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Autore: Yellow Daffodil    17/04/2019    2 recensioni
Hera ed Hestia. Con la H.
Due gemelle così diverse da poter essere paragonate al diavolo e l'acqua santa.
Diverse, sì, ma le differenze possono essere facilmente superate quando nel quadro generale entra anche lui. Lui... che è innamorato perso di Hera. Lui... per cui Hestia ha una cotta secolare. Lui... Tommaso D'Angelo.
Quale occasione per sfruttare al meglio la gemellanza, se non questa? E quali altri guai combineranno Hera ed Hestia, assieme a un amico dalla sessualità ambigua, un'improvvisata psicologa e un compagno di ricerche punk?
Storia a 4 mani di Yellow Daffodil e cioccolatomalik
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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23. Zero gelsomino

Hera

Avete presente le ultime scene di un film, i fotogrammi finali, nei quali i protagonisti si incamminano verso l'orizzonte e tutto sembra perfetto?

È più o meno quello che io e Punkie stiamo facendo.

Ma noi non abbiamo un orizzonte poi così bello verso il quale camminare, né ci teniamo per mano con il sorriso sulle labbra. Perché non è da noi. Perché io e Punkie non saremo mai quel tipo di coppia. Io e Punkie non siamo nemmeno una coppia.

"Io e te stiamo insieme." Affermo. No, non è una domanda, né una proposta. È la mia decisione. "Da oggi."

"Posso rifiutarmi, per il bene della mia sanità mentale?" Mi chiede lui. Si ferma sul posto, drammatico. In effetti il giardino della scuola, con i suoi alberi rinsecchiti e il suo paio di fili d'erba verde pallido, non è lo scenario più bello. Forse ha semplicemente deciso di arrendersi ancora prima di fiorire, consapevole che una rosa come me frequenta questo liceo. Provoco complessi di inferiorità persino alla natura.

"No, Domenico, smettila di tentare di scappare da me." Sbuffo. "Hai firmato la tua condanna quando mi hai trascinata al cinema contro la mia volontà. Ho ancora il tuo anello, te lo ricordi?"

"Posso riaverlo? I miei seguaci stanno avendo crisi esistenziali da quando ce lo hai tu." È così serio, che potrei credere che non stia scherzando. Ma poi la linea sottile che sono le sue labbra si sgretola per andare a comporre un sorriso.

"Governo io il regno da adesso in poi, Satana."

"Proprio il posto che fa per te, dolce anima scappata dall'inferno." Commenta lui. Oh, siamo passati ai nomignoli! Non è un amore? "Te lo concedo solo per come hai gestito la situazione oggi pomeriggio. Anche se..."

"Anche se... Cosa?" Punto i miei occhi dello stesso colore dei suoi su quell'espressione indecifrabile. Punkie alle volte mi fa paura. Se io mostro chiaramente di cosa sono capace, lui è sempre misterioso su quello che sta tramando, il che lo rende più pericoloso della sottoscritta.

"Lo sai che ora è il mio ragazzo, vero?" Sono oltraggiata dal modo in cui imita la mia voce da usignolo con quel suono acuto e stridulo che farebbe impazzire anche Gandhi. "Sul serio, Hera?"

"Lo sai che ora sei il mio ragazzo, vero?" Ripeto. Sono indecisa se definire queste parole come una minaccia o se considerarle solo come un promemoria che riemergerà spesso in futuro. "Lo sai?"

"Finiscila di ricordarmelo." Sospira lui, passandosi una mano sul viso. Se si strofina un altro po' gli occhi, passerà da essere Punkie a essere Pandie. "In che situazione mi sono cacciato."

"Troppo tardi per avere ripensamenti, principe del male." Alzo le spalle, mentre sul mio viso disegno un sorriso compassionevole. Mi sfilo il suo anello dal pollice e lo rimetto al suo indice, da dove l'ho preso. "Hai indossato l'anello. Benvenuto."

Punkie vorrebbe trattenersi dal ridere e squadrarmi con il suo sguardo cinico, ma non ci riesce. Ride di gusto, e io ne approfitto per riappropriarmi dell'anello. "Era un gesto simbolico, il mio. Questo lo tengo io."

