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Autore: Teo5Astor    19/06/2019    18 recensioni
Un mistero accomuna alcuni giovani della Prefettura di Kanagawa, anche se non tutti ne sono consapevoli e non tutti si conoscono tra loro. Non ancora, almeno.
Radish Son, diciassettenne di Fujisawa all'inizio del secondo anno del liceo, è uno di quelli che ne è consapevole. Ne porta i segni sulla pelle, sul petto per la precisione, e nell'anima. Considerato come un reietto a scuola a causa di strane voci sul suo conto, ha due amici, Vegeta Princely e Bulma Brief, e un fratello minore di cui si prende cura ormai da due anni, Goku.
La vita di Radish non è facile, divisa tra scuola e lavoro serale, ma lui l'affronta sempre col sorriso.
Tutto cambia in un giorno di maggio, quando, in biblioteca, compare all'improvviso davanti ai suoi occhi una bellissima ragazza bionda che indossa un provocante costume da coniglietta e che si aggira nel locale nell'indifferenza generale.
Lui la riconosce, è Lazuli Eighteen: un’attrice e modella famosa fin da bambina che si è presa una pausa dalle scene due anni prima e che frequenta il terzo anno nel suo stesso liceo.
Perché quel costume? E, soprattutto, perché nessuno, a parte lui, sembra vederla?
Riadattamento di Bunny Girl Senpai.
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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21 – Occhi di ghiaccio
 
 
«Ci sono due me» sospira Bulma, a testa bassa, stringendo forte tra le mani la sua borsa.
Ci siamo seduti su una panchina all’aperto in una zona tranquilla, illuminati dalla luce dei lampioni e senza troppe persone che camminano intorno a noi.
«In che senso?!» le chiedo, anche se temo di essere già a conoscenza della risposta.
«È proprio come ho detto: da tre giorni, in questo mondo, esistono due Bulma Brief».
«È legato alla Sindrome della Pubertà?» interviene Lazuli, sporgendosi per guardarla, visto che ci sono io seduto tra loro due.
«Non vorrei ammetterlo, ma… sì…» sospira ancora la mia compagna di classe con un filo di voce. Sembra distrutta.
«Ti sei già fatta un’idea?» le domando.
«Avrei già risolto il problema, se mi fosse venuta in mente un’idea» risponde, stringendo forte i pugni.
«Quindi la Bulma che ho incontrato oggi in biblioteca era la tua sosia?»
«Dato che questa è la prima volta in cui ti vedo oggi, direi proprio di sì» sbotta Bulma, guardandomi finalmente negl’occhi. «Quella brutta copia è solo una spina nel fianco e non posso nemmeno tornare a casa, dato che si è stabilita lì».
«È per questo che eri in quel net cafè?»
«Almeno ho avuto un posto dove dormire e farmi una doccia nelle ultime due notti…» sbuffa Bulma, abbassando la testa di nuovo.
«Avresti dovuto chiamarmi, stupida!» la sgrido bonariamente, dandole un piccolo scappellotto sulla nuca.
«Non volevo… non volevo creare problemi a nessuno!» sbotta lei. «È tutto… tutto… così assurdo!» aggiunge, voltandosi dall’altra parte con un gesto di stizza. Credo stia cercando di trattenere le lacrime.
Dev’essere una situazione orribile per lei, così orgogliosa e così dannatamente razionale com’è.
«Dai, che adesso sistemiamo anche questo casino e facciamo tornare tutto alla normalità!» esclamo, battendo le mani per spronare Bulma e sorridendo. «Là, a te va bene se da oggi ospito a casa mia Bulma finché non risolviamo questo casino?» aggiungo, voltandomi verso la mia ragazza, che punta i suoi occhi di ghiaccio nei miei e mi fissa, impassibile e in silenzio.
«No» risponde, gelida, prima di alzarsi e darci le spalle, incrociando le braccia sotto il seno. Persino Bulma si è voltata in sua direzione e la fissa con gli occhi sgranati. Non si aspettava quella risposta, così come non me l’aspettavo io, sinceramente.
