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Autore: Master Chopper    23/04/2019    3 recensioni
Un'altra misteriosa Hope's Peak Academy sembra essere apparsa, a qualche anno dalla morte di Junko Enoshima e dalla vendetta della Future Foundation. I suoi studenti sembrano aver vissuto una vita normale, fino a quando circostanze misteriose li trascinano in una prigione nel cielo dove sembra non esserci via d'uscita.
L'unica strada è verso l'alto, non si può più toccare terra. Cosa li attende sopra le nuvole: la speranza o solo un'immensa disperazione?
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makoto Naegi, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Danganronpa FF Project'
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Danganronpa  FanFiction

Limbo of Despair

Chapter 3: Chekovs Gun just waiting to go off (and well never, ever meet again)

(Part 8)  Class Trial

Snuff Movie–Stand Alone

 

 

“ Tutto ciò che ho fatto… è stato in nome… della speranza !!”

 

Dopo aver ascoltato quelle parole traboccanti di mistero, l’aula del processo era stata pervasa da un’aura estranea e sconosciuta.

Gli studenti parvero dunque di star assistendo ad un evento di un altro pianeta, a qualcosa che nessun essere umano avrebbe mai potuto produrre, come in un film di fantascienza.

Il più sconvolto di tutti però fu Nashi, il quale si sarebbe aspettato qualsiasi reazione da parte di Takejiro, tranne quella risata spettrale.

“ Come …?” Domandò il ragazzo, sentendo la propria bocca diventata secca come quella di un cadavere.

L’Ultimate Liar gli rivolse allora uno sguardo incredibilmente vivace e solare.

“ In questi giorni mi è stato detto da Arima quanto fossi spesso e volentieri inutile, rimanendo restio a collaborare con voi in qualsiasi situazione.”

 

“Ogni tanto sparisci, solo per ripresentarti e lamentarti di qualcosa! Non ti fidi di nessuno, prendi in giro chi vuole andare avanti senza uccidere nessuno… ma forse è perché sei tu il solo vero codardo !”

 

Ricordando le parole dell’Ultimate Event Planner, il corvino spalancò gli occhi, ora illuminati da una profonda serenità.

“ Ed ora che ci penso è vero, assolutamente vero! Che peccato, pensandoci… visto che a quanto pare sono l’unico in grado di salvarvi! Sono io l’unica vera speranza qui dentro !” Gridò Takejiro, ebbro del suo delirio.

Amari sussultò, trattenendo a stento un urlo di paura.

“ Perché tutto d’un tratto c’è sempre qualcuno che deve entrare in Sicko Mode ?!” Si lamentò mentre rabbrividiva.

“ L’unica vera… speranza ?” Ripeté confusa Kumagai, presagendo qualcosa di molto oscuro nelle parole estasiate del ragazzo.

Lui, con la stessa solennità di chi stava presentando un miracolo, annunciò a voce alta e senza un attimo di esitazione:

“ Certo: solo io ho visto la verità! Non è un caso che io sia ancora vivo: si chiama destino! Ed il destino di chiunque mi seguirà sarà quello di porre fino a questo gioco.”

Nashi Jonetsu fissò con occhi ruggenti Takejiro durante il suo discorso, tremando ad ogni parola che pronunciasse.

Fu sul punto di reagire d’istinto, rispondendo con il primo pensiero che gli venisse in mente, quando Kigiri prese parola.

“ Visto che conosci la verità, non pensi che sia il momento giusto per rivelarcela? Le nostre opinioni sono ancora divise, le accuse da verificare, le testimonianze molto labili… se ci fornissi una prova proprio adesso sono sicura che cambieresti decisivamente l’esito della votazione.”

Le parole della criminologa erano state caute e calcolate, al punto da non far trasparire alcuna presunzione o intimidazione, ma solo una freddezza analitica degna del suo nome.

 

Nashi osservò l’amica, diventata rigida come una statua durante quel discorso. Non poté rinunciare a sentirsi molto più sollevato.

- Ha ragione Kigiri: il processo non sta proseguendo in nessuna direzione sicura. Anche Takejiro ha contro di sé diverse opposizioni …- Ispirato dalla mente fredda di Kigiri, contò gli studenti ancora schierati con Takejiro.

Erano sette. Loro in sei.

- Lilith non è un voto certo, e continuerà a sostenere la sua colpevolezza fin quando non avremo modo di smentire le accuse a suo carico. Quindi, se lo facessimo… passeremmo in maggioranza, ed il vero colpevole potrebbe venir votato da sette studenti senza il rischio di uno stallo.-

Non avrebbe mai immaginato di dover affrontare il lato matematico di quella sfida mortale, e si sentì davvero spaventato nel dover paragonare il prezzo di una vita con il numero di votazioni che loro avrebbero dovuto dare. Forse si sarebbe dovuto sentire eviscerato della propria umanità, ma in nessun modo pensava di sé come un animale mosso solo dall’istinto di sopravvivenza.

Guardò il quadretto con il volto di Yonamine. In lei vivevano emozioni, sentimenti, desideri, e più che mai la speranza nel futuro.

- Speranza …- Si ritrovò a pensare, scrutando negli occhi languidi dell’Ultimate Liar, così pericolosi e brillanti.

- Non ti ho mai visto così, Takejiro. Hai nascosto fino ad adesso la tua vera natura… oppure ci stai mentendo in questa situazione così disperata per un qualche scopo ?- Dubitare di un suo amico era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare, però decise che avrebbe ancora una volta dovuto navigare tra un mare di menzogne per scovare la verità.

 

“ Certo. Vi racconterò tutta la storia …” Sorridendo con tono assecondante, l’Ultimate Liar ammiccò alla criminologa: sebbene si fosse dimostrato messo alle strette una volta smascherato il suo inganno, ora pareva trepidante di rivelare tutto ciò che aveva nascosto.

“ Dopo che ieri sera Lilith mi ebbe costretto ad usare il Monokuma Bangle su Nashi, colpì entrambi abbastanza forte da metterci a tappeto. Ovviamente non voleva ucciderci, altrimenti avrebbe attirato troppi sospetti su di sé, così il suo intento era di farci rimanere fuori dalle nostre camere oltre l’orario notturno.”

“ Vi ha messi K.O entrambi ?” Domandò con grande sorpresa Nishizaka, a dir poco incredula.

“ Che razza di mostro sei in realtà ?!” Urlò poi, rivolgendosi direttamente a Lilith. Questa arrossì vistosamente con uno strano sorriso imbarazzato sulle labbra, toccandosi gli indici tra di loro.

“ E-Ehi… non pensare che chiamandomi mostro tu mi faccia un complimento… b-baka onee-chan !”

Anche Takejiro non fu entusiasta di doverlo ammettere:

“ Sì, in quel momento ci ha attaccato mentre avevamo la guardia abbassata… comunque sia, forse perché sono di costituzione più resistente, sono rinsavito ben prima di Nashi. Per quell’ora però non c’era assolutamente più nessuno al Terzo Piano.”

“ A parte il cadavere di Yonamine, vorrai dire.” Suggerì Zetsu.

“ L’ho visto per la prima volta stamattina, non sapevo dove fosse in quel momento.” Rispose il corvino, rabbuiandosi.

“ Tutto ciò che avevo intenzione di fare era mettere al sicuro me e Nashi, così lo portai fino all’ascensore… però, in quel momento mi accorsi di una cosa: la porta a sud era rimasta aperta! E lì trovai la stanza con tutti i monitor collegati alle telecamere di questa torre …”

Nella parte finale del discorso si dischiuse un sorriso sulle sue labbra.

“ Sì, proprio la stanza tutta per me che mi ha regalato Monokuma !” Squittì Lilith.

“ E suppongo che lì tu abbia visto qualcosa …” Ipotizzò Fujima, spalancando gli occhi con trepidazione.

Takejiro annuì.

“ Fu in quel momento che vidi Lilith mettere la testa di Yonamine nel frigorifero in Cucina, dopo averla scambiata con quella del manichino anatomico al Secondo Piano. Come potete vedere, tutte le mie presunte deduzioni di prima in realtà erano testimonianze veritiere !”

“ Davvero… ?” Umezawa, a fronte di quella dichiarazione, si sentiva più sperduto di prima.

“ E poi cos’hai fatto ?” Domandò Kumagai, incalzata dalla tensione crescente nella sala.

“ Me ne sono andato, ma non nell’ascensore insieme a Nashi …” Il corvino fu sul punto di proseguire con la sua frase, ma si bloccò prima del tempo con un ghigno provocatorio sul volto.

“ Avete già capito come, no? Dopotutto, dovevo verificare se quello fosse stato anche l’unico modo di Lilith per andarsene …”

“ Il paracadute.” Comprese a quel punto Zayasu.

“ Già, già. Come potete vedere, l’ho visto e testato mettendo a rischio la mia stessa vita… è per questo che dovete fidarvi di me.”

La situazione era stata ribaltata in pochi istanti ora che Takejiro stava parlando apertamente del segreto nascosto fino ad allora. Il ragazzo proclamatosi come un messia per guidare gli studenti verso la salvezza in quel diabolico caso, percepiva le menti dei suoi compagni stravolgersi.

Stavano venendo contaminati dalla verità: la speranza di poter sopravvivere, la possibilità di vendicare una loro amica, la volontà di stringere con presa salda la propria vita e trascorrere un altro giorno in questo mondo.

Il desiderio di tutti loro era andarsene, e soltanto votando il giusto colpevole avrebbero potuto farlo, prima o poi.

 

“ N-Non saprei… c’è qualcosa che non quadra.” Una voce debole si sollevò tra i palchetti.

Tra tutti quanti, Akagi non aveva chinato il capo, sconvolto dall’improvvisa rivelazione, ma mostrava un’espressione perplessa ed impegnata nello sforzo di pensare sotto pressione.

“ Qualquadra che non cosa ?” Ripeté, anche se in modo sbagliato, Amari.

L’Ultimate Rhythm Game fece cenno di sì con la testa, ritornando però a riflettere con tutte le sue forze.

In quei pochi secondi di attesa che ne seguirono, si poteva quasi sentire del fumo provenire dal suo cervello.

“ Forse è solo una mia impressione, ma mi sembra che sia impossibile ciò che ha detto Takejiro.”

Lilith intervenne con un sorriso cordiale.

“ No, Akagi: posso confermare che tutto ciò che ha detto Takejiro è vero. A quanto pare mi ha davvero vista attraverso i monitor …”

“ Ah, ok …” Sospirò allora il ragazzone, rassegnandosi.

 

“ No, invece: sono d’accordo con Akagi !” L’esclamazione inattesa di Nashi nel bel mezzo del silenzio fu come un fulmine a ciel sereno per gli studenti.

L’Ultimate Memory aveva esclamato quelle parole dopo che i suoi occhi si erano illuminati, evidentemente colpito da una realizzazione.

“ In che senso? Ci è davvero sfuggito qualcosa ?” Chiese Ebisawa.

“ Certo.” Rispose brevemente il bruno, per poi puntare il suo sguardo duro su Takejiro in persona.

“ Takejiro, hai appena ammesso di esser tornato al Primo Piano usando il paracadute trovato nella stanza a sud del Terzo Piano, giusto? A questo punto, allora, non posso credere che tu non sapessi già del cadavere di Yonamine !”

Sentendo tali parole, improvvisamente il corvino sbiancò, ed il sorriso gli morì in volto come un fiore appassito al sole.

“ P-Perché ?” Fu sul punto di dire, venendo però anticipato dall’altro.

“ Perché per usare l’ascensore saresti dovuto calarti dall’unico balcone presente al Terzo Piano… ovvero dove è stata ritrovata Yonamine morta! Come puoi allora affermare di “averla vista per la prima volta questa mattina” ?”

“ Ci ha mentito di nuovo, quindi ?!” Esclamò Nishizaka, stavolta digrignando i denti per la rabbia. Con un gesto repentino si applicò delle unghie finte lunghe il doppio delle sue, apparentemente affilati come artigli.

“ Questa volta ce la paghi, maledetto !” Ringhiò ferocemente l’Ultimate Web Personality.

 

“ Non ha visto proprio niente, si è inventato tutto.” Realizzò sconsolato Zetsu, curvando le spalle.

“ Ehm… perché? Non ho capito bene.” Domandò spiegazioni Umezawa, picchiettandosi la guancia con l’indice.

“ Se Takejiro fosse andato sul balcone della Sala Musica avrebbe sicuramente visto il cadavere di Yonamine.” Spiegò il ragazzo dai capelli verdi.

“ Così sarebbe stato una delle tre persone a vederlo, assieme a Nashi e Kigiri, affinché risuonasse l’avviso di ritrovamento di un cadavere. Purtroppo però sembra che Takejiro ieri sera non abbia visto Yonamine, e che quindi non abbia nemmeno potuto usare il paracadute …”

Seppur seguendo quella discussione, l’Ultimate Liar rimaneva in silenzio. La sua espressione ora era contorta, forse dai rimorsi, dato che non poteva più proseguire con la sua dichiarazione.

“ In realtà un modo può esserci stato !” Esordì senza preavviso Kigiri.

“ Un modo… per fare cosa ?” Ripeterono all’unisono Zetsu e l’Ultimate Stuntman.

“ Un modo per attraversare il balcone senza vedere Yonamine.” La risposta della ragazza, forse per la sua assurdità, o più per il tono estremamente serio con cui la disse, fece ammutolire i ragazzi.

“ C-C-Cioè ha chiuso gli occhi e si è lanciato dal balcone ?” Ipotizzò Akagi, non più tanto sicuro della  sua teoria.


“ No! Ha usato la maschera che abbiamo trovato in Sala Musica.” Intervenne al volo Nashi, comprendendo ciò che la sua amica avesse voluto fargli comprendere.

L’importanza delle prove non ancora presentate non poteva essere semplicemente ignorata, ed anzi, dimostrava l’unica forma di difesa per gli innocenti e di attacco verso il vero colpevole.

