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Autore: Lady I H V E Byron    28/03/2019    2 recensioni
(Crossover con "Dragon Age Origins")
Impegnati nella ricerca e battaglia contro Master Xehanort e l'OrganizzazioneXIII, Sora, Paperino e Pippo finiscono in un nuovo mondo, in cui, con loro grande stupore, gli Heartless e i Nessuno non sono il pericolo principale...
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Paperino, Pippo, Sora
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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-Ok…- mormorò Sora, spaesato; lui, Paperino e Pippo erano appena usciti dal cortile della Chiesa –Alistair ha suggerito di cercare in giro informazioni sugli Heartless e Nobodies… ma da dove iniziare…?-
Si misero tutti e tre a riflettere.
Non si erano accorti che accanto a loro c’era un uomo vestito come le sacerdotesse della Chiesa.
 
-Allora vidi il mondo estendersi intorno a me
Montagne esigenti il cielo come corona
Regni come gioielli, gemme brillanti
Disposti intorno alla terra come una collana di perle
“Tutto questo è tuo” disse il Creatore.
“Unisciti a me nei cieli e non soffrirai più.”-
 
Versi molto belli, ma recitati senza sentimenti, quasi meccanici, imparati a memoria.
-Forse lui ha visto qualcosa.- ipotizzò il ragazzo; Paperino e Pippo non sembravano molto convinti, ma forse valeva un tentativo –Ehm, salve. Siamo nuovi, qui. Sappiamo che il villaggio è stato attaccato da creature nere e bianche. Ecco, per caso avete visto anche una persona con un cappotto nero, da queste parti, magari tra i profughi…?-
L’uomo con la tunica esaminò Sora dalla testa ai piedi. Poi osservò Paperino e Pippo. Nessun cenno sul suo volto. Come nessuna risposta.
Il ragazzo era confuso, come i suoi amici.
-Ehm…- si sentì lievemente in imbarazzo -Creature… nere… bianche…- scandì, muovendo anche le mani –Avete visto…? Cappotto nero…-
Tutto ciò che ottenne, fu un lieve cenno della testa.
Un bambino, accanto all’uomo, si voltò verso i tre forestieri.
-Non può rispondervi.- spiegò.
-Oh, mi spiace.- si scusò Sora -E’ sordo, per caso?-
-No, è un cantore. Non può dire altro se non i versi del Canto della Luce.-
Il cantore, infatti, fece un altro cenno della testa, sorridendo lievemente, stavolta.
Il ragazzo si sentì definitivamente in imbarazzo. Si grattò la testa e ridacchiò.
-Mi spiace, non lo sapevo…- strinse i denti, sperando di essere udito solo da Paperino e Pippo
-Questo mondo è il più strano dove siamo capitati…- mormorò, infatti.
-Ma posso rispondere io per lui, se volete.- spiegò, di nuovo il bambino; questo sollevò i tre forestieri –Sì, siamo stati attaccati da quelle strane creature. Sono spuntati dal nulla e hanno attaccato tutti, abitanti e profughi. Abbiamo avuto tantissima paura. Neppure i templari sono stati in grado di eliminarli.  Hanno ucciso un paio di loro, infatti. Ma ora sembrano essere scomparsi. Ma abbiamo tutti paura che ora sarà il turno della Prole Oscura ad eliminarci.-
Sora provò di nuovo pena per gli abitanti di Lothering. Prole Oscura, Heartless, Nobodies… e nessuno che li difenda, se non i templari. Erano indifesi. Non c’era da biasimarli o da stupirsi se avevano avuto quella reazione, quando lui si era presentato come l’unico in grado di eliminare gli Heartless e i Nobodies. E soprattutto non biasimò il rimprovero di Alistair. Aveva pienamente ragione.
-Ma non abbiamo visto nessun uomo con un cappotto nero, mi dispiace.-
Altro buco nell’acqua. Sora, Paperino e Pippo sospirarono.
