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Autore: mikyintheclouds    30/03/2019    3 recensioni
Lily, James e tutti i loro compagni stanno per iniziare il sesto anno ad Hogwarts, ma un evento improvviso, inaspettato e molto triste sconvolge l'estate di tutti, in particolare quella di James.
Questo, quindi, lo porta a maturare e Lily, che l'aveva sempre accusato di essere un bambino, inizia a vederlo con occhi diversi, inizia a considerarlo un uomo, forse il suo uomo.
Tra la guerra, la resistenza, i compiti e i piccoli grandi drammi di Hogwarts, vi propongo una storia James/Lily, in cui sono presenti ovviamente anche i Malandrini, le amiche di Lily e gli altri personaggi che tanto amiamo.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Marlene McKinnon | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Lily Evans non aveva mai avuto un ragazzo e non aveva ancora dato il suo primo bacio.
Era stata la migliore amica di Severus Piton per cinque anni e questo aveva senza dubbio contribuito a tenere i ragazzi lontani da lei. Tra l’antipatia che suscitava il Serpeverde e la convinzione che i due fossero fidanzati, nessuno aveva mai osato invitare Lily ad uscire. Nessuno, tranne James Potter, ovviamente.
Questo non voleva dire che i ragazzi non la notassero, al contrario. La vedevano come un frutto proibito, come qualcosa di irraggiungibile.
Ma, dall’inizio del sesto anno, le cose erano cambiate.
Metà della scuola aveva assistito alla furibonda lite tra Lily, Piton e Potter in riva al lago alla fine dei GUFO l’anno precedente e chi non aveva potuto essere presente di persona, era stato abbondantemente informato dai racconti dettagliati degli amici e dai ricchi pettegolezzi che erano conseguentemente sorti.
Ora, quindi, tutti i ragazzi di Hogwarts sapevano che Lily Evans era single, libera come l’aria, il frutto proibito finalmente accessibile e in molti sognavano ardentemente di chiederle l’onore di essere i loro accompagnatori alla festa di Lumacorno.
Forse per il fatto che fosse sempre circondata dalle amiche, o per i pettegolezzi che avevano iniziato a girare dopo l’uscita ad Hogsmeade e che la volevano accoppiata a Potter (non era sfuggito il fatto che fossero tornati insieme dal villaggio), nessuno aveva trovato tuttavia il coraggio di approcciarsi a lei.
L’unico temerario che ci provò fu Sebastian Harrison, Prefetto Corvonero del settimo anno, Capitano della squadra di Quidditch nel ruolo di Cercatore, alto, snello, capelli biondi e occhi azzurri.
“Evans!” La salutò, cogliendola di sorpresa una sera pochi giorni prima della festa, mentre si sedeva accanto a lei al tavolo dei Grifondoro al termine di una cena.
Lily lo conosceva dalle riunioni dei Prefetti e, sebbene ci avesse parlato insieme poche volte, aveva sempre apprezzato i suoi modi affabili e il suo essere bello senza per forza doversene vantare tutto il tempo.
Perché, oggettivamente, Sebastian era un gran bel ragazzo e a Lily questa caratteristica non era mai sfuggita, come aveva sempre notato la sua mancanza di arroganza che, al contrario, abbondava in un altro bel ragazzo di sua conoscenza.
“Harrison.” Rispose lei con la fronte leggermente corrugata.
“Ottima cena, vero?”
“Come sempre. Va tutto bene? Sei venuto a riferirmi qualche cosa per i Prefetti?”
“In effetti no, ma volevo comunque parlarti.”
“Oh. Beh, va bene.”
“Io vado, Lily. Ci vediamo dopo in Sala Comune.” Si intromise Mary, alzandosi per non disturbare i due.
“D’accordo, a dopo.” Rispose Lily, sorridendo all’amica. “Dimmi pure.” Riprese, poi, rivolgendosi ad Harrison.
“Ho sentito che vai alla festa di Lumacorno.”
“Sì. Come te, immagino. Siamo entrambi Prefetti e tu sei anche il Capitano della tua squadra.”
“Esatto. Io… ecco… mi farebbe piacere se venissi con me. Se non sei già impegnata ovviamente.” Aggiunse in ultimo, velocemente, sperando ardentemente che non fosse così. Cercava di mantenere lo sguardo fisso su Lily, ma era dannatamente bella e faceva una grande fatica. Arrossì, quindi, e dovette spostare gli occhi su un punto neutro.
 Anche Lily arrossì leggermente di fronte a quella richiesta, ma sorrise.
