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Autore: Rumaan    11/03/2019    0 recensioni
Una maledizione viene rivelata, ed affligge tutti gli ex Grifondoro e Serpeverde. Il Ministero della Magia deve agire e varare una legge sul matrimonio. Hermione viene affiancata a Malfoy, ma dovranno passare sul suo cadavere prima che lei sia d'accordo nel sposarlo!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Becoming Mrs Malfoy Cap 25

Capitolo 25

 

 

Hermione non vedeva Draco da quel giorno al Ministero. Erano passati solo un paio di giorni, ma sembravano di più. Le aveva mandato qualche gufo, ma era rimasto bloccato nel suo laboratorio a creare qualcosa. Anche se gli mancava, era rimasta comunque un po' contenta di quella pausa. Aveva un'enorme mole di lavoro da finire, ora che Drystan le aveva concesso del denaro in più.
Si sentiva sottosopra quando Draco era in giro. Era proprio quella cosa di cui aveva letto ed anelato, ma ora che stava accadendo a lei si sentiva fuori controllo. Cioè, era esilarante essere al settimo cielo per la maggior parte del tempo. In quel momento stava seduta nel salotto, in attesa che lui arrivasse. Dovevano essere a Villa Conchiglia in dieci minuti, e lei ridicolamente sveglia dalla mattina presto, e si era già cambiata diverse volte d'abito. Il suo lato logico risentiva della sua presenza. Non era una di quelle ragazze che passavano il tempo a programmare l'abbigliamento successivo. Di solito era troppo occupata con la testa infilata in un libro.
Il crepitare del fuoco la riscosse dai suoi pensieri, ed apparve Draco, sembrando divertito di averla fatta sobbalzare.
"Oh, bene sei qui. Andiamo?", disse Hermione, faticando a riguadagnare la sua compostezza di pochi minuti prima.
Perché doveva essere così bello? Era già abbastanza difficile stare dietro ai cambiamenti che stava apportando alla sua vita, senza che lui le facesse battere forte il cuore ogni volta che lo vedeva.
"Aspetta un minuto", disse lui, camminando verso di lei. "Ancora non mi hai dato il mio bacio del buon giorno, e sono passati un paio di giorni da quando ci siamo visti l'ultima volta".
Lei quasi si strozzò. Ovviamente lui l'aveva notato, e sembrò più divertito che mai. Comunque, lei era una Grifondoro, e non si tirava indietro ad una sfida. Si abbassò, e diede un bacio a Draco.