-Non importa.- disse il ragazzo, sorridendo –Ma se doveste vederlo, arrestatelo. E’ lui la causa della comparsa di queste creature.-
-Grazie, ser.-
-Cerchiamo da un’altra parte, Sora.- propose Pippo, tirando l’amico per la maglia, incitandolo ad attraversare il ponte.
-D’accordo. Ciao.- salutò Sora, allontanandosi dal cantore e dal bambino.
Alistair e Morrigan, nel frattempo, erano ancora sulla soglia della Chiesa, insieme al mabari.
-Allora? Cosa facciamo ancora qui? Non dovevamo cercare un posto per la notte?- domandò la maga, scettica.
-Sshh!- intimò Alistair, a bassa voce; aveva gli occhi puntati su Sora –Sto aspettando che siano lontani abbastanza, per evitare che ci seguano…-
Fu quando attraversarono il ponte che fece il primo passo sul cortile.
-Bene, via libera.- disse.
Morrigan sospirò di nuovo.
-Un vero idiota…- mormorò, appoggiando il bastone per terra ad ogni passo che faceva.
Poco prima dell’uscita, notarono un piccolo gruppo. Sembravano preoccupati, anzi, proprio terrorizzati.
-NON CI SARA’ PACE IN QUESTO FLAGELLO! SARA’ LA FINE DEL FERELDEN!- stava urlando uno di loro; era proprio al limite –PRIMA LA PROLE OSCURA! POI LA MORTE DEL NOSTRO RE! E ORA LE CREATURE NERE E BIANCHE! IL CREATORE CI VUOLE MORTI! TANTO VALE UCCIDERE I NOSTRI FIGLI, ANCHE QUELLI DENTRO I GREMBI DELLE MADRI, CHE FARLI SOFFRIRE!-
Vani furono i tentativi dei presenti di calmarlo. Alistair avrebbe tanto voluto intervenire… ma come? Lui per primo era disperato per come la situazione del Ferelden stava degenerando. Quindi come poteva consolare le persone? Non poteva certo dire pubblicamente di essere un Custode Grigio.
Aveva le mani legate. Provò pena e compassione per lui e per tutti coloro che avevano perso le speranze. Lui era l’ultimo Custode Grigio rimasto. Era, effettivamente, la speranza per il Ferelden, ma i dubbi cominciarono ad insediarsi nel suo cuore. Aveva paura. Si sentiva inadeguato.
Non poteva fare altro che continuare a camminare. Ciò che importava, intanto, era sopravvivere e radunare gli alleati, secondo quanto stabilito dai Trattati dei Custodi Grigi. Ma per gli Heartless e i Nobodies… dovette rassegnarsi al fatto di portarsi dietro anche quel chiacchierone di Sora.
“Tutto sommato sembra simpatico…” pensò, mentre attraversava il ponte, seguito da Morrigan e il mabari “Peccato per quella sua bocca larga…”
-Ehi! Quella ha tanto l’aria di essere una taverna!- notò Morrigan, dopo aver picchiettato leggermente la schiena del giovane con il bastone.
La notò anche Alistair.
-Oh, sì. Andiamo a dare un’occhiata. Sperando che non abbiano già dato tutte le stanze…-
Intanto, Sora, Paperino e Pippo non videro niente, in tutta Lothering, che potesse aiutarli ad avere più informazioni sugli Heartless, Nobodies, l’OrganizzazioneXIII e Master Xehanort.
Vedevano solo case sovraffollate, tende nei cortili, gente malata, e gente ancora più malata che prestava soccorso. Una degli anziani del villaggio, addirittura, stava distribuendo le proprie medicine ai rifugiati o agli abitanti più giovani.
Se chiedevano in giro delle strane creature apparse nel villaggio, ricevevano risposte tipo: -Andate via! Stiamo sfuggendo dalla Prole Oscura! Non vogliamo altre rogne!-
Erano davvero disperati.
Sora sospirò di nuovo.
