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Autore: Flos Ignis    07/07/2019    3 recensioni
Storia ambientata alla fine della seconda stagione: Valentine e Sebastian sono morti, Lilith non è mai stata evocata e tutti gli eventi della terza stagione non sono avvenuti, sebbene in futuro potrei prenderne spunto.
L'ispirazione è giunta grazie alla puntata 2X05, in cui compare la strega Iris e la sua pozione, che consente alle donne shadowhunters di rimanere incinte dei demoni. Mi sono chiesta... e se non fosse stata solo Clary a berla?
Una storia d'amore che darà vita a una nuova generazione, una in cui il sangue degli angeli e quello dei demoni mescolato insieme sarà capace di rivoluzionare i vecchi pregiudizi di Cacciatori e Nascosti.
Dal prologo:
Non seppe di preciso cosa andò storto, ma doveva aver sbagliato qualcosa durante la preparazione, o non si spiegava il motivo per cui pochi secondi dopo si ritrovò piegato sul lavandino a rimettere tutto il contenuto del suo stomaco, sentendo dei tremendi conati che gli fecero girare la testa per svariati minuti.
Cosa diavolo gli stava succedendo?
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clary Fairchild, Isabelle Lightwood, Jace Wayland, Magnus Bane
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
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Il mio bambino



Inspira, espira.


Le spalle si rilassarono leggermente.

Inspira, espira.

Aprì e chiuse i pugni, ma alla fine decise di rilasciare la tensione e mettere le mani nelle tasche dei jeans comodi che Magnus aveva tanto insistito per regalargli in una giornata di shopping di un paio di settimane prima.

Inspira, espira.

Prima che gli mancasse nuovamente il coraggio, indossò la sua maschera più impassibile ed entrò all'Istituto, salutando con brevi cenni tutti i suoi colleghi e ripassando mentalmente il discorso che avrebbe dovuto tenere da lì a qualche minuto. Più se lo ripeteva più si convinceva che era una pessima idea, che stava facendo la scelta sbagliata, che era troppo presto...

Ignorò la voce della sua razionalità e, dopo essersi assicurato che non ci fossero emergenze in corso, entrò velocemente nel suo ufficio, dove sapeva che lo attendeva una conversazione molto faticosa.

Come aveva previsto infatti, sua madre Maryse era proprio lì, seduta alla scrivania ad analizzare i rapporti delle missioni degli ultimi giorni. Fasciata in quell'abito rosso scuro e con i capelli neri stranamente sciolti sulle spalle, la somiglianza con Izzy era ancora più evidente ed ebbe il potere di calmare leggermente il suo battito accelerato per la tensione.

-Alec, bentornato!- la donna sorrise e gli venne incontro per abbracciarlo, gesto che lui ricambiò volentieri. Era cambiata molto da quando aveva ufficialmente posto fine al matrimonio con Robert, il suo ormai ex marito. Era ancora severa e ligia alle regole, ma con i figli era diventata più espansiva e aperta.

-Grazie, mamma. Tutto bene qui?-

-Nulla di cui preoccuparsi. Sei il capo dell'Istituto, ma se ti prendi due giorni di riposo ogni tanto il mondo non crollerà proprio in quel momento.- gli diede una carezza sulla guancia, che lui non se la sentì di rifiutare, anzi, la accompagnò ad occhi chiusi per un istante.

Quando puntò nuovamente i suoi occhi nelle iridi nere della madre, la vide improvvisamente con la fronte corrugata dalla preoccupazione.

-Avevi detto che va tutto bene, ma ora mi sembri turbata.-

-Dimmi tu se ne ho ragione.-

-Cosa vuoi dire?-

-Hai qualcosa di diverso, Alec. E ho sentito il tuo passo militare mentre ti avvicinavi, cammini in quel modo solo quando sei nervoso... l'hai sempre fatto, fin da bambino.

Alec si sorprese a quelle parole, ma poi ricordò per quale motivo fosse venuto fin lì.

-Hai ragione, devo parlarti di una cosa importante.-

-Devo preoccuparmi?-

-Non è chiaro.-

La invitò a sedersi sul divanetto davanti al camino per stare più comodi, poi cominciò a raccontarle: della pozione, del fatto che non ci avesse dato peso perchè non avrebbe mai immaginato che potesse avere una tale efficacia, della sua nausea di due giorni prima e degli esami di Catarina...

Le disse di essere "incinto"... che lui e Magnus sarebbero diventati genitori.

Non se la sentì di esprimerle i dubbi su suo figlio: sul suo sangue misto, su come sarebbe stato una volta nato, su come sarebbe effettivamente nato, sulla sua salute fisica... e mentale.

Il nome di Jonathan Morgenstern gli risuonò come un eco nel cervello, ma lo ricacciò indietro. Una preoccupazione alla volta.

-Per l'Angelo... Alec, tu... come stai? Cioè, deve essere stato uno shock, gli angeli solo sanno quanto lo è sempre una notizia del genere, ma nel tuo caso... nel vostro caso...-

Concordò silenziosamente, intrecciando le dita e portandole a sostenersi il mento, con i gomiti ben piantati sulle ginocchia. La mente piena di pensieri vorticosi, primo tra tutti il ricordo della sera prima, quando aveva cercato di pianificare con Magnus quello che avrebbero dovuto fare.