 

“ Una maschera sporca di sangue.” Aggiunse Zayasu, rimarcando le ultime parole per sottolinearne l’ambiguità.

“ Ma se l’ha usata solo per coprirsi gli occhi ed andarsene, allora perché è insanguinata ?”

“ Non mi dire che è stato Takejiro ad uccidere Yonamine !” Strillò inorridita Amari.

A quel punto, dopo esser rimasto in silenzio a lungo, l’Ultimate Liar esplose in un grido.

“ Ma che assurdità state dicendo ?!”

Ormai sul suo volto troneggiava soltanto un profondo senso di disagio e sconfitta, sentendosi messo all’angolo.

“ V-Va bene, è vero, ho usato quella benda… ma non so perché sia sporca di sangue! Dev’essere stata Lilith a sporcarla, sicuramente: dev’essere tornata apposta per infangare le prove !” Si giustificò disperatamente.

“ Uhm …” Un mesto borbottio proveniente da Fujima però lo zittì. “ Abbiamo appurato che nessuno sarebbe potuto tornare al Terzo Piano e poi tornare in camera sua prima della mezzanotte… non ce l’avrebbe fatta per via degli ascensori, persino contando altri ipotetici paracadute.”

Il ragazzo dovette sforzarsi molto per deglutire quello che sembrava un grosso groppo incastratosi nella usa gola. Con tutte le sue energie provò a sopprimere la sua fatica, cercando di ignorare come ogni parola detta contro la sua teoria lo stesse sempre più abbattendo.

“ O-Okey… Però, tralasciando la benda, solo Lilith può essere stata l’assassina: questo è un dato di fatto !”

Stavolta gli studenti non reagirono come al solito alla sua ennesima affermazione, ma rimasero semplicemente immobili.

Il dilemma di fidarsi ancora di qualcuno che aveva mentito per tutto quel tempo era forse la scelta più ardua che avessero preso. Eppure, se c’era qualcosa di inimitabile, era propria la sincera disperazione in Takejiro.

“ Il coltello! Dopotutto Lilith qualche giorno fa ha sostituito tutti i coltelli della cucina con delle imitazioni di plastica! Soltanto lei quindi avrebbe potuto uccidere Yonamine… giusto ?”

 

“ Sì, è vero. Abbiamo dovuto usare per tre giorni di fila dei coltelli di plastica… chissà che fine ha fatto fare a quelli veri.” Rifletté Umezawa, sentendosi troppo in colpa per dubitare ancora di Takejiro.

“ Uh… è vero: un coltello può essere l’unica arma del delitto plausibile. D'altronde non sarebbe stato possibile uccidere Yonamine direttamente con le aste delle bandiere… e poi, come altro avrebbe potuto decapitarla ?” Volendo dare corda alla teoria del compagno, anche Zayasu offrì la sua posizione a riguardo.

Ascoltando quelle tre ipotesi, l’Ultimate Memory dovette per forza soffermarsi e pensare a mente lucida.

Tutto ciò che ormai sgorgava dalla bocca dell’Ultimate Liar era un fiume incontrollato di molteplici verità: non più totalmente menzogne, ma punti di vista presi da prospettive a volte giuste e a volte sbagliate.

Doveva credere in tutto ciò che Takejiro diceva per discernere la verità più plausibile.

 

“ Non abbiamo ancora parlato dello svolgersi dell’omicidio, effettivamente …” Mormorò Nishizaka.

“ Forse adesso dovremmo cercare di scoprire come è stata uccisa Yonamine, al posto di chi l’ha uccisa.”

Il suo suggerimento capitò al momento perfetto per Nashi, il quale percepì che quelle parole sarebbero state la guida per una nuova strada verso la verità.

“ Già…” Prese dunque parola, sentendosi un po’ sotto pressione per quella grande responsabilità.

“ Per trovare l’arma del delitto bisogna guardare le ferite riportare sul corpo di Yonamine, ovviamente.”

“ Bhe, sono solo tre e per di più tutte uguali, dovrebbe essere abbastanza facile !” Esclamò con positività Ebisawa.

“ In realtà, secondo il Monokuma File sarebbero molte di più… ma almeno l’hai acceso l’e-Handbook ?” Amari guardò l’Ultimate Radio Host con molta delusione.

“ S-Sì, certo !” Rispose il ragazzo, guardandosi attorno con falsa dissimulazione.

“ E come si accenderebbe, allora ?” Lo incalzò la video maker, facendolo letteralmente impallidire in preda al panico.

 

“ Ricapitolando le ferite di Yonamine …” Intervenne proprio Lilith, con un sorriso indisturbato stampato sul volto.

“ Secondo quanto riporta il Monokuma File abbiamo: volto deturpato da un’unica ustione, torace penetrato in tre punti, collo reciso e soggetto ad ingenti traumi provocati da un corpo contundente.

“ That’s lotta damage !” Commentò Fujima con sospettabile ammirazione.

Nashi si ritrovò ad osservare ancora una volta il Monokuma File sul suo dispositivo.

- C’è qualcosa di strano …- Il presagio di non aver ancora risolto a pieno quel mistero lo stava erodendo dall’inizio del processo, eppure cercò in tutti i modi di sopprimere la sua paranoia.

“ Ho capito !” Esclamò improvvisamente Ebisawa, con la stessa vivacità di poco prima.

Il presentatore radiofonico, mulinando un pugno in aria energicamente, sfoderò un sorriso a trentadue denti colmo di decisione.

“ In realtà è tutto un inganno quello delle bandiere! Le tre ferite al torace sono state prima provocate da un coltello, e poi Yonamine è stata impalata per nascondere l’evidenza …”

Terminando la frase, indicò proprio l’Ultimate Majokko, stavolta squadrandola con freddezza.

“ Ovvero che in realtà l’unica arma del delitto fosse stata quella a cui solo Lilith poteva accedere !”

Lilith, sentendosi presa in considerazione, mimò un’espressione sorpresa.

“ Oh mio dio! Ebisawa che diventa utile! Questo è davvero l’evento annunciato nelle sacre scritture che precede l’apocalisse !”

“ È inutile fare la spiritosa! Ammetti che è successo proprio questo e facciamola finita !” Intervenne Takejiro, ringhiando con tutto il suo odio.

 

“ Non saltiamo a conclusioni affrettate, Ebisawa !” Li interruppe Nashi, schioccando le dita e puntando i suoi occhi proprio sull’Ultimate Radio Host.

Questo, colto alla sprovvista, si ritrasse intimorito.

“ Abbiamo appena accertato la presenza di altre ferite, ed è importante capire quando queste siano state inferte.” Consigliò il bruno, raccogliendosi in se stesso.

“ E come si può fare ?” Domandò Kumagai, quasi indispettita da tutte quelle interruzioni e cambi di direzioni nel processo.

“ Ci si può affidare alla semplice logica.” Rispose prontamente Kigiri, prendendo parola per Nashi.

“ Per esempio, sappiamo che la testa di Yonamine è stata recisa dal suo collo… però proprio in quel punto vengono riportati ingenti traumi provocati da un corpo contundente. Come sarebbe possibile causare certi danni ad un collo reciso ?”

“ Aspetta! Ingenti traumi… vuoi forse dire che il collo era rotto ?!” Un brivido di raccapriccio attraversò Zetsu quando pose quella domanda, ritrovandosi uno sguardo di assenso da parte della criminologa.

“ Ed un collo rotto può solo significare una cosa… la morte.” Concluse la ragazza dai capelli lilla.

L’Ultimate Web Personality, sentendo quel discorso non poté evitare di esprimere tutto il suo disagio, corrucciando la fronte in un’espressione affranta.

“ Quindi adesso stiamo dicendo che qualcuno ha spezzato il collo di Yonamine, uccidendola? Ok, certo, è plausibile… ma con cosa ?” Domandò.

A quel punto la criminologa non rispose immediatamente. Come se avesse tutto il tempo del mondo, si limitò a spostare lo sguardo su Takejiro.

“ Cosa ?” Chiese lui, sentendosi penetrare da quegli occhi così intensi, che inevitabilmente lo richiamavano all’attenzione.

“ Dovresti saperlo: ti ho visto investigare !” Ciò che disse la ragazza ebbe l’effetto di catapultare il corvino in un mondo di mistero che prima non sognava nemmeno esistesse, come se l’avesse spinto giù da una scogliera infinita.

Per lui, fino a quel momento, contava soltanto che Lilith fosse l’assassina: dettagli come il metodo e l’arma del delitto erano solo un’invenzione da costruire sul momento per volgere gli altri dalla sua parte. Eppure, in quel momento Kigiri lo stava invogliando a trovare il frutto delle sue, seppur finte, fatiche.

Iniziò a sudare, colto alla sprovvista e per questo sempre più nervoso.

“ La porta del Laboratorio di Chimica.” La sua risposta fu però priva di alcun dubbio.

 

“ Giusto !” Disse Nashi, avendo trovato anch’egli la giusta traccia da seguire.

“ La porta del laboratorio era rotta stamattina. Sembrava proprio che i cardini si fossero spostati a causa di un impatto troppo forte.”

“ Quindi… il collo di Yonamine è stato rotto usando quella porta! Forse l’assassino gliel’ha chiusa violentemente addosso mentre si trovava sullo stipite.” Intuì Akagi, sentendosi inevitabilmente inorridito da quell’evento appena descritto.

“ Ricordo quando due giorni fa ho provato ad aprirla …” Rammentò Umezawa, grattandosi il mento.

“ Era molto pesante, però non mi sembrava affatto ben collegata alla parete.”

“ E allora …” Nishizaka sollevò la testa verso l’Ultimate Liar, esitando appena prima di pronunciare delle amare parole:

“ Non è stato il coltello l’arma del delitto. Anzi, non c’è nessuna prova certa che il coltello sia stato usato.”

 “ Mi piacerebbe poter dire tutto ciò senza alcun dubbio …” Rispose prontamente Nashi, incupendosi.

Il bruno aveva poggiato una mano davanti alla sua bocca, riflettendo a testa bassa e con sguardo molto più duro del solito.

 

“ Prima …” Riprese parola quando l’intera aula fu piombata nel silenzio.

“ Abbiamo tutti quanti confermato come soltanto Lilith potesse possedere dei veri coltelli… ma allora perché ne avevi uno con te stamattina, Takejiro ?!”

Immediatamente l’Ultimate Liar sobbalzò, come attraversato da una scarica elettrica in tutto il corpo. I suoi occhi si spalancarono, mentre lui stesso percepiva tutti i suoi muscoli irrigidirsi dalla tensione.

Non proferì parola, ma la sua reazione di puro terrore bastò a sconvolgere il resto degli studenti.

“ Il coltello… che gli ha perquisito Kigiri. Parliamo di quello, giusto ?” Fece mente locale Zetsu.

“ Già! Quello che mi ha puntato alla gola proprio stamattina !” Ammise Lilith con tono divertito.

“ Come diavolo ha fatto a procurarsene uno ?!” Domandò a quel punto Kumagai, trovando molto più importante affrontare quella questione.

Quando vide che il corvino non la degnava di una risposta, l’Ultimate Contorsionist serrò i pugni, conficcandosi le unghie nei palmi delle mani.

“ Rispondici! Basta con le tue bugie !”

La bionda osservò impotente il ragazzo deviare lo sguardo, cercando forse di nascondersi o di fuggire da tutti i dubbi che ormai ricadevano su di sé.

 

“ Per di più, Takejiro, ci sono anche altri dettagli presenti al Terzo Piano di cui non ci hai parlato nella tua confessione.” Continuò imperterrita Kigiri, ignorando la scarsa collaborazione del ragazzo.

“ Come ad esempio la quarta asta di bandiera insanguinata presente nel bagno dei maschi !”

“ Ehm… ma quella cosa centrerebbe ?” Si chiese Akagi, poggiandosi un dito sulle labbra.

Nella fase finale della risoluzione di quel mistero, Nashi decise che avrebbe dovuto dare tutto se stesso e terminare il lavoro iniziato proprio assieme a Kigiri e allo stesso Takejiro.

Guardò l’amico di un passato perduto, e di quel presente sempre più arduo, non riconoscendolo più in quella veste di debolezza e paura.

Tirò un profondo sospiro, poi parlò:

“ La quarta asta di bandiera insanguinata può esser stata usata soltanto allo stesso modo delle altre, ovvero perforando il corpo di Yonamine. Non essendoci altre ferite simili sul suo corpo, è plausibile soltanto che una delle tre aste infilate nel suo torace siano state aggiunte in seguito, rimuovendo quella successivamente lasciata nel bagno …”

Facendo mente locale, si figurò le tre aste di bandiera insanguinate, cercando di capire quale fosse la più strana di tutte. Comunque volesse guardare, una di esse presentava un dettaglio impossibile da ignorare.

“ Ma quale potrebbe essere stata aggiunta? Forse… quella che conteneva la prova dell’esistenza di Junko Enoshima ?!”

 

“ Lilith è… Junko Enoshima ?”

“ Certo, chi se non la causa dei nostri mali può aver usato per trafiggere Yonamine proprio l’asta dov’era nascosta la prova della sua identità ?”

 

“ Takejiro… per caso sei stato tu a scambiare le aste di bandiera per poter incastrare Lilith ?!”

Il colpo di grazia inferto dall’ultima domanda di Nashi riuscì ad infrangere definitivamente la barriera di sicurezza che avvolgeva Takejiro, allo stesso modo spezzando la sua unica speranza.

Il corvino abbandonò qualsiasi tipo di convinzione e forza, come se tutto gli stesse colando via dal corpo in una forma di esorcismo. Ne rimase così solo un involucro nudo di paura e sgomento, debole e fragile come non mai.

“ I-Io… !” Gemette, curvando la schiena in un ennesimo tentativo di nascondersi.

 

“ Non posso credere che qualcuno possa aver fatto qualcosa del genere …” Nishizaka si copriva la bocca con le mani, oscurando a stento il suo volto, ora pallido dallo sgomento. Aveva intuito soltanto in parte l’orrore di cui l’Ultimate Liar si era macchiato, e per il quale ora pativa le sofferenze della colpevolezza.

