Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: T612    15/04/2019    3 recensioni
Dieci anni di Marvel descritti dalle note e dai testi dei Coldplay, in un crescendo che sfiora la soglia della resa dei conti definitiva:
1. Life in technicolor II - Tony Stark
2. Cemeteries of London - Clint Barton
3. Lost! - Peter Quill
4. 42 - Steve Rogers
5. Lovers in Japan - Stephen Strange
6. Viva la vida - Loki Odinson
7. Violet hill - James “Bucky” Barnes
8. Strawberry Swing - Wanda Maximoff
9. Death and all his friends - Natasha Romanoff
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

STRAWBERRY SWING - Wanda Maximoff

[link alla canzone]



They were sitting
They were sitting on the strawberry swing
Every moment was so precious

Wanda ha otto anni, corre spensierata tra le bancarelle della fiera mentre Pietro la insegue lungo il vialone principale, ride brandendo il bastoncino di zucchero filato che si presumeva dovessero dividere insieme.
Il fratello la raggiunge inciampando sui lacci delle scarpe slacciati, ruzzolando a terra strappando i pantaloni sulle ginocchia, rialzandosi con un sorriso innocente sulle labbra lanciandosi alla conquista dello zucchero filato come se nulla fosse.
Bisticciano su chi deve avere la priorità per assaporare quella nuvola rosa portatrice di carie, con Pietro che vanta il diritto di anzianità per quei fatidici dodici minuti, mentre lei cerca di compatirlo con la sua miglior espressione da cucciolo bastonato.
Si placano entrambi quando loro padre sequestra loro il dolce mettendo fine alla lite, cedendo arrendevole nel comprare un altro bastoncino quando Wanda gli si attacca ad una gamba minacciando di scoppiare in lacrime.
Addenta felice la nuvola rosa, sorda ai rimproveri di sua madre quando si accorge di dover rammendare di nuovo i pantaloni di Pietro, seguendo il padre lungo il viale ammirandolo con lo sguardo luccicante quando sfila dalle tasche i biglietti per la ruota panoramica.
Wanda ride sovrastando le grida euforiche del gemello quando la ruota comincia a salire, sporgendosi dalla cabina in prossimità del punto più alto cercando di afferrare le nuvole della stessa sfumatura dello zucchero filato.
Ride con le lacrime agli occhi, lo sguardo puntato sul sole calante… i secondi dalla durata di attimi eterni che si inseguono veloci, smorzando la sua risata lasciando spazio solo alle lacrime, quando due anni dopo una bomba precipita dal cielo sventrando il salotto.
Era tutto così perfetto… poi il nulla, nel giro di un battito di ciglia.

They were sitting
They were talking under strawberry swing
Everybody was for fighting
Wouldn't want to waste a thing

Wanda ha quattordici anni, non soffre la fame da diverso tempo, ma crede che l’emicrania possa ucciderla da un momento all’altro. Urla sprigionando scintille cremisi dalle dita, spaventata dai risultati degli esperimenti, ma determinata a riuscire a controllare quella sua nuova parte di sé.
Pietro la chiama dalla cella a fianco, percepisce il rumore indistinto di un corpo che si schianta contro la parete di vetro della cella, i pensieri caotici del fratello che urlano in contrapposizione al sussurro che gli sente proferire attraverso la parete.
Con quella decisione avventata pensava di salvarli da morte certa per aver derubato le riserve alimentari dell’HYDRA, ricordava di essersi sentita sollevata nel sapere che von Strucker aveva accettato di ripagare l’affronto subìto scegliendoli come cavie volontarie per gli esperimenti, ma non aveva mai accennato a quanto il processo potesse rivelarsi doloroso. C’era voluto tempo perché Wanda imparasse a controllarsi, ce ne era voluto altrettanto perché i loro padroni ritenessero abbastanza sicuro ed opportuno far incontrare i gemelli senza un muro di vetro in mezzo a loro per dividerli… aveva sedici anni quando la sua nuova vita era diventata la normalità, quando von Struker aveva dichiarato esplicitamente che i Maximoff erano un miracolo trasformato in arma.
Wanda percepiva il mondo ai suoi piedi, egoista ed altezzosa nel credersi invincibile, reputata insieme al gemello la punta di diamante dell’armeria dell’HYDRA, armi preziose che tuttavia andavano nascoste al mondo… da usare quando era necessario, privandoli definitivamente della libertà a cui avevano innocentemente rinunciato volontariamente.
I gemelli si erano ribellati, dopotutto li preparavano ad una guerra, era stato naturale come respirare prendere parte al conflitto. Gli Avengers erano entrati in casa loro, guidati dall’uomo che aveva disintegrato la loro infanzia in milioni di schegge… Pietro si era sorpreso nel vedere la gemella compiere quel salto nel vuoto imprevedibile ed incontrollabile, ma Wanda aveva sorriso quando aveva permesso a Stark di afferrare lo scettro, intenzionata a restituire il favore.
Forse avrebbe dovuto ascoltare il fratello e farsi qualche scrupolo in più, avrebbe dovuto credergli quando l’aveva avvisata che per ogni azione c’è una conseguenza, che per ogni affronto c’è sempre un prezzo da pagare.
Wanda aveva ripagato Stark con la stessa moneta puntando a distruggere il suo intero mondo, ma come il gemello aveva previsto il prezzo era stato elevato… il prezzo era stato Pietro, morto con gli occhi rivolti al cielo, dissanguato crivellato di proiettili.

