Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: katyjolinar    18/05/2019    8 recensioni
La storia parte dalla battaglia di Liberio, dopo il time gap, ma la stessa battaglia ha svolgimento e esito differenti rispetto al manga.
Il gruppo di Paradis torna a casa, ma qualcosa di strano è successo durante il viaggio di ritorno. ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER PER CHI SEGUE SOLO L'ANIME
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Annie stava sfogliando un grosso volume, cercando informazioni utili per la squadra operazioni speciali dell'Armata Ricognitiva, seduta alla scrivania di quella che era stata la stanza di Levi.
In realtà avrebbe dovuto leggere con attenzione tutto, ma la sua mente era altrove.
Erano passati quattro anni da quando il suo segreto era stato scoperto, e per proteggersi si era rinchiusa nel bozzolo cristallino. L'ultima cosa che ricordava era la cruenta lotta, contro Eren e contro il resto dell'Armata Ricognitiva, e dopo questo la decisione di rinchiudersi, evadere dal dolore che la aspettava, almeno così credeva.
Durante quei quattro anni di autoreclusione percepiva tutto ciò che la circondava. Aveva sentito gli scienziati che cercavano di capire cosa le fosse successo e cosa fosse quel materiale, aveva sentito i visitatori che venivano a trovarla, sempre meno nel corso degli anni, fino a ridursi a uno solo.
Uno solo, l'unico che continuava a ricordarsi di lei, che le parlava anche se non poteva rispondergli. A volte erano domande sulla loro natura, a volte era semplicemente il sunto della giornata, ma le sue visite le davano una sensazione di pace, di protezione maggiore di quanta gliene desse il bozzolo cristallino.
E, prima che se ne rendesse conto, il guscio si era sgretolato, a seguito di quelle nuove sensazioni. Si era ritrovata in quel nuovo mondo dentro le mura, un mondo cosciente della sua vastità.
Tutto era cambiato, e in un attimo si trovò presa dal panico, e neanche quella voce che le aveva tenuto compagnia negli ultimi quattro anni era riuscita a calmarla; ci era voluto, invece, un bacio per farlo, un bacio dal proprietario di quella voce, Armin Arlet.
E poi si era ritrovata lì, di nuovo viva, ma quelli che prima volevano catturarla e ucciderla ora la trattavano da amica, loro pari, soprattutto lui, con cui si sentiva diversa, si sentiva bene.
Una mano sulla spalla, seguita dal tocco caldo di labbra maschili sul collo la riportarono alla realtà. Si girò, trovandosi di fronte a due chiarissimi occhi profondi che la guardavano da molto vicino.
"Non dovresti distrarti, anche se sei una civile stiamo lavorando." la ammonì Armin, posandole un altro veloce bacio sulle labbra, mentre lei si alzava, girandosi tra le sue braccia.
"Scusa, è che... è ancora tutto così strano..." si scusò lei, passando le braccia attorno alle spalle del giovane "Nessuno dei ragazzi mi vuole morta, a parte Jean, ma posso capirlo, Wall Maria, che avevamo distrutto, è stato riparato, voi non uccidete più i giganti, e tu sei diventato il nuovo Colossale... sono tante cose, e sono tornata solo da due giorni."
"A me sembra che a qualcosa ti sia abituata in fretta." rispose il biondo, allusivo, baciandola di nuovo.
Annie rise, allontanandolo leggermente. Era strano sentirla ridere così, senza altre preoccupazioni, senza secondi fini, come era stato in passato; ma questa nuova Annie Leonhart gli piaceva, e anche molto. Le afferrò la mano e vi posò sopra le labbra, ricambiando il sorriso.
"Armin, pungi!" lo ammonì, ridendo ancora. Il ragazzo si sfiorò le guance, sospirando.
"Scusa, non ho ancora avuto il tempo di farmi la barba, oggi." rispose, annuendo all'espressione incredula della compagna "Sì, ammetto che ho iniziato a farmi la barba qualche mese dopo l'ultima volta che ci siamo visti. Sono cresciuto, sai?"
La bionda arrossì, distogliendo lo sguardo e aggiustandosi una ciocca di capelli con aria timida.
Questi gesti fecero scattare qualcosa in Armin, che la strinse nuovamente, premendo le labbra su quelle di lei, immediatamente ricambiato.
Approfondì, rendendo il gesto più audace e intimo.
Stavano insieme da neanche due giorni, ma voleva osare di più, e lei sembrava pensare lo stesso.
La sollevò con facilità, facendola sedere sulla scrivania e portando i volti alla stessa altezza; e, senza smettere di baciarla, sollevò un lembo della gonna, per poter accedere a una porzione maggiore di pelle, fino a sfiorare delicatamente una coscia con le punta delle dita.
Il respiro della giovane si fece più affannoso. Sapeva cosa stava per succedere, ma non voleva fermarsi, non con lui.
Non sapeva perché, ma appena lui la sfiorava si sentiva scaldare il cuore, e in quel momento stava andando a fuoco.
Un tocco più audace le fece scappare un gemito sorpreso e un sospiro più lungo, rotto dall'ennesimo bacio.
Ma il momento si infranse in un istante quando qualcuno colpì forte la porta tre volte.
Si allontanarono velocemente, voltandosi verso l'ingresso, da cui si era affacciata Hanji, che entrò guardandoli in modo severo, imitata da Levi, in braccio a lei, con un biscotto nella manina e l'espressione truce tipica del vecchio sé stesso dipinta in quel visino dolce tipico dei neonati.
