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Autore: Lady I H V E Byron    20/06/2019    2 recensioni
(Crossover con "Dragon Age Origins")
Impegnati nella ricerca e battaglia contro Master Xehanort e l'OrganizzazioneXIII, Sora, Paperino e Pippo finiscono in un nuovo mondo, in cui, con loro grande stupore, gli Heartless e i Nessuno non sono il pericolo principale...
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Paperino, Pippo, Sora
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Note dell'autrice: ecco, qui ho un po' stravolto la storia originale, aggiungendo elementi per accentuare il crossover tra Dragon Age Origins e Kingdom Hearts 3, con un piccolo colpo di scena che spero vi piacerà.

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Connor era in mezzo alla stanza. Appariva confuso. Anche un po’ spaventato. Si guardava intorno, come se temesse che qualcosa arrivasse da un momento all’altro per catturarlo.
Leliana si tirò indietro, mossa da pietà.
-Poverino… mi fa tanta pena…- mormorò, con entrambe le mani al cuore –Non me la sento di attaccarlo.-
-Ma noi non vogliamo attaccarlo.- rassicurò Sora.
Alistair alzò un sopracciglio.
-Ah, no? E cosa vorresti fare? Giocarci insieme?-
-No, voglio solo parlargli. Forse eviteremo di attaccarlo.-
Morrigan sospirò.
-Ragazzino, ti ricordo che forse si cela un demonio dentro di lui. E se ti attacca, io non mi assumo alcuna responsabilità.-
-Il suo cuore è forte. Io lo sento.- tagliò corto il ragazzo, deciso. –Non è perduto. E non mi attaccherà.-
La porta della stanza del bambino era mezza aperta. Sora, in cima al gruppo assieme ad Alistair, entrò, sorridendo lievemente.
Connor si voltò.
-Chi c’è lì?-
Non era come prima, nel salone, demoniaco ed aggressivo. Aveva una voce dolce ed esprimeva tenerezza. Aveva un aspetto più umano. Persino il colore della pelle sembrava essere tornato normale, roseo. Assomigliava molto alla madre Isolde: aveva i suoi capelli, i suoi occhi, il contorno del volto. Ma non sembrava capriccioso, tantomeno viziato.
Sora fu lieto che fosse emerso il suo lato “umano”: si chinò, osservando il piccolo Connor in faccia.
-Non avere paura.- rassicurò -Io mi chiamo Sora, e loro sono i miei amici.-
-Siete qui per me?- Connor intuì le intenzioni del gruppo. Appariva preoccupato, ma non per chi aveva di fronte –Per quello che ho fatto al villaggio?-
-Ascolta, vogliamo solo parlarti. Non vogliamo farti del male.- rassicurò di nuovo Sora; doveva trovare un modo per farlo parlare di Xigbar senza spaventarlo o sentirlo in colpa; era un bambino, in fondo –Il mago che ti ha aiutato con la magia… cosa ti ha detto, esattamente?-
Anche Alistair si era abbassato: non aveva fatto altro che fissare il bambino con aria melanconica, ma non invidiosa. In realtà, era passato un periodo in cui Alistair aveva provato invidia nei suoi confronti, ovvero durante i suoi primi mesi al monastero, quando era ancora un bambino di dieci anni. Nelle sue visite, Eamon gli parlava di suo figlio, elogiandone la bellezza e la dolcezza. Questo aveva incrementato il rancore che Alistair aveva nei confronti di Eamon. Connor aveva vissuto la vita che lui non aveva mai avuto. Ma, a distanza di dieci anni, quel rancore e quella invidia erano spariti. Gli era bastato osservare Connor, per dimenticare definitivamente tutto. Si chiese come sarebbero andate le cose, se Isolde gli avesse permesso di rimanere a Redcliffe: forse lui e Connor sarebbero diventati amici, magari fratelli.
Ma ora doveva aiutarlo a liberarsi del male entrato dentro di lui.
