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Autore: Angi Lightwood    28/04/2019    1 recensioni
Un altro giorno della lunga vita di Magnus è passato, non senza la speranza di quest'ultimo di un cambiamento che lo sorprendi. In contemporanea, Alec ha provato per l'ennesima volta a scappare dai suoi problemi andando a letto con il primo ragazzo disponibile. Proprio in questo giorno la loro esistenza cambierà con l'arrivo di Clary Fairlchild, una ragazza misteriosa che dice di venire da un'altra dimensione. Rivela che ha una missione importante da compiere. Riuscirà Magnus ad aiutare Clary e a mantenere la sua dimensione al sicuro senza interferenze demoniache provenienti da altri mondi? Alec riuscirà ad affrontare il suo passato per scoprire una nuova parte di sé che gli è stata proibita?
Genere: Fantasy, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Clary Fairchild, Isabelle Lightwood, Jace Wayland, Magnus Bane
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scesi dalla macchina, Magnus iniziò a guardarsi intorno. Il ristorante dove lo aveva portato Alec era a 30 minuti da Brooklyn ma sembrava di stare in un altro paese. Era abituato a una New York caotica e dominata dai grattacieli. Invece Alec era riuscito a trovare un posto lontano dal caos newyorkese. Gli ricordava una città europea dal modo in cui erano disposti i palazzi. Vi erano un sacco di ristoranti, negozio e case di differente colore. Il rumore del traffico quasi non c'era ed era strano. Gli piaceva l'atmosfera della sua città, ma ogni tanto era un bene cambiare. C'era una strada in cui si poteva andare solamente a piedi. Magnus e Alec imboccarono quella. Era tutto straordinariamente pulito. "Come conosci questo posto?" "Ci andavo sempre con la mia famiglia quando ero piccolo. Il proprietario è un carissimo amico di mia madre. E per di più è italiano, quindi stai sicuro che si mangia bene. Anche se non si permette di esportare cibi italiani in America perchè ritiene che le materie prime qui non siano all'altezza. In compenso abbiamo delle bistecche da Dio." A Magnus sfuggì un sorriso. La voglia di mangiare di Alexander era sempre dietro la porta. Beh almeno non è una persona schizzinosa come molte persone che aveva conosciuto in passato. Dopo una ventina di metri si ritrovarono davanti al ristorante. L'edificio era in mattoni rossi e una lavagnetta fuori con scritti le portati principali. Una volta entrati un signore vestito di bianco e con un grembiule da cucina venne verso di loro. Abbracciò Alec calorosamente prima di rivolgersi a lui sgranando gli occhi. "Ma lui è quello della pubblicità?" "Proprio lui. Visto che gente importante ti porto Antonio? Autentici vip" "Mia moglie si è prenotata sul tuo sito una settimana fa. Non ha potuto prenotare un appuntamento con il telefono perchè la linea telefonica era bloccata. Me la tratti bene signor Bane e dille di non lamentarsi troppo di me." Antonio era una persona incredibilmente allegra e semplice. "Sicuro, ma non ti garantisco niente. Tutto dipenderà da cosa mi preparerete per pranzo. Potrei pensare anche a uno sconticino se rimarrò soddisfatto." "Wow. Fa sul serio. Benissimo allora. Accomodatevi." Antonio li accompagnò al tavolo. Nella stanza c'erano varie persone, ma non era affollato come il Jade Wolf. L'interno del ristorante era pieno di dipinti con colori caldi molto accesi che facevano da contrasto con l'azzurro cielo del muro. Alec gli rivolse gli occhi, grigiastri a causa della poca luce. "Stai simpatico ad Antonio quindi sicuramente ti riserverà la sua bistecca migliore. Soprattutto dopo che ha sentito la parola "sconto"? Facevi sul serio? " "Prima di tutto ho detto sconticino. E poi perchè no? È amico tuo e voglio diminuirgli il prezzo della lettura dei tarocchi." "Bene Bane. Mi assicurerò che lo farai allora. Nessuno può negare gli sconti ai miei amici" Non faceva sul serio, però capì che Alec ci teneva che lui mantenesse la parola. E gli avrebbe dato prova di essere una persona leale. "Prima di entrare in macchina mi sembravi un po' nervoso. Poi quando sono arrivato io hai cambiato totalmente atteggiamento.Se vuoi parlarne sai...io sono qui." "Tranquillo non avevo niente. Solo... problemi con il mio coinquilino che non si fa gli affari suoi. Penso che faccia così perchè si preoccupa per me, però io ho bisogno dei miei tempi e dei miei spazi. Odio quando perde tempo con le sue preoccupazioni per me. Sto bene, punto." Non lo aveva guardato negli occhi. Era completamente concentrato sul menù di un ristorante a cui era già stato miliardi di volte. Non lo voleva opprimere ma sapeva che stava male. Non sapeva spiegarlo, ma era come se le sue spalle fossero appesantite da qualcosa. Certo, quando stavano insieme sembrava quasi che fosse spensierato e senza una minima preoccupazione, ma a tratti i suoi occhi diventavano opachi, come quelli di un cieco che brancola nel buio. Intanto Antonio in persona portò i piatti. Una bistecca alta cinque centimetri buoni occupava il piatto, che era grande quanto la metà di un cartone di pizza. Era cotta a puntino. Il che era strano visto che era la sua cottura preferita, e  Antonio non glielo aveva chiesto. Alec, al contrario, aveva il piatto pieno di sangue con al centro la carne rossa. "Ma come hai fatto ad indovinare la mia cottura preferita?" "Eh eh eh. Vi ho osservati bene voi due anche se per poco tempo. Siete uno l'opposto dell'altro. Alec mangia la carne al sangue da quando era bambino. Fa tutto lo sbruffone ma alla fine è una persona semplice e di una bontà assoluta. Te invece sei più riservato ma ugualmente buono. Se c'è una cosa che devono avere in comune le bistecche crude e cotte è la buona  qualità della carne. " Magnus era stupito. Non si aspettava per quel giorno di essere paragonato a una bistecca cotta. "Cerchi di indovinare anche i gusti degli altri clienti?" "No, no. Questo era un caso speciale. Adesso devo andare in cucina. Alla prossima" Alec d'improvviso smise di mangiare e guardò un punto nel vuoto. Magnus temette che stava pensando a qualcosa di triste quindi si decise a parlare a costo di dire qualsiasi cosa gli passasse nella mente. Si mise a guardare la bistecca di Alec immersa nel sangue. "Come ti fa a piacere la carne cruda?" Alec gli rivolse uno sguardo un po' assente. Magnus sospettava che non volesse fargli sapere a cosa stava pensando sul serio. "Se fosse per me gli animali li mangerei vivi." "Sempre esagerato. Siamo diversi anche sulla cottura della carne" Alec sfoderò uno dei suoi sorrisi e sembrava che fosse ritornato lì a pranzo con Magnus. Da quando erano arrivati era il primo sorriso che gli rivolgeva. "Sembrerò pazzo ma queste differenze tra noi due mi piacciono. Mi divertono tanto." Davanti ad Alec sorridente ,Magnus non poteva essere più d'accordo.
   
 
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