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Autore: yuki rain    09/05/2019    2 recensioni
Il primo amore è sempre il più bello e il più difficile lo scoprirà bene Lucy, figlia di una ricca famiglia, quando si ritroverà incastrata in una relazione con Natsu, un ragazzo scalmanato e ribelle dal passato misterioso.
I due dal non conoscersi finiranno per passare ogni giorno insieme ma chissà se il loro amore sarà in grado di superare il passato oscuro del ragazzo e di reggere a tutte le sfide dell'adolescenza.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Suo fratello la chiamava dal corridoio ma lei lo ignorava. Erano quattro giorno che non metteva piede fuori di casa, specialmente dalla sua stanza. Mise la testa sotto il cuscino cercando di ignorare la voce di Sting.

Non voleva parlare con nessuno, non voleva vedere nessuno. Voleva starsene rinchiusa lì finché non avrebbe trovato la forza di aprire le finestre e ritornare alla realtà, a Natsu e a Jackal. Poterli guardare in faccia, sostenere i loro sguardi senza tremare e sistemare tutto quanto.

“Lucy è ora di andare a scuola” Sting entrò in camera spalancando la porta.

“Lasciami stare Sting” disse da sotto i cuscini, non voleva vedere nessuno.
“Sono tre giorni che non ti alzi dal letto … non per essere cattivo ma avresti bisogno di un bagno”

Aveva ragione ma non ne aveva le forze. Si sentiva così stupida, rintanata nella sua stanza a piangersi addosso per una un qualcosa che era unicamente colpa sia.

“Sono un idiota” disse singhiozzando.

“Non ricominciare a piangere ti prego” disse Sting allarmato.

“Non capisci ho rovinato tutto”

 

Sting sospirò, era la stessa storia di ieri e del giorno prima ancora. Sua sorella se ne stava rinchiusa in camera e appena provava a parlarci scoppiava a pingere senza un reale motivo.

Non gli piaceva vederla così, gli faceva male ma cosa avrebbe potuto dire oltre a “Tranquilla passerà” o “Sono certo che tutto si sistemerà” ?

Il suono del campanello lo fece sobbalzare. Lasciata la porta della camera aperta si diresse verso la porta.

“Ciao” disse guardando le amiche di Lucy. “Che ci fate qui?”
“Volevamo sapere come stava Lucy è da giorni che non risponde al telefono” spiegò Levy.

“E' da giorni che cerco di farla uscire da camera sua”

“Ci penso io” disse Erza entrando con la sua solita andatura decisa.

 

“Forza biondina alzati” Lucy la riconoscette immediatamente la voce di Erza ma non si mosse.

“Erza ...” brontolò quando la rossa alzò la tapparella facendo entrare la luce del mattino. Troppo forte, troppo fastidiosa.

“Potete tutti lasciarmi stare?” chiese alzando la testa dal cuscino.

“Ho detto alzati” Erza si mise ai piedi del letto tirando via le coperte gettandole per terra.

“Forza fatti una doccia, pettinati, truccati e vestiti”

“Non me la sento, veramente” disse mettendosi a sedere. Non se la sentiva di uscire di casa e vedere Natsu per i corridoi, fare tutte le cose normali senza di lui.

“Ascoltami bene Lucy...” iniziò Erza sedendosi vicino all'amica “Io detesto le persone che si piangono addosso ma tu sei una mia amica e per questo sono qui. Nella vita si può sbagliare, siamo esseri umani, l'importante è prendersene la responsabilità. Non puoi restare qui rinchiusa ad attendere che Natsu ti perdoni. Quindi ora alzati e preparati”

Lucy gli saltò addosso abbracciandola.

“E se incontro Natsu?”
“Primo o poi succederà e non puoi nasconderti per sempre, magari sarà meno traumatico di quello che credi e comunque andrà a finire avrai sempre noi”

Lucy si lasciò convincere, si fece una doccia bollente e già quello le diede una sensazione di leggerezza, non poteva credere di essere stata così a lungo senza lavarsi o cambiarsi i vestiti.

Si asciugò velocemente i capelli e li avvolse in due trecce attaccate alle testa e decise di non truccarsi, il suo viso non era così terribile.

Indossò la divisa e sistemò la borsa con dentro i libri e i quaderni.

Erza gli diede un passaggio fino a scuola, Lucy sentì lo stomaco mettersi sotto sopra e un senso di nausea la pervasa.

Attraversò il piccolo viale fermandosi sull'entrata, lo cercava con lo sguardo.

Voleva vederlo, sapere che era lì che esisteva e che non era tutto frutto della sua mente.