Lui si limita a scuotere la testa, alzando gli occhi al cielo. "Sì, lo immaginavo."

"Però puoi avere questa." Dopo qualche difficoltà, riesco a slacciare la collana che non tolgo praticamente mai, se non quando mi devo fingere Hestia. D'altra parte, una H tempestata di strass stonerebbe sopra l'abbigliamento Addams collezione primavera/estate 2019 che veste mia sorella. "Mettila."

"Vuoi davvero che io mi faccia vedere in giro con questa al collo?"

"Oh, certo, hai ragione. Non porteresti mai qualcosa di così appariscente. Mr. Cresta Fucsia." Alzo gli occhi al cielo e incrocio le braccia al petto. "Mi serve per marcare il territorio."

"Hera..."

"È la mia iniziale." Piagnucolo. "Hera con la H."

"Con la H è il cognome?"

Butto indietro la testa, esasperata. Davvero, Hera? Hai davvero scelto lui come compagno di vita? Davvero?!

Eh, pare proprio di sì.

"Sai che sei assurda?" Domenico si lascia andare ad un sospiro, ma poi, dopo aver scosso il capo in un quasi impercettibile segno di protesta, prende il mio ciondolo e se lo mette al collo. "Assurda." Ripete.

"Ti sta benissimo!" Esclamo entusiasta, battendo le mani. "Non toglierla mai più."

"Mai più." Promette, con una rimarcata nota sarcastica.

Io decido che il sentiero migliore da seguire è quello dell'ignoranza, quindi ignoro il suo sarcasmo e gli afferro la mano.

"Dobbiamo festeggiare!" Annuncio, trascinandolo di nuovo verso il cancello principale. "Finalmente hai trovato una ragazza che ti voglia." Sfodero un sorriso del tutto innocente. "Non è meraviglioso?"

"Vuoi sapere come festeggia il sottoscritto?" Mi domanda, eludendo completamente il mio commento arguto. Sospetto che le sue celebrazioni implichino molto sangue versato e qualche arto mutilato, perciò, quando annuisco, sono molto, molto incerta. "Ti offro un tè al gelsomino."

"È perfetto per sciogliere la tensione dei muscoli." Squittisco. Sono sinceramente emozionata. "Ne conosci tutti i benefici?"

"Mi sono documentato." Sospira piuttosto rassegnato. "Sapevo che era tra i requisiti necessari per entrare nelle tue grazie."

Può entrarci come vuole, nelle mie grazie.

"Guarda quelle due anime in pena." Indico mia sorella e Ste, che, a distanza di circa dieci metri da noi, si guardano come se stessero cercando di darsi a vicenda un po' di voglia si vivere. Potrei aver volontariamente cambiato discorso. Non vorrei mai dire qualcosa di inappropriato. "Ci portiamo anche loro?"

"Ho paura che si buttino sotto a un autobus da un momento all'altro, quindi sì, ce li portiamo." Replica lui. "Senti, Hera..."

Mi giro a guardarlo. Se sta per dirmi che non è pronto per una relazione o altre stupidaggini da film, gli scaglio addosso la vans rosa in edizione limitata superstite dalla rottura con Jacopo. La porto sempre in borsetta per le emergenze.

"Ho notato qualcosa di sospetto." Mi rivela a bassa voce. E, non appena si lancia in una spiegazione più dettagliata, ho la conferma di aver scelto lo psicopatico giusto da aggiungere al mio team.

*

"Io e Punkie dobbiamo risolvere alcune questioni burocratiche." Dico in modo del tutto naturale dopo che le nostre tazze di tè fumanti sono arrivate al nostro tavolo. "Torniamo subito."

Mi alzo in piedi dalla mia sedia e inizio a camminare con fare altrettanto privo di teatralità verso il bagno, certa che Domenico mi stia seguendo. Per non destare sospetti, poi, mi infilo in quello delle donne e trascino Punkie insieme a me.

"Questioni burocratiche? Adesso è così che si chiamano?" Se non si toglie quel sorriso dalla faccia, giuro che io... Respira, Hera, respira.

