Piccola
premessa: Inizialmente
avevo pensato questa storia come una one-shot, ed era composta da questo
capitolo e da una parte del primo. Poi ho ritenuto che fosse il caso di
approfondire il percorso interiore di questi due ragazzi, e così ho scritto
anche i tre capitoli centrali. Tuttavia quando si è trattato di adattare questo
ultimo pezzo al resto della storia, ho deciso di restare fedele alla me stessa
che in un momento di difficoltà aveva scritto tempo addietro questo capitolo.
Questo è il motivo per cui ci sono delle ripetizioni o delle parti
apparentemente discordanti.
Detto questo vi auguro buona lettura, e vi rimando allo spazio autore a fondo pagina ^^
Il
Castello dei Destini Incrociati
Draco
le propose un nuovo libro, di uno scrittore italiano, Italo Calvino.
"Vedrai
Mezzosangue, questo libro ti piacerà, è molto particolare" le disse mostrandole il tomo, preso da una specie
di euforia.
"Di cosa si tratta?" chiese ovviamente incuriosita tentando di
sbirciare il titolo attraverso l'oscurità che per lei che ci viveva ormai da
anni non aveva più segreti.
"De 'Il Castello dei Destini Incrociati'. E' una
serie di storie narrate interamente attraverso i tarocchi. So che hai
abbandonato Divinazione quando eravamo ad Hogwarts, ma ti assicuro che questo
libro vale davvero la pena di leggerlo!".
"Ma tu l'hai già letto?"
"No..."
rispose spiazzato il ragazzo.
"Allora come fai a sapere che ci
piacerà?"
"Beh intanto perché la narrazione con i tarocchi, che sono
rappresentati nel libro con bellissime illustrazioni a colori, è qualcosa di
davvero particolare. E poi si tratta di racconti cavallereschi, e mi era
sembrato di capire che ti piacessero..." concluse con una nota di incertezza
nella voce, che Hermione trovò tenera.
"Dai mi hai incuriosita - esordì
allora la ragazza con un nuovo entusiasmo - Inizia a leggere".
"Ai tuoi
ordini!" le rispose divertito. Accese la punta della bacchetta, aprì la pesante
copertina di pelle ed iniziò a leggere ad alta voce per sé e per la sua
Mezzosangue la storia.
In mezzo a un fitto bosco, un castello dava
rifugio
a quanti la notte aveva sorpreso in viaggio:
cavalieri e dame,
cortei reali e semplici viandanti.
Le prime parole avevano qualcosa
di familiare per lui. Si sentiva come se tutte le sue angosce, le sue paure
fossero una notte oscura che era calata su di lui sorprendendolo ancora troppo
giovane e fondamentalmente impreparato a tutto ciò che aveva dovuto affrontare,
avvolgendolo nelle tenebre, nelle quali aveva vagato finché non era entrato
nella villetta dove aveva trovato un tenue filo di luce ad illuminargli la
via.
Passai per un ponte levatoio sconnesso,
smontai di sella in
una corte buia,
stallieri silenziosi presero in consegna il mio cavallo.
Ero senza fiato; le gambe mi reggevano appena:
da quando ero entrato nel
bosco tali erano state le prove
che mi erano occorse, gli incontri, le
apparizioni, i duelli,
che non riuscivo a ridare un ordine né ai movimenti
né ai pensieri.
La sua anima era uscita stremata dalla guerra. La
paura, l'angoscia, la solitudine, erano tutte emozioni che a poco a poco
l'avevano straziata, strappandone brandelli sottili che erano andati ad
ammucchiarsi sul falò della vanità di Voldemort. La sua corazza non era
abbastanza resistente per proteggerlo da tutto quell'orrore e lui ne era stato
travolto. Continuava a rivivere tutti i momenti più duri nei suoi pensieri, nei
suoi incubi, da cui si svegliava sempre spossato sia fisicamente che, e
soprattutto, psicologicamente. E quando ormai si era rassegnato a vivere una
vita buia e vuota, era capitato in quella villetta.