Escludendo Potter che era un caso a parte, era la prima volta che le veniva chiesto un appuntamento! Non sapeva bene come ci si doveva comportare in questi casi, in fondo aveva sempre fatto tutto con Severus e aveva sempre declinato in modo irritato le seccanti richieste di Potter.
Quasi stentava a crederci che un bel ragazzo come Harrison stesse chiedendo proprio a lei di uscire. Come minimo aveva schiere di ragazze ai suoi piedi.
Avrebbe subito dovuto dire sì? Dire no? Aspettare e poi decidere?
Lo guardò leggermente inebetita per qualche istante, tanto che lui, riportando tristemente gli occhi su di lei, interpretò male quel silenzio.
“Lo sapevo… sei già impegnata… io… scusami…” E fece per alzarsi, quando Lily lo trattenne per la manica del maglione.
“No, fermo, scusami tu. Non mi aspettavo questa proposta, ma no, non sono impegnata.”
“Quindi ci verresti con me?”
Lily non sapeva bene cosa rispondere. Era elettrizzata e lusingata da quella proposta, ma nella mente si intrufolò prepotente e impertinente l’invito di Potter.
Non gli aveva ancora dato una risposta, ma era innegabile che, dopo l’uscita ad Hogsamde e le rivelazioni che le avevano fatto i ragazzi, aveva cominciato a guardare Potter con occhi nuovamente diversi. Se all’inizio dell’anno aveva iniziato a ricredersi su di lui, quelle nuove informazioni l’avevano reso ai suoi occhi ancora più nobile e onorevole, un ragazzo su cui poter contare e di cui potersi fidare.
Ma, se da un lato le stava piacendo quel ‘nuovo Potter’, dall’altro non poteva dimenticarsi dei cinque anni precedenti e in quel momento davanti a lei c’era un ragazzo decisamente bello, gentile, affabile, non arrogante e non idiota.
Sorprendendo anche sé stessa, rispose sicura: “Sì, mi piacerebbe.”
“Oh, stupendo!” Esclamò Sebastian altrettanto stupito, aprendosi in un largo e bellissimo sorriso, mentre rilasciava un sospiro che non si era accorto di trattenere. Quasi non ci sperava più. “Ti va se ci troviamo fuori dall’ufficio di Lumacorno per le 20.00?”
“Perfetto.”
“Ottimo. Buona notte Evans.” La salutò con un’occhiolino.
“Notte.”
E rimase a guardarlo mentre si allontanava, le lunghe gambe che attraversavano a falcate sicure la Sala Grande, il corpo snello, ma sodo e quei bei capelli biondi e ordinati.
Sorrise, mentre le gote si imporporavano di una tonalità di rosso molto simile a quella dei suoi capelli.
 
Quando tornò in dormitorio, com’era prevedibile, Mary le chiese di cosa avessero parlato lei ed Harrison.
“Non ci crederai, ma mi ha chiesto di andare con lui alla festa di Halloween e ho detto sì!” Spiegò Lily tutto d’un fiato, sentendosi leggermente elettrizzata all’idea di quell’inaspettato appuntamento.
“Cosa? Ma è stupendo Lily! Sono felice per te!” Esplose Mary, sorridendo.
“Grazie.”
“Mi sembra un gran bel ragazzo.”
“Già. Non ci ho mai parlato molto in realtà, ma mi sembra carino.”
“Il vestito non andrà sprecato con lui.” Civettò Mary, facendole l’occhiolino.
“Mary!”
“Beh, potrebbe essere la tua grande occasione.”
“Non ho intenzione di fare nulla con lui al primo appuntamento!”
“Dai Lily, almeno un bacio. Siamo rimaste le uniche due di questo dormitorio a non aver ancora dato il primo bacio.”
“Non è una cosa che mi preoccupa, sinceramente. Se avverrà bene, altrimenti ci saranno senza dubbio altre occasioni.”
“Io spero vivamente che accada, invece. Anche io ho una cosa da dirti. Poco fa Remus mi ha invitata ad andare con lui alla festa!”
“Cosa? Ma è grandioso! Andremo alla festa insieme e tu ci andrai con Remus! Sono contenta per te, è un ragazzo stupendo e te lo meriti davvero!”
“Sì.” Rispose Mary con un sospiro che lasciò il posto ad un sorriso sornione. “Non l’avevo mai considerato in quel senso, ma da quando Marlene mi ha detto che ha una mezza cotta per me da sempre, ho fatto caso ai suoi comportamenti, ai suoi modi di fare e devo dire che mi sembra proprio un ragazzo d’oro. Voglio dargli una possibilità.”