“ State dicendo che Takejiro ha rimosso un’asta di bandiera già conficcata nel corpo di Yonamine, soltanto per mettere un’altra nello stesso punto e così incastrare Lilith ?!”

Nashi non le fornì una risposta diretta, tormentandosi però nell’assistere alla paura della ragazza.

“ Aspettate un attimo! Ma è davvero possibile fare qualcosa del genere da bendato ?” Domandò Zayasu, inorridito da quella macabra spiegazione.

“ Takejiro sarebbe stato completamente cieco! Come avrebbe potuto anche solo trovare Yonamine sul balcone, o anche solo capire che fosse morta senza poterla vedere ?”

“ C’è un dettaglio… di cui sicuramente tutti ci siamo accorti, entrando nella Sala Musica.” Kigiri rispose subito al dubbio dello scrittore, lanciandogli un’occhiata premurosa.

“ Ah… intendi forse il Monokuma Bangle che continuava a squillare ?” Intuì all’istante Fujima, o almeno così comprese dal segno di assenso della ragazza.

“ Con quella fonte di rumore costantemente attiva chiunque avrebbe potuto trovare il possessore di quel Monokuma Bangle... e vi ricordo che l’unica occasione in cui i bracciali inizino a suonare è proprio alla morte di chi li indossa.”

 

Dopo l’esaustiva spiegazione di Kigiri, il clima generale non si era fatto di certo più leggero.

“ E quel coltello in tuo possesso, Takejiro …” Continuò a boccheggiare Nishizaka, travolta da un vortice di nausea.

“ Nessuno sa cosa tu abbia fatto ieri sera mentre Nashi era svenuto, e per di più non avresti nemmeno dovuto prendere l’ascensore perché avevi con te il paracadute… vuol dire che hai avuto tutto il tempo a disposizione per uccidere Yonamine, no ?” Terminò infine la rosa, nell’esatto istante in cui i suoi occhi si illuminarono con un’improvvisa scarica di adrenalina.

Takejiro sussultò, ma non osò aprir bocca.

“ Quindi il colpevole è Takejiro.” Osservò Fujima, con una voce molto più flebile del solito.

 

“ Nah, credo che qui ci stiamo dimenticando un paio di cosette pur di saltare alla conclusione !”

Come un fulmine a ciel sereno, il tono inaspettatamente squillante e giocoso di Lilith ristabilì il caos in quell’atmosfera di pura tensione.

L’Ultimate Web Personality la guardò strabuzzando gli occhi, sicuramente non avendo previsto quella reazione.

“ Cosa ?!”

“ Sul serio, ragazzi… dovreste fare un po’ mente locale: è impossibile che Takejiro abbia ucciso qualcuno !” Rispose l’Ultimate Majokko, incrociando le dita sotto il mento.

“ Ma non ha completamente senso che tu ora lo stia difendendo !” Strillò esasperata Amari, afferrandosi due ciuffi di capelli e tirandoseli in alto.

 “ Io… sono d’accordo con Lilith.” Mormorò Nashi, riuscendo comunque a farsi sentire tra le urla dell’Ultimate Video Maker.

“ L’unica condizione nella quale si sarebbe dovuta trovare Yonamine per far squillare il proprio Monokuma Bangle… era la morte. Ciò vuol dire che Yonamine era già morta quando Takejiro ha sostituito l’asta nel suo ventre con quella della presidenza.”

“ E… prima? Non avrebbe potuto ucciderla prima ?” Riuscì a formulare Nishizaka, sempre più confusa ed indebolita da tutto quel malessere.

“ A questo punto che senso avrebbe avuto indossare la maschera, tesorino ?” Le rispose indirettamente Lilith, squadrandola con un’occhiata lasciva.

“ E pensare che l’operazione è stata così pulita perché il sangue di Yonamine era colato giù al Secondo Piano proprio grazie alle aste già conficcate nel suo corpo.” Osservò Fujima, ricordandosi come il Terzo Piano fosse una scena del crimine insospettabile fino alla scoperta del cadavere.

“ Il poco sangue rimastole in corpo ha appena sporcato la mascherina.” Concluse la tossicologa.

 

Senza più nessuno che si opponesse, gli studenti acconsentirono silenziosamente all’innocenza di Takejiro. Il ragazzo però era ancora al centro di numerosi sguardi timorosi, o giudicanti nel caso di Kumagai.

“ Continuo a non capire perché, allora !” Ripeteva ormai da tempo la contorsionista, esprimendo il  dubbio che la struggeva dall’interno.

Si rivolse al corvino quasi come se lo stesse supplicando.

“ Che senso ha avuto tutto ciò? Perché ci hai nascosto la verità fino ad adesso? Perché hai profanato il corpo di Yonamine ed infangato la scena del crimine se non sei tu l’assassino …?”

Uno sguardo disperato venne rivolto anche a Lilith, ora totalmente incuriosita e per questo in silenzio.

“ Qualche giorno fa dicesti che avresti fatto di tutto per uccidere Lilith… ma perché continui a mentire a tutti noi? Chi consideri davvero come un nemico qui dentro ?” La ragazza per la prima volta stava dimostrando la speranza che aveva riposto segretamente fino ad allora in Takejiro.

Ad inizio processo non si era opposta al suo intervento, e durante il Debate Scrum era stata più che felice di appoggiare la sua decisione.

Solo a quel punto l’Ultimate Liar comprese il peso dello sguardo di Kumagai Yone: speranza.

Venne improvvisamente a conoscenza di cosa fosse la speranza, e soltanto dopo averla infranta e macchiata con un velo di menzogne.

 

“ Tutto ciò che volevo era …” Le sue labbra cementate finalmente si schiusero.

“… che Lilith non sopravvivesse a questo Class Trial.”

 

“ Ansioso di cominciare ?”

“ Sì. Perché sto per assistere ad i tuoi ultimi attimi di vita.”

 

Improvvisamente l’ultimo dialogo tra Takejiro e Lilith prima di giungere nell’aula del processo si rivelò in tutta la sua chiarezza agli Ultimate Students.

“ Non ho mai avuto la certezza che Lilith fosse la colpevole, però era quello che avrei voluto far credere a tutti voi… dopotutto, che la votazione fosse stata giusta o sbagliata, lei sarebbe morta comunque.”

Pronunciando quelle parole così gravose, il ragazzo realizzò quanto la sua anima si fosse corrotta nell’inseguire la speranza, o forse solo per scappare dalla disperazione.

L’Ultimate Majokko assottigliò i suoi occhi verdi, mentre la pupilla si espandeva di conseguenza come per un felino.

“ Quindi per te sarebbe stato opportuno anche sacrificarci tutti pur di vederla morta ?” Domandò debolmente Umezawa.

Questa volta lo stuntman non mostrava alcuni sentimenti di rabbia, né stava per aggredire il corvino.

Semplicemente percepiva la grande solitudine e sofferenza che emanava quel ragazzo, e non riusciva a compatirlo in nessun modo.

Takejiro abbassò il capo, diventando bianco come una lastra di marmo.

“ Take… spero tu abbia compreso che mentire non è mai la scelta migliore.” Gli disse Fujima, senza alcun rimprovero nella voce, ma anzi con una punta di dolcezza.

“ Per favore, se dovessimo sopravvivere a questo Class Trial… non dirci più bugie.” L’Ultimate Toxicologist accennò un sorriso d’incoraggiamento.

 

“ In realtà reputo le menzogne di Takejiro e di Lilith dei punti fondamentali di questo processo.” Intervenne Kigiri, senza curarsi dell’atmosfera generale, ed addirittura dimostrando una certa vivacità.

Incuriosito, Nashi la guardò.

“ Soltanto smascherando le loro bugie siamo riusciti a comprendere diverse verità in questo caso oscuro, dico bene? Perché allora non continuiamo ?” Propose la ragazza.

L’Ultimate Memory riflesse per qualche secondo su quelle parole, e di colpo si rese conto che inconsciamente l’angoscia di aver scoperto la verità si stava trasformando in soddisfazione.

- Takejiro… affronteremo più tardi i motivi della tua scelta.- Si promise mentre pensava all’amico.

- Però adesso, per favore, rimani al sicuro nella tua innocenza: prometto che non ti lasceremo indietro, ed anzi uscirai con noi da quest’aula !-

 

“ Lilith, resti comunque una delle principali sospettate !” Riprese l’Ultimate Criminologist, indicando la rossa, la quale sorrise compiaciuta.

“ Lo so bene: d’altronde sono io l’unica ad avere accesso ad i coltelli, come quello usato sicuramente per decapitare Yonamine.”

“ A proposito del coltello, volevo chiederti come mai l’avessi lasciato al Terzo Piano. Hai ammesso tu stessa di essere salita lì, però perché hai lasciato il coltello a disposizione di chiunque lo potesse trovare ?”  

Seguì un silenzio abbastanza opprimente, a ritmo con il battito cardiaco di tutti gli studenti. Ogni secondo che passava sembrava però far crescere sempre più il sorriso di Lilith.

“ Non ho idea di dove e come l’abbia reperito Takejiro, però posso dirvi per certo che quel coltello l’ho consegnato personalmente… a Yonamine.”

Un’esplosione di tensione travolse l’aula di tribunale, sconvolgendo qualsiasi aspettativa da parte di ragazzi e ragazze.

“ A Y-Yonamine ?!” Ripeté Akagi, iniziando a tastarsi la faccia con numerosi fazzoletti seguendo degli strani passi di ballo.

“ Cosa centra Yonamine in questa storia ?!” Lo seguì a ruota Amari.

“ Tipo… tantissimo, dato che è la vittima! Però perché aveva lei il coltello ?” Si chiese Ebisawa, respirando affannosamente per riprendersi dallo shock.

“ Che sia un’altra bugia ?” Zetsu guardò la rossa con molto sospetto, anche se altrettanto sorpreso dalle sue parole.

 

Nashi Jonetsu, il quale aveva mantenuto le palpebre serrate fino a quel momento, le dischiuse con una nuova luce brillante al posto dei suoi occhi. Tra la confusione e la paura del falso lui credette di essersi, per l’ennesima volta, aggrappato ad un sottilissimo filo di logica.

“ Lilith, immagino che tu sia salita al Terzo Piano prima di tutti noi, addirittura prima delle 11:00, mentre stavamo mangiando o eravamo radunati per assistere all’Ultimate Student Backstory con Monokuma.”

Esordì con totale sicurezza nelle sue parole, che infatti trovarono un immediato responso positivo.

“ Certo! Avete scoperto voi stessi che sarebbe stato impossibile salire dopo le 11:00 dall’ascensore delle ragazze, e poi anche tu mi hai già trovato lì alle 11:30.”

“ Che c’è Nashi, hai trovato qualcosa di sbagliato nella sua testimonianza ?” Domandò a quel punto Zetsu al suo amico.

Questi però scosse la testa con fare concentrato, ed attese qualche istante prima di puntare lo sguardo verso un altro palchetto.

“ Piuttosto mi trovo in disaccordo con la tua versione dei fatti… Fujima Wakuri !”

 

Sentendosi chiamare in causa di punto in bianco, persino l’inalterabile tossicologa dai capelli ramati sobbalzò dalla sorpresa.

“ Cosa? Quale versione di quali fatti ?” Chiese lei, inarcando un sopracciglio cercando di non scomporsi troppo.

“ Semplice.” Rispose prontamente il ragazzo. “ Mi sembra semplicemente impossibile che tu, avendo preso l’ascensore poco dopo le 11, non abbia incontrato la persona più importante in questo caso… ovvero la vittima, Yonamine !”

La scienziata corrugò la fronte, non capendo cosa volesse dire.

“ In che senso ?” Ugualmente Nishizaka fece cenno di non capire quel ragionamento.

“ A-ah !” Zayasu si batté improvvisamente il pugno sul palmo della mano, illuminandosi in viso.

“ Ho capito quello che vuole dire Nashi! In fin dei conti abbiamo cercato di capire solo quando l’assassino fosse salito al Terzo Piano, ma non abbiamo mai chiarito quando lo abbia fatto anche Yonamine… deve essere per forza salita assieme a qualcuno, altrimenti non sarebbe mai potuta giungere al Terzo Piano in tempo per il suo omicidio.”

Alla spiegazione dell’Ultimate Fanfiction Writer, tutti i dubbi dei presenti vennero chiariti, fatta eccezione per l’espressione interrogativa della tossicologa.

“ Fujima …” L’Ultimate Memory guardò l’amica molto seriamente. “ Per caso Yonamine ha preso l’ascensore con te ieri notte dopo le 11 ?”

Quando tutti capirono che da quella risposta sarebbe dipeso un importantissimo punto di svolta nel processo, la massima attenzione venne riportata sulla ragazza.

Questa, sentendosi gli sguardi intrepidi sulle spalle, avvertì una certa fretta nel rispondere.

“ Sì! Con me… è salita con me. Eheh… non ve l’avevo detto, che pasticciona !” Scoppiò a ridere improvvisamente nel bel mezzo del discorso, sollevando un velo di stupore.

“ Ti sembra il momento di fare queste uscite ?!” Gridò seccato Umezawa, agitando il pugno in preda all’ansia.

“ Però, Nashi …” Quando Fujima riprese parola, i suoi occhi si erano spalancati di colpo, assumendo un colorito intenso quanto penetrante mentre inchiodavano l’Ultimate Memory.

“ Non vorrai per questo mettermi al pari di Lilith tra i sospettati.”

Questa insinuazione, unita allo sguardo criptico che gli era stato rivolto, fu capace di produrre parecchio sgomento nel ragazzo.

- Cos’è questo… è forse una minaccia? Oppure ha paura ?- Non aveva mai visto qualcuno dei precedenti studenti sospettati reagire in quel modo così assurdo. Era come se Fujima volesse ordinargli di discolparla piuttosto che difendersi con le sue stesse forze.

Fatto sta che dovette riprendersi da un morsa gelida appena formatasi attorno alla sua gola prima di ricominciare a parlare.

