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Autore: G RAFFA uwetta    01/07/2019    5 recensioni
Giovanni e Daniele non avevano compreso che la Vita era un Dono finché lei non aveva preteso la loro attenzione.
Non era stato facile venire a capo del groviglio che era la loro esistenza, ma la reciproca vicinanza aveva reso più semplice l’accettazione. Perché si sa, quando si ama ogni ostacolo non sembra più così insormontabile.
Attraverso alcuni episodi conosceremo un po’ della loro storia.
Questa sarà una raccolta disomogenea.
Le flash partecipano al contest ‘Il contest del Simbolismo’ indetto da Arianna.1992, rilevato da Little_Rock_Angel5 sul forum e si sono classificate al primo posto.
La oneshot 'Il vuoto nel cuore' si è classificata seconda al contest 'OUT & PROUND – Originali e Fanfiction’ indetto da Nuel2 sul forum.'
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un amore nato dal caso



Il vuoto nel cuore



Per colmare un vuoto devi inserire ciò che l’ha causato. Emily Dickinson.



Le vie della città erano invase da una folla multicolore, da grida festanti, musica ad alto volume e striscioni stesi tra un carro e l’altro inneggianti all’amore e al rispetto.

Da un folto gruppo di motociclisti fasciati in aderenti tute nere, sbucò una giovane ragazza lentigginosa. Dietro di lei arrancava un uomo tarchiato che teneva una telecamera in bilico sulla spalla.

«Seguimi!» urlò la giornalista mentre trafficava con il registratore agganciato in vita; era un modello superato, di quelli con il microfono attaccato al filo. «Voglio intervistare quel ragazzo laggiù.» E, con passo spedito, uscì dal corteo per fermarsi davanti a un negozio di scarpe.

«Ciao!» esordì con un sorriso smagliante. «Già stanco di questa confusione? Cosa ne pensi del Pride di quest’anno? Cambieresti qualcosa? Ritieni che i politici si occupino a dovere dei diritti degli omosessuali? Cosa vi manca per sentirvi uguali?» sparò a raffica. Nella fretta, quasi ficcò il microfono nel naso a un bel ragazzo dagli straordinari occhi viola.

«Cosa ti fa credere che faccia parte di tutto ciò?» rispose accigliato l’interpellato, sventolando la mano.

«Oh, scusa. Ecco, io credevo...» balbettò la ragazza, fissando il foulard iridato che teneva al collo. Davanti all’espressione confusa della giornalista, il giovane scoppiò a ridere di gusto.

«Perdonami, è stato più forte di me.» Le sorrise porgendo la mano. «Mi chiamo Giovanni, sono gay e, una volta arrivato il mio compagno, ci tufferemo tra la folla.»

«Stupido!» proruppe confidenzialmente, dandogli un buffetto sul braccio come punizione per lo scherzo subito.

«Sono ancora valide le domande?» chiese Giovanni strizzando l’occhio. Al cenno positivo continuò. «Personalmente? Tutto questo non mi interessa. Nella mia vita, non ho mai avuto bisogno di identificarmi, di appartenere ad un gruppo piuttosto che ad un altro. Ho sempre fatto quello che mi pareva più opportuno, o per lo meno, che mi dava più profitto. Meravigliata? Come darti torto.»

«Quindi, se non credi nell’utilità del Pride, cosa fai qui? Sei uno dei tanti pacati curiosi che aspettano che altri risolvano i problemi?» La ragazza fletté le labbra in una piega amara e gli occhi le si adombrarono, persa in chissà quali ricordi. Giovanni sorrise.

«Guarda che non condanno o disprezzo le varie comunità gay, anzi: sono qui per sostenere Daniele, l’uomo che amo. Vedi, lui è uno dei molti a cui la società ha calpestato la dignità, e, per società, intendo tutto ciò che celebra l’omofobia: leggi, religione, famiglia, prospettive di vita, lavoro.»

«Sai, Daniele è un ragazzo d’oro, eppure i suoi genitori l’hanno bollato come un diverso. Nemmeno si sognano quanto amore ha donato a chi ha avuto la fortuna di incontrarlo. Del bene che si prodiga a fare fino ad annullarsi. No, per loro è solo uno sbaglio, un aborto.» quasi ringhiò. Mise una mano tra i capelli scuri e fece un profondo respiro per calmarsi.

