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Autore: Striginae    22/07/2019    9 recensioni
[Ineffable Husbands - Reverse!What if: Angel!Crowley/Demon!Aziraphale]
«Converrai con me nel dire che per i demoni l’acqua santa è letale. Così non è stato per te. Ergo, non sei un demone. E se non sei un demone, sei un angelo. Ovvio, no?» […]
«Se un angelo non brucia nelle fiamme infernali, è un demone.»
Punto, fine della questione.
Semplice, no?

Cosa accadrebbe se dopo lo scambio di corpi tra Crowley e Aziraphale, l'Inferno e il Paradiso traessero delle conclusioni del tutto errate e decidessero di intervenire per ristabilire l'ordine? Solo guai.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Belzebù, Crowley, Gabriele, Hastur
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo I
 
Londra, 09:30 p.m., 21 Luglio 2019

Aziraphale aveva appena chiuso la porta della sua libreria e riposto con cura la chiave nel taschino interno del cappotto. Specchiandosi nella vetrina del negozio si concesse un’ultima occhiata per controllare che non avesse nulla fuori posto e allargò un sorriso.
Pronto!
Si sentiva leggero come una piuma, felice come un bambino. Quel pomeriggio lo aveva dedicato a se stesso. Aveva tenuto la libreria chiusa, non voleva clienti in giro, doveva prepararsi per il breve viaggio sulla luna insieme a Crowley e non voleva sfigurare per nessun motivo davanti agli occhi del demone! Doveva essere perfetto.
Alzò lo sguardo al cielo, osservando la luna parzialmente nascosta dai fumi dei gas di scarico di Londra. Il cuore gli martellava nel petto al sol pensiero che tra qualche ora avrebbe ammirato una parte dell’universo da una nuova prospettiva. Insieme a Crowley.
Rapito dalle proprie fantasticherie, con un sorrisetto inebetito in faccia e ancora con il naso puntato verso l’alto Aziraphale aveva svoltato l’angolo, andando a cozzare contro qualche povero malcapitato.
E il sogno si era infranto.

«Ah, mi scusi! Non guardavo dove mettevo i piedi, mi perdoni e… cosa ci fate voi qui?»
La voce di Aziraphale si spezzò. Di fronte a lui, Belzebù in persona e un altro demone dall’aria alquanto viscida (Hastur, forse?) gli sbarravano la strada.

L’angelo fece istintivamente un balzo indietro. I due demoni lo guardavano con aria scocciata.

«Seguici e non fare storie.»
Aveva intimato il più alto con un brusco cenno del capo, senza troppe cerimonie.

«Cosa… no

Rispose, atterrito da quell’assurda richiesta. Aziraphale era sicuro che ormai sia i demoni che gli angeli avessero deciso di lasciare in pace lui e Crowley, una volta per tutte. Eppure due demoni erano lì di fronte a lui e il suo istinto gli diceva di darsela a gambe il più velocemente possibile.

«Per l’ultima volta. Seguici e non useremo le maniere forti.»
Questa volta a intervenire era stato Belzebù, lo sguardo torvo e il tono di chi non ammetteva repliche.

Aziraphale cercò di analizzare la situazione. Doveva elaborare un piano e alla svelta. Due contro uno. Se fosse riuscito a prendere tempo e a distrarli magari sarebbe riuscito a sfuggire alle loro demoniache grinfie. Deglutì, torcendosi nervosamente le mani.

«Che cosa volete? Sapete, sono già in ritardo, non posso proprio fermarmi a parlare…»
Cominciò ad indietreggiare ma non distolse lo sguardo dai demoni. Ogni fibra del suo corpo gli gridava di squagliarsela e Aziraphale non voleva sfidare la sorte, non di nuovo.
Infatti, quella non doveva essere la sua serata fortunata.
Per la seconda volta in meno di cinque minuti, sbatté nuovamente contro qualcuno, questa volta di spalle. Voltò appena il capo e sentì un tuffo al cuore quando con la coda dell’occhio vide altri demoni che lo accerchiavano da dietro.

«Prendetelo!»
All’ordine di Belzebù, tutti i demoni presenti si lanciarono su di lui e Aziraphale seppe di non avere più scampo.

«Questa volta non verrà nessuno ad aiutarti, neanche quel traditore del tuo amichetto.»
La voce melliflua apparteneva ad uno dei demoni presenti, ma l’angelo non riuscì ad identificarlo. Tutti gli altri intorno scoppiarono a ridere, come se quella fosse la battuta più divertente che avessero mai sentito. Forse per alcuni era davvero così.
Aziraphale chiuse gli occhi. Aveva sentito dire che gli umani prima di morire vedevano scorrere delle immagini della loro vita davanti agli occhi, come il trailer di un film. Non fu così per lui. L’angelo vide solo il volto di Crowley. Niente altro, solo Crowley.