-Ma cosa mi è venuto in mente…?- mormorò, in colpa –Io che chiedo a della gente disperata, che scappa da una guerra in cerca di un rifugio sicuro, se hanno visto altre strane creature che non sono Prole Oscura…-
Paperino e Pippo si osservarono, preoccupati.
-Beh, Sora, stiamo solo facendo il nostro dovere.- giustificò il papero –Il Flagello sarà anche grave come dicono Alistair e Morrigan, ma non ci compete.-
-Lo so, ma… guardate tutta questa gente. Se diciamo loro che c’è un altro pericolo, oltre al Flagello, andranno nel panico. Io non voglio far soffrire le persone.-
-Ci sono persone, invece, che non si fanno problemi a far del male alle persone.-
Sora sobbalzò, anche Paperino e Pippo.
Non si erano accorti, camminando, di essere quasi arrivati alla fine del villaggio, nei pressi di un mulino.
Accanto a loro c’era una gabbia, con uno strano essere all’interno. Dalla voce sembrava un maschio, ma non era umano: aveva la pelle grigia, volto tetro, occhi dall’iride grigia che incutevano terrore, ed era alto più di due metri, oltre ad avere il busto largo quanto un armadio a due ante e braccia grosse quanto due tronchi. Non portava altro se non un paio di pantaloni laceri.
I capelli bianchi erano raccolti in tante piccole trecce.
Sora non aveva mai visto niente di simile in tutti i suoi viaggi; restò lì a fissarlo con la bocca spalancata.
Non si sarebbe mai abituato alle stranezze dei vari mondi.
La creatura nella gabbia, infatti, gli rivolse uno sguardo minatorio.
-Beh? Cos’è quella faccia?- domandò, infatti. Il tono della voce era profondo.
Anche Paperino e Pippo erano quasi stupiti.
Sora scosse la faccia, poi osservò di nuovo la creatura, senza smettere di essere stupito.
-Incredibile! Che… che cosa sei…?!- esclamò.
La creatura si mostrò offesa.
-Sono un prigioniero, non si vede?-
Una battuta seria e sarcastica nello stesso tempo. Lasciò Sora quasi basito. Tale da non dire altro.
Pippo prese la parola.
-Credo che il mio amico intendesse dire… che tipo di creatura sei?-
La creatura si fece sempre più corrucciata.
-Mi dispiaccio per la vostra ignoranza.- disse, acido –Sono Sten, dei Beresaad, esercito dei qunari.-
Sora era sempre più basito. Anzi, proprio confuso. Non sapeva cosa dire.
-Ehm, Sora, credo che dovremo presentarci.- fece notare Pippo.
Questo fece tornare il ragazzo nella realtà.
-Io sono Sora. Lui è Paperino e lui è Pippo.-
Furono tutti e tre squadrati dalla testa ai piedi dal prigioniero. Ma non cambiava espressione, aveva sempre lo sguardo acido, strafottente.
-Non siete come gli altri. Come quelli che mi hanno rinchiuso.-
Quella frase fece confondere tutti e tre i forestieri.
-Ehm…- cercò di rispondere Sora –Veniamo da molto lontano, in realtà.-
-Da lontano? Di certo non siete del Seheron. Cosa fate qui?-
-Beh, stiamo dando la caccia alle creature nere e bianche che hanno attaccato Lothering, gli Heartless e i Nobodies.-
Sten strizzò per un attimo gli occhi.
-Le creature nere e bianche? Cosa sai di loro?-
Sembrava interessato. Ciò compiacque Sora.
-Vanno in giro a rubare quanti più cuori possibili. Mi hanno detto che un paio di templari sono stati attaccati. Per caso hanno aggredito anche te?-
-Ci hanno provato, ma la gabbia mi ha protetto.-
-E per caso hai visto un uomo incappucciato con un cappotto nero, quando sono apparsi gli Heartless e i Nobodies?-
-Nessuno con questa descrizione.-
Di nuovo da capo. I tre forestieri sospirarono; tuttavia Sora rifletté sulle parole di Sten. Gli Heartless erano attratti dai cuori forti e non c’era gabbia che teneva, nel loro intento. Non doveva essere solo stata solo essa a proteggere Sten. Magari in lui c’era qualcosa che davvero facesse arretrare gli Heartless. Una mente ferma e un cuore molto forte, magari.