“A chi daresti una possibilità?” Chiese curiosa Marlene che entrò nel dormitorio in quel momento accompagnata da Alice.
Quella sera si erano tenuti gli allenamenti di Quidditch, quindi Marlene e i ragazzi avevano cenato presto per poter andare in campo, mentre Alice aveva afferrato di corsa un sandwich ed era scesa anche lei allo stadio per vedere Frank che si allenava.
“Come mai siete già tornate?” Domandò Lily, sorpresa. Di solito, infatti, le due amiche si attardavano da qualche parte con i loro ragazzi a sbaciucchiarsi o a fare sesso e tornavano molto tardi.
“Uno dei gemelli ha colpito male un bolide che è finito in testa a Cupper. James e Sirius l’hanno portato in infermeria e Frank si è voluto fermare con loro. A me non andava di restare lì. Odio l’odore che ha quel luogo e in ogni caso Madama Chips non vuole troppa gente attorno al letto. Tanto ora di domani Cupper si sarà già ripreso.” Rispose Marlene. “Allora, a chi daresti una possibilità?” Riprese poi, curiosa, sedendosi sul letto, prendendo uno Zuccotto di Zucca e guardando fissa Mary che, a quel punto, capì di non avere più scampo.
“A Remus.”
“A Remus? Perché?”
“Perché mi ha invitata alla festa di Lumacorno.”
“Noo!” Esclamarono all’unisono Marlene e Alice.
“Sii!” Replicò eccitata Mary.
“Oh, Mary, ma è una notizia stupenda! Sono contenta per te!” Disse Alice, abbracciando l’amica.
“Vedi che avevo visto giusto su di voi?” Fece notare Marlene, entusiasta. “Sapevo che avreste formato una bella coppia. È stupendo!”
“Beh, ancora non ci sono uscita, magari poi non è come sembra.”
“Sciocchezze. Remus è esattamente quello che sembra.”
Lily avrebbe voluto tanto replicare con un bel ‘E non sai come ti sbagli’ a quella frase, ma si trattenne. L’aveva promesso dopo tutto.
“Sarà fantastico, ragazze! Io e Sirius, Alice e Frank, Mary e Remus e Lily con James! Che invidia che voi due potete andare alla festa e con due ragazzi adorabili per altro! James sarà contento di sapere che ci sarete anche tu e Remus, Mary. Sarà come un’uscita a quattro. Quanto vorrei essere un Animagus per potermi trasformare in un insetto e venirvi ad osservare!” Iniziò a fantasticare Marlene, fino a che non vide lo scambio di sguardi tra Mary e Lily.
“Che succede? Devo sapere altro? Vai con James alla festa, vero tesoro?” Domandò, perspicace.
“Io… ecco… in effetti no.” Rispose Lily, sentendosi inaspettatamente in colpa.
“Che vuol dire ‘in effetti no’?” Chiese, cambiando tono di voce.
“Stasera Sebastian Harrison mi ha chiesto di andarci con lui e ho risposto di sì.”
“Tu cosa?” Sputò Marlene, quasi urlando.
“Ho detto sì, Marlene. Non ho mai detto che sarei andata alla festa con Potter.” Precisò Lily.
“Ma perché? Hai detto che ti ha riaccompagnata da Hogsmeade, che avete parlato, che ti ha invitata, cosa deve fare di più quel benedetto ragazzo? Portarti a Londra in groppa ad un Abraxan?”. Ormai Marlene era una furia incontrollabile.
Conosceva James fin da quando erano piccoli, era il suo migliore amico, l’aveva sempre considerato come un fratello, lo stimava come giocatore di Quidditch e ora anche come capitano. Era un bel ragazzo, onesto, leale e generoso e sì, qualche volta doveva ammettere che amava fare il piacione e l’arrogante, ma era una persona d’oro e odiava che la sua migliore amica non vedesse tutto ciò. Odiava che lui stesse male per lei. Odiava che le due persone che considerava come un fratello e una sorella si odiassero.
“Ma perché lo devi sempre difendere? Ti sei dimenticata degli anni di inferno che mi ha fatto passare?” Rinfacciò Lily che stava iniziando seriamente ad alterarsi.
“Oh, andiamo! Solo perché ti ha fatto qualche scherzo? Perché ha preso un po’ in giro Mocciosus? Ma non capisci che è cotto di te da anni e che ha sempre cercato un modo per attirare la tua attenzione e che era geloso di Piton? Ha sbagliato? Certo! Si è comportato da scemo? Altroché! Ma è un maschio Lily! Impiegano secoli a smettere di essere dei completi idioti. Ma lui è innamorato di te e spezzargli il cuore in questo modo, per di più con uno dei suoi acerrimi nemici, non è onesto.”
