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Autore: LadyPalma    02/05/2019    4 recensioni
SPOILER 8X03
E se nella scena finale, Davos avesse raccolto la collana di Melisandre e per qualche ragione il contatto dell'oggetto con il suo corpo (e solo il suo) fosse in grado di mantenerla in vita? Se il destino della Donna Rossa fosse nelle mani del Cavaliere delle Cipolle, lui deciderebbe di ucciderla o di darle un'altra possibilità? Potrà lui mai essere in grado di perdonarla?
Un tentativo di creare una storia d'amore tra due personaggi che si sono sempre odiati, forse solo perché non si sono mai capiti.
Melisandre/Davos
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Davos Seaworth, Melisandre di Asshai
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Red Onion - Davos/Melisandre'
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2.

Entrando nell'improvvisato laboratorio del castello dove Gendry lavorava come fabbro, Davos non si aspettava davvero di trovare lì il ragazzo. In fondo era appena passata la fine del mondo, e per quanto ne sapeva, l'ultimo della discendenza Baratheon poteva anche essere fuggito prima della battaglia e aver ripreso a remare al contrario. Invece, contrariamente alle sue aspettative, non solo lo vide seduto al suo solito posto di lavoro, ma lo sorprese anche con la più giovane Stark tra le sue braccia, coinvolti in una passione evidente, che per lui non poteva che essere un lontano ricordo.
"Ehm... Scusate il disturbo" disse, palesando la sua presenza e insieme anche il suo imbarazzo.
Per lui, data l'età della coppia e il particolare rapporto che aveva instaurato con il ragazzo, era un po' come aver beccato in un atteggiamento amoroso due figli. De resto per loro, entrambi orfani, l'impressione non era dissimile dall'essere visti da un proprio genitore: il rossore sui loro volti quando si staccarono ne era la perfetta conferma.
"Ser Davos... Sono contento che siate sopravvissuto!" borbottò Gendry.
"Anche io sono contento di vedervi vivi... Ed entusiasti!"
Un breve silenzio seguì quella tiepida battuta, rotto infine da una risata improvvisa che coinvolse tutti e tre contemporaneamente. Una risata non divertita o allegra ma che risuonava di sollievo e incredulità. L'incredulita di essere usciti vincitori dalla notte e dai suoi terrori e di potersi permettere il lusso di pensare a cose come l'amore.
"A proposito, Lady Arya, mi è giunta voce che siete stata voi l'eroina a cui dobbiamo la salvezza" disse Ser Davos, soffermando lo sguardo sulla ragazza con piena ammirazione.
"Sì, pare fosse il mio destino da sempre. La Donna Rossa aveva ragione" replicò lei con uno strano sorriso.
Davos non era certo di quale fosse il significato di quelle parole, né se fossero state dette esplicitamente per dare un segnale a lui; in ogni caso non si perse dietro a quei nuovi interrogativi perché il riferimento a Melisandre lo riscosse dalla fugace allegria di quella riunione, ricordandogli improvvisamente il motivo per cui era lì. Allora, sollevò la collana che aveva ancora stretta in mano e mosse qualche passo verso di loro, pronto a esporre il problema e a chiedere al fabbro un aiuto per la soluzione. Prima che potesse parlare però, Arya diede segno di riconoscere l'oggetto.
