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Autore: Flos Ignis    22/06/2019    2 recensioni
Storia ambientata alla fine della seconda stagione: Valentine e Sebastian sono morti, Lilith non è mai stata evocata e tutti gli eventi della terza stagione non sono avvenuti, sebbene in futuro potrei prenderne spunto.
L'ispirazione è giunta grazie alla puntata 2X05, in cui compare la strega Iris e la sua pozione, che consente alle donne shadowhunters di rimanere incinte dei demoni. Mi sono chiesta... e se non fosse stata solo Clary a berla?
Una storia d'amore che darà vita a una nuova generazione, una in cui il sangue degli angeli e quello dei demoni mescolato insieme sarà capace di rivoluzionare i vecchi pregiudizi di Cacciatori e Nascosti.
Dal prologo:
Non seppe di preciso cosa andò storto, ma doveva aver sbagliato qualcosa durante la preparazione, o non si spiegava il motivo per cui pochi secondi dopo si ritrovò piegato sul lavandino a rimettere tutto il contenuto del suo stomaco, sentendo dei tremendi conati che gli fecero girare la testa per svariati minuti.
Cosa diavolo gli stava succedendo?
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clary Fairchild, Isabelle Lightwood, Jace Wayland, Magnus Bane
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
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Preoccupazioni




Era stato un viaggio breve e silenzioso verso il loft del Sommo Stregone di Brooklyn, ormai più spesso additato come casa di Magnus e Alec.

Il Cacciatore faceva avanti e indietro dall'Istituto, ma ormai erano rarissime le notti che non dormivano insieme nell'appartamento dello Stregone, tanto che l'arciere aveva iniziato a considerarla casa molto più del luogo che per logica veniva considerata la casa di tutti gli Shadowhunter lontani da Idris.

Si tennero per mano per tutto il breve tragitto dall'uscita dell'ospedale, evitando come consigliato da Catarina di utilizzare un portale.

Non dissero nulla, troppo sconvolti dall'intensa mattinata, troppo emotivamente provati per trovare la forza di fare qualsiasi cosa.

Fu per questa ragione che Magnus, dopo essersi chiuso il portone alle spalle e aver rialzato le barriere che li tenevano al sicuro, trascinò il compagno nella loro camera da letto con una sola intenzione ben chiara in mente.

Alec lo guardava, i segni del mancamento di poche ore prima sbiaditi ma ancora presenti sul suo volto, gli occhi stanchi ed emozionati chiedevano cosa avesse in mente.

-Le parole e qualsiasi altra decisione le rimandiamo a domani, va bene Fiorellino? Adesso devi riposarti e riprendere forze e lucidità.-

Gli diede un bacio talmente lieve che Alec lo percepì come la pressione di una piuma sulle labbra, dolce e morbida. Avrebbe desiderato approfondire quel contatto, ma vedeva che anche Magnus aveva bisogno di riposo e di stare un po' solo con i suoi pensieri.

Lo capiva, lo capiva assolutamente... Tutte le certezze più logiche e basilari delle loro esistenze erano state ribaltate in poche ore e di lì a pochi mesi avrebbero dovuto affrontare una sfida enorme, la più grande delle loro vite: avere un figlio.

Perciò si lasciò spogliare della tenuta da caccia che indossava ogni mattina appena sveglio come buona abitudine, anche nei suoi rari giorni liberi, per poi rabbrividire quando lo stregone rimosse i suoi stessi abiti e portò entrambi sotto le lenzuola rosse del letto che condividevano.

Gli occhi felini che Alec tanto amava ricomparvero nel momento stesso in cui le dita inanellate si posarono sul suo ventre ancora piatto, troppo emozionato per contenere il glamour che nascondeva il suo marchio da stregone.

Sentendolo vicino come non mai nelle emozioni che condividevano, intrecciò le loro mani, stringendo la presa per aggrapparsi a lui e alla sua solida presenza al proprio fianco, azione che venne ricambiata dall'altro, che se lo tirò contro affinchè fossero più a contatto possibile, la pelle caramellata di Magnus che riscaldava quella più pallida e fredda di Alec.

Si rilassarono entrambi grazie a quel costante percepirsi, per poi lasciarsi andare ad un sonno ristoratore da cui si sarebbero svegliati solo l'indomani, a mente più fresca e pronti a progettare il loro futuro, nel bene e nel male.




