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Autore: SagaFrirry    13/06/2019    1 recensioni
Emelrik è un vampiro particolare, in grado di governare l'acqua grazie alle sue conoscenze alchemiche. Imprigionato in una bara di pietra per quasi trecento anni, ritrova la libertà ai giorni nostri in seguito ad un'alluvione. Però il mondo moderno è molto diverso dal passato in cui viveva e quasi tutto è cambiato. Un giovane archeologo, colui che per primo ha analizzato la tomba nella roccia, si offre di aiutarlo e fornirgli un rifugio. Ma Emelrik ha un nemico sulle sue tracce, un nemico che lo cerca da secoli...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II

Emelrik l’umano

 

Emelrik ricordava bene la propria famiglia e la sua infanzia, nonostante i secoli trascorsi. Era il terzo figlio, prima di lui erano nati suo fratello e sua sorella maggiore. Dopo di lui, erano stati concepiti un altro maschio e due femmine, una delle quali morta in tenera età. Lui era il figlio di mezzo, quello un po' indeciso sul da farsi. Il maggiore, già pronto ad ereditare ogni cosa, aveva scelto per moglie una nobildonna del sud della Francia ed aveva contribuito notevolmente nell'elevare il prestigio della famiglia. La prima figlia femmina era stata data in moglie ad un proprietario terriero ed aveva da tempo lasciato la casa patronale. La sorellina più giovane avrebbe presto seguito lo stesso destino, volente o nolente. Il fratello più piccolo invece aveva mostrato un certo interesse per l'esercito, e si stava alleando per poter entrare fra le guardie imperiali. Emelrik stava nel mezzo, ed era la disperazione di suo padre.

Lord Gerard, il padre di Emelrik, aveva tentato invano di spingere il figlio verso un qualche tipo di futuro degno di un nobile fin dalla sua tenerissima età. Dapprima si era chiesto se la carriera militare potesse essergli congeniale, ipotesi che scartò presto vista la propensione del figlio a ribattere ad ogni ordine impartito. Poi lo aveva spinto verso la castità della vita ecclesiastica, altra opzione immediatamente scartata non appena trovò il figlio appartato nel fienile con una serva ed il panettiere.

Per mettere a tacere un eventuale scandalo, ai due popolani fu fornita una quantità d'oro tale da rifarsi una vita e furono allontanati dal paese. Ad Emelrik fu trovata in fretta una consorte e fu costretto a sposarsi in giovane età, decantando un amore sbocciato all'improvviso e che aveva unito due famiglie. La fanciulla, anch'ella costretta in quell'unione frettolosa, accettò l'ingresso nel mondo dei Von Rigel Krain e fra gli sposi nacque una sorta di tacito accordo. Non vi era amore, non perlomeno quello tradizionale che si può trovare nei romanzi, ma crescente affetto. Purtroppo non trascorse molto tempo prima del manifestarsi della forte febbre che tolse la vita alla giovane sposa. Il vederla soffrire ed il non poter far nulla aveva risvegliato in Emelrik un nuovo desiderio: studiare medicina. Il padre, per assecondare i desideri di un fresco vedovo, lo aiutò a realizzare tale desiderio convocando i migliori studiosi della zona.

