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Autore: ShadeOfCool    19/06/2019    0 recensioni
Clara ed Ettore sono i protagonisti di questa storia fuori dal tempo e dallo spazio. Il loro unico modo di comunicare è attraverso delle lettere, che li vedono stretti in un metaforico abbraccio inizialmente formale poi sempre più intimo. Ciò che li unisce è un irrimediabile senso di solitudine.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Caro Dottore,
mi dispiace averVi fatto preoccupare. Queste lettere sono per me uno spazio a noi riservato, e vista la pace che avete la capacità di infondermi in ogni situazione, credo dovremmo tenere fuori i miei frequenti sbalzi di umore.
Piuttosto parliamo di questa nuova estate. Ogni anno giunge carica di aspettative e mi delude puntualmente. Ho sempre provato venerazione per l’estate, per il suo essere così cinematografica e poetica. Ma mi accorgo che mi dona solo una piccola percentuale del suo intero e ciò che resta è solo noia, fastidio e inadeguatezza. Il mare è ad appena sette chilometri da qui ma il solo pensiero di tuffarmi in una folla di persone mi stringe il cuore. Vorrei starmene semplicemente sola, o quantomeno in buona compagnia. Voi cosa fate quando vi sentite così? Ammesso che vi ci sentiate mai. Diverse volte Vi ho sentito parlare di un’amica. Se aveste una relazione con qualcuno me lo fareste sapere, o sbaglio? Non che io debba necessariamente saperlo, ma lo troverei corretto da parte Vostra. Alle volte penso che vi vantiate di avere una grande trasparenza che poi non avete.
Perdonate le mie parole, sono davvero stanca. Andrei a dormire oggi per svegliarmi a settembre, arrabbiata e carica di obblighi. Attendo con una particolare forma d’ansia una Vostra risposta.
Rimetto a Voi i miei pensieri,
Clara
 
 
 
Cara Clara,
dite di non volermi parlare dei Vostri umori, eppure in ciò che avete scritto c’è tutto quello che volevo sapere. Voi non state bene, come non stavate bene quel giorno. Avreste bisogno di una sana compagnia, magari delle frivolezze di un’amica. Ma la verità è che io non so suggerirVi una soluzione, perché anch’io soffro molto la solitudine, anche se in un modo diverso dal Vostro, vista la Vostra giovane età. Non avrei alcun problema, comunque, a riferirVi della presenza di una eventuale compagna di vita. Ma dato che non ce n’è una, non saprei cosa dirVi.
Ciò che però mi preme più di ogni altra cosa nello scrivere questa lettera è il dirVi che Vi ho vista a teatro, l’altra sera. E devo dirvelo perché è stata una strana sensazione, visto che non ho trovato nemmeno la forza per avvicinarmi e scambiare due parole con Voi. Spero non mi abbiate visto, altrimenti avreste tutti i motivi per rimproverarmi. Sono uno stupido, non so cosa mi sia preso. Mi sembravate infinitamente fragile ed io un gigante sbadato che Vi avrebbe messa in pericolo.
È notte fonda mentre Vi scrivo e lo faccio adesso perché so che al mattino mi rimangerei tutto. Prenderei sicuramente questi fogli e li straccerei prima di buttarli, e non lo trovo giusto, Clara. Tutti dovremmo essere sinceri come lo siamo di notte.
Sto leggendo il libro che mi avete regalato. Sembra lo abbiate scritto Voi. È ancora più piacevole leggerlo.
Vostro Ettore
   
 
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