Cold, cold water bring me round
Now my feet won't touch the ground
Cold, cold water what you say?
When it's such, it's such a perfect day
Such a perfect day

Wanda ha diciassette anni, un sorriso falso quanto una banconota da tre dollari e cicatrici così profonde da impedirle di fare un passo senza provare dolore.
Si era trasferita a New York dopo la Sokovia ed era stata una doccia fredda sotto tutti i punti di vista, catapultandosi nella vita di quelli che considerava nemici, estraniandosi da quel perdono che reputava immeritato, misto alla diffidenza che gradualmente era scomparsa missione dopo missione.
I mesi si erano rincorsi veloci, a tal punto che Wanda aveva smesso di chiedersi il perché dovesse alzarsi dal letto alla mattina, limitandosi a scendere in cucina in punta di piedi cercando una tazza di caffè per affrontare meglio la giornata per mero istinto di sopravvivenza.
Gradualmente si era risvegliata dallo stato di torpore in cui era volutamente precipitata, cicatrizzando la ferita causata dalla mancanza di Pietro, sostituendo il silenzio vuoto che la circondava con piccolissimi dettagli apprezzabili… una correzione per sferrare un pugno micidiale da parte di Natasha, un libro in prestito e un buon consiglio da parte di Steve, uno sguardo un po’ meno carico di odio da parte di Stark.
I rumori che fino a quel momento erano stati attutiti dal fiume in piena dei suoi sentimenti caotici, erano tornati a colorare di suoni la sua nuova esistenza, in un processo lento e graduale di cui era stata consapevole solo in un secondo momento. Apriva gli occhi quando il sole faceva capolino dalla sua finestra, alzandosi intorpidita ascoltando la vita in fermento all’interno del Complesso che non si fermava mai, trovando sempre qualcuno di sveglio a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Wanda si alzava con il rumore della brocchetta straripante della caffettiera e il fischio assordante del bollitore del the, trascorrendo il resto della giornata alternando il suono abitudinario dei pugni fasciati di Steve contro il sacco di cuoio, con le note del pianoforte inframmezzate dal graffiare delle punte da ballo di Natasha e le chiacchiere degli ospiti occasionali, passando per il tramestio delle pentole a pranzo e a cena, addormentandosi ascoltando la confusione dei compagni di squadra ma senza prenderne davvero parte.
Quando giungeva la notte trapuntando il cielo di stelle, si rifugiava in terrazzo scaldandosi entrambe le mani sorreggendo una tazza di camomilla, mescolando lo zucchero con un movimento svogliato del cucchiaino sospinto da una scintilla cremisi.
Se chiudeva gli occhi davanti agli astri luminosi, Wanda poteva illudersi di sentire la risata del fratello echeggiare nelle stelle, simile a quella di un principe lontano che si preoccupa per la sua rosa a galassie di distanza… una serata perfetta, a modo suo.

