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Autore: Utrem    13/07/2019    1 recensioni
Merope decide di partorire all'Ospedale di San Mungo.
Cosa cambierà? O meglio, cosa non cambierà?
Scopriamolo attraverso un romanzo di formazione con protagonista Laurie Langton, Prefetto di Corvonero nel 1944, quando di Prefetti ne nominavano ancora tre per Casa e non sei. Grindelwald ha appena finito di attraversare l'Europa e la Gran Bretagna sente l'eco dei suoi discorsi: così riferisce il suo amico Cecil. A questi complotti però Laurie preferisce di gran lunga trascorrere tempo spensierato insieme a Lucille Dean, ovvero Lucy, la sua ragazza e, perché no? Studiare. Tom Riddle è diventato Caposcuola, ovviamente; insieme ad Allie, pedante e perfezionista oltre ogni dire, strappando il posto, secondo molti, proprio a Lucy.
Intanto, Merope, che è stata licenziata dall'Ospedale quello stesso maggio, ha fatto domanda per lavorare come Custode della Scuola, approfittando del posto vacante. Vivrà l'anno intero a Hogwarts, la scuola che non ha mai frequentato, molto vicina al figlio, che non è mai riuscita ad educare. Forse?
DISCLAIMER: nel corso della storia sceglierò a mia discrezione di adottare o non adottare dettagli, sottotrame o dati contenuti nei film della saga di "Animali Fantastici".
Genere: Avventura, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Merope Gaunt, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La sua scelta '
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10 giugno 1957

Stavano entrando nella piazza centrale del villaggio.
Alice sbirciò la faccia di suo papà. La ricambiò rapidamente e le strinse più forte la mano, continuando a camminare.
"Anche se ci rivolgono la parola non fermarti, Alice."
La bambina fece di sì con la testa rivolta verso la mamma, anche se un po' allarmata.
La vide avvicinarsi a papà e sussurrargli qualcosa nell'orecchio.
"Sì, dobbiamo incontrarla il prima possibile."
Una vecchia signora col bastone passò loro accanto; Alice si girò, curiosa, e vide che la stava ancora guardando.
"Ehi... ma voi siete i Langton...!"
Un ragazzino cominciò a seguirli, ma Alice vide una donna prenderlo per un braccio e tirarlo bruscamente indietro.
"Con che coraggio..."
"... che saranno sottoposti a un altro processo. Pensano che il primo sia stato pilotato..."
"Ah Verol, perché credi che se fanno anche altri cento processi, lui non li piloterà tutti? Come se non potesse essere qui, in questo momento, insieme a loro! "
I due signori continuavano a parlare, ma si stavano allontanando.
"NON POTETE STARE QUI!"
Alice ebbe un brivido di paura per il forte urlo: una signora in carne con una veste lunghissima si era messa davanti a loro.
Papà la tirò e la superarono, ma questa continuava ad urlare.
"ASSASSINI! ASSASSINI! ASSASSINIII! AD AZKABAN! AD AZKABAN!"
Alice iniziò a respirare forte e si aggrappò alla mamma.
"Signora Langton"
Chiamò un signore con un sorriso triste, lì vicino.
La mamma alzò la testa.
"Conosco la signora Paciock. Abbiamo sentito tutta la deposizione, dieci anni fa. Noi... noi vi crediamo. Ci dispiace. Se volete, posso accompagnarvi su per la collina. Non siamo molto lontani."
Alice si sentiva confusa. Le parve di avere paura anche di lui.
"Non importa! La ringrazio. Si fidi, non vuole venire con noi..."
Il signore annuì, più serio, e proseguirono.

18 giugno 1957

Lucy guardava Alice attraverso la finestra, correre verso la casa dei Paciock.
"Cecil quando ti ha detto che arriva?"
"Verso la sera..."
Laurie prese il giornale dalla tavola e rilesse la prima pagina.
"WIZENGAMOT CONFERMA: LANGTON SOTTOPOSTI A SECONDO PROCESSO."
"Cosa potremmo mai dire di nuovo?!" sbottò, buttandolo a terra.
"Finché il Ministro è convinto. Oh, Laurie. Io non riesco a pensare a cosa farei... se davvero ci condannassero. Alice..."
Le tenne la vita.
"Io spero davvero che venga al processo" disse scuotendo la testa.  "Lo spero davvero!"
"Lucy...!"
"Mi avrebbe lasciato... morire lì!" sputò fuori, disgutata "E ora devo passare una vita a negare di aver commesso i suoi omicidi!"
Si andò a sedere, tremando.
"Ma verrà, vedrai. Verrà a manipolare il nostro processo a favore, come dicono tutti. Io me lo sento, Laurie. È così. Pensavamo di esserci liberati da tutto con anni di isolamento dal mondo: ora proviamo a tornare, e ci denunciano al Wizengamot."
Scosse la testa, disgustata.
"Quanto siamo stati stupidi!"
Laurie sospirò.
"Che c'è? Che vuoi dire?"
"Noi non abbiamo sbagliato niente" obiettò lui "E non dobbiamo arrenderci. Ci sono persone che ci credono: dobbiamo continuare a dire la verità."
"Sì?! E dove ci ha portato, questa verità?!"
"La nostra verità ha salvato il mondo."
Lucy tirò in dentro le labbra.
"Lo stesso compromesso che oggi tutti ci imputano. Quando capiranno che i nemici non solo nemici, l'importanza di andare oltre la propria volontà e che la guerra non si risolve con la guerra, allora ci crederanno. "