Bill non poté non sorridere alla stramba coppia che apparve dalla connessione alla Metropolvere di Villa Conchiglia.
"Siete in ritardo di venti minuti", disse. "Mi stavo chiedendo se foste arrivati o meno".
Hermione lanciò uno sguardo a Draco, che avrebbe steso un uomo. Comunque, lui sembrava invece un gatto che aveva catturato il topo.
"Mi spiace, Bill. È sorta una complicazione che ci ha ritardato", disse, cercando di lisciarsi i capelli.
"Una buona complicazione", mormorò Draco.
Lei sembrò mortificata, e guardò il suo ragazzo come se avesse voluto ucciderlo. Bill non si faceva illusioni sul cosa li avesse trattenuti, e decise di salvare il Serpeverde dal famoso temperamento iracondo di Hermione.
"Nessun problema. Ora che siete qui, volete spostarvi in cucina? Fleur ci ha lasciato delle brioches".
I tre si sistemarono intorno al tavolo della cucina. Come alla Tana, era strapiena, ma accogliente. Hermione adorava stare lì. Era quasi come se le riportasse ai giorni felici e spensierati della sua infanzia. Comunque, spinse via la nostalgia dalla mente, ed aprì la borsa. Prese la sua ricerca, la sparpagliò per il tavolo, e prese un ravvivante sorso di caffè, prima di lanciarsi nella spiegazione.
"Credo di sapere come spezzare la maledizione", disse senza alcun preambolo.
Bill osservò Hermione da sopra la sua tazza. "Anche io, credo. Ti va di scambiarci le idee?".
Hermione sorrise. Bill era il suo Weasley favorito, dopo Ron e Ginny. Era così intellettualmente intraprendente, e si nutrivano a vicenda le menti. "Secondo la McGranitt, la maledizione è stata quasi spezzata, ma Harry e Daphne non adempivano alle richieste".
"Sì, Minerva mi ha spedito un gufo, dove sottolineava questa parte".
"Quindi siamo sulla strada giusta. Dobbiamo solo trovare la coppia giusta".
"Il che spiegherebbe il perché tu e Draco siete qui", disse Bill.
Lei rise. "Anche tu sei arrivato a questa conclusione".
"E' ormai un po' che ci rimugino sopra. Ha senso. Molto di più che Harry e Daphne".
Draco tossì. "C'è bisogno che io sia qui? Cioè, nessuno dei due ha bisogno di qualche mio consiglio".
Hermione roteò gli occhi al biondo melodrammatico. "Devi stare qui, visto che riguarda te".
"Sei sicura che non si tratti di George e Pansy?", chiese Bill.
"Sì. Avevo pensato che potessero essere loro, ma ci ho pensato di nuovo meglio nei pochi giorni passati. Dobbiamo essere io e Draco. Rappresentiamo le qualità che Grifondoro e Serpeverde volevano nelle loro Case", spiegò.
"A Salazar Serpeverde sono sempre piaciuti gli intelligenti ed ambizioni", disse Draco, lisciandosi le penne.
"O i vili, deviati e purosangue", precisò lei.
"Lo dici come se fosse una cosa brutta", si lamentò il biondo.
"E di certo Hermione è coraggiosa, intrepida e Nata Babbana", si intromise Bill.
"Allora perché non Pansy e George? Hanno entrambi qualità simili", chiese Draco.
"Più che altro a causa del sangue, penso. Sono entrambi Purosangue. Un'unione tra loro due non è così controversa come una tra te e me", disse Hermione.
"Vero. Ogni figlio che scodelleremo significherà la fine di una lunga linea di Malfoy Purosangue".
Hermione sbiancò al pensiero di bambini. Draco sapeva esattamente dove la sua mente stava andando a parare, e decise di prenderla un po' in giro. "Allora, Bill. Questa maledizione potrebbe richiedere un figlio per essere spezzata?".
Lei si strozzò con il caffè.
Bill rise di gusto. "Calmati, Hermione. Malfoy ti sta solo creando fastidio".
Lei guardò semplicemente l'irriverente ex Serpeverde, e gli diede un pizzicotto sul braccio.
"Attenta!", esclamò lui. "Mi sono appena liberato delle ultime botte che mi hai lasciato".
"Te lo meriti per avermi deliberatamente spaventata in quel modo".
"Non ho potuto farne a meno, micetta. Sembravi così impaurita solo all'idea".
"Comunque", disse Hermione esasperata, voltandosi verso Bill. "Credi che l'idea che abbiamo di spezzare la maledizione possa essere cambiata?".
Draco si isolò presto, mentre Hermione e Bill iniziarono una discussione molto tecnica su riti di sangue e spezzare maledizione. Non che non fosse interessato a tutta la teoria, perché lo era, ma se lo erano perso subito. Bill era uno Spezza-incantesimi con molto talento, ed Hermione si era impegnata tantissimo per conoscere tutto quello che conoscevano gli esperti, in ogni ambito. Probabilmente avrebbe potuto tornare nel mondo Babbano e diventare fisico nucleare molto facilmente, dopo soli pochi salti in biblioteca. Il suo cervello a volte era incredibilmente pauroso. Il sole che filtrava tra le nuvole di dicembre lo fece uscire a vagare. Villa Conchiglia era davvero un posto bellissimo. Era remoto, come molte residenze dei maghi. La spiaggia era splendida, un esempio di quelle che rendevano la Cornovaglia una popolare destinazione per molti surfisti della Gran Bretagna. Vide una lapide stagliata verso il lato del cottage, e si incamminò per sapere chi fosse sepolto lì. Rimase scosso, quando scoprì che si trattava di Dobby.
Sentì un moto di rimpianto, mentre rimaneva di fronte alla piccola tomba dell'Elfo Domestico che era stato tormentato dalla sua famiglia. Era stato un bambino pestifero, ed aveva trattato l'Elfo con rispetto nullo, trovando divertente che Dobby si punisse da solo. Ma non era mai stato così felice di vederlo quando si era Smaterializzato al Manor ed aveva aiutato Potter, Weasley, e specialmente Hermione. Sapeva che era morto ad un certo punto, durante la guerra, ma non era un soggetto di cui aveva parlato con Potter, che sapeva avere un grande affetto per lui.
Una piccola mano afferrò la sua. "Sarebbe stato orgoglioso di te", disse semplicemente Hermione.
"Dobby?".
"Sì. Sarebbe stato orgoglioso che tu abbia liberato i tuoi Elfi Domestici. Adorava essere libero", disse con un sorriso.
Lui aggrottò la fronte. "Lo sarei stato anch'io, se fossi stato trattato nel modo in cui facevamo con lui. Ha avuto la peggio tra tutti gli altri Elfi Domestici, perché ovviamente odiava essere un servo".
Hermione fece girare il viso di Draco verso di lei. "Non dartene troppa pena. Sei cambiato così tanto, e Dobby sarebbe stato il primo a farlo notare. I tuoi Elfi sono felici, e ti adorano".
"Come è morto?", chiese.
Lei sussultò. "Non lo sai?".
"No. Non mi sono mai sentito a mio agio nel chiederlo ad Harry".
"Mentre si Smaterializzava via dal Manor, si è trovato il coltello di Bellatrix nella schiena".
Lui chiuse semplicemente gli occhi. "Quindi noi siamo responsabili anche della sua morte?".
Hermione gli strinse solo la mano, e gli mise la testa sulla spalla. Draco aveva bisogno di tempo per comprendere parti della guerra che aveva appena scoperto, e lei lo avrebbe aiutato.
Draco si allontanò dalla tomba di Dobby, e camminò un po' per poi sedersi su di una delle dune di sabbia. "Allora, cosa avete concluso tu e Bill?".
"Beh, abbiamo capito che dobbiamo fare solo lo stesso rito dell'altra volta, ma con me e te".
"Davvero? Avete passato tutto quel tempo solo per dire questo?".
Lei si mosse il labbro ed aggrottò un sopracciglio. "Sta zitto! Abbiamo anche discusso di qualche altra possibilità, in caso non funzionasse".
Draco la guardò. Aveva quell'espressione che amava. Era quella distratta, che era arrivato a capire significasse che stava pensando troppo. Quel particolare sguardo lo fece volerla distrarre, ma si trattenne, rendendosi conto che voleva districarsi i pensieri il più possibile, prima di andare a Malfoy Manor poco dopo. Rimasero seduti così per un po', prima che lui decidesse che aveva pensato troppo ed avesse bisogno di divertirsi.
"Andiamo", disse, trascinandola su con la mano. "Facciamo una passeggiata sulla spiaggia".
Hermione gli sorrise. "Fai il romantico, Draco?".
"Forse?", disse lui con un ghigno, e lei automaticamente non si fidò. Ed aveva ragione. Appena raggiunsero l'acqua, lui la prese in braccio e ci si incamminò finché non gli ebbe raggiunto le ginocchia.
"Non osare!", gracchiò lei.
"Osare fare cosa?".
"Lasciarmi cadere nell'acqua fredda del mare".
"Cosa sei pronta a fare per fermarmi?".
"Darti un bacio?", chiese lei, leggermente speranzosa.
"Ma per favore! Ora me lo prendo in ogni caso. Devi essere un po' più creativa, Granger".
Hermione si scervellò. Non riusciva a pensare a nient'altro che ad uno spogliarello, ma non sarebbe accaduto.
"Troppo tardi", le sussurrò all'orecchio lui, prima di lasciarla cadere nell'acqua ghiacciata.
Lei riemerse annaspando. "Sei decisamente nei guai ora, Malfoy!", urlò, mentre i respiri diventavano flebili per il freddo.
Draco rise semplicemente, così lei si immerse di nuovo e gli afferrò le gambe, trascinando sotto anche lui.
Dieci minuti dopo, un divertito Bill guardava attraverso la finestra della cucina, mentre due ragazzi bagnati come un calzino e tremolanti ritornavano indietro.
"E' un po' freddo per una nuotata", commentò.
Hermione gli lanciò solo uno sguardo esasperato. Draco, d'altro canto, sembrava trarre pieno vantaggio dal fatto che Hermione si era tolta la giacca, ed i vestiti le si stavano appiccicando addosso, modellandone la figura.
"Andiamo al Manor", disse velocemente il biondo, prima che la sua ragazza si togliesse qualche altro vestito di fronte all'altro uomo. "Ci sono un sacco di bagni per noi, così ci riscaldiamo più in fretta".
La trascinò verso il camino. "Ci vediamo tra un po', Bill", disse, prima di gettare un pugno di Polvere Volante tra le fiamme e sparire con Hermione.
Bill scosse la testa. Malfoy era riuscito a fare l’impossibile: far illuminare Hermione, e farla comportare come una bambina.


