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Autore: Napee    07/07/2019    2 recensioni
Il ragazzo si appoggiò pigramente con la schiena al muro, rilassando la sua posizione ed assumendo una posa ben poco elegante, ma nessuno osò fiatare a riguardo.
Vedeva milioni di volti semicelati sfilargli davanti senza davvero vederli, solo gli occhi restavano impressi. Quegli occhi che cadevano sempre sulla sua figura senza che lui lo volesse davvero.
Per un momento, si pentì di essersi presentato alla festa.
Gli accordi erano già stati presi senza il suo consenso, la sua presenza non era affatto richiesta, tuttavia gradita.
Presto gli si sarebbe parata davanti una giovane nobildonna, magari accompagnata dal padre, che avrebbe mostrato un fittizio interesse sulla sua vita sentimentale.
Sospirò frustrato di non avere l’opportunità di isolarsi da quel covo brulicante di serpi e potersi ritirare suonando la sua lira magari.
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elia Martell, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen, Robert Baratheon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7. Di struggenti adii e amori eterni







Rhaegar tornò verso la Torre della Gioia che il sole stava ormai sorgendo. Lo sguardo perso chissà dove, i capelli sconvolti e i cerchi neri sotto agli occhi di chi non era riuscito a dormire e riposare.
Alzò lo sguardo verso il cielo che andava schiarendosi sempre di più.
Il blu della notte svaniva via piano piano lasciando il posto al sereno azzurro. Il suo primo pensiero fu per la donna amata: non aveva mantenuto la promessa fatta a Lyanna di tornare prima che la notte calasse…
Si passò nervosamente una mano fra i capelli chiari con nervosismo crescente. Non riusciva a togliersi dalla mente le parole che quel maestro gli aveva detto.
Sapevano di profezia funesta e morte, ma le aveva trovate comunque inquietantemente affascinanti.

“Verrà la lunga notte. Forse domani, forse fra un mese o fra cinquant’anni, ma tornerà ancora. La morte scenderà dal nord portando l’inverno con sé e chiunque si troverà sul suo tragitto diverrà parte del suo immenso esercito di cadaveri.”

“Ciò che dici non ha alcun senso…”

“La Lupa sa bene di cosa parlo, persino tuo padre è riuscito a capire. Mi domando perché tu no, Rhaegar.”

“Mio padre ha perso la testa…”

“Tuo padre è l’unico che ha un po’ di buon senso! La morte arriverà con l’avvento dell’inverno e il solo modo per contrastarla sarà il fuoco che incendierà la spada di tuo figlio.”

“Cosa?!”

“Ascolta le mie parole, principe Rhaegar. Il destino ha da compiersi e ciò che è nato dal freddo del nord e dal fuoco del drago deve essere preservato.”

“Cosa intendi?”

“Il cervo sta arrivando per la Lupa e quando la troverà gravida di un bastardo, lo ucciderà per cancellare l’onta.”

“Non è un bastardo, non sono più sposato con Elia… mi sono unito in matrimonio a Lyanna davanti ad un Maestro!”

“Devi proteggere tuo figlio Rhaegar.”

“Come posso fare?”

“Rallenta il cervo. Incontralo a Guado del Tridente con quei pochi uomini delle truppe reali che ancora ti sono fedeli. In questo modo giungerà alla Lupa suo fratello per primo.”

“Ucciderò anche suo fratello per mio figlio, se necessario!”

“No, il Lupo mansueto è buono di cuore e ama sua sorella. Capirà e salverà l’unico che potrà salvarci tutti.”

