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Autore: T612    08/04/2019    3 recensioni
Dieci anni di Marvel descritti dalle note e dai testi dei Coldplay, in un crescendo che sfiora la soglia della resa dei conti definitiva:
1. Life in technicolor II - Tony Stark
2. Cemeteries of London - Clint Barton
3. Lost! - Peter Quill
4. 42 - Steve Rogers
5. Lovers in Japan - Stephen Strange
6. Viva la vida - Loki Odinson
7. Violet hill - James “Bucky” Barnes
8. Strawberry Swing - Wanda Maximoff
9. Death and all his friends - Natasha Romanoff
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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VIOLET HILL - James “Bucky” Barnes
[link alla canzone]



Was a long and dark December
From the rooftops I remember
There was snow, white snow
Clearly I remember
From the windows they were watching
While we froze down below
When the future's architectured
By a carnival of idiots on show
You'd better lie low
If you love me, won't you let me know?

I tetti imbiancati di Mosca erano uno spettacolo per gli occhi, tanti piccoli quadrati candidi, resi violacei dalla luce della luna.
Il tempo sembra essersi bloccato, mentre il vento pungente riapre le crepe sulle nocche già mutilate, portando via il fumo e la spolverata di cenere che precipita dal mozzicone di sigaretta che pendeva dalle labbra di James, un puntino luminoso nel buio candido.
Natalia sbuca alle sue spalle cingendogli la vita, esprimendo il desiderio futile e irrealizzabile di scappare via da lì... li avrebbero trovati in capo al mondo, non potevano semplicemente correre via dai cancelli del Cremlino senza guardarsi indietro, qualcuno li osservava sempre dall’alto dei tetti imbiancati di Mosca.
James registra appena il desiderio espresso dalla donna, gli chiede se la seguirebbe, gli chiede se la ama davvero… ma entrambe le risposte vengono proferite con un sussurro che viene disperso nel vento, sfiorandole la nuca in una carezza, depositando un leggero bacio sulle labbra della donna.
James torna a posare di nuovo gli occhi sulla neve immacolata, seguendo il movimento dei fiocchi di neve che si posavano inesorabili sui marciapiedi, coprendo i fiumi di sangue che tingono le strade, sui capi di innocenti, aguzzini e vittime senza discriminazioni... Mosca ricoperta di neve li illude entrambi che sia un bel posto dove vivere.

Was a long and dark December
When the banks became cathedrals
And a fox became God
Priests clutched onto bibles
Hollowed out to fit their rifles
And a cross held aloft
Bury me in armour
When I'm dead and hit the ground
My nerves are poles that unfroze
If you love me, won't you let me know?

James sapeva che prima delle Alpi era stato un bravo stratega, ricordava che al bunker lo screditavano in molti, ma alla fine anche i reticenti avevano dovuto ammettere che c’era più di un buon motivo se era il braccio destro del Capitano, oltre all’ovvio lascito d’infanzia e il tacito accordo che li legava indissolubilmente fino alla vera fine. Non sapeva determinare con precisione quando aveva riconosciuto tale dote scindendola dall’indole del Soldato perfetto, ma qualcosa dentro il suo cervello si era sgretolato, permettendo al Sergente di farsi strada guidato dal filo rosso del suo codice morale, paradossalmente riaffiorato mentre tentava di spezzare una ragazzina rossa come il fuoco e dalla tempra d’acciaio.
Aveva riscoperto le sue doti da stratega al momento giusto, appena in tempo per pianificare la fuga dallo stesso inferno che condivideva con Natalia, cercando il modo per scappare senza lasciare impronte sulla neve già macchiata di sangue.
James non sapeva quando il desiderio irrealizzabile di scappare era diventato concreto, quando la teoria si era tramutata in pratica… ma dopo settimane di attenta pianificazione non riusciva a capire quale fosse stata la falla nel sistema. Forse aveva commesso un errore di calcolo, forse aveva proferito una parola di troppo o inflitto una pugnalata di meno… forse le sue doti di stratega erano arrugginite dal tempo, forse le sinapsi del Soldato non erano mai riuscite a raggiungere e ricollegare sul serio i ragionamenti del Sergente.
Se ne era reso conto tardi, quando la pallottola aveva tentato di stroncargli il fiato a tradimento, prima che la scarica di piombo si abbattesse su di lui nel tentativo di placare la furia omicida quando aveva visto gli uomini armati avvicinarsi pericolosamente alla sua piccola ballerina.
James aveva tramortito diverse guardie prima di ritrovarsi a terra in mezzo ad una pozza di sangue, venendo trascinato di peso fino al laboratorio. Aveva cercato lo sguardo di Natalia per un’ultima volta, trovandola all’altro capo della stanza, spaventata, urlante e in lacrime, mentre le guardie la scortano lontano da lui.
Natalia supplicava con tutto il fiato che aveva in gola che lo risparmiassero, incurante della propria sorte, dibattendosi con la canna del fucile puntata alla tempia… James avrebbe voluto gridare con la stessa forza che la liberassero, che un’anima infuocata come quella di Natalia non apparteneva davvero ai venti siberiani e al nevischio che calava d’inverno su Mosca, ma le loro urla erano state inutili di fronte ai loro padroni… tutti quei sussurri che si erano scambiati sotto l’ombra del Cremlino erano stati spazzati via dopo la prima scossa ad alto voltaggio.
Restavano solo urla e parole sconnesse disperse tra i vicoli di Mosca, l’ultimo ricordo tangibile della sua piccola ballerina ridotto ad una fragile traccia nei recessi della sua memoria, un grido disperato perso nel tempo che per un breve periodo aveva avuto lo stesso significato di un “ti amo”.