Per la seconda volta in due giorni, a svegliare il Cacciatore fu l'assenza di calore al suo fianco durante il sonno.

Si stropicciò gli occhi, confuso, cercando di ricordarsi se Magnus lo avesse avvertito di qualche impegno per quella mattina, ma tutto ciò che gli veniva in mente, mentre abituava gli occhi chiari alle pur fievoli prime luci dell'alba, era il fatto che il giorno prima era crollato a letto insieme al fidanzato dopo che...

Si mise seduto di scatto, portandosi entrambe le mani alla pancia, un principio di panico a ghermirlo, un po' per il suo essere solo dopo una notizia tanto sconvolgente, un po' perchè ricordarsi di essere incinto quella mattina era stato quasi come scoprirlo per la prima volta.

Per l'Angelo!

Il giorno precedente era stato troppo occupato a essere felice e a gestire l'enormità di quanto gli stava accadendo, ma in quel momento fu investito da tutte le preoccupazioni che aveva relegato in un angolino silenzioso di se stesso per godersi quel piccolo miracolo.

Catarina non aveva spiegato più di tanto cosa gli fosse successo a causa della pozione che aveva assunto, ma solo il risultato finale, ovvero che aspettava un figlio.

Ma questo lo stava trasformando una donna? Cosa doveva aspettarsi? Il bambino stava bene? E come diavolo avrebbe fatto a spiegare la situazione ai suoi genitori? E il Conclave, avrebbe preso provvedimenti di qualche genere? Avrebbero tentato di analizzarlo, di portargli via il bambino appena nato?

NO!

Si rinchiuse ancora di più in se stesso, posizionandosi come il giorno prima con la testa nascosta tra le ginocchia piegate, con la sensazione di un attacco di panico imminente.

Non voleva questo per il suo bambino, non ora che aveva avuto una speranza di una famiglia con Magnus.

Per l'Angelo, dove sei Magnus?

Emise un urlo strozzato, a metà tra la frustrazione e il panico che gli premeva sempre di più sui polmoni rendendogli difficoltosa la respirazione.

Il suo bambino sarebbe nato in un mondo ostile, da una coppia ancora malvista dalla loro società e, come se tutto ciò non bastasse, sarebbe stato con ogni probabilità il primo e unico di una razza completamente nuova e diversa.

E lui sapeva bene come veniva trattato il diverso...

Un nuovo urlo, la disperazione che andava a mischiarsi con panico e frustrazione, l'ignoto che lo spaventava gli sembrava così imminente e difficoltoso...

-Alexander! Cosa succede?-

Fu la voce del suo stregone ad arginare il terrore che aveva preso a scorrergli nelle vene insieme al sangue, ma solo un po'.

-Il bambino...- fu solo un sussurro, ma l'altro lo sentì e anche la paura nella sua voce aumentò.

-Cosa intendi dire? Stai male? Ti fa male la pancia?-

Lui scosse la testa, incapace di parlare, ma alzò la testa per mostrare il puro panico che aveva preso dimora nella sua mente. Stese una mano per chiamarlo vicino a sè e quello non esitò nemmeno per un secondo, si sedette alle sue spalle per poi fargli poggiare la schiena al suo petto, tirandoselo tra le gambe cercando di sciogliere la sua rigida posizione difensiva.

Il profumo di sandalo del suo uomo e il calore della sua pelle riuscirono nell'impresa, Alec appoggiò all'indietro la testa sulla spalla sinistra di Magnus, intrecciando le loro mani dove sarebbe cresciuto il loro bambino nei prossimi mesi e stese le gambe, sentendosi finalmente al sicuro grazie alla sua vicinanza.

-Grazie...-

-Ti senti meglio ora, Alexander?-

-Sì, molto.-

-Cosa ti stava succedendo?-

-Ho iniziato a pensare...- il corvino era stato piuttosto vago, ma non sapeva bene da dove iniziare e non voleva rovinare il bel momento insieme che stavano vivendo.
-Quando la tua bella testolina si mette in moto, di solito un granello di sabbia diventa una montagna, tesoro.-

Alec si corrucciò: -Mi stai dicendo che sono stupido?-

-Non dire sciocchezze, non l'ho mai pensato nemmeno per un istante, Alexander! Intendevo dire che hai il cuore troppo grande per il tuo stesso bene: ti preoccupi immensamente per chi ti è vicino e per chiunque ritieni sotto la tua responsabilità, dunque inizi a rimuginare sui problemi, rendendoli nella tua testa sempre più gravi di quanto poi si dimostrano.-

