Anime & Manga > Death Note
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Autore: Sweetserialkiller    22/05/2019    1 recensioni
Tre paia di occhi vennero puntati su di loro, e Amy rimase di stucco nel constatare che il terzo paio di occhi apparteneva al ragazzo di cui, anni prima, aveva tanto pianto la morte.
Le sue gambe si mossero da sole, e in poco meno di un secondo si ritrovò con le gambe attorno al busto dei giovane.
< Oh mio dio… tu sei…>
< Vivo e vegeto> la interruppe lui, tenendole le mani sotto le cosce per sorreggerla.
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< Appena tornati al quartier generale chiederò di cambiare partner>
Queste parole colpirono profondamente la ragazza.
< E per quale motivo, di grazia?> chiese accennando un falso sorriso.
< Perchè non sei professionale> ringhiò frustrato lui.
Lei sgranò gli occhi allibita.
< Io non sarei professonale? Chiedo scusa, ma non sono io quella che deve dimostrare qualcosa a se stessa solo perchè ho dei conflitti interiori>
< Hai iniziato tu però, come vuoi metterla ora?>
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Matt, Mello, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cinque giorni dopo la situazione non era migliorata. Amy si rifiutava di rivolgere parola ad L, litigava continuamente con Mello. L’unica nota positiva era Matt, che le era sempre vicino supportandola.

Fu proprio nel bel mezzo di un litigio con il biondo, che la voce di L si fece sentire più potente del solito.

< Vi consiglio di smetterla di litigare. Oggi dovrete partire per la perlustrazione della zona dove sono avvenuti gli omicidi. Ad oggi il killer non ne ha ancora compiuti altri. Speriamo di riuscire a scovarlo in tempo. Perciò ora andate a prepararvi. Mello userete la tua moto, è più agile e veloce.>

Poi si giro verso i due ragazzi che ancora si guardavano in cagnesco.

< Prendete questi > disse lanciando loro due oggetti che somigliavano vagamente a due braccialetti.

< Potrete mettervi in contatto con me se avrete bisogno. Basterà premere il tasto a fianco e partirà un segnale che arriverà direttamente a me. A quel punto arriverà qualcuno in vostro soccorso. Usatelo con cautela e non per frivolezze. E’ tutto, potete andare. > finì di parlare rigirandosi verso il monitor, senza degnarli di uno sguardo.

Per tutto il tempo aveva tenuto lo sguardo fisso sul biondo, evitando accuratamente gli occhi di Amy. Questo suo comportamento, per qualche strano motivo, le faceva male. Si, era arrabbiata con lui, ma L non l’aveva mai ignorata in questo modo.

Così, dopo aver dato un lungo e non poco passionale bacio a Matt, che notò con piacere non passò inosservato agli altri ragazzi presenti, si avviò all’uscita, dove, un’impaziente Mello la stava aspettando con la sua solita espressione scocciata.

< Ti vuoi sbrigare, avrai tempo per scopartelo quando torneremo > le ringhiò addosso non appena lei gli fu vicina.

< Non vedo l’ora > disse ad alta voce, rivolgendo un ghigno a Matt che in tutta risposta le fece l’occhiolino.

Questo diede sui nervi al biondo, che sbuffando prese per il braccio la ragazza trascinandola con lui verso il garage.

 

< Eccola la mia bambina > disse Mello accarezzando il manto nero e lucente della sua moto, con gli occhi lucidi per l’emozione.

D’altra parte la ragazza guardava terrorizzata il mezzo. Cosa che non passò inosservata agli occhi del biondo, che ghignando si avvicinò a lei.

< Non dirmi che hai paura pel di carota > la beffeggiò.

< Non amo particolarmente la velocità, e sono più che sicura che con la cognizione che hai andremo ad ammazzarci >gli rispose a tono facendogli digrignare i denti.

< Stai per caso criticando il mio modo di fare? > chiuse le mani a pugno facendola sorridere vittoriosa.

< Si, è esattamente quello che sto facendo >

Si avviò verso la moto poggiando poi una mano sul sellino.

< Allora…ci vogliamo muovere? > lo canzonò battendo il piede a terra ripetutamente.

