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Autore: Sweetserialkiller    24/03/2019    2 recensioni
Tre paia di occhi vennero puntati su di loro, e Amy rimase di stucco nel constatare che il terzo paio di occhi apparteneva al ragazzo di cui, anni prima, aveva tanto pianto la morte.
Le sue gambe si mossero da sole, e in poco meno di un secondo si ritrovò con le gambe attorno al busto dei giovane.
< Oh mio dio… tu sei…>
< Vivo e vegeto> la interruppe lui, tenendole le mani sotto le cosce per sorreggerla.
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< Appena tornati al quartier generale chiederò di cambiare partner>
Queste parole colpirono profondamente la ragazza.
< E per quale motivo, di grazia?> chiese accennando un falso sorriso.
< Perchè non sei professionale> ringhiò frustrato lui.
Lei sgranò gli occhi allibita.
< Io non sarei professonale? Chiedo scusa, ma non sono io quella che deve dimostrare qualcosa a se stessa solo perchè ho dei conflitti interiori>
< Hai iniziato tu però, come vuoi metterla ora?>
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Matt, Mello, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amy si risvegliò in un groviglio di coperte e arti, chiedendosi per quale diavolo di motivo la notte non riuscisse a dormire come un normale essere umano, ma dovesse sempre contorcersi come un polpo affetto da epilessia.

Si alzò a mala voglia, sistemandosi alla meglio i capelli e asciugandosi con il dorso della mano un residuo di saliva nell’angolo destro della bocca. Sperò con tutta se stessa che L avesse tenuto spenta la telecamera. Non gli si sarebbe mostrato un bello spettacolo.

Avviandosi verso il bagno diede una veloce occhiata alla telecamera, trovandola per sua sfortuna funzionante. Sbuffò sonoramente e si diresse verso la doccia, assicurandosi che almeno il bagno fosse stato risparmiato.

Tranquillizzatasi si concesse una lunga e rilassante doccia, si vestì in tutta calma e si avviò verso la porta. Fece appena in tempo ad aprirla che la faccia incazzata di Mello le si parò davanti.

< Oh mio dio >sussultò portandosi una mano al petto. < Vuoi farmi morire d’infarto prima di Kira? >

< Dove diavolo pensi di essere qui eh? In albergo? Sei in ritardo di un’ora >strillò stizzito.

Di prima mattina quel comportamento non riusciva proprio a tollerarlo, ma non volendo incappare in inutili litigi decise di ignorarlo superandolo e procedendo verso il punto di ritrovo.

< Hey non ignorarmi maledetta… >

Si girò di scatto verso di lui, mantenendo una calma che non le apparteneva.

< Ascolta Mello, L ci ha detto di andare d’accordo, e io intendo mantenere la promessa che ho fatto. Quindi te lo chiedo perfavore, non mettermi i bastoni tra le ruote > disse mantenendo un’espressione monotona e indifferente che fece, se possibile, infuriare ancora di più il biondo.

< Come prego? Vorrei farti notare che sei tu quella che ci sta facendo arrivare in ritardo, e di conseguenza non stai mettendo i bastoni tra le ruote solo a me, ma bensì all’intero caso >

Come dargli torto. L’unico punto che non quadrava era il perché lui fosse li con lei e non con gli altri al ritrovo.

< Non credo te lo abbia chiesto nessuno di aspettarmi, potevi benissimo andare alla riunione con gli altri, vi avrei tranquillamente raggiunti da sola >

< Oltre ad essere estremamente irritante sei pure ingrata e stronza >

Quell’accusa non la smosse più di tanto, lo sapeva benissimo di per se.

< Se io non ti fossi venuto a chiamare probabilmente adesso saresti al bar, a farti cappuccio e brioches > continuò a schernirla.

< Beh, c’è di buono che ti voglio talmente tanto bene che ne avrei portata una anche a te >

Questa volta il corpo del ragazzo tremò dalla rabbia.

< Sei davvero insopportabile > mugugnò accelerando il passo, distanziandola di qualche metro.

< Dimmi qualcosa che già non so > urlò di rimando, correndo per raggiungerlo e affiancandosi a lui.

Si era ripromessa di non istigarlo, ma non riusciva proprio a non rispondere alle sue provocazioni. Decise di non aprire più bocca, e lasciare al ragazzo il tempo di smaltire la rabbia.