-Mi ha detto…- iniziò Connor, titubante –Che se volevo salvare mio padre, dovevo fare tutto quello che diceva. Poi mi parlava del regno dei sogni. Io ho sempre paura a dormire. C’era una signora malvagia che mi diceva sempre di darle la mano e permetterle di diventare potente. E il mago dalla benda mi ha detto che dovevo dire di sì ad ogni sua offerta. Così ho fatto, per mio padre. Ma mi ha ingannato. La signora malvagia voleva solo controllare quelle creature oscure e il mago con la benda lo sapeva. Hanno fatto un patto, e mi hanno usato. Ho paura. A volta la signora ritorna e sento come se mi parlasse nelle orecchie e mi dicesse cose brutte.-
Sora serrò le labbra e strinse di nuovo il pugno.
-Maledetto Xigbar…- sibilò.
Anche Morrigan si fece seria: -E’ come pensavo. Ha stretto un legame con un demone. E’ un abominio.-
-Ho tanta paura…- continuò Connor; aveva l’aria supplichevole –Non voglio morire. Ma ho più paura della signora malvagia. Se dovete eliminarmi per eliminare anche lei, vi prego, fatelo.-
Leliana fu mossa da pietà, così come Paperino, Pippo e il mabari, che uggiolò. Morrigan e Sten rimasero impassibili, oltre che allarmati. Sora non sapeva cosa fare: non se la sentiva di uccidere un bambino.
Ma Alistair si fece avanti: prese il bambino per le spalle.
-No, Connor, non vogliamo ucciderti.- i loro sguardi si incrociarono: il figlio naturale e il figlio adottivo di arle Eamon –E’ vero, siamo qui per eliminare il grande male che sta minacciando Redcliffe, ma non è colpa tua. Niente di tutto questo è accaduto per tua volontà.-
Connor si fece serio.
-Tu sei Alistair…- mormorò, quasi sorpreso; il più sorpreso fu Alistair –Mio padre mi racconta sempre di te.- non si aspettava che Eamon parlasse di lui al suo stesso figlio –Mi diceva che gli dispiaceva averti abbandonato, che doveva convincere mia mamma a farti restare, così io avevo un compagno di giochi.-
Il giovane rise, più sorpreso che divertito.
-Pensa un po’… ti ha parlato di me…- mormorò; si stava quasi commuovendo; si rese conto che Eamon teneva ancora a lui e che per tutti quegli anni aveva avuto torto a serbare rancore per lui; ma non doveva cedere a tali sensazioni: tirò su con il naso e si staccò da Connor –Ascolta, ho un grande rispetto per tuo padre e meno desidero che fargli un torto, uccidendoti. Troveremo un altro modo per liberarti dal demonio dentro di te. Te lo prometto.-
Gli porse una mano. Palmo in alto.
Il bambino osservò la mano.
Poi osservò Alistair. Gli stava sorridendo per rassicurarlo, comunicandogli che era al sicuro, che non sarebbe più stato in pericolo.
Anche il bambino sorrise. Ricambiò il gesto, mentre prendeva la mano di colui che, di fatto, poteva essere suo fratello maggiore.
Improvvisamente, una fitta alla testa e una morsa allo stomaco lo fecero di nuovo gemere e barcollare, facendo allarmare i presenti.
Il Custode Grigio stesso aveva indietreggiato, più preoccupato di tutti.
-Connor…!- urlarono lui e Sora.
Avvolto da una nube nera, sul pavimento, piegato in due, non c’era più Connor, ma una donna: una donna dalla pelle viola, corna enormi senza capelli e magnetici occhi viola.

https://www.youtube.com/watch?v=-6sFoSs1kuM (Squirming Evils)

Paperino starnazzò, urlando.
-Eccola! E’ lei! La donna comparsa nel mio incubo di due notti fa!- rivelò, indicandola con lo scettro.
-E’ come sospettavo, allora.- aggiunse Morrigan, anche lei sguainando il bastone –Un demone del desiderio!-
Tutti mostrarono le proprie armi.
