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Autore: T612    01/04/2019    3 recensioni
Dieci anni di Marvel descritti dalle note e dai testi dei Coldplay, in un crescendo che sfiora la soglia della resa dei conti definitiva:
1. Life in technicolor II - Tony Stark
2. Cemeteries of London - Clint Barton
3. Lost! - Peter Quill
4. 42 - Steve Rogers
5. Lovers in Japan - Stephen Strange
6. Viva la vida - Loki Odinson
7. Violet hill - James “Bucky” Barnes
8. Strawberry Swing - Wanda Maximoff
9. Death and all his friends - Natasha Romanoff
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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VIVA LA VIDA - Loki Odinson
[link alla canzone]




I used to rule the world
Seas would rise when I gave the word
Now in the morning I sleep alone
Sweep the streets I used to own

Recluso per un crimine che non attribuiva completamente a se stesso, biasimato per una conquista che non aveva portato a termine, sperando che la propria condanna a morte lo raggiungesse il più tardi possibile.
Loki era circondato dai campi di energia impenetrabili delle celle asgardiane, ma era consapevole che i figli di Thanos l’avrebbero raggiunto ovunque si fosse rintanato, conscio che fosse stato un errore di principio fidarsi del titano… credeva che valesse la pena regnare su un popolo sottomesso a cui bastava una sua parola per muovere mari e monti, ma era stato un desiderio vano, spinto dall’odio verso un trono rinnegato ed un legame spezzato.
Il dio dell'inganno aveva sfiorato il potere, rendendosi conto che il trono a cui puntava era solo un miraggio scaturito dalla Gemma… l’aveva capito tardi, ormai aveva perso tutti i legami con la Corona e dubitava di avere la possibilità per ristabilirli, macerando nella solitudine di una cella asettica e silenziosa, riempita unicamente dalle sue lacrime e dalle sue urla.

I used to roll the dice
Feel the fear in my enemy's eyes
Listened as the crowd would sing
"Now the old king is dead! Long live the king!"
One minute I held the key
Next the walls were closed on me
And I discovered that my castles stand
Upon pillars of salt and pillars of sand

Loki era in collera, era stato raggirato da una forza superiore, incolpandosi per aver ritenuto una buona idea vendicarsi della Corona, in una manovra temeraria ed imprevedibile, inconsapevole di essersi unito ad una causa che puntava ad un tiro di dadi truccati.
Il dio degli inganni amava scommettere, aveva deposto re e regine sussurrando all’orecchio dei sudditi, rigirando tra le dita dei dadi molto simili a quelli usati dal titano… era una tattica che utilizzava spesso, a tal punto da irritarsi indignato per essere stato fregato al suo stesso gioco dagli insospettabili monarchi sul trono di Asgard.
Il Padre Ancestrale gli aveva promesso il trono sul quale ambiva a salire, senza dire mezza parola in merito al fatto che non gli avrebbe mai permesso di avvicinarsi ad esso più del dovuto. Quello era il posto eletto e preposto per il fratello, generando un odio ribollente e sordo che era esploso in ritardo, generato dalla bugia che si ergeva a base della sua vita.
Aveva rinnegato il padre, salendo al trono alla ricerca di una approvazione da parte del popolo, per poi capire che il potere era transitorio, lasciandosi cadere dal Bifrost per sfuggire da ogni giudizio… Odino non voleva un Gigante di Ghiaccio sul trono di Asgard, mentre a Thanos non interessava chi governasse la Terra, promettendogli il trono in cambio di uno dei gioielli della Corona.
Credeva fosse un buon compromesso all'affronto subíto, ma l’inganno era stato smascherato, la zizzania seminata non aveva attecchito… ritrovandosi in manette, mentre il grido infuriato del titano si era disperso tra le stelle, scuotendolo fino alle fondamenta del suo essere.

I hear Jerusalem bells a-ringing
Roman cavalry choirs are singing
Be my mirror, my sword and shield
Missionaries in a foreign field
For some reason I can't explain
Once you'd gone there was never
Never an honest word
And that was when I ruled the world