Gray e Gajeel e si unirono al gruppo, non salutavano le loro ragazze come al solito, probabilmente gli avevano chiesto di non farlo davanti a lei.

“Come stai?” chiese Gray

“Non molto bene” era troppo strano, lui non era con Gray come al solito. Nessuno la abbracciò e la baciò per darle il buongiorno.

Era sparito, forse non era mai esistito ed era veramente uno scherzo della sua testa.

“Perché non sei col tuo amico?” chiese Erza sistemandosi la coda alta.

“E' da ieri che lo chiamo ma ha il telefono staccato, Zeref ha detto che era uscito con un amica ma ...” interruppe il discorso di netto come se si fosse reso contro tardi di star rivelando un segreto.

“Ma ...” proseguì Erza incuriosita.

Il rumore della musica della radio spaccò quel silenzio che si era creato, tutti si voltarono verso il parcheggio.

Una Ford Mustang rossa fiammante si fermò in mezzo dimenticando la concezione di parcheggio.

Dalla porte del passeggero uscì una bellissima donna dalla pelle bronzea e i capelli corvini ricci, indossava un completo molto elegante.

Lucy strabuzzò gli occhi quando dalla parte opposta uscì Natsu con la divisa scolastica, i capelli rosa spettinati come suo solito e gli occhiali da sole.

Entrambi si fermarono davanti alla macchina, il rosato le pesò le mani sulla vita e la baciò lei ovviamente ricambiò.

Lo stomaco di Lucy si annodò peggio di prima davanti a quella scena ma non poteva dire nulla, chissà se anche lui aveva provato la medesima sensazione.

La donna si staccò da lui sistemandogli il colletto della giacca, parlavano troppo a bassa voce per capire e la musica non aiutava.

Lei salì in macchina e lui la salutò chiudendogli la portiera. Si tolse gli occhiali da sole posandoli sulla testa e entrò con lo zaino sulla spalla.

Lucy per un momento sperò di aver sognato ma non era così, era tutto reale e la verità le stava cadendo addosso minuto dopo minuto.

Era bellissimo, sicuramente il più bello tra i due e lei si trattenne dall'istinto di accucciarsi e tenersi lo stomaco.

“Buongiorno” disse il rosato.

Lucy non disse nulla, non lo guardava, non poteva fare come se non fosse successo nulla, non se lo meritava.

“Gray ho davvero bisogno di te per la verifica di matematica” disse prendendo per un braccio e trascinandolo dentro.

 

Il corvino salutò velocemente juvia e si incamminò con Natsu “Dov'eri finito ieri sera che non rispondevi ai messaggi?”
“Scusa ma ero occupato ...” disse mettendosi le mani in tasca “... con Zoe” disse infine.

“La tipa che ti ha accompagnato?”
“Yep” “E' bella vero? È un influencer, le ho indicato il piano dell'ascensore e mi ha invitato a bere qualcosa” raccontò.

“Zeref ha detto che non sei tornato a dormire, non dirmi che ...” gli bastò l'espressione dell'amico per capire il tutto.

“Non hai ancora parlato con Lucy immagino”

“E non ho intenzione di farlo, cosa potrebbe dire? Mi spiace? Forse non capisci la situazione mi ha messo le corna e non con uno qualsiasi ma con Jackal! Un perfetto esempio di affondare il coltello nella piaga”

“Non voglio darle ragione ma sta davvero male forse potresti almeno provare ad ascoltarla ...”

“Gray nessuno l'ha costretto a fare quello che ha fatto e il fatto che me lo abbia tenuto nascosto significa che tiene più a lui che a me” “Perché io poi? Perché devo essere sempre io a fare un passo nei suoi confronti?” si stava innervosendo.

“Tu la conosci meglio di tutti”
“Credevo di conoscerla”

Natsu scoppiò a ridere “Che ti prende?” “Stavo cercando di immaginare tua figlia alla nostra età e tu che sfiori esaurimento”
“Evita di raccontarmi queste tue fantasie”

 

Natsu era in palestra, concentrato sulla musica nelle orecchie stava correndo sul tapirulan. Aveva preso gli integratori e si sentiva su di giri, quella roba gli donava un' energia incredibile, avrebbe potuto scalare una montagna a mani nude.

Aumentò il ritmo non voleva pensare a nulla. La notte precedente l'aveva passata a rotolarsi nelle lenzuola con una delle ragazze più belle che avesse mai visto ma non si sentiva soddisfatto. C'era un qualcosa che mancava, un pezzo del puzzle che non combaciava per intero. Tutto ciò lo faceva infastidire.