«Il loro rifiuto ha creato un vuoto nel suo cuore e lui l’ha colmato entrando a fare parte della comunità gay. Non c’è niente di male, in questo, ma nel profondo del suo animo pensa ancora di essere sbagliato. Invece, sono coloro che non l’hanno accettato ad essere imperfetti

In quel momento un ragazzo trafelato li raggiunse. «Amore, scusa il ritardo.» Giovanni si illuminò e strinse a sé il nuovo venuto.

La giornalista si spostò lievemente per lasciare loro un po’ di intimità. Sentendo un sordo brontolio, alzò gli occhi al cielo per scoprire che, nel frattempo, si era annuvolato.

«Piero, togliamoci dalla strada prima che si scateni il temporale.» L‘uomo grugnì il suo assenso. Una volta raggiunto l’androne di un palazzo, si girarono verso la folla che aveva preso a sciamare composta, disperdendosi tra le vie verso i mezzi di trasporto cittadini. Con la coda dell’occhio la giornalista scorse la coppia che rideva felice sotto la pioggia che aveva preso a cadere insistente. Diede una pacca al suo compare e gli disse:

«Riprendili, sono fantastici. La giusta conclusione per questa giornata piena di amore.»

Piero immortalò il bacio appassionato che Giovanni e Daniele si stavano scambiando incuranti di tutto.



Il cielo era un cumulo disordinato di nubi grige che il vento sferzante spostava a proprio piacimento. Scrosci d’acqua improvvisi fendevano l’aria rendendo lucido e pulito il paesaggio. L’umidore del terreno si miscelava perfettamente con quello più dolce delle piante in fiore. Un placido ruscello scorreva lento tra i campi pezzati di marrone, giallo e verde.

Dietro il vetro socchiuso della camera, una giovane ragazza era china su una scrivania.

Celeste, capelli ramati trattenuti da una matita in uno sgraziato chignon, labbro stretto tra i denti canditi, una mano pallida distesa sul foglio, era indaffarata a scrivere con la sua calligrafia minuta, imbrattando di verde la superficie bianca.



Caro, Daniele.

Che banalità iniziare una lettera così, ma mi manchi.

Sono anni che cerco di...



Proprio in quell’istante la porta si aprì ed entrò suo padre.

«Cosa stai facendo chiusa in camera?» chiese. Poi, i suoi occhi si posarono sul giornale e l’espressione divenne glaciale. In due falcate raggiunse la ragazza e le scoccò uno schiaffo sulla guancia.

«Come ti sei permessa? Come hai osato?» disse indignato.

«Non puoi impedirmi di amare mio fratello!» urlò Celeste. L’uomo si ritrasse come scottato, artigliò il giornale e lo fece a pezzi. Voltò le spalle alla figlia e uscì sbattendo la porta.

Celeste guardò a lungo l’uscio chiuso. Non le era sfuggito il tremore delle braccia del padre e l’indecisione prima di afferrare il quotidiano, gli occhi farsi malinconici davanti all’evidente espressione felice di Daniele e la piega amara della sua bocca.

«Forse un rimedio c’è,» disse cospiratoria. Alacre, radunò davanti a sé i pezzi di carta, li distese e raccolse i frammenti della foto che ritraeva Daniele e il suo compagno. Delicatamente li pose all’interno di una busta vuota.

«Domani scendo in paese e la spedisco.» Sorrise furba. E finalmente tornerà tutto come prima, pensò fiduciosa.





Note dell’autrice: La famiglia dovrebbe essere il luogo più sicuro dove crescere circondati dall’amore.

Daniele viene da un mondo pieno di pregiudizi che ha scavato un solco nel suo cuore, un vuoto che ha colmato come ha potuto.

In soccorso, sono giunte due persone speciali: Giovanni, il suo compagno, che gli riempie le giornate dimostrando tutto il suo amore. E Cecilia, sua sorella, che, con un espediente, cercherà di ridargli ciò che crede perduto.

Sebbene in modi differenti, entrambi hanno dimostrano di tenere a lui.

Questa storia partecipa al contest ‘OUT & PROUND – Originali e Fanfiction’ indetto da Nuel2 sul forum.

Buona lettura e i commenti sono graditi.

Ulteriori note: Questa storia l’ho inserita in una raccolta ideata per il contest ‘Il contest del Simbolismo indetto da Arianna.1992 sul forum.

Anche se non partecipa al suddetto concorso, mi sono presa la libertà di usare uno dei simbolismi in elenco: cane/devozione. Inoltre, al fine di sottolineare che partecipa solo a un contest, ho deciso di creare un nuovo banner.

Disclaimer: l’immagine non è mia ma appartiene agli aventi diritto: il-vu...lanima.jpg.

   
 
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