Doveva indagare. Magari poteva rivelarsi utile per Alistair, pensò.
Infatti, sciolse le braccia e si rivolse al qunari, sereno in volto.
-Allora… Sten, giusto…?- cominciò –Parlami di te. Come hai fatto a finire in gabbia?-
La risposta secca ed acida non si fece attendere.
-Un errore.-
Risposta troppo breve. Non era abbastanza.
-Ok, allora…- doveva passare ad altro –Perché sei qui?-
-Mi hanno portato gli abitanti.-
-No, non nella gabbia. Intendevo, perché sei qui, nel Ferelden?-
-Per rispondere ad una domanda.-
-E… la domanda quale era…?-
-Sul Flagello.-
-Puoi essere più chiaro?-
-Non c’è altro da sapere.-
-Se sei qui solo per il Flagello, allora come mai sei prigioniero?-
-Un errore.- ripeté -Un errore cui sono disposto a pagare con la vita, per espiare i miei peccati.-
Da sintetico a drammatico. Non era il primo che Sora, Paperino e Pippo avevano incontrato, ma era ugualmente snervante.
Per fortuna, il ragazzo aveva un’idea.
-Ascolta, il sacrificio non è necessario.- spiegò, calmo e determinato –Il mio amico Cutode Grigio sta cercando di affrontare il Flagello, ma ha bisogno di tutto l’aiuto possibile. In questo modo, puoi espiare il tuo peccato e trovare la risposta per il Flagello, qualunque sia la domanda.-
Sten alzò lievemente la testa e strizzò di nuovo gli occhi, interessato.
-Un… Custode Grigio?!- ripeté, poco convinto –Ma… è stato riferito che i Custodi Grigi sono tutti morti nell’ultima battaglia, ad Ostagar.-
-No, non è vero. Ne è rimasto uno e deve chiedere aiuto ai maghi, ai nani e agli elfi, per affrontare la Prole Oscura. Ma da solo non può farcela. Ecco perché ti chiedo questo favore. Io ti libererò, tu potrai unirti a noi contro la Prole Oscura, gli Heartless e Nobodies, e così troverai la risposta alla tua domanda! Affare fatto?-
Gli aveva persino porto una mano, come se volesse una stretta di mano.
Sten rifletté qualche minuto.
Paperino e Pippo non sembravano convinti. Erano ovviamente intimoriti dall’aspetto di Sten.
-Sora, sei sicuro di quello che dici?- sussurrò Paperino –Se è stato messo in gabbia, un motivo ci sarà!-
-Ma gli Heartless non hanno preso il suo cuore! Quindi non deve essere così cattivo come sembra.-
-Accetto la tua offerta, ragazzino.- decise Sten, schietto.
Ciò fece sollevare il ragazzo. Un po’ meno il papero ed il cane.
-Bene, non vedo l’ora di dirlo ad Alistair!-
-Sempre che tu riesca a convincere la venerata madre a liberarmi. E’ lei che tiene la chiave della mia gabbia.-
Sora sorrise in modo furbo. I suoi amici si preoccuparono.
-E chi ha detto che ti libererò con una semplice chiave…?-
Proprio quello che Paperino e Pippo temevano: Sora sguainò il Keyblade, puntandolo verso la serratura della gabbia.
Un fascio di luce la colpì, illuminandola. La gabbia si aprì.
Sten fu sorpreso. Sia dal Keyblade sia da quello che aveva appena visto.
-Come…?- disse, mentre usciva; era davvero alto più di due metri –Come ci sei riuscito?! Che stregoneria è questa?! Sei una specie di mago?!-
Il ragazzo mise orgogliosamente il Keyblade sulle spalle.