“Spezzargli il cuore? Acerrimi nemici? Ma cosa stai dicendo?”
“Sto parlando di Harrison, ovviamente! È il Cercatore della squadra di Corvonero e, guarda un po’, James è il Cercatore della nostra. Sono entrambi Capitani e si odiano, come è giusto che sia.”
“E secondo te io dovrei sacrificarmi ad uscire con Potter per il Quidditch?”
“Sacrificarti? Ma ti senti? Stai parlando di James Potter!”
“Appunto!”
“Oh, Lily! Ma apri un po’ gli occhi! E comunque sì, il Quidditch è importante, lo sai! Sono la tua migliore amica e ci gioco, metà dei tuoi amici ci giocano… è importante!”
“E infatti vengo a vedervi alle partite! Ma non posso prendere una decisione personale basandomi sul Quidditch! Io andrò a quel ballo con Sebastian, che a te piaccia o meno.”
“Fai come vuoi. Evidentemente non ti meriti uno che ti ama come ti ama James!”
“Bene!” Replicò Lily ferita.
Entrambe stavano urlando sotto gli sguardi attoniti di Alice e Mary. Non capitava spesso che Lily e Marlene litigassero, anzi, si potevano contare sulle dita le liti che avevano avuto dal primissimo anno ad Hogwarts fino a quel momento.
“Ragazze…” Provò a mediare Mary, titubante.
“Non ora Mary, per favore!” Sbraitò Marlene, zittendo subito l’amica.
“Ho bisogno d’aria. Vado a cercare Sirius.” Concluse, poi, uscendo dal dormitorio sbattendo la porta.
Mary e Alice rimasero qualche secondo a fissare la porta chiusa, non sapendo bene cosa fare. Si girarono, poi, verso Lily che aveva le lacrime agli occhi.
“Ho bisogno di farmi un bagno. Vado nel bagno dei Prefetti.” Informò Lily prima di uscire a sua volta dal dormitorio.
Mary e Alice aspettarono di non sentire più i passi dell’amica sulle scale, poi si guardarono e Mary disse: “Per la barba di Merlino! Non le avevo mai sentite litigare così!”.
“Già! E sono contenta per Lily, ma penso che Marlene abbia ragione.”
“Non conosco bene James quanto voi, ma sono anche io d’accordo con voi. Ma se Lily la pensa diversamente, dobbiamo rispettarlo.”
“Che pasticcio. Speriamo facciano pace.”
“Oh, la faranno. Quello che mi preoccupa è James. Gli si spezzerà il cuore. Hai visto come la guarda da quando hanno cominciato ad avere dei rapporti civili?”
“Altroché, è innamorato perso. Povero amico mio!”
“Comunque.” Riprese Mary dopo qualche minuto di silenzio, con un ghigno malizioso, “Se prima ero emozionata all’idea della festa, ora non vedo l’ora! Ci sarà da divertirsi!”
“Puoi scommetterci, amica!” Replicò Alice con lo stesso sorriso.
 
Marlene vide Sirius lasciare l’infermeria e gli corse incontro, gettandogli le braccia al collo.
“Ehi! Quanto siamo affettuose! Tutto bene?” Domandò Sirius guardando la faccia scura della sua fidanzata.
“No. James dov’è?”
“È ancora dentro a fare compagnia a Cupper. Frank se ne è andato poco fa e non vuole che rimanga da solo. Io stavo andando a sgraffignare un po’ di cibo dalle cucine. Ma che è successo?”
“Non qui.” Lo prese per mano e lo condusse in un’aula vuota poco distante da lì. Era tardi, ormai e non rischiavano di essere interrotti.
“Allora?” Domandò Sirius, ma venne subito interrotto da un bacio appassionato di Marlene che gli infilò la lingua in bocca, gli circondò la testa con le braccia gettandogli le mani nei capelli e gli premette il corpo addosso.
Sirius rispose con foga al bacio, schiacciandosi ancora di più contro di lei, se possibile. Le circondò la vita con le braccia e le afferrò saldamente le natiche, apprezzandone la soda rotondità. Le loro lingue erano impegnate in una lotta furiosa, Marlene a un certo punto gli morsicò un labbro e lui sentì il sapore ferroso del sangue e la cosa contribuì ad eccitarlo ancora di più.
Con un movimento sicuro sollevò la ragazza che avvinghiò le gambe attorno ai suoi fianchi e, a tentoni, trovò un tavolo su cui la fece sedere.
