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Gran Balli
e proposte
Ary
era cambiato e Keros lo aveva notato. Se lo aspettava, doveva accettare
e
comprendere la nuova natura da demone, ma su certi aspetti provava un
certo
fastidio. Da qualche mese, si era fatto molto più nervoso e
territoriale. Fin
troppo protettivo nei confronti di Undinnè, la sorvegliava
ed allontanava da
lei ogni altro demone, specie se di sesso maschile. La causa di tale
comportamento era sicuramente da ricercare nel prepotente risveglio
dell'istinto, che lo aveva portato prima ad accoppiarsi con lei e poi a
prendersene cura. Razionalmente sapeva che non era necessario, sapeva
che il
palazzo del re era sicuro per una concubina del principe, ma non
riusciva a
farne a meno. Era diventato aggressivo perfino nei confronti di Keros,
se
provava ad avvicinarsi troppo a lei. Lilith trovò la cosa
quasi romantica,
tenera. Mai aveva visto un demone così protettivo nei
confronti di una femmina
appena conosciuta, e che probabilmente portava in grembo prole non sua.
Keros
al contrario trovava la cosa alquanto stupida ed inutile, e si chiese
come
avrebbe reagito l'inconscio dopo la nascita di altri piccoli da lui non
programmati. Lilien, la più felice di tutte per la
situazione che si era venuta
a creare, attendeva con ansia l’imminente Gran Ballo, che le
avrebbe permesso di
trovare altre possibili fonti di piacere e svago, consapevo che tale
evento
quasi coincideva con il parto della sua adorata Undinnè. La
giovane, che mai
prima d'ora aveva vissuto simili eventi, trovava incredibilmente
piacevole e
rassicurante la presenza di Arikien. Era forte e le infondeva coraggio,
oltre
che a farla sentire sempre al sicuro.
“Keros…
la colpa è tua che ancora non hai imparato ad usare i
contraccettivi" lo
derideva Lucifero.
“Ma
cosa ha a che fare tutto questo con i contraccettivi?!”.
“Ingravidi
femmine a caso e poi ti lamenti delle conseguenze. Sei tu lo stupido,
non
chissà chi! E se nascono altri cosi con le piume?”.
“Lo
sai che l'istinto prende il sopravvento. Poi parli proprio tu, con lo
scricciolo nato da un'umana!".
“La
mia è una faccenda diversa. Però hai ragione. Poi
se ci riesce Lilien ad
evitare cucciolate…”.
“Ad
Ary piace giocare al papà. Lascia che si diverta. Ed io sono
cambiato. Posso
essere una figura genitoriale decente. È solo che mi scoccia
stia spesso con
lei. Dopotutto… È la mia concubina, non la
sua!”.
“E
facci le cose a tre, no? Quanti problemi inutili…”.
Keros
capì che discutere non lo avrebbe portato da nessuna parte.
In ufficio, firmava
documenti mentre il sovrano controllava che tutto stesse procedendo in
modo
corretto. Ormai Lucifero era quasi del tutto guarito e presto sarebbe
tornato a
fare il re a tempo pieno.
“Posso
chiederti una cosa?” riprese il demone, fissando la mappa
dell'Inferno appesa
alla parete.
“Chiedi
pure" annuì Keros, cercando di decifrare l'incomprensibile
scrittura di
Azazel.
“Quando
pensi di dedicarti ad un allievo?”.
“Che
razza di domanda è?!”.
“Suppongo
che, ora che io tornerò al lavoro e tu sarai libero di fare
quel che ti pare,
ti dedicherai al bighellonaggio selvaggio. Insomma… un paio
di secoli di pausa
da tentazioni, impegni formali e cose simili. Un paio di secoli da
dedicare
all'uomo che ami".
“Non
ti paiono un po' troppi un paio di secoli? E poi no, pensavo solo di
far
trascorrere un periodo per il mondo umano ad Ary. Manca ad entrambi. Ma
non
troppo lungo, perché abbiamo delle
responsabilità”.
“Di
che parli?”.
“Lo
sai. Sono un adulto adesso. Sono un padre, presto lo sarò di
nuovo, e sono un
principe. Ci sarà il ballo e poi il torneo.
Sceglierò ragazzi e ragazze con cui
riempire le mie stanze ed il mio letto. Ary ha conosciuto la sua
famiglia e
Alukah lo sta addestrando. Il nostro posto è qui,
all'Inferno".
“E
ti sta bene?”.
“Pare
non abbia molte alternative…”.
“Ma
che dici?! Tu sei libero di fare quel che vuoi, te l'ho sempre
detto!”.