«Eh?! Ma è una mia amica!» provo a insistere.
«Allora dimmi una cosa, Rad: saresti d’accordo se permettessi a un mio amico maschio di dormire da me?!» mi domanda, voltandosi e fulminandomi con lo sguardo.
«Non voglio nemmeno immaginarmelo…» sospiro, abbassando la testa. Mi ha fottuto alla grande. E ha ragione, soprattutto. Che situazione del cazzo!
«Visto?» ribatte Lazuli, distaccata. «È per questo che stanotte resterò anch’io da te» aggiunge, accennando un sorriso e riempiendomi il cuore di gioia come solo lei sa fare.
 
«Fratellone, hai portato a casa un’altra ragazza?!» sussurra Goku, nascondendo timidamente la faccia dietro un cuscino e facendo anche imbarazzare Bulma, mentre Lazuli chiude la porta di casa e sorride.
«Non farmi passare per un dongiovanni» ribatto, strappandogli di mano il cuscino per poi batterglielo sulla testa.
«G-guarda che Goku-kun è il tuo fratellino e ti accetta per quello che sei!» esclama, mentre Lazuli gli si avvicina sorniona e con uno sguardo che non promette nulla di buono.
«Ehi, Goku-kun» gli dice, serissima. «Ha portato qui altre ragazze tuo fratello?»
«No, Lazuli-san! E Goku-kun non ha mai visto nessun’altra con il tuo costume di Carnevale da coniglietta!» sorride lui, fiero di sé.
«Sarà meglio per lui…» sibila in tono sadico Lazuli, squadrandomi e facendomi provare un brivido lungo la schiena.
«C-costume da coniglietta? Qui… ?» sussurra perplessa Bulma, osservando prima me e poi Lazuli, che la fulmina a sua volta facendole abbassare la testa. «Sei un maiale, Son-kun» bisbiglia in mia direzione.
«Lei comunque è Bulma Brief, una mia amica e compagna di classe» sospiro, rassegnato, presentandola a mio fratello.
«Piacere» accenna un inchino in direzione di Goku.
«G-goku Son» sussurra mio fratello, abbassando la testa. Sta facendo enormi passi avanti nel rapportarsi con gli altri in quest’ultimo periodo, grazie a Lazuli soprattutto. Sono felice che conosca anche Bulma, adesso, così come mi fa piacere quando lo vedo parlare con la misteriosa ragazzina chiamata Videl. Già, un altro casino anche quello…
«Lui è Balzar, mentre il piccolino si chiama Beerus» riprende Goku, indicando i nostri gatti sul divano accanto a lui.
«Resteranno qualche giorno da noi loro due» spiego a Goku. «Potete dormire in camera mia se per voi va bene, tanto ho il letto matrimoniale» aggiungo, guardando la mia ragazza e la mia amica.
«Tu dormi con me, fratellone?»
«Scordatelo, metterò un futon qui in salotto» ribatto, lapidario.
«Faccio un salto a casa a prendere i vestiti di ricambio» spiega Lazuli, riaprendo la porta d’ingresso. «E già che ci sono mi faccio anche una doccia, porto qualcosa da vestire anche per te» aggiunge, accennando un sorriso verso Bulma prima di andarsene.
«Usa pure prima tu il bagno» dico alla mia amica, una volta rimasti soli, guadagnando un’occhiataccia in tutta risposta. «Oh, ma per chi mi hai preso?! Mica ho intenzione di sbirciare!»
«Son-kun, è inutile che fingi di non essere un porco» sibila, serissima, assottigliando i suoi occhi azzurri e puntandoli nei miei. «Non voglio nemmeno immaginare la tua reazione quando la tua ragazza si veste da coniglietta…» sospira, scuotendo la testa e dirigendosi verso il bagno.