Hermione arrossì all'espressione sul viso del suo ex professore. Le sopracciglia di Piton si alzarono, alla vista della coppia che uscì dal camino, che aveva ovviamente appena finito di ridere mentre li aveva beccati bagnati e sporchi. Erano coperti di fuliggine, che si stava loro appiccicando tra i capelli ed i vestiti. Sembrava che ne stesse traendo troppo divertimento dalla loro comparse, ma in ogni caso Draco non si fermò abbastanza perché fosse detto qualcosa, continuando a tirarla dietro di lui.
La depositò nella stessa stanza in cui era stata la prima volta. "Gli asciugamani sono nel bagno", disse, prima di spingerla nella direzione della doccia. "Dirò a Coco di lasciarti dei vestiti caldi sul letto".
Tutto ciò che lei riuscì a fare fu annuire grata. I denti le stavano battendo, ed aveva troppo freddo per fare qualcosa, tranne saltare sotto il getto caldo della doccia. La Manica era frizzante a metà giugno, figurarsi nel mezzo di dicembre.
Dopo aver passato venti minuti a riguadagnare la temperatura corporea, Hermione uscì dal bagno, trovando i vestiti lasciati per lei sul letto. Roteò gli occhi, quando vide cos'erano. Un paio di jeans, ovviamente trasfigurati da quelli di Draco, e la stessa maglia di Serpeverde che aveva indossato la volta precedente.
Si mise i jeans, la maglietta dei Serpeverde, sapendo che Draco (e probabilmente anche Ron) stavano cercando di farla esplodere, e poi indossò un paio di calzini felpati. Non c'era molto che potesse fare con i capelli, a parte asciugarli finché non diventarono tanto ricci da formarle un'enorme nuvola intorno alla testa.
Bussò alla porta di Draco, e la aprì quando lui la chiamò. Sperò di non averlo fatto, quando si rese conto che lui stava vagando con solo i pantaloni addosso.
"Non credi che dovresti avvisare le persone quando sei mezzo nudo, prima di farle entrare?".
"Ti sembro mezzo nudo? Indosso più vestiti di quanto farei d'estate in spiaggia. Comunque, tu sei la mia ragazza. Non è che abbia invitato ad entrare in camera mia una tipa a caso".
Lei distolse l'attenzione dal petto nudo di Draco, e fece vagare lo sguardo alla libreria. "Sai che abbiamo molti libri uguali, vero?".
"Sai come si dice. Le grandi menti pensano uguale".
Lei sorrise, ma mantenne lo sguardo fisso sui libri. Draco non aveva certo bisogno di gonfiare ancora di più l'ego che aveva.
La porta di aprì di scatto, e Narcissa infilò la testa. Sussultò, quanto vide Hermione. "Ciao, Hermione, non avevo capito fossi arrivata".
"Abbiamo fatto un tuffo nel mare", spiegò Draco.
L'anziana strega sembrò un po' perplessa, ma non si preoccupò di chiedere ulteriori spiegazioni al figlio. "Harry e Daphne sono di sotto", li informò. "Draco, caro, dovresti metterti una maglietta".
"E' ciò che sto cercando di fare, ma continuo ad essere interrotto".
"Non essere scortese. Non ti si addice", riprese lei il figlio irritato, prima di voltarsi verso Hermione. "Aspetti che Draco ti mostri la strada?".
"Sì", disse Hermione. "Mi perdo in questo posto".
Narcissa rise. "Sì, ci vuole un po' per trovare la bussola. Vieni con me. Ho sistemato le cose per voi nel salotto grande".
Hermione seguì Narcissa in una stanza che non aveva mai visto. Era grande e comprendeva la maggior parte dell'ala frontale della casa.
C'erano un sacco di cibo e bevande impilate sui vari tavoli.
"Grazie per il rinfresco", disse.
La bionda sorrise. "Verrà il tuo amico Ron, così ho pensavo che avrei dovuto avere del cibo a portata di mano".
Lei rise allegra, e così Harry, che era seduto in uno dei divani con Daphne.
"Ehi, Hermione", disse, prima di notare cosa indossasse. "Perché porti una maglietta dei Serpeverde".
Hermione roteò gli occhi. "E' l'idea che ha Draco di scherzo. Mi ha lanciata nel mare a Villa Conchiglia, ed avevo bisogno di un cambio di vestiti".
Harry scosse semplicemente la testa. "Non avrei dovuto chiederlo".