Crowley…

In un ultimo attimo di lucidità, Aziraphale sperò che il suo demone fosse al sicuro.

In una placida notte di luna calante, un angelo veniva risucchiato nelle viscere della terra… scivolava in basso, in caduta libera, in attesa dell’inevitabile schianto.  

Una meteora attraversò il cupo cielo di Londra, ma nessuno se ne accorse.




«Per quanto sia increscioso e imbarazzante ammetterlo, abbiamo commesso un madornale, imperdonabile errore.»
Aveva esordito l’Arcangelo Gabriele, con aria compunta. Prima che il suo interlocutore avesse il tempo di aprire bocca per obiettare, l’Arcangelo sollevò una mano per farlo tacere. Non amava essere interrotto, soprattutto in circostanze così gravi.

«Ovviamente mi riferisco a noi Schiere Angeliche, l’Onnipotente come sai, è infallibile. Ma ahimè, la burocrazia è fallace benché divina. Ma veniamo a noi. Michele mi ha dettagliatamente riferito quanto è accaduto… Laggiù. E d’altro canto, io stesso sono testimone di ciò che si è verificato proprio in questa stanza. Avrei ritenuto folle chiunque mi avesse riportato la vicenda, se non lo avessi visto con questi stessi occhi.»
Gabriele fece una lunga pausa drammatica, non abbandonando ancora il suo cipiglio austero. Un silenzio tombale cadde nella luminosa sala paradisiaca. Solitamente Gabriele amava circondarsi degli altri Arcangeli, immancabili erano Michele e Sandalphon, talvolta accompagnati da Uriel. Questa volta, tuttavia, data la straordinaria importanza dell'incontro, era fondamentale una discussione a quattr’occhi senza nessun altro in mezzo ai piedi. Quando fu sicuro che le sue parole fossero state recepite correttamente e sedimentate a dovere nell’animo della sua controparte, Gabriele continuò con il suo monologo.

«Fortunatamente, siamo giunti a capo dell’errore e abbiamo intenzione di porre rimedio a questo spiacevole accaduto e ricominciare da capo. Com’è che dicono gli umani in queste circostanze… ah sì, metterci una pietra sopra. Che strana immagine. Ad ogni modo, spero che questo possa sancire un nuovo inizio per tutti noi. Sentiti libero di esprimere ogni tuo pensiero, Crowley.»

Crowley, che sapeva sempre cosa dire, era senza parole. Seduto di fronte a Gabriele che troneggiava su di lui, aveva la sensazione di star assistendo ad una scena surreale. Era spettatore più che partecipante attivo dell’azione, nonostante qualsiasi-cosa-stesse-accadendo lo riguardasse in prima persona.

«Cosa… Che diav… che cosa significa tutto questo?»
Avrebbe voluto urlarlo in faccia a Gabriele, ma grazie a… a… a Qualcuno, era riuscito a trattenersi e mantenere uno tono fermo, ma nondimeno carico di perplessità.

Dov’è Aziraphale?, era la vera domanda che rimbombava nella mente del demone. Avrebbe dovuto incontrarlo di lì a poco, invece era a discutere con Gabriele di qualcosa che a Crowley stesso sfuggiva. Aveva un brutto presentimento e temeva che anche Aziraphale fosse nei pasticci.

«Significa che sei il benvenuto in Paradiso, ovviamente! Stare con… Quelli Laggiù ti ha reso più lento.»
Il tono saccente di Gabriele fece venire voglia a Crowley di sferrargli un pugno dritto sul naso. Ancora una volta, riuscì a trattenersi. Si stupì del suo stesso autocontrollo.

«Vi ha dato di volta il cervello? Io sono un demone! I demoni non stanno in Paradiso.»
Crowley si sentiva estremamente stupido per aver fatto notare al fottuto Arcangelo Gabriele una tale ovvietà, ma che poteva farci se nessuno lì sembrava capirlo? Che fossero impazziti tutti quanti? Era uno scherzo di dubbio gusto, quello che gli stavano tirando?

Gabriele però, era serissimo. Scosse il capo con impazienza malcelata, sfoggiando un sorrisetto di circostanza.
«Giù hai fatto un bagno nell’acqua santa. E non in un’acqua santa qualsiasi, ma nella più santa in assoluto. Eppure, eccoti ancora qui. Non un graffio, non una bruciatura. Converrai con me nel dire che per i demoni l’acqua santa è letale. Così non è stato per te. Ergo non sei un demone. E se non sei un demone, sei un angelo. Ovvio, no?»

Il demone era letteralmente pietrificato. Quella che stava vivendo doveva essere un’allucinazione, un incubo, ma non la realtà. Lo scambio di corpo con Aziraphale si stava rivelando un colossale errore, ma era stato il loro unico modo di salvarsi! Come avrebbero potuto prevedere delle ripercussioni tali? Non voleva crederci, le orecchie gli fischiavano fastidiosamente. Scattò in piedi, fronteggiando Gabriele.