 
«Appoggio sopra la lavatrice un altro asciugamano, nel caso ti dovesse servire» dico a Bulma, che si sta facendo il bagno, parlandole attraverso la porta chiusa. «Hai già dei vestiti di ricambio o devi aspettare Lazuli?»
«Ce li ho già, avevo appena comprato lo stretto indispensabile quando mi avete vista prima» mi risponde dall’interno della vasca. La sua voce mi sembra già più tranquilla rispetto a prima, penso stia riuscendo a rilassarsi un po’.
«Sicura di non voler mettere su il costume da coniglietta? Dovrebbe andarti bene!»
«Son-kun?»
«Sì?»
«Ti ho detto che sono a posto. Razza di maiale».
Sorrido, sollevato nel constatare che la sta tornando anche la voglia di scherzare, e mi siedo sul pavimento accanto alla lavatrice, con la schiena appoggiata alla porta del bagno.
«Ehi, Bulma» le dico, serio. «Scherzi a parte, tutto bene?»
«Se te ne vai, sì» sbuffa, irritata. «Perché ti sei seduto lì fuori?! Non voglio che la tua ragazza fraintenda se dovesse trovarti lì. Guarda che la stimo molto, sia come persona e sia perché sta con un porco irrecuperabile come te».
«Sono serio, Bulma. E voglio aiutarti come tu hai sempre fatto con me» rispondo, senza raccogliere le sue provocazioni. «Volevo sapere come va con la Sindrome della Pubertà che ti ha colpita».
«Non lo so…».
«Tutto qui?»
«Cosa vuoi che ti dica?»
«Niente. Voglio solo sapere la tua opinione».
«Io… io ho un po’ paura, Son-kun».
«Solo “un po’” eh?» sorrido, pur sapendo che Bulma non mi può vedere immersa nella vasca da bagno e con una porta chiusa a dividerci. «Sei sempre stata forte, tu. Io mi stavo cagando addosso quando mi sono ritrovato il petto sfregiato e quando mi rendevo conto che Lazuli stava per svanire anche dai miei ricordi».
«Quando ero da sola in quel net cafè avevo davvero paura, in realtà» sospira la mia amica. «È solo adesso che va un po’ meglio».
«Comunque, è davvero possibile questa cosa? Come possono esserci due copie della stessa persona?» le chiedo, pensando a quanto sia strano questo effetto della Sindrome della Pubertà.
«È sufficiente che si verifichi un teletrasporto quantistico su scala macroscopica, no?»
«Ah, certo! Come ho fatto a non pensarci prima! È ovvio!» ribatto in tono ironico. Non ho capito nulla di quello che ha detto.
«Son-kun?»
«Uhm?»
«Muori».
«Dai, Bulma, non rispondermi come farebbe Vegeta!» piagnucolo. «Lo sai anche tu che il teletrasporto è roba da film o da manga!»
«È tutto vero, invece» mi risponde sbuffando, spazientita. «Ricordi quando ti ho parlato della correlazione quantistica? Ora applicherò quella teoria cercando di spiegartela con parole semplici…».
«Ecco, brava: “semplici” e comprensibili anche per un bambino delle elementari, se non ti dispiace».
«Supponiamo esista uno schema contenente tutte le informazioni relative a me, una sorta di modello» riprende lei, sforzandosi di non tradire tutta la sua irritazione per la mia ignoranza. «Immaginiamo di inviare quelle informazioni in un punto arbitrariamente distante mediante teletrasporto quantistico».
«Tipo inviarle dalla vasca da bagno in cui ti trovi ora alla nostra scuola?»
«Esatto. E se questa mia struttura di informazioni che si trova ora a scuola venisse osservata da qualcuno, verrebbe riconosciuta e definita come Bulma Brief».
«Seguendo questa logica, non dovrebbe essere impossibile per voi due esistere contemporaneamente?»
«In teoria sì, però non ho ancora visto l’altra me faccia a faccia. Per questo non posso ancora dire con certezza se esistiamo entrambe nello stesso momento o meno».
