Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi
Segui la storia  |       
Autore: AlsoSprachVelociraptor    19/07/2019    1 recensioni
Lloyd Richmond, giovane film-maker dal fisico fragile, la mente contorta, il cappello della Planet Hollywood calato sui suoi cinici occhi azzurro ghiaccio e il fidato coltellaccio appeso alla cinta, è pronto a tutto per diventare il regista che ha sempre sognato di essere.
Anche essere mandato dalla BBC a Ronansay, un'isola sperduta a nord delle fredde coste della Scozia e bagnata del tremendo mare del Nord a indagare su un misterioso hotel che si dice essere infestato dai fantasmi.
All'albergo, tuttavia, Lloyd troverà segreti ben peggiori di uno spirito; scheletri nell'armadio, doppiogiochisti pericolosi, destini segnati nel sangue, porte chiuse a chiave, il mare del Nord affamato che chiederà sempre più sacrifici umani.
E sì, anche un fantasma.
.
.
.
[Storia liberamente tratta alla serie tv "Two Thousand Acres of Sky" della BBC, anche se NON c'è bisogno di conoscere la serie per leggere la storia, dato che ne è solo ispirata. Anzi, se non la conoscete è molto meglio]
Genere: Comico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il mare era ancora più gelido del solito, come se stesse in qualche modo cercando di invitarla e cacciarla allo stesso tempo. Strinse il teschio di suo padre al petto e prese un grande respiro, per tranquillizzarsi.

Era sicura che fosse la scelta giusta.

Per dare il riposo eterno all’anima sofferente di suo padre, l’unico modo era restituire quello che era stato rubato al Mare. Il Mare era un dio crudele, ma giusto. Se avesse fatto quello che voleva, lui avrebbe adempito ai suoi compiti, ne era sicura. Sul libro della mamma c’era scritto questo, o almeno Jo credeva. Non capiva bene quell’antico inglese.

Fece un altro passo nell’acqua, che le arrivò presto alle ginocchia, imbrattando completamente la lunga gonna nera. Un brivido le scosse la schiena, ma non poteva tirarsi indietro. Papà meritava la pace…

Il mare le sussurrava qualcosa, il mare parlava ma non un linguaggio che tutti potevano capire. Nemmeno lei spesso lo capiva, ma quando le sue parole erano chiare alle sue orecchie, ed erano parole gentili ma austere. 

Vieni a me, vieni a me Johanne…

Un’onda particolarmente alta le colpì il basso ventre e l’addome e per poco non la fece ribaltare indietro, causandole un gridolino. Ormai l’acqua le arrivava alle cosce, ma non poteva tornare indietro… Fece un altro passo incerto nell’acqua ghiacciata di dicembre del mare del Nord. 

-Johanne! Cosa fai qui?-

Era la voce di Kenneth. Si voltò a guardarlo, ed era fradicio, bluastro, morto. I suoi occhi erano della stessa sfumatura blu scura che il mare aveva in quel momento, e il suo sguardo era così triste… -Jo, torna a riva. Ora.- la ammonì con la paura nella voce.

-Non posso!- cercò di risponderle lei. Non sentì la sua risposta, perchè un onda ancora più forte si infranse contro di lei. Il teschio sbatté contro la superficie crudele del mare dopo esserle sfuggito di mano, e con un grido cercò di riprenderlo. No! Non poteva perderlo ancora!

Perse l’equilibrio e cadde a peso morto in acqua, e sentì solo dolore per il troppo freddo, troppa poca aria, troppo…

Le onde la trasportarono lontana mentre tentava di lottare contro la corrente, risalire in superficie, ma era tutto inutile. Qualcosa la stava spingendo verso il basso, a fondo, sempre di più… dov’era? Dove la stava portando? Perchè?

Riuscì a malapena a far affiorare il viso sopra la superficie del mare, e il cielo ora era nero per le nuvole cariche di pioggia e di male.

Aprì le labbra quanto poteva, ma l’acqua entrò al posto dell’ossigeno e benchè stesse gelando sentì bruciare tutto il corpo di dolore. Gridò ma i suoi polmoni non produssero nulla se non bolle preziose.

Affondò ancora, senza forze e senza speranze, presa da quel dio crudele che non manteneva davvero le sue promesse ma voleva solo sacrifici.

Davanti a lei, la stessa identica scena si palesò, una scena vecchia diciotto anni.