Si staccarono per un attimo, guardandosi negli occhi con passione alla fioca luce che penetrava attraverso la porta dal corridoio.
“Avevo bisogno di te.” Sussurrò Marlene con la voce roca. “Lo sai che ti amo, vero?”
“Lo so. Ti amo anche io.” Rispose Sirius con un tono roco e sommesso che fece vibrare il corpo di Marlene come una corda di violino.
Ripresero a baciarsi in modo molto appassionato e nel frattempo le mani di Marlene andarono a cercare la lampo dei pantaloni di Sirius. La trovò, la abbassò, sbottonò i pantaloni e mise la mano all’interno dei boxer del ragazzo, sentendo la sua erezione. Iniziò ad accarezzargli il membro e sentì Sirius tremare sotto quel tocco.
“Mi uccidi McKinnon!” Biascicò lui sulle labbra di Marlene con voce roca, staccandosi per qualche istante dal bacio.
Quando sentì che non poteva più aspettare, che doveva averla, si staccò dal bacio, le sollevò la maglietta, le tolse il reggiseno, le baciò delicatamente i seni facendole il solletico con i capelli che sfioravano la pelle eccitata e la fece sdraiare sul banco.
L’incontro tra la superficie fredda del tavolo e la pelle bollente di Marlene provocò una scossa alla ragazza che, non potendo più aspettare, attirò Sirius verso di sé.
Lui le sbottonò la gonna e gliela sfilò con un abile gesto, le tolse le calze e le mutandine e inserì esperto due dita nella vagina della ragazza che sussultò a quel tocco.
La accarezzò per un po’ e, quando la trovò pronta, al culmine dell’eccitazione tanto che non poteva aspettare un solo secondo di più, la penetrò.
Si mossero all’unisono per parecchi minuti, assecondando uno i movimenti dell’altro, e raggiunsero insieme l’orgasmo.
Marlene soffocò un grido sulla spalla del ragazzo, che fece altrettanto, mentre le morsicava la pelle soffice appena sotto al collo.
Quando finirono di fare l’amore, si rivestirono con calma, appoggiarono due banchi contro il muro e vi si sedettero sopra. Marlene appoggiò la testa nell’incavo tra la spalla e il collo di Sirius che le circondò la vita con un braccio.
Girò piano la testa verso di lei e le diede un morbido bacio tra i capelli, respirando il profumo fruttato del suo shampoo.
“È stato stupendo. Ti amo, Marlene.”
“Anche io ti amo.”
“Ma c’è qualcosa che ti turba.” Non poteva nascondergli nulla.
“Ho litigato con Lily.”
“Tu e la Evans avete litigato? Volete far piovere Pozioni Polisucco?”
Marlene ridacchiò, ma il nodo che aveva in gola non si allentò. Odiava litigare con Lily e raramente accadeva che avessero una discussione di quella portata, ma quando capitava si sentiva morire dentro.
“Vuoi parlarmene?” Chiese dolcemente Sirius.
“Non posso, non stasera. Ma lo verrai a sapere presto.”
“Riguarda James?”
Maledizione, non riusciva proprio a nascondere nulla a quel ragazzo, era come un libro aperto per lui.
“Già.” Si limitò a dire.
“Devo preoccuparmi?”
“Avrà bisogno di te.”
“Come sempre del resto.” Commentò Sirius con fare superiore, anche se sentiva una stretta allo stomaco. Per tutti i Gargoyle, quella dannata Evans! Aveva detto a James di lasciarla perdere, ma lui non voleva sentire ragione e sapeva quanto fosse innamorato di quella piccola testolina dai capelli rossi. Purtroppo, sapeva anche quanto aveva sofferto per lei, quanto si era tormentato, quanto era rimasto sorpreso, ma al contempo felice, dalla piega che il loro rapporto aveva preso da settembre e adesso avrebbe dovuto confortarlo di nuovo, stando alle parole di Marlene.
Non sopportava la Evans.
 
Lily corse per i corridoi deserti del castello con gli occhi pieni di lacrime, raggiunse il bagno dei Prefetti e vi si chiuse dentro.
Aprì tutti i rubinetti e, mentre le acque multicolore riempivano la grande vasca, si spoglio velocemente e si lasciò scivolare dolcemente in acqua, assaporando il calore del vapore che aleggiava sulla superficie.
Si mise nella posizione del morto e si fece cullare per un po’ da quel liquido profumato che l’avvolgeva completamente, poi raggiunse il bordo e si sedette su uno dei gradini della scala da cui si poteva uscire dalla vasca.