«C’è da dire che quando ti ho vista al net cafè stavo anche parlando al telefono con l’altra te».
«Ero davvero io?»
«Beh, non ti ho vista in faccia, ma tutto mi riportava a te» le rispondo, ripensando a quel momento e alla Bulma che ho incontrato nel pomeriggio in biblioteca. «Ah, comunque si chiama “teletrasporto quantistico”, giusto? Se entrambe le vostre strutture di informazioni sono le medesime, non dovreste anche condividere la stessa coscienza e gli stessi ricordi a prescindere da chi ha visto cosa?»
«Diciamo che io, Bulma Brief, vengo osservata da me stessa» spiega la mia amica, dopo qualche secondo di silenzio. «Se, per un qualsiasi motivo, venissi osservata da due copie della mia coscienza, potremmo ritrovarci nella situazione in cui ci troviamo ora».
«In pratica ci sono due persone…» sospiro, appoggiando anche la nuca alla porta del bagno. «Come ci sei finita in questo casino?»
«Ti ho già detto che non ne ho idea» sibila, irritata e imbarazzata.
«Non c’è bisogno di dirmelo chiaramente, se non ti va» le dico, rialzandomi e conoscendo già benissimo il motivo che ha causato in Bulma tutto questo. «In ogni caso ti tirerò fuori da questo guaio in qualche modo, te lo prometto».
 
Mi rigiro per l’ennesima volta sbuffando nello scomodissimo futon che ho disteso sul tappeto del salotto tra il divano e la televisione. Ho caldo, nonostante sia in boxer e basta, come sempre quando dormo, a parte in pieno inverno dove mi concedo una maglietta. Sono scomodo, soprattutto, e non riesco a prendere sonno. Non so che ore possano essere, ma è da tanto ormai che siamo andati tutti a dormire. Di sicuro è notte fonda. Penso a Lazuli e mi chiedo come se la stia passando nel mio letto con Bulma. Starà dormendo? Avranno sparlato di me come è ovvio che sia, conoscendo quanto sappiano essere “crudeli” entrambe nei mie confronti?
Sento aprirsi lentamente una porta, un rumore quasi impercettibile. Dei passi sul pavimento, leggere e felpati.
Apro gli occhi, restando sdraiato di lato, e guardo Lazuli sdraiarsi accanto a me. Mi sorride. E mi fa battere il cuore all’impazzata.
I suoi occhi di ghiaccio squarciano l’oscurità.
«Là…» le sorrido a mia volta, accarezzandole una guancia per arrivare fino ai suoi capelli dorati. È da quella notte magica che avevano passato insieme ad Ogaki che non succedeva qualcosa del genere.
«Avevo voglia di guardarti in faccia» mi risponde, distaccata.
«Immagino sia un bello spettacolo, no?» ghigno.
«Sai, Rad, stavo pensando che sto guardando la faccia del mio ragazzo, anche se è un cretino senza speranze» ribatte, arrossendo un poco. Mi sento il cuore esplodere. «È una cosa bella, ma anche strana, in un certo senso, per me».
La pallida luce della luna che entra dalla finestra le fa brillare i suoi occhi di ghiaccio e me li fa apparire come diamanti. Mi si secca la gola da quanto è bella. Indossa la canotta aderente e gli shorts che avevamo comprato insieme in quel konbini a Ogaki.
«Ammettilo che ti ho fatto venire il batticuore» sorride, sadica e soddisfatta, prendendo una mia mano e intrecciando le sue dita intorno alle mie.
«Ogni volta che ti vedo mi fai venire il batticuore, ma oggi un po’ di più» rispondo, cingendola con un braccio e avvicinandola a me. Le nostre bocche sono così vicine che posso sentire il suo respiro accarezzarmi le labbra. «Pensavo a quanta strada abbiamo fatto per arrivare fin qua. A quanti ostacoli abbiamo superato da quella notte ad Ogaki, quando eravamo vestiti esattamente come adesso».
