Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: katyjolinar    20/07/2019    5 recensioni
La storia parte dalla battaglia di Liberio, dopo il time gap, ma la stessa battaglia ha svolgimento e esito differenti rispetto al manga.
Il gruppo di Paradis torna a casa, ma qualcosa di strano è successo durante il viaggio di ritorno. ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER PER CHI SEGUE SOLO L'ANIME
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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La luce dell'alba filtrava dalle imposte quando Jean aprì gli occhi.
Si girò dal lato di Reiner, mettendo a fuoco la sua schiena nuda. Tremante allungò la mano, sfiorando la pelle dell'uomo.
Era strano, la sentiva calda, eppure doveva essere fredda, poichè doveva essere morto nel sonno poche ore prima...
Si tirò su, avvicinandosi per sfiorargli i capelli, poi...
Reiner si mosse, mugugnando nel dormiveglia, aprì lentamente gli occhi e li posò sull'amante, che era scattato in piedi e lo fissava dal bordo del letto con aria incredula.
"Se... Sei vivo? Ma come è possibile?" esclamò.
"A quanto pare è così... Eppure dovrei essere morto." ammise il biondo, pensieroso, fissandosi le mani.
"N... Non è che hai sbagliato data? Magari è più avanti..." suggerì l'altro, facendo il giro del letto e sedendosi accanto, per guardarlo più da vicino.
"No, sono più che certo: sarei dovuto morire oggi." spiegò Reiner, poggiando il palmo sulla guancia di Jean "Tu stai bene?"
"Veramente sono io che dovrei chiederlo a te, dopo quello che abbiamo fatto stanotte." obiettò il ragazzo di Trost "Sicuro di non aver dolore da qualche parte? Ho cercato di andarci piano, ma io ho avuto solo un'altra esperienza... ed era con una donna."
"Andiamo! Metà della tua squadra sognava da quattro anni di mettermelo in quel posto! Tu che l'hai fatto sul serio diventerai il loro eroe!" scherzò il biondo, strappando un sorriso all'amico.
Gli carezzò la guancia, tirandosi su e posandogli un bacio sulle labbra.
"Sto bene. Sono un Titano, guarisco in fretta." lo rassicurò "Però vorrei capire cosa è successo... dovrei essere morto, e invece..."
Jean annuì, abbracciandolo.
"A colazione parliamo con gli altri..." suggerì "Annie e Armin hanno il nostro stesso problema, penseremo al da farsi appena sapremo cosa è successo a lei."
Sì, c'erano ancora un paio d'ore prima di colazione, potevano rilassarsi ancora un po' e non pensare alle cose brutte. Reiner sorrise, baciando il compagno, che non perse tempo e lo spinse giù, sovrastandolo.
Si amarono a lungo, lasciando fuori il mondo ancora per un po', finché il cielo fuori dalla finestra non si fece chiaro.
Si scambiarono un ultimo bacio, prima di alzarsi e vestirsi.
Jean fece due passi verso la porta e ne afferrò la maniglia, ma poi si fermò, voltandosi nuovamente verso il compagno.
"Forse è meglio se vado prima io." suggerì.
"Sì, io ti raggiungo tra qualche minuto, non sappiamo come potrebbero reagire gli altri." acconsentì il biondo.
Il ragazzo uscì nel corridoio e scese a piano terra, dove vide Hanji, Connie, Sasha, Mikasa, Eren e Levi già seduti a tavola a fare colazione; ma, appena videro comparire Jean, tutti si fermarono per guardarlo, preoccupati.
"Ehi, amico, come stai?" domandò Connie, dandogli una pacca comprensiva sulla spalla, appena si avvicinò.
"Sto bene, davvero. Non vi preoccupate." li rassicurò, sistemandosi al solito posto.
"Come? Sicuramente ti sei svegliato con il corpo morto di Reiner accanto..." obiettò Hanji "A proposito, più tardi manderò un paio di cadetti a prelevarlo per dargli degna sepoltura..."
"Ehm... Veramente non ce n'è bisogno." obiettò Jean.