Si guardò attorno per un secondo, posò gli occhi distratti sulla vetrata con la sirena e poi scoppiò in lacrime.
Odiava litigare con Marlene, odiava deluderla, odiava sentirsi in colpa per Potter, odiava dovergli dire che non sarebbe andata alla festa con lui, ma, per tutte le Acromantule, la vita era la sua, la decisione spettava solo a lei e non aveva intenzione di andare a quel party con Potter.
Non che le importassero, ma aveva già sentito dei pettegolezzi su loro due dopo quell’uscita ad Hogsmade e non voleva che la gente pensasse che stessero insieme.
Non voleva perché non era vero, perché a lei non piaceva Potter, perché era un idiota, un arrogante, uno sbruffone ed uno così non le sarebbe mai piaciuto.
‘Ma quello che ha fatto per i suoi amici? Per Remus?’ Chiese una vocina nel suo cervello.
‘Quello non cambia le cose. Con me si è comportato male. Fine della storia.’
‘Ma tutte le volte che ti ha protetta?’
‘Si ma in che modo?’
Le parole di Marlene tornarono prepotenti nei suoi pensieri. È vero, non era sempre stato perfetto nei suoi modi di fare, nelle reazioni che aveva avuto, nelle parole che aveva usato, ma chi era perfetto in fondo?
Era davvero così innamorato di lei come diceva Marlene?
Il pensiero dell’amica le fece scendere ancora qualche lacrima.
Poteva anche essere innamorato, ma a lei non interessava, davvero, e aveva fatto bene a scegliere Sebastian. Lui sì che era il ragazzo per lei.
Sì, era quella la decisone migliore e la mattina successiva avrebbe detto a Potter che ci aveva pensato e che non sarebbe andata con lui.
Dopotutto non aveva mai detto che ci sarebbe andata e se lui si aspettava una risposta positiva, lei non poteva dargliela solo per fargli piacere, no?
Sì, era determinata e sicura.  
Uscì dalla vasca rinvigorita, si vestì e tornò in Sala Comune. Non incontrò nessuno e salì rapida le scale per andare nel suo dormitorio. Sperò che Marlene fosse già addormentata, non aveva voglia di affrontarla in quel momento.
Avrebbe parlato anche con lei la mattina seguente e le avrebbe detto che era soddisfatta e sicura della sua decisione e che non le avrebbe dato altre spiegazioni perché non ne doveva alcuna in effetti.
Fu felice di non vederla a letto e, ignorando gli sguardi di Alice e Mary, si infilò sotto le coperte, si girò verso il muro e chiuse gli occhi.
 
La sicurezza con cui era andata a dormire Lily, però, venne disintegrata dai primi raggi di sole il mattino successivo.
Quando si svegliò, notò che Marlene, notoriamente la più dormigliona del gruppo, era già uscita.
Non l’aveva sentita rientrare la sera prima e ora era già scesa. Doveva essere proprio arrabbiata. Per un momento si chiese se avesse detto qualcosa a Black o peggio a Potter, ma poi si disse che Marlene non avrebbe mai fatto una cosa del genere.
Quando si arrabbiava, sapeva essere anche vendicativa e Lily la conosceva troppo bene per non sapere che avrebbe dato qualsiasi cosa per vedere il momento in cui avrebbe detto a Potter che non sarebbe andata con lui alla festa.
Era il suo modo per dirle ‘Visto? Sei stata una stronza e adesso ne paghi le conseguenze e io guardo e rido. Poi ti consolo, poi facciamo pace, ma ora ti meriti la tua punizione.’
Lily sapeva di meritarsela quella punizione.
Aveva un nodo allo stomaco all’idea di dover parlare con Potter e poi con Marlene.
Si fece coraggio, si preparò e uscì dalla stanza.
Trovò Potter in Sala Grande, seduto tra Remus e Minus. Black era di fronte a lui, con Marlene seduta accanto.
“Buongiorno!” Esclamò Lily con un’allegria che non le apparteneva affatto quando li raggiunse.
“Buongiorno a te, Evans.” La salutò James felice, prima ancora che gli altri riuscissero ad aprire la bocca. Le rivolse uno dei suoi disarmanti sorrisi e il cuore le mancò un battito. Era bello, proprio bello. Ma no, aveva deciso ormai e non sarebbe tornata indietro.
Aveva visto giusto, però, Potter non sapeva nulla, ma, dallo sguardo gelido che le lanciò Black, capì che lui sapeva. “Evans.”, pronunciò in modo freddo il ragazzo giusto per cortesia, lanciandole certi fulmini con gli occhi che avrebbe potuto incendiare l’intera Foresta Proibita.