“ Capirai che… rivelarci un’informazione fondamentale solo adesso attira su di te parecchi sospetti.” Incominciò col dire.

“ Ma io non ho nascosto nulla, a differenza di Lilith e Takejiro.” Rispose serenamente la ragazza. “Semplicemente mi ero scordata di dirvelo: se me l’aveste chiesto prima, vi avrei subito rivelato di aver preso l’ascensore con Yonamine.”

“ Dircelo prima o adesso non ti toglie comunque dai sospetti: eri con la vittima sul luogo del delitto e all’orario della sua morte !” Umezawa insorse contro la ragazza con tono sprezzante e colmo di giudizio.

 

“ Ok, ok !” Cercando di far mente locale, Kumagai intervenne per zittire i due.

“ E poi? Cos’è successo ?” Domandò a braccia conserte, attendendo in silenzio una risposta.

Fujima sbatté le palpebre, sigillando le labbra in un’espressione stupita.

“ Niente. Come ho già detto me ne sono tornata al Primo Piano.” La sua risposta fu rapida e priva di timore, lasciando gli studenti a bocca aperta.

“ Ma perché fai così?! Per l’amor del cielo, quanto sei irritante !” Ormai Umezawa si stava mordendo l’elastico dei suoi occhiali da moto come un cane rabbioso.

“ Ehi, ma non è forse un po’ azzardato dubitare di Fujima ?” Suggerì Akagi, toccandosi timidamente gli indici mentre guardava altrove.

L’Ultimate Toxicologist approfittò di quella frase per sporgersi in avanti sul palchetto, ripresentando lo stesso sguardo penetrante di poco prima, questa volta rivolto proprio all’Ultimate Stuntman.

“ Vi vorrei ricordare che l’altra sospettata è Lilith Kurenai! Davvero avete anche solo qualche dubbio su chi condannare a morte tra un’assassina psicopatica ed una vostra amica? Potrei quasi citarvi la Bibbia per dimostrarvi quanto è palesemente assurda la vostra esitazione …”

Immediatamente il bruno tradusse quell’occhiataccia come un giudizio lapidario, e si sentì scrutato fino a fondo nell’anima.

 

“ Fujima ha ragione !” Strillò Nishizaka, riprendendosi dal suo stato intontito, ed ora mostrando una grinta immensa.

“ Ricordiamoci che lei è una nostra amica, non un’assassina come Lilith! Nashi, mi meraviglio di te: da che parte sei in questo processo, eh ?!” La rosa rivolse uno sguardo di rimprovero molto accigliato al bruno, che spaventato sussultò.

“ Eh ?!” Squittì lui. Successivamente, provando a mantenere la concentrazione, si portò una mano al mento, riflettendo sulla situazione corrente.

“ Non c’è nessun motivo per dubitare ancora di Fujima! Lilith ha praticamente scritto in fronte “sono l’assassina”, cosa c’è ancora da capire ?!” Continuava col dire Nishizaka, estendendo la sua ramanzina a tutti i presenti nella corte.

“ Non è così, invece !” Fu la repentina risposta del ragazzo, interrompendola non appena ebbe compreso quale fosse il tassello mancante nella sua supposizione.

Davanti allo sguardo sconcertato dell’Ultimate Web Personality, il ragazzo riportò la propria attenzione su Fujima.

“ In realtà c’è una prova che riguarda proprio Fujima: sto parlando dell’acido !”

 

“ Cosa ?!” Esclamò la ragazza dai capelli ramati, accigliandosi.

Il bruno annuì silenziosamente, recuperando le forze prima di ripartire all’attacco.

“ L’odore che è possibile sentire praticamente ovunque al Terzo Piano deriva da una macchia ormai asciutta davanti alla porta del Laboratorio di Chimica. La puzza è la stessa emanata dalla boccetta di acido di cui solo Fujima sapeva la posizione, e che stamattina conteneva solo poche gocce.”

“ Ricordo… questo acido.” Mormorò Zayasu, accennando al loro primo dialogo sull’argomento di circa tre giorni prima.

L’Ultimate Memory scrutò a lungo l’espressione dell’Ultimate Toxicologist per notare una qualsiasi reazione, ma ella rimase impassibile anche davanti a quell’accusa.

Ebbe così modo di accusare tutto il rammarico per quella scelta presa: la stessa persona che ora guardava come una sospettata era una sua amica, la quale aveva desiderato la salvezza di tutti gli altri senza alcun dubbio. Ricordò di come avesse rincuorato Nishizaka dopo la morte di Arima e Mistuko, o del loro dialogo in laboratorio terminato con un abbraccio per darsi forza dopo tanta paura e desolazione.

Sopra ogni avvenimento spiacevole che lei aveva dovuto affrontare c’era però l’Ultimate Student Backstory. Dopo che Monokuma aveva infatti mostrato il suo passato tragico davanti a tutti, la ragazza per la prima volta era fuggita, non trovando il coraggio di affrontare la situazione con serenità.

- Fujima… so che hai paura, non è possibile che tu non tenga più alla tua, come alla nostra vita. - Cercò di convincersi di questo Nashi, mentre acquistava il coraggio necessario per proseguire.

 

“ Inoltre, Kigiri, Zayasu ed io abbiamo ispezionato la camera di Yonamine… trovando un possibile movente per l’assassino.” Ammise dopo aver catturato abbastanza l’attenzione necessaria dei presenti.

I ragazzi, al sol sentire la parola movente, vennero pervasi da un’aura di mistero ed incertezza.

“ Un movente… ?” Ripeté confuso Akagi. “ Fin’ora nessun assassino ha mai avuto un movente, a parte, bhe… andarsene di qui.”

“ Invece il nostro movente è qualcosa di ben diverso.” Intervenne Kigiri.

“ Abbiamo infatti trovato una lettera in busta già aperta in camera della vittima… l’abbiamo consegnata a Monokuma, chiedendo di leggerla lui stesso per avere la massima veridicità.” La criminologa disse ciò con tono infastidito, segno che non fosse stata da subito intenzionata a prendere quella decisione.

L’orso, il quale aveva assistito a tutto il processo rimanendo in silenzio, quasi assorto, sentendosi richiamare ululò dal piacere.

“ Here I am! Certo che ho qui la lettera !” Annunciò felice, sventolando una busta di carta strappata sulla sommità.

“ E leggila allora, cazzo !” Imprecò Ebisawa, mulinando i pugni chiusi al vento.

Monokuma espanse ancor di più il suo ghigno a metà, estraendo dalla busta una lettera.

“ Verbale di violazione alle norme del codice della strada ...” Non appena ebbe finito di leggere queste prime parole, l’orso divenne completamente rosso dalla vergogna, gettando via ciò che teneva tra le zampe.

“ Allora… ehm …” Mormorò mentre dissimulava imbarazzo.

“ Ma stava leggendo una multa !” Constatò Zetsu, allibito.

 Poco dopo l’orso ebbe trovato una busta identica già aperta, con dentro un’altra lettera. Questa volta lesse qualcosa di molto più serio ed imprevedibile.

 

“ Ho bisogno di scriverti questa lettera affinché tu la legga lontana da me e possa dunque comprendere al meglio quale pessimo individuo io sia. Non cerco perdono o accettazione, voglio solo farti dono della verità prima di Monokuma.

La mia famiglia credette di avermi perso in quell’incidente in alto mare quando ero ancora una bambina, e sarei sicuramente morta se non fosse stato per il ragazzo che mi salvò la vita. Scoprii più tardi che lui fosse un assassino il quale utilizzava un lavoro di copertura come attore ed era inaspettatamente diventato parecchio famoso nonostante la sua giovane età. Il suo nome era Yonamine Genjo.

Mi innamorai di lui. Era stupendo, talentuoso e la sua vita era vissuta sulla lama di un coltello ogni giorno: tutto ciò che con la mia vera famiglia non sarei mai potuta essere, in quanto i miei fratelli maggiori mi superavano in qualunque cosa facessi. Decisi di rimanere per sempre con lui, aiutandolo per sdebitarmi.

Genjo mi avvertì sin dall’inizio che non avrei mai dovuto prendere questa strada, e continuò a tenermi alla larga ancor di più dal suo lavoro quando iniziò a ricambiare i miei sentimenti. “Forse ci amavamo troppo ?”: questa era la nostra debolezza.

Un giorno venne incaricato di un affare importante, e sparì per diversi giorni dopo avermi mandato in un covo sperduto con altri suoi colleghi. Quando ritornò, scoprii che aveva catturato qualcuno.

A stento riuscii a credere che il ragazzo portato dinnanzi a me era mio fratello, Fuka Wakuri. Non mossi un dito nei successivi giorni mentre lo guardavo venir torturato da Genjo: mi era stato detto che partecipava allo sviluppo di un’arma batteriologica con la quale sarebbe stata dichiarata guerra a tutto il mondo, e noi eravamo dalla parte di chi doveva fermare i malvagi.

Qualche settimana dopo però, l’esercito irruppe nella nostra base per recuperare Fuka, iniziando un violento scontro armato. Genjo morì davanti ai miei occhi, poco dopo avermi detto di fuggire, di salvarmi la vita per sempre a costo di fingermi qualcuno che non ero.

Ebbi paura, e tutte le mie lacrime versate andarono a lui, non al sangue del mio sangue che avevo visto soffrire per giorni. Quando iniziai una nuova vita in Giappone, in realtà stavo indossando l’esistenza di Yonamine Genjo, l’Ultimate Actor.

Eppure, non so cosa sia stato, se provvidenza o karma, ma esattamente dieci giorni fa mi sono riunita con l’ultimo membro rimasto della mia famiglia, e così ho avvertito la mia vecchia vita venir dissotterrata d’improvviso. Per anni mi sono mascherata, sapendo di non avere il coraggio necessario per essere anche solo per un istante ciò che ero un tempo, eppure ora ho intenzione di farla finita con i travestimenti.

Sarò sempre al tuo fianco per essere chiunque tu voglia: una sorella, un’amica, qualcuno con cui uscire da questa torre e con cui sorridere nel mondo che ritroveremo fuori di qui.

Non voglio abbandonarti ancora, Fujima.

-Masuku Wakuri ”

 

La stridula voce di Monokuma fu l’ultima cosa che risuonò in quella stanza prima che piombasse un pesante silenzio. L’aria aveva un odore nauseante, ma tutti i presenti avrebbero dovuto accettarla così com’era: stavano respirando la verità.

“ Monokuma aveva detto …” Iniziò col dire Nishizaka Iki, con la voce rotta dai singhiozzi.

“ Che con un altro Ultimate Student Backstory avremmo scoperto che fine avesse fatto la sorella di Fujima …”

“ Ma chi diavolo poteva pensare che questa fosse proprio Yonamine… anzi, Masuku.” Terminò per lei la frase Zayasu, anch’egli appesantito dalla tristezza.

La ragazza dai capelli rosa sollevò lo sguardo colmo di rammarico verso la tossicologa.

“ Perché… perché l’hai uccisa, Fujima ?” Lacrime amare iniziarono a scorrere dai suoi occhi, riflettendo l’immagine immobile dell’altra studentessa.

 

Fujima Wakuri aveva il capo chinato verso il proprio palchetto, forse fissando il nulla, oppure una realtà migliore in cui rifugiarsi. Quando la domanda di Nishizaka la raggiunse però si risvegliò dal torpore, stringendo i pugni ed irrigidendosi mentre accumulava tensione.

“ Non ho mai davvero letto quella lettera, perché quando siamo salite insieme al Terzo Piano ho visto… M-Masuku tentare di nascondere qualcosa nel laboratorio. Le chiesi spiegazioni, e dalla sua espressione compresi che mi stesse nascondendo qualcosa.”

La dichiarazione della ragazza era narrata da un tono debole, per niente vivace e positivo come suo solito.

“ Mi disse che sapeva chi aveva ucciso mio fratello, ma quando glielo chiesi lei pretendeva che io leggessi prima quella lettera. Non le diedi retta, io …” Il suo volto si incrinò, prossima alle lacrime.

“ Volevo solo sapere chi avesse ucciso Fuka! C-Così ho usato il mio Monokuma Bangle e le ho ordinato di dirmi tutto… “Chi ha ucciso mio fratello ?”… le chiesi esattamente così !”

Dopo la furia crescente del suo discorso seguì una breve pausa, accompagnata a stento dai rantolii della ragazza mentre boccheggiava in cerca d’aria.

Nishizaka si coprì la bocca con le mani, esalando un sussulto inorridito.

“ E lei… ti ha risposto… ?”

“ Yonamine Genjo. Ovvero quello che credevo fosse il suo nome.” Disse Fujima.

Il suo volto non era più contratto, gli occhi erano lucidi e privi di rabbia mentre ormai le lacrime sgorgavano inarrestabili lungo le sue guance rosee.

“ Così l’ho attaccata con l’acido che avevo a portata di mano con me… la maggior parte è caduta sul pavimento, e mentre cercava di sfuggire ci è inciampata sopra, cadendo con la faccia nella pozza. Stava soffrendo, ed io sentivo le sue urla di dolore !”

“ Perciò le hai spezzato il collo chiudendoglielo nella porta del laboratorio.” Intuì Kigiri, rimanendo fredda anche mentre pronunciava quelle macabre parole.

“ Sì.” Rispose la ragazza, ormai priva di sentimenti. “Impalarle il petto con tre aste di bandiera fu facile dopo aver staccato i drappi ed i pomelli superiori, perché presentano una punta affilata.”

“ Ecco spiegato il mistero dell’annuncio di Monokuma.” Rifletté, seppur a dir poco turbato, Zetsu. “Con Fujima in quanto killer, le altre tre persone ad aver visto il cadavere sono state Lilith, Nashi e Kigiri.”

 

“ Fujima …” Anche se prima le aveva urlato contro, al fronte di quella confessione Umezawa rivolse uno sguardo sofferente a Fujima.

“ Ti sei confessata. Questo vuol dire che… abbiamo finito ?” Terminò l’Ultimate Stuntman, tirando su col naso mentre cercava il più possibile di evitare lo sguardo di chiunque altro per nascondere il suo malessere.