«Beh, tu sei in mutande come al solito» mi provoca Lazuli.
«Ti dispiace la cosa?» ribatto.
«N-non ho detto questo, scemo!» risponde, irritata e imbarazzata, arrossendo di nuovo.
«Sei felice, Là?» le chiedo, accarezzandole di nuovo i capelli. «Di noi, di tutto. Anche se siamo finiti in un altro casino, adesso, a quanto pare».
«Perché non dovrei essere felice? Finalmente riesco a passare un po’ di tempo col mio ragazzo e a restare a dormire da lui» sorride di nuovo, mentre il suo profumo fresco mi avvolge e mi confonde allo stesso tempo.
«Com’è andata con Bulma?» le domando.
«Bene, mi piace come persona, ed è una rarità per me pensarlo. Si è addormentata subito, era stravolta perché credo fossero tre giorni che non riusciva a riposare serenamente. Nemmeno delle cannonate potrebbero svegliarla adesso. E tuo fratello?»
«Anche lui è crollato in un attimo e non uscirà da camera sua fino a domattina, ha paura del buio».
«Però, fammi capire una cosa» riprende Lazuli, allontanandosi leggermente da me, giusto quanto basta per fulminarmi con una delle sue occhiatacce che fanno gelare il sangue nelle vene. «Anche se sono qui sdraiata accanto a te mi chiedi della tua amica? Fai schifo, lo sai?»
«Ti adoro quando fai così…»  le sorrido sghembo, portando una mia mano dietro la sua nuca e spingendola verso di me, azzerando le distanze e baciandola. Lei ricambia e si stringe forte a me, travolgendomi col suo sapore e con tutta la sua essenza, prima di allontanarmi con uno spintone e sdraiarsi al mio fianco, fissando il soffitto.
«Sono arrabbiata con te» sbuffa. «Domani pensavo che saremmo usciti insieme, dato che ho un giorno libero…».
«Perché lo dici già come se sapessi che non accadrà?»
«Perché sicuramente cercherai di trovare una soluzione per tirar fuori dai guai Bulma» sospira, prima di voltarsi di nuovo verso di me e sorridermi. «Ti conosco bene, ormai, e ti amo anche per questo, scemo».
«Allora non sei arrabbiata sul serio?»
«Il giorno che mi farai arrabbiare sul serio ti riempirò di botte» sorride sadica. «Adesso mi sto limitando a prendermi gioco di te».
«Non vedo l’ora che mi torturerai, mia regina! Sono già eccitato!»
«Che tu fossi “eccitato” l’avevo già notato, proprio come quella volta ad Ogaki…» sussurra Lazuli, facendo brillare gli occhi e accarezzando lentamente con un ginocchio la mia eccitazione che, effettivamente, sta gridando pietà stretta nei boxer.
«Ed è sempre colpa tua…» ghigno.
«Ci mancherebbe anche che fosse colpa di qualcun altra» sibila, premendo con più forza col ginocchio giusto per schiacciarmi le palle e mozzarmi il fiato per il dolore.
«Ahia, cazzo…» impreco, dimenandomi leggermente e facendola ridere. Maledetta.
«Comunque è probabile che domani l’altra Bulma, quella falsa, andrà a scuola, giusto?» mi chiede all’improvviso, come nulla fosse.
«Penso che andrà al club di scienze, dici che dovrei fare un salto là a indagare?» ribatto, mentre il dolore mi passa e riprendo a respirare normalmente.
«Vedi che avevo ragione io quando ho predetto la giornata di domani in cui non uscirai con me?!» sbuffa Lazuli, fingendosi irritata e girandosi dall’altra parte, dandomi le spalle. «Per predire il futuro non c’è mica bisogno di giocare al Demone di Laplace, o come diamine si chiamava, come faceva la tua amichetta primina».