I remember we were walking up to strawberry swing
I can't wait until the morning
Wouldn't want to change a thing

Wanda sorseggiava la sua camomilla come ogni sera, incurante della pioggia che inizia a picchiettarle sul capo, seguendo con lo sguardo i nuvoloni neri che illuminano il cielo.
Sua madre le raccontava sempre che lei e il gemello erano nati nell’ora delle streghe mentre fuori imperversava una tempesta… da piccola, dopo averlo scoperto, Wanda si era beccata più di qualche raffreddore a forza di stare sotto la pioggia a guardare i temporali. Adorava l’elettricità nell’aria, l’odore della pioggia sull’asfalto e le scosse elettrostatiche che si sprigionavano dalle sue dita ogni volta che sfiorava Pietro quando la raggiungeva riparandola con l’ombrello… poteva illudersi di avere dei poteri magici, ci scherzava sempre con il gemello, ma per ironia della sorte era realmente finita per diventata una strega.
Sorseggia la sua camomilla annacquata, ammirando i fulmini che squarciano il cielo, sorprendendosi quando la pioggia smette di bagnarla, sollevando lo sguardo su Visione che la ripara con un ombrello.
La avvisa con voce gentile che rischia di prendersi un raffreddore, mentre lei risponde che non le importa e che ama i temporali, che forse la pioggia può lavare via i suoi errori e nascondere le sue lacrime… e Visione la sorprende, con il suo fare ingenuo ed impacciato, confessandole che pur conoscendo la teoria dietro al fenomeno atmosferico, i lampi e i tuoni gli fanno tremare i circuiti di elettricità statica e che trova grandiosamente incredibile che lei avverta una sensazione molto simile ogni volta che usa i suoi poteri.
Wanda vorrebbe dirgli che non c’è nulla di grandioso in ciò che è o ciò che fa, ma lo sguardo di Visione la fa sentire speciale… gli stringe la mano in segno di gratitudine e le notti non più solitarie smettono di farle provare nostalgia, rimpianti o infondata paura per quei demoni celati nelle ombre.
Le notti a seguire, quelle che credeva senza fine, diventano brevi e divertenti… l’alba sorge sorprendendola sempre più spesso a ridere, persa nello sguardo camaleontico di Visione, e per la prima volta dopo moltissimo tempo non desidera più cambiare nulla.
La nuova normalità le va bene così, niente più lacrime e cupi silenzi, ma più camomille annacquate cosparse di zucchero e risate.

People moving all the time
Inside a perfectly straight line
Don't you wanna just curve away?
When it's such, it's such a perfect day
It's such a perfect day

Wanda aveva raggiunto la cucina, guidata dal profumo delle spezie che non avvertiva da decisamente troppi anni, sorprendendo Visione ai fornelli intento a preparare il paprikash.
L’androide non aveva il senso del gusto, si era scusato per il sapore probabilmente discutibile della pietanza, smascherando i suoi tentativi di risollevarle lo spirito tentando di fare qualcosa di carino per scacciare i brutti pensieri.
Ma Wanda non poteva ignorare che al di fuori della gabbia dorata in cui Stark l’aveva rinchiusa i problemi c’erano, che mentre lei guardava film e si rimpizzava di schifezze insieme a Visione, fuori dalle mura del Complesso i potenti di tutto il mondo stavano decidendo se ridurla agli arresti domiciliari a vita.
Non si era tirata indietro dal combattere a Sokovia per liberarsi dalle macchinazioni dell’HYDRA, per salvarsi dai piani megalomani di Ultron e per rendere il mondo un posto migliore… di certo non si sarebbe tirata indietro dal lottare per avere la possibilità di andare al supermercato a comprare la maledettissima paprika senza avere la scorta o la supervisione di qualcuno.
Clint l’aveva istigata, demolendo la sua debole resistenza affermando che non c’era tempo per inutili piagnistei, scusandosi per aver fatto sfondare una decina di piani a Visione controllando la sua Gemma, seguendo l’arciere a Lipsia per difendere il fratello fuggitivo del suo mentore ed i brandelli della sua libertà guadagnata dopo essere scappata da von Strucker.
Wanda aveva compreso con pena infinita che, a combattere la paura generandone altra, aveva solamente guadagnato l’internamento ed un collare inibitore.
Mentre era rinchiusa i confini delle fazioni si erano confusi, Romanoff aveva disertato dalle fila di Stark in loro favore, così il Capitano era arrivato a salvarli portandoli il più lontano possibile dal Raft.
Si era nascosta ad Edimburgo, raccogliendo i pezzi di ciò che restava di se stessa… sorprendendosi quando mesi dopo, infradiciandosi sotto un acquazzone a contemplare i fulmini, Visione era apparso al suo fianco coprendola con un ombrello.
Wanda era consapevole che la sua anima non si era mai mossa su una linea diritta tracciata su un pezzo di carta immacolata, al contrario, era un scarabocchio intricato, frastagliato ed a tratti sbavato… ma quando Visione aveva stretto la mano nella sua, aveva avuto l’inconfutabile certezza che l’anima dell’androide non era perfetta e rettilinea quanto credeva, ma era caotica e complessa al punto da curvare nella direzione del suo scarabocchio complicato per fondersi con esso… intrecciandosi alla sua anima spezzata a metà in un nodo indissolubile, suggellato con un bacio da lungo atteso.
Erano rimasti sotto il temporale, mano nella mano riparati appena da un ombrello, i lampi accecanti ad illuminare una notte semplicemente perfetta.