“ Non voglio …!” Fu l’urlo soffocato nel pianto di Nishizaka.

“ Ragazza, sii forte.” Accanto a lei, Kumagai socchiuse gli occhi, rilasciando un sospiro carico del peso di tutta quella drammatica situazione.

Sorprendentemente, però, tra gli sguardi afflitti di tutti, qualcuno sollevò il volto presentando un dolce sorriso.

“ Vi prego, continuate a vivere per me !” Mentre i suoi occhi lacrimavano, il cuore di Fujima esplodeva di gioia e tristezza pronunciando quelle sue ultime parole.

Takejiro la fissava senza comprendere a pieno le sue parole, mentre Lilith aveva un’espressione indecifrabile, forse di noia.

“ Non dimenticatevi di questa sofferenza, e tenetevi stretti i vostri compagni… qualsiasi cosa abbiano fatto.” L’Ultimate Toxicologist sollevò il tono di voce quasi fino ad urlare il suo messaggio sentito agli studenti.

Dai palchetti spuntò un display, e tutti poterono riconoscerlo per la seconda volta.

I nomi dei prigionieri di quella torre erano disposti in un tabellone, con una croce rossa su chi li aveva ormai già abbandonati. In basso, un solo pulsante: “Vote !”

“ Avete capito?! Continuate a vivere !” Urlando a squarciagola tra i pianti, Fujima iniziò a serrare le palpebre.

 

“ Non è così, invece !”

Una voce maschile sovrastò quella della ragazza, paralizzando dallo stupore tutti i presenti per una manciata di secondi.

Quando gli studenti rivolsero il loro sguardo alla fonte del rumore, poterono trovare uno tra loro che non stava né versando lacrime, o tantomeno disperandosi.

Tutto ciò videro, infatti, fu Nashi Jonetsu con il volto tormentato dai propri pensieri.

“ Ho promesso che non avrei giudicato nessuno senza prima avere tutte le prove necessarie per dichiararlo colpevole.” Disse, picchiettandosi il mento con l’indice mentre guardava altrove.

“ Cosa?! Ci stai prendendo in giro ?!” Esclamò Ebisawa, quasi cadendo all’indietro.

“ Sei stato tu a convincerci della colpevolezza di Fujima, e ora stai esitando ?” Domandò confusa Amari.

“ Ch-Che …! Nemmeno Fujima stessa riuscì a capire cosa stesse succedendo, e mentre indossava un’espressione di puro smarrimento il suo occhio destro ebbe un tic per il nervosismo.

Il ragazzo si prese qualche manciata di secondi prima di valutare la risposta, riportando finalmente lo sguardo sulla ragazza dai capelli ramati.

“ Ci sono ancora domande che non hanno una risposta, e non ho intenzione di ignorare questi misteri.”

“ Ancora con il qualquadra che non cosa?! Pensavo fosse acqua passata !” Squittì indignata l’Ultimate Video Maker.

“ E cosa ci sarebbe stavolta di oscuro ?” Ringhiò Umezawa, esausto a causa del caos in quel processo.

“ Nuovamente l’acido.” Rispose chiaro e secco Nashi. “ Poco prima, quando ho detto che Fujima fosse l’unica a sapere del sua nascondiglio, in realtà ho mentito… per questo mi aspettavo di sentirla ribattere dicendo “non è vero che solo io sapevo del nascondiglio dell’acido, anche tu ne eri a conoscenza !”, ma non l’hai fatto !”

“ Ah, quindi sapevi anche tu dove lei nascondesse l’acido …” Ripeté ad alta voce Ebisawa, grattandosi la barba incolta.

“ Già, era un nascondiglio appositamente scelto da Fujima per impedire che Monokuma ce lo rubasse nel caso avessimo voluto usarlo a nostro vantaggio… e due giorni fa lei mi ha fatto tesoro di questo segreto.”

Rivelò il bruno, soffermandosi appena con lo sguardo sulla tossicologa, ma senza fermare il suo flusso di pensieri.

“ Ciò che più non riesco a capire, però, è proprio il nascondiglio dell’acido… se non l’avessimo trovato insieme alle altre cianfrusaglie nel Laboratorio di Chimica, l’avrei immediatamente cercato nel suo nascondiglio. Eppure non c’è stato bisogno: Fujima non ha nascosto l’acido al suo posto dopo averlo usato !”

 

“ Già …” Sospirò la diretta interessata dopo aver ascoltato quella testimonianza. Il suo sorriso si era appena smorzato, sovraccaricato dal peso di quell’opprimente discussione.

“ Forse è stata un’azione involontaria, come se avessi voluto lasciare un indizio sin da subito della mia colpevolezza. Ora però basta così, non c’è più nient’altro da nascondere …” Disse con amarezza.

“ Non è così, invece !”

La contestazione di Nashi si abbatté su di lei senza nemmeno darle il tempo di terminare la frase. Quando Fujima sollevò lo sguardo, trovò l’Ultimate Memory con gli occhi animati da scariche elettriche inarrestabili, segno che in lui scorresse ancora troppa energia per concludere il Class Trial in quel modo.

“ Fin’ora abbiamo trascurato una prova fondamentale, rimasta invariata sotto i nostri occhi nonostante tutti i misteri svelati! Sto parlando del Monokuma File !”

Detto ciò, il ragazzo estrasse il proprio e-Handbook, ed accendendolo davanti a tutti mostrò la schermata dei Monokuma File.

 

 

Vittima: Non identificabile

La testa mozzata è stata ritrovata nel Prato al Secondo Piano, mentre il corpo decapitato nella Sala di Musica al Terzo Piano.

L’ora del decesso è circa le 11:30 pm.

La vittima presenta il volto deturpato da un’unica ustione, torace penetrato in tre punti, collo reciso e soggetto ad ingenti traumi provocati da un corpo contundente.

 

“ Notate qualcosa di strano ?” La sua domanda retorica attirò le attenzioni di tutti gli studenti, i quali iniziarono a scrutare i propri display incuriositi.

“ Ehm… tipo ?” Domandò Zetsu, un po’ smarrito.

“ La… vittima non è stata ancora identificata come Masuku.” Realizzò Kigiri dopo un attento sguardo, ed a quel punto i suoi occhi si spalancarono dallo sconcerto.

“ Ah… bhe, in un primo momento effettivamente ci è stato impossibile capire chi fosse da quella testa mozzata.” Ammise Akagi. “ Dopotutto presentava anche quella brutta ustione sul volto.”

In quel momento il bruno rizzò sull’attenti, cogliendo al volo l’occasione lanciata dall’Ultimate Rhythm Game Player.

“ Esatto! La vittima non è stata identificata nemmeno dai Monokuma File… perché l’assassino l’ha volutamente resa non identificabile !” Nei suoi occhi balenò un barlume d’intuizione, come se fosse stato folgorato da un lampo di genio.

“ Ma ho già detto che l’ustione sul volto di Masuku è stata provocata da lei caduta sulla pozza di acido! È stato un incidente !” Ripeté furiosamente l’Ultimate Toxicologist.

“ E allora perché alla vittima sono anche stati rasati tutti i capelli ?” Domandò a bruciapelo Zayasu, intromettendosi nella discussione con calma e pacatezza.

“ Tra l’altro i capelli rinvenuti sul balcone presentavano un colore sicuramente diverso da quello di Masuku… ma comunque sì, non c’è dubbio che siano stati tagliati appositamente.” Gli diede corda l’Ultimate Criminologist.

Sentendo tutte quelle opposizioni, Fujima si ritrasse, vedendosi attanagliata da diversi sguardi colmi di dubbio nascenti tra la folla.

 

“ R-Ragazzi… vi ho detto di tenervi stretti le vostre vite.” Disse allora, velando appena un evidente sforzo di controllo.

“ Perché dubitate di me? Se votate qualcun’altro non potrete avere salva la vita …”

“ Ormai però ho questo pensiero conficcato nella mia mente …” Gli rispose Nashi, scuro in volto e con una voce più rauca del solito.

“ Non riesco a smettere di credere che in questo caso sia coinvolta una persona di troppo !”

Sentendo quelle parole, nemmeno Fujima poté contenersi dal tremare. La sua mascella si spalancò inavvertitamente, mentre gocce di sudore freddo colavano lungo le sue tempie.

“ E la dimostrazione me l’ha data proprio la lettera e le tue parole a riguardo, poco prima. Hai detto di non averla mai davvero letta, ma perché allora è stata lasciata in camera di Masuku, per di più con la busta che la conteneva già aperta ?” Ad ogni frase il ragazzo la incalzava come in un ballo tra le fiamme.

“ Forse è stata aperta proprio nella camera della vittima ?” Suggerì Kumagai.

“ Già.” Annuì il ragazzo. “ Ma con tutta la procedura dell’impalamento del cadavere, la decapitazione, ed i dieci minuti di ascensore previsto... Fujima sarebbe dovuta tornare al Primo Piano proprio mentre scoccava la mezzanotte. Dubito che abbia avuto il tempo di fiondarsi nella camera della vittima per aprire la lettera.”

La tossicologa avanzò un ghigno di sfida, ormai esausta da tutte quelle vacue provocazioni.

“Sentiamo allora, come avrei potuto farlo? Dopo la mezzanotte è proibito trovarsi all’infuori dalla propria camera, e quindi anche nelle camere di chiunque altro.”

 

Il ragazzo si ritrasse così per l’ultima volta in un istante di silenzio, puntando entrambe le mani sul palchetto. Accumulò tutta l’aria che poteva nei suoi polmoni.

“ Avresti potuto farlo con tutta calma… perché ti trovavi con la tua lettera nella tua camera.”

Lanciò uno sguardo intensissimo alla ragazza, facendole accapponare immediatamente la pelle dai brividi.

“ Tu non sei Fujima Wakuri! Tu sei Masuku Wakuri, ovvero la presunta vittima di questo caso !”

La ragazza in quello stesso istante vide abbandonare tutte le proprie forze, ed inevitabilmente barcollò in cerca di un appoggio.

La sua testa si era fatta leggera, come se avesse respirato dell’elio, mentre i suoi occhi ora erano lattiginosi, non più vividi.

 

“ Che assurdità… è mai questa ?” Scandì tra le sue labbra impastate, minacciando una grande furia appena contenuta dalla sua scarsa lucidità.

“ No, vabbé, questo è troppo anche per me da credere …” Zayasu storse il naso, mostrandosi per la prima volta in disaccordo con le parole di Nashi.

“ Nashi… ma sei serio ?” Domandò invece Nishizaka. Stavolta in lei non si poteva leggere solo un apparente disaccordo, ma anche una forte esitazione nell’appoggiarsi ad un’altra verità.

L’Ultimate Memory, sorprendentemente, annuì. Nei suoi occhi era visibile una forte volontà, ed anche grande ordine mentale.

 

“ Non è così impossibile trasformarsi quasi del tutto in un’altra persona, se ci pensate. Amari, tu ad esempio dovresti saperlo bene, dopo ciò che ci hai costretto a fare due giorni fa.” Il ragazzo cercò appoggio nell’Ultimate Video Maker.

Questa al suono delle sue parole sollevò il capo, facendo rizzare sull’attenti anche le orecchie da gatta.

“ Intendi l’evento cosplay ?” Propose, cavalcando l’onda dei suoi ricordi.

“ Lì avevamo usato… le polveri coloranti trovate in laboratorio !”

“ Mi stai dicendo quindi che Masuku ha usato quelle stesse polveri per assomigliare a Fujima ?” Chiese sconcertato Umezawa, brancolando ancora nel buio.

“ Ovviamente per assomigliarle ancor di più avrebbe dovuto anche scambiarsi i vestiti… ed agire come lei, recitando quindi la sua parte.” Un funesto presupposto scivolò via senza alcun peso dalle labbra di Zetsu, il quale indossava una maschera di inquietudine.

 

“ Se vogliamo immaginare i ruoli di Masuku e di Fujima invertiti in questa situazione …” Incominciò Kigiri.

“ L’assassino ha voluto rasare i capelli della vittima per renderla ancor più irriconoscibile, altrimenti non avrebbe potuto prendere le sue sembianze con così tanta facilità.”

 

“ Non ho idea di dove e come l’abbia reperito Takejiro, però posso dirvi per certo che quel coltello l’ho consegnato personalmente… a Yonamine.”

 

Nella movente di Nashi risuonavano ancora le parole di Lilith, ed erano un dettaglio dal quale non si sarebbe mai staccato fino alla fine.

- L’unico modo per tagliarle i capelli, una volta appesa sul balcone, era di utilizzare il coltello che Lilith stessa le aveva fornito… lo stesso che poi in seguito Takejiro ha rinvenuto. - Rifletté, rendendosi conto che tutto stesse filando liscio nella sua deduzione.

“ E se l’assassino fosse stato qualcun altro all’infuori di Fujima, allora non sarebbe potuto essere a conoscenza del nascondiglio dell’acido: infatti l’ha abbandonato nel Laboratorio di Chimica come se nulla fosse !” Disse, indicando la ragazza come per sparare un proiettile dritto verso le sue menzogne.

La pelle dell’Ultimate Toxicologist(?) era diventata violacea, segno che stesse trattenendo il respiro ormai da tempo. Nel suo petto il cuore batteva all’impazzata, pompando così tanto sangue al cervello da non darle nemmeno l’occasione di pensare.

Vide tutto attorno a sé sciogliersi come pittura bagnata dall’acqua, precipitando nel vuoto abisso sotto di loro.

 

Poco prima di accasciarsi, però, artigliò il palchetto con una mano e con tutte le forze che le rimanevano in corpo rimase appigliata a quell’ultimo centro di gravità e salvezza.

Le sue dita erano ancorate saldamente come la zampa di una bestia, e quando riuscì a sollevare la testa rese visibile a tutti un volto trionfante. Le sue labbra erano contorte, svelando un sorriso che le attraversava la faccia da una guancia all’altra.