"Cos'è successo alla Donna Rossa?"
"Si è tolta la collana e stava per morire... Sfortunatamente io l'ho raccolta e in qualche modo tenendo questo maledetto oggetto la sto tendendo in vita"
Forse richiamati dall'incanto silenzioso che la collana aveva esercitato anche su di lui, entrambi i giovani fecero un passo avanti udendo quelle parole. Senza parlare, la ragazza si protese verso il gioiello e glielo sfilò dalle mani, per poi passarlo dopo qualche istante al ragazzo. Come se le parole di Melisandre e quello che lui stesso aveva visto non fossero stati a sufficienza, Davos si sentì quasi sconvolto nel vedere il rubino perdere istantaneamente lucentezza tra le mani sia di Arya che di Gendry per poi tornare a riaccendersi solo a contatto con la sua propria pelle.
"La state mantenendo in vita per davvero" sussurrò Arya, con autentica meraviglia, nonostante tutte le altre meravigliose cose cui aveva assistito durante quella lunga notte. Ma ben presto, tornò a guardare verso il Cavaliere delle Cipolle con uno sguardo adesso improvvisamente severo. "Cosa avete intenzione di fare? Distruggere la collana e ucciderla?"
"Devo dire che l'idea mi tenta, in effetti"
"Beh, non posso permettervelo” disse lei in tono quasi minaccioso.
La reazione così forte della ragazza risultò insolita a entrambi gli uomini. Fu Gendry il primo a parlare queste volta.
"Non era uno dei nomi sulla tua lista?"
"Sì. Come Beric Dondarrion e il Mastino. Volevo ucciderli tutti, una volta. Ma ho spuntato questi tre nomi stanotte e ora sono in cima alla lista delle persone da difendere... Almeno chi di loro è ancora rimasto in vita" spiegò Arya, solenne. "Ho visto un disegno più grande e devo ringraziare ognuno di loro se sono riuscita nella mia missione"
Davos la studiò per un po', stupito di scoprire come la giovane Stark fosse pronta a difendere e a perdonare proprio la stessa persona che lui riteneva la peggiore sulla faccia della Terra. Un moto istintivo di rabbia e dolore lo prese inevitabilmente di fronte a quella che coglieva come una pura assurdità.
"Sono lieto che riuscite a perdonare così facilmente, Lady Arya. Io non posso. Forse non avete idea di ciò che quella donna mi ha fatto..."
"Oh sì, Ser Davos. Mia sorella Sansa mi ha raccontato ogni cosa. Non è una questione di perdonare, ma di capire. Ora penso di aver capito tutte le azioni della Donna Rossa. Al contrario, Cersei e la Montagna sono ancora nella mia lista e non ho intenzione di eliminarli"
Durante quella spiegazione, Arya aveva continuato a fissare Davos con aria di sfida, perfino di minaccia. L'ultimo sguardo prima che lasciasse la stanza fu riservato però a Gendry.
"Devo andare a trovare Jon. Controllalo" disse alludendo chiaramente a Ser Davos. "Non permettergli di farle del male. E soprattutto non aiutarlo in nessun modo"