"Vuoi che finisca il lavoro che Tommy ha iniziato?" Inarco una delle mie sopracciglia perfettamente ritoccate a matita e tento di essere abbastanza minacciosa da spaventarlo. Evidentemente non riesco nel mio intento, infatti tutto ciò che succede è che il suo sorriso si amplia, mentre io posso incanalare la mia frustrazione solo in un semplice sbuffo.

"Non pensavo ti piacesse quel genere di cose." Ammicca. Perché è così scemo? Parlare con D'Angelo ha fatto drammaticamente abbassare il suo livello di intelligenza? Ho davanti a me un Tommaso con i capelli fucsia, ora?

"Sta zitto, figlio del demonio. Sai di cosa sto parlando." A meno che la mia precedente ipotesi non si riveli veritiera. In quel caso, sono pronta a fargli un disegnino sullo specchio qui di fronte con il mio Ruby Woo. No. Non è vero. Non mi renderei mai artefice di tale crimine contro un rossetto.

"Hestia e Stefano. Sì. Lo so." Bravo, il mio punk preferito. "Ma siamo sicuri di volerci intromettere?"

È questo che succede quando si inizia una relazione con qualcuno che si conosce a malapena. Succede che quel qualcuno pone domande stupide. "Ti sembro una che non si vuole intromettere?"

"Vuoi che ti ricordi come è andata a finire l'ultima volta che ti sei intromessa?"

Mi rifiuto di rispondergli e gli indico semplicemente lo specchio alle sue spalle. Lui si volta, studia il nostro riflesso per qualche momento e poi sospira con molta enfasi. "Appunto."

Sto per scagliarmi contro di lui per spingerlo dentro il distributore del sapone liquido, ma lui si salva in corner con la brillante idea di prendermi per i fianchi e di lasciarmi il suo bacio di Giuda sulle labbra.

"Per questa volta sei salvo." Gli punto un dito dall'unghia gel affilata sul petto, una vera arma mortale. "Per questa volta. Lucifero."

"Per questa volta." Ripete, imitandomi. Sta giocando con il fuoco. Sono a tanto così dall'incendiargli i capelli. "Come hai intenzione di procedere?"

"Sei tu quello intellig..."

La porta si spalanca senza preavviso e una vecchietta sugli ottanta si fa strada lungo le piastrelle bianche. Ci nota, ci squadra e aggrotta la fronte. "Tesoro, stai bene? Hai gli occhi tutti neri. Sei andata a dormire tardi ieri notte?"

No, non sta parlando con me. Sta parlando con Punkie.

Ha scambiato Punkie per una donna. Credo di aver raggiunto il punto massimo che potrei mai raggiungere nella vita.

Sto per soffocare a furia di tentare di non ridere. Sta succedendo veramente?

"Mimma ha una malattia rara, signora." Sospiro, cercando di rimanere seria. "Purtroppo è condannata a sembrare una seguace del demonio per tutta la vita. Noi ci scherziamo sopra per non farle pesare la situazione."

"Oh, amore, mi dispiace." La sua mano rugosa gli accarezza apprensiva una guancia, poi gli dà un affettuoso pizzicotto da parente lontano che non ti vede da una vita. "Riguardati, mi raccomando."

"Mi prenderò io cura dei lei, per il resto dei suoi giorni." Lancio un'occhiata di intesa a Domenico, il povero, dolce Domenico. Lui è piuttosto stranito dalla conversazione, annuisce poco convinto e poi sorride verso la nonna.

"In bocca al lupo, ragazze." Conclude lei, prima di andare a chiudersi dietro a una delle porte.

Io e Punkie usciamo e io non riesco più a trattenermi. Scoppio a ridere e torno al tavolo, consapevole che, in tutto ciò, non abbiamo elaborato un piano.

Nulla di cui preoccuparsi, improvviseremo.

"Cosa le hai fatto?" È la prima domanda che mia sorella rivolge a Punkie non appena si accorge che sono completamente fuori di me. "Sai che sono io a dover convivere con lei, perciò, ti prego, non ridurla peggio di quanto non sia."

"Non dirlo a me, Hes." Lui si siede al posto di poco fa ed esala un sospiro di rassegnazione. Beve un sorso del suo tè ormai tiepido per accrescere la suspance e poi fa tintinnare la tazzina di ceramica contro il piattino. "Mi è stata tesa una trappola e adesso mi trovo fidanzato con Satana."