"Voi due! Vi ho messi a lavorare insieme per fare ricerche sui libri." li ammonì, entrando nella stanza "Non per sperimentare nuove funzionalità dei vostri corpi! E soprattutto, se volete fare sesso, fatelo in luoghi più consoni, non nella stanza del Capitano!"
Quest'ultima frase venne enfatizzata da un urletto del bambino, fatto con lo stesso tono della donna.
Armin abbassò il capo, in segno di scuse, e Annie lo imitò, scendendo dal tavolo. La castana scosse la testa e fece un passo verso di loro, aprendo uno dei libri posati sulla scrivania.
"Avete scoperto qualcosa, a parte il funzionamento dei vostri organi sessuali?" chiese, con tono più calmo.
"Ehm... No, signora, non ancora." riferì il biondo, aggiustandosi velocemente la camicia.
"Dannazione!" ringhiò la donna, prendendo meglio il piccolo "Di questo passo non sapremo mai se è possibile far tornare il Capitano Levi Ackerman come prima!"
Ci fu un minuto di silenzio teso, finché Annie parlò, intimidita.
"Non... Non so se può essere utile, ma a Marley c'è una leggenda sugli Ackerman." riferì "Sono una famiglia molto antica, quasi quanto i Fritz, e si dice fossero il frutto di esperimenti genetici, che hanno dato loro alcuni poteri dei giganti. Di fatto sono dei Titani Umani, dalla forza incredibile, ma senza la capacità di trasformarsi se gli venisse iniettato il siero. Il loro scopo è essere le guardie del corpo del Re."
"Mikasa ha detto che la famiglia di suo padre era stata perseguitata, lo stesso aveva affermato Levi, quattro anni fa, riferendo quanto gli era stato detto da suo zio." disse Armin, pensieroso "Che sia collegato a questa leggenda?"
"La leggenda dice anche che loro erano immuni al potere del Gigante Fondatore." continuò Annie "Erano delle vere e proprie macchine da guerra al soldo del re, e la cosa che li rendeva pericolosi era che formavano un forte legame con colui che identificano come il legittimo erede al trono, che sia o meno un Fritz. Una volta formato questo legame, chiamato Ackerbond, lo avrebbero seguito fino alla morte, diventando suoi schiavi."
"Su questo punto credo ci sia un fondo di verità: pensate a quanto è legata Mikasa a Eren e a cosa fa per lui. Credo che sia qualcosa di diverso dall'amore... Sì, si vogliono bene, ma credo ci sia anche altro." confermò Armin, pensieroso, massaggiandosi il mento "Ora che ci penso, Levi una volta aveva parlato di una cosa che era successa a lui e Kenny, e anche Mikasa l'aveva confermato. L'aveva definito 'una scarica che libera una grande forza'."
Hanji annuì, voltandosi a guardare il bambino, che le offrì il biscotto mezzo mangiucchiato che teneva in mano. Sorrise e gli fece una coccola, poi ebbe un'illuminazione, schioccò le dita e tornò a parlare con gli altri due.
"Levi teneva un diario!" esclamò "Era una cosa riservata, ma una volta mi ha detto di prenderlo se gli fosse successo qualcosa. Potrebbe contenere informazioni utili!"
"Un diario?" domandò Armin, guardandosi intorno "Non mi pare di aver visto nulla del genere qui dentro, e il Capitano è una persona molto precisa."
"Conteneva alcuni segreti di stato, potrebbe averlo nascosto." suggerì la castana "Cercate, è sicuramente da qualche parte qui dentro."
Armin si avvicinò alla libreria, aprendo alcuni libri per controllarne il contenuto, quando un richiamo del bambino attirò la sua attenzione. Si voltò verso di lui e lo osservò.
Il bambino sembrava essersi agitato, e Hanji faticava a tenerlo, poichè si era sporto verso la scrivania e cercava di indicare verso la mensola sopra di essa, su cui erano ordinatamente accatastati alcuni tomi.
Il giovane li prese e li sfogliò velocemente, poi nell'ultimo, nascosto nelle pagine, trovò un altro libro, finemente rilegato. Lo aprì, per controllarne il contenuto, e sorrise trionfante.
"Trovato!" esclamò, controllando la scrittura semplice e ordinata "Aspettate, è scritto nel dialetto dei bassifondi."
"Lo so." ammise la donna "Me l'ha insegnato qualche anno fa, lo usavamo per le cominicazioni in codice tra noi. Ma tu come l'hai riconosciuto?"
"I miei genitori avevano alcuni libri scritti in quella lingua. Mi è sempre piaciuto leggere, e l'ho imparata in fretta."
"Bene, dagli un'occhiata, qualsiasi cosa trovi che possa essere utile segnala e riferisci!" ordinò Hanji.
Armin annuì, sfogliando il diario. Ad un certo punto sbiancò, poggiandosi alla scrivania.
"Che succede, Armin?" chiese Annie, sorreggendolo preoccupata.
"Ehm... Il segreto di stato riguardo l'identità del padre del figlio di Historia..." sussurrò "Ecco... Qui c'è scritto che... Cavolo... Come lo dico?"
Tornò a leggere sul libercolo, facendo dei respiri profondi.
Come avrebbe potuto spiegare la cosa?

   
 
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