Lui si risvegliò dallo stato di trans in cui era caduto. Vedere la pel di carota in quella posizione affianco alla sua moto, gli stava provocando sensazioni che non gli piacevano per nulla.

Si mosse velocemente, raggiungendola, tirò fuori due caschi porgendogliene uno, salendo poi a cavallo della moto.

< Mettitelo e sali. Veloce > la richiamò in tono austero.

Lei fece come gli era stato detto, esitando poi però nel cingergli la vita.

< Hai intenzione di aggrapparti a me o vogliamo aspettare che faccia notte? >

Così dicendo le prese i polsi portando le sue esili braccia ad avvolgerlo.

La moto partì con un rombo e Amy fu costretta a stringersi maggiormente a lui.

Poggiò la testa sulla sua schiena, ispirando il profumo di pelle e cioccolata che emanava la sua giacca. Quell’odore la mandò in estasi, e un brivido la fece tremare.

 

 

Arrivati sul luogo del delitto i due ragazzi scesero dalla moto, lasciandola nascosta dietro un grosso cespuglio di rovi.

Trovandosi davanti all’imponente struttura della prigione, decisero che la prima cosa da fare era trovare un’entrata secondaria.

Girovagarono attorno all’edificio per un buon quarto d’ora, fino a che non trovarono una porta serrata da un lucchetto.

< Hey biondo, guarda qui > lo richiamò Amy, costringendolo a prestarle attenzione.

< Come lo apriamo? > chiese poi non ricevendo risposta.

Lui, senza guardarla, con il calcio della pistola ruppe il catenaccio arrugginito riuscendo poi a sfondare la porta.

< Io avrei fatto un po' più di rumore > lo rimproverò lei, che venne però continuamente ignorata dal ragazzo.

Ciò la fece infuriare, e non poco. Nemmeno le provocazioni funzionavano.

< Hey idiota, hai intenzione di ignorarmi tutto il tempo? > gli sputò contro, mettendosi davanti a lui.

< Lo farei volentieri se non avessi continuamente la tua fastidiosissima voce nelle orecchie >

Questo suo commento fece, se possibile, innervosire ancora di più Amy, che presa da un impulso di rabbia gli mollò un pugno sul braccio. Non tanto forte da fargli male, ma abbastanza da farlo reagire.

< Riprovaci, e giuro che sei morta >la minacciò, fulminandola con i suoi occhi di ghiaccio.

Lei sbuffò superandolo, non credendo più alle sue minacce, ma Mello la fermò afferrandole un braccio. Stava già per girarsi, pronta ad aggredirlo, quando lo vide portarsi l’indice alle labbra, intimandole di fare silenzio.

< Non siamo soli qui > sussurrò, mentre si guardava intorno in cerca di un posto in cui nascondersi.

Quando i suoi occhi scorsero una rientranza nel muro fece per avvertire la rossa, ma venne bloccato dalle voci degli individui misteriosi che, si stavano pian piano, avvicinando.

< Cazzo > imprecò a bassa voce, prendendo la ragazza per un polso e trascinandola verso la fessura.

Ci si incastrarono dentro a malapena. I corpi premuti tra di loro, petto contro petto, e i visi a pochi centimetri di distanza.

< Diamine non starmi così appiccicata > cercò di scostarsi il biondo, senza successo.

< Non so se hai notato dove siamo genio, che dovrei fare, diventare un tutt’uno con il muro? > chiese sarcastica, iniziando ad odiare quella situazione.

< Potresti provare, di sicuro la tua testa è fatta dello stesso materiale. Avete già qualcosa in comune visto? >

Il colpo che partì non arrivò mai a destinazione, poiché il ragazzo le bloccò il braccio, alzandoglielo sopra la testa e spingendola contro il muro.

< Vedi di lasciarmi subito > lo minacciò.

< Altrimenti? >provocò lui di rimando.

Presa dalla rabbia provò a divincolarsi senza successo, quando improvvisamente le venne un’idea tanto geniale quanto malsana.

Smise di muoversi e lo fissò dritto negli occhi. Facendo poi ciò che spesso la tormentava.

< Adesso cosa vuoi? Che è quella faccia? > chiese Mello.