-Lascia stare Connor, maledetto mostro!- minacciò Sora, per nulla intimidito dalla presenza del demone. Aveva il corpo sinuoso, più provocante di Morrigan, ma non si lasciò incantare. Salvare Connor era la priorità: niente lo avrebbe fermato.
-Lui è mio! Nessuno me lo porterà via!- protestò il demone, alzando le braccia artigliate –Venite, miei Heartless! Unitevi a me per un’ultima battaglia!-
Invisibili, Shadows, Neoshadows, Mastini Oscuri, Notturni Rossi, Rapsodie Blu, Opere Gialle, Waltz Viola: tutti insieme al Demone del Desiderio per l’ultima battaglia.
L’attenzione venne rivolta agli Heartless, per lasciare il demone per ultimo.
Ma qualcosa non quadrava: persino se colpiti dal Keyblade, gli Heartless sembravano riemergere, ritornare, come se non avessero subito alcun danno.
Alistair affondò la spada in un Invisibile e poi osservò il demone: ogni tanto lanciava agli avversari incantesimi di ghiaccio, ma restava in disparte. Voleva far indebolire i suoi avversari con gli Heartless, in modo da eliminarli con facilità.
Il Custode Grigio alzò la spada.
-Ascoltate tutti! Non concentratevi sugli Heartless!- avvertì –Dobbiamo eliminare la loro origine!-
-Ma Alistair! E’ pur sempre Connor!- gli fece ricordare Sora, mentre lottava contro un Neoshadow –Non voglio fargli del male! E’ un bambino!-
Qualcosa sembrava essere cambiato in Alistair: quando combatteva emergeva un nuovo “lui”, più cinico, più determinato. Non era il solito, sarcastico Alistair.
-No, qualunque cosa sia quell’affare non è più Connor!- disse, con sguardo di ghiaccio -E’ un demone che continuerà a far del male ad altre persone se non lo fermiamo!-
Il demone, nel frattempo, fece alcune mosse, come se stesse preparando un incantesimo, poi si mise in posizione di combattimento.
Erano tutti pronti a sferrare un attacco congiunto, infatti, partirono alla carica: ma il demone evocò una tempesta di ghiaccio. Ma ad Alistair bastò allungare un braccio per farlo svanire nel nulla, come aveva fatto con l’incantesimo scagliato da Paperino due sere prima. Tuttavia, il piano di usare gli Heartless per sviare ed indebolire era ancora in atto: essi, infatti, attaccavano quasi di sorpresa. Solo in rari momenti avevano eseguito colpi a segno, ma senza riuscire a strappare i cuori degli avversari. Anzi, ad ogni loro attacco seguiva un contrattacco, che causava la loro “morte”. Ma tornavano ugualmente. L’unico modo per annientarli era sconfiggere il demone del desiderio.
Sora fu il primo a provare ad attaccarlo, poi Paperino, Sten, Leliana, Morrigan e anche il mabari, quest’ultimo con un attacco con il fine di morderlo.
Il demone deviava tutti i colpi, respingendoli con un incantesimo di barriera: era molto potente. Non doveva sorprendere nessuno il fatto che Xigbar avesse visto un potenziale alleato in quel demone. O un valido strumento. Forse più la seconda opzione.
L’unico in grado di affrontarlo era Alistair e le sue abilità di templare: infatti, come aveva fatto con la tempesta, così fece con la barriera. Ma stavolta aveva reso nulli ogni suoi incantesimi. Ora era un bersaglio facile.
Bastò parare un colpo artigliato con lo scudo e poi farlo barcollare con un calcio sul ventre. Dopodiché, il Custode Grigio prese il demone per la gola: la punta della spada era rivolta al suo volto. Determinazione e un pizzico di dubbio dominavano il cuore di Alistair.
Fu soprattutto il dubbio che percepì il demone; infatti sorrise.
-Tu non vuoi uccidermi, vero…?- sibilò, malizioso –Lo sai che uccidendo me ucciderai Connor… e tu non vuoi uccidere un bambino.-
La mano di Alistair tremò: diceva il vero. Sapeva che l’essere di fronte era Connor. Uccidendo il demone, avrebbe ucciso Connor. La determinazione di poco prima svanì, lasciando spazio al dubbio.