I don't want to be a soldier
Who the captain of some sinking ship
Would stow, far below
So if you love me why'd you let me go?

James aveva tentato di seppellire il Soldato precipitando nel fiume Potomac, cercando una redenzione per le sue azioni trascinando il fratello riconosciuto sulla riva, allontanandosi con sguardo sfuggevole alla ricerca del Sergente che sapeva di essere stato una volta.
Aveva fatto ricerche, recuperando frammenti di ricordi dai giornali e dai musei, viaggiando senza sosta alla ricerca di un punto di arrivo per la sua anima inquieta… consapevole che una strategia senza tattica è un cammino lento in partenza. [*]
In due anni era riuscito a raccogliere i cocci del Sergente, in un processo lungo e tortuoso scandito da incubi e sensi di colpa, incollando i pezzi con frammenti sconnessi e flebili ricordi di troppe vite precedenti. Sapeva di essere stato un Sergente per il suo Paese e un Soldato per i suoi padroni, ricordava di essere stato anche un “James” per un’anima rosso fuoco… ma desiderava disperatamente di ritornare ad essere un “Bucky” per il suo Capitano, trovandosi impreparato quando suo fratello aveva fatto irruzione nella sua vita sfondando la porta del suo appartamento a Bucarest, trascinandolo lontano dai resti di una piovra malconcia che minacciava di soffocarlo di nuovo.
Steve aveva gettato all’aria la sua vita e i suoi progetti per lui, decretando che la percentuale di “Bucky” che James aveva recuperato era sufficiente per renderlo meritevole di essere salvato, a prescindere se lui condivideva o meno quell’azione avventata, fregandosene dei rischi che comportava una scelta del genere… incurante che una tattica senza strategia è solo clamore prima di una sconfitta annunciata. [*]
Iron Man e soci avevano provato a far rinsavire Steve a suon di pugni nel bel mezzo di un aeroporto a Lipsia, ma era stato un tentativo inutile, demolito dalla cocciutaggine di Steve e dal reale pericolo di una minaccia molto più grande di una firma di su un pezzo di carta… solo Natalia era riuscita effettivamente a sbarrare loro la strada, l’anima rossa che bruciava immutata con la stessa intensità di sempre, il ricordo di un grido sussurrato tra le labbra mentre si spostava per lasciarli passare.
La sua piccola ballerina aveva ceduto il passo al Capitano e al Sergente, non si era voltata per richiamare indietro il suo James, semplicemente aveva finto che non fosse mai esistito per non complicare ulteriormente le cose… ma lo sguardo l’aveva tradita, un microscopio barlume di speranza smorzato immediatamente, un sintomo lampante che anche lei certe cose non avrebbe potuto dimenticarle nemmeno volendo.
James si era lasciato scivolare addosso quello sguardo per il bene di entrambi, aveva incollato i cocci restanti della sua anima, seguendo la fede cieca che riponeva nel fratello. Una vita prima avevano giurato di restare insieme fino alla vera fine, aveva seguito Steve imbarcandosi in quella nave prossima al collasso, colando a picco nel mare ghiacciato della Siberia, affondando definitivamente di fronte ai compromessi e agli errori invalicabili commessi in una strada deserta che portava al Pentagono… dopotutto la traiettoria di un’anima spezzata punta sempre verso il collasso.

