Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: katyjolinar    07/06/2019    7 recensioni
La storia parte dalla battaglia di Liberio, dopo il time gap, ma la stessa battaglia ha svolgimento e esito differenti rispetto al manga.
Il gruppo di Paradis torna a casa, ma qualcosa di strano è successo durante il viaggio di ritorno. ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER PER CHI SEGUE SOLO L'ANIME
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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"Come? Ne sei sicuro?" intervenne Mikasa, avvicinandosi al ragazzo.
"E con chi?" continuò Hanji, continuando a guardare il mare scuro.
"Avete detto che è una scossa che sprigiona una grande forza, no?" rispose Jean "Beh, l'ho avuta. Per quanto riguarda chi, ne parliamo quando torniamo a casa."
"Quindi tu saresti un Ackerman?" sussurrò Reiner, ancora affaticato "Dovevo immaginarlo... da come hai guidato l'attacco contro di me quattro anni fa a Shigashina." gli diede una pacca sul braccio "Ottimo lavoro, amico mio."
Il ragazzo gli prese la mano, sorridendo e alzandosi, quindi affiancò Hanji alla postazione di manovra, e guardò fuori, verso l'orizzonte.
"Non vedo il Capitano Levi." chiese il biondo Titano, guardandosi intorno "come mai non è qui con voi? Pensavo che avrebbe continuato a fare da balia a Eren."
"Ehm... Lui è..." rispose Armin, esitante, ma Eren lo fermò.
"Lui è morto." completò, abbassando lo sguardo sul bambino addormentato tra le sue braccia "Il vecchio Levi Ackerman è morto un mese fa, avvelenato dal morso del Gigante Bestia."
"Cosa..." si tirò su, ma una fitta al ventre, dove la ferita si stava ancora rimarginando, lo bloccò, facendolo ansimare "Un momento... ora che ci penso... il veleno del... del Gigante Bestia mette fuori uso gli Ackerman, temporaneamente... ma... ma non li uccide."
"Io... Queste cose non le sapevo..." ammise Annie, abbassando lo sguardo.
"Noi siamo solo dei guerrieri, non ci hanno mai detto tutto." continuò l'altro "Molte cose le ho scoperte di recente, quello che sapeva di più era Zeke."
Si fece silenzio, le informazioni andavano elaborate, inoltre se Zeke era quello che ne sapeva di più, ora l'unico che poteva dire qualcosa era Eren, il quale era rimasto in piedi, in silenzio, con il bambino addormentato tra le braccia e lo sguardo perso nello scuro orizzonte.
"Il vecchio Levi è morto." ripeté "Non c'è cura al veleno della Bestia, per cui ora non c'è più Levi Ackerman, solo Levi Jaeger."
"Dannazione!" esclamò Hanji, stringendo i comandi e facendo una manovra azzardata per entrare nel porto ormai deserto "Questa è una pessima notizia!"
"La buona notizia è che abbiamo recuperato tutti i Titani Mutaforma." ammise Mikasa.
"Ah, sì... Come sta Connie? Avete detto che ha divorato il Mascella... Questo significa che avete dovuto usare una delle siringhe con il siero che avevamo a disposizione..."
"Non si è ancora svegliato." rispose Sasha "Però respira..."
"Per Armin di sono volute ore perché riprendesse conoscenza." disse il ragazzo di Trost, avvicinandosi nuovamente a Reiner e sedendosi accanto a lui "Però non siamo ancora certi di avere tutti i Titani dalla nostra. Tu cosa vuoi fare? Starai dalla nostra parte?"
"Ti prego, accetta di collaborare..." lo implorò Annie "Sono delle brave persone, non sono i demoni che ci hanno fatto credere quelli di Marley..."
"Ti avverto, però, che non sarà facile. Tutti sanno cosa ha fatto il Gigante Corazzato. Perfino Armin, quando si trasforma fuori città, incute ancora parecchio timore." precisò Jean "Però nella squadra speciale saresti al sicuro, e ci sarei io a proteggerti."
Reiner rise, dandogli una pacca sulla spalla.
"Di tutti quelli con cui potevi creare il legame doveva capitare proprio con me?" esclamò, tornando poi serio "Quindi Armin ha divorato Berthold... ci sono altre cose di cui dovrei venire a conoscenza?"
Armin e Annie si scambiarono uno sguardo, poi la ragazza si avvicinò all'amico e si sedette accanto, seguita dal compagno.
"Sì, a dire il vero c'è una cosa che devi sapere." ammise lei "Vedi... Io... Noi... Ci manca poco tempo, quindi abbiamo deciso..."
Non terminò la frase, Armin si abbassò su di lei e la baciò, rendendo evidente il concetto che voleva esprimere. Reiner sorrise e scosse la testa, scompigliando i capelli all'amica.
"Beh, Berthold era innamorato di te, almeno ha trovato il modo di dichiararsi, anche se non come avrebbe voluto."
"Questo non era Berthold, ma ero io." specificò Armin "All'inizio era anche lui, ma ora non più, sono io ad agire, non lui."
Hanji fece le ultime manovre e fece accostare la nave al molo, poi si alzò e fece scendere la passerella.
"Andiamo, è quasi l'alba e dobbiamo ancora fare un sacco di cose." ordinò, camminando verso la carrozza che li aspettava.
Restarono in silenzio per tutto il tragitto, e quando arrivarono alla caserma per prima cosa portarono Connie alla sua stanza.
Sasha si sedette in un angolo del letto, osservando il ragazzo ancora privo di sensi; Jean entrò e si sedette sul proprio letto, raccogliendo le proprie cose.
"Hanji mi ha ordinato di trasferirmi in un'altra camera con Reiner." la informò "Dice che vuole sfruttare l'Ackerbond che ho avuto con lui per tenerlo d'occhio."