 “Ciao Lily.” La salutò Remus con voce assonnata, ma con la consueta dolcezza. Nemmeno lui sapeva.
Minus si limitò a farle un cenno con la testa, ma Lily non lo considerò nemmeno. Era piuttosto impegnata a cercare lo sguardo di Marlene che la ignorò di proposito, chinandosi a baciare profondamente Sirius prima di dirgli: “A dopo, amore mio. Ciao ragazzi!” Si alzò rapidamente e lasciò veloce la Sala Grande, evitando accuratamente di guardare Lily.
“Va tutto bene tra di voi, Evans?” Chiese Potter, che aveva osservato la scena.
“Certo.” Rispose Lily, sedendosi e prendendo un toast da imburrare.
Quella sarebbe stata una lunghissima giornata.
Black scosse la testa sentendo le parole della rossa, finì in fretta le sue uova strapazzate e si alzò lanciandole l’ennesima occhiata avvelenata, poi si congedò dicendo che voleva raggiungere Marlene.
Lupin lo seguì perché doveva passare in biblioteca prima delle lezioni e Minus, beccandosi un cenno alquanto eclatante da Potter, seguì gli amici senza dire nulla.
“A quanto pare siamo soli, Evans.” Disse Potter per rompere il ghiaccio. “Sicura che sia tutto a posto con Marlene?”
Lily rimase con il toast a mezz’aria, indecisa su cosa dire, ma sapendo di non avere molte alternative. Prima o poi avrebbe dovuto sganciare la patata bollente.
“No, in effetti. Abbiamo litigato.” Optò per togliersi subito il pensiero. Come dicevano i babbani, via il dente, via il dolore.
“Oh, mi spiace. E perché? Voi non litigate mai.”
“Per te in effetti.” Decise improvvisamente che era colpa di Potter quello che era successo con Marlene. Pensarla così non la faceva sentire meno in colpa e sapeva che era da bambini, ma in quel momento aveva bisogno di scaricare parte delle sue responsabilità.
“Per me? Non so se esserne dispiaciuto o lusingato. Sono sempre nei tuoi pensieri, vedo.”
“Al contrario.” Ribatté gelida. “Ma hai una grande amica che ti difende sempre a spada tratta e immeritatamente devo dire.”
“Non ti seguo.” Disse Potter corrugando la fronte, mentre una mano andava nervosa a sistemarsi i capelli e poi gli occhiali.
“Non verrò con te alla festa di Lumacorno, Potter. Sebastian Harrison mi ha invitata e ho detto sì. Marlene voleva che ci andassi con te e quando ha scoperto che avevo accettato la proposta di un altro si è arrabbiata e abbiamo litigato. Quindi è colpa tua e non te ne devi sentire lusingato.” Aveva parlato velocissimo, si sentiva le guance rossissime, aveva sudato e aveva caldo.
Aveva osservato il volto di Potter per tutto il tempo e la delusione che vide dipinta sul suo bel viso le fece male, ma solo per un momento.
Lui era Potter, l’arrogante, l’idiota, quello che aveva sempre vezzeggiato Severus e che ora l’aveva fatta litigare con la sua migliore amica. Era un problema. Combinava solo danni. Non avrebbe portato mai a niente di buono una possibile frequentazione con lui.
 
James rimase in silenzio per quelle che gli sembrarono ore.
Non riusciva a crederci.
Gli aveva detto no. L’aveva rifiutato.
Era sicuro che avrebbe detto sì questa volta.
Dopo quello che era venuta a sapere ad Hogsmeade, quello che si erano detti fuori dal castello, ma evidentemente si sbagliava.
Evidentemente lei lo odiava fino a quel punto.
E lui sapeva benissimo che era colpa sua. Era andato oltre in troppe occasioni.
Avrebbe voluto scusarsi per tutto, rimediare, prendere una Giratempo, tornare indietro e fare bene, ma non poteva.
Era stato più stupido di un Troll di Montagna.
Aveva sempre fatto lo sbruffone, l’idiota, l’arrogante, il piacione e questo era quello che si meritava.
Si sentiva morire dentro.
Lei era lì di fronte a lui così bella, così perfetta e così letale e lui non riusciva nemmeno ad essere arrabbiato perché sapeva di meritarsi tutto quello.
Ma, in fondo al cuore, sapeva anche che quell’anno era davvero cambiato, sapeva di averle fatto vedere lati del ‘nuovo James’, del ‘vero James’ che fino a quel momento aveva mostrato solo in presenza dei suoi migliori amici.
