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Autore: LadyPalma    11/05/2019    2 recensioni
SPOILER 8X03
E se nella scena finale, Davos avesse raccolto la collana di Melisandre e per qualche ragione il contatto dell'oggetto con il suo corpo (e solo il suo) fosse in grado di mantenerla in vita? Se il destino della Donna Rossa fosse nelle mani del Cavaliere delle Cipolle, lui deciderebbe di ucciderla o di darle un'altra possibilità? Potrà lui mai essere in grado di perdonarla?
Un tentativo di creare una storia d'amore tra due personaggi che si sono sempre odiati, forse solo perché non si sono mai capiti.
Melisandre/Davos
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Davos Seaworth, Melisandre di Asshai
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Red Onion - Davos/Melisandre'
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Warning: Anche in questo capitolo, come nel precedente, ci sono accenni al tema di abusi sessuali. 

5. 

Un lungo silenzio seguì le parole di Melisandre. Davos la fissava sconcertato, incapace di articolare i pensieri che gli vorticavano nella mente. Solo una decina di giorni prima vedeva quella donna come il diavolo, allora perché adesso gli si stava mostrando a poco a poco come qualcosa di più simile ad una damigella da salvare? Più di tutto odiava quel sentimento in lui che lo spingeva ad essere lui la persona che doveva salvarla.
In quel momento, guardandola con i capelli arruffati, gli occhi grandi e brillanti di lacrime, riusciva ad individuare la crepa sulla maschera di controllo e potere che le aveva sempre visto addosso.
Curiosamente ciò che gli veniva in mente era un paragone tra lei e una cipolla.
Proprio come una cipolla, si presentava integra nell'involucro mentre all'interno conteneva tanti strati diversi. Tentare di rimuovere ogni strato provocava una reazione di difesa e tutto ciò che rimaneva dopo una scoperta erano le lacrime.
E lui, anche se era noto come il Cavaliere delle Cipolle, non si sentiva pronto ad affrontare la cipolla rossa che gli stava davanti. Rimuovere ogni strato intimo dell'animo e della storia di quella donna comportava più dolore e sorpresa di quanti avesse mai previsto.
"Non guardatemi così" disse Melisandre, interrompendo il silenzio.
Come se la sua voce lo avesse liberato da un incantesimo, Davos scosse la testa debolmente e abbassò lo sguardo. Non aveva bisogno di chiederle cosa intendesse con la parola così; sapeva da sé che il suo viso doveva comunicare un sentimento che lei non poteva tollerare: la compassione.
"Non c'è bisogno che vi dispiacete per me. Gli stupri nella religione del Signore della Luce sono frequenti quanto gli incendi. Fanno parte del rituale. Una delle prime cose che insegnano è come sacrificarsi completamente in nome del Dio e anche come poter ottenere grandi cose attraverso il proprio corpo"
Nonostante fossero passati secoli da quando era stata poco più che bambina, ricordava perfettamente le serate attorno ai falò in cui il suo giovane corpo veniva violato e la sua volontà piegata. Era destinata ad una missione importante, le avevano insegnato, e in virtù di quella missione più grande alcuni dolori erano più che accettabili. Ricordava anche i suoi pianti nel cuore della notte e le sue proteste, ma non c'era voluto molto prima che capisse ogni lezione e che si trasformasse in una delle migliori sacerdotesse che il culto della Luce avesse mai avuto.
Intanto, nel parlare, aveva posato delicatamente due dita sotto il mento di lui per costringerlo a guardarla. Ma lui quasi bruciato al contatto si sottrasse di scatto, anche se tornò effettivamente a fissarla con nuovo orrore. Quell'istinto di allontanarsi da lei non era stato dettato dal disgusto o dalla paura, ciò che non poteva accettare era il modo in cui il tono paziente della sua voce e il gentile tocco della sua pelle sembrassero avere l'intenzione di consolarlo – consolare lui - di fronte agli orrori del mondo.
Se lei non poteva sopportare di essere compatita, lui non poteva sopportare di essere trattato da ingenuo.
Effettivamente però lo era, dato che non si era mai documentato sulla natura dei culti che tanto aveva disprezzato ma era stato solo pronto a puntare il dito contro di lei. Nuovamente gli si schiudeva uno spiraglio di mondo e un'altra prospettiva interpretativa su di lei si imponeva. Così come aveva scelto di non pensare alle responsabilità di Stannis, così non si era mai posto domande su chi fosse e perché agisse la Donna Rossa. Aveva deciso che era una strega fanatica e tanto gli era bastato.
"Stannis..." mormorò, risvegliato alla memoria dal collegamento dei suoi pensieri. "Il bambino d'ombra era una di queste grandi cose"
Lei annuì, facendo un mezzo sorriso.
"Certo. Ho partorito molti bambini ombra nella mia lunga vita" ammise con un velo quasi impercettibile di tristezza. "Come vi ho detto, il mio corpo è un mezzo per aiutare il mio Signore"
"Quindi avete sedotto Stannis solo perché lo avete visto nel fuoco?"
"Per quale altro motivo altrimenti? Di certo non perché lo desiderassi..." rispose, ricordando quella sera in cui era dovuta ricorrere ad ogni mezzo possibile per poter convincere il suo re a generare l'orrenda creatura che avrebbe poi ucciso Renly. Lei era riuscita a sedurre lui, ma a sedurre lei era stata solo la convinzione che quell'azione fosse necessaria. "È normale"
Quella parola, di nuovo quella parola, e tutta la reazione di Davos che si era andata lentamente formando esplose improvvisamente.