"Vuoi tornare single? Eh, Caruso?" Mi giro a guardarlo con la tranquillità d'animo di un velociraptor femmina a cui hanno rubato le uova. "Vuoi?"

"Non si può uscire dalla setta." Mormora, sporgendosi verso di me quanto basta per farmi avere strani pensieri. "Sono condannato a vita."

"Perché stavi ridendo, prima?" Inopportuno come sempre, Ste interrompe il nostro momento. Punto il mio sguardo su di lui e tento di ripetermi che è mio amico, gli voglio bene. Circa.

"Nulla, una stupidaggine che ha detto Punkie." Mi invento, cercando disperatamente un appiglio per mettere in moto il meccanismo che donerà alla sottoscritta del nuovo, imperdibile intrattenimento. Sento lo sguardo di quest'ultimo su di me, ma non batto ciglio. "Secondo lui, Giulia e Tommy sarebbero perfetti l'uno per l'altra."

E in effetti lo sarebbero per davvero. La psicologa e il caso clinico. Quali basi migliori per l'inizio di una storia?

Hestia, che stava sorseggiando in tutta calma una tazza grande di caffè amaro fino a poco fa, adesso rischia il soffocamento. Temo quasi di diventare figlia unica. Per fortuna - se vogliamo dire così - Ste le dà qualche colpetto sulla schiena e lei riesce a reintrodurre un po' di aria nei polmoni.

"Cosa ne pensi, Hes?" La provoco, fingendo di non aver appena assistito alla quasi dipartita della persona con cui condivido il patrimonio genetico.

"Non ho ragione, Stefano?" Mi sostiene la mia oscura metà. "Hai visto anche tu come si ammiccavano a vicenda, no?"

I due si scambiano uno sguardo, in evidente difficoltà. Io lascio scivolare la mano sotto al tavolo e vado a stringere la gamba di Punkie in un gesto di complicità.

"È ridicolo, te l'avevo detto." Sospiro, sbattendo le ciglia. "Sarebbe come se Hes e Ste si mettessero insieme. Ridicolo."

Stefano arrossisce, mia sorella sbianca. Difficile da credere, lo so. Mia sorella più pallida di come già non sia. La sua pelle si avvicina molto al bianco dei tovaglioli abbandonati al centro del tavolo.

"Come me e te insieme?" Il sopracciglio bucato di Domenico si solleva abbastanza da formare uno spigoloso angolo retto. Non sono sicura che questo sia parte del piano, ma non ha tutti i torti. Non ho davvero idea di come io sia finita per farmi piacere un ragazzo come lui. Però mi piace, perciò mi devo semplicemente arrendere al fatto che ho sorpreso persino me stessa con un inaspettato colpo di scena.

"Sì." Rispondo. Non so in che altro modo ribattere. Ha vinto lui, questa volta. "Ridicolo e assolutamente impensabile."

"Non dite nulla, voi due?" La cresta fucsia fa un cenno verso mia sorella e quello che, secondo i miei calcoli, finirà presto per essere non solo il suo interesse amoroso, ma anche una delle mie principali vittime.

"Devo andare in bagno." Ed ecco la mia gemella in tutta la sua discrezione. Si alza e si sofferma a guardarmi. Omicidio a ore due, dove le ore due sono io. "Vieni anche tu?"

Che domande. L'avrei seguita in ogni caso con il solo scopo di porla sotto abbastanza pressione psicologica da sottometterla al mio volere. È quello che fa una buona sorella.

"Cosa state cercando di fare?!" Mi aggredisce dopo che la porta si è chiusa alle nostre spalle. "Non pensare che non mi sia accorta che c'è qualcosa sotto. Voi due siete il prolungamento delle mani del diavolo!"

"Non so di cosa tu stia parlando." Negare. Negare sempre. "Forse credi che stiamo facendo qualcosa contro te e il mollusco perché vorresti che lo facessimo. Ti è andata male con Tommy e vuoi ripiegare sull'unico ragazzo sulla faccia della Terra di cui non hai paura."

