimenticato cosa si provasse.
- Lord Kylan – lo richiamò con quello che sembrò quasi un sussurro, continuando a guardare la Greyjoy. – Prendete i quattro traditori e imprigionateli.
A ciò, il giovane Marbrand si alzò dal suo posto e si avvicinò a Bridgette, facendola alzare, afferrandole i polsi e portandoli dietro la sua schiena, nel momento in cui alcuni dei cavalieri andati in cerca dei Superni tornarono a mani vuote e si adoperarono per catturare anche gli altri tre cospiratori.
Solo in quel momento i traditori sembrarono risvegliarsi dal loro stato di trance apparente, mostrando uno sguardo incredulo e totalmente spaesato.
- È opera di Hoxana, non è vero?? Non puoi fidarti di lei, David, specialmente da morta, quando ha anche l’avvantaggiante di potersi fingere vittima! – tentò di farlo ragionare Bridgette, evitando di tentare di dimenarsi inutilmente. – Quella donna ci odiava, e odiava me, in particolar modo, lo sai bene! Chissà cosa vi è dentro quel veleno che ti ha incoraggiato ad utilizzare su di noi! Sarebbe stata capace di qualsiasi cosa pur di vederci morti! David …
Bronn tentò inutilmente di dimenarsi, mentre Pod si lasciò trasportare, con sguardo cupo, osservando i vani tentativi di Bridgette.
- Sei l’unica donna che abbia mai amato, Bridgette. Ed è esattamente per tale motivo che meriti più di chiunque altro di essere sbattuta in quella cella e di subire la mia giustizia. Mi hai ferito più di tutti – le disse con voce addolorata e rotta, mentre vedeva Kylan portarla via dalla sua vista.
- Hayden! Hayden, ti prego, ascoltami almeno ora, cugino, poiché non so se riuscirò a rivederti di nuovo! – esclamò Sam destreggiandosi in un uno slancio disperato verso il principe, trascinando la guardia che lo stava trattenendo con sé, poiché una forza che non credeva di possedere lo stava invadendo da capo a piedi, un’energia alimentata dalla disperazione ultima. – So che sei ancora lì, Hayden!! Lo so per certo, altrimenti perché non avresti rivelato nulla al re riguardo la mia vera identità?? Ti prego, cugino, torna in te e ribellati! Non permettere che quel mostro ti renda ciò che desidera! Sappi che ho tentato di tutto, Hayden, di tutto!! Lo giuro sugli antichi dèi e su quelli nuovi!! Mi dispiace di non esserci riuscito … mi dispiace di non aver fatto abbastanza …
Haylor si era già alzato dalla sua posizione, pronta ad attaccare Sam se si fosse sporto ancora, ma la guardia lo tirò indietro per non farlo avvicinare troppo al principe, il quale era rimasto ad ascoltarlo con un’espressione illeggibile in volto.
 