Gli studi classici ben presto stancarono Emelrik, che si ritrovò irrimediabilmente attratto dall'alchimia. Al tempo, scienza e magia facilmente si mescolavano e trattati anatomici accennavano spesso ad antiche pratiche medievali e misteriche. Le conoscenze non erano sufficienti, non per curare molti dei mali del mondo, e questo era frustrante per il futuro vampiro. Come aiutare le persone, se non esisteva un metodo per farle guarire? Voleva maggior conoscenza. Voleva maggior potere! Iniziò a studiare e ricercare volumi antichi, sempre più complessi. Si sparse la voce molto in fretta e molti si proposero come aspirante maestro del curioso, e ricco, Emelrik. Il padre, pretendendo il meglio per la sua genealogia, ricercò i più qualificati ed in molti furono scartati. Fra ciarlatani, finti esperti e dottori con conoscenze non sufficienti per l’aspirante medico, alla porta della magione comparve un uomo. Alto, pallido e vestito di scuro, bussò al tramonto e giustificò l’orario parlando di un lungo viaggio. Subito suscitò un certo interesse in Emelrik. Era affascinante, leggermente magnetico quando parlava o sorrideva. Possedeva libri antichi rarissimi, riguardanti gli argomenti più disparati, che mise subito a disposizione dell’aspirante dottore. Si presentò con il nome di Alarad, spiegando di provenire da una famiglia che studiava medicina ed alchimia da secoli. In pochi mesi, entrarono in perfetta sintonia e trascorsero molto tempo a discorrere di magia, alchimia e scienza. Il giovane nobile non si era mai sentito così affascinato da qualcuno, affamato com’era di conoscenza. Quell’uomo pareva sapere ogni cosa, su qualsiasi argomento esistente! Lo invidiava, lo ammirava, forse un pochino lo amava. E più il tempo passava e più la mente desiderosa di conoscenza richiedeva nuove informazioni e nuova sapienza.

 

“Quanto tempo ci impiegherò per imparare ogni cosa?” chiese Emelrik, una sera.

“In una sola vita, è impossibile” fu la risposta del maestro “Ma, forse, basterebbe avere a disposizione più di una vita”.

“Di che parlate…?”.

Alarad ghignò, quasi divertito. Dopo settimane passate a fingersi qualcosa che non era, finalmente rivelò la sua vera natura. Quel ghigno, mostrava denti non propriamente umani ed Emelrik sobbalzò.

“Che cosa sei?!” esclamò, conoscendo già la riposta.

“Non è la mia famiglia a studiare da secoli. Sono io che studio, da secoli e secoli e se tu, giovane nobile uomo, aspiri a tale conoscenza… esiste solo un modo”.

“Non voglio diventare come te. Solo l’idea mi disgusta e mi terrorizza!”.

“Tu mi hai accolto nella tua casa. Sono disposto ad insegnarti ogni cosa. Ma una simile conoscenza in un semplice umano sarebbe sprecata. Perciò scegli”.

“Vattene subito!”.

Alarad, i cui capelli scuri accentuavano il pallore e le occhiaie, non si aspettava quella risposta. Deciso ad ottenere quel che desiderava, ed accecato dall’ira, aggredì il giovane Emelrik. Questi tentò invano di difendersi ma la forza del vampiro era decisamente superiore e non poté fare molto. Urlò, con i denti del maestro che affondavano nel collo dell’allievo e ne sottraeva in fretta ogni goccia di sangue. Si agitò, invano, fino a percepire le forze che lo abbandonavano. Che stava succedendo? Stava morendo? No, lui non voleva morire! In uno scatto improvviso, riuscì a sferrare un calcio all’aggressore. Non aspettandosi una simile reazione, Alarad lasciò perdere momentaneamente il proprio pasto e fissò il giovane.

“Sei un guerriero?” lo derise “Che pensi di fare?”.

“Io non voglio morire!”.

“Ma tu non morirai”.

“Che…?”.

“Tu diverrai come me! Una tale sete di conoscenza ed una tale determinazione non sono caratteristiche da lasciar crepare con una semplice vita mortale. Non può sfiorire tutto in un soffio!”.

“È peggio ancora di morire! Vattene, demonio! Stai lontano da me!”.

“Demonio? Non esagerare!”.

Il vampiro attaccò di nuovo. Questa volta Emelrik non ebbe la forza di reagire, stremato per la forte emorragia. Stava diventando tutto nero, la vista si appannava ed i sensi si smarrivano lentamente. E svenne, senza riuscire ad aprir bocca se non in un gemito di dolore.

 

   
 
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