-Devi parlarne con tua madre, Fiorellino.-

-Perchè? Insomma...-

-Non avrai intenzione di rimanere sul campo spero!-

-Dovrei forse rimanere chiuso in casa per i prossimi mesi?-

-Non ti sto dicendo questo, ma non puoi neppure pensare di andare a caccia di demoni nelle tue condizioni!-

-E parlarne con mia madre sarebbe la soluzione perchè...-

-Perchè questo è il primo caso di una gravidanza di questo genere, è vero, ma Maryse Lightwood ha avuto tre figli e ne ha cresciuti quattro, se contiamo anche Jace, ed è una delle poche madri di cui possiamo fidarci a chiedere consigli.-

-Non penso che saprà dirci qualcosa di nuovo rispetto a Catarina dal punto di vista medico.-

-No, Alexander, è vero. Ma hai già avuto nausea e debolezza, Cat non è mai stata incinta, mentre tua madre sì. Potrà starti vicino e comprenderti come nessun'altra persona fidata potrebbe fare.-

-Vuoi forse dire che tu non mi sei vicino?-

-Non dire sciocchezze, tesoro. Ma di certo io ne capisco anche meno di te di neonati!-

-E di neonati con sangue sia angelico che demoniaco credi mia madre ne sappia di più?-

-Hai un'idea migliore?-




No, effettivamente a nessuno dei due era venuto in mente nulla di meglio, perciò Alec si era convinto a parlare con sua madre. Per lo meno, le avrebbe dovuto fornire una giustificazione sul perchè non avrebbe più partecipato a delle cacce per un bel pezzo. E avrebbe potuto aiutarlo a trovare un modo per tenere nascosto suo figlio al Clave il più a lungo possibile, aspetto da non sottovalutare.

-So che sarà dura mamma, davvero molto dura. Si tratta di un caso unico, non sappiamo esattamente come muoverci, ma non vogliamo che troppe persone lo scoprano. Più a lungo resta un segreto, meglio è. Dopo Jonathan, chissà cosa potrebbero fare a nostro figlio, potrebbe essere oggetto di odio e pregiudizi e non è quello che voglio per lui, perciò se c'è qualcosa che posso fare fin da ora per farlo nascere in un mondo più tollerante, qualunque cosa, la farò. So che da soli non ce la possiamo fare, Jace e Izzy si sono già fatti avanti per aiutarci e Catarina ha accettato di essere il mio medico. Clary sta cercando qualcosa tra le vecchie carte di sua madre, per vedere se avesse avuto problemi durante la gravidanza di suo fratello e...-

Non aveva quasi preso fiato essendo andato avanti a parlare senza sosta per minuti interi, tanto che gli era venuto persino un po' di affanno e non si era accorto di aver iniziato a torcersi le dita. Probabilmente, era il discorso più lungo che avesse mai fatto in tutta la sua vita.

Poi sua madre lo costrinse dolcemente a guardarla di nuovo negli occhi, e vi lesse preoccupazioni e timori che albergavano anche in lui, ma anche un lucentezza particolare che non riconobbe subito.

-Tu ami già questo bambino, non è vero Alec?-

Lui assentì senza nemmeno doverci riflettere, e quando si ritrovò tra le braccia di sua madre capì cos'era quell'emozione che gli era sfuggita in principio.

Era felice.

-Il mio bambino sta per avere un figlio...-

-Mamma!- sentì le guance scaldarsi per l'imbarazzo, ma in fondo non aveva poi molto con cui controbattere, perciò tacque.

Passato il momento, ritornò la donna stoica ma amorevole che aveva sempre conosciuto, e inconsciamente Alec si rilassò: se Maryse Lightwood assumeva quell'espressione decisa in volto, chiunque fosse dalla sua parte poteva dirsi perfettamente al sicuro... l'esatto contrario di chi si sarebbe ritrovato dall'altro lato della sua lama.

-Abbiamo molto di cui parlare e dovremo progettare un piano d'azione, capire come muoverci e come proteggervi tutti e tre da ora in poi.-

-Mamma, apprezzo davvero il tuo sostegno e le tue parole, ma nè io nè Magnus necessitiamo di protezione. Sappiamo difenderci da soli.-

-Tu al momento devi pensare a proteggere la piccola vita che porti con te. Forse ancora non te ne sei accorto, ma ogni singola goccia di sangue angelico che hai in corpo si sta dirigendo verso il bambino per aiutarlo a sopravvivere. Tutte le donne Shadowhunter vengono immediatamente destituite dall'incarico appena scoprono una gravidanza, ma non solo per la loro salute: si tratta di sicurezza, perchè i nostri poteri diminuiscono in quei mesi, perchè vengono tutti concentrati sulla difesa dell'utero e del nascituro. Non so esattamente come funzioni per il tuo corpo, ma Alec, devi capire che non avrai gli stessi riflessi o le stesse capacità, andranno diminuendo sempre di più. Li riacquisterai solo alla nascita di tuo figlio.-

Alec era terribilmente in imbarazzo, ma ammetteva di essere anche piuttosto incuriosito e affascinato da quel meccanismo prettamente naturale del corpo umano... le materie scientifiche erano sempre state di suo interesse.

-Non possiamo esserne certi, mamma... mio figlio ha pur sempre anche sangue demoniaco.-

-Vuoi forse correre il rischio?-

E a quello, non potè proprio ribattere.

Perchè già sapeva che non c'era forza, dei cieli o degli inferi, che non avrebbe smosso o combattuto per il suo bambino.






  
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