Si accinse a raggiungere le stanze del re a notte inoltrata, sapendo che quel momento sarebbe giunto.
Dopo quello che in futuro sarebbe stato conosciuto come il “Banchetto dei traditori”, il re aveva richiesto che alcune dame di compagnia si prestassero ai suoi bisogni ed alleviassero il suo dolore con il loro bel corpo, fatto che non accadeva da prima dell’arrivo di Bridgette Greyjoy. La donna lo aveva cambiato, ed ora che ella era rinchiusa in una cella buia in attesa della giustizia del re, quest’ultimo sarebbe ritornato quello di una volta, un patetico sacco di carne mosso solamente da un insano istinto di potenza mascherato in tirannia, e dai più bassi impulsi animaleschi e deviati che un essere umano potesse mai possedere, con l’aggravante di una cieca disperazione come matrice.
Il Primo cavaliere sapeva che quella notte il re lo avrebbe richiamato, forse perché sperava di trovare del conforto nella persona di cui si fidava più al mondo, forse perché voleva essere rassicurato, forse per sfogo, o forse perché la paura di venire tradito anche da lui non lo lasciava in pace.
Il Primo cavaliere non sapeva per quale specifico motivo lo avesse richiamato, ma sapeva che sarebbe successo.
Ora sapeva di essere completamente solo e di dover essere più prudente che mai, ma, per qualche strana ragione, ciò non lo preoccupava. I suoi amici e alleati erano rinchiusi in un buco lontano dalla luce del sole, ma ciò lo turbava meno di quanto avrebbe temuto, poiché oramai avevano avuto modo di abituarsi all’idea di poter marcire in una cella o venire giustiziati pur di appoggiare la ribellione. Non era rassegnazione quella che sentiva, ma fiducia, poiché sapeva esattamente cosa fare e come andasse fatto.
Bussò alla porta del sovrano, udendo quei familiari rumori che non sentiva più da mesi, fuori dalla sua porta: urla trattenute, gemiti di dolore.
Quando egli gli diede il permesso di entrare, ritrovò il solito spettacolo conturbante, immerso nel buio della stanza, illuminata solo da una luce soffusa proveniente da una candela sul comodino accanto al letto.
Tre fanciulle ansimanti e sfinite erano sparse sul letto enorme, sfatto e bagnato, forse di umori o forse di sudore, misto a sangue. Altre due erano a terra, vicine a degli strumenti sessuali, apparentemente svenute.
Ma per quanto il giovane si guardasse intorno, non riusciva ad individuare la figura imponente del sovrano.
Non appena richiuse la porta della stanza dietro di sé, udì la voce di David provenire da dietro il maestoso letto.
- È stata colei che ha aiutato GreyShade più di tutti. Ora, solo ora mi rendo conto di tutto ciò che mi ha spinto a fare con la sua persuasione: ha fatto saltare i patti con le popolazioni di Essos con cui avevo stretto delle alleanze; mi ha incoraggiato a non acquistare più le armi letali e sconosciute dal continente orientale, facendomi credere che sarebbe stato meglio affidarsi ai buoni vecchi metodi; ha distolto la mia attenzione da molte questioni riguardanti la diplomazia, la politica e l’amministrazione del mio regno, spingendomi a ‘rilassare la mia mente da tanto inutile affaticamento’; mi ha persino convinto a non sopprimere più le varie ribellioni fuori dalla capitale. Come può una sola donna avermi plasmato tanto … ? – disse a voce bassa, roca e colma di disperazione. – Tu mi hai messo in guardia da lei, inizialmente. Ma io non ti ho ascoltato. Poi hai smesso di diffidare di lei, perché ti sei reso conto che mi sarei sempre fidato ciecamente delle tue parole, ma non se quelle parole riguardavano Bridgette.
A ciò, il giovane seguì il suono della sua voce e lo ritrovò seduto a terra, con la schiena poggiata al fondo del letto, e le testa abbandonata tra le ginocchia piegate. L’unico indumento che indossava era una vestaglia putrida quanto le lenzuola del letto.
- … e se non fosse stato per Hoxana, io non mi sarei accorto di nulla – concluse con voce quasi divertita. – Tuttavia, non è riuscita a deviarmi dal mio obiettivo primario e di maggior importanza: catturare GreyShade. Tutto è partito da quel demonio. Se non fosse stato per lui, ora la donna che amo non sarebbe accusata di tradimento e non mi ritroverei in una situazione di netto svantaggio contro i ribelli, pur essendo il sovrano dei sette regni. Non mi fermerò fino a quando non lo avrò trovato e gli avrò fatto pagare per tutto ciò che mi ha fatto.
David si voltò a guardarlo solo in quel momento, dal basso, per poi trovare la forza di alzarsi in piedi.
Una delle ragazze sdraiate sul letto tossì visibilmente affaticata, attirando l’attenzione dei due. – Non ho giaciuto con nessuna donna da quando l’ho conosciuta. Ho atteso con piacere di toccarla e di farla mia, fino al giorno delle nostre nozze. È strano perché, su ogni viso femminile che incontro vedo il suo, mentre ora, sui loro visi non vedo lei. Non la vedo perché le sto trattando come bestie, mentre non avrei mai osato fare del male a lei …
- Perché mi hai mandato a chiamare, David? – gli chiese improvvisamente Kylan interrompendo quel flusso di parole.
A ciò, il re lo guardò, rivolgendosi però alle ragazze presenti nella stanza. – Uscite.
Le tre sdraiate sul letto riuscirono a coprirsi con il lenzuolo e ad alzarsi per uscire dalla stanza, mentre le due semicoscienti a terra non furono in grado di fare lo stesso, così il re non insistette e parlò come se non vi fossero.
- Ti ho visto combattere per me, contro GreyShade, fino a ridurti in fin di vita – cominciò avvicinandosi di un passo. – Mi hai sempre guidato e consigliato con saggezza, servendomi meglio di quanto avrei mai potuto richiedere o desiderare. – Fece un’altra pausa. – Hoxana non ha fatto il tuo nome, ed io non dubiterei mai della tua fedeltà.