-No, semplicemente… non c’è porta che resista al Keyblade.-
Lo stoicismo di poco prima stava lasciando posto a stupore ed ammirazione.
-Impressionante…- mormorò, senza smettere di fissare il Keyblade –Sì… ne varrà la pena per studiare a fondo la tua strana spada.-
-Tranquillo, avremo tempo per discuterne! Ora andiamo da Alistair! Solo…- si guardò intorno, dubbioso –Avevano detto avrebbero cercato un posto dove passare la notte. Tu sei qui da più tempo di noi, Sten. Dove alloggiano i forestieri, qui?-
Nel frattempo, Alistair, Morrigan e il mabari erano entrati nella taverna, “Il Rifugio di Dane”.
Era molto affollata, c’era persino una sorella della Chiesa. Forse davvero le stanze erano già tutte piene.
Ma valeva fare un tentativo.
-Lascia parlare me, ok, Morrigan?- si fece avanti Alistair –Io SO come dobbiamo comportarci in un luogo pubblico.-
La maga sbuffò.
-Fai pure, signor “So-Tutto-Io”!-
Nonostante la risposta, Alistair si avvicinò al bancone. Dietro di esso, un uomo di mezza età incrociò il suo sguardo.
-Posso aiutarvi?- disse, né cortese né scortese. Neutrale.
-Sì, avete per caso due camere libere?- richiese Alistair, sorridendo, con aria da spavaldo e persona estroversa -E anche un bel pasto caldo, ovviamente.-
Il mabari inclinò la testa e Morrigan si nascose il volto nella mano, imbarazzata.
Ma il taverniere reagì offeso.
-E magari un servizio in camera con una bella cameriera, eh?! Sveglia, ragazzino! Dove credi di essere? Nel palazzo reale?! Siamo nel bel mezzo di un Flagello! Le camere sono tutte piene e le scorte si stanno esaurendo, con tutti i rifugiati che stanno venendo! Fossi in voi cercherei da qualche altra parte!-
Alistair si sentì in difficoltà. Sentì le ridacchiate derisorie di Morrigan alle sue spalle.
Si morse le labbra: ovviamente c’erano bocche da sfamare più bisognose di lui, ma era anche vero che lui e il resto del gruppo non potevano cibarsi di aria, per il loro viaggio. Erano pur sempre persone.
-Vi prego. Dobbiamo viaggiare fino a Redcliffe.- cercò di spiegare Alistair, serio –Non avreste almeno delle vettovaglie da offrirci? Non chiedo altro.-
“Ottimo recupero…” pensò Morrigan, sarcastica.
Le sue parole non convinsero il taverniere, che serrò le labbra e osservò il giovane con aria minacciosa.
-Ascoltatemi bene! Le scorte non bastano neppure per gli abitanti, come potete pretendere che dia qualcosa per i forestieri?! Se volete proprio qualcosa, che sia da consumare qui, al momento! Ma niente dalle scorte, mi dispiace.-
Un buco nell’acqua. Alistair ne fu alquanto deluso.
-Ci bastava anche qualche pezzo di pane e del formaggio…- mormorò, sempre più serio.
Tornò da Morrigan: aveva la schiena appoggiata al muro, mentre il mabari si era mezzo sdraiato sul pavimento.
-Allora? Queste stanze e le provviste?- derise lei, con aria da attaccabrighe, come suo solito.
Alistair sospirò, grattandosi dietro la nuca.
-Sta’ zitta, te ne prego…-
La porta si aprì di nuovo: entrarono degli uomini in armatura. Non erano templari, nemmeno Ser Donall.
Avanzavano fieri, a testa alta.
Uno di loro lanciò una moneta d’oro al taverniere, una sovrana.
-Cinque birre, grazie.-
Senza pensarci due volte, vennero accontentati. Forse per la gola della sovrana, o per il timore causato dalla vista delle armature.
Alcuni di loro avevano dei pesanti sacchi a tracolla. E si sentiva un sospetto rumore metallico dal loro interno. Una cosa era certa: non erano uomini del bann, tantomeno non erano lì a portare delle provviste.
