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Autore: Nao Yoshikawa    12/05/2019    3 recensioni
Momenti di ordinaria follia...
#1 - “Sei un idiota! Almeno dividiamolo!”.
“Ma non ci penso proprio”.
#2 - "Voglio un cane".
"Cosa me ne faccio di un cane se ho già te?".
#3 - “Nnoitra, sei un bullo”.
“E tu una rompipalle certificata".
#4 - “Ma seriamente vuoi dormire sul pavimento?!”.
“Sicuramente mi darà più sollievo che continuare a dormire su quel materasso infernale”.
#5 - "Ora non mi verrai a dire che hai paura di un piccolo ago, eh?".
"Chiariamo una cosa, Nel. Io non ho paura di niente".
#6 - “D’accordo, visto che hai deciso così, mangerò gli spaghetti di soia da solo. Se vuoi puoi dividere i croccantini con Aries”.
“Smettila di prendermi in giro!”
#7 - “E tu che vuoi? È me che vuole baciare, di certo non te”.
“Credo che Aries sia geloso”.
#8 - “Dimmi che mi ami”.
“Lo sai già”.
#9 - "Sbaglio o quella era una scenata di gelosia?".
"Non è assolutamente questo, che sciocchezza".
#10 - "Perché non puoi amarmi tanto quanto ti amo io?".
Il capitolo 54 partecipa alla “Parole intraducibili Challenge” indetta sul gruppo facebook “Il Giardino di efp”
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neliel Tu Oderschvank, Nnoitra Jilga
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Another world'
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42 – She’s strong
 
Vedere Naoko stesa a letto, priva di forza, era strano. Era sempre stata una bambina allegra e vivace, per questo Neliel aveva sentito il cuore spezzarsi più di una volta. Confidava però nella forza e della volontà della sua bambina di riprendersi al più presto.
«Nnoitra, dovresti andare a riposare.»
«Io non vado da nessuna parte. Vai tu.»
«Non posso lasciare Nao.»
«Beh, nemmeno io.»
Alla fine dei conti era chiaro che nessuno dei due volesse lasciare la bambina da sola, poco importava che fosse una situazione frustrante.
«Ah, credo che ci stiamo preoccupando inutilmente. Sono sicura che Nao si riprenderà presto», sospirò lei sedendoglisi accanto.
«Lei è solo una bambina», mormorò Nnoitra con lo sguardo fisso sulla piccola.
«Questo non vuol dire nulla. È molto simile alla situazione di cinque anni fa.»
«No, Nel. Non è simile, non deve esserlo. Io non perderò un altro figlio, anche se mi rendo conto che non c’è niente che posso fare, proprio come allora.»
Nel sentire quelle parole, si zittì. Nnoitra non aveva mai parlato di quanto avesse fatto male. Aveva potuto percepirlo, ma sentirglielo dire era diverso, riportava a galla un dolore profondo.
«Infatti non succederà, starne certo. Neanche io posso fare nulla. Ho l’impressione che tu ti senta in colpa.»
«Ma davvero? È esattamente questo il punto.»
«Beh, non devi. Te lo proibisco. Non era colpa tua ai tempi e non lo è neanche adesso.»
«Ma darmi la colpa è più facile. Altrimenti non farei altro che continuare a domandarmi il perché.»
Neliel strinse forte la sua mano. Vederlo così fragile e inerme era strano anche per lei che lo conosceva da anni. Ma poteva comprenderlo, meglio di chiunque altro.
Circa venti minuti dopo, Grimmjow, Ulquiorra, Hime e Kiyoko erano venuti a far visita a Naoko. La bimba dagli occhi verdi era rimasta un attimo interdetta nel vedere la sua amica del cuore in quelle condizioni, ma poi si era fatta più vicina.
«Zia Nel, dorme?»
«Sì, tesoro. Ma puoi parlarle, ti sentirà comunque.»
Kiyoko annuì, mostrando un disegno che aveva fatto con i pastelli.
«Nao, guarda, ti ho portato un regalo. Queste siamo tu e io che giochiamo. Riprenditi presto, così possiamo tornare a giocare, d’accordo?»
L’altra si mosse nel sonno, senza però trovare la forza di parlare.
«In che condizioni è?» chiese Grimmjow preoccupato.
«Per ora è stabile, dobbiamo aspettare che la cura faccia effetto. Sembra così fragile…» sospirò Neliel.
«Ma va, non lo è per niente! Vedrete che fra un po’ di tempo tutta questa storia sarà soltanto un brutto ricordo!»
«Ovviamente che sarà così. E ne sono sicuro per il semplice fatto che se così non fosse allora non saprei proprio che fare» disse Nnoira, con un tono tanto serio da far quasi rabbrividire i suoi amici.
Non era contemplabile un’altra opzione.
 
 
Nota dell’autrice
Lo so, sono una persona crudele a infierire in questo modo. Di per sé una polmonite non è mortale, ma nei bambini e soprattutto se non è curata bene, lo può diventare. Penso che qualsiasi genitore si sentirebbe in colpa, proprio perché non può far nulla par aiutare il proprio figlio/a.
Nnoita e Neliel non sono da meno, anzi. Questo riporta loro alla mente la loro perdita di cinque anni prima. Nel loro caso è forse peggio.
Fortunatamente Grimmjow cerca di risollevare il loro morale. Prometto di non essere troppo cattiva con questa bambina, non se lo merita T_T
   
 
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