Si scompigliò i capelli guardando altrove, gli occhi che vagavano frenetici lungo il tavolo e le pareti della Sala Grande. Cosa avrebbe detto?
Lei di sicuro si aspettava una reazione negativa. Il ‘vecchio’ James avrebbe fatto di tutto per farle cambiare idea, avrebbe messo in piedi una scenata seduta stante, mettendola in imbarazzo, si sarebbe arrabbiato.
Il ‘nuovo’ James, invece, pur morendo dentro, pur sentendo la rabbia che montava nel petto al pensiero di quanto stupido era sempre stato, pur volendo piangere perché sapeva di averla persa, disse: “Oh. Harrison, eh? Un buon giocatore. Ovviamente io sono meglio, ma ti poteva anche capitare qualche sfigato. Divertitevi.”
Si alzò dal tavolo e uscì dalla Sala Grande, lasciando Lily interdetta.
Non si era di certo aspettata quel tipo di reazione, ma ne fu contenta. L’aveva presa bene, tutto sommato.
Si alzò anche lei, pronta ad andare a chiarire con Marlene e soddisfatta per come fosse andata quella chiacchierata. Si era aspettata di peggio ed era felice che non fosse andata come aveva pensato.
 
Ovviamente Lily si sbagliava. E di grosso anche.
Pur avendo reagito con razionalità sul momento, James era ben lontano dall’averla presa bene.
Raggiunse la Sala Comune in tempo record, salì le scale del dormitorio, entrò e sbatté con veemenza la porta che si chiuse con un rumore assordante.
Tirò un calcio al bordo del letto, incurante del dolore che subito percepì all’alluce del piede. Nessun dolore era paragonabile a quello che Lily gli aveva appena dato.
Sirius uscì dal bagno e si sedette sul letto.
Sapeva cosa stava per succedere e, invece di raggiungere Marlene come aveva detto, si era recato in dormitorio per aspettare James.
Era sicuro che la Evans gli avrebbe parlato subito e che lui si sarebbe rifugiato lì.
Lo vide camminare avanti e indietro in modo frenetico, la rabbia palpabile, la delusione dipinta sul viso.
“Lo sapevi?” Chiese James vedendo come lo guardava l’amico.
“Avevo intuito qualcosa da quel poco che mi aveva detto Marlene, ma speravo con tutto il cuore di sbagliarmi. Mi spiace Ramoso. Sai com’è fatta.”
“Non lo so a quanto sembra. Pensavo davvero che accettasse questa volta, Felpato. Non l’hai vista tu, ma dallo sguardo che mi ha lanciato, avresti detto che la risposta sarebbe stata sì. E invece mi sono sbagliato. Ancora. Sono un Troll. E quel che è peggio è che ci va con Harrison!”
“Sebastian Harrison?” Fece eco Sirius, quasi schifato. “Ora capisco perché Marlene abbia litigato con lei. Da quello che ho capito, lei voleva che la Evans andasse alla festa con te.”
“E non era la sola. Cavolo, mi sento veramente un Troll!” Esclamò dando un pugno alla gamba del letto a castello.
“Saltiamo lezione? Vuoi andare a fare qualcosa?”
“Sì!” Esclamò d’impulso, ma poi ci ripensò. “Anzi, no. Non darò questa soddisfazione alla Evans. Mi dimostrerò superiore. Andrò a lezione e andrò al ballo da solo. Non ho bisogno di lei.”
“Da solo? Ma sei impazzito? Non hai davvero nessuna da invitare?”
“Ci penserò su. Andiamo ora. Evans dovrà rimpiangere questa decisione da qui alla fine dei suoi giorni. E, alla prossima partita dei Corvonero, ricordiamo ai gemelli di tirare un bolide o due in testa a quello scemo di Harrison. Dobbiamo farli più neri di quello che già sono. Devo prendere subito il boccino e umiliare quell’odioso.”
“Sempre dalla tua parte, amico.” Rispose Sirius alzandosi dal letto e seguendo il suo migliore amico a lezione di Pozioni.





Eccomi! Scusate per l'attesa esagerata, ma mi sto per trasferire per lavoro e ho avuto un sacco di cose da preparare e a cui pensare.
Spero che il capitolo vi piaccia. Le cose tra Lily e James stavano andando un po' troppo bene e sono dovuta intervenire XD

Grazie a chi recensisce e a chi ha messo tra seguite e preferite.

Baci!!

 
  
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