Capitolo terzo <It’s Gonna Be Okay>
«Non ti
preoccupare».
«...».
«Ti seguirò
sempre».
«Non
capisci».
«…».
«E’ proprio
questo che mi preoccupa» .
Che idiota
sono stato. Non potevo starmene buono
buono in camera e lasciare che tu giocassi coi tuoi videogiochi? Macché...
Un minuto.
Il tempo per divorare l'ennesima barretta di cioccolata della giornata, e già
mi trovavo accanto a te.
«Come va la
gamba?», ti chiesi con un fil di voce
osservando la ferita medicata. I nostri corpi a troppo pochi millimetri di
distanza.
«L'hai
fasciata tre secondi fa, Mello!».
«Sì,
però..». Mi appoggiai coi gomiti sulle gambe e misi il viso tra le braccia.
In quella
posizione potevo facilmente passare per un disperato, a occhi sconosciuti.
«Cosa
pensi, Mello?», mi chiedesti dolcemente allungando un braccio come per cingermi
le spalle, ma lo ritirasti quasi subito.
Non
risposi. Restai a osservare le mie gambe strette dai pantaloni di pelle.
«Conosco
quella posizione. Ti conosco, Mello. C'è qualcosa che ti turba?»
«Qualcosa
che mi turba?? Sì, c'è qualcosa che mi turba», risposi senza muovere un
muscolo.
«Cosa?
Sempre che tu ne voglia parlare con me..».
Sembrava
davvero un cane quando si comportava così. Con me, poi! Ma era scemo, o cosa?
«...».
«Beh..?».
«Vado in
camera», dissi abbandonando la mia posizione da disperato e alzandomi
pesantemente dal divanetto.
«No!
Mello!! AAAH!!». Ti alzasti istintivamente dal divanetto per bloccare il mio
braccio nudo.
Grosso, grossissimo errore!
La tua
gamba era appena stata martoriata da uno sparo profondo, e l'urlo di dolore che
uscì inevitabilmente dalle tua labbra ne fu la prova più tangibile.
«NON TI
MUOVERE, IDIOTA!», ti gridai mentre ti eri aggrappato al mio collo e io ti
sorreggevo con le braccia.
Che situazione di merda.
Ti aiutai e
risederti sul divano e mi sedetti accanto a te.
«Ma
che...sei scemo??», ti chiesi notevolmente alterato.
«Scusami»,
rispondesti tu, ma non mi guardasti.
«...».
«…».
«...».
«Davvero..
io..».
«No,
scusami tu. Mi dispiace tanto», lottai per cacciare dentro le lacrime.
«...».
«...».
«Non fa
niente. Davvero. L'importante è che ora siamo ancora insieme, nonostante
tutto».
«POTEVI
MORIRE!», in quel momento non mi trattenni più.
Mascherai
tutto il mio dolore, la mia sofferenza con rabbia.
«Lo so,
ma...».
«Potevi
morire...».
«non è
successo».
Senza
preavviso ti buttai le braccia al collo e ti abbracciai più forte che potevo. Eri
vivo. Eri vivo? Col passare del tempo la tua spalla iniziò a bagnarsi di
piccole gocce..
«Non
piangere» mi dicesti, pieno di sconforto.
Quelle
parole erano così tristi dette dalla tua squillante voce. Fecero l'effetto
contrario. I miei singhiozzi si fecero più rapidi e irregolari.
«Shh...
shh... andrà tutto bene», dicesti con la tua solita tenerezza e la vocina da
bambino.
Io mi
tenevo stretto, con il viso appoggiato sulla tua spalla. Mi sentivo protetto...
amato.
Me lo
meritavo davvero? Meritavo davvero un ragazzo come Matt?
La risposta
non tardò ad arrivare... e fu un colpo al cuore.
«Non ti
preoccupare».
«...».
«Ti seguirò
sempre. Non sarai mai solo».
Ignorai
l'ultima frase, anzi, quasi non la sentii. Troppo scosso dalla prima.
«E’ proprio
questo che mi preoccupa».
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Ringrazio:
> chi ha commentato il capitolo secondo, ovvero la mia carissima shorina *-* (ti ho mai chiamata shorina? xD),
> chi ha aggiunto questa storia ai preferiti, e
> chi l'ha aggiunta alle seguite (ma non è la stessa cosa? xDD).
Su,su ora mi dileguo e arrivederci al prossimo chappy! *w*
Recensite, mi raccomando! (: *attenzione: è una minaccia*
Bazini :*