-Ragazzi, che bottino!- disse uno dei cavalieri, mentre sorseggiava la birra –Mai raccolto così tanta roba in vita mia!-
-Sì. Ripulire Ostagar non è stato facile, ma vedrete che re Loghain sarà fiero di noi e ci ricompenserà.-
Loghain. Quel nome faceva sempre tremare il cuore di Alistair; allora quegli uomini dovevano essere cavalieri reali.
“Re Loghain…?!” pensò. Sì, era come temeva e come aveva udito: Loghain aveva preso il potere, ed era salito al trono. Tutto sul cadavere di re Cailan.
-Quegli sciacalli dei Custodi Grigi…- aggiunse un altro –Ridicoli come le leggende su di loro. Tanto spavaldi, tanto fieri e poi si lasciano schiacciare dai Prole Oscura come zanzare. Non c’è da stupirsi se la fiducia e l’ammirazione di Cailan per loro è stata la sua fine.-
Era troppo. Quelle parole fecero voltare Alistair, furente.
-Non fare mosse strane…- lo ammonì Morrigan, inutilmente; stava già camminando verso i cavalieri.
-Scusatemi tanto…- disse, con le labbra serrate; i cavalieri si voltarono verso di lui.
-E tu che vuoi?- fece uno di loro, indifferente.
-Fossi in voi, mostrerei più rispetto per il vostro re e dei nobili guerrieri.-
I cinque cavalieri si misero a ridere.
-Rispetto? Ma noi già rispettiamo il nostro re! Lunga vita a re Loghain!-
Dopo un breve attimo di imbarazzo, dovuto alle risate sulle sue parole, Alistair riprese il controllo e lo sguardo fermo e determinato.
-Stavo parlando di re Cailan.- Le risa svanirono. –Non avete alcun diritto a parlare così sul suo cadavere. Lui credeva nei Custodi Grigi! Tutti noi credevamo nei Custodi Grigi! E non vi permetto di parlare così di loro, quanto è vero che sono un Custode Grigio!-
Alistair sentì il sangue gelarsi, al solo ripensare quanto aveva detto.
 “Oh, diamine!” pensò, mordendosi il labbro e strizzando gli occhi.
I presenti si osservarono l’un l’altro, sgomenti, e parlando tra loro. In fondo, i Custodi Grigi erano stati dichiarati fuorilegge. Non era da sorprendersi, se le parole che stavano uscendo dalla loro bocca erano di malaugurio.
Morrigan si avvicinò a lui, picchiettandogli la spalla con la mano.
-Complimenti.- disse, sospirando –E tu eri preoccupato che sarebbe stato Sora a smascherarti…?-
Uno dei cavalieri sorrise, compiaciuto.
-Ah… mi sembravi un volto familiare, ragazzino…- mormorò, avvicinandosi; il mabari ringhiò, minaccioso –Mi sorprende tu sia sopravvissuto. Poco male, possiamo sempre rimediare. Ragazzi, divertiamoci con questo ultimo Custode Grigio! E poi porteremo la testa a re Loghain!-
Alistair non ci pensò due volte: sguainò la spada e lo scudo, mettendosi in posizione di combattimento.
Anche Morrigan e il mabari si prepararono.
Ma una persona si mise tra i due schieramenti: la sorella della Chiesa. Una ragazza dai corti capelli rossi e dal volto che esprimeva dolcezza e beatitudine. Aveva ascoltato tutta la conversazione.
-Signori miei…- parlò, facendo da scudo ad entrambe le fazioni con le mani; aveva una voce molto lieve, dolce, mite, ma dall’accento strano; non era fereldiana, ma orlesiana –Non c’è bisogno di passare alle armi.-
Il cavaliere la fissò da strafottente. Infatti la spinse da una parte, lontana da lui.
