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Autore: jay0704    02/08/2019    1 recensioni
Lei una ragazza con il cuore ferito dal suo passato turbolento, che al mondo posta una personalità forte e determinata. Ma solo con lui riuscirà a mostrare davvero cosa c'è sotto quella maschera. Mostrerà quella fragilità che solo lui riuscirà a comprendere ed amare fino infondo. Grazie ai diversi aspetti che li uniscono nascerà un amore che supera ogni limite e che non smetterà mai di crescere.
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Account:_siamouguali
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 56

  

                                                                           Jay

 

Osservo la sua espressione seria, rimango deluso dalle sue parole che mi hanno ferito, non può definirmi come il mostro della situazione, scaricarmi tutta la colpa, per un errore commesso da lei, è stata una sua scelta drogarsi, ubriacarsi, non l’ho mai obbligata di farlo, tantomeno quella sera gli ho detto di andarsene, è sempre stata lei a deciderlo. 

È sempre lei che ha deciso di stare con quel James, mi domando cosa cazzo hanno fatto insieme quella sera che ha dormito da lui, perché è arrivata al punto di seguirlo a Genova? Basta così poco per lei, per sbavare dietro ad un ragazzo, credevo che non fosse una di quelle ragazze facili, che aprono le gambe a chiunque, ma devo ricredermi, dal momento in cui Clara ha baciato per la seconda volta un estraneo, menomale che era una ragazza dai sani principi morali.

Pensandoci ha fatto la stessa identica cosa  anche con me, nel giro di una ventina di giorni me la sono ritrovata sotto le coperte, con il mio cazzo in bocca, non dovrei stupirmi del suo comportamento, a questo punto credo che non abbia nulla di innocente, è una troia come tante. 

Immaginarla con altri ragazzi, mi fa ribollire il sangue, credere che Clara non abbia fatto quelle cose solo con me, mi fa sentire un coglione, che ha preferito credere alle prime cazzate, anziché basarsi dei fatti, che fin dall’inizio hanno sempre dimostrato altro.

Punto i miei occhi su Clara, che mi osserva con quell’aria da innocente, se prima guardarla mi rendeva felice, adesso mi fa’ incazzare.

 

  • Sai cosa penso Clara, lo vuoi sapere? 
  • Cosa pensi?
  • Che sei una grandissima troia, che alla prima occasione ti  sei infilata nel letto di un altro ragazzo, si vede quanto soffrivi, pensavi a me, quando gli succhiavi il suo cazzo? Sicuramente il sapore di James non ti soddisfava abbastanza o forse è il contrario, dal momento in cui non hai perso tempo a scopare con  un altro. Mi fai la morale, vieni a dirmi che è colpa mia se la tua vita è una merda, tesoro non esisti solo tu, c’è gente che è messa peggio di te. Ci sono persone che a differenza tua non hanno la possibilità di scegliere se porre fine alla loro vita o andare avanti, alcuni devono vivere con la consapevolezza che in qualsiasi momento potrebbero morire. Tu sapendo questo che fai? Ti metti a giocare, cercando di fare pena. Lo capisci che sei solo patetica, fai tanto la maestrina, sempre pronta a giudicare il prossimo, ma ti assicuro che non sei diversa dagli altri. Ti consiglio di crescere, maturare un po’, inizia a prenderti le tue responsabilità, se stai male fatti curare da uno psicologo! Ti senti sola? Cercati degli amici, non solo quelli di letto, concentrati anche sul dialogo, il mio è un consiglio.
  • Ma come puoi dirmi una cosa simile?

 

Inizia a singhiozzare, gli occhi si riempiono di lacrime, nonostante le mie parole sono riuscite a ferirla, non sono ancora soddisfatto, la mia rabbia è ancora tanta. Ho impiegato quasi sei ore di macchina pur di raggiungerla, e non appena arrivo devo subirmi le sue lamentele, non apprezza un cazzo, potevo benissimo fregarmene, ignorare quella chiamata e lasciarla sola eppure non l’ho fatto ho deciso di rimanerle accanto, nonostante quello che ha fatto.

 

  • Non iniziare a piangere come una bambina, che con me non attacca. Anziché fare la spastica perché non impieghi il tuo tempo a qualcos’altro, non so ad esempio pensare a quello che hai fatto, ecco per cosa devi piangere per te stessa. Sei caduta così tanto in basso che hai bisogno di compatirti da sola.
  • Vattene, ti prego. Non voglio più vederti, non voglio più sentire la tua voce. Hai già detto quello che pensi di me, congratulazioni il premio per lo stronzo del giorno lo riceverai tu. Adesso ti prego lasciami sola. 

 

La guardo un ultima volta, i suoi occhi gonfi, pieni di lacrime, il labbro inferiore  che trema a causa dei singhiozzi, le ho spezzato il cuore, porto nervosamente i capelli all’indietro, per poi assecondare la sua richiesta uscendo dalla stanza, so che dopo quello che le ho detto non mi vorrà più vedere, però anche contro la sua volontà io ci sarò, l’accompagnerò io stesso a casa, mi assicurerò che si riprenda totalmente.