"Stai delirando." Commenta lei. Va a sciacquarsi le mani con dell'acqua fredda, mentre io la fisso a braccia conserte dallo specchio. "E non chiamare mai più Stefano in quel modo."

"Hestia." Pronuncio il suo nome con tanta fermezza da attirare su di me il suo sguardo. "Puoi ammettere qui e ora che Stefano non ti è indifferente come vorresti far sembrare e accettare l'aiuto di chi ha più esperienza nel campo oppure puoi continuare a vivere nel limbo di chi non ha il coraggio di prendere l'iniziativa. La scelta è tua."

Lei sospira. "Finirebbe esattamente come è finita con Tommy. Okay? Una sola delusione al giorno è sufficiente per la mia autostima, grazie lo stesso."

"Stai davvero confrontando Tommy, l'australopiteco fornito di pollice opponibile che a malapena è in grado di utilizzare, con Stefano, colui i cui vestiti sono composti al 20% delle secrezioni delle tue ghiandole lacrimali?" Stefano ha tutti i difetti che potrebbero mai convivere in un essere umano alto un metro e sessantacinque, ma se è rimasto nel nostro gruppo disfunzionale per questi lunghi e intensi anni, un buon motivo dovrà pur esserci. Uno di questi è sicuramente il fatto che è l'unica persona al mondo con la capacità di scatenare sentimenti positivi in Hestia. Ho sentito che una volta si sono persino abbracciati. Disgusto e ribrezzo.

"Hera, io..."

"Hestia." Ripeto, avvicinandomi a lei e prendendola per le spalle. "Stefano ti piace o non ti piace? La verità, o seppellisco le bambole voodoo in giardino."

"Non lo so." Oh, benissimo. Grandioso. "Forse."

"Sì o no?" Ringhio. Voglio una risposta! Non posso lavorare circondata da inetti! È ovvio che nulla vada a buon fine, se i diretti interessati non collaborano.

"Sì. Okay? Sì." Confessa la figlia di Satana. "Ma non fare niente."

Chiedermi di non intervenire è come chiedere al sole di non sorgere. Totalmente inutile e contro producente.

"Va bene, Dracula." Mento spudoratamente. "Lasceremo tutto al caso."

Come no.

*

"Andiamo?" Anche se ho lasciato il mio tè al gelsomino a metà, propongo di uscire dal locale. Sono troppo impaziente di mettere in atto il mio piano e per questo sono pronta a sacrificare anche il rilassamento dei miei muscoli.

Una volta ottenuta l'approvazione di tutti, passiamo a pagare il conto e infine guido i miei tre discepoli verso l'uscita.

Eccomi che sto per colpire, state a guardare.

"Hes, mamma e papà hanno quella cena con i colleghi di mamma stasera, giusto?" Domando in tono innocente e privo di secondi fini.

"Sì." Conferma lei. "Papà ha detto che ci lascia qualcosa in frigo per cena."

"Magnifico!" Cinguetto. A volte mi stupisco io stessa di come il karma si volti in mio favore ogni qualvolta io ne abbia bisogno. Qualcuno lassù - o laggiù, a seconda dei miei intenti - mi ama. "Io e Punkie abbiamo casa libera allora!"

Punkie, in piedi accanto a me, è a un passo dall'attacco di cuore. Forse è troppo felice. Sì, deve essere così.

"I-in che senso?" Oh, piccolo mostriciattolo della selva oscura.

"Stefano, perché non porti Hestia fuori a cena? Fallo per la tua migliore amica." Gli poggio persino una mano sulla spalla e sbatto le ciglia coperte di Better than sex. Non ho mai usato le mie doti di seduttrice su Ste, ma dovrebbero comunque funzionare. D'altra parte, non ricordo occasione in cui non abbiano funzionato.

"No, Ste, non c'è bisogno. Posso nascondere la testa sotto il cuscino mentre..." Un'espressione schifata si fa strada sul suo viso.

Io inarco un sopracciglio. "Sì, Ste, c'è bisogno."

"Sarebbe divertente uscire a mangiare una pizza." Bravo il mio ranocchio dalla r moscia. "Se vuoi."