Per quanto fosse stato invidioso di lui in passato, non poteva e non voleva ucciderlo. Come lo avrebbe spiegato ad Eamon? Che il ragazzo che aveva adottato aveva ucciso il suo vero figlio? Così facendo, Loghain sarebbe stato in vantaggio, facendo leva sui sentimenti di Eamon ed i sensi di colpa di Alistair e mettere l’intero Ferelden contro di loro.
Uno scudo, all’improvviso, colpì il volto del demone, che perse i sensi. Esso tornò da Pippo; si passò il dito sotto il naso, gioendo con il suo solito –Yuk!-
-Ucciderlo no.- disse, sereno –Ma stordirlo sì.-
Gli Hearless sparirono proprio in quel momento. E Connor ritornò con il suo aspetto, privo di sensi, tra le braccia di Alistair, ancora sorpreso e perplesso dall’attacco di Pippo.
Erano tutti paralizzati, colpiti dalle stesse emozioni. Leliana sfoggiò uno dei suoi più solari sorrisi, saltellò, con un piccolo grido, e corse ad abbracciare Pippo.
-Sei un genio, Pippo!- esclamò; Pippo boccheggiava: la stretta della sorella era molto forte –Sei il migliore!-
-S-sì…- rantolò il cane, cercando invano di riprendere fiato –S-sorella Leliana… non respiro…-
La ragazza, imbarazzata, lasciò la presa, scusandosi.
-Il colpo alla testa per far tornare alla ragione è sempre efficace.- complimentò Sten –Sono impressionato.-
-Yuk!-
Sora, in circostanze normali, avrebbe gioito; ma vedere Connor… lo fece preoccupare ed incupire. Si chinò anche lui, accanto ad Alistair.
-Alistair…- disse, con un barlume di speranza nel suo cuore -…come puoi annullare un incantesimo, puoi anche scacciare un demone?-
Alistair scosse la testa, dispiaciuto. Aveva lo sguardo fisso su Connor. Forse per senso di colpa, forse per premura che il demone si risvegliasse da un momento all’altro, prendendolo di sprovvista.
-Purtroppo no. La magia del sangue è troppo forte, come il legame con i demoni. Va oltre le mie possibilità.-
Udirono dei passi. Lady Isolde. Seguita da Bann Teagan.
Fu inorridita dallo spettacolo lì intorno. Impallidì, appena guardò di fronte a sé.
-CONNOR!- esclamò, correndo verso il figlio. I capelli erano già arruffati: nella corsa si sciolsero, cadendo sulle spalle.
Teagan apparve sulla soglia un attimo dopo.
-Scusate, non sono riuscito a fermarla.- si scusò; si sconvolse anche lui nel vedere il nipote privo di sensi.
Da Connor, Alistair osservò Isolde, con aria supplichevole.
-Vi prego, possiamo spiegare…- giustificò –Il demone…-
Ma la donna non lo aveva nemmeno udito: con sgarbo, spinse il giovane da un lato, facendolo cadere.
-STAI LONTANO DA MIO FIGLIO, MALEDETTO BASTARDO!- tuonò, tra le lacrime; fu lei, in quel momento, a prendere Connor tra le braccia –NON TI PERMETTERO’ DI UCCIDERLO!-
Sora si fece avanti, prendendo le difese di Alistair.
-Alistair non vuole uccidere Connor! Vuole solo aiutarlo, come tutti noi!-
-Zitto tu, moccioso! Non ti azzardare a difenderlo!-
Teagan pose di nuovo fine al litigio tra Lady Isolde ed i forestieri.
-Adesso calmiamoci tutti.- invitò, con fermezza –Quello che importa è che adesso il demone sia sopito, così non ci darà fastidio per qualche tempo.-
-Ma c’è ancora la questione su come eliminare il demone.- ricordò Paperino, preoccupato. Prima l’incubo che aveva avuto due sere prima, poi le parole di Morrigan, infine Connor. Dunque era quello il destino dei maghi… era sempre più impaurito.
