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Autore: Dida77    21/05/2019    2 recensioni
"I ricordi piombavano addosso senza preavviso, smossi da un odore, un suono o un'immagine, proprio come adesso, davanti alla vetrina di una gioielleria..." (tratto dal Capitolo 1)
Raccolta di flashfic Stucky di una singola frase,
nate da una challenge del gruppo Facebook "till the end of the line - Steven Rogers / Bucky Barnes - Stucky".
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Annegamento (Bucky)
Aveva avuto un dubbio durante l'ultima missione, solo un tentennamento, quando si era reso conto che lo avevano mandato ad assassinare una famiglia intera; non sapeva perché, ma era convinto che ci fosse qualcosa di sbagliato nell'uccidere quei due bambini piccoli che si abbracciavano stretti proteggendosi l'un l'altro; ma loro avevano visto quel tentennamento e adesso si trovava legato a quel maledetto letto con la testa coperta da uno straccio sporco e continuavano a buttargli acqua sulla faccia, nella bocca, nel naso, ancora, ancora e ancora; sarebbe morto stavolta, ne era sicuro e, in fondo, non sarebbe stato così male. 

Natiche (Bucky)
C'era chi definiva il culo di Steve "il miglior culo d'America" (Tony lo diceva sempre... ed era vero perdìo) e a Bucky piaceva guardarlo da dietro, un po' da lontano per avere una visione d'insieme, e sapere che lui (e solo lui) poteva toccarlo ogni notte a proprio piacimento, saggiandone la forma e la consistenza con le mani, senza alcun pudore, lo riempiva di un orgoglio che sarebbe difficilmente riuscito a spiegare a parole.

Bar (Steve)
Malgrado i suoi polmoni, Steve seguiva spesso Bucky in uno dei bar più fumosi di New York, solo per il piacere di vederlo suonare il pianoforte; ormai erano ospiti fissi e quando Bucky suonava sul bar calava il silenzio: le ordinazioni venivano prese sotto voce e i corteggiamenti potevano aspettare; tutto il bar si fermava ad ascoltare quel meraviglioso ragazzo bruno che suonava rapito con gli occhi socchiusi; tutto il bar si fermava e ogni volta Steve assisteva, affascinato, a quella magia. 

Morsa (Bucky)
Quando riprese i sensi si trovò seduto in una posizione innaturale, il braccio di vibranio stretto in una morsa alla sua sinistra, gli abiti ancora umidi; il suo primo pensiero fu cercare di capire come fuggire da quella situazione; poi una voce, "Capitano", e passi che arrivavano di corsa; alzò la testa veloce, per capire quale minaccia avrebbe dovuto fronteggiare, lo vide arrivare e in un attimo sentì, senza sapere nemmeno il perché, che non c'era più bisogno di fuggire.

Adozione (Bucky)
La vide non appena entrò in camera, un piccolo scricciolo di due o tre mesi avvolto in una copertina rosa, scampato per miracolo alla carneficina che era avvenuta in quella casa, rimasta sola al mondo, così simile alla sua sorellina che gli sembrò un deja vu; la prese in braccio e guardò Steve senza proferire parola; la stessa idea nacque all'unisono nelle loro menti, "Portiamola a casa" disse Steve annuendo.
   
 
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