«Ovvio?! No che non è ovvio, per niente! Ne ho abbastanza di questa storia, non è divertente. Dov’è?»
La sua voce era ridotta ad un sibilo, dei più minacciosi che avesse mai prodotto.

Gabriele assunse un’aria falsamente addolorata, rivolgendogli un’occhiata impietosa ma non rispose. Aveva chiaramente capito a chi si stesse riferendo il demone.

All’Inferno ovviamente, suggerì una vocina crudele nella mente di Crowley.

Il demone girò sui tacchi, non aveva intenzione di perdere un minuto di più. Aziraphale doveva essere nei guai fino al collo e lui non aveva intenzione di stare con le mani in mano.

«Ah, Crowley, ti consiglio caldamente di non pensare più a quella mezza calzetta di angelo. Provvederemo a fartelo dimenticare. Umh, adesso capisco come mai fosse così incompetente, era un demone. Avrei dovuto capirlo fin da subito.»

Gabriele non si era scomposto, rimanendo a fissare Crowley con quella sua costante aria di superiorità. Se Crowley non avesse avuto una fretta del diavolo si sarebbe assicurato con le sue stesse mani di fargli perdere quella maledetta aria strafottente. Come pensava quel pallone gonfiato di Gabriele di insultare il suo angelo di fronte a lui senza dover affrontare le conseguenze?

«Senti, sono un po’ di fretta adesso, indicami da dove si esce e finiamola qua.»

Prima ancora che avesse concluso la frase, il demone aveva già avvistato l’uscita che raggiunse a lunghe falcate. Non aveva intenzione di perdere un solo istante di più.

«Ma Crowley, tu non andrai da nessuna parte.»

Ignorando le parole dell’Arcangelo, Crowley spalancò la porta e, mentre la luce più accecante lo travolgeva facendogli perdere i sensi, l’amata voce di Aziraphale gli risuonò nella mente ricordandogli che l’Onnipotente agisce per vie ineffabili.

Mi piacerebbe tanto capirci qualcosa, almeno per una volta.





Una delle differenze principali tra angeli e demoni è questa: i demoni non si perdono in chiacchiere. Belzebù non si prese la briga di spiegare all’angelo che cosa stesse succedendo. Perché mai avrebbe dovuto farlo, poi?
Dopo una caduta del genere il Principato non avrebbe ricordato nulla e Belzebù, che era sempre stato un tipo pratico, non vedeva l’utilità di perdere tempo in queste formalità. Già aveva le sue rogne, ci mancava solamente scoprire che quello che era chiaramente un angelo caduto fosse sfuggito all’occhio attento dell’Inferno per tutto quel tempo. Perché quello era sicuramente un demone.

«Se un angelo non brucia nelle fiamme infernali, è un demone.»
Punto, fine della questione.
Semplice, no?

Senza contare che, in questo modo, Belzebù aveva preso due piccioni con una fava. Una faccia nuova all’Inferno non fa mai male, ricorda agli altri demoni che nonostante i secoli, gli angeli continuano a cadere e a peccare. E soprattutto, si era tolto dalle scatole quel piantagrane di Crowley.
Meglio di così? Gli era andata di lusso.

Magari quell’ex-angelo sarebbe stato più bravo di quella vipera di Crowley.
Solo il tempo avrebbe dato ragione o avrebbe provveduto a smentire Belzebù.
Fino ad allora, non vedeva perché preoccuparsene.




Londra, 10:30 a.m., 22 Luglio 2020

La storia si sa, è ciclica.
Quello che è avvenuto una volta può accadere ancora e ancora e ancora.
Quando le forze infernali avevano mandato il loro demone a tentare i mortali avevano considerato che le forze celestiali avrebbero inviato il loro angelo per dissuadere gli esseri umani dal peccato.
Inferno e Paradiso tuttavia, non avevano ancora fatto i conti con il Piano Ineffabile.

Nessuna forza, ultraterrena o no che sia, ha il potere di separare due anime unite per volontà divina. L’ulteriore controprova non tardò ad arrivare.

In una soleggiata mattinata di luglio, un angelo aveva appena investito accidentalmente un demone nel bel mezzo di Soho.

Ancora una volta, il piano divino stava per compiersi per vie imperscrutabili.



Note finali
Ed ecco il primo capitolo, dal prossimo si enterà finalmente nel vivo dell'azione. Diciamo che questo capitolo è una specie di seconda parte del prologo, per questo ho cercato di aggiornare più in fretta possibile. 
Comunque, dal prossimo capitolo i ruoli finalmente cambiano. Entrambi non ricorderanno nulla perciò... sarà una specie di primo incontro? 
Grazie mille a chiunque lascerà una recensione e chiunque abbia letto fino a questo punto.
Passo e chiudo, a presto! 
   
 
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