Always
“Stay with me… until the end”
“Not until the end... always.”
“Always, then.”
Da quando era lì?
Ore, minuti, giorni… non lo sapeva. Non sapeva più niente ormai… solo una cosa
era certa: Voldemort era tornato, e Sirius aveva pagato con la propria vita un
suo errore. Un errore che Harry Potter, il Bambino Sopravvissuto, non avrebbe
MAI dovuto commettere: dare ascolto al suo peggior nemico, alla sua “voglia di
fare l’eroe”. Il tutto per una stupida profezia… che lo avrebbe segnato per
sempre. Vittima o carnefice, quello era il suo destino. Inconsciamente, aveva
innalzato una barriera tra lui e gli altri, aveva volutamente cercato di
isolarsi dal mondo circostante, da tutta quella gente che non poteva capire
quello che stava provando. E poi… lo aveva fatto anche per proteggerli. Perché non
soffrissero troppo. Perché non rischiassero troppo. Già troppa gente aveva
pagato con la propria vita per proteggerlo, e… semplicemente non poteva
accettarlo.
E allora perché
era alla Tana? Forse perché da lì avrebbe potuto sapere di un eventuale attacco
di Voldemort più facilmente, o forse perché non voleva dare un dispiacere alla
signora Weasley non accettando l’ invito… “Ma falla finita…” disse una vocina
nella sua testa. “Ammettilo che ti mancano…” Già, era vero. Gli mancavano Ron e
Hermione, gli mancava il suo mondo… e poi gli mancava lei. Non riusciva a
crederlo possibile, ma dopo la notte dell’ attacco al Ministero della Magia
neanche un mese e mezzo prima, aveva smesso di vederla come la semplice
sorellina di Ron, ma come una persona… come una donna – e che donna, si ritrovò
a pensare. Da quasi un mese e mezzo la maggior parte dei suoi pensieri andava a
lei, a quella piccola donna che non aveva esitato un solo istante a seguirlo e
a sfidare dieci Mangiamorte solo per aiutarlo. E aveva rischiato anche lei la
sua vita, per lui… ma non doveva
accadere più. Lui doveva far sì che stesse bene, che fosse protetta, perché…
Perché lui desiderava proteggerla, con tutte le sue forze. Perché voleva
trovarla lì, a sorridergli, se fosse riuscito a sconfiggere l’Oscuro Signore.
Voleva trovare tutti… Voleva che vivessero la loro vita e che morissero dopo
aver realizzato i loro sogni… non così. Era per il loro bene che lui aveva
deciso di allontanarsi. Forse avrebbero capito un giorno…
- Disturbo?- la
voce di Ginny interruppe i cupi pensieri del ragazzo, seduto vicino il laghetto
della Tana.
- Come hai fatto
a trovarmi?-
- Beh, chiamalo
intuito femminile, se vuoi. Questo era il mio posto preferito quando da piccola
volevo pensare… e anche quando volevo stare un po’ da sola. La mia famiglia sa
essere molto ficcanaso a volte, sai?-.
Harry ridacchiò.-
Ehm… Come va con Dean?-
Ginny si finte
affranta.- Oh, mi ha lasciato…- disse, con l’aria di un’eroina tragica.- No,
scherzo. Non c’è mai stato niente, in realtà. Era solo per far arrabbiare il
caro Ronnie. -.
E poi, l’unico che amo sei tu…
Harry
inconsciamente tirò un sospiro si sollievo. Da quando faceva simili pensieri su Ginny? “E’
fuori discussione… levatela dalla testa amico, la faresti solo soffrire…”
Rimasero un bel
po’ in silenzio, l’una affianco all’altro, ad osservare i raggi del sole
infrangersi sulla superficie liscia dello specchio d’acqua. Harry si sentiva
bene, come se solo con la sua presenza, la ragazza fosse in grado di
alleggerire il peso dei suoi pensieri. Era tutto diverso da quello che aveva
provato per Cho… qui non c’erano stomaci sottosopra o gole secche… Solo un gran
senso di pace. Sospirò sonoramente, senza accorgersene.
- Qualche
problema, Harry?-
“Miliardi di
problemi…” – No, non preoccuparti… mi dà solo un po’ fastidio la cicatrice,
ecco tutto.-
- Beh, di questi
tempi penso sia normale, dopotutto… no?- disse la ragazza cupa, voltandosi
verso Harry.
Il ragazzo si
ritrovò a specchiarsi nei grandi occhi di Ginny. Quegli occhi così dolci… gli
stavano chiedendo tacitamente di fidarsi di lei. E lui non voleva altro che
aprirle il suo cuore…
- Gin, io… ho
ascoltato la profezia, sai?-.
- Ma… non era
andata perduta?-
- Silente la conosceva.