«E dai, Là…» le alito dietro l’orecchio, abbracciandola forte da dietro e stringendola a me. Sento la mia eccitazione premere contro il suo dannato culo sodo e il sangue ribollirmi nelle vene. Cazzo.
«Immagino che io dovrò stare qui a tenere d’occhio la vera Bulma mentre tu sei con l’altra…» sospira, muovendo lentamente il bacino giusto per farmi impazzire.
«S-sei sempre un passo avanti tu…» sorrido, cercando a fatica di trattenermi.
«Levati quel sorrisino compiaciuto dalla faccia» mi sgrida lei, voltandosi all’improvviso e pizzicandomi energicamente una guancia.
«Mi fai male!» protesto, ridendo.
«Facciamo che con questo mi sono fatta perdonare per averti trascurato per via del lavoro, ok?» sbuffa, sdraiandosi di nuovo di lato e guardandomi.
«Uhm…» bofonchio, restando in silenzio a contemplarla per qualche secondo.
«A cosa pensi?» mi chiede, sospettosa.
«A quanto cazzo sei bella» rispondo di getto, facendole spalancare e brillare i suoi occhi glaciali. «E penso anche che hai degli occhi così belli che dovresti tenerli aperti anche mentre dormi» sospiro, azzerando di nuovo le distanze e baciandola.
La sovrasto, mi sdraio sopra e continuo a baciarla, avido di lei. Di noi.
Premo tutta la mia eccitazione tra le sue gambe e la sento gemere, mentre mi passa una mano tra i capelli e mi spinge verso di lei.
«Non ti sei ancora fatta perdonare per via del lavoro, lo sai?» sussurro roco, soffiandole sulle labbra.
Lei arrossisce leggermente, prima di riprendersi da quell’attimo di smarrimento e spingermi indietro con entrambe le mani, fino a costringermi a sdraiarmi sulla schiena.
«Lo decido io se e come mi sono fatta perdonare» sussurra, gelida, prima di mettersi a cavalcioni sopra di me e sfilarsi la canotta. Mi si secca istantaneamente la gola non appena vedo il suo meraviglioso seno, per non parlare di quando comincia a muovere lentamente il suo bacino contro il mio. «Allora?» aggiunge, chinandosi verso di me e baciandomi ancora.
Che sia la volta buona?! Sto davvero per avere la mia prima volta?! E proprio con Lazuli Eighteen, la ragazza che amo, la “mia ragazza”. Il sogno che porto nel cuore sin da quando ero un bambino e non la conoscevo ancora.
La stringo a me e continuo a godermi il suo sapore, il suo calore. Non sono teso, ero pronto per questo momento con lei. So che è anche la sua prima volta, ma mi sembra a suo agio. Forse perché ci amiamo, forse perché ho la sensazione che siamo davvero sempre sulla stessa lunghezza d’onda. Che siamo complici, che siamo tutto il nostro mondo.
Non ho paura, sinceramente non vedevo l’ora che arrivasse questo momento ed è bello che ci siamo arrivati per gradi.
Sto pensando troppo, però. Cazzo.
Mi stacco a fatica dalle sue labbra e le bacio i seni leccandole lentamente i capezzoli, facendola ansimare e stringere più forte a me, prima che mi spinga di nuovo indietro e mi costringa a sdraiarmi ancora. Mi guarda per un istante, prima di sistemarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sfilarmi i boxer. Osserva, immagino compiaciuta visto che accenna un sorriso, ciò che trova al loro interno, prima di cominciare a darmi piacere con la sua bocca. Inarco la schiena, mentre le accarezzo i capelli. Non ero mai arrivato fino a questo punto con una ragazza, eppure mi sembra dannatamente brava.