L'incontro andò bene. I partecipanti rimasero impressionati, ancora una volta, della logica di Hermione e Bill, e c'era stata un'aria speranzosa quando avevano capito che la maledizione sarebbe stata spezzata. Ron e Neville, in particolare, erano molto felici che accadesse. Nessuno dei due voleva rimanere incastrato in una relazione che non voleva, dato che avevano ragazze non Serpeverde. Neville si era brevemente allontanato per vedere la McGranitt, che aveva dato loro, di nuovo, il permesso di invadere Hogwarts il giorno seguente. Hermione e Draco avrebbero adempiuto al rito di sangue, quella volta.
Un'atmosfera festiva aveva riempito la stanza, e tutti loro si erano seduti a chiacchierare e mangiare il cibo che aveva fornito Narcisa. Gli occhi di Ron si erano spalancati, quando avevano notato quanto ce ne fosse. Stava ancora facendo razzia di tutto.
"Dai sdegno al nome dei Weasley", disse in disgusto George, mentre guardava la performance di suo fratello.
"Che vuoi dire?", chiese Ron, sputando in giro pezzetti di cibo, con la bocca piena.
"Oh, Ron, devi fare così? Non parlare con la bocca occupata", disse Ginny, spazzolandosi i resti dal braccio con un'espressione infelice in viso.
"Ho appena provato la mia teoria", rimarcò George.
Ron masticò esageratamente il cibo, guardando Ginny, prima di parlare di nuovo. "Che ho fatto?".
"George ha ragione. Ti comporti sempre come se non mangiassi da anni, e poi ti ingozzi come se poi dovessi fare una dieta", commentò Ginny.
"Non è vero!".
"Narcissa ha detto che ha portato così tanto cibo perché sapeva che saresti arrivato", disse Harry.
Ron diventò rosso porpora, e sbuffò. Si spostò dai tavoli e camminò verso l'altro lato della stanza, molto lontano da quelli che lo criticavano. Odiava quando la sua famiglia lo rimproverava, e George e Ginny erano i peggiori.
"E' senza speranza", constatò Ginny, guardandolo allontanarsi. "Non importa ciò che faccia mamma, lui fallisce nell'imparare le buone maniere basilari".
"State di nuovo commentando Ron, voi tre?", chiese Hermione, mentre si avvicinava. Non aveva mancato di notare la sua fuga lontano dagli amici, ed i sibili.
"Stava sputacchiando cibo in giro, ed in generale comportandosi come se non avesse visto cibo per mesi", disse Ginny.
Hermione scosse semplicemente la testa. Ron non sarebbe mai cambiato, non importava quanto si irritasse Ginny. "Daphne mi dice che avere scelto una data per il matrimonio", disse ad Harry.
Harry tossicchiò. "Sì, per fine marzo. Daphne ama la primavera, e per allora saranno sbocciati i tulipani e i gigli".
"Oh, sarà meraviglioso", disse Ginny, prima di andare verso Daphne per discutere di tutti i dettagli.