"Va bene. Io aspetto che si svegli..." rispose la ragazza, senza alzare gli occhi dal volto dell'amico "Qualcuno deve restare con lui... Magari sta avendo degli incubi, e quando si sveglierà..."
Il biondo annuì, prese i suoi effetti personali e si spostò qualche porta più avanti, alla sua nuova stanza, dove era già stato accompagnato Reiner, che ora stava parlando con Mikasa, Annie e Armin.
"Ragazzi, dovreste andare a riposare." disse il giovane, poggiando il sacco con le sue cose sul nuovo letto.
"Abbiamo portato dei vestiti nuovi a Reiner." spiegò Annie "Almeno mette qualcosa che non sia l'uniforme degli Eldiani di Marley."
"Giusto." annuì il giovane, riponendo le sue cose nei cassetti sotto il letto "Però ora dovreste andare a riposare, soprattutto tu, Mikasa. Sembra che ti sia venuto uno dei tuoi soliti mal di testa."
"È da quando siamo arrivati che mi fa più male del solito." ammise la bruna, passandosi le mani sulle tempie "Sembra come quando eravamo bambini..."
"È l'Ackerbond." spiegò l'altra "Ti fa capire che qualcosa non va con il tuo ospite. Forse ti conviene andare a vedere come sta Eren, prima mi è sembrato strano."
"Vai pure." la incoraggiò Armin, vedendo l'esitazione dell'amica "Anche noi tra poco andiamo a riposare."
"Certo... si chiama riposare, ora." si lamentò, scherzosamente, Jean "Se permettete vorrei dormire, non voglio avere la diretta delle vostre performance, come l'altra notte."
"Brutta cosa l'invidia." rispose il ragazzo di Shigashina "Forse sarebbe ora che ti trovassi un ragazzo, Jean."
Non attese risposta e scortò le ragazze fuori, lasciando i due soli.
Reiner lo guardò, alzando un sopracciglio, perplesso.
"So cosa vuoi chiedermi." disse, alla tacita domanda dell'amico "Sì, sono gay, ma me ne sono reso conto da poco."
"A Marley i gay non sono ben visti." ammise l'altro, sfilandosi la fascia dal braccio "Non lo possiamo dire in giro, dobbiamo tenerlo nascosto... come se non fosse già abbastanza essere additati di continuo perché Eldiani."
"Non che qui sia tanto diverso, non è che siamo mal visti, ma comunque non abbiamo vita facile." rispose Jean, finendo di mettere in ordine le sue cose.
Intanto Mikasa era scesa alla fontana per lavarsi la faccia. Il mal di testa era forte e pulsante, e se era vero ciò che Annie le aveva detto, era qualcosa che aveva a che fare con Eren. Ma non voleva andare, non voleva dare retta all'Ackerbond. Voleva essere libera!
Ma più resisteva all'impulso e più il mal di testa aumentava, per cui ad un certo punto si decise, rientrò nei dormitori e salì le scale fino alle loro stanze, fermandosi di fronte a quella dell'amico.
La porta era socchiusa, e la stanza era buia. Evidentemente Eren non aveva voluto accendere nessun lume per non svegliare Levi.
Entrò e si chiuse la porta alle spalle, restando ferma per il tempo necessario perché i suoi occhi si abituassero all'oscurità.
Ma non ci fu bisogno di vedere per capire cosa stesse succedendo: oltre al respiro profondo del bambino addormentato nel suo lettino, sentì dei singhiozzi soffocati dal letto di Eren.
Senza dire nulla si avvicinò, si sedette sul letto per togliersi gli stivali e si stese accanto al giovane, che le dava le spalle, abbracciandolo e passandogli una mano nei capelli.
Il mal di testa cessò all'istante, ma lei non si mosse, sentendo l'amico irrigidirsi, pur continuando a singhiozzare.
"Qualcosa non va?" domandò, calma.
Eren esitò a rispondere, era raro che mostrasse apertamente le sue emozioni, che non fossero rabbia, ma conosceva Mikasa da dieci anni, erano cresciuti insieme, e lei era tra le persone che lo conoscevano meglio.
"N... Non c'è cura..." sussurrò "per il Capitano non c'è cura... E io... Io ho ancora poco tempo... mio... mio figlio... io non voglio lasciarlo solo così presto..."
La giovane fu sorpresa di sentirlo parlare in quel modo. Si riferiva al Capitano come "mio figlio" solo se parlava con qualcuno esterno, per cui doveva mantenere la copertura, altrimenti si riferiva a lui come "il Capitano". Fece un respiro profondo e si alzò su un gomito, togliendogli i capelli dalla faccia con la mano libera per poterlo guardare in volto.
"Ci siamo anche noi, ce ne prenderemo cura insieme, tutti quanti." lo rassicurò "Io e Jean siamo suoi lontani parenti, credi davvero che lo lasceremmo solo? So che sarà difficile, ma tu concentrati prima di tutto a creare dei bei ricordi con lui. Sei la persona che gli è stata più vicina da quando è diventato così, sicuramente non ti dimenticherà, soprattutto se continui a stargli accanto nonostante tutto."
"V... Voglio adottarlo ufficialmente... Ma non so se quattro anni basteranno per lui..." confermò il castano, girandosi per guardarla negli occhi.
"Li faremo bastare, e ti aiuteremo tutti quanti, te l'ho detto." concluse la giovane "Ora riposa, tutto si sistemerà."
Eren annuì, accoccolandosi contro il petto dell'amica, più tranquillo; pochi minuti dopo cadde tra le braccia di Morfeo, stremato dalla nottata e dai pensieri negativi che lo avevano assalito.

   
 
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