Now the sky could be blue I don't mind
Without you it's a waste of time
Could be blue I don't mind
Without you it's a waste of time
Now the sky could be blue could be grey
Without you I'm just miles away
Oh the sky could be blue I don't mind
Without you it's a waste of time

Wanda ha a malapena vent’anni, ma si reputa abbastanza adulta per sapere cosa desidera e cosa non vuole dalla vita.
Desiderava una vita serena con Visione, un rifugio sicuro in un appartamento dimenticato dal mondo eletto a piccola oasi felice… un desiderio sacrosanto, spazzato via brutalmente da una minaccia molto più grande di loro, la stessa che causava le emicranie di Visione e spaventava lei a morte dai piccoli scorci che aveva intravisto nella mente del compagno.
Il suo mentore era corso in loro soccorso, portandoli in Wakanda per tentare di salvare tutti loro… anche se, motivata dall’egoismo dei vent’anni, Wanda desiderava unicamente salvare Visione e riappropriarsi della sua oasi felice, in una speranza difficile da smorzare.
Le era stato ordinato di proteggere Visione, ma il richiamo alla battaglia era stato istintivo, scendendo in campo facendo abbattere sui suoi nemici la tempesta energetica di cui era figlia… ma tutti i suoi sforzi erano stati inutili, non era giusto che quel compito spettasse a lei, ma si era ritrovata ad uccidere l’amore della sua vita.
Le aveva detto di amarla un'ultima volta, prima che la Gemma si spezzasse in centinaia di frammenti, scaraventandola indietro a causa dell’onda d’urto.
Si sentiva troppo annientata per reagire… ma ci aveva provato lo stesso in un ultimo disperato tentativo, quando aveva visto sconvolta il corpo di Visione tornare in vita unicamente per morire in modo atroce. Si era gettata in lacrime sulla carcassa del compagno, versando fiumi di lacrime amare… nulla aveva più importanza, sola in un mondo bianco, freddo e vuoto.
Abbracciava il guscio vuoto e senza vita di Visione quando aveva percepito il suo corpo dissolversi… desiderava morire, ricongiungendosi al suo amore e al gemello, pregando che le sue suppliche venissero ascoltate.
Quando il suo corpo aveva iniziato a ridursi in cenere aveva sollevato lo sguardo al cielo in un muto ringraziamento a qualunque divinità misericordiosa… non si era soffermata a definire se il cielo fosse blu o grigio, era solo sconfinato e prometteva libertà.
La morte era giunta come una benedizione… semplice, immediata, misericordiosa e perfetta.



Commento dalla regia:
Wanda Maximoff è sempre una sfida ardua, ho cercato di fare del mio meglio per immedesimarmi e renderle giustizia.
Ho voluto concentrarmi su Pietro, per ovvie ragioni, e Visione, per motivazioni altrettanto palesi.
Nel corso della stesura ho voluto puntare il dito su un paio di cose: in primis, il rapporto mentore-allieva con Steve che spesso viene dimenticato, e secondo, il rapporto conflittuale con Stark e le interazioni con tutti gli altri Avengers… spero di essere riuscita a mostrare al meglio la sua prospettiva sulle vicende trattate, personalmente è stato interessante entrare in un'ottica così inusuale.
Infine, i riferimenti fumettistici/personali: ho saltato a piè pari l’approfondimento sulla reclusione al Raft, ho già affrontato l’argomento sempre dal punto di vista di Wanda in separata sede (link per i curiosi) e temevo che con una seconda ripetizione il capitolo diventasse troppo dispersivo. Per quanto riguarda la venuta al mondo dei gemelli, secondo i fumetti la loro nascita è effettivamente avvenuta nell’”ora delle streghe” mentre fuori imperversava una tempesta, lo trovavo un dettaglio interessante ed ho voluto giocarci.
Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento, qualunque commento è ben accetto, non siate timidi!
A lunedì prossimo con il capitolo finale,
_T

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: T612