Tuttavia, un buon re, un re saggio e scrupoloso, avrebbe versato il siero anche nella porzione riservata a te, per metterti alla prova ed esserne totalmente sicuro.
- Un buon re avrebbe posto le domande giuste ai sospettati per scoprire se anche io fossi un traditore – aggiunse il giovane Marbrand in tono neutro. – Ma non hai fatto neanche quello.
- Dovresti fuggire, Kylan, andare via dalla corte – gli disse avvicinandosi, con una maschera di tristezza ad adombrargli totalmente il volto. – Allontanarti da me, prima che possa farti ancora del male, come ho fatto a tutti coloro che mi erano vicini e che hanno deciso di tradirmi. Non voglio che anche tu arrivi a voltarmi le spalle, non potrei sopportarlo.
- Non potresti sopportare che io arrivi a tradirti, o semplicemente, vuoi che me ne vada perché hai paura di scoprire che sono già un traditore come gli altri? – il suo sguardo era serio e inamovibile mentre non distaccava mai gli occhi dai suoi.
- Ho sfigurato tuo padre. E se lui non si fosse offerto al tuo posto, avrei sfigurato te …
- Non hai risposto alla domanda.
- So che dovrei usare il siero anche su di te, ma non voglio farlo … - la sua voce era divenuta una lamentela distorta dalla sofferenza.
- C’è un modo migliore – rispose il giovane sfilandosi la spada dall’elsa sul fianco, e porgendola al sovrano, il quale la prese con le mani tremanti, guardandolo sconvolto.
- Che cosa significa …?
A ciò, Kylan fece rinforzare la presa sul manico al re, poi prese la lama e se l’appoggiò alla base del collo. – È il modo più veloce per liberarti di un presunto traditore, senza dover perdere tempo e usare il siero per scoprirlo – rispose tranquillo.
- No. No, non posso. Tu sei ciò che vi è di più vicino ad un figlio per me …
Ma il ragazzo lo costrinse  a trattenere la lama premuta sul suo collo, andandogli incontro. – Oppure potresti pensare alla circostanza in cui ci troviamo – disse rinforzando la prese sulla lama.
- Hai la mano sulla spada. Potresti rivoltare le posizioni – constatò il sovrano.
- Sono il tuo Primo cavaliere, non ho mai riportato una sconfitta, tranne contro GreyShade. L’ultima persona che era riuscita a disarmarmi prima di lui, è stato il mio maestro spadaccino quando avevo dodici anni. E tu, David? Quand’è stata l’ultima volta che ti hanno disarmato? – gli chiese senza fermarsi, avanzando e costringendolo ad indietreggiare.
Il re deglutì a vuoto.
- Potrei rivoltare le posizioni in qualsiasi momento se lo volessi, senza che tu possa avere il tempo di accorgertene, sgozzandoti e incolpando loro due per il tuo assassinio – disse indicando le fanciulle semicoscienti a terra. – Sarebbe la parola del Primo cavaliere contro quella di due dame di corte suppliziate da te. Secondo te a chi crederebbero?
Ho avuto l’opportunità di trucidarti un milione di volte, in una delle innumerevoli occasioni in cui eravamo soli, chiusi in una stanza, lontani da occhi indiscreti. Avrei potuto porre fine a tutte le sofferenze del popolo ribelle, avrei garantito la vittoria a GreyShade immediatamente e senza alcuno sforzo.
Eppure … - lasciò la frase in sospeso, nel momento in cui il re fu costretto a sedersi sul letto, essendo finito lo spazio per indietreggiare.
- Eppure … non l’hai mai fatto – sussurrò David abbassando la spada dal collo del suo Primo cavaliere, facendola cadere a terra.
- Tienila pure con te, se continui a non fidarti, nonostante l’evidenza.
Ma ricorda sempre che se volessi davvero ucciderti, sarebbe un tentativo a dir poco inutile e imbarazzante da parte tua impugnarla e puntarmela contro, perché riuscirei comunque nell’intento senza alcuna difficoltà.
Senza neanche riflettervi su, il re gliela restituì, si rialzò in piedi e gli poggiò una mano sulla spalla affabilmente. – Perdonami per aver dubitato. Potrai mai perdonarmi per tutto ciò che ti ho fatto … ?
- Smettila di chiedere perdono. Un buon re non si piangerebbe addosso ad ogni sua colpevolezza – gli disse mentre le due ragazze presenti in stanza, avendo ripreso totalmente coscienza, si alzarono in piedi, sebbene traballanti e sanguinanti, e si avvicinarono ai due. – Maestà, abbiamo adempiuto alla vostra richiesta. Possiamo andare … ? – chiesero supplicanti.
Ma il re sembrò quasi non accorgersi di loro, così rispose il giovane Marbrand al suo posto. – Aspettatemi fuori, vi accompagnerò dal Gran Maestro Xavier.
A ciò, le due obbedirono, impazienti di uscire da quella stanza, richiudendosi la porta dietro di loro.
- Grazie – disse con sentita sincerità il re, accennando un sorriso, prima di vedere il suo Primo cavaliere voltarsi e dirigersi verso la porta a sua volta.
- Kylan – lo richiamò nel momento in cui aprì la porta e si arrestò nell’udirlo. - Saresti un ottimo re. Molto migliore di me.
- Buonanotte, Maestà – gli rispose il giovane dopo qualche secondo di silenzio, rivolgendogli un debole sorriso e abbandonando la stanza.
 
La mattina seguente, quando il sole cocente della capitale non era ancora sorto imponente e spietato, le guardie dinnanzi alla Fortezza Rossa individuarono una figura incappucciata avvicinarsi a loro.
- Miei signori – la sua voce maschile era melliflua e insinuante come acqua che si infiltra dentro spiragli nascosti.
- Identificatevi – gli ordinò uno dei cavalieri in tono diffidente.
A ciò, egli si tolse il cappuccio, mostrando il suo volto tondo e calvo, ornato da un sorriso educato. – Riferite semplicemente “Ragno Tessitore” a Vostra Maestà. Credo dovrebbe bastare.  
 
 
 
 
 
   
 
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