Gocce di sudore scorrevano fino a terra, ma nonostante tutto, con un ultimo fremito riuscì a recuperare l’equilibrio e a reggersi in piedi. Tutti assistettero alla sua posa ferma e gioiosa quando si erse al proprio posto di nuovo.

“ È un cinquanta e cinquanta !” Furono le parole di Fujima(?), pronunciate con un tono agrodolce di pura malizia.

Nashi assottigliò lo sguardo, percependo un innaturale pericolo.

“ Fifty fifty… cosa ?” Domandò allora Akagi, sventolandosi con una mano per sopravvivere alla tensione palpabile in aula.

La ragazza sollevò il mento, guardando la classe dall’alto verso il basso.

“ Che ciò che ha detto Nashi potrebbe essere, come non essere, esatto: non ci sono testimoni che affermino questo scambio di identità! Per quello che sapete io potrei essere Masuku che si finge Fujima… oppure Fujima che finge di non ricordarsi il nascondiglio dell’acido per indurvi a pensare tutto questo !”

L’Ultimate Memory, così come tutti gli studenti, vennero sconvolti dall’impeto di forza e crudeltà sprigionato dalla loro amica, qualunque ella fosse.

 

“ È… vero …” A causa dei brividi che la facevano tremare come una foglia, le parole di Nishizaka erano appena udibili. La ragazza non sapeva di cosa avere paura, per cosa provare tristezza, e tantomeno quale delle sue compagne considerare morte.

“ E-Ehi… ci dovremmo riflettere un po’! Sapete che succede se votiamo la persona sbagliata, no ?” Propose Ebisawa, non riuscendo a mascherare l’assurdo livello di paura nella sua voce.

“ Chissà chi è l’assassino e chi è la vittima? Chissà chi sono io ?!” Urlava intanto Masuku(?), mentre rideva a crepapelle.

Nashi chiuse gli occhi, venendo circondato dall’oscurità.

“ Le vostre sono solo congetture! Se il procedimento del travestimento fosse solo frutto della vostra immaginazione, allora avreste votato la persona sbagliata !” Continuò Fujima(?), questa volta iniziando a tirarsi due lembi della faccia in un raptus di follia.

Nulla era più in armonia. Tra gli studenti si agitava disaccordo e agitazione, alimentando sempre più la paura di sbagliare votazione e terminare la loro vita a causa di un errore.

Qualcuno cercava disperatamente di ragionare, con la speranza di raggiungere una conclusione accettabile, ma le loro menti sarebbero rimaste per sempre paralizzate da quel terrore.

Il bruno non aveva nemmeno più bisogno di guardarsi attorno per percepire tutto questo. I frammenti dei loro timori turbinavano attorno a sé in un tornado nero, rendendo impossibile vedere cosa fosse fuori dall’occhio del ciclone.

 

“ Nashi, so che conosci la verità! Cosa stai aspettando ?!” Un urlo straziato dal dolore lo raggiunse.

Figurò chiaro e nitido il volto di Takejiro, sofferente e ancora ferito dal peccato commesso. Eppure, nonostante si fosse rinchiuso in quel silenzio colpevole, aveva deciso di lanciargli un messaggio per affidare a lui tutta la sua speranza.

“ Già, se lo dicessi io nessuno mi crederebbe. Ma tu… tu sei senz’altro qualcosa di  diverso.”

La voce di Lilith come sempre era misteriosa, nascondendo forse dell’ironia oppure i suoi veri sentimenti. Tutto che bastò sapere a Nashi, fu che la rossa stesse sorridendo compiaciuta, come se un opera che aveva visto realizzare fosse stata finalmente ultimata davanti ai suoi occhi.

“ Nashi, spetta a te andare fino a fondo in questa storia !” Kigiri, più vicina che mai, fu l’ultima cosa che il ragazzo sentì prima di rivedere il mondo attorno a sé.

 

“ Non c’è modo di confermare che Fujima e Masuku si siano scambiate di ruolo !” Ululò l’assassina, consapevole della trama contorta che aveva costruito.

“ Non è vero, invece! La prova è la bruciatura sul vestito della vittima !” Tuonò Nashi, sovrastando con il suo grido di giustizia l’ultima difesa della criminale.

Lei allora si immobilizzò, sgranando gli occhi.

“ Fujima ha attaccato Masuku con l’acido quando questa gli ha rivelato l’identità dell’assassino di suo fratello, vero? Lo stesso acido è finito sul pavimento, e cadendoci sopra la vittima si è ustionata brutalmente il volto …” L’Ultimate Memory spostò l’indice, dapprima sollevato e parallelo al suo volto, verso la ragazza.

“ Però quell’acido ha procurato un altro danno al vestito di Masuku: una bruciatura sullo sterno! Mi sai dire come mai, allora l’acido ha corroso solo il vestito e non la pelle? Sarà forse perché… la vittima ed il colpevole si sono scambiati gli abiti dopo l’omicidio?!” Nella mente di Nashi si sovrappose perfettamente l’immagine del corpo sospeso della vittima con quello di chi aveva di fronte.

La ragazza si contorse dalla sofferenza, sollevando il capo verso l’alto ed emettendo un gemito di dolore e paura.

“ Se così fosse, la vera assassina dovrebbe avere dei vestiti intatti… ma anche una ferita sul corpo.”

Il grido risuonò nell’aula per un lasso di tempo infinito, al punto da rimbombare nelle orecchie degli studenti come un ronzio stridulo. Eppure, nessuno si sentì capace di ignorare quella scena di puro terrore e sgomento davanti ai loro occhi.

 

Quando il silenzio tornò a far da padrone, nessuno più muoveva un muscolo.

Lenta ed inesorabile come una foglia che scivola nel vento, la ragazza si portò una mano alla tasca. Nel palmo della mano svelò una manciata di polvere opaca e cristallina.

Se la portò all’altezza del volto, accompagnando quel gesto con un sospiro di rassegnazione. Contemporaneamente, scostò verso il basso il collo del maglione, rivelando il suo sterno. Ciò che apparve più evidente che mai fu una chiazza purpurea, non più ricoperta uniformemente dalla pelle.

“ Adesso è davvero finita.” Quando sollevò la mano dal proprio volto Masuku Fujima, Ultimate Actress, era tornata alle proprie vere spoglie. Un enigmatico sorriso stanco decorava un volto ormai ricoperto dalle prime sincere lacrime che avesse mai versato.

 

Nashi deglutì a vuoto, sentendo lo spazio attorno a sé divenire sempre più lontano.

- Devo… concludere… questo processo… - Fu il suo pensiero, e per quanto cercasse di non pensare a cosa sarebbe arrivato dopo, una sensazione di vuoto incolmabile si aprì nel suo petto.

“ Ecco com’è andata …”

 

L’omicidio di Fujima Wakuri, avvenuto ieri sera alle ore 11:30, non era assolutamente premeditato.  L’assassino infatti era salito al Terzo Piano con Fujima, intenzionato a lasciare nel Laboratorio di Chimica una lettera contenente una verità davvero ardua da accettare: la vera storia dell’omicidio del fratello di Fujima, ed anche un legame di parentela proprio tra loro due.

Sfortunatamente, l’Ultimate Toxicologist sorprese l’assassino in flagrante, pretendendo una spiegazione orale della vicenda. Colta da un raptus d’ira, credendo che l’assassino fosse il diretto responsabile della morte del fratello, l’ha attaccato con l’acido: la maggior parte di esso cadde sul pavimento formando una pozza tossica, ma uno spruzzo ferì l’assassino al petto.

Nella colluttazione, probabilmente non in modo volontario, Fujima inciampò e cadde proprio sulla pozza di acido. Lì il suo volto fu ustionato gravemente, sciogliendone i tratti somatici e rendendola irriconoscibile.

Il colpevole, vedendo la sorella agonizzare in quel modo, ha deciso di porre fine alla sua vita spezzandole il collo con la porta del laboratorio.

Successivamente però deve aver compreso del rischio che stava correndo, soprattutto perché non mancava molto ormai alla mezzanotte. Così ha iniziato la realizzazione del piano più contorto e insospettabile mai visto prima: travestirsi da Fujima e far passare il cadavere per se stesso.

Tutto ciò che gli serviva erano le polveri coloranti trovate nel laboratorio e gli abiti della vittima, così si mise all’opera.

Mentre avveniva la trasformazione, io e Takejiro eravamo saliti proprio al Terzo Piano per far tornare Fujima alla propria camera. Non ci saremmo mai aspettati di trovare Lilith, la quale era già venuta a conoscenza dell’omicidio ed aveva anche fornito al colpevole un coltello.

L’Ultimate Majokko ha subito stordito me e Takejiro, in modo che l’assassino potesse allontanarsi senza venir visto. Questo aveva ormai ultimato i suoi preparativi: si era scambiato i vestiti con la vittima, e dopo averla impalata sul balcone della Sala Musica con tre aste di bandiera, le aveva anche rasato tutti i capelli.

Come se non bastasse decapitò Fujima, ed avvolgendo la testa in un drappo la portò sul Prato al Secondo Piano.

Dopo ciò Lilith, indisturbata, scambiò la vera testa con quella del manichino anatomico del laboratorio, portandola in Cucina alle ore 11:45. Per spostarsi così velocemente tra i piani mentre l’ascensore era occupato dal vero colpevole, fece uso di un paracadute preso dalla stanza sbloccabile solo da lei.

Di questa stanza però, venne a conoscenza anche Takejiro quando riprese conoscenza, assistendo però solo alle azioni di Lilith, e quindi credendola l’assassina. Determinato più che mai a mettere in evidenza la realtà dei fatti secondo il suo punto di vista, l’Ultimate Liar si diresse verso il cadavere con intenzioni oscure.

Non potendola vedere grazie all’aiuto di una maschera, ma trovandola grazie al suo Monokuma Bangle, rimosse una delle aste conficcate nel corpo di Fujima. Questa venne poi abbandonata nel bagno dei maschi, mentre veniva inserita quella contenente l’unica prova dell’esistenza di Junko Enoshima, ovvero la presunta identità di Lilith.

Ognuno riuscì a tornare alle proprie camere entro la mezzanotte: io e l’assassino tramite l’ascensore maschile e femminile, mentre Lilith e Takejiro grazie all’aiuto dei paracadute.

In questo intreccio di occultamento delle prove e macchinazioni, il vero colpevole sembrava esser stato reso ormai indistinguibile. Eppure, per quanto si sia comportato fin’ora come la vittima che ha cercato di impersonare, alcune disattenzioni che la vera Fujima non avrebbe mai commesso l’hanno condannato.

Una di queste era proprio la ferita sul petto, assente nella vittima nonostante i vestiti riportassero l’ustione dell’acido.

 

 

“ Ti prego, non mentirci più… Masuku Wakuri !” Con quelle ultime parole concludeva una sentenza di morte, questo Nashi lo sapeva bene.

A maggior ragione, fu sbalordito quando realizzò che la colpevole stesse continuando a sorridere.

Masuku piangeva e sorrideva, mentre i suoi occhi brillavano di meraviglia.

“ P-Perché… sorridi ?” Domandò Nishizaka, con il volto completamente fradicio per le lacrime e la voce tremante. Se poco prima il pensiero che la sua amica fosse un’assassina l’aveva distrutta, la consapevolezza che fosse già morta confondeva ogni cellula del suo corpo.

Tutto ciò che poteva fare era quindi guardare l’assassina di Fujima emanare una misteriosa aura di serenità e pace.

“ Perché… voglio lasciare una bella immagine di me a questo mondo prima di abbandonarlo.” Il desiderio espresso dall’attrice fu così innocente e fragile da farle spezzare la voce in gola, come se avesse paura di renderlo patetico soltanto con le proprie parole.

“ La fotografia di un momento particolarmente bello nella vita di una persona dice tutto della sua storia… dopotutto l’apparenza sopravvive per sempre, a differenza di un concetto o di un’ideale. Per questo motivo voglio che voi, a cui tengo come se foste la mia famiglia, siate i testimoni del mio ultimo sorriso prima di morire.”

Takejiro era ricurvo sul palchetto, con il volto coperto dal cappuccio, eppure la sua voce quando parlò fu ferma e decisa.

“ Immagino che per l’Ultimate Actress l’apparenza sia davvero tutto, allora. Anche prima di morire …”

“ Una bugia dev’essere bella proprio affinché tutti vogliano proteggerla e non farla mai morire.” Rise la ragazza, coprendosi appena la bocca con la mano in un gesto delicato.

Akagi venne attraversato da un brivido, mentre le lacrime scorrevano copiose lungo le sue guance.

“ T-Tu… a differenza degli altri… non volevi uccidere Fujima !” Realizzò il giocatore, facendo gravare il peso di quella realtà su tutti loro.

L’attrice scosse la testa, rendendo il suo sorriso molto più triste.

“ No, ma ho comunque cercato di ingannarvi per non venire accusata. Se Nashi non avesse svelato il mio travestimento, avreste votato qualcuno di già morto, e sareste stati tutti giustiziati !” Fu severa con se stessa, dimostrando di essere già convinta di quella versione dei fatti.

Lilith incrociò le braccia al petto, volgendo lo sguardo altrove. La sua espressione era di disappunto, per la prima volta da tempo non più giocosa o divertita. La sua noia lasciava ormai trasparire qualcos’altro.

- Che sia… dispiacere ?- Si domandò Nashi, prima che la sua attenzione venisse catturata da una voce squillante.

“ Bene! Credo sia il momento perfetto per esprimere i vostri pareri e finalmente votare, per una stramaledettissima volta !” Monokuma, dall’alto del suo trono, sembrava così impaziente da esser diventato folle per la rabbia.

 

Il pulsante per le votazioni si illuminò ancora una volta. Nessuno avvicinò più il dito al nome di Fujima Wakuri, lasciandola dunque riposare in pace.

Tredici voti furono così assegnati all’Ultimate Actress, e dopo qualche attimo di attesa un monitor si illuminò festoso. Dopo la solita rappresentazione di una slot machine, e quando tutti i tasselli rappresentanti la faccia di Masuku si furono allineati, apparve una scritta che nessuno avrebbe voluto leggere: avevano dato la risposta corretta.