Me l’ha rivelata lui, la mattina dopo l’attacco…- si fermò per un attimo.
Trasse un profondo sospiro e continuò.- Ginny, io… la profezia diceva che uno
di noi… dovrà morire.- Lei lo guardò per un attimo stupita, poi la sua
espressione si fece dolce. Non triste, non disgustata… dolce.
- Immagino che
per te non sia stato facile, come non lo sia tuttora.- Socchiuse gli occhi,
prendendo un lungo respiro prima di continuare. – Io posso solo immaginarlo
però, non so cosa tu stia provando in questo momento. Ma vorrei capirlo, Harry.
Vorrei aiutarti a sopportare quello che hai dentro… anche Ron ed Hermione
vorrebbero…-.
Harry la
interruppe.- Ti hanno mandato loro?-
Ginny fece un
sorrisetto.- Beh, sì e no… si vede dalle loro facce che sono preoccupati per
te! E’ già un miracolo se li saluti la mattina…- abbassò il viso quando sentì
gli occhi verdi di Harry posarsi su di lei inquisitori. – Non mi hanno mandato
loro a parlati, fidati! Lo farebbero loro, se non fossero così occupati a
litigare tra di loro! Harry… non allontanarti da noi…-
- Io devo farlo…
Se state con me rischierete sempre la vita… E io non voglio che qualcun altro si
debba sacrificare per me… Di nuovo.
- Harry, non puoi
decidere di allontanarci! Noi ti stiamo vicino perché ti vogliamo bene e faremmo
tutto per te, ormai fai parte di noi! Tu stai semplicemente rifiutando di
amare, per paura di soffrire!-.
- TU NON
CAPISCI!- sbottò Harry alzando la voce, voltandosi a guardarla con gli occhi
che mandavano saette.- Nessuno può capire! I miei sono morti, Sirius è morto!
Hermione e Ron stavano per fare la stessa fine… e anche tu stavi per morire, te
lo ricordi?! Tutto per quello stronzo di Voldemort! Tutti quelli che mi sono
vicini sono in pericolo, lo capisci? Io devo stare da solo!- D’improvviso sentì
due braccia delicate che si stringevano intorno ai suoi fianchi.
- Tu non sei
solo, mettitelo in testa Harry! Hai un sacco di persone che ti vogliono bene, e
che farebbero di tutto per te, che tu lo voglia o no… quindi smettila di
incolparti di tutto…- gli disse Ginny dolcemente.
Lui le appoggiò
la testa sulla spalla, inspirando il suo profumo.- Ginny… io potrei diventare
un assassino.-
- Per me sarai
sempre Harry, la meravigliosa persona che farebbe di tutto per le persone a cui
tiene.- continuò Ginny con lo stesso tono dolce, accarezzandogli dolcemente i
capelli corvini perennemente arruffati.
Harry diede
finalmente sfogo a tutti i sentimenti negativi che lo attanagliavano dalla
morte di Sirius. Calde lacrime sgorgarono piano dai suoi occhi verdi, bagnando leggermente
la veste della ragazza. Per un po’ rimase in silenzio, ascoltando il battito
regolare di Ginny, e finalmente si calmò. Si risedettero entrambi sull’erba, e
Ginny fece appoggiare la testa del ragazzo sul suo grembo, continuando ad
accarezzarla dolcemente.
- Silente… lui ha
detto che io ho qualcosa che Voldemort non ha… qualcosa che mi servirà a
sconfiggerlo.- disse dopo un po’ Harry, guardando un punto indefinito
all’orizzonte.
- Silente ha
ragione, Harry, quando dice che hai qualcosa che V-Voldemort non ha… tu hai il cuore, Harry. Sei pieno di sentimenti, pieno d’amore… ed è per questo che non puoi
tagliarci fuori, non puoi chiuderti in te sesso… non puoi impedirti di amare,
perché sennò diventeresti come lui, un mostro senza cuore.-
Harry non rispose.
Si lasciò cullare dalle carezze della ragazza ancora per un po’, riflettendo
sulle parole che gli aveva appena detto. Ginny aveva
il potere di alleviare il suo dolore semplicemente col tocco di una mano. In
quelle carezze poteva percepire chiaramente tutto l’ affetto
della ragazza, non potendo fare a meno di sentirsi meglio. Che fosse quello l’ amore?