 

Arrivati al ventitreesimo piano le porte dell’ascensore si aprirono, rivelando la loro presenza alle persone che vi erano già all’interno.

Tre paia di occhi vennero puntati su di loro, e Amy rimase di stucco nel costatare che il terzo paio, apparteneva al ragazzo di cui, anni prima, aveva tanto pianto la morte.

Le sue gambe si mossero da sole, e in poco meno di un secondo si ritrovò con le gambe attorno al busto del giovane dai capelli castani e gli occhi verdi.

< Oh mio dio, tu sei…>

< Vivo e vegeto > la interruppe lui, tenendole le mani sotto le cosce per sorreggerla.

< Sai, non ti ricordavo così pesante. Hai messo su qualche chilo? > la prese in giro mentre lei scendeva lentamente.

< Ti sembra il momento di scherzare? Io pensavo fossi morto. Ho assistito al tuo assassinio come diavolo è possibile che tu sia ancora qui? >

Le mille domande che le giravano in testa la stavano mandando letteralmente fuori controllo, sommate poi alla gioia di rivederlo. Avrebbe potuto mettersi a piangere e ridere contemporaneamente.

< Mai sentito parlare di giubbotti antiproiettile? >

Spalancò gli occhi per la sorpresa prima di lanciarglisi addosso, prendendo a tempestargli il petto di pugni.

< Ma sei un deficiente, io ero distrutta e tu stavi benissimo? Perché non me lo hai detto? > continuava a gridare sotto lo sguardo divertito di Matt e quello attonito degli altri tre.

< Dovevo sembrare morto per un breve lasso di tempo che poi si è protratto per, beh, diciamo qualche annetto. Se te lo avessi detto tu saresti venuta a cercarmi immediatamente > spiegò tranquillo alla ragazza, che invece, sembrava fuori di se.

< Certo che ti sarei venuta a salvare idiota, io ti amavo > urlò accecata dalla rabbia, come al solito però lui riuscì a calmarla quasi subito.

< Perché parli al passato? Non mi ami più? > chiese carezzandole il braccio dolcemente.

< Certo che ti amo maledetto idiota > si lasciò sfuggire prima di prendergli il viso tra le mani e far congiungere le loro labbra. Matt rispose subito prontamente, avendo aspettato a lungo quel tanto agognato bacio.

Se per lei era stato difficile abituarsi alla sua morte, per lui lo era stato altrettanto non poterle far sapere che era vivo e che la amava da impazzire.

Portò le mani dietro al collo di lui cercando di approfondire il bacio, ma venne bloccata da un forte e del tutto sgradito colpo di tosse. Si staccò a mala voglia, ricevendo un sorriso da Matt e uno sguardo glaciale da Mello. Quest’ultimo se ne stava appoggiato al divanetto, mangiucchiando la solita barretta di cioccolato.

< Mi sembrava strano non avertene visto ancora una in mano > lo riprese scherzosamente Amy abbracciando da dietro Matt. Avvolgendogli la vita con le braccia, poggia il mento sulla sua spalla stringendolo a se possessivamente. Il ragazzo dalla maglia a righe in tutta risposta buttò la testa all’indietro, poggiandosi a sua volta alla spalla di lei.

Mello, che continuava a sgranocchiare la sua tavoletta, li fissò con aria scocciata ignorando la provocazione di Amy e rivolgendosi agli altri due compagni.

< Siete proprio sicuri che sia stata una buona idea farlo venire qui? > disse guardando Matt.

< Adesso staranno appiccicati ventiquattr’ore su ventiquattro, e chi se lo ricorda più il caso> continuò sprezzante accartocciandola stagnola e lanciandola nel cestino.

La ragazza si sentì ferita nell’orgoglio.

< Senti idiota, chi ti ha detto che io non sia in grado di sostenere le due cose >

Infuriata si staccò da Matt pronta a scatenarsi contro il biondo, fortunatamente il primo riuscì ad afferrarla in tempo e tenerla ferma con un braccio attorno al petto.

< Lasciamo Matt, voglio dargli un pugno, solo uno, prometto che non gli rovinerò quel bel faccino che si ritrova >

Il diretto interessato si alzò in piedi irritato. < Avanti, io sto aspettando pel di carota >

Matt strinse di più la presa sulla ragazza, sapendo perfettamente quanto lei fosse incline alle provocazioni.

