#respiro
Remus
fu svegliato dal dolore: “Respira,” gli
mormorò Tonks,
accarezzandogli delicatamente il viso; 'respira' lo
avevano esortato
dopo ogni plenilunio sua madre, suo padre, madama Chips; 'respira',
aveva ricordato a se stesso nei lunghi anni trascorsi in solitudine:
così avrebbe sopportato la licantropia, fino al suo ultimo
respiro.
#casata
Remus
vide Tonks nella stanza con l'albero genealogico della Casata dei
Black ed entrò incuriosito: la giovane stava di fronte
all'arazzo
con le mani sugli occhi, "Tutto bene?" le chiese e lei
allargò appena le dita, poi tornò a nascondersi
senza una parola;
Remus intuì quale fosse il problema, non era l'unico a
vergognarsi
di quanto d'oscuro ci fosse in lui, perciò diede una scorsa
ai nomi
ricamati col filo d'oro: "Tu non ci sei, Tonks," la
rassicurò e lei lasciò cadere le braccia lungo i
fianchi: "Ecco
perché Kreacher rifiuta di prendere ordini da me, quel
rompiscatole
musone... lo adoro!"
#sorte
"Nella
buona e nella cattiva sorte," pronunciò l'officiante e Remus
strinse convulsamente la mano di Tonks: Remus era
il nome che
gli aveva assegnato il veggente di nomi, lo aveva scelto una
bacchetta di cipresso (sarebbe morto di una morte eroica o morto e
basta?) e alla donna che amava portava in dono povertà e
malattia...
Tonks rispose alla sua stretta, Remus le guardò il viso e il
cuore
gli scoppiò di gioia: eccola, la sua buona sorte,
più di quanta ne
potesse sopportare una persona come lui, che non ne aveva avuta mai.