Il destino aveva messo
sulla sua strada un'altra anima lacerata che aveva bisogno del suo aiuto, a cui
lui si era aggrappato ed era riuscito ad intravedere una tenue luce in tutto
quel buio: la speranza. Speranza che per lui ci fosse ancora una possibilità,
che tutto fosse ormai veramente finito, che qualcuno lo potesse accettare e gli
potesse voler bene per ciò che era veramente. Speranza che anche lui nella vita
potesse fare qualcosa di buono.
Gli occhi e la bocca proseguivano nella
lettura, ma si vedeva chiaramente che la mente era da tutt'altra parte.
Più
volte Hermione fu sul punto di allungare una mano e fare una dolce carezza al
viso del ragazzo, per fargli capire che lei gli era vicina. Che capiva il suo
turbamento e lo condivideva pienamente. Ma si ritrasse sempre appena in tempo.
Non le era permesso un tale gesto nell'esilio in cui si era volontariamente
reclusa. E lei non era pronta. Soprattutto ad affrontarne le conseguenze.
Intanto Draco aveva finito di leggere il capitolo introduttivo.
"Tocca a
te" le disse con un certo turbamento nella voce. Hermione restò muta, persa di
nuovo nei suoi pensieri.
"Se non ti va continuo io, però" insistette lui
sperando che la ragazza non fosse rimasta così turbata da ricadere nello stato
catatonico in cui l'aveva trovata settimane prima.
"No... no - sembrò
quasi risvegliarsi - hai ragione, ora tocca a me".
Non poteva sapere Draco
che tutto il turbamento di Hermione non derivava dal proprio dolore, ma dalle
riflessioni sulle prove che Draco aveva dovuto affrontare nel suo passato. Anche
lui aveva perso molto in quella guerra maledetta. Hermione si riscosse
totalmente dai suoi pensieri ed iniziò a leggere la Storia dell'ingrato
punito che si snodava attraverso un percorso di tarocchi che narrava la
storia che stavano leggendo. Il racconto fu breve come del resto lo erano tutti
quelli che componevano la raccolta. Così Draco a sua volta si schiarì la voce ed
iniziò a leggere la Storia dell'alchimista che vendette l'anima. Si
trattava in pratica di una rivisitazione della storia del Dottor Faust, riletta
attraverso i tarocchi.
Le ultime frasi del racconto furono però devastanti
per Draco, già duramente provato nell'anima.
- Hai paura che le nostre
anime caschino nelle mani del Diavolo? - avrebbero chiesto quelli della
Città.
- No: che non abbiate anima da dargli.
'Che non abbiate
anima da dargli'. E lui ce l'aveva un'anima? Guardandosi indietro non ne era
poi così convinto. Tutto il male fatto, le offese e le ingiurie inflitte, le
cattiverie gratuite. Tutto in nome di un ideale di purezza del sangue. Qualcosa
che si era sciolto tra le sue mani come neve al sole, lasciandolo vuoto e
solo.
Una lacrime scese dai suoi occhi e lui si affrettò a spengere la
bacchetta. Gesto infantile: i fantasmi non hanno bisogno di luce per vedere. Ma
in quel momento si sentiva fragile e indifeso come il bambino che era stato per
troppo poco tempo.
La vista gli si sfocò così poté solo vedere il movimento
indistinto dei due aloni luminosi sul fondo della stanza, che si allontanavano
lasciandolo solo. Chiuse quindi gli occhi e numerose stille cristalline
percorsero il suo viso portando a poco a poco in superficie quella cappa di
dolore, sofferenza, angoscia che aveva imprigionato la sua anima, ammesso che ne
avesse una. Lentamente tutto veniva dilavato da quelle gocce che dopo una lunga
caduta si andavano ad infrangere sulle pagine del libro che tanto aveva scavato
dentro di lui.
Una voce melodiosa e piena di affetto lo
carezzò.
"Tranquillo Draco, tu un'anima ce l'hai. E lo stai dimostrando
adesso. Qualunque cosa tu possa aver fatto in passato, mi sembra che l'abbia
scontata anche troppo duramente".
E finalmente si decise. allungò la sua mano
verso il viso di Draco, carezzandone la superficie liscia e morbida con il dorso
delle dita.
Draco provò una sensazione inaspettata. Non il gelo portatore di
brividi propri della carezza di un fantasma, ma il tepore dolce del tocco di un
essere umano.