Ma ebbe la sua risposta poco dopo, quando le labbra della rossa raggiunsero le sue, mordendogli il labbro inferiore.

Mollò la presa, rimasto scioccato da quella presa di posizione. Non aveva mai provato una così strana sensazione. A dirla tutta, quando Matt si era preso la pel di carota la cosa lo aveva infastidito abbastanza.

Lui doveva essere sempre il primo in tutto. Doveva vincere su tutti. E sapere che Matt poteva averla tutta per se e lui no, lo mandava su tutte le furie.

Rispose, anche se riluttante, a quella sottospecie di bacio.

Infine lei si stacco leccandosi le labbra.

< Passabile > commentò, facendolo infervorare.

Lui non era passabile. Lui era il migliore.

< Riproviamo > disse duro, fissandola.

Questa volta fu lei quella sorpresa.

< Come prego? > chiese. Quel bacio, per lei, aveva avuto il solo scopo di fargli mollare la presa.

< Riproviamo, so fare di meglio > tagliò corto.

< Non credo che tu abb…> non riuscì a finire la frase, perché le labbra del biondo tornarono fameliche sulle sue.

Restò immobile per qualche secondo pensando di respingerlo, ma quando alle sue narici tornò il profumo del ragazzo, perse del tutto il controllo.  

Lui dischiuse le labbra, chiedendo poi l’accesso con la lingua alla bocca della ragazza.

Glielo concesse quasi subito, titubante all’inizio, per poi riprendere la sicurezza che la caratterizzava. Portò le mani tra i suoi capelli biondi, tirando qualche ciocca e facendogli emettere un mugolio di apprezzamento.

Le mani di lui scesero sulla parte bassa della sua schiena.

Lei si staccò guardandolo con disappunto.

< Che c’è? > chiese lui, tanto confuso quanto scocciato.

< Cosa sono? Una suora? > rispose prendendogli le mani e spostandole sul proprio fondoschiena.

< Toccami > sussurrò sulle sue labbra, prima di baciarlo di nuovo.

Sapeva che era sbagliato, dannatamente sbagliato. Ma non riusciva proprio a farne a meno.                      

 Quel biondino insopportabile la mandava letteralmente fuori di testa.

Continuarono per vari minuti, fino a quando Amy, presa dalla foga del momento, si staccò dalle sue labbra per poi nascondere il viso nell’incavo del suo collo. Iniziò a lasciare baci e morsi per tutta la sua lunghezza, non curandosi della cicatrice.

Mello, sorpreso dal suo gesto, si lasciò sfuggire un grugnito che non passò inosservato alla rossa.

Amy fece scendere le mani verso la patta dei suoi pantaloni, sentendolo già eccitato. Lo trovava estremamente sexy. Mello era sempre così sicuro di se, e vederlo così vulnerabile la mandava in estasi.

E poi…per l’amore di dio quei pantaloni. Chissà quante ragazze avranno smaniato per slacciare quei dannati lacci. Un moto di gelosia la pervase, ma cercò di reprimerlo al più presto.

Persa nei suoi innumerevoli pensieri, non si accorse che la mano del biondo era andata a fermare la sua.

< Basta > ansimò, cercando si riprendere fiato < E’ sbagliato nei confronti di Matt, e poi noi siamo qui per portare a termine una missione > constatò.

Con suo grande disappunto Amy dovette dargli ragione, e sbuffando sonoramente si allontanò da lui.

Ripreso possesso delle sue facoltà mentali si rivolse al biondo di fronte a lei.

< Questa cosa non deve uscire da qui, mi hai capita? > lo minacciò puntandogli l’indice al petto e picchiettandolo.

< Tranquilla, dire a Matt che mi stavo per sbattere la sua ragazza in un carcere abbandonato non è una delle mie priorità > la rassicurò < e adesso usciamo, credo se ne siano andati >

Cercando di non far toccare troppo i loro corpi uscirono da quell’angusto nascondiglio, teatro del loro peccato.

Amy, dopo essersi rimessa in sesto, si voltò verso il biondo per accertarsi che l’avesse seguita, e non potè fare a meno di lasciarsi scappare una risata.

< Deve essere parecchio fastidioso > lo schernì, puntando lo sguardo al cavallo dei suoi pantaloni.