"Vuole. Vero, Hes?" Ecco Punkie, il diabolico calcolatore della mia vita, che interviene a mio favore. Potrei quasi amarlo. O almeno tollerarlo un pizzico più del solito.

"Va bene." Si arrende lei. "Ma posso tornare a casa per cambiarmi oppure avete intenzione di infestare casa già in tardo pomeriggio?"

*

"È arrivato Ste. Ciao Mignolo, ciao Prof." Ci saluta Malefica prima che lei e la sua scia di morte escano finalmente di casa. Ho provveduto io stessa al suo abbigliamento, obbligandola a indossare lo stesso completo che ho messo io per il suo/mio appuntamento con Punkie. Quest'ultimo ha dato la sua approvazione con un sorrisetto sospetto sulla faccia. Indagherò più tardi.

"Non sono la sorella che tutti vorrebbero?" Chiedo molto retoricamente mentre vado a prendere dal frigo il mio succo al melograno e miele. Rinforza i capelli e protegge dal mal di gola.

"Sì, Hera." Domenico mi affianca, senza risparmiarmi la vista della sua faccia disgustata nel vedermi buttare giù il mio intruglio di bellezza. "Anche io ti vorrei come sorella." Aggiunge subito dopo, in un probabile tentativo di farmi soffocare.

"Scherzavo! Scherzavo!" Si affretta a dire poi quando si accorge che non solo ha appena attentato alla mia vita, ma che inoltre sono molto vicina al portacoltelli. "Scherzavo." Ribadisce, per sicurezza.

"Perché sei così scemo?" Piagnucolo, ponendogli finalmente la domanda che mi è ronzata in testa durante tutta la giornata. "Tieni, assaggia." Gli passo la bottiglia di succo, consapevole che è troppo dolce per i suoi gusti.

"No." Si rifiuta categoricamente. "Neanche morto."

"Sei quasi a metà strada." Ribatto.

"Vuoi uccidermi?"

"Non in modi socialmente convenzionali."

So che se lo lasciassi parlare, mi fornirebbe una delle sue risposte pronte, quindi scelgo di azzerare le possibilità che lo faccia *e* di costringerlo ad assaggiare la mia bevanda preferita in modo tutt'altro che poco convenzionale.

Sì, è come pensate. Vi risparmio i dettagli, quelli potete immaginarli come vi pare e piace.

"Pensavo volessi casa libera per costringermi a guardare un film strappalacrime dal sapore zuccheroso, felice di essermi sbagliato." Commenta il fortunato vincitore delle labbra di Hera Felici e di tutto ciò che di bello esiste al mondo, cioè me.

"Faremo anche quello, dopo cena." Gli assicuro. "Ho organizzato tutto ciò che voglio fare stasera in ordine di priorità."

"Io sono tra le priorità?" Sussurra, ben consapevole della risposta.

Risposta che non avrà, perché non sono di certo così prevedibile.

"Circa." Sospiro. "La prima rimane sempre il cacciare di casa mia sorella, a costo di organizzarle la vita sentimentale."

"Io e te dovremmo essere una squadra." Mi dice. Lo guardo mentre parla e vorrei affondare le dita tra i suoi capelli, ma temo che rimarrebbero incastrate tra i litri di lacca che si spruzza ogni mattina per mantenerne la forma.

"Credevo ti fossi accorto di essere diventato il mio ragazzo." Che altro dovrei fare per renderlo ovvio? Tatuarmelo in fronte come promemoria? Ripetere ogni quindici minuti hey, ti ricordi ancora di me? La tua bellissima fidanzata?

Mimmo alza gli occhi al cielo, come se fossi io a vivere nel paese delle meraviglie, oggi. "Ho parlato di squadra, non di coppia."

"Che differenza fa?" Sbuffo. Vuole giocare ai sinonimi e contrari? In quel caso ho una coppia formidabile da utilizzare come esempio. Hera ed Hestia. Il diavolo e l'acqua santa. Scegliete voi a chi associare cosa.

"Giochiamo per raggiungere un fronte comune. Lo stesso obiettivo. Oggi tua sorella e Ste, domani il mondo." Ed ecco le sue manie di grandezza. Adorabile. "Non sei d'accordo?"