Si girò sulla poltrona, ma al buio non poté distinguere nulla
se non il contorno chiaro della sagoma alle sue spalle.
Lentamente Hermione
fece il giro della poltrona e si portò di fronte al ragazzo, poi gli si sedette
in braccio e lo abbracciò con amore. Draco si sentì avvolto da un calore
sconosciuto che era un balsamo per il suo cuore.
"Ma tu..." tentò di dire ma
fu subito zittito da un dito che Hermione gli pose sulle labbra.
"Shhh, non
fa niente" gli disse in un sussurro dolcissimo.
Si lasciò allora andare
contro il petto della ragazza, nel quale poté distintamente sentire battere un
cuore, forse malandato ma sicuramente vivo.
Pianse in silenzio tutto il suo
dolore, il suo strazio, inzuppando di lacrime la candida veste a contatto
con la sua pelle, ma non importava. L'unica cosa che gli importava in quel
momento era aver trovato qualcosa che ricucisse gli strappi della sua anima e
lenisse le ferite del suo cuore. In quel momento erano due anime che trovavano
conforto una nell'altra.
Presto infatti fu il turno di Hermione di affrontare
il suo dolore, che l'aveva relegata nell'ombra per tutto quel tempo.
Le sue
lacrime, calde e salate, si unirono a quelle del ragazzo che stava abbracciando,
che a sua volta la strinse forte a sé come a comunicarle forza, a darle
sostegno, a farle capire che era lì con lei e che non l'avrebbe lasciata.
Quando finalmente si staccarono si sentirono rinfrancati nell'anima, avevano
trovato sfogo nel dolore dell'altro e facendosi forza tra loro, erano riusciti a
fare il primo passo verso il cammino della guarigione.
"Alzati" disse Draco,
velocemente lei eseguì.
Il ragazzo la prese per mano e si diresse verso la
porta d'ingresso. Quella mano non di un fantasma ma di un essere umano che
schiacciato dal dolore si era chiuso in sé stesso fino a diventare meno reale di
un'ombra.
Draco uscì nella piena luce del sole, i cui raggi gli baciarono la
pelle del viso ancora leggermente arrossata dalle intense emozioni appena
provate.
Mosse un altro passo verso l'aria aperta, verso la libertà, ma così
facendo perse la presa sulla mano della ragazza che si era fermata al limite
dell'ombra che regnava all'interno della casa.
Disorientato Draco si girò e
guardò la sagoma indistinta di Hermione di cui distingueva soltanto il luccichio
degli occhi. Le tese le braccia.
"Hermione, vieni da me". Non Mezzosangue,
non Granger, ma Hermione. Aveva riconosciuto in lei un suo simile e le avrebbe
aperto l'anima se solo si fosse fidata di lui.
"Non posso
uscire"
"Perché?"
"Mi dissolverei"
"Ti stai già dissolvendo. Stando qui
dentro. E se non ti sbrighi ad uscire, scomparirai del tutto".
Hermione fece
un passo ed entrò nella luce.
Il fantasma gli aveva detto il vero. Si stava
dissolvendo.
Al suo posto stava invece tornando alla vita la ragazza fatta di
carne e ossa.
Gli occhi, ormai da troppo tempo abituati al buio, erano feriti
dall'accecante luce solare.
La pelle, che fino a quel momento era stata
esposta al freddo e all'umidità, dava la sensazione di essere trafitta da
migliaia di aghi roventi.
Il naso, ormai assuefatto al tanfo di chiuso e
umidità che aleggiava all'interno della villetta, bruciava per quell'esplosione
di profumi estivi.
Le orecchie, ormai sensibili al silenzio spettrale, ai
rumori provenienti dall'esterno ed alla voce bassa e pacata del ragazzo, erano
martellate dal suono incessante e prorompente di tutto ciò che la
circondava.
Eppure sentiva un formicolio nelle vene. Sentiva il sangue
ricominciare a fluire in tutto il corpo, come se fino a quel momento fosse
rimasto inerte spettatore di ciò che succedeva, come se solo in quel momento il
cuore ricominciasse a battere dopo tanto tempo.
E faceva male. Maledettamente
male.