“Riprendi
il discorso. Perché chiedevi di un allievo? Hai in mente
qualcuno?”.
“Veramente,
sì. Ma tra un paio di secoli".
“Oh…
di chi si tratta?”.
“Dello
scricciolo".
Keros
posò la piuma con cui firmava. Alzò lo sguardo,
fissando il re che passeggiava
per il soffitto.
“Sei
serio?” esclamò.
“Serissimo".
“Tu…
vorresti che io addestrassi tuo figlio?!”.
“Esatto.
Se non hai altri impegni, ovviamente…”.
“Ma
io… io sono stato addestrato dai migliori demoni del regno,
non da un novizio!”.
“Appunto!
Loro saranno occupati con un progetto che ho in mente e che sto
portando avanti
assieme ad Arikien".
“Insieme
ad Arikien?!”.
“Te
ne parlerà dopo il ballo, quando non avrai più
obblighi da sovrano. Tornando a
noi, penso che tu sia perfetto per addestrare la mia piccola stella
della sera.
Sei un concentrato del meglio del regno e vorrei che Espero fosse
altrettanto.
Inoltre chi meglio di te può prepararlo a quel che lo
aspetta? Essere principe
ed affrontare gli angeli…”.
“Io…
io sono onorato! Lo farò volentieri e con orgoglio".
“Ne
ero certo!”.
Lucifero
scese con un balzo e fissò Keros, sorridendo. Doveva
congedarsi, gli ultimi
preparativi per il ballo non poteva perderseli!
La
sala da ballo era la più grande del palazzo. Era immensa,
ricca di arazzi e
decori sfarzosi. Il pavimento in marmo era lucido e scuro, pieno di
riverberi
grazie alle luci delle candele. Tendaggi rosso sangue coprivano le alte
finestre, che davano sul giardino di rose nere. In quell'occasione,
agli ospiti
era stato permesso di visitarlo e di passeggiare per esso, pur stando
attenti a
non rovinare i fiori. Candele e specchi, assieme ai lampadari ed i
candelabri,
creavano un’atmosfera magica, surreale. Diversi musicisti
erano accorsi da
tutto il regno, per poter mettere in mostra il proprio talento, ed
iniziavano
già a suonare. I primi ospiti, in maschera come era stato
richiesto, varcavano
la soglia.
La
famiglia reale si fece attendere, entrando trionfalmente fra la folla
già
radunata. Lucifero e Leonore, che si tenevano per mano, lasciarono
senza fiato
molti dei presenti. Lei, in abito vittoriano e maschera color del
cielo,
indossava dei guanti ed usava un ampio ventaglio per coprirsi il viso.
Lui, in
nero ed argento, portava la corona ed il suo abito era un intreccio di
stili ed
epoche, che lo rendevano unico. La maschera del sovrano era scura e con
sembianze animali, una sorta di muso di lupo ne copriva il volto. Al
loro
ingresso in sala, la folla si scansò e permise che fosse
proprio quella coppia
ad aprire le danze. Con un inchino, lei si fece condurre in un valzer
che
lasciò gli invitati estasiati.
“Come
funziona questa cosa del ballo?” aveva domandato timidamente
Ary a Simadè.
“È
facile" aveva sorriso il servo, in attesa dell'ingresso di Keros
“Ci
saranno varie musiche ed ogni demone sarà libero di
esprimere al meglio quella
che preferisce, quella che sente più nelle sue corde.
Ballando, cantando, od
esibendosi in altro modo, ogni invitato potrà mettersi in
mostra. Sfoggiando il
meglio di sé, tenterà di attirare l'attenzione di
potenziali compagni o
compagne”.
“Interessante…
Sarà affascinante da osservare".
“Osservare?
Non intendi partecipare?”.
“Non
sono un granché in certe cose…”.
“Allora
sedetevi e lasciatevi ammaliare".
Arikien
aveva scelto un abito verde e nero, con dei motivi che richiamavano le
spire
del serpente. La maschera ed il trucco evocavano lo stesso animale. Non
si
sentiva molto tranquillo, per via della lontananza sa
Undinnè, ma gli era stato
assicurato che le migliori ancelle l'avrebbero riempita di attenzioni
fino alla
fine del ballo. Farla partecipare a tale festa, nella fase finale della
gravidanza, era fuori discussione. Decise di rilassarsi con del vino e
guardarsi
attorno, tentando di riconoscere gli ospiti. Astaroth vestiva come un
uccello,
con lunghe piume che formavano un mantello ed un copricapo munito di
becco. Il
suo fascino era indubbio e già alcuni commensali lo
bramavano. Mefistofele
aveva scelto tutt'altro stile ed era un incrocio fra uno zombie ed un
motociclista
ubriaco. Lilith si era vestita in oro, come una principessa indiana od
una
divinità orientale. Lilien portava fiori e piante appuntare
sul vestito, che
aveva un lunghissimo strascico, e voleva rappresentare la natura. Altri erano vestiti da
divinità antiche,
richiamando il loro passato, o da animali.
