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Autore: FrenzIsInfected    21/06/2019    2 recensioni
[Infected Rain]
Dal testo:
"- Tutto bene, Cataraga? - .
- Tutto bene, Vova. - .".
Quinta classificata al contest "Music is my best disaster" indetto da Soul_Shine sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Passerby
Paderno Dugnano, periferia nord di Milano, Italia.
9 Marzo 2019.
Slaughter Club.
16:00 circa.


Trying to taste the life.
Still being friend with the darkness.
Lost and confused.
I'm looking for a sign in my bag of failures.


Un bus nero a due piani si districava tra le tristi vie di Paderno Dugnano, cittadina dell'hinterland milanese. Svoltò parecchie volte, fino ad arrivare nel bel mezzo di una zona industriale. L'autista imboccò una via, controllò il navigatore, e parcheggiò il mezzo.
- Via Angelo Tagliabue. Il posto è questo. - annunciò.
I presenti sull'autobus si guardarono intorno.
- Ma dove cazzo siamo finiti? - .
La voce era di Gabriele, detto Rusty, cantante e chitarrista solista dei Klogr. Insieme a loro, un po' in disparte, c'erano un gruppo francese, i Dust In Mind, e, ovviamente, gli Infected Rain.
Vladimir guardò fuori dal finestrino. Intorno a loro, c'erano solo capannoni.
- Per chi suoneremo? Per gli operai delle fabbriche? - chiese, sarcastico.
- Vova, è domenica. Le fabbriche sono chiuse. - fece Emanuela, la fotografa del tour, che a Milano ci era nata e cresciuta.
- Qualcuno può andare a vedere se siamo veramente nel posto giusto? - domandò Xavier, il bassista della formazione francese.
Rusty, in compagnia di Federico, il batterista del complesso italiano, scese dal bus, iniziando a guardarsi intorno.
- Minchia, che posto triste. - sentenziò il batterista.
Qualche secondo dopo, un cancello si aprì, e ne uscì un ragazzotto con una maglia dei Metallica.
- Scusate, siete i ragazzi di uno dei gruppi che si esibiranno stasera? - domandò con aria non troppo sveglia.
Rusty fu sul punto di spalancare le braccia e rispondergli al vetriolo, ma alla fine optò per la via diplomatica.
- Sì, siamo noi. Gli altri gruppi sono sul bus. - .
Il ragazzotto annuì.
- Benvenuti allo Slaughter Club. - fece, nemmeno troppo entusiasta. - Potete pure iniziare a scaricare le vostre cose. Se uno di voi due mi segue, faccio un rapido giro della struttura. - .
Federico decise di seguire il ragazzo, mentre Rusty tornò sul bus.
- Siamo arrivati. - annunciò in inglese, per farsi capire da tutti.
Ognuno iniziò a prendere le proprie cose. Vladimir si avvicinò a Lena.
- Tutto bene, Cataraga? - .
Lei scosse la testa, tornando in sé. Annuì.
- Tutto bene, Vova. - .
La cantante moldava aveva vissuto un periodo di cambiamento, negli ultimi mesi. Il suo odio per i fan sembrava diminuito subito dopo la fine del tour autunnale, e, allontanandosi dalle scene, sembrava aver ritrovato la serenità perduta. Il periodo natalizio era stato prolifico: aveva deciso di aprire un profilo su Patreon e un canale YouTube, per parlare di lei e degli Infected Rain al mondo intero. Per l'occasione, aveva optato anche per un cambio di look: i suoi capelli variopinti lasciarono posto a una chioma rosso fuoco. Aveva avuto le prime adesioni da parte dei fan più affezionati, e ogni giorno gli iscritti ai suoi profili aumentavano.
Arrivato il nuovo anno, però, un avvenimento in particolare la fece tornare a mentire spudoratamente, come aveva iniziato a fare a Mantova.
L'uscita del video di Passerby.
I fan ne erano rimasti entusiasti, ed erano andati letteralmente in visibilio quando, insieme al video musicale, venne annunciato un tour europeo che sarebbe iniziato il primo giorno di Marzo, in compagnia dei Klogr, italiani, e dei Dust In Mind, francesi.
Ciò era bastato per risvegliare il lato oscuro di Lena.
Mirka aveva ovviamente detto tutto agli altri, che, però, non riuscirono a fare chissà quanto per aiutarla, visto che Lena, non appena si "trasformava" alzava delle barriere a malapena valicabili da Vladimir e Vidick.
- Siamo arrivati. Quando sei pronta, unisciti a noi. - .
La ragazza annuì, e Vova la lasciò sola, invitando Emanuela a fare altrettanto. Prese la videocamera con la quale, la sera prima, a San Donà di Piave, aveva intervistato sua madre, che era andata a vederla insieme alle sue sorelle, Anna e Rosa, per il suo canale YouTube.