"Già, perché io sono qui." completò Reiner, comparendo sulle scale e avanzando con le mani in tasca.
Gli adulti scattarono in piedi, sorpresi di vederlo vivo. Il giovane si avvicinò ago compagno, gli baciò le labbra e si sedette al suo posto, ignorando gli sguardi degli altri.
"Cosa diavolo..." sussurrò Eren "Tu dovresti essere morto, come è possibile..."
"Mi faccio io stesso la medesima domanda." ammise il Marleyano "Ma vorrei vedere come sta Annie prima di indagare."
"Chissà perché non sono ancora scesi." si chiese Sasha, pensierosa "Non dovrebbero essere già qui?"
"Vado a vedere." rispose Eren, alzandosi in piedi, dopo aver messo a posto il bavaglino di Levi.
"Tato Ammin non t'è." disse il piccolo, alzando il ditino "Vitto letto fatto."
Il giovane lo fissò per un attimo, per poi correre verso la stanza dell'amico, dove trovò la porta aperta, cosa a cui non aveva fatto caso mentre scendeva con Levi poco prima.
Ed effettivamente nella camera non c'era nessuno. Strinse i pugni e corse dagli altri, riferendo ciò che aveva visto.
"Ma dove può essere andato?" chiese Connie, pensieroso.
"Uhm..." intervenne Jean, portandosi due dita al mento "Io, se Reiner non avesse chiesto di salire in camera, ad un certo punto gli avrei proposto di uscire, e lo avrei portato in un posto tranquillo, considerando che avrebbe dovuto essere la sua ultima notte. Non è che Armin ha pensato lo stesso?"
"Effettivamente ieri sono usciti, ma non li abbiamo visti rientrare." ammise Mikasa, prendendo in braccio Levi, che si era allungato verso di lei "Dove potrebbero essere andati?"
"Forse alla vecchia sede, fuori città." suggerì il ragazzo di Trost "Lì ora è parecchio tranquillo."
"Okay, andiamo!" ordinò Hanji "Voglio sincerarmi delle condizioni di Annie, ieri non stava affatto bene. Connie, Sasha, voi aspettateci all'orfanotrofio dei Blouse, vi raggiungeremo lì, e portatevi Levi."
Si arrivarono subito, prendendo i cavalli e mettendosi in marcia, e un'ora dopo erano arrivati alla fortezza che aveva fatto loro da base fino a pochi mesi prima. Videro subito i cavalli dei due giovani nella scuderia, quindi decisero di correre dentro alla ricerca dei due, che trovarono nella loro vecchia stanza, addormentati, abbracciati stretti e completamente nudi, avvolti solo dal sacco a pelo che si erano portati dietro.
Restarono in silenzio, mentre Hanji si avvicinava, per controllarli, e toccò il polso di Annie, per verificare la presenza del battito.
"È viva." riferì, per poi scuoterli malamente entrambi "SVEGLIA, VOI DUE!"
Armin e Annie scattarono su, con i capelli scompigliati e gli occhi sgranati, fissando la donna.
"Bene, buongiorno, ragazzi." li salutò "Vestitevi e raggiungeteci fuori. Ah, Annie, è mattina, e sei ancora viva, dopo ne parliamo."
Uscì, tornando dal resto della squadra, attendendo che la coppia li raggiungesse, cosa che avvenne pochi minuti dopo.
Annie, però, si fermò sulla porta, fissando incredula Reiner, in piedi al centro del gruppo, mano nella mano con Jean. Si riscosse quasi subito e gli corse incontro, saltandogli al collo in lacrime.
"Sei vivo!" singhiozzò, stringendolo "La maledizione di Ymir..."
"Non ha funzionato... E credo di sapere perché." rispose il giovane uomo, voltandosi verso Eren "La Coordinata... L'hai attivata quando sei venuto a Marley a prendermi, vero? Mi è sembrato di sentirla mentre stavo tentando il suicidio. Sicuro l'hai fatto quando hai divorato Zeke. Quindi... Per caso hai espresso un desiderio che ci coinvolge?"