-Togliti, sorella, se non vuoi fare la stessa fine di questo essere!-
-Chiedetele subito scusa!- minacciò Alistair –Non si trattano le sorelle della Chiesa come oggetti!-
-Certa gente deve imparare a stare al suo posto! E il tuo è sottoterra, parassita! Forza, ragazzi!-
I clienti scapparono subito dalla taverna o nelle loro stanze, appena Alistair e uno dei cavalieri incrociarono le loro spade. Anche il mabari combatté in prima linea; infatti, la prima cosa che fece fu saltare su un altro cavaliere, addentandogli una mano, per fargli cadere la spada.
Altri erano arcieri, e stavano puntando le frecce su Alistair. Ma i loro archi, improvvisamente, presero fuoco: era opera di Morrigan e la sua magia. Lei rise ai loro sguardi sgomenti.
Alistair ne affrontò due. Se la cavò molto bene; se ne attaccava uno, riusciva a parare i colpi dell’altro con lo scudo. Anzi, si poteva dire che stesse usando entrambe le armi come scudo. Si scostava, si abbassava, deviava i colpi, facendo, a volte, scontrare i due cavalieri, ma riprendeva subito a combatterli in contemporanea. Resisteva, ma non sapeva quanto avrebbe durato.
Anche Morrigan era impegnata con uno, altrimenti si sarebbe accorta del pericolo alle spalle del giovane: uno dei cavalieri, appena ebbe scaraventato il mabari al muro con un calcio, preparò una piccola balestra, puntando la freccia verso Alistair, approfittando della sua distrazione.
La sorella era rimasta a fissare il combattimento: avrebbe tanto voluto urlare, per avvertire il giovane del pericolo, ma non lo fece. Prese un coltello presente sul bancone, e lo lanciò al balestriere.
-Attento!- aveva urlato, rivolta ad Alistair.
Il balestriere, incuriosito, si era voltato verso la sorella. Il coltello si conficcò nella gola, l’unica parte scoperta dell’armatura.
Urla soffocate fecero allarmare i cavalieri e insospettire Alistair e Morrigan, la quale, nel frattempo, aveva stordito i due arcieri con una magia mentale. Il balestriere, lentamente, si sdraiò per terra, tenendosi la mano sulla gola, rantolando e sputando sangue. Di fronte agli occhi freddi, ma tremanti della sorella.
-Grazie, sorella!- ringraziò, comunque, Alistair, facendo stordire un cavaliere con un colpo di scudo sul suo naso, prima di tagliargli la gola con un rapido fendente.
Era rimasto solo un cavaliere, lo stesso che aveva provocato il Custode Grigio.
Gettò la spada per terra e si mise in ginocchio, con le mani in gesto di resa.
-Mi arrendo! Mi arrendo! Vi prego, non uccidetemi!- supplicò; la spavalderia di poco prima sembrava essere svanita.
Ma ciò non fece intenerire Alistair, anzi. Gli puntò la lama della sua spada alla gola.
-Avete osato offendere i Custodi Grigi.- fece notare, serio -Morirete come i vostri compagni!-
-No! Vi supplico!-
La sorella si fece di nuovo avanti, in vece di mediatrice.
-Vi prego, fermatevi.- disse, con la sua voce dolce e mite –Non c’è più bisogno di ricorrere alla violenza. Ha compreso il vostro valore.-
-Ma ha offeso i Custodi Grigi!-
-E ora se ne sta pentendo. Non aggiungiamo altra violenza. La gente, qui, ne ha abbastanza della violenza e del sangue. Risparmiategli la vita. Non ha più motivo di combattere contro di voi…-
Alistair osservò la sorella, poi il cavaliere, che ancora tremava di paura e non passava momento in cui non temeva per la sua vita.
Rinfoderò la spada, facendo tirare un sospiro di sollievo ad entrambi.
Ma il cavaliere venne preso con forza per la cotta di maglia: Alistair lo portò vicino a sé, in modo che incrociasse il suo sguardo. Era più furioso di prima.