“… il processo sarebbe il 23.”
“Ma certo. Il 23.” Laurie si mise una mano sulla fronte. “Maledetta profezia. Sai chi sarebbe dalla nostra parte di sicuro, allora? Oltre a Griselda Marchbanks, Samyon Turnell…”
“Da quello che ho sentito, arriviamo quasi a venti” disse Cecil, gravemente. “Non è abbastanza, per ora, ma posso mettervi in contatto con qualcuno.”
“Non è abbastanza no!”
“Potreste farvi intervistare da un giornale che non sia il Profeta.”
“Ma non diremmo niente di diverso. Rischieremmo di peggiorare la situazione” disse Lucy.
“Dovete provare. Altrimenti, cosa?”
“Tanto verremo assolti. Lui arriverà di nascosto, confonderà i membri. Poi, però, tutti si insospettiranno e fra qualche anno ci faranno un altro processo.”
“Perché ne sei così convinta?”
“Non lo so. È così e basta. Siamo destinati a vivere così!”
“Ma perché dovrebbe farlo?” insisté Cecil.
“Per perseguitarci” rispose Lucy alzandosi dalla poltrona.
“Per farci capire che lui ha ancora il controllo su di noi.” continuò Laurie.
“Ma cosa pensate sia successo, dopo che è tornato dal padre?” chiese Cecil.
 “Sappiamo quello che sa il Ministero. Tom Riddle Senior e Cecilia avevano abbandonato la loro vecchia casa e lui si era trasferito con loro. La nuova casa non è mai stata trovata. Riguardo l’inganno, abbiamo dei dubbi. Il fatto è che lui non vive più con suo padre, probabilmente da anni.”
A quel punto qualcuno suonò alla porta.
Lucy e Laurie si guardarono, confusi.
“Avevi invitato anche Hilde e Livia?”
 “No. Vengono domani” rispose lei.
Si alzarono tutti: Lucy mostrò la bacchetta nella tasca, scese il gradino e controllò chi era alla porta.
Si girò verso Laurie, dietro di lei, con un’espressione significativa; poi spinse Cecil indietro, verso il salotto.
“Esci da dietro.”
“No, non vi lascio qui! Chi è alla porta?”
Lucy scosse la testa.
“È lui?”
“Non lo so. Devi andare, Cecil.”
“Come non lo sai? Chi c’è alla porta?
Laurie andò a controllare di persona…
“Vai, Cecil! Per favore…”
“Scusate.”
Allora tutti sentirono chiaramente la voce di Vera.
Lucy indicò la porta sul retro a Cecil, che pur recalcitrante uscì, e tornò all’ingresso mentre Laurie apriva la porta.
Lo sguardo languido era sempre lo stesso.
Aveva qualche ruga in viso, dietro al velo.
Si sfilò i guanti e li ripose nella tasca con un gesto rapido.
“Posso entrare?” chiese allora, con un filo di voce “Mi dispiace, ma penso… che dobbiamo parlare molto.”
Laurie le tenne la porta aperta, aspettando che entrasse, e la richiuse subito.
Vera si servì dell’appendiabiti, mentre Lucy spiava Laurie dal fianco.
“Dove possiamo sederci?”
“Di qua” disse Lucy, risalendo il gradino.
Laurie aspettò che Vera la seguisse per prima, per tenerla in mezzo.
Lucy le indicò la poltrona, mentre si sedette accanto a Laurie nel divano, piegata in avanti con i pugni chiusi e stretti.
Vera sospirò, faticando a raccogliere le parole mentre guardava prima uno, poi l’altra.
“Sarei dovuta venire molti anni fa. Non pensavamo che ci sarebbe stato un secondo processo…”
Laurie chiuse gli occhi. Aveva detto pensavamo
“Tu al primo eri in contumacia, però. Chissà perché, non sono riusciti a trovarti.” la rimbeccò Lucy.
“Scusa, Lucy… ma io cosa ho fatto? Adesso, vi ho lasciato soli: questo sì. Ma quali crimini pensi che io abbia commesso?”
Lucy abbassò lo sguardo.
“Mi dispiace. È una situazione orribile, e vorrei solo che finisse... ma non posso farla finire. Per questo, sono solo venuta a dirvi cosa abbiamo fatto io e Tom in tutti questi anni. So che avete molti pensieri, giusti e sbagliati, e tanta, tanta rabbia. Vi chiedo solo di ascoltare e, se vi riesce, di credermi."
"Dopo tutto, andammo a casa di suo padre. Io non riuscivo né a guardarlo, né a parlargli: passati due giorni, dissi al cocchiere che volevo partire. Ricordo allora che mi prese da parte e iniziò a spiegare: non appena aveva visto suo padre, aveva perso ogni interesse in sostituire Grindelwald alla guida del Mondo Magico. Voleva vivere con lui: così doveva essere, e questo era sempre stato il suo desiderio. Allora partii, ancora con dei dubbi, e vissi con i miei genitori, lontano dai miei parenti, al riparo dal mondo che accusava me e voi di ogni cosa. Non tornai mai a Hogwarts, ma mi impegnai comunque a studiare."