Le
canzoni si susseguivano, in molti già avevano danzato, ed
ecco che comparve
l'unica creatura che in quel momento Ary volesse vedere: Keros. Il
principe
rimase qualche istante in cima alla scalinata che portava alla sala,
poggiato
sul balcone, ed osservò i presenti.
Una
maschera nera ne copriva per metà il volto mentre, sulla
metà libera, intricati
disegni di rami con spine scure circondavano gli occhi ambrati e
truccati di
cremisi e oro. Qualche rosa nera ne adornava i capelli così
come rose nere ne
decoravano l'abito con ricami e rilievi. Interamente in colore nero e
scarlatto, il travestimento dell'erede non passò
inosservato. Keros scese
lentamente le scale, mostrando eleganti scarpe con un leggero tacco
quadrato,
mentre l'orchestra cambiava nuovamente genere musicale. Arikien, nel
vederlo,
aveva chiaramente percepito il proprio cuore accelerare all'impazzata.
Era una
rosa nera, un fiore raro quanto stupendo, ed Ary avrebbe voluto fosse
tutto per
sé. Ma già in molti cercavano di avvicinarsi
più del dovuto, nel tentativo di
attirare l'attenzione del principe. Questi chiacchierò un
po' con alcuni ospiti
e con Lucifero, per poi voltarsi verso Ary. Lo intravide fra la folla,
e gli
sorrise. Però non si avvicinò, limitandosi a fare
un cenno con la testa. Il
nuovo demone non capì quel gesto e rimase leggermente deluso
nel vedere il suo
amato allontanarsi. L'orchestra terminò una canzone ed
iniziò subito una nuova
melodia. Le prime note richiamavano qualcosa di orientale, di arabo o
forse di
turco. E lì Ary capì che quella doveva essere la
canzone di Keros, la canzone
con cui il principe sentiva maggior sintonia. Ovviamente non solo lui
si iniziò
a muovere, ma l'attenzione della maggior parte dei presenti era rivolta
principalmente su Keros. La melodia iniziava lenta, con un flauto ed un
violino. Poi si univa un suono particolare, che il nuovo demone non
riconobbe,
simile ad un clavicembalo. Il tutto si abbassò di un paio di
toni, mentre il
mezzodemone si muoveva piano, con una sensualità rara. Di
colpo, tutto mutò. La
musica si fece incalzante, veloce e ritmata. Keros accelerò
i movimenti,
esibendosi in piroette e movenze che perfino Lucifero ignorava che
l'erede
potesse fare. La melodia accelerava, i danzatori si mischiavano e si
scambiavano di posto, volteggiavano assieme e si sollevavano, in uno
spettacolo
che sembrava tutto fuorché improvvisato. Era tutto
così rapido, così
incalzante, ed Ary lo trovò irresistibile. Si unì
al ballo, e si ritrovò a
girare e vorticare con sconosciuti e sconosciute. Rideva, tutti
ridevano,
felici ed eccitati. Veloce, sempre più veloce,
finché tutto finì di colpo. Si
immobilizzarono, alcuni caddero a terra. Ary restò in piedi,
con lo sguardo
rivolto verso Keros. Il principe era steso, con la schiena leggermente
inarcata
e le ali spalancate che si allungavano sul pavimento di marmo.
Ansimava, per la
fatica e per la soddisfazione, ed allungò una mano verso
Ary. Questi si mosse,
l'unico fra i ballerini, e raggiunse il suo amato per stringerlo fra le
braccia
e donargli il bacio più appassionato che poteva dare.
La
festa era continuata, fra varie danze e spettacoli. Ary ne era rimasto
piacevolmente soddisfatto. In molti facevano i complimenti a Lucifero,
oltre
che per la guarigione ormai avvenuta, per una tale serata. Alla fine,
quando
gli ospiti iniziarono ad allontanarsi, era stato raggiunto lo scopo del
gran
ballo. Coppie e gruppi uscivano e si allontanavano, felici di aver
trovato il
giusto abbinamento con altri demoni. Ad un gruppetto di fanciulle e
fanciulli
fu chiesto di restare a palazzo, con l'onore di entrare a far parte del
grande
harem del re o del ristretto numero di amanti del principe. Arikien e
Keros
avevano scelto assieme, per poi incamminarsi verso le stanze private.