Loki aveva sempre mosso le sorti del mondo, avere così tanti anni sulle spalle aveva i suoi vantaggi, aveva ascoltato compiaciuto la folla gridare tra i vicoli di Gerusalemme, aveva marciato con i cavalieri inneggiando alla guerra, sussurrando all’orecchio delle anime ignare… non aveva mai provato a nascondere la sua vera natura, preferiva giocare con i suoi mille volti, cogliendo il lato naturalmente ironico che il mondo gli offriva in continuazione.
Il dio degli inganni con il passare del tempo aveva abbandonato la bramosia del trono, puntando ad ottenere un riconoscimento negato dal padre per principio… forse doveva puntare il dito contro se stesso per la poca fiducia che tutti riponevano in lui, biasimando la sua naturale predisposizione al misfatto, ignorando le dicerie scaturite dalla sua reputazione.
Aveva compiuto gesta eclatanti per guadagnare un briciolo di riconoscimento, senza rendersi conto che nella foga e nella mania di grandezza aveva perso la benevolenza del fratello per strada… aveva dovuto ricredersi quando aveva percepito il dolore di Thor nel vederlo morire, spiandolo mentre indossava il lutto versando lacrime silenziose attraverso gli occhi onnipresenti dei corvi di Odino… un dolore autentico, mai espresso a parole, che era stato in grado di spezzare qualcosa dentro al cuore ghiacciato di Loki.
Aveva ignorato quel sentimento di puro affetto per non soccombere ad un qualsiasi rimpianto… non poteva permettersi di provare certe cose, dopotutto l’amore è l'inganno più vecchio del creato, è solamente la colossale bugia che spinge avanti le sorti del mondo.

It was a wicked and wild wind
Blew down the doors to let me in
Shattered windows and the sound of drums
People couldn't believe what I'd become
Revolutionaries wait
For my head on a silver plate
Just a puppet on a lonely string
Oh who would ever want to be king?

Il dio degli inganni aveva usurpato il trono, beandosi degli agi e delle comodità di governare su Asgard, ignorando le dicerie che circolavano sospinte dal vento fino alle sue orecchie.
Gli asgardiani erano scontenti dell’operato del Padre Ancestrale, stentavano a credere che Odino preferisse i banchetti e gli spettacoli teatrali, vivendo in una costante burla, ignorando le minacce che incombevano sui Nove Regni… accogliendo con gioia il ritorno di Thor, osservando sgomenti l'inganno a cui erano stati soggetti quando Loki aveva calato la maschera.
Non poteva biasimarli se pretendevano la sua testa su un piatto d’argento, segretamente grato che il fratellastro l’avesse trascinato alla ricerca del padre… l’avevano trovato in Norvegia, li aspettava entrambi, in attesa che le Norne recidessero il suo filo, polverizzandosi in milioni di faville luminose.
Odino aveva confessato le sue colpe solamente in punto di morte… l’aveva chiamato figlio, per poi tentare di prepararli all’apertura dei portoni di Hel prima che fosse troppo tardi.
Loki credeva che nulla potesse più sorprenderlo, aveva dovuto ricredersi quando aveva visto i resti sfrigolanti di Mjöllnir sul prato, urlando contro il cielo imponendo a Heimdall di aprire il Bifrost… rendendosi conto dell’errore solo una volta aperto, venendo scagliato giù dal ponte dell’arcobaleno da Hela, precipitando all’interno di un gap, finendo per schiantarsi su Sakaar.
Aveva tentato di sfruttare la situazione a suo vantaggio, manipolando il Gran Maestro per portarsi in una posizione di prestigio, aggirando il sistema dell’arena tentando di portare in salvo suo fratello, una volta scoperto che Valchiria l’aveva recuperato dalla discarica… aveva tentato di ignorare il più a lungo possibile il Ragnarok, ma era stato inevitabile, consapevole di non poter sfuggire per sempre ad una profezia.
Le Norne non potevano essere ingannate, erano loro che tessevano le sorti di milioni e milioni di anime, loro sapevano che il suo filo non era mai stato reciso davvero… poteva raggirare il titano, poteva illudere se stesso, ma non loro… non a lungo almeno.
Alla fine era tornato a casa, era stato inutile negare le sue intenzioni di fronte al fratello… anche se si era sorprendente ricreduto nel sapere che Thor si era rassegnato ad accettarlo per come era, con i suoi alti e bassi caotici, scovando lo schema alla base dei suoi trucchi.
Era tornato presentandosi come il salvatore, deponendo Hela dal trono con le sue mani, senza ricorrere ad inutili sotterfugi… era andato contro a tutti i suoi principi, abbandonando il basso profilo, dando alle fiamme Asgard.
Davanti all’implosione della casa natale non era riuscito a restare indifferente… sotto molti aspetti gli ricordava Roma arsa dalle fiamme, avvolta in spirali di fumo, costellata da grida agonizzanti. Non si riconosceva più nelle sue azioni passate, sorprendendosi del profondo cambiamento che avvertiva nel tumulto dei suoi sentimenti, cancellando il ricordo del sorriso che gli aveva solcato le labbra a specchio di quello sul viso di Nerone… la sua intera vita era stata demolita insieme alle fondamenta del suo essere, cadendo a pezzi insieme alle radici di Yggdrasill.
Loki voleva illudersi di essere diventato una persona diversa, ripudiando il suo passato discutibile, stazionando alle spalle del trono con una mano amica posata sulla spalla del fratello… non desiderava più il potere, aveva visto la sorella percorrere la sua stessa strada consumandosi nell'odio, arsa viva per difendere quello scranno dorato che aveva bramato per tutta la vita.
Il dio degli inganni voleva illudersi di essere diventata una persona diversa, ignorando il peso impalpabile del suo giocattolo preferito che gravava sulla sua testa come una spada di Damocle, attendendo di venire decapitato da un momento all’altro, temendo il grido furioso in avvicinamento del titano.