 
**
 
"Non credo che Arya possa lamentarsi di questo tipo di aiuto" commentò Gendry una ventina di minuti dopo con una punta di ironia, contemplando il suo lavoro.
L'oro della collana giaceva distrutto sul suo piano di lavoro, ma il rubino, del tutto intatto, era invece ora incastonato in un bracciale di acciaio saldamente legato al polso di Ser Davos. Al contrario delle aspettative della giovane Stark, l'uomo non aveva intenzione di distruggere la collana, anzi era andato alla ricerca di Gendry proprio per poterla trasformare in qualcosa di più pratico che potesse portare sempre attaccato alla pelle.
L'aiuto che cercava non era per uccidere la Donna Rossa ma per salvarla.
"Posso farvi una domanda?" chiese poi, senza aspettare un cenno di assenso prima di continuare. "Perché? Perchè la state salvando se la odiate?"
Davos, che stava fissando a sua volta la nuova forma dell'amuleto, alzò lo sguardo a quella domanda e si prese qualche momento per riflettere. Da quando l'idea di chiedere l'aiuto del fabbro aveva sfiorato la sua mente, non vi si era soffermato abbastanza da porla in questione ma aveva preferito invece lasciarla sedimentare quasi in maniera inconsapevole. Aveva pensato di lasciarla vivere, aveva trovato il modo e aveva agito. Per il momento non voleva pensare al motivo per cui aveva deciso di lasciar andare la sua vendetta, sarebbe stato superfluo e del tutto deleterio per i suoi sentimenti contrastanti.
Adesso però, che la decisione era stata irrevocabilmente presa, il momento di riflettere si era ripresentato e la domanda di Gendry ne aveva solo dato una forma esterna.
"Non lo so" rispose alla fine.
Ed era vero. Era forse perché era rimasto sconvolto e incantato dal potere dell'oggetto? Perché aveva intuito che la morte di Melisandre per lei sarebbe stata una liberazione e non una giustizia? Oppure voleva lasciarla in vita il tempo sufficiente per poter istituire un processo contro di lei e giustiziarla nel modo più legittimo? Non avrebbe saputo dirlo, ma riconosceva la propria curiosità nel capire la natura del legame speciale che evidentemente doveva esistere tra lui e la Donna Rossa. Probabilmente Arya Stark aveva ragione dopotutto, in merito alla differenza tra capire e perdonare.
Ma al solo vago pensiero di poter arrivare a comprendere le azioni della sacerdotessa tornò a far comparire davanti ai suoi occhi la nitida immagine di Shireen Baratheon, la piccola sfortunata bambina che aveva amato come una figlia.
"Tu lo sai cosa quella donna ha fatto?" chiese al ragazzo, con improvvisa durezza. "Ha preso una bambina e l'ha bruciata viva. Shireen, la figlia di Stannis, era tua cugina! Ha convinto suo padre e sua madre a farla bruciare. E perché? Per seguire quello che credeva di vedere nel fuoco!"
Gendry apparve visibilmente dispiaciuto, ma per qualche ragione per nulla impressionato.
"È terribile, ma alla fine qualcosa nel fuoco lo ha visto giusto dopotutto, no?" disse il ragazzo un po' troppo bruscamente e infatti, accorgendosi che la rabbia del cavaliere era ben lontana dall'estinguersi, continuò. "Posso capire più di chiunque altro, Ser Davos. La Donna Rossa voleva bruciare anche me, ricordate? E sarei finito anche io come Shireen se non fosse stato proprio per voi. È per avermi rapito che Arya voleva ucciderla"
"Vuoi dirmi che tu l'hai perdonata per quello che ha fatto a te?"
Gendry accolse quella provocazione con un mezzo sorriso.
"No, ma al contrario di voi ho avuto tempo per stare lontano dalle guerre per il potere e per pensare... Mentre remavo" Il suo sorriso si ampliò nel riferirsi a quel ricordo condiviso, ma subito dopo si spense di colpo e la sua espressione ritornò seria. "Ho capito che la persona di cui dovevo aver paura non era mai stata la Donna Rossa. Posso capire l'idea di un sacrificio umano per un bene superiore, per i fanatici religiosi è cosa comune. Ma sapete chi è ben oltre la mia capacità di comprensione? Stannis. Se lo chiedete a me, quello sarebbe stato il primo nome che avrei scritto sulla mia personale lista"
Davos non rispose ma il moto di rabbia era sparito dal suo volto, lasciando il posto alla sorpresa e a una strana forma di paura.
Infatti era sorpreso che già due persone sembravano essere arrivate a comprendere la Donna Rossa.
E spaventato di scoprire che, se si fosse impegnato abbastanza, magari ci sarebbe potuto riuscire anche lui.











NDA: Ecco qui il secondo capitolo! L'idea è quella di cercare di istituire una sorta di "cordone di difesa" attorno a Melisandre, in modo che anche Davos con il tempo possa trovare in sè il modo di perdonare le sue azioni. Per quanto riguarda il pensiero di Arya, non credo sia una reazione troppo esagerata; credo che gli avvenimenti della 8x03 l'abbiano cambiata profondamente e ce la vedrei ad essere pronta a tendere la mano verso la Donna Rossa. Con Gendry invece ho iniziato a fare quello che tutti gli avvocati di difesa farebbero in un processo: puntare il dito verso qualcun altro, e quel qualcuno è Stannis. Oggettivamente, penso che lui sia stato responsabile dei crimini di Melisandre almeno quanto lei, ma non abbiamo mai visto Davos biasimarlo direttamente. Il "testimone migliore" me lo sto tenendo per il prossimo capitolo, Brienne di Tarth, e inserirò anche delle prime interazioni tra Davos e Melisandre. Al prossimo aggiornamento!
   
 
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