Musica e coriandoli impazzarono nella stanza, tra balli allegri da parte dell’orso bianco e nero.

“ Wa-ooh! Tripletta di assassini smascherati !” Esultò l’orso, infierendo sulla tristezza generale.

“ L’assassina di Fujima Wakuri, l’Ultimate Toxicologist, è proprio sua sorella Masuku Wakuri, l’Ultimate Actress! Certo che questa ragazza ha sfoderato una sorpresa dopo l’altra… bhe, purtroppo per lei non potrà più farlo d’ora in poi !” E tra i suoi sghignazzamenti che rimbombavano nell’aula, il volto di Masuku si faceva sempre più pallido.

 

“ Che c’è… tutto d’un tratto hai paura della morte ?”  Le domandò all’improvviso Lilith. L’Ultimate Majokko si espresse con una serietà glaciale.

“ Eh ?” Al che, la ragazza sussultò sbalordita. “N-No, certo che no! Dopotutto è ciò che mi merito, quindi… cosa mi sarei dovuta aspettare ?”

 Sentendo quelle parole la memoria straordinaria di Nashi si mise in azione senza che lui potesse controllarla, riportandolo così indietro nel tempo di un giorno esatto.

 

“ Hai appena detto tu che se manca la fiducia non usciremo vivi di qui, quindi sono stata sincera.”

“ Spero… di andare comunque d’accordo con tutti voi. Qualunque sia il vostro passato, qualunque siano i vostri segreti, io accetterò tutto.” 

 

“ Io credo …” Provò a dire, nonostante non aveva mai concepito un pensiero più difficile di quello in vita sua.

“ Che tu possa essere te stessa adesso. Non Yonamine Genjo, o chiunque tu sia stata fin’ora… ma chi ti senti di essere, e provare ciò che ti senti di provare.” I ricordi di quei momenti in cui si desiderava la felicità e l’armonia tra tutti loro sembravano così lontani dopo il tragico evento che aveva stravolto la loro ultima giornata.

Dapprima Masuku irrigidì i suoi muscoli facciali, quasi scattando in allerta. Tutti poterono vederla lottare contro qualcosa: c’era un blocco nel suo cuore, anni di tristezza e paura trasformati in catene ormai avviluppate lungo tutta la sua esistenza.

“ Masuku !” Un gridò squarciò il silenzio d’improvviso.

L’espressione dell’Ultimate Actress mutò per l’ultima volta, e prima ancora di capire cosa stesse succedendo, un opprimente peso nella sua anima svanì. Nishizaka si era scagliata su di lei, avvolgendola in una abbraccio e facendole poggiare la testa sul proprio petto.

La ragazza dai capelli rosa piangeva e l’abbracciava, non per trattenerla lì, ma per trasformare quel momento così breve in un ricordo meraviglioso di una persona che fino ad allora non era riuscita ad amare.

Fu allora che la vera Masuku Fujima emersa a galla, resuscitando dal suo passato. Le prime lacrime cominciarono a sgorgare, mentre spalancava la bocca ed esalava singhiozzi colmi di tristezza.

“ Non voglio… lasciarvi! Ho paura di rimanere senza di voi !” Dichiarava, urlandolo al mondo intero, se solo questo avesse potuto sentirla.

 

Nessuno contò quanto tempo passò prima che l’abbraccio si sciogliesse. Nashi non desiderava nemmeno che tutto ciò finisse all’istante, per rispetto dei primi sentimenti veritieri che la sua amica stesse provando.

Masuku si asciugò gli occhi, mostrando un sorriso colmo di rimpianto.

“ È triste che un’esperienza del genere mi abbia forgiata… soltanto per prepararmi ancor di più ad affrontare la mia morte.”

Nessuno osò interromperla o anche solo rispondere.

“ Sono lieto di calpestare i vostri sentimenti per annunciarvi… che è pronta la punizione ideale per l’Ultimate Actress !” Ovviamente, Monokuma intervenne diabolico per annunciare qualcosa a cui tutti erano ormai pronti.

“ Non ci rivedremo mai più. Questo è un addio. Vivete la vostra vita in modo meraviglioso, fino alla fine !” E con questo augurio, l’ultima speranza negli occhi della ragazza venne trasmessa ai suoi amici, perché tanto a lei non sarebbe più servita.

“  Iniziamo !” Esclamò Monokuma.

 

Un messaggio lampeggiante venne riportato su tutti i monitor:

“ Masuku Wakuri è stata dichiarata colpevole! Pronti ad assistere alla punizione ?”

Il peluche colpì il solito pulsante rosso con il suo martello. In quello stesso istante, l’Ultimate Actress venne investita da un raggio di luce: quando questo si dissolse, non vi era più traccia di lei.

 

- Un sogno ?- Pensò Masuku, risvegliandosi nel suo letto.

La stanza nella torre non era mai stata così confortevolmente familiare, avvolgendola quasi in una abbraccio materno. Lì dentro si sentiva perfettamente al sicuro, e desiderò di vivere la sua intera esistenza in quel modo.

A maggior ragione, un sorriso rincuorato si dipinse sul suo volto nel dormiveglia quando riconobbe delle figure familiari.

Nashi, Takejiro, Kigiri, Nishizaka, Zetsu, Lilith, Akagi, Ebisawa, Amari, Umezawa, Kumagai e Zayasu: i suoi amici erano lì, le sorridevano cordiali. Adesso aveva davvero tutto ciò potesse desiderare.

Però, improvvisamente un flash di luce le illuminò parte del viso. Percepì subito lo schiocco del ciak, ed il ronzio di macchine in accensione.

Voltò il capo, non riconoscendo più quella parte della sua stanza: una parete era infatti assente, ed aldilà di essa si trovavano tanti Monokuma seduti su delle poltrone, o dietro microfoni e telecamere.

Quello con un berretto in testa e seduto alla sedia del regista brandiva tra le zampe proprio il ciak: su di esso c’era scritto: “Snuff Movie- Stand Alone”.

Fu allora che Masuku realizzò di quanto fosse sbagliata la felicità che provava: era tutta una finzione.

Venne riportata alla realtà nel momento in cui volse la testa verso l’alto. Non c’era nulla di più vero delle manette d’acciaio che la intrappolavano al letto, così come i robot dalle sembianze dei suoi amici, ma ora con il volto di Monokuma.

Questi brandirono un coltello per mano. Nelle lame d’acciaio si riflettevano le luci della regia.

Masuku regalò alla telecamera un ultimo triste sorriso ed una vera lacrima, prima di venir trucidata in un’esplosione di violenza. Persino il vortice di sangue che schizzava ovunque venne sepolto dai flash sempre più nevrotici dei Monokuma, i quali stavano immortalando quella morte con massima professionalità.

 

Lo spegnimento degli schermi in tutta l’aula segnò innegabilmente anche la fine di una vita.

La ragazza che avevano conosciuto come Yonamine Genjo, e solo infine come Masuku Wakuri, era morta.

“ Una ripresa fenomenale! Mi mancavano queste esecuzioni extremeee !” Rideva intanto Monokuma, applaudendo con le sue zampe tonde.

 

Gli studenti non riuscirono più a sostenere il peso della propria testa, ed abbassarono lo sguardo a terra mentre sopra di loro imperversavano quelle sadiche risate.

“ Oggi questo mondo ha perso un grande attor… eh, attrice.” Constatò tristemente Amari, con gli occhi lucidi per l’emozione.

“ Non doveva andare così …” Singhiozzò Akagi, abbracciandosi le spalle ed incominciando a tremare.

“ Avevamo detto che non ci sarebbero più stati altri morti! Sarà sempre così, non è vero?! Continueremo a mentirci a vicenda fino alla fine ?!” Culminando in un urlo, la paura ed il dolore del ragazzo strariparono come un fiume in piena, assieme alle sue lacrime.

Nishizaka tremò, e di colpo divenne bianca cadaverica.

“ Non voglio… morire anch’io.” Sussurrò con la voce trasformata in un rantolo.

“ L’unica condizione affinché ciò non accada… è di ricordarsi per sempre le ultime parole di Masuku.” Kumagai, per quanto con il volto afflitto dalla tristezza, si puntò le mani sui fianchi e cercò di assumere una postura solenne.

Poi, rivolgendosi a Nashi, forzò un sorriso tanto dolce all’apparenza quanto amaro nel significato.

“ Però sono convinta che qualcuno qui sarà capace di ricordarcelo sempre e comunque.”

Il bruno sussultò, realizzando di star venendo attraversato da un vortice di emozioni contrastanti. Non pianse, a differenza di molti: chinò il capo ed annuì alle parole dell’amica, provando a ricambiare il sorriso.

L’Ultimate Rhythm Game Player e l’Ultimate Web Personality ammutolirono di fronte a quella scena, non trovando più il coraggio di ribattere. Erano esausti di quei pensieri negativi, per quanto onnipresenti nell’inferno dov’erano prigionieri.

Una promessa da mantenere era forse tutto ciò che rimaneva in cui credere.

 

“ Sembra che la morte di Masuku vi abbia fatto venir voglia di recitare come degli attori.” Intromettendosi con una spietatezza infinita, Lilith mostrò un sorriso ben più sfacciato.

Seguì immediatamente un urlo.

“ Cosa ?!” Takejiro aveva sollevato di scatto la testa, ancora ricoperta dal cappuccio della felpa: erano visibili soltanto gli occhi rossi fiammeggianti nell’ombra, ardenti come braci e puntati sull’Ultimate Majokko in un impeto d’ira.

Quella visione del corvino era spaventosa quanto l’intento omicida che emanava.

Tuttavia, la rossa fronteggiò quella minaccia, seppur smorzando il suo ghigno in una smorfia più seria.

“ Già: qui state recitando tutti. Vi volete convincere di amare questo mondo, ma in realtà lo odiate. È così perché è proprio questo mondo che vi costringe a rimanere qui, a veder soffrire le persone a cui tenete, a calpestare le vostre speranze !”

“ Modestamente faccio solo il mio lavoro !” Gongolò Monokuma.

“ Stai zitto! E anche tu …!” Ringhiò Umezawa Gaho, serrando i pugni.

“ Cosa c’è di male nella speranza? Cosa c’è di male nell’amare… una bugia ?!”

“ La speranza per te… è una bugia ?” Kumagai fu sorpresa di sentire quelle parole dette dallo stuntman, ma lui non le rispose.

Lilith fu ancor più divertita da questa reazione, ma si trattenne a ridacchiare con le labbra serrate.

“ Avanti, fate pure allora. Continuate ad amare qualcuno… che potrebbe essere il responsabile di tutti i vostri tormenti !” Si soffermò sull’ultima parte della frase con un sorriso smagliante.

Nashi rabbrividì: l’espressione divertita di Lilith era rivolta proprio a lui, e con i suoi occhi intensi come quelli di una bestia, la rossa sembrava starlo scrutando in ogni suo anfratto dell’anima.

“ Stai parlando forse dell’infiltrato tra di noi ?” Domandò Kigiri, reagendo di conseguenza alla serietà della situazione.

“ Quindi esiste davvero !” Ebisawa sussultò con un urlo stridulo.

In disparte, ma ascoltando quel discorso, c’era qualcuno che non aveva ancora aperto bocca. Zayasu Korin, l’Ultimate Fanfiction Writer, si mordeva nervosamente il labbro inferiore mentre calde lacrime scivolavano lungo il suo viso.

Lo scrittore soffocava i singhiozzi per non farsi sentire da nessuno dei suoi compagni, ma era certo che Lilith stesse guardando anche lui, proprio in quelle condizioni.

 

“ C’è di più !” Annunciò la ragazza magica. “ L’infiltrato è il braccio di chi ci osserva, ovvero Tabata Bussho. È da considerarsi quindi uno dei mastermind… ma questo penso che qualcuno di voi l’abbia già intuito.”

Nashi non comprese del perché Lilith stesse rivelando quell’informazione proprio in quel momento, ma fu impossibile ignorare il panico che presto attanagliò i suoi compagni.

“ Qualcuno fra noi è il mastermind ?!” Esclamò Amari, sbiancando totalmente in viso.

“ No, non può essere vero… noi siamo tutti sulla stessa barca.” Sussurrò Umezawa, anche se la sicurezza nella sua voce stava pian piano svanendo.

 

“ Aspetta un attimo! Come fai a sapere tutte queste cose? Devi essere per forza tu il mastermind !” Zetsu riuscì a trovare il coraggio necessario per sfidare Lilith con uno sguardo accusatorio.

La rossa semplicemente inarcò un sopracciglio, offesa.

“ No. Se solo sapessi chi è lo avrei già ucciso da tempo, non ci sarebbe sicuramente stato bisogno di rimanere intrappolata qui con voi per più di un secondo.” Rispose con aria di sufficienza.

“ Però al momento ho solo un indizio, che a quanto pare solo raggiungendo il Quinto Piano di questa torre potrò sfruttare per scoprire la sua identità !”

Il verde, al suono di quelle parole, parve ancor più inorridito di prima.

“ Raggiungendo il Quinto Piano? Quindi tu… ci stai usando per i tuoi obbiettivi.”

“ Peccato che fermare il mastermind e chiunque abbia organizzato questo gioco sia l’obbiettivo di tutti noi.” Intervenne Kigiri, con tono critico.

“ E se solo avessi detto la verità sin dall’inizio, avremmo potuto lavorare tutti insieme ad un modo per uscire di qui senza sacrificare nessuno.” La criminologa guardò negli occhi l’Ultimate Majokko, trasferendo su di lei tutto il disprezzo che stava provando.

“ È facile iniziare un discorso con “se solo avessi detto”… purtroppo tu non potrai mai capirmi.” Rise l’altra, per poi spostare lo sguardo sui rimanenti studenti.

Li sorvolò tutti : lei compresa, erano rimasti in 12.

Dedicò un fugace pensiero alle cosiddette vittime sacrificali che sarebbero potute esser salvate.