"Tu sei Mignolo, io sono Prof." Mormoro, nel tono più languido che mi riesca. È romantico, no? Sì, lo è.

"Io voglio essere Prof." Protesta lui. "Non voglio essere Mignolo."

"Dovrai convivere con questa amara delusione, Punkie." Faccio spallucce. "A te piacciono i gusti amari."

"Tu sai di zucchero. A volte nel senso più letterale del termine. Come adesso." Per la cronaca, lui sa ancora di tè al gelsomino, che è molto più apprezzabile del sapore di caffè che ancora mi porto dietro dalla prima volta che l'ho baciato, fuori dal cinema. Progressi.

"Mi piace la tua idea di squadra." Torno al discorso di poco fa, limitandomi a sorridere appena per quel che lui ha appena detto. "Oggi Hes e Ste e domani il mondo." Ripeto. Potrebbe funzionare.

"Faremo grandi cose noi due insieme. Grandi cose." Annuisce. Si sofferma a osservarmi e - vi avverto, non siete pronti per questo - mi sorride apertamente. Mi sorride e mi prende le mani per attirarmi a sé. Tutt'altro che amaro.

"Ma non altri progetti di scienze. Ti prego." Anche se dovrei ringraziarlo, quel progetto di scienze. O forse dovrei ringraziare mia sorella e la sua inettitudine. O forse dovrei ringraziare me stessa, che ho dato inizio a tutto questo.

Sì, credo che ringrazierò me stessa. Sono la cosa migliore che mi sia mai capitata.

"Una cena e un film?"

"Una cena e un film." Confermo. Per questa sera posso fare uno strappo alla regola ed eccedere nel consumo di carboidrati, papà ha fatto le lasagne. "Niente Giardino delle torture o simili, però. Ho visto già abbastanza sangue."

"Niente Nicholas Sparks, Hera." Replica prontamente lui. "Ho già abbastanza voglia di morire per conto mio."

"Solo cena e niente film?" Propongo allora. "Ci sono molte altre cose che potremmo fare stasera. Molte, molte cose. Grandi cose. Abbiamo casa libera."

"Sembra interessante."

Un ennesimo sorriso si forma sulle mia labbra, questa volta un po' più malizioso. Non ha davvero idea di cosa ho in mente.

Qualcosa che nemmeno immagina, qualcosa che nessun'altra ragazza gli ha mai chiesto di fare.

"Molto."

Sospiro sognante, poi gli lascio un bacio a stampo. "Aspettami qui, okay?"

"Okay." Acconsente lui, un'espressione appena confusa sulla faccia. "Ti aspetto qui."

"Torno subito." Gli prometto.

Vado in camera mia, dirigendomi sicura verso il cassetto dove conservo ciò che per mesi ho aspettato di poter utilizzare.

Sono felice che finalmente questo giorno sia arrivato. Da quando io e Jacopo ci siamo lasciati, non ho avuto occasione di passare una serata come questa. Se devo essere sincera, penso non sarebbe nemmeno stato d'accordo. Era un tradizionalista del cavolo, noioso come Guerra e pace in lingua originale letto al contrario.

Prendo quello che mi serve, portando con me anche qualche candela profumata.

"Punkie?" Lo chiamo. "Sono qui."

"Hera?"

Sul tavolo poso le maschera coordinate all'aloe vera ed eucalipto. Fantastiche per purificare a fondo i pori e per eliminare le cellule morte. "Cosa ne diresti di una cena e una skincare routine, solo io e te?"


***

ANGOLO AUTRICI

Buahahaha XD

Chi non vorrebbe passare una seratina intima con Hera??? 😈

Ragazzi, io e C. dobbiamo darvi una triste notizia: MANCANO SOLO DUE CAPITOLI.

La cosa negativa è che ci dovremo presto salutare, la cosa positiva, invece, è che i prossimi due capitoli saranno un bel po' più lunghi del solito, quindi avremo ancora un po' di tempo per stare con i nostri beniamini.

Hera e Pukie (gli Hunkie) direi che ormai sono una coppia consolidata, ma sapranno consolidare altri legami? Aspettatevi altre sorprese. Tante altre sorprese.

Per ora è tutto,  alla prossima!

Daffy e C.

   
 
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