...Sometimes everything is wrong. Now it's time to
sing along
When your day is night alone, (hold on, hold on)
If you feel like letting go, (hold on)
When you think you've had too much of this life, well
hang on
'Cause everybody hurts. Take comfort in your friends
Everybody hurts. Don't throw your hand. Oh, no. Don't
throw your hand
If you feel like you're alone, no, no, no, you are not
alone...*
Non poteva
crederci. Harry le aveva appena aperto il suo cuore. Non
era andato da Ron o da Hermione, ma si era sfogato con lei, Ginny, la piccola
della situazione. E lei… lei avrebbe fatto di tutto
per poter alleviare il dolore che il ragazzo provava in quel momento. Harry
gliel’aveva permesso. Si fidava di lei, e Ginny non poteva deluderlo. Doveva stargli vicino… dio, lo amava così tanto… avrebbe
fatto qualsiasi cosa per lui.
- Gin, tu… tu hai
paura?- le chiese d’improvviso il moro, voltandosi a guardarla.
- Finchè so che ci sei tu accanto a me pronto a proteggermi,
no.- gli rispose lei sinceramente, arrossendo un po’.
Gli occhi di
Harry tornarono a fissare un punto imprecisato nel vuoto.- Io invece ho paura, sai Gin? Ho paura di non riuscire a fare tutto
quello che ci si aspettano da me… ho paura di deludere
tutti…-
- Tu non mi deluderai mai, Harry James Potter!- gli
disse improvvisamente lei, intensamente.- Sii un po’ più sicuro di te,
per Merlino!-
Harry si voltò
sorpreso verso Ginny, che aveva un sorriso furbo stampato sulla faccia.- Ah, e
così io non avrei fiducia in me stesso, eh? Questa me
la paghi!- nonostante tutto, sul suo volto era comparso
un sorriso e nei suoi occhi era scomparsa l’aria cupa degli ultimi giorni,
sostituita da un guizzo divertito mentre prendeva la ragazza per i fianchi e
cominciava a farle il solletico.
- No, basta… ti
prego!- diceva lei tra le risa, ma Harry non la smise, anzi. La ragazza fece un
movimento brusco e i due persero l’equilibrio, finendo l’uno sull’altra tra l’erba.
Si guardarono negli occhi per un lungo istante, specchiadosi
l’uno nello sguardo dell’altra.
Harry,
inconsciamente, alzò la sua mano e la portò sul viso di lei…
Dio, quanto era bella. Aveva i capelli rossi sparsi sul prato, gli occhi
castani ridenti e le guance arrossate… e la bocca, era così invitante… quanto
voleva baciarla…
“Avanti, Harry,
baciami…” si ritrovò a pensare la rossa. Quando la mano di
Harry si posò delicatamente sul suo viso, il cuore di Ginny perse un battito.
Se possibile, si fece ancora più rossa dei suoi
capelli, quando vide il viso di Harry farsi più vicino… Si fermò a pochi
centimetri di distanza dalle sue labbra, - E se…- mormorò.
-Harry… pensa al
presente.- gli rispose lei, azzerando la poca distanza
che c’era tra le loro bocche.
Ormai avevano del
tutto perso la cognizione del tempo. Erano lì sull’erba a baciarsi; sembrava
come se non avessero fatto altro per una vita intera. Dopo quello
che sembrò un tempo infinito, si staccarono a fatica, per carenza di ossigeno.
-Ginny, io…provò
a dire il ragazzo, rosso di imbarazzo, ma la ragazza
lo fermò.
- Shh… non dire niente, Harry. Va bene
così, davvero.- gli rispose lei un po’ triste, accarezzandogli la
guancia. – E’ stato un momento, tutto qua. Ci siamo lasciati trasportare dalla situa…- Ma non finì la frase, perché il ragazzo la baciò di
nuovo.
Le labbra di
Harry si muovevano dolci su quelle della ragazza. Ginny, inizialmente spiazzata
da quel bacio, presto rispose con tutta sé stessa, mettendoci tutto l’amore che
provava per il ragazzo.
- Ho bisogno di
te, Gin. Non so quando l’ho capito, ma l’importante è che l’ho capito. Gin… io
credo di amarti.- le disse dolcemente, quando si
staccarono di nuovo.
- Harry James Potter… ALLA BUONORA!- gli rispose lei sorridendo. –
E’ una vita che ti aspetto…-
Lo sguardo di
Harry si fece improvvisamente serio.- Ginny… promettimi che sarai con me fino
alla fine.-
Lei gli sorrise e gli allacciò le mani dietro la nuca.- Non fino
alla fine, Harry.- gli sussurrò poi.- Per sempre.-
Harry si chinò a baciarla di nuovo.- Per sempre, allora.- le disse
intensamente. Entrambi si sorrisero. Era tutto così
perfetto… il tramonto, il lago, Ginny, Ron che correva come una furia verso di
loro… Un momento. Ron?!
- POTTER! LEVA
SUBITO LE MANI DI DOSSO A MIA SORELLA!!!-
Fine
Disclaimer: ovviamente, i personaggi di questa fic appartengono a quel gran genio della Rowling…
* Everybody hurts, REM