Sentiva la vita invadere il suo corpo ed i suoi sensi risvegliarsi.
Piacere e dolore si mescolavano insieme.
Erano sensazioni. Belle o
brutte, ma erano sensazioni, ed era lei a provarle.
La Natura si stava
riappropriando di una sua creatura che troppo a lungo era rimasta relegata nelle
tenebre del regno dei morti senza però appartenergli davvero.
Si portò una
mano a proteggere gli occhi ancora troppo sensibili, mentre sul viso di un
pallore spettrale spiccava il rosso delle guance che si andavano
colorando.
La patina opaca che per così tanto tempo l'aveva avvolta, si stava
dissolvendo al sole, ricacciando il fantasma nell'oscurità da cui veniva e
restituendo la ragazza alla vita a cui apparteneva.
Era ancora ferma sulla
soglia però, incerta se muovere un altro passo che avrebbe reso definitivo il
distacco con quello che fino a quel momento era stato il suo mondo.
Draco le
tese una mano che lei rimase a lungo ad osservare incerta sul da farsi. Adesso
la luce la tentava e la richiamava, come una falena. Rischiava di
bruciarsi.
L'ombra la attirava, rifugio sicuro in cui aveva trovato asilo. Ma
rischiava di non riuscire più ad uscirne, e non era sicura di volerlo
fare.
Draco le tese di nuovo la mano con un gesto deciso. Un ordine non
verbale a cui lei in quel momento non aveva la forza di opporsi.
Volle
fidarsi e tremante tese la sua mano fino a sfiorarlo. Draco strinse la mano e
con uno strattone attirò a sé Hermione, stringendola in forte abbraccio da cui
non l'avrebbe più lasciata tornare indietro.
Se lei aveva ancora dei dubbi,
la decisione l'aveva presa lui, strappandola definitivamente al passato di ombre
in cui si era rinchiusa.
abcdabcdabcdabcdabcdabcdabcdabcdab
Nel
giardino di Villa Malfoy, in mezzo ad una vegetazione rigogliosa, Narcissa
seduta su una panchina di marmo guardava verso Draco ed Hermione che stavano
giocando a rincorrersi sotto i caldi raggi del sole. Su una collina in
lontananza che dominava la scena, all'ombra di un salice piangente, i fantasmi
di Harry e Ron osservavano compiaciuti la scena.
"Non credevo che il Furetto
ci sarebbe riuscito" disse sarcastico Ron.
"Te l'avevo detto invece. Aveva
accettato la sfida ed avrebbe fatto di tutto per vincerla".
"Va bene, loro
hanno avuto il loro lieto fine, ma ora noi che facciamo?"
"Beh, in effetti...
potremmo continuare a starle silenziosamente accanto. In fondo non abbiamo altri
programmi per l'eternità" gli rispose con amara ironia.
"Ti sbagli Harry"
disse dolcemente una voce.
Si voltarono e videro il fantasma di Lily Evans
Potter guardare con amore immenso gli occhi di suo figlio.
"Già, fratellino"
disse il fantasma di Fred che era apparso accanto a quello della donna, che
continuò: "Il vostro compito qui è finito,ora siete pronti per lasciare questo
mondo definitivamente".
"Ma io - disse titubante Harry - credevo che avendo
rinunciato a passare subito dovessimo restare qui".
"Non è così, voi non
siete passati perché sentivate di avere ancora un compito in sospeso, non perché
avevate paura di morire. Ora la vostra "missione" è compiuta e siete pronti per
venire con noi".
In quel momento Draco ed Hermione sollevarono lo sguardo
verso la collina, riconoscendo immediatamente le quattro figure che si trovavano
sotto il salice ed intuendo immediatamente il significato di ciò che stava
succedendo. Harry e Ron si volsero verso la casa e con la mano salutarono i due
ragazzi che felici gli restituirono il saluto.
Lily tese la mano ad Harry che
la prese ed insieme scomparvero in un bagliore.
Fred si fece accanto a Ron.
"Forza fratellino" gli disse assestandogli una poderosa pacca sulla schiena che
se fosse stato ancora in vita gli avrebbe causato non pochi problemi
respiratori.