< Stai zitta brutta strega >disse fulminandola con lo sguardo, cercando di sistemarsi alla ben che meglio.

< Noto con piacere che abbiamo fatto dei progressi con la galanteria >

Lo superò, iniziando poi a camminare all’indietro per poterlo vedere in viso.

< Capirai… non pensare che una pomiciata cambi le cose tra di noi >

Amy si portò una mano al petto.

< Oh, non dire così Mello, mi spezzi il cuore. E io che mi ero già innamorata di te >

Questa frase fece sbuffare il biondo, pronto a risponderle a tono. E sarebbero andati avanti così per ore se la ragazza non fosse inciampata in qualcosa cadendo rovinosamente a terra.

Fu subito raggiunta dall’odiosa voce di Mello.

comport… >

Non proseguì oltre, rimanendo scioccato dopo aver seguito la traiettoria degli occhi di Amy.

Il cadavere di un uomo se ne stava disteso al centro della stanza, ora sotto al corpo della rossa che si alzò schifata.

Mello si chinò sull’uomo per tentare di capirne la causa della morte, e sorpresa delle sorprese, tutto portava a pensare ad un attacco cardiaco.

< E questo come diavolo ci è finito qui? > chiese Amy, più a se stessa che all’altro.

< Poteva essere una delle voci che abbiamo sentito, forse una faida. O magari era la vittima di un sequestro. Sta di fatto che quest’uomo deve per forza avere a che fare con il Death Note. Mi sembra un po' improbabile che sia morto casualmente per arresto cardiaco nella stessa prigione dove poche settimane prima vi è stato un omicidio di massa in stile Kira. L’assassino deve aver avuto a che fare personalmente con lui, altrimenti quale motivo aveva di farlo venire qui per poi ucciderlo>

La ragazza guardava rapita il compagno mentre formulava le sue ipotesi. Quando un dubbio la assalì.

< Come diamine abbiamo fatto a non accorgercene? > gli chiese.

Lui si girò, guardandola torvo.

< Forse perché eravamo troppo impegnati a mangiarci la faccia a vicenda. Dannazione li avevamo li a due passi, potevano anche avere il quaderno e ce li siamo fatti scappare. Ora mi toccherà anche inventarmi qualche bugia da propinare ad L > disse iniziando a sentire la rabbia crescere in lui.

< Appena tornati al quartier generale chiederò ad L di cambiare partner, lavorerò anche con Near se sarà necessario, ma non voglio più averti tra i piedi >

Queste parole colpirono profondamente la ragazza.

< E per quale motivo di grazia ? > chiese accennando un falso sorriso.

< Perché non sei professionale > ringhiò frustrato lui.

Amy sgranò gli occhi allibita.

< Io non sarei professionale? Chiedo scusa ma non sono io quella che deve dimostrare qualcosa a se stessa perché ha dei conflitti interiori >

< Hai iniziato tu però, come vuoi metterla ora? > la apostrofò severo.

< L’ho fatto solo per liberarmi dalla morsa, sei tu che hai frainteso > iniziò ad infervorarsi la rossa.

< Ah davvero pel di carota. Aspetta fammi ricordare, chi è che ha cercato di mettere le mani nelle mutande a chi ? >

Esasperata, Amy si prese la testa tra le mani e lo superò, dirigendosi verso l’uscita. Mormorando un “ Ti odio “, che lui sentì benissimo. Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla arrossire.

Si ritrovò presto vicino alla moto di Mello, venendo poi raggiunta da quest’ultimo.

< Che hai intenzione di riportare ora ad l ? > gli chiese vedendolo pensieroso.

< Non ne ho idea, ci penserò durante il viaggio di ritorno, se qualcuno mi facesse l’immenso favore di tenere la bocca chiusa >

La rossa annuì e si infilò il casco. Non aveva più voglia di litigare con lui, e poi la questione L in quel momento era più importante.

Montarono in sella, e come aveva chiesto Mello il viaggio proseguì in silenzio.

Mentre Mello pensava a cosa riportare ad L, Amy vagava con i pensieri. Dal bacio che si era scambiata con il biondo, al suo rapporto con Matt. Ma soprattutto pensava a come avrebbe fatto a guardare di nuovo quest’ultimo negli occhi senza provare rimorso.