Alistair, rialzandosi, dovette ammettere la nuda e cruda verità, basata su quanto gli avevano riferito quando era ancora un apprendista templare.
-L’unico modo per eliminare un demone è uccidere il mago di cui si è impossessato…- ammise, con un filo di voce e lo sguardo basso.
La risposta non piacque ad Isolde.
-Cosa?! Come puoi dire certe cose…?!- tuonò di nuovo, lanciando uno sguardo al veleno al “figliastro” –Io non permetterò che ucciderai mio figlio!-
-Isolde, non abbiamo scelta.- aggiunse Teagan, appoggiando la decisione di Alistair –Dobbiamo eliminare quel demone, per il bene di Redcliffe.-
-E’ mio figlio! Voi non avete figli, Teagan! Nessuno di voi ha figli! Non saprete mai cosa si prova!-
-Calma, forse non c’è bisogno di eliminare il bambino, per esorcizzare il demone dentro di lui.-
Si voltarono tutti verso Morrigan: era lei ad aver parlato. Stava offrendo un’alternativa.
-Dici che possiamo salvarlo senza ucciderlo?- in Isolde si era accesa la speranza.
-I demoni si avvicinano ai maghi durante il sonno.- spiegò la strega –Quindi, la cosa migliore da fare è entrare nei sogni di Connor e eliminare il demone nell’Oblio. In tal modo, vostro figlio sarà libero.-
-Oh, sia lodato il Creatore…-
L’alternativa fece sollevare i presenti.
-Ma come facciamo ad entrare nei suoi sogni?- domandò Teagan, serio e curioso.
-Ecco, questa è la parte complicata. In genere, servirebbero i maghi del Circolo e il lyrium, per entrare nei sogni di una persona. Un po’ come quando fanno il loro fantomatico “Tormento”.-
-La Torre del Circolo non è lontana da qui.- rifletté Leliana –Ma non credo avremo tutto quel tempo per salvare Connor.-
-Un altro modo, forse più… drastico, oserei dire, ma più rapido, è ricorrere alla magia del sangue. In questo caso servirebbe l’energia vitale di una persona, per acquisire abbastanza potere per entrare nell’Oblio.-
-Se è necessario, allora io sarò disposta a dare il mio sangue per Connor!-
-No, Isolde, è troppo rischioso!- cercò di dissuaderla il cognato.
Un vero dilemma: gli abitanti del Ferelden erano scettici sulla magia del sangue, visto che era stata proprio quella a portare Redcliffe alla distruzione. Ma anche Leliana non aveva torto: la Torre del Circolo era dall’altra parte del lago Calenhad, che bagnava anche le rive di Redcliffe, ma forse per Connor sarebbe stato troppo tardi.
Anche Sora si sentì a disagio in quella situazione. Lui meno di tutti sapeva quale fosse la decisione giusta da prendere.
Osservò il suo Keyblade, e maledisse il fatto che quel demone non fosse un Heartless, così lo avrebbe sconfitto facilmente e Connor sarebbe stato libero.
Il Keyblade…
Appena vi posò lo sguardo, ebbe come la sensazione che stesse vibrando, puntando verso Connor.
Rifletté. Poi ricordò.
Sì, sapeva cosa fare. O almeno sperava nella sua riuscita.
-Io offro una quarta opzione.- rivelò; l’attenzione fu rivolta a lui -Nel mio ultimo viaggio, ho subito più o meno la stessa sorte di Connor. I miei nemici, tra cui Xigbar, mi avevano imprigionato nel mondo dei sogni. Un po’ come appunto fanno i demoni con i maghi. Ma il mio migliore amico mi ha liberato, entrando nel mio cuore, grazie al Keyblade, e ha eliminato ciò che mi teneva prigioniero del sonno. Forse funzionerà anche per Connor.-
Isolde tirò un sospiro di sollievo; si mise in preghiera di fronte a Sora.