"Normale?" le fece eco con una smorfia sprezzante. "Niente tutto questo è normale! L'ho detto già una volta e lo ripeto: il vostro Dio è un Dio malvagio!"
"Ma la mia missione è completa, ha avuto un senso. Il Re della Notte è stato sconfitto e tutto quello che ho fatto ha contribuito a questa pace!"
"Sì e quale è stato il prezzo?" le domandò, la rabbia sempre più percettibile per la sua voce. "Non c'è nessun fine che possa giustificare certi mezzi. Bruciare bambine innocenti è sbagliato, lo stupro è sbagliato!"
Melisandre abbassò lo sguardo, rifiutandosi di perorare ulteriormente la causa del suo Dio. Non perché avesse capito la fallacia del suo modo di ragionare, ma più perché sapeva che di nuovo avevano toccato l'argomento impossibile da superare. Vedeva chiaramente che Davos era arrabbiato ma fraintese completamente i motivi di quell'ira.
"Mi dispiace... Mi dispiace così tanto per quello che ho fatto a-" si interruppe, non osando commettere l'errore di pronunciare quel nome che per lei era proibito. "Mi dispiace"
Lui non disse nulla, ancora una volta si prese del tempo per guardarla. Ogni sguardo gli rivelava una persona nuova, ogni nuova informazione svelava un nuovo strato e lui non poteva che esserne meravigliato. Dov'erano stati nascosti tutto quel dolore e quella fragilità per tutto quel tempo? Era forse la rimozione della collana che, togliendole i poteri, le aveva restituito l'umanità? Possibile che lei fosse stata così brava a giocare il ruolo della strega, possibile che lui fosse stato così ingenuo e troppo rapido a emettere i giudizi?
I confini tra giusto e sbagliato potevano essere ben demarcati, ma quelli tra buoni e cattivi erano decisamente più sfumati.
Doveva saperlo ormai che c'era una netta differenza tra una persona cattiva e una persona che ha commesso azioni cattive e a cui altrettante cose cattive sono accadute.
"E per voi? Chi si dispiace per voi?"
La domanda gli uscì dalle labbra prima che potesse anche rendersene conto. Diceva che le dispiaceva per quello che aveva fatto a Shireen, e sembrava sincera. C'erano così tanti che si erano dispiaciuti per la piccola principessa, lui per primo in suo nome aveva bandito una spada ed era stato sul punto di commettere un omicidio. Ma c'era forse qualcuno che si era mai dispiaciuto per lei, per la spietata Donna Rossa?
Per quanto gli costava ammetterlo, a lui adesso non solo dispiaceva, ma il dolore di lei gli creava sofferenza e rabbia. Rabbia non contro di lei, ma per lei.
"Non c'è bisogno di dispiacersi per me" rispose lei, ancora confusa. "Se mi fate questa domanda è solo perché in fondo siete un uomo dannatamente buono, Ser Davos. Ma io ho fatto delle scelte, ho scelto di seguire la mia missione e-"
"Nessuno sceglie di farsi stuprare" la interruppe, duramente, con l'intento di farle vedere la realtà per com'era.
Forse dopotutto l'ingenua era lei e non lui.
Come poteva incolpare una persona di un male commesso se non riusciva a riconoscere il male che era stato commesso verso di lei stessa?
Dieci giorni prima avrebbe voluto ucciderla, adesso avrebbe voluto assurdamente svelare tutto il suo dolore e poi farsene carico egli stesso.
Come per rimediare alle sue brusche parole, posò dolcemente le mani sulle sue braccia. "E se davvero avete scelto, perché allora state piangendo?"
Forse fu per il tocco inaspettato o per la logica stringente di quelle parole, ma Melisandre sussultó. I loro occhi si incrociano e di fronte allo sguardo di lui così apprensivo e comprensivo, lei si sentì di nuovo fragile e debole come non si era mai sentita da anni... Secoli. E così scoppiò a piangere, rumorosamente, quasi collassando in avanti per l'intensità di quell'emozione seppellita troppo a lungo. Ma invece di piegarsi su se stessa, si ritrovò a cadere dritta nelle braccia di quell'uomo che, istintivamente, intuendo la direzione del suo movimento, si era mosso verso di lei. La sorresse e la strinse consolandola senza parole ma semplicemente abbracciandola e accarezzandole i capelli. Rimasero in quella posizione per alcuni lunghi minuti, finché i singhiozzi della donna si calmarono, e allora lui la fece tornare a stendere lentamente sul letto, continuando a tenerla stretta.
"Dovreste dormire, mia Lady" le sussurrò dolcemente.
Melisandre si mosse leggermente e alzò gli occhi per guardarlo. Sembrava ancora confusa, stavolta per una nuova ragione.
"Qui? Con voi?"
"Qui" confermó "Sempre se voi volete"
La donna non rispose ma semplicemente tornò ad accoccolarsi contro di lui. Come se improvvisamente non potesse farne a meno, come se lo avesse potuto vedere sparire da un momento all'altro.
Perchè in effetti sarebbe andato via, lontano, verso una nuova guerra.
Ma il giorno dopo.
Quella notte starebbe rimasto lì con lei e non sarebbe andato da nessuna parte.





NDA: Salve a tutti, avevo concluso le note dello scorso capitolo dicendo che mi sarei dedicata alla mia altra storia, ma non ho tenuto fede alla promessa. Ho avuto giusto un po' di tempo per scrivere oggi pomeriggio e questo capitolo è nato quasi di getto - del resto, non potevo lasciare la situazione a metà troppo a lungo. Spero di aver chiarito un po' meglio l'idea che avevo in mente e che l'avvicinamento tra i due vi sia piaciuto. Ora, li vedremo separati per un paio di capitoli, il tempo necessario per far elaborare un po' le nuove emozioni suscitate, ma vi prometto che oltre all'introspezione non mancherà qualche evoluzione importante alla trama. Alla prossima!
   
 
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