-Porta un messaggio a Loghain.- gli ordinò –Digli che Alistair dei Custodi Grigi è ancora vivo e che un giorno vendicherà i suoi compagni caduti a Ostagar, dovesse inseguirlo per tutto il mondo! Glielo dirai?-
Il cavaliere annuì, continuando a tremare.
Fu lasciato andare. I due arcieri si erano ripresi dalla magia mentale di Morrigan.
-Andiamo! Ritirata!- ordinò il cavaliere ad essi. Infatti, uscirono dal “Rifugio di Dane”.
Rimasero solo Alistair, Morrigan, il mabari e la sorella.
-Beh, che dire…?- iniziò Alistair, combattendo la tentazione di balbettare –Vi ringrazio per il vostro aiuto, sorella. Avete avuto una bella mira. Qui a Lothering, per caso, venite addestrate insieme ai soldati?-
La sorella rise.
-No. Ho solo avuto fortuna. L’ho fatto d’istinto e, per fortuna, non l’ho mancato. Se non fossi intervenuta, sareste morto.- rispose, continuando a sorridere lievemente –Mi spiace che siate dovuti passare alle armi. Ma, a quanto pare, non avete avuto scelta. Comunque, sono sorella Leliana, asserente della chiesa di Lothering.-
-Piacere, Alistair. Ultimo Custode Grigio del Ferelden, da come avrete capito…-
-Sì, ho ascoltato.-
Morrigan scosse la testa: -Ed eccotelo di nuovo a rovinare la sua copertura…-
-Lei è Morrigan, un’eretica. E lui è il nostro mabari.- finì di presentare il Custode Grigio –Siamo in viaggio per chiedere aiuto ai maghi, ai nani e agli elfi contro il Flagello. Ma dovremo andare anche a Redcliffe a chiedere aiuto ad Arle Eamon, ma sembra che si sia ammalato e vogliamo saperne di più. Siamo venuti qui per le provviste, ma, a quanto pare, nessuno è disposto ad aiutarci. Quindi… è meglio se ce ne andiamo, prima di fare altri danni.-
-Vi prego, fatemi venire con voi!- propose Leliana, mentre il trio era già diretto verso l’uscita.
Alistair ridacchiò, imbarazzato.
-E… perché una sorella della Chiesa vorrebbe venire con me, ad affrontare la Prole Oscura…? No, no dovreste restare qui, a badare ai profughi. Il mio è un viaggio pericoloso.-
-Ho abbandonato la Chiesa!- tagliò corto la sorella –Il fatto è che… il Creatore mi ha ordinato di farlo.-
Una risposta che fece basire e confondere il Custode Grigio.
-Fantastico, una sorella fuori di testa.- commentò, acida, Morrigan –E io che credevo avessimo fatto il pieno di idiozie con Alistair e Sora…-
-Ok…- aggiunse Alistair, ancora confuso e basito, mentre metteva un piede indietro –Questa dovrebbe essere la parte dove io indietreggio lentamente e poi scappo più veloce che posso…-
-No, aspettate.- supplicò Leliana, avanzando di un passo e una mano protesa in avanti -Lo so che posso sembrarvi impazzita, ma io voglio davvero aiutarvi, e non ho intenzione di restare qui, in un piccolo villaggio, dove non posso fare niente. Voglio aiutarvi a porre fine a questo Flagello.-
Alistair rifletté: erano ancora un numero troppo esiguo per combattere contro l’esercito dei Prole Oscura. Fuori da Lothering ne avrebbero incontrati sempre di più. Per non parlare degli Heartless e dei Nobodies.
Avevano bisogno di tutto l’aiuto possibile. E poi, da come sapeva destreggiare bene le lame, quella sorella non sembrava una novellina in materia.
-Beh…- decise Alistair –Suppongo che potrei accettare la vostra offerta, sorella.-
Morrigan sospirò.
-Fantastico, un altro fenomeno da baraccone…- mormorò, sperando di non essere sentita.
Ma Leliana sembrava come entusiasta.
-Non vi deluderò, lo prometto!-
   
 
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