< Calmati maledizione, L ti sta guardando > le sussurrò all’orecchio.

Il rumore di qualcuno che si schiariva la gola interruppe quello scontro sul nascere.

L, rannicchiato come suo solito sulla poltrona, prese parola, rivolgendosi ai due litiganti.

< Credevo di essere stato chiaro riguardo le mie condizioni per essere dentro al caso… non voglio dissapori tra nessuno di voi… Mello tu devi smetterla di istigare tutti > lo ammonì, guardandolo con i suoi soliti occhi annoiati.

Amy gli lanciò uno sguardo vittorioso, beccandosi di rimando l’astio che aleggiava negli occhi del biondo. Ma non riuscì a gustarsi in pace la sua vendetta, poiché venne richiamata a sua volta.

< E tu Amy smettila di cedere alle sue provocazioni, lo sapete che odio questi infantilismi. Quindi, o vi decidete a tollerarvi, o quella è la porta > spiegò esaustivo L , senza cambiare nemmeno per un attimo il tono della voce.

Sbuffando sonoramente, Mello si lasciò cadere svogliatamente sul divano mormorando un “d’accordo” e giocando distrattamente con i lacci dei suoi pantaloni.

Di conseguenza anche Amy fu costretta ad accettare, suo malgrado, le condizioni di L e quindi, quella sottospecie di tregua con Mello. Sapeva sarebbe stata un’impresa ardua. Lei e il biondo non erano mai andati d’accordo. Soprattutto da quando lei aveva intrapreso la sua relazione con Matt. Non che prima andassero d’amore e d’accordo, ma da quando stava assieme al gamer si era creato un baratro profondo tra di loro.

I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di L.

< Bene, ora che l’ordine è ristabilito possiamo tornare al motivo per cui vi ho fatti venire qui >

Si radunarono tutti attorno al tavolo centrale, che presentava due divani paralleli ai lati più lunghi e una poltrona a capotavola, sulla quale aveva preso posto il detective.

Near si accovacciò sul lato sinistro di uno dei due divani, portandosi un ginocchio al petto. Matt prese posto proprio di fronte a lui sull’altro divano, tirando Amy per un braccio e facendola cadere sulle sue gambe. Lei si girò sorridendogli, sorriso che scomparve non appena vide la chioma bionda di Mello avvicinarsi al loro divano. Quest’ultimo si stravaccò per tutta la sua lunghezza, allungando le gambe su quelle di Amy. La giovane sbuffò ma non le spostò, decisa a mantenere, davvero questa volta, la promessa fatta ad L.

Ci pensò quest’ultimo a salvarla da quell’insopportabile ragazzo.

< Mello perché non ti vai a sedere vicino a Near, c’è un posto libero, così Amy può sedersi sul divano e non sulle gambe di Matt >

< Ma a me non da fastid… > il gamer non riuscì a finire la frase, fermato da un’occhiata poco carina del corvino.

Poteva essere una sua impressione, ma le era sembrato che ad L, la confidenza e le attenzioni che riservava a Matt, non piacessero per nulla.

< Col cazzo che mi siedo di fianco al nano albino > sputò acido Mello, guardando sprezzante il ragazzino.

L aveva una grande pazienza, questo era certo. Tuttavia anch’essa aveva un limite, e quell’atteggiamento di Mello lo stava sicuramente superando. Presa da un impeto di compassione nei confronti del detective migliore del mondo, si alzò a malavoglia dalle gambe di Matt, e si andò a posizionare a fianco dell’albino.

< Ciao Near >lo salutò sorridendogli, ricevendo in risposta soltanto un ‘occhiata indifferente.

La cosa non la infastidì poi molto, era abituata al comportamento schivo e apatico del più piccolo. Ciò che la infastidì, invece, fu lo sguardo di fuoco che le rivolse il biondo. Era stanca del suo comportamento infantile.

Nonostante ciò, era felice di aver dimostrato la sua superiorità, almeno per quella volta. Rivolse poi un’occhiata a  Matt, trovandolo intento a guardarla orgoglioso e innamorato. Infine posò lo sguardo su L, che la fissava esprimendo un tacito ringraziamento.

Così, accavallando le gambe e poggiandosi allo schienale parlò < Allora? Cominciamo? >

 

   
 
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