Era nervoso Lucy aveva tradita con Jackal! Non riusciva a crederci. Gli avrebbe fatto meno male se l'avesse tradito con suo fratello, avrebbe anche potuto capire visto la magnifica persona che è … ma Jackal!

Antipatico, cretino e così pieno di se, cosa ci trovava Lucy in lui. Non si sarebbe mai dato una risposta.

Finito l'allenamento imposto dal macchinario si sfilò le cuffie e recuperò la borraccia continuando a camminare lentamente.

“Dovresti fare atletica non basket”

Natsu si voltò inciampando quasi sul nastro quando Polly gli sorrise.

“Ciao Nastsu”

“Polly! N-n s-sapevo che frequentassi questa palestra” balbettò.

Si sentiva così in imbarazzo con lei, sembrava una persona completamente diversa da la notte precedente.

“Mi hanno ingaggiato per la pubblicità”

“Fantastico” continuava a camminare concentrandosi per non inciampare e fare l'ennesima figura.

“Lucy è malata? Ha saltato l'ultimo servizio”

Ecco l'ennesima pugnalata, sembrava che l'universo si stesse impegnando a ricordargli la realtà in cui stava vivendo.

“Non lo so, è qualche giorno che … non ci sentiamo” “Ci siamo presi una pausa”

Il sorriso di Polly sparì “Oh tesoro mi spiace” “Se vuoi parlarne ...” aggiunse.

“No tranquilla” Lucy gli aveva detto di stare attenta a lei, le piace creare casino nelle vita delle persone che gli stanno vicino le disse un giorno.

“Sicuro?” Natsu si sentiva tentato e perché non farlo? La sua testa gli diceva di fregarsene degli avvertimenti della sua ex, perché rinunciare. Era libero del resto, se fosse affondato lo avrebbe fatto da solo senza trascinare nessuno con se.

 

I due si spostarono nel piccolo bar della palestra e ordinarono un semplice caffè. Natsu non era mai stato tipo da caffè ma era un ottimo alleato nelle notti in cui non poteva dormire per studiare.

Polly iniziò a chiedergli di lui, del basket della sua vita. Riuscì a metterlo a suo agio a tal punto che smise pure di arrossire e balbettare.
Si ripeteva che era normale sentirsi in imbarazzo, infondo lei fu la primissima donna che vide nuda anche se attraverso lo schermo del televisore. Polly recitò in un film horror scadente di serie B con l'unico pregio del corpo nudo della ragazza.

Anche se erano passati anni Polly non era cambiata così tanto, forse aveva abusato della chirurgia estetica ma restava comunque bellissima.

“Sei giovane non sarebbe durata per sempre” disse

“Non so perché ma ero convinto che sarebbe finita per colpa mia”

“Perché?”
“Pensavo che la differenza tra i nostri mondi prima o poi ci avrebbe scoppiato e che saremmo esplosi, io prima di lei.” “Poi il mio mondo è cambiato e io con esso, ero convinto che sarebbe andato tutto per il meglio, stavano crollando i muri che ci dividevano ma ...”

“Ma?”
“Più io abbattevo quei muri più lei ne alzava, come se non volesse che i nostri mondi si unissero o meglio voleva che si unissero ma che io non cambiassi.”
“Cambiato in che senso?”
“Nell'ultimo periodo mi sto concedendo tutto quello che non ho mai potuto, vestiti, cene, una volta le chiesi se fosse interessata a partire per l'estate ho sempre sognato di andare in un posto come la Polinesia francese o Bora Bora. Non sono mai uscito dalla mia nazione e ho una gran voglia di vedere il mondo, voglio andare ai concerti e non vederne le parti caricate su internet, voglio poter fare quello che voglio senza i sensi di colpi che mi tormentano”
“Anche io ho avuto un periodo simile, una specie di crisi. Non riuscivo più a vedere il mondo in maniera ragionevole, mi ero messa in testa delle idee assurde e se ne sono uscita è stato grazie a delle persone a cui ancora oggi sono grata.” “La verità è che certe persone non potranno mai capire”
“Penso che valga anche al contrario, senza Sherry non saprei fare nulla”
“Conosco bene la tua agente è molto brava nel suo lavoro, anche se nel resto è insopportabile” “Anche se sono certa che un viso bello come il tuo non avresti problemi”

Natsu arrossì sulle guance, si sentiva stupido ad imbarazzarsi per un semplice complimento.