-Mi piace essere preparato al peggio, è questo che ha tenuto in vita me e i miei fratelli in missione. Non vedo cosa ci sia di male.-

-Nulla, in missione. Ma di male qualcosa c'è, ovvero che non riesci a goderti e rapportarti normalmente con la vita al di fuori del tuo lavoro, mio prode soldato.-

Gli diede un bacio sulla tempia come rassicurazione, per non fargli pesare quella che non intendeva certo come una ramanzina, ma temeva che l'altro non l'avrebbe presa troppo bene.

Invece, come ogni giorno da quando si era innamorato di quello straordinario Nephilim, Magnus Bane, al mondo da più di quattrocento anni, si sorprese.

-Ecco perchè ci sei tu con me. Per insegnarmi a vivere la vita, e non avrei mai iniziato a farlo se non mi fossi innamorato di te. Ero destinato a trovarti, Magnus.-

Alec ricambiò la dolcezza del fidanzato dandogli un lieve bacio sul collo, sentendo così i suoi battiti accelerare e le labbra tendersi in un dolce e commosso sorriso, che decise di nascondere coinvolgendolo in un bacio mozzafiato, tutto lingua e denti e labbra fameliche, mentre lo stringeva sempre di più a sè, attento però a non premere sulla pancia del suo ragazzo, cosa che non mancò di notare.

-Giusto per sapere, hai intenzione di essere sempre così delicato da qui ai prossimi sette mesi e mezzo?-

-Finchè non avrò una certezza adamantina su cosa il tuo corpo può o non può sopportare, da oggi in poi sarà mia premura fare in modo che niente possa nuocere a nessuno di voi due.-

E nonostante Alec avesse capito che dietro quelle parole si nascondeva la possibilità di essere recluso in quella camera per i prossimi mesi, non riuscì a non sorridere davanti a tanta dolcezza.

"Voi due"... Suonava così strano, ma anche così giusto e meraviglioso che non riuscì a non commuoversi un po'.

-Allora sarà meglio chiamare Cat, potrà informarci di tutto, o almeno spero... è una situazione completamente nuova per... tutti.-

Alec tornò ad adombrarsi pronunciando quelle parole, ricordando le preoccupazioni da cui il suo compagno era riuscito a distrarlo, ma di nuovo venne interrotto dalle sue peggiori elucubrazioni da un gesto di Magnus, che spedì una scintilla di magia a recuperare un vassoio contenente un vasto assortimento di cibi e bevande che venne posato sulle gambe del minore.

-Ero andato a prepararvi la colazione, prima che gli ingranaggi del tuo cervello iniziassero ad elaborare scenari apocalittici. Non bisognerebbe mai preoccuparsi di nulla a stomaco vuoto, tesoro.-

Gli regalò un sorriso smagliante e un buffetto al naso, seguito subito dopo da una carezza impalpabile al suo stomaco che gli sciolse il cuore.

Decise di dargli retta, se non altro perchè sapeva che anche il suo compagno era preoccupatissimo, o non sarebbe mai riuscito a svegliarsi prima di lui, che apriva abitualmente gli occhi all'alba, dormiglione com'era.

Iniziò a mangiare, decretando che se davvero avrebbe dovuto comprendere i rischi e i problemi che li aspettavano nella loro reale gravità, tanto valeva farlo dopo l'abbondante colazione che gli aveva portato il suo amorevole fidanzato.

Aggrottò però le sopracciglia, perplesso, mentre addentava un cornetto al cioccolato.

-Magnus, hai scordato il caffè.-

-Niente caffè per te fino a nuovo ordine del medico, dolcezza.-

-Cosa?-

Alec sbuffò, certo che si sarebbe dovuto sorbire una valanga di accortezze da lì in avanti dal suo pluricentenario fidanzato, che fossero gradite o meno.

Sospirò, ma poi sorrise. Era bello avere qualcuno che si curasse così di lui. No, di loro.

Era il motivo per cui il suo preoccuparsi sempre per tutti gli altri gli era diventato meno gravoso, meno terrorizzante anche.

Perchè ora erano in due a condividere ogni cosa, anche le paure.



  
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