Si stacca da me e mi fissa soddisfatta, mentre si sfila anche gli shorts e resta in perizoma, lasciandomi ancora di più senza fiato. Trovo la forza per sollevarmi e farla sdraiare di nuovo, baciandola con foga prima di iniziare lentamente a scendere sul collo e sul seno, fino ad arrivare alle sue cosce e respirare a pieni polmoni un profumo di donna che non avevo mai sentito così vicino. Le sfilo il perizoma con un gesto istintivo e mi sento esplodere il cuore nel petto quando guardo la sua femminilità e l’accarezzo con le dita, trovandola decisamente bagnata e facendo ansimare Lazuli. Inarca il bacino verso di me, accarezzandosi un seno e chiudendo gli occhi. Affondo la mia faccia tra le sue cosce e incontro per la prima volta il suo sapore di donna, così dolce e pungente al tempo stesso. Così inebriante, così buono. Così pieno di lei che non mi ci staccherei mai.
«Rad…» geme, passandomi entrambe le mani tra i miei folti capelli e allargando di più le gambe, invitandomi a continuare.
Sento che la voglio. Che la voglio troppo, adesso. Che voglio lei, e che non vorrei nessun altra. Che non ho mai voluto nessun altra, in fondo, anche quando non mi aveva nemmeno mai rivolto la parola. Nessuna, neanche Videl Satan. C’è sempre e solo stata Lazuli Eighteen nel mio mondo. È stata dura per me in certi momenti, ma ne è valsa la pena solo per il fatto di essere qui con lei adesso. Di essere “questo”, per lei. Di essere il suo ragazzo.
«Là, ti va di…» sussurro, sollevandomi lentamente dalle sue cosce e sdraiandomi sopra di lei.
«S-sì…» risponde, sfiorandomi le labbra con le sue e accennando un sorriso.
Resto per un attimo a contemplare il suo corpo nudo. La più meravigliosa opera d’arte che abbia mai avuto l’onore di ammirare. Voglio godermi tutto di lei. Voglio lei. E voglio darle piacere, lo desidero con tutto me stesso.
Punto la mia eccitazione contro la sua femminilità e spingo lentamente, cercando di non farle male.
«A-ah…» sospira, conficcandomi le unghie nella schiena e stringendosi a me, mentre entro in lei.
«S-stai bene?» balbetto, intimorito. Le ho fatto male?
«S-sì, mi piace…» sibila, accennando un sorriso, prima di passarmi una mano dietro la nuca e spingermi a baciarla.
Il suo sapore mi rilassa e fa scomparire ogni timore. Mi fa battere il cuore fortissimo.
Il calore che sento dentro di lei mi avvolge dall’interno, mi sconvolge, mi fa sentire suo come mai mi era successo prima. È difficile da descrivere… ma come cazzo si può descrivere davvero quello che si prova mentre si è una cosa sola con la ragazza che si ama? Con la ragazza per cui saresti disposto a dare tutto te stesso? A mettere la tua vita nelle sue mani?
Spingo piano, sempre più a mio agio. Sempre più fondo. Sento anche lei rilassarsi poco alla volta. Ansimare. Gemere di piacere.
Muovo il bacino con più forza, gradualmente. Lei mi bacia con foga, è come se mi dicesse di aumentare il ritmo e la frequenza delle spinte.
Faccio quello che mi dice l’istinto, quello che mi dice il suo cuore che batte forte contro il mio petto. Già, il mio petto sfregiato. Ben venga anche lui e quello che mi è capitato se ora posso essere qui con Lazuli.
La “mia” Lazuli Eighteen, a volte non mi sembra ancora vero.
Le cicatrici non riescono a coprire la mia pelle d’oca, quando sento Lazuli gemere più forte e in maniera prolungata, soffocando la sua voce e infilando avidamente la lingua nella mia bocca. Sento i muscoli del suo corpo rilassarsi gradualmente, si lascia condurre da me. Che sia venuta? Spero di sì, penso di sì. Anche perché mi sento al limite, sinceramente.
«Vieni, Rad…» mi sussurra dolcemente in un orecchio, leccandomelo e facendomi provare un brivido caldo lungo la schiena. Sembra leggermi nel pensiero a volte.