I hear Jerusalem bells a-ringing
Roman cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can't explain
I know St Peter won't call my name
Never an honest word
But that was when I ruled the world

Loki aveva visto moltissime guerre nel corso della sua lunga vita, aveva visto campi di battaglia ricoperti di cadaveri e crateri sul terreno che avevano raso al suolo qualunque cosa… ma i resti del combattimento contro Thanos erano il peggior scenario a cui era mai capitato di assistere.
Austero e rigido come un fuso, attendeva di conoscere il suo destino con le armi nemiche puntate alla schiena, mentre tenta inutilmente di restare impassibile di fronte alla vista del fratello in fin di vita.
Percepisce le Norne dipanare il suo filo dorato di fianco a quello del fratello, osservando i punti sfilacciati e i nodi che ingarbugliano la matassa, valutando su quale dei due far calare la lama della forbice… Loki ha una preferenza, ce l’ha sempre avuta.
Tenta di trattenersi di fronte alle urla di Thor, testando la sua tempra di fredda indifferenza, ma il suo sguardo liquido lo tradisce.
Si scopre in colpa e in debito nei confronti del fratello, dando vita ad un inconscio istinto di protezione… non ha mai fatto tante cose, detto parole e frasi di conforto, non ha mai allungato una mano in un semplice gesto d’aiuto senza trasformarlo in qualcos’altro… a differenza del fratello, che nonostante tutto non ha mai perso sul serio la speranza nei suoi confronti.
Loki ha un debito enorme, vorrebbe restare fedele a se stesso, lo vorrebbe sul serio… ma urla al titano di fermarsi.
Il debito va saldato… solleva il mento in segno di arroganza, mentre l’universo trattiene il fiato di fronte all’epilogo della vicenda, prima che cali definitivamente il sipario sulla tragedia.

I hear Jerusalem bells a-ringing
Roman cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can't explain
I know St Peter won't call my name
Never an honest word
But that was when I ruled the world

Il dio degli inganni compie un passo in avanti, suscitando la curiosità delle Norne, che lo osservano mentre consegna il Tesseract lasciando sospesa la forbice tra i due fili tesi.
Loki non sa spiegarselo con precisione, ma sa ancor prima di far apparire il coltello dietro alla sua schiena che lui non si salverà dall’ultimo inganno.
Rassicura il fratello, proclamandosi figlio di Odino accettando l’indissolubile legame fraterno, rivolgendogli le uniche parole completamente oneste che ha mai proferito in vita sua… non vuole che le ultime frasi che Thor ricordi di aver scambiato con lui siano “sei proprio il peggiore dei fratelli”.
Lo legge nel suo sguardo, la consapevolezza che l’impensabile sta per accedere e che la sua vita sta per giungere al termine, mentre le parole sfuggono dalle sue labbra sotto forma di dolce promessa… “ti assicuro fratello, il sole brillerà nuovamente su di noi”.
Lo guarda negli occhi con tutta la sincerità e l’amore di cui è capace, stringendo il manico del coltello che tiene nascosto dietro la schiena… per poi aggrapparsi alla mano violacea che gli blocca l’arrivo dell’ossigeno ai polmoni.
Cede esanime, gettato a terra con la grazia scomposta di una bambola di pezza, le lacrime cristallizzate agli angoli degli occhi... mentre le Norne commosse calano la forbice recidendo il suo filo, in un rumore secco e definitivo che risuona nel silenzio dell’universo.



Commento dalla regia:
Ad essere sincera non sono soddisfatta al 100% della resa di questo capitolo, non so se perché sono strettamente legata quasi sentimentalmente a “Viva la vita”, o semplicemente perché Loki è un personaggio estremamente complesso.
In ogni caso, a voi le spiegazioni/riferimenti del caso: ho voluto giocare con gli elementi della mitologia norrena (Norne e Yggdrasill nello specifico), sul fatto che Loki ha un’infinità di anni sulle spalle (con riferimenti all’età romana ricollegabili al testo della canzone e ad eventi storici di vario genere) e che l’attacco di New York è stata la causa della sua rovina, prendendo per buona la conferma che all’epoca anche lui era caduto sotto l’influenza della Gemma contenuta nello scettro.
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento, qualunque commento è sempre ben accetto!
_T

   
 
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