Ron si volse un'ultima volta verso la sua amica, finalmente
tornata nel mondo dei vivi che in fondo non aveva mai lasciato, nonostante
quella fosse la sua volontà. La vedeva raggiante accanto all'uomo che
amava.
"Si - si disse - il mio compito è davvero finito" e così fece un cenno
del capo al fratello ed anche loro sparirono in un bagliore di luce.
Intanto
dal basso provenivano le risate felici di due anime che si erano ritrovate ed
avevano ricominciato a vivere.
Madame's
Space: Bene
eccomi qui a rispondervi per l'ultima volta in questa storia, che mi ha preso
particolarmente, perché in un certo senso racconta un brutto periodo che ho
attraversato tempo fa, quando appunto ho scritto questo capitolo, e per l'aiuto
devo ringraziare il mio Draco personale ^^.
Tutti
i libri che ho citato non sono stati scelti a caso, ma hanno per me un
significato particolare, ad esempio "20000 leghe sotto i mari" è stato il primo
libro che ho letto, "Il ritratto di Dorian Gray" è il mio libro preferito, e via
dicendo. E' venuto facile poi adattarli alla storia che volevo raccontare, forse
perché in ognuno di essi ritrovo una parte di me.
Passando
ora alle vostre recensioni:
marygenoana:
ecco l'ultimo capitolo, forse un po' banale e scontato, ma mi sembrava la giusta
conclusione per il percorso per certi versi difficile e coraggioso che i due
ragazzi avevano deciso di compiere insieme. Spero che non ti abbia deluso, ma
come io ho superato il mio momentaccio, ho voluto concedere anche a loro due una
seconda opportunità. Sarei curiosa di sapere la tua opinione anche su questo
capitolo, comunque grazie per aver seguito e commentato la storia.
Grazie!
_Mary:
Non ti preoccupare, nessun problema, anzi mi ha fatto piacere che questa storia
ti abbia incuriosita al punto di fare congetture e chiedere spiegazioni. Come
hai visto la tua ipotesi era giusta, ma il vero motivo delle strane
richieste di Harry era proprio quello che ti spiegato la scorsa settimana. Mi è
sembrato importante sottolinearlo, perchè quando una persona si lascia andare,
anche se trova un aiuto, il ritorno alla normalità deve avvenire per gradi.
Hermione in quel momento era ancora una "creatura delle ombre" e non era affatto
pronta ad affrontare la luce o il contatto umano. Sono contenta che ti sia
piaciuto il processo di Lucius (quello per fortuna non deriva da una mia
esperienza XD!) perchè mi sono immedesimata molto, cercando di vivere nella mia
testa quel momento così delicato e da quello che mi dici sono riuscita nella mia
impresa! Vorrei avere la tua opinione anche su questo ultimo capitolo, se hai
cinque minuti di tempo, per sapere anche cosa ne pensi della storia nel suo
complesso, visto che il genere introspettivo non è proprio il mio forte. Grazie
per aver seguito tutta la ff!
Ringrazio
infine tutte le persone che hanno letto, Obscura_Puella, lithium80, sesshoyue, valevigi1995,
_Ombra_, Angel Texas Ranger e StellaPiton che hanno commentato i
vari capitoli, le 13 persone che l'hanno messa tra le storie preferite:
BabyFairy
cino
nero
DANINO
elety
erikucciola
Lily261
Obscura_Puella
rutix2003
sesshoyue
StellaPiton
uraniaglo
valevigi1995
_Mary
e
le 17 che l'hanno inserita tra le seguite:
cino
nero
Dabuz
damagedlove
elepaddy85
excel
sana
Faith
Princi
hEiLig
FuR ImMeR
kairi4ever
Liam_Jargo
morgana85
OoOTrilli
and DracoOoO
palli93
piccola_puffola
Raziel_
Sally90
thebigwolf
_Ombra__
Vi
chiedo di farmi sapere se la ff nel suo complesso vi è piaciuta o meno, (nel
qual caso perchè?) e vi saluto tutti quanti, sperando di ritrovarvi nelle mie
prossime storie.
Grazie di cuore a tutti, madamina ^^
Disclaimer:
i personaggi citati non mi appartengono, ma sono di proprietà di
J.K.Rowling. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma per puro
divertimento personale.