"Due anni dopo, Tom mi cercò. Mi disse che aveva confessato la verità a suo padre, e che quindi lui aveva provato a farlo accettare in un manicomio Babbano non molto distante. Tom mi disse che aveva sofferto molto per questo, ma che allo stesso tempo non riusciva più a nutrire rancore verso nessuno: forse qualcosa di collegato al potere che aveva raggiunto. In un primo tempo aveva sperimentato i limiti, cercando di prosciugare un mare e abbattere una montagna. Poi, aveva provato a potenziare i Doni: era riuscito sia col Mantello che con la Bacchetta, ma non con la Pietra. Era riuscito a replicarne le proprietà, ma quando aveva provato a rendere Merope concreta e corporea non c'era stato verso. Ancora adesso ci sta provando, ma dice che la morte è inesorabile."
"Tutt'oggi, questo è quello che impegna Tom. Non fa altro. Tutto quello di cui lo accusano... è falso. Non ha più ucciso nessuno, né lo farebbe mai. Ora riesce a vedere lui stesso quanto è compromessa la sua anima, e quanto forte è stato il sacrificio di sua madre. Dice che è uno degli Incantesimi più potenti mai esistiti, ben più di quanto le Arti Oscure possano offrire. Le ha rinnegate e ha riconosciuto quanto bello è rapportarsi con le persone giuste. Dopo quei mesi, il Settimo Anno... in qualche modo, Tom aveva iniziato davvero  a vedervi come amici, ma non lo voleva riconoscere. È un limite che deve ancora superare: ne parla come uno sforzo quotidiano che deve compiere, qualcosa che non gli verrà mai spontaneo, ma dice che io e i nostri figli lo aiutamo ogni giorno. Dice anche che sa che suo padre, in fondo, lo ama ancora, e lo spera perché lui sa di amarlo..."
Lucy guardò Laurie, incredula.
"Potete pensare che stia mentendo. Vi posso giurare che non è così. Se scoprissi che mi ha ingannato tutto questo tempo, e non si comportasse e non pensasse come vi ho detto, non rimarrei con lui. Potete avere pietà di me, pensare che mi sembri normale soffrire, visto che ho sofferto tanto nella mia famiglia. Ma io ora non sto soffrendo, stando insieme. Non più. Ho la certezza che, per quanto sia stato grande l'effetto di acquisire questi poteri, lui non è cambiato affatto, e ha semplicemente abbracciato quella parte di sé che io vedevo, già a Hogwarts, che vedeva anche Merope, e... non lo so. È cosciente del fatto che il suo comportamento nei vostri confronti sia imperdonabile, ma ora si chiede cosa sia meglio fare. Non meritate di andare ad Azkaban..."
“Forse dovreste farvi avanti e dire la verità.”
Laurie guardò Lucy nervoso.
“Se volete davvero aiutarci… è questo che dovreste fare. Tom dovrebbe confessare i suoi crimini.”
Con loro sorpresa, i occhi di Vera si riempirono di sollievo e decisione.
“Va bene, allora. Speravo me lo chiedeste. Testimonieremo entrambi in vostro favore. Sarete finalmente liberi per sempre.”

Alice teneva stretta la mano di sua madre, mentre i membri del Wizengamot votavano.
Le braccia alzate erano pochissime.
Il Primo Ministro disse qualcosa di difficile; poi la madre le disse nell’orecchio:
“Siamo liberi!”
Alice rise. Non riusciva a credere che fosse finite.
Ma poi, subito dopo, il Primo Ministro nominò Tom Riddle e Vera Lambert, e quasi tutte le braccia si alzarono.
Sentì la mamma afferrarla, quando scoppiò una luce accecante dorata e subito scomparve.
Erano entrambi spariti. 


La storia è giunta al suo termine.

Forse.

Il prossimo passo è seguire le vite dei figli di Tom... 

Intanto, se siete arrivati sin qui, innanzitutto vi ringrazio e mi auguro che questo mio racconto piccolo ma "grande" vi abbia lasciato qualcosa. Se vi va, fatemi sapere i vostri pareri, le vostre interpretazioni, i vostri dubbi se ne avete.
Grazie ancora!
   
 
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