"Io non penso..." rispose Eren, pensieroso.
"Ne sei sicuro?" insistette Armin, "Pensaci bene, a cosa pensavi mentre combattevi contro tuo fratello?"
Il ragazzo si portò una mano agli occhi, cercando di riordinare le idee, e infine parlò.
"Io... Ho pensato a Levi, e al fatto che lo avrei lasciato ancora bambino a causa della maledizione." ammise "Ho pensato che non era giusto abbandonare i propri cari così presto, e...credo di aver desiderato che chi possiede i Nove Titani non abbia più limiti di tempo e possa vivere una vita lunga come quella di chiunque altro. Io... Credo di aver annullato la maledizione!"
Ci fu un momento di silenzio, per realizzare la cosa, finché Mikasa non gli saltò al collo, sorridendo sollevata, e lo stesso fecero gli altri, che lo strinsero, ringraziandolo per quello che aveva involontariamente fatto per i Titani della squadra.
Poi Hanji ordinò di tornare ai cavalli, e insieme corsero alla fattoria dei genitori di Sasha, per dare anche a lei e a Connie la buona notizia.
Quando arrivarono, trovarono il medico, arrivato per un controllo periodico ai bambini, ma che aveva approfittato della loro presenza per controllare anche come andasse la gravidanza di Sasha e verificare la salute di Levi, di cui conosceva la storia e per questo aveva firmato un accordo di riservatezza.
Subito riferirono la buona notizia, e la prima reazione della giovane fu quella di stringere, in lacrime, il padre del bambino che portava in grembo, legato anche lui dalla maledizione di Ymir. Poi Il medico prese da parte Eren, ma anche gli altri ascoltarono ciò che aveva da dirgli.
" Il bambino ha i sintomi di uno scarso assorbimento del calcio." riferì "Nulla di irrisolvibile con una dieta, ma finché non sarà a posto è meglio tenerlo sotto controllo, perché una frattura potrebbe essere di difficile guarigione, se capitasse. Vi darò una dieta, che andrà seguita in ogni punto, e verrò a controllarlo spesso."
Eren annuì, ma il loro discorso venne interrotto: Annie perse i sensi e il dottore dovette soccorrerla.
Armin la sollevò, e la signora Blouse mise a disposizione una stanza, dove venne portata per essere controllata.
Attesero parecchio, finché il biondo non tornò dal gruppo, pallido e con lo sguardo perso nel vuoto.
"Ehi, Armin, che succede?" chiese Eren, preoccupato dalle condizioni dell'amico d'infanzia.
"Io... Ho bisogno di sedermi." sussurrò il ragazzo, prendendo una sedia e accascandocisi sopra "Annie... Annie è incinta, è di tre mesi." fece un respiro profondo, guardando gli altri, con un evidente attacco di panico imminente "Io... Sto per diventare padre..."
"Okay, Armin, fai un respiro profondo." intervenne Connie, poggiandogli una mano sulla spalla "Ci sono passato pure io da questa fase, andrà tutto bene."
"Già, stai tranquillo, non sei solo." lo incoraggiò Jean "Ne vale la pena, alla fine, puoi credermi.
"E con questa ho perso temporaneamente un altro membro della squadra, per giunta uno dei titani." si lamentò Hanji "Mi toccherà riorganizzare i turni... e che nessun altro si azzardi a rimanere incinto!"
"Beh, per noi è decisamente impossibile che succeda." ammise Jean, stringendo la mano del compagno.
La donna alzò gli occhi al cielo, salutando i padroni di casa e andando a prendere il proprio cavallo. Ora che avevano risolto una parte dei problemi c'era molto da fare, per cui era meglio tornare in caserma.
Mikasa sollevò Levi, evitando lo sguardo di Eren. Le ultime parole del loro capo l'avevano scossa, ma non voleva mostrarlo agli altri, soprattutto al suo amico d'infanzia.
In quei mesi aveva fatto ordine nella sua testa, ma per essere serena doveva parlare con Eren, e l'avrebbe fatto al più presto.

   
 
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