I took my love down to violet hill
There we sat in snow
All that time she was silent still
So if you love me, won't you let me know?
If you love me, won't you let me know?

James adorava aspettare l’alba, negli ultimi tempi trovava difficile dormire, ritrovandosi sempre più spesso a fuggire dalla sua tenda all’accampamento, sedendosi sulla cima del dirupo per osservare il sole africano che si levava tingendo il cielo di viola.
Per qualche secondo, osservando le nuvole lilla striate di violetto, poteva illudersi di avere ancora dieci anni, immaginandosi sopra i tetti di Brooklyn insieme a Steve ad aspettare il sorgere del sole su tempi più felici ed innocenti.
In Wakanda le albe e i tramonti erano i più intensi che avesse mai visto, i colori si fondevano tra loro in esplosioni uniche in grado di infondergli un po’ di pace, scatenando al contempo valanghe di ricordi… James si rivedeva sul terrazzo di Mosca ad osservare il pendio innevato che si perdeva nella steppa, la presenza silenziosa di Natalia al suo fianco mentre la luna tingeva la brina di viola, la mano calda stretta intorno alla sua, affondando le unghie nella sua pelle per ancorarlo a quei brevissimi momenti di felicità.
Gli attimi sereni erano stati stroncati dal ghiaccio e dalle lancette inesorabili dell’orologio… quando aveva rivisto Steve e Natalia tra gli alberi sferzava vento di guerra, accogliendo entrambi sul campo di battaglia con un nuovo peso d’oro e vibranio sulla spalla sinistra, sfiorando il grilletto di un mitragliatore con l’indice destro.
Aveva combattuto procrastinando discussioni lasciate in sospeso ancora anni prima, digrignando i denti mentre prendeva la mira e faceva piovere proiettili sugli invasori intergalattici, coprendo le spalle al suo Capitano, alleggerendo la mole di avversari alla sua piccola ballerina.
A battaglia conclusa si era guardato intorno, cercando Natalia con lo sguardo tra le sterpaglie della giungla africana, scontrandosi invece con le domande senza risposta proferite dal fratello a qualche metro di distanza.
Poi c’era stato quell’attimo indefinito come un battito di ciglia… e James aveva percepito un malore all’altezza dello stomaco, qualcosa all’interno del suo corpo era stato reciso dilaniando i suoi organi, ritrovandosi a chiamare il fratello con un filo di voce, come se nei suoi polmoni si fosse depositato un quintale di cenere… muovendo un passo in avanti, spostando il peso su una gamba inconsistente, mentre le sue dita si sgretolano facendo scivolare l’arma a terra, registrando appena il rumore sordo del mitragliatore che impatta contro il terreno.
La vista di James si appanna, percependo una luce bianca striata di viola, la medesima sfumatura della neve che d’inverno ricopriva i vicoli di Mosca… tramutandosi in cenere con una richiesta d’aiuto ancora impressa sulle labbra, lasciando aleggiare nel silenzio centinaia di domande senza risposta.



Commento dalla regia:
Questo capitolo è il motivo per cui esiste l’intera raccolta, con ovvie deduzioni su chi sia il mio favorito all’interno dell’MCU.
L’intera song-fic è costellata di riferimenti alla relazione tra Bucky e Natasha, rifacendomi blandamente a tutti i miei headcanon sviluppati in “1956”.
Per concludere, vorrei far notare che nonostante sia la risposta mancata di Natalia a far da filo conduttore per l’intera canzone seguendone il testo, una nota di merito va anche alla presenza di Steve, in particolare per il modo in cui rientra nella sua vita con vari riferimenti a Lipsia/Siberia/1991.

[*] Il Capitano (la tattica) e il Sergente (la strategia) sono due figure complementari, due lati della stessa medaglia (senza entrare nello specifico del background di entrambi i personaggi), interpretare come meglio credete le massime citate.

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, qualunque commento/opinione è assai gradito.
_T ;)

   
 
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