-Davvero si può fare? Oh, ti ringrazio, Creatore.-
-Puoi davvero entrare nei sogni delle persone con il Keyblade, Sora?- domandò Alistair, incuriosito.
-Mh, dipende. Il mio migliore amico ed io abbiamo un legame molto forte, per questo è risultato facile, per lui, entrare nel mio cuore. Ma Connor non lo conosco. Mi serve una persona molto legata a lui, per accedere nel suo cuore, di conseguenza nei suoi sogni.- osservò Isolde, porgendole una mano –Lady Isolde. Mi serve il vostro aiuto.-
Lei si alzò, quasi confusa.
-Il mio aiuto…?-
-Voi non avete mai smesso di credere in Connor.- spiegò il ragazzo, serio; non si era pentito delle sue parole di poco prima –Avete sempre avuto fiducia in lui, gli siete stata vicino, lo avete amato, avete pregato per lui. Forse è stato proprio l’amore che provate per lui a non farlo completamente sopraffare dal demone. Ci siete stata sempre voi a mantenere viva la luce dentro di lui, questo lo ha aiutato a resistere al demone e ogni tanto tornare normale. Il vostro amore è la chiave per entrare nei suoi sogni, Isolde. Vi chiedo di darmelo, per salvarlo.-
Sì, la speranza tornò in Isolde, che sentì la sua stessa anima alleggerirsi, come il suo cuore. Un’opzione senza violenza, senza uccisioni. Sì, era la cosa giusta da fare, per il bene di Connor. Ma dare l’amore di una madre…
-E cosa vuoi che faccia?-
-Datemi la mano.-
Timorosa, ma nello stesso tempo piena di speranza, Isolde strinse la mano di Sora; dopodiché, questi puntò il Keyblade verso Connor: la punta si illuminò, e un fascio di luce colpì il petto di Connor. Egli venne illuminato da una luce accecante: si aprì un portale. Un portale per l’Oblio. O per il suo cuore.
Sora sorrise, soddisfatto e sollevato: il suo piano aveva funzionato.
-Ecco, lady Isolde, quella è la via per il cuore di vostro figlio.- disse, sereno.
Anche l’arlessa sorrise, quasi in lacrime: era passato troppo tempo dall’ultima volta che aveva sorriso. Aveva quasi dimenticato persino il significato di “sorridere”. Le scappò persino l’impulso di abbracciare Sora, piangendo. Ma non di tristezza, ma di felicità. Era così felice da non avere la minima coscienza delle proprie azioni. La soluzione per salvare suo figlio. Di fronte a lei.
Sora si stupì, come il resto dei presenti. Non ricambiò nemmeno il gesto: era lì fermo, con la bocca spalancata e le braccia alzate.
-Grazie… grazie…- ringraziò lei, con un filo di voce.
Alla fine, persino il ragazzo cedette e le toccò le spalle, come gesto di ricambio.
-Dovere.- cercò di separarsi da lei –Ora è meglio entrare, prima che sia troppo tardi.-
-No, vengo anche io.-
-Anche voi?! No, Lady Isolde, è troppo pericoloso. Meglio se restate qui.-
-No, come madre è mio dovere salvare mio figlio. Voglio essere presente quando eliminerai quel demonio dal suo cuore!-
Il suo tono era fermo e deciso: impossibile dire di no.
-E non dimenticarti di noi.- aggiunse Paperino, avanzando con Pippo.
-Già, senza di noi saresti perso. Dopotutto, tre mezze calzette ne fanno una intera, ricordi?-
Sora osservò i suoi amici, sorridendo.
-Certo.- decise, annuendo; poi parlò ad Alistair, Teagan ed agli altri –Voi rimanete qui, per ogni evenienza. Se qualcosa uscirà da quel portale e non siamo noi, voi eliminatelo.-
Annuirono.
-Stai attento, Sora.- si premurò Leliana, preoccupata.
-E tu, Paperino…- aggiunse Morrigan –Se incontrerai il demone del desiderio, qualunque cosa ti dirà o proporrà, tu non accettare.-
-Ricevuto.-
Niente proteste, niente scene isteriche legate al suo essere permaloso. Un chiaro segno della gravità della situazione.