Aumento il ritmo delle mie ultime spinte, prima di liberare un gemito che fatico a contenere e con cui rischierei di svegliare l’intero palazzo, altro che Bulma e Goku, se Lazuli non mi baciasse di nuovo con foga togliendomi quasi il respiro.
I nostri cuori battono l’uno contro l’altro, mentre sento fluire tutta la mia anima e tutto quello che provo dentro di lei.
I suoi occhi di ghiaccio mi fissano, sereni. Non li ho mai visti così belli. Sta ancora ansimando, le sue guance sono leggermente arrossate.
Scivolo fuori da lei e crollo al suo fianco, respirando a pieni polmoni. Sono decisamente sudato, ma soprattutto felice. L’abbiamo davvero fatto?! Abbiamo avuto la nostra prima volta?! È stato… è stato… boh, una figata!
Lazuli appoggia la testa sul mio petto e mi stringe la mano, strusciando un ginocchio sulla mia coscia.
Non mi sono mai sentito così bene in vita mia. Così in pace con me stesso, con il mondo. Così, un’unica cosa con lei. La mia lei.
«Ti amo, Là» sussurro, con il cuore che batte così forte da farmi quasi male. Non  mi sono mai sentito così, davvero. È… è bellissimo, ecco. È tutto fottutamente perfetto.
Io e lei. Anche qui, sì, sul pavimento di casa mia.
«Anch’io Rad».
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note: allora, che cosa ne pensate di tutto questo?! Siete contenti? Per Rad e Là, ovviamente, visto che per Bulma la situazione si è un pochino complicata!
Sembrava che dovesse essere un capitolo dedicato interamente a Bulma e invece boom! Dopo 21 capitoli e tante peripezie i nostri protagonisti riescono a ritagliarsi la loro prima volta in maniera abbastanza inaspettata. Spero vi sia piaciuto quel momento, era nell’aria dal cap. 6 se ben ricordate, ma poi è successo davvero di tutto!
Per Bulma invece scopriamo un’amara verità: si è sdoppiata, su di lei la Sindrome della Pubertà ha avuto questo strano effetto! Riuscirà Rad ad aiutarla? Come si comporterà Bulma II (cioè l’altra Bulma che si è generata e che ora vive a casa di Bulma tranquillamente)? E Vegeta, in tutto questo riuscirà a combinare qualcosa di buono?
 
Nel prossimo capitolo, dal titolo “Il paradosso dell’adolescenza”, succederanno tante cose e vedremo in scena molti personaggi, tra cui Vegeta, Marion, le due Bulma, la piccola Videl e persino un nuovo personaggio maschile legato alla squadra di calcio. Chi sarà secondo voi? Dite che si avvicina per Radish il momento di tornare a giocare come vorrebbe Lazuli?
Scopriremo inoltre come si erano conosciuti Bulma e Vegeta all’inizio del primo anno del liceo, siete curiosi?!
 
Un grazie speciale come sempre a chi continua a seguire con passione questa storia, a chi si immedesima nei personaggi e a chi riesce a emozionarsi insieme a loro! Spero che questa long continui a piacervi e a divertirvi come all’inizio, perché devono succedere ancora un sacco di cose e dobbiamo conoscere ancora diversi personaggi, di cui uno importantissimo che arriverà nel cap. 23 (spoiler: si tratta di una ragazza).
Ringrazio chi mi lascia sempre il suo parere, chi lo farà anche stavolta e chi vorrà farlo oggi per la prima volta: siete sempre il mio incentivo più grande ed è bello confrontarsi con voi!
Grazie poi a chi legge e basta, siete fondamentali anche voi e mi piacerebbe farlo sapere a ognuno di voi!
Faccio infine i complimenti a chi aveva beccato il nome Beerus per il nuovo gatto: Corsaro Nero, Summer Moon, Eevaa e Misatona!
Bene, ci vediamo mercoledì prossimo allora!
 
Teo
 
   
 
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