 

 

Parcheggiata la moto nel garage i due si avviarono all’ascensore.

Una volta dentro la tensione era alle stelle. Nessuno aprì bocca fino a quando non arrivarono al piano di Mello. Il campanello dell’ascensore segnò la fine di quel loro imbarazzo.

< Andrò da L a riferirgli ciò che abbiamo trovato. Siccome non hai intenzione di rivolgergli parola, se vuoi qualche aggiornamento sai dove trovarmi > le disse uscendo e salutandola con un gesto del capo, prima di scomparire dietro le porte dell’ascensore.

Finalmente Amy potè tornare a respirare. Ma la sua quiete durò poco, perché non appena l’ascensore aprì le porte del suo piano l’ansia tornò ad attanagliarle il petto.

Tentennò parecchio tempo davanti alla porta prima di decidersi ad aprire. Si diresse in camera con le mani che le tremavano.

Matt se ne stava sdraiato sul letto, con soltanto un paio di Jeans addosso, intento a giocare con la sua amatissima PSP .

Non appena la vide però, stranamente, la spense e con un colpo di reni si portò seduto sul letto.

< Come è andata? > chiese sorridendole e invitandola ad andarsi a sedere sulle sue gambe.

Lei accettò subito il suo invito, posizionandosi su di lui.

< Bene, più o meno > disse dandogli un bacio a fior di labbra.

Che diavolo avrebbe dovuto dirgli?

Sai ho ficcato la lingua in gola al tuo migliore amico, e sarei anche andata oltre se lui non mi avesse fermata. Inoltre data la nostra piccola distrazione non siamo riusciti a scoprire praticamente nulla ma, Hey per il resto è andata alla grande

Faticava anche solo a guardarlo negli occhi, quegli occhi così sinceri e innamorati. Si sentì veramente una bastarda. E ciò che successe dopo confermò ancora di più la sua tesi.

Vedendo la sua espressione crucciata si girò nel suo abbraccio ritrovandosi a cavalcioni su di lui.

< Mi sei mancato Matt, ti voglio > e prima che lui potesse aprire bocca, le sue labbra avevano raggiunto ciò che cercavano.

Lui sgranò gli occhi. Non c’era mai stata questa presa di posizione così improvvisa da parte sua.       

 Doveva essere successo per forza qualcosa. Ma la lingua che si fece strada nella sua bocca placò momentaneamente i suoi dubbi. Rispose con veemenza, aggrappandosi a lei e poggiandole possessivamente le mani sui fianchi. La stava perdendo, lo sentiva.

Con quei pensieri in testa si staccò, le prese il viso tra le mani e la fissò intensamente negli occhi.

< Clary, non mentirmi. Vuoi dirmi cosa succede? >

Le sue dita carezzarono dolcemente le guance della rossa immobile tra le sue braccia.

< Abbiamo trovato un cadavere, ed io ci sono finita sopra. Sono solo un po' scossa dall’accaduto. Va tutto bene, tranquillo > cercò di rassicurarlo, prendendogli le mani e stringendole tra le sue.

Matt non ci credeva, o perlomeno, non metteva in dubbio il fatto che fosse successo sul serio, ma sapeva benissimo che il motivo del suo malumore non fosse dovuto a quello.

Cercò il suo sguardo, ancora una volta per estorcerle qualche informazione, ma il capo della ragazza poggiato alla sua spalla gli fece intuire che la conversazione era finita.

La adagiò delicatamente sul letto soffermandosi ad osservarla. Trovava la sua bellezza ineguagliabile. I lunghi capelli rossi erano sparpagliati sulle lenzuola, e incorniciavano perfettamente il volto pallido. L’espressione sul suo volto era serena e emanava un senso di tranquillità che pian piano prese possesso anche del ragazzo.

Si stese affianco a lei, avvolgendole la vita con un braccio e stringendola possessivamente a se.

< Ti amo > le sussurrò all’orecchio.

E con la speranza che lei avesse sentito le sue parole, si lasciò cullare da un dolce, e alquanto necessario, riposo.

 

 

   
 
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