Esco dall’ospedale con l’intenzione di prendere una boccata d’aria, inspiro l’aria fresca di Genova, avrei voluto essere qui con lei in altre circostanze, non immaginavo di venire qui per altre ragioni.

Avrei voluto tanto passeggiare per le vie della città, mostrarle i posti più belli che la città offre, l’avrei portata in spiaggia, so che a Clara piace molto la spiaggia, mi ha raccontato che spesso andava ad Ostia, per leggere o scrivere, l’odore del mare l’ha sempre fatta rilassare. 

Mi siedo su una panchina, rimango per svariati minuti in quel punto, ad osservare gli alberi, gustandomi la tranquillità del posto che mi restituisce la calma che fino a poco tempo fa’ sembrava essersene andata. 

Decido di alzarmi, e raggiungere Clara per controllare le sue condizioni, magari dovrei anche parlarle, scusarmi per le parole che ho utilizzato, sono consapevole di aver esagerato, le ho spezzato il cuore, sicuramente nelle sue condizioni non era opportuno utilizzare determinate parole.

Sospiro rassegnato, ormai è inutile rimuginarci sopra, quel che è fatto è fatto, l’unica cosa che posso fare è chiederle scusa, se non dovesse accettare le mie scuse pazienza, rimarrò ugualmente al suo fianco.

Entro nella sua stanza, rimango immobile quando vedo il letto vuoto, il mio cuore perde un battito quando mi accorgo che non sono più presenti neanche le sue cose. 

Esco dalla stanza incazzato nero, quei testa di cazzo dei medici dovevano avvertirmi che se ne stava andando,  anziché  fare di testa loro, ora come cazzo faccio a ritrovarla?

Non è stabile al momento, dopo le parole che ho utilizzato con lei sono sicuro che vorrà farla finita, al solo pensiero mi sento male, se dovesse succederle qualcosa,  questa volta sarei io il responsabile.

Digito il suo numero con la speranza che mi risponda, nel frattempo mi dirigo verso l’entrata dell’ospedale, sono sicuro che Clara è uscita da poco, probabilmente sarà nelle vicinanze dell’ospedale, impreco sottovoce quando attacca la segreteria telefonica.

Prendo la macchina ed inizio a cercarla come un matto, nonostante non conosco bene la zona, continuo a cercarla con la speranza di trovarla sana e salva. 

Impiego tutto il giorno, senza però trovarla, la preoccupazione inizia a crescere, la paura che le possa essere accaduto qualcosa mi fa stare male, mi pento di ciò che ho detto, di essermi allontanato da lei. 

Avrei dovuto immaginarlo che sarebbe scappata via, un nodo si crea alla gola, un senso di pesantezza colpisce il mio cuore, la mia testa non fa’ altro che pensare a Clara, il desiderio di averla tra le mie braccia, inspirare il suo profumo, sentire il suo calore, mi pento subito di non averlo fatto prima.

 Se  oggi non avessimo avuto quella discussione,  a quest’ora saremmo stati insieme, probabilmente in spiaggia ad osservare il tramonto, abbracciati stretti.

All’improvviso la mia mente si blocca, impreco sottovoce per la mia stupidità, potevo immaginarmelo, prevederlo, cazzo siamo in una città in cui il mare è a dir poco meraviglioso, sono sicuro che sarà in qualche spiaggia seduta tranquilla.

Metto nuovamente in moto, impiego circa un ora, esploro un paio di spiaggie, parcheggio l’auto e scendo, sospiro ormai stanco, questa è la terza spiaggia che controllo, ne ho ancora molte da vedere. Inizio a camminare, oramai rassegnato, so già che non la troverò, potrebbe anche essere tornata a casa, metto gli auricolari all’orecchio, cerco di rilassarmi con Tiziano ferro “l’amore è una cosa semplice”.

Continuo a camminare, fino a quando non intravedo una ragazza in mare, mi blocco ed inizio ad osservarla, lentamente mi avvicino, sfilandomi la maglia ed i pantaloni, lasciando il cellulare in spiaggia, entro in acqua, rabbrividisco quando la mia pelle entra in contatto con l’acqua gelida del mare, tuttavia continua a muovermi, fino a quando non mi trovo a pochi metri dalla ragazza.

Ho quasi la certezza che si tratti di Clara, mi avvicino sempre di più, sorrido quando riconosco la mia Clara, che si volta verso la mia direzione, non le do tempo di parlare, la stringo forte a me, inspiro il suo profumo, lascio che i suoi capelli bagnati solleticano il mio volto, mi è mancata anche fin troppo, la rabbia e la preoccupazione lasciano spazio all’amore che nutro per lei. 

 
   
 
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