Sora, Isolde, Paperino e Pippo erano di fronte al portale.
-Bene, salviamo Connor!- annunciò Sora, per tirare su il morale del gruppo.
Erano tutti determinati a salvare Connor.
-Che il Creatore ci assista.- aggiunse Isolde, con la mano sul cuore.
Entrarono nel portale, venendo quasi accecati dalla stessa luce cui era stato circondato Connor.
Ma dalla luce, entrarono nel buio.
Isolde si guardò intorno, inquieta.
-Dove siamo? Questo non è l’Oblio?-
Non era l’Oblio: erano nella Stazione del Risveglio. E sotto di loro vi era una piattaforma di vetro colorato: il rosso era il colore dominante. La figura ivi raffigurata aveva un’aria serena e teneva gli occhi chiusi.
-Connor…?- fece Isolde, sempre più inquieta.
Insieme a Connor si potevano notare anche i volti di tre persone, in riquadri più piccoli: Isolde, Eamon e Teagan. Le tre persone più importanti per lui.
-Siamo nel cuore di Connor, Lady Isolde…- rispose Sora, anche lui quasi sorpreso di trovarsi lì. Non doveva entrare nel suo cuore, ma nei suoi sogni. Magari i due elementi erano collegati. Ma perché nella Stazione del Risveglio?
-Mamma?-
Dal nulla, la voce dolce di Connor. Infatti, lui era lì. A pochi passi dal quartetto, confuso, ma lieto di rivedere la madre.
Isolde, sollevata, corse da lui, abbracciandolo forte.
-Oh, Connor…! Figlio mio…- disse, sollevata nello spirito –Finalmente ti ho trovato…-
Connor ricambiò l’abbraccio.
-Mamma… finalmente sei qui… sapessi quanto ti ho aspettato…- aveva un tono strano; piatto, senza sentimenti; non sembrava nemmeno spaventato, tantomeno felice; qualcosa non andava.
-Sì, Connor… è tutto finito…- Isolde non si era posta alcun dubbio; le bastava aver visto suo figlio –Ora puoi tornare a casa.-
-Sì… casa… dove potrò finalmente tornare ai miei piani. Rivendicare Redcliffe e conquistare il mondo.-
Di nuovo quel tono agghiacciante. Il cuore della donna tremò.
I dubbi dei tre forestieri si rivelarono fondati; Sora, lesto, prese Isolde per un braccio, trascinandola via.
-Allontanatevi, Isolde!- avvertì, puntando il Keyblade verso “Connor” –Lui non è Connor!-
Anche Paperino e Pippo si misero in posizione.
Il bambino sorrise in modo malvagio. Il suo corpo tremò tutto: il demone del desiderio.
-Cos’è quell’affare?!- esclamò Isolde, mettendosi dietro i tre forestieri.
-Uno specchio per le allodole.- Sora non smetteva di puntare il Keyblade contro il demone -Con il solo scopo di farci abbassare la guardia e renderci prede facili.-
Senza aspettare, senza avere possibilità di dialogo, un fulmine colpì il demone, mentre tentava di aggredire Sora ed Isolde con i suoi artigli. Svanì nel nulla, come un’ombra nel buio. Paperino aveva lo scettro in avanti, con lo sguardo furioso e ansimando. Forse come sorta di vendetta personale per l’incubo di due sere prima.
Lo osservarono tutti, allibiti.
-Cosa?- fece, senza farsi prendere da rimorsi –Stava attaccando e io ho dovuto difendervi. Ehi, guardate!-
Una porta. Spuntata dal nulla.
-Credi sia un’altra trappola?- domandò Isolde, tornando ad essere preoccupata ed inquieta, ma ancora speranzosa e piena di fede.
-Di certo non scopriremo nulla restando qui.- rispose Sora, anche lui allarmato. Ma per salvare Connor dovevano andare avanti. Non avevano scelta.
Aprirono la porta. Verso l’Oblio. Verso i sogni di Connor.
 
   
 
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