Una nave che si infrangeva contro gli scogli e la forza di un feroce dio predatore, un uomo che cadeva in mare e lottava per districarsi da quell’acqua che lo voleva. Le labbra sempre più blu, gli occhi sempre più offuscati e tristi e disperati e combattivi, le mani che raschiavano la superficie del mare come se fosse stata solida.

Il suo lasciarsi trascinare sulla spiaggia, freddo e morente, e il suo sguardo rivolto verso il mondo che non l’aveva mai amato.

Con lui, però, non c’era una mano amica che lo stava trascinando al sicuro. Kenneth era morto in un modo crudele e triste, sbranato dal mare a cui apparteneva. Jo non avrebbe fatto la stessa fine, quello stesso uomo se l’era promesso.

Si risvegliò con il corpo scosso da brividi e la gola che bruciava come se le avessero versato tutto il contenuto di una teiera fumante e fischiante giù per la trachea.

Il mare colpiva gli scogli e i relitti arrugginiti della nave componendo una canzone non dissimile a una ninna nanna. Jo aveva così sonno…

-Tieni gli occhi aperti- sussurrò una voce calma e melodiosa come quella del mare. Alzò lo sguardo stanco sugli occhi identici ai suoi di suo padre, ora lucidi, ancora più tristi e ancora più sofferenti. -Parla con me, Jo. Ti prego, non dormire.-

Jo appoggiò la testa alla sua spalla, stanca. L’aveva trascinata fino a un mucchio di sassi e scogli che si estendevano non molto lontani dal golfo dell’isola, il porto da cui la nave con la bara di Kenny era partita, e anche il viaggio di Johanne. Kenny aveva un braccio dietro le sue spalle e uno attorno alla sua vita, a tenerla stretta al suo corpo e tenerla all’asciutto e non lasciarla in balia del mare del Nord che voleva cibarsi di entrambi. 

Ma lei era così stanca… avrebbe tanto, tanto voluto riposarsi. La pelle di suo padre era gelida e non le dava nessun aiuto con i brutti brividi che la scuotevano dolorosamente, e la cantilena del mare era più rumorosa della sua voce. 

-Siamo negli scogli in cui si è arenata la mia nave- continuò lui, togliendole dal viso i lunghi capelli del colore del granato, ora nerastri e impiastricciati. -e hai trovato la mia bara.-

-Ce l’ho fatta?- sussurrò lei. Lui annuì, con le lacrime agli occhi. -Ora sono tutto intero- continuò, cercando di non singhiozzare. Le sorrise dolcemente, prima di premere le sue labbra gelide sulla sua fronte. -Sei stata bravissima, ma ti prego, stai sveglia…-

Jo non ci riusciva, le palpebre non erano mai state così pesanti. -Ti prego, rimani sveglia. Parlami. Parlami di qualsiasi cosa.- continuò l’uomo, cercando di far rimanere più lontana possibile dall’acqua la figlia che teneva tra le braccia. Ma Jo non aveva nessun discorso in mente, se non…

-Vorrei vedere Londra…-

-Londra?-

Jo annuì. -L’ho vista in televisione ed è… così forte…-

Sentiva l’acqua sbatterle contro al corpo, cercare di strapparla dalle braccia di Kenneth che però era più duro, più forte e più determinato del mare stesso. -Ci sono tantissimi ragazzi e… macchine di lusso e edifici altissimi…-

-Anche io vorrei tanto rivederla- fece Kenny, quasi senza voce. Jo chiuse gli occhi, appoggiandosi alla sua spalla. -Ci sono quei pullman rossi a due piani e il Big Ben… l’hai mai visto tu..?-

-Spesso.-

-Voglio vederlo anche io… e quel grosso grattacielo a forma di cetriolo… quello l’hai visto..?-

-Quello no- rispose Kenny, risistemandosela sul corpo. Jo stava perdendo man mano conoscenza, ma lui le aveva detto di parlare… smise di rispondergli. Non aveva più le forze, e sentiva sempre meno parti del corpo. Era come se stesse cadendo a pezzi, e già i piedi e le mani l’avevano abbandonata, avevano perso sensibilità sprofondando nell’oblio gelido.

-Lo vedremo assieme- sussurrò Kenny con voce rotta, cercando di scuoterla. -Lo vedremo assieme, vedremo tutti i palazzi e i grattacieli nuovi di Londra. Saliremo su tutti i bus che vorrai, scaleremo tutti quei palazzoni, e…-

Un singhiozzo spezzò la voce sempre meno sicura di Kenneth, nel buio. -Ti prego Johanne, ti prego, apri gli occhi…-

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi / Vai alla pagina dell'autore: AlsoSprachVelociraptor