Dear mom, I'm coming home!


La sera prima, nel tour bus


- Sono le ultime due domande, mamma. Resisti. - rise Elena.
Ludmila, sua madre, alzò le spalle.
- Va bene, tanto sono qui. - rispose, col suo accento dell'Est.
- Se potessi cambiare qualcosa di me, cosa cambieresti? - .
La donna rifletté qualche secondo.
- Niente. - disse, molto tranquillamente.
- No, dai! Davvero? - .
- No, in te niente. - .
- Sono bella e perfetta così? - .
- Credo di sì. Non devi cambiare. Vai avanti così, che vai bene. - .
Ah, mamma, se solo tu sapessi...
- Va bene! Ultima domanda... sei fiera di me? - .


I hope you are proud of me!


Ludmila restò di sasso.
- Oh, tesoro... - .
Lena rise, e le due si abbracciarono.
- Certo che sono fiera di te. E mi aspetto che andiate avanti, tutti voi! Anzi, sai che ti dico? - .
- Cosa? - .
- Quando sarò in pensione... vi seguirò a tutti i concerti! - .
Lena quasi non credette a ciò che aveva appena sentito.
- Davvero? - .
- Sì... a tutti i vostri concerti! - .
- Grazie, mamma. Ti voglio bene. - disse, abbracciandola di nuovo.

I don't know what is next, I dont' know what I want.


Lena lasciò cadere qualche lacrima. Sentì a malapena l'arrivo di Jennifer, la cantante dei Dust In Mind.
- Lena, tutto okay? I ragazzi stanno iniziando a preoccuparsi.- domandò, col suo accento francese.
La moldava guardò l'orologio. Aveva riguardato il video in loop per quasi un'ora.
Non rispose, limitandosi ad alzarsi e dirigendosi fuori dal mezzo. Uscendo, vide quattro ragazzi in lontananza che parlottavano guardandoli.
- Fan? - chiese.
- Sembra di sì. Sono arrivati da poco. - rispose la francese.
Lena aguzzò lo sguardo, e ne ebbe la conferma. Uno di loro aveva una t-shirt degli Infected Rain, quella raffigurante il volto di Lena con la scritta "Infected" in basso al centro, semi-coperta da una felpa degli Ankor. Non lo riconobbe, ma la testa le diceva che lo aveva già visto da qualche parte.
Era un perfetto sconosciuto, ma non riusciva a provare altro che odio per lui.
Il ragazzo, forse sentendosi osservato, abbassò la testa.


Haunted, haunted by fears.