 

“ Eppure so per certo che qualcuno tra voi sarà disposto a non dubitare mai di nessuno, in onore di questa stupida speranza di cui piace riempirvi la bocca.” Commentò cinicamente. I suoi occhi si illuminarono quando nel suo campo visivo entrò Nashi.

Il bruno, sentendo quello sguardo freddo su di sé, percepì qualcosa di strano.

Improvvisamente la rossa sorrise, corrucciando la fronte in un’espressione intenerita: non stava guardando Nashi, bensì qualcuno alle sue spalle.

 “ Oh, Corex… tu, ad esempio, riuscirai mai ad odiarmi ?” Dopo queste parole ricolme di finta dolcezza, tutti gli studenti si voltarono verso l’Ultimate Fanfiction Writer.

L’albino aveva smesso di piangere, ma il suo volto era rimasto ugualmente inumidito dalle lacrime e con gli occhi rossi. I suoi lineamenti si erano induriti nel tentativo di cancellare quella tristezza dal suo volto, ovviamente senza successo.

“ O forse mi ami ancora ?” Insistette Lilith, spalancando un sorriso viscido.

“ Dopotutto sono stata la prima a comprenderti, a darti ascolto, e forse l’ultima delle tue fan che mai sarà interessata a ciò che scriverai. Mi piace davvero ciò che scrivi, su questo puoi prendermi in parola… ma non sei più forte dei personaggi che crei, lasciatelo dire.”

Ascoltandola, la pelle dello scrittore si accapponava sempre di più, trasformando il suo viso, ora in preda allo sgomento e la confusione.

“ Capisci? Tu non puoi fare a meno di me, per questo non vuoi che io muoia… nemmeno io lo voglio, sta tranquillo. Per questo, magari nei prossimi giorni potresti aiutarmi a raggiungere il mio obbiettivo.”

Mentre sibilava frasi colme di malizia, l’Ultimate Majokko fissava Zayasu quasi incantata. Percorreva le forme del suo corpo, si tuffava nei suoi occhi blu ed accarezzava con lo sguardo i suoi capelli candidi come la neve.

Tuttavia, per quanto quel momento di infatuazione sarebbe potuto sembrare meraviglioso, l’intenzione nascosta tra quegli sguardi era ben chiara agli altri studenti.

“ Non ti azzardare… !” Fu sul punto di gridare Takejiro, quando un’altra voce si sovrappose alla sua.

“ Non farò niente del genere.”

 

Tutti i presenti osservarono così Zayasu Korin riprendere parola dopo un lungo e patetico silenzio. Si asciugò gli occhi bagnati con la manica della giacca, mentre con qualche colpo di tosse cercava di schiarirsi la gola.

Lilith, destabilizzata da quanto avesse detto, lo fissò sbigottita.

“ In un mondo in cui tu fossi stata diversa ti avrei amato ancora, è vero.” Ammise l’albino con voce ferma, abbassando infine il braccio dal suo volto. Così facendo svelò uno sguardo intenso, al punto che i suoi occhi di ghiaccio sembravano scaturire lampi azzurri.

“ Però non posso assolutamente perdonare il modo in cui consideri inutile la morte dei nostri compagni! Sarò stato solo fino ad adesso, ma ormai sento di poter contare su chi mi circonda, perché noi siamo uniti.”

Gonfiò il petto, assumendo una posa fiera.

“ Se la morte di uno di noi ci spaventa, allora è nella vita che possiamo trovare il coraggio! Io voglio vivere quanto lo vuole chiunque altro… e solo vivendo possiamo costruirci un futuro dove la speranza possa davvero esistere !”

Il suo grido di determinazione spiazzò la rossa, così come i suoi compagni.

Nashi stesso si ritrovò senza fiato dopo quel discorso, soprattutto perché era nato da Zayasu.

- Zayasu… per tutto questo tempo allora non ti sei mai sentito veramente solo? E questo perché credevi in noi ?- Il ragazzo stava provando un orgoglio ingiustificato, ma nato dalla consapevolezza che ora anche l’Ultimate Fanfiction Writer lottasse con loro tutti grazie alla speranza che avrebbero dovuto sostenere.

 

“ Lilith, cosa sai del mastermind ?”

Lilith, già sconcertata dal precedente discorso, a quella domanda sembrò per la prima volta rimanere sinceramente colta alla sprovvista.

Tuttavia, sollevando le spalle e tirando un sospiro rassegnato, riprese compostezza. Incurvò la bocca per formare un piccolo ghigno, con il quale diede dimostrazione all’albino che le sue parole non le avessero fatto per niente effetto.

“ Mah, chissà… un giorno, quando avrò raggiunto il Quinto Piano, chi avrà l’onore di essere rimasto in vita lo scoprirà.” Disse semplicemente, per poi voltare le spalle ed allontanarsi verso l’ascensore.

“ Non te lo sto chiedendo.” La voce di Zayasu fendette l’aria con durezza, riuscendo sorprendentemente a fermare la ragazza.

Lilith percepì l’aria divenire estremamente tesa, ma non ne comprese il motivo. Qualcosa stava avvenendo dietro di sé, ovvero dove i presenti avevano improvvisamente posato i loro sguardi.

Con lentezza si voltò, soltanto per vedere il suo interrogativo trasformarsi in un incubo.

L’Ultimate Fanfiction Writer non aveva mai avuto un’espressione così cupa e pericolosa prima d’ora: i suoi occhi chiari erano incorniciati da un’ombra tetra, mentre i suoi muscoli facciali erano contratti in una maschera di concentrazione. Il suo braccio destro era puntato verso la ragazza, con al polso il Monokuma Bangle appena acceso: la luce rossa lampeggiava.

Fu allora che Lilith impallidì, sgranando gli occhi ed arretrando istintivamente di qualche passo. Sembrava aver appena visto la cosa più terrificante della sua vita.

Zayasu non batté ciglio a quella reazione, per quanto nel suo silenzio si percepisse una nota di rammarico.

“ Lilith, cosa sai del mastermind ?” Ripeté l’albino per l’ultima volta.

 

Nashi osservava impotente quella scena, sorpreso più che mai da due fattori: la freddezza di Zayasu e la paura di Lilith.

Non avrebbe mai pensato di vedere Lilith così terrorizzata, specialmente dopo tutte le false emozioni mostrate per confonderli.

- Che stia mentendo anche adesso? Che si stia fingendo alle strette come nel processo ?- Gli sorse spontaneamente questo dubbio, mentre intanto i secondi scorrevano a rallentatore.

D’improvviso, però, la sua memoria gli riportò alla mente una frase ascoltata due sere prima, detta proprio da Lilith:

“ Se te lo dicessi morirei.”

 

Il bruno iniziò istantaneamente a sudare freddo, comprendendo infine quale fosse la fonte del suo dubbio.

- Se Lilith rivelasse ciò che Zayasu vuole sapere …- Il suo pensiero fu troppo lento.

Guardò il Monokuma Bangle. In quelle poche frazioni di secondo tutto ciò che lo circondava era trasformato in paura, una realtà distorta e tenebrosa.

 

 “ Io ho provato a fermare la Disperazione per anni! Anche se doveste sconfiggere loro due, gli Ultimate Despair sono ovunque !”

“ Nel caso non si dovesse rispondere dopo qualche secondo o prendere in considerazione l’idea di obbedire a qualsiasi ordine venga imposto, il cervello della vittima collasserà per sempre !”

“ Io non sono come voi, te l’ho già detto. Non sogno di scappare di qui con tutti, perché so quanto sia impossibile. Affezionarmi o stringere dei legami non avrebbe senso: prima o poi qualcuno morirà, e dopo il Class Trial rimarremmo sempre in meno.”

 

Si riflesse negli occhi di Lilith, venendo avvolto così dalla sua paura: la paura di morire.

“ Corex! Non farlo !” Il suo grido sembrò eruttare dalla sua gola come una lancia, squarciando qualsiasi cosa e rimbombando nell’aria. Per quanto forte avesse urlato, per quando i polmoni gli si fossero sgonfiati d’ossigeno, però, vide presto ogni sua speranza demolirsi.

 

Lilith tremò mentre schiuse le labbra per parlare.

“ WA- …” Fu tutto ciò che si poté udire.

In pochi videro l’occhio robotico di Monokuma illuminarsi in allerta in quel preciso istante. Ciò che seguì fu un ronzio, e dopo una forte pressione nell’intera stanza.

Da un punto imprecisato qualcosa scattò tra le ombre: più piccolo di un dardo, ma veloce come un fulmine, un proiettile si conficcò con precisione millimetrica nel collo della ragazza.

Lilith spalancò la bocca per gridare, ma qualsiasi suo verso si tramutò prima in un gemito, e poi in un gorgoglio sommesso, come le acque di un fiume placido.

Gli studenti, impietriti, non ebbero nemmeno il tempo di comprendere cosa stesse succedendo e disperatamente cercarono la risposta proprio nella ragazza.

Purtroppo, i suoi occhi persero ogni tipo di luce, divenendo vitrei per poi lasciarsi coprire dalle palpebre.

Apparentemente dopo un’eternità, il suo corpo piombò al suolo come se fosse la cosa più pesante del mondo. Il fragore fu sufficiente forte da far riprendere i ragazzi dallo shock.

 

“ Che cosa diavolo è successo ?!” Strillò Akagi, artigliandosi la gola per trattenere un grido molto più stridulo.

“ È stata uccisa !” Rispose immediatamente Nishizaka, non riuscendo più controllarsi e crollando sulle proprie ginocchia.

Ebisawa, stropicciandosi gli occhi ancora in preda al panico, domandò con voce flebile:

“ Perché è successo? Lei non era… il mastermind ?”

Kigiri gli passò al fianco, proseguendo verso il corpo esanime con una certa fretta.

“ No, le hanno tappato la bocca proprio perché lei non è il mastermind.” Spiegò la criminologa.

In quel momento Nashi, seppur fosse stravolto dalla brutalità degli eventi, riuscì ad emettere un sussurro:

“ Lei era solo una pedina.” Disse.

Non comprese come il suo cervello fosse potuto essere abbastanza forte da fargli dire quella frase, ma sentì ugualmente gli sguardi colmi di domande di tutti addosso.

Intanto Zayasu non la smetteva più di tremare, con lo sguardo che si spostava da una direzione all’altra senza tregua. A stento riusciva a proferir parola, e qualsiasi cosa dicesse erano frasi sconnesse.

“ Cosa? Io… cosa? Perché ?” Si domandava, respirando sempre più affannosamente.

 

“ È viva.” Due inaspettate parole però posero fine al suo tormento, zittendo lui come tutti gli altri mormorii spaventati.

L’Ultimate Criminologist, accovacciata affianco alla ragazza magica, le aveva portato due dita al di sotto della gola. Con gesto repentino sfilò qualcosa da dietro al suo collo.

“ Cos’è ?!” Corse verso di lei Nashi, quasi non riuscendo a credere a quanto avesse detto.

Trovò la ragazza dai capelli lilla osservare con sguardo corrucciato qualcosa tra le sue mani: era una capsula d’acciaio con un’estremità sottile ed acuminata, assomigliando palesemente ad un ago di siringa.

“ Qui c’è scritto… Chesire C.” Lesse lei, sfiorando col dito un’inscrizione.

Dopodiché sfiorò anche l’ago, fortunatamente senza pericolo essendo protetta dal guanto. Sulla punta trovò una goccia verdastra, la quale subito venne assorbita dal tessuto.

“ Sembrerebbe del veleno, però come ho detto è ancora viva.” Si disse, pensierosa.

“ Anche se fosse stato del veleno, se qui ci fosse stata Fujima l’avrebbe sicuramente saputa aiutare.” Intervenne Amari.

Al suo fianco Umezawa le lanciò un’occhiata fredda.

“ Sei così sicura che l’avrebbe salvata? Qui nessuno vorrebbe aiutare Lilith …”

 

L’Ultimate Memory, origliando quelle conversazioni mentre era più concentrato sulla capsula tra le mani di Kigiri, percepì un caldo contatto con il suo braccio.

Grazie alla sua memoria, avrebbe potuto ricordare il calore prodotto da un paio di mani per tutta la sua vita, così non ebbe alcun dubbio nel sapere chi lo stesse toccando.

Silenziosamente mosse il capo oltre le mani e la testa di Kigiri.

Lilith aveva appena dischiuso i suoi grandi occhi verdi, ed un’espressione stanca era dipinta sul suo volto. La ragazza fece vagare confusamente le pupille in giro per la stanza, mentre le palpebre le cedevano di tanto in tanto.

Quando aprì bocca, sembrò che la sua voce fosse stata intrappolata per secoli in una caverna.

“ Dove… sono io ?”

 

 

 

 

 

 

 

 Angolo Autore:

Welcome back! Perdonatemi se questo è stato l’unico capitolo del mese, però sono stato una settimana a Parigi ^^

Mi sorprende che questa seconda parte del Class Trial sia così lunga, per fortuna non l’ho scritto come un unico capitolo! Spero non sia stato troppo tedioso da leggere proprio per la sua lunghezza, però in realtà non penso che lo avrei mai diviso per fare una terza parte.

Lol, a quanto pare Lilith si sta riservando una parte fondamentale o all’inizio a alla fine di ogni Chapter, però come ogni Danganronpa insegna, sono questi i momenti per droppare i plotwist.

Scrivere un caso dove l’assassina è un attrice mi ha messo molto in difficoltà, fondamentalmente perché non volevo rendere il tutto troppo simile a Super Danganronpa Another 2 (per chi non lo sapesse, è attualmente il fangame più popolare di Danganronpa ancora in corso).

Spero dunque che vi sia piaciuta la narrazione, ditemi se la risoluzione del caso è stata semplice, complessa, inutilmente lunga o qualsiasi altra cosa vi venga voglia di commentare.

Dal prossimo aggiornamento ha inizio il Chapter 4, ponendoci ufficialmente ben oltre la metà della storia.

Alla prossima!
 

   
 
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