Suo figlio avrebbe salvato l’umanità. Suo figlio avrebbe salvato il mondo per come era conosciuto scontrandosi con un misterioso Re che governa oltre la Barriera.
Era una benedizione e una maledizione allo stesso tempo. In un certo senso, c’era un qualcosa di filosofico in quella rivelazione: una vita che ancora ha da vivere, destinata a uccidere la morte stessa.
Come potrebbe mai il loro bambino riuscire in una tale impresa?
E se avesse fallito?
Le mani gli tremavano per l’angoscia mentre saliva le scale della Torre della Gioia.
Loro figlio… il loro piccolo Aegon portatore di pace.
Al sol pensiero sentiva il cuore riempirsi d’orgoglio. Ma a quale prezzo?
Il Maestro era stato portatore di funeste predizioni: il Cervo incombeva su di loro e, presto o tardi, li avrebbe raggiunti e scovati per reclamare Lyanna come sua.
E chissà cosa avrebbe fatto del bambino che portava in grembo…
Aegon non sarebbe sopravvissuto abbastanza per esprimere il suo primo vagito.
Fin troppi nel regno volevano che il frutto del loro amore venisse estirpato ancora prima di conoscerne l’esistenza. 
Era solo questione di tempo prima che una guerra sanguinosa e violenta sconvolgesse il regno e Rhaegar temeva che il Cervo stesse soltanto cavalcando l’odio che la famiglia reale aveva attirato su di sé.
La casata Targaryen, la famiglia reale stessa, si avviava verso le vie del tramonto ormai. Era inutile negarlo ancora.
La pazzia improvvisa – o forse folle lungimiranza – di suo padre aveva attirato nemici da ogni parte del regno. Quella sua ossessione macabra nel voler bruciare il popolo stava degenerando sempre di più e sempre più velocemente. Le false congiure che vedeva ovunque, i nemici inesistenti che era certo lo spiassero, presto o tardi sarebbero divenuti i fautori del suo stesso destino.
D’altronde, era solo questione di tempo prima che iniziasse a bruciare i nobili cortigiani e non più la povera gente che non aveva modo di difendersi.
E dopo ciò, sarebbe stata solo questione di tempo prima che una rivota scoppiasse per le vie di Approdo del Re. O che una congiura uccidesse suo padre.
Era questione di poco tempo, forse giorni, e, prima o poi, sarebbero venire a cercare anche il principe erede al trono pretendendo la sua testa da esibire su una picca.
Insieme al suo nuovo erede. Non si sarebbe stupito se i perseguitori che suo padre vedeva ovunque, avrebbero estirpato la casata Targaryen dal mondo.
Arrestò i suoi passi proprio dinanzi alla porta che lo avrebbe condotto nella stanza dove Lyanna stava dormendo.
Riusciva a sentire il suo respiro lento e regolare e fu silenziosamente grato al Maestro per averla fatta assopire senza i soliti incubi.
La mano ferma a mezz’aria che indugiava se poggiarsi o meno sulla maniglia.
Quel pensiero lo aveva congelato sul momento. E per quanto folle e crudele, un certo Cervo iniziava a delinearsi nella sua mente capace di una simile atrocità.
Robert amava Lyanna. L’aveva sempre amata, forse anche più di lui stesso.
Ne era ossessionato, completamente invaghito e ciò che più preoccupava il principe, erano le gesta che quel folle innamorato avrebbe compiuto pur di averla.
Forse con la forza… strappandole loro figlio dal grembo e trucidandolo a sangue freddo per estirpare anche l’ultimo Targaryen rimasto.
Indugiò sulla soglia.
Se fosse entrato in quella stanza, Rhaegar si sarebbe avvicinato al letto, avrebbe svegliato la sua amata Lyanna e l’avrebbe baciata con ardore raccontandole le parole del Maestro.
Avrebbero deciso insieme cosa fare. Avrebbero trovato un modo per stare insieme ancora e non doversi separare mai…
Ma avrebbe funzionato?
Aprì la porta piano, attento a non fare rumore, e sbirciò all’interno.
Si riempì lo sguardo del bel viso della sua Lyanna che riposava.
La pelle abbronzata del suo viso, i seni gonfi e voluttuosi che il lenzuolo non riusciva più a coprire e il suo ventre. Tondo, gonfio di vita.
Era così bella, Lyanna.
La donna più bella che i suoi occhi viola avessero mai visto.
Richiuse la porta. La mano tremante stretta intorno all’elsa della spada e il cuore colmo di sentimenti contrastanti.
Paura.
Amore.
Sacrificio.
Non sapeva se le parole del Maestro fossero vere o meno. Non sapeva se ciò che stava per fare fosse o meno una follia annunciata…
Non sapeva niente, razionalmente non sarebbe dovuto salire sul suo cavallo e radunare ciò che restava delle guardie reali.
Non vi era alcun senso nei suoi gesti, soprattutto se dettati dai vaneggiamenti di un vecchio pazzo.
Ma il cuore sussurrava altro. Una strana consapevolezza gli sussurrava all’orecchio che doveva andare a incontrare il Cervo e che lì, in quel putrido fondale di fiume, avrebbe trovato il freddo abbraccio della morte che già lo attendeva con le scheletriche braccia aperte.
Era una pazzia… credere a quel Maestro era una pazzia…
Ma se non l’avesse fatto?
Se fosse rimasto alla Torre della Gioia con la sua amata Lyanna e fosse giunto il Cervo a reclamarla?
Li avrebbe sorpresi disarmati, impreparati, senza un esercito a difenderli e rinchiusi in una guglia che sarebbe stata la loro tomba.
Non poteva permetterlo…
Non poteva permettere che ciò avvenisse.
Lui sarebbe morto comunque, in ognuna delle possibilità, ma Lyanna no.
Lyanna e suo figlio avevano una possibilità solo e soltanto se fosse andato incontro al Cervo.
Un sorriso mesto gli disegnò le labbra.
L’aveva bramata per anni e dopo aver gioito del suo amore ad illuminargli le giornate, ecco che il destino crudele li divideva.
Non avrebbe mai visto suo figlio… quel frutto prezioso del vero amore, sofferto e sospirato.
Solo il tenero ricordo dei suoi calci dispettosi contro la pancia della madre avrebbe rammentato di lui.
Una sorte amara, la sua.
Avversa e crudele, ma ne era valsa la pena per aver goduto della bellezza della Lupa in quella manciata di mesi che avevano condiviso insieme.
Avrebbe serbato nel cuore il ricordo del suo sorriso innamorato mentre si sposavano, sotto alle fronde di quell’imponente arbusto e al fianco di quel fiume gorgogliante. Mentre la luce che filtrava dalle fronde disegnava giochi di luce fra i suoi capelli di cioccolato risaltando il suo sguardo d’argento.