Hermione e Draco erano spaparanzati su divani opposti, guardando al casino che era rimasto nell'ormai stanza vuota.
"Non c'è dubbio sul perché Grifondoro e Serpeverde si siano tenuti lontani così a lungo. Quando sono insieme lasciano il caos. E non di parti del corpo, ma di croste di panini", disse Draco.
Hermione osservò la sala. Sembrava davvero un campo minato. I Grifondoro erano sempre stati famosi per le loro feste, e sembrava che i Serpeverde fossero simili. Si alzò di malavoglia, ed iniziò a raccogliere i piatti.
"Che stai facendo?", chiese Draco.
"Cosa credi stia facendo? Pulisco. Non possiamo lasciare così".
"Sì che possiamo, Tufty starà dando di matto nell'attesa di pulire un po' ".
Lei sbuffò e continuò a sistemare la stanza. Draco la guardò solamente, ed aspettò finché lei non decise che avesse un aspetto migliore, prima di tirarla via dalla sala.
"Dove andiamo?", chiese.
"Rimani con me, stanotte".
"Non lo so, Draco. Non sono sicura che sia una buona idea".
"Andiamo", la incoraggiò. "Puoi rimanere nella stanza dove hai dormito la volta scorsa".
Hermione era divisa in due. Non voleva particolarmente tornare a casa nel suo appartamento vuoto, quando poteva passare più tempo con Draco. Ma non voleva nemmeno che lui pensasse che sarebbe necessariamente andata così ogni volta.
"Ti dico cosa fare. Vieni di sopra, prenditi una tazza di tè, e pensaci", disse persistente.
Si ritrovò a cedere, soprattutto perché, molto profondamente, voleva rimanere con lui quella notte.

  
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