Rimasti
soli, subito il nuovo demone strinse a sé il principe. Lo
baciò e lo tenne
stretto, colto da un irrefrenabile desiderio. Era l'istinto, che come
sempre ne
appannava i sensi, ma era consapevole di quel che faceva.
“Ti
voglio" gemette, scoprendo il petto del principe e baciandolo ancora.
Keros
si limitò a sorridere, ansimando leggermente ed allungando
le mani per aiutare
l'amato nel suo intento. Si baciarono ancora, sempre più
intensamente,
scoprendosi e toccandosi a vicenda.
“Ti
voglio!” ripeté Ary, passando la lingua sul collo
del mezzodemone e
stringendolo forte alle spalle.
“E
fottimi" lo incitò Keros, ansimando “Che cazzo
aspetti?”.
Si
amarono con selvaggio istinto, con passione demoniaca. Fusi assieme, il
piacere
che si provocavano l'un l'altro li faceva gemere ed ansimare. Keros si
inarcò,
sollevando la testa e guidando la mano dell'uomo che amava sul proprio
membro
eretto. Quei movimenti non gli permisero più di trattenere
un “Ah!” di puro
piacere.
“Ti
amo" mormorò, poi urlandolo in preda all'eccitazione.
“Sei
magnifico” gemette Ary, accarezzandone la pelle con la mano
libera ed
accelerando sempre più il ritmo.
Keros
non rispose. Socchiuse gli occhi e si concentrò interamente
sul piacere che
provava. Guidava quelle mani, accompagnava ogni movimento, in una danza
d'estasi sempre più intensa.
“Io…”
gemette dopo un po' “Io sto per…”.
“Vieni
assieme a me" lo invitò Ary “Insieme. Io
ora…”.
Morse
Keros, che aprì la bocca in un gemito eccitato.
“Vieni"
ansimò il principe, mordendo a sua volta e portando entrambi
all'orgasmo.
“Che
cosa stai progettando con mio padre?” domandò
Keros, steso nudo nel letto.
“Con
Lucifero?” rispose Ary, che lo osservava.
“Sì,
ovvio. Mi ha parlato di un progetto che avete…”.
“Storia
lunga…”.
“Parlamene".
“Ma
ora sono stanco!”.
Dopo
aver provato tre diverse posizioni e tre diversi orgasmi, i due amanti
erano
soddisfatti e pronti al riposo. Ma Keros aveva quella domanda in
testa…
“Si
tratta di un'idea che ho in mente da un po'…”
spiegò allora Arikien “E vorrei
il tuo appoggio".
“Parla".
“Si
tratta di una scuola".
“Una
scuola?”.
“Sì.
Per gli orfani. Ho visto che qui all'Inferno nessuno bada a loro. Io
vorrei
aprire una scuola, un istituto, dove possano anche fermarsi a dormire
se privi
di dimora. Con maestri che insegnino loro varie cose e gli permettano
di poter
crescere ed affermarsi, sopravvivere!”.
“È
un progetto ambizioso. E costoso…”.
“Il
re lo appoggia. Ed anche Alukah e Mefistofele. Sono disposti a fare da
insegnanti".
“E
tu… tu che faresti? Non sei un maestro”.
“Io
mi occuperei dei piccoli e della sorveglianza notturna. Mi occuperei
delle
tante piccole cose della vita di un bambino".
“E…
pensi di poterlo fare da solo?”.
“No.
È per questo che vorrei il tuo appoggio!”.
“Ary…
pensaci bene. Un simile progetto ti costringerebbe a rimanere
praticamente
sempre all'Inferno. Ti costringerebbe a vivere sempre e solo in mezzo
ai
demoni".
“Lo
so. Ma io sono un demone adesso. È giusto così.
Devo solo trovare un edificio
adatto".
“Io…
io ho un edificio per te".
“Davvero?!”.
“Il
palazzo che ho fatto costruite nel territorio di Alukah, dopo la
guerra. Ora è
tuo".
“Dici
davvero?! È immenso! Grazie! Lo sapevo che potevo contare su
di te!”.
“Già.
Io ti amo. È così che si fa con chi si ama,
giusto?”.
“Grazie!”.
Arikien
si chinò a baciare Keros, prima di distendersi al suo fianco
ad assopirsi. Il
principe fissò il soffitto e sospirò: lo amava,
ne era certo, ma una vita solo
all'Inferno lo opprimeva!