“Accetta un consiglio: finché sei giovane non perdere tempo, avrai sempre tempo per cercare l'amore della tua vita. Divertiti, fai tutto quello che vuoi, vai dove vuoi e se nessuno vuole seguirti fallo da solo. Soprattutto non piangerti addosso”
“Non mi sto piangendo addosso ...”
“Non lo dai a vedere ma è normale come cosa” disse posando la sua mano su quella del rosato.

“Devo andare ora ma sono sempre disponibile a parlare tesoro”
I due si alzarono e Polly salutò Natsu dandogli un bacio sulla guancia.

 

Lucy uscì dal parrucchiere sistemandosi la sciarpa intorno al collo, quel giorno il tempo era pessimo. Il cielo grigio che sembrava che iniziasse a piovere da un momento all'altro e il vento gelido che soffiava.

Non aveva voglia di andare a farsi i capelli ma aveva prenotato tempo fa e le sembrava brutto disdire all'ultimo. Lentamente stava ritornando in sé. La sua mente stava tornando lucida e stava tornando a essere razionale.

Le faceva ancora strano non avere Natsu nelle vicinanze o non ricevere né una chiamata né un messaggio.

Recuperò il telefono dalla borsa per chiamare Sting, restando riparata sotto i portici.

Sentì un clacson suonare alzando la testa e vide un auto nero sportiva accostata che conosceva molto bene.

“Serve un passaggio principessa?”
Si avvicinò alla macchina poggiandosi al finestrino abbassato.

“Jackal seriamente non ho più voglia di vederti o sentirti”

“Non farti pregare ...” disse alzando gli occhi al cielo.
“Seriamente lasciami stare e poi come hai fatto a trovarmi?”
“Hai taggato il parrucchiere su Istagram e visto che da quando il tuo ragazzo ci ha visto baciarci non mi rispondi ...”
“Se non rispondo ai tuoi messaggi e chiamate è perché non ho voglia di parlare con te! Natsu mi ha lasciato, niente sta andando bene” sboccò.

“Non è di certo colpa mia”
“Come?”

“Io ci ho provato e tu ci sei stata … non c'entro nulla con le tue colpe” disse freddo come sempre.

Lucy sospirò, si morse la guancia e si allontanò dalla macchina, lo detestava quando faceva così.

Si voltò verso la galleria, si sistemò la borsa sulla spalla e si diresse verso il primo negozio che vide. Entrò dentro Sephora, salutò le commesse e finse di interessarsi ai prodotti.

Prese il telefono e chiamò Sting chiedendogli di venirla a prendere, non specificò la presenza di Jackal non piaceva a suo fratello e voleva evitare qualsiasi scenata.

Diede un occhiata in giro curiosando tra i prodotti di make-up e di bellezza, guardò le modelle sul piccolo display dietro la cassa riconoscendone un paio.

Ripensò a quando Sherry le aveva chiesto di partecipare a un servizio fotografico, ricorda quanto era piaciuta e alle richieste avute in seguito.

Ripensò a tutte le discussione avute con Natsu riguardo al “mostrarsi a tutti” come diceva lui. Lo diceva quando anche lui faceva la medesima cosa dietro alla scusa che servisse per il basket.

Da uno scaffale prese il tester di un profumo che Natsu le aveva regalato tempo fa, non lo aveva chiesto semplicemente aveva detto che le piaceva e glielo comprò.

Nell'ultimo periodo funzionava così, faceva un commento positivo su una cosa e nel giro di un paio di giorni glielo comprava, le dava così fastidio.

Quello che voleva poteva comprarselo da sola e il tempo che sprecava nei negozi poteva passarlo con lei visto che Natsu era sempre così impegnato.

“Trovo che il profumo sia estremamente superficiale” disse un ragazzo mettendosi accanto a Lucy.

La ragazza mise al suo posto il tester trattenendo le imprecazioni, l'aveva seguita anche dentro al negozio?

“Mi hai seguito?”
“E' proibito ai ragazzi entrare da Sephora?” chiese prendendo un ombretto e studiandone il colore “Direi che il viola ti dona” disse avvicinando la cialda al suo viso.

“Cosa non capisci di lasciami stare?”

“Nah” disse mettendolo a posto il prodotto.

Il telefono di Lucy suonò, era Sting. Lucy si sentì sollevata nel vedere il nome sullo schermo.

Corse fuori dal negozio e appena lo vide saltò in macchina allacciandosi la cintura.

“Ciao” disse.

“Ciao … tutto bene?” chiese notando qualcosa di strano nella sorella.

“Si” “La parrucchiera ci ha messo un po”

Sting non disse nulla e continuò a guidare alzando il volume della radio.

Lucy guardò fuori dal finestrino ascoltando la canzone, alla fine aveva iniziato a piovere.

 

   
 
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