La tua mano scorre sulla mia carezzandola dolcemente.
Stringi la presa ed un timido sorriso ti disegna le labbra mentre i tuoi occhi, timide stelle argentee, sfuggono ai miei.
Una risata, cristallina e soave, ti nasce dalla gola e si disperde nell’aria come un vortice leggiadro di petali nel vento.
Sei emozionata. Non è così, Lupa?
Il nastro della cerimonia ci sfiora la pelle ed un turbinio di brividi ti solleticano il braccio. Il maestro lega sapientemente le due estremità e solo quando le nostre mani sono unite, torni a puntare i tuoi occhi nei miei.
C’è una luce aulica nel tuo sguardo. Sei così seria in questo momento nonostante quel timido sorriso emozionato che ti illumina il viso.
Ed io mi sento privilegiato, fortunato, ad essere qui ora con te, in riva a questo gorgogliante fiume, nascosti dalle sontuose fronde verdeggianti di questo imponente faggio.
La promessa nasce spontanea dai nostri cuori e le labbra la pronunciano all’unisono con naturalezza.
Io sono tuo e tu sei mia. E solo gli Dei sanno quanto siano solenni le nostre parole.


Il suo nome avrebbe riempito la sua bocca per tutti i giorni a venire, il ricordo di lei e del loro amore avrebbe colorato la sua memoria per sempre.

***

Il martello perforò la sua armatura come se fosse burro ed impattò crudele contro il suo torace.
Rhaegar sentì ogni singolo osso rompersi sotto alla pressione di quel gelido pezzo di metallo.
Ricadde a terra esanime, con in buco nel petto e la gola piena del suo stesso sangue.
Osservò il cielo terso sopra di sé, mentre la pioggia puliva via la guerra e la morte dal campo di battaglia.
Era finita. Aveva perso.
Il suo pensiero volò alla sua amata e a quel ventre rigonfio che tanto amavano carezzare.
Non avrebbe mai conosciuto suo figlio.
Non l’avrebbe più rivista.
Non l’avrebbe mai più stretta a sé.
“Perdonatemi…” ansimò sospirando prima di spirare.

***

La lupa, madida di sudore, vide per l’ultima volta suo fratello stringere fra le mani il suo bambino e guardarlo con occhi innamorati.
Un debole sorriso si dipinse sul suo volto.
Era riuscita a mettere il piccolo Aegon al sicuro, fra le braccia del lupo mansueto che, era certa, avrebbe dato la vita per quel fagottino di appena poche ore.
Chiuse gli occhi stremata, ma soddisfatta.
Il suo ultimo pensiero fu una muta richiesta di scuse per il suo amato principe.
Non sarebbe riuscita a crescere il loro bambino come si erano promessi, non sarebbe riuscita a vederlo divenire uomo e sovrano giusto e corretto.
Non sarebbe riuscita ad essere una buona madre come lui era certo che sarebbe stata.
Un’ultimo soffio di vento le carezzò la pelle chiara, portandogli la voce del suo amato drago e quell’unica parola che era riuscito a proferire.
“Non c’è niente da perdonare…” rispose fra sé e sé, in un sussurro inudibile, mentre le ultime forze correvano via dal suo corpo trascinandola nell’oblio profondo e oscuro.











Eccoci giunti alla fine di questa piccola avventura 
Spero tanto che la storia vi sia piaciuta nonostante le incongruenze/inesattezze con I libri.
Ad ogni modo, volevo ringraziare tutti coloro che sono arrivati a leggere fino a qui. Grazie infinite! Mi avete riempito il cuore di gioia e mi auguro vivamente che sia stata una lettura quantomeno piacevole.
Ringrazio anche tutti coloro che hanno letto/votato da wattpad. Senza il vostro supporto, la storia non sarebbe mai salita nelle classifiche dei tag <3
Grazie mille per aver letto anche queste insulse note d’autrice.
Alla prossima.
Un bacio <3

  
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