Una settantina di persone erano arrivate allo Slaughter Club per vedere il concerto. I Klogr si erano presi il pubblico più esiguo, avendo suonato per primi, mentre i Dust In Mind se l'erano cavata egregiamente, riuscendo a scaldare abbastanza un pubblico non propriamente partecipe.
Nel camerino riservato al gruppo moldavo, c'erano Vidick, Eugene e Lena. La ragazza stava finendo di "allenare" le corde vocali, mentre i due parlottavano tra loro.
Sergei entrò con un'aria sognante, che non passò inosservata all'altro chitarrista.
- Che hai visto, Sergei? - domandò. L'altro si sedette, afferrando la chitarra.
- Tra il pubblico, in prima fila, c'è... c'è una ragazza con i capelli neri... io penso di essermi innamorato. - balbettò.
Vidick e Eugene risero a crepapelle.
- Non è finita qui. - aggiunse. - Si è accorta che la guardavo... e mi ha salutato. - .
I due ragazzi diedero delle pacche sulle spalle di Sergei complimentandosi con lui.
- Ehi, Elena, hai visto come acchiappa il nostro Ser... - .
Vidick si accorse di come la stava guardando, e il suo sorriso scomparve.
Lasciò Eugene in compagnia del minore dei fratelli Babici, e raggiunse la cantante.
- Lena, io... - iniziò.
- Non fa niente. - .
Il chitarrista abbassò lo sguardo.
- La situazione resta stabile? - .
- Purtroppo sì. - sospirò lei.
- Sbaglio, o ieri sera, tutto sommato, hai messo da parte questo tuo problema? - .
Durante il concerto a San Donà, il giorno prima, Vova e Sergei avevano interrotto il concerto per consegnare delle mimose a Lena. La ragazza, colta totalmente alla sprovvista, si era commossa, e li aveva abbracciati. Anche dopo la fine della loro esibizione, con i fan era riuscita ad essere la Lena di sempre, senza che alcun cattivo pensiero attraversasse la sua mente.
- E' vero. Ma mamma ora non c'è. Oggi è un altro giorno, stasera vedrò altre persone, e urlerò loro parole orribili... ma continueranno comunque a saltare e applaudire. - .
- E non potremo far nulla per fermarli. - sospirò Vidick.
Bussarono alla porta. Era Rusty.
- Ragazzi, tocca a voi. In bocca al lupo. - .
Eugene prese le bacchette, e uscì insieme a Sergei.
- Pensi di farcela? - chiese il chitarrista.
Lena annuì.
Non è vero, e lo sai.
- Passerà, lo so. - .



Passerby!
It hurts! It hurts every time!



Vidick recuperò la chitarra, e uscì dalla stanza. Lena lasciò il telefono tra le sue cose.
Niente storie su Instagram.
Niente sorrisi per i suoi cinquantamila followers.
Solo un silenzio, che significa solo una cosa: solo chi è tra il pubblico sa che gli Infected Rain stanno per esibirsi.
Vova li stava aspettando all'inizio della scalinata che li avrebbe condotti al piano inferiore, e, di conseguenza, sotto il palco.
Vidick mandò il segnale a Simeon, che anche stavolta li accompagnava in tour, e fece risuonare la loro intro.
Stavolta non c'erano teli che avrebbero coperto i loro movimenti. Tutti li avrebbero visti arrivare. L'effetto sorpresa non era fattibile allo Slaughter Club.
Il gruppo rimase per un minuto lungo la scalinata, nascosti agli occhi del pubblico, poi fecero i loro ingressi in scena.
Come al solito, Eugene salutò con non troppo entusiasmo il pubblico, appostandosi dietro le pelli. Vova e Sergei portarono il sorriso tra gli spettatori, e Vidick ipnotizzò tutti quanti con la sua chioma.
Stesso segnale, stessa canzone ad aprire i concerti: una mossa del plettro appena percettibile sulla chitarra di Vidick, e Fool The Gravity ebbe inizio.
Lena non aveva nessuna voglia di andare sul palco, ma il senso del dovere mosse le sue gambe verso lo stage, dove andò a recuperare il microfono. Quando fu il momento di cantare, però, si rese conto di una cosa.
Sul palco non era salita Lena Scissorhands, ma Elena Cataraga.
E, con essa, la rabbia e l'odio che covava nei confronti del pubblico.
  
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