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Autore: SweetPaperella    04/08/2019    3 recensioni
{CaptainSwan e outlawQueen AU}
Regina ha 38 anni ed è un famoso avvocato di Storybrooke, vive con la sua migliore amica Emma e il figlio di quest’ultima, Henry, che considera come suo. Non ha avuto un’infanzia facile e si nasconde dietro la maschera di “regina cattiva” per non soffrire. Ma se un un nuovo caso, quello di Robin Hood, scombinasse tutte le sue certezze e l’uomo riuscisse a vederle dentro come nessuno mai?
Emma, 18 anni e con un figlio di 4, lavora in un pub per mantenersi e non sa ancora cosa fare della sua vita. Può l’incontro con un ragazzo dagli occhi azzurri come il mare aprirla nuovamente all’amore? E Robin Hood il famigerato fuorilegge che è entrato nella vita di Regina, come può aiutarla a capire quale sia il suo futuro?
Incontri, scontri, un caso da seguire, nuovi amori e scomodi segreti del passato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo ventinove 

Ha appena finito di lavorare, il caso che ha dovuto seguire della giornata è una donna che dopo mesi di sofferenza è riuscita a denunciare suo marito che le faceva violenza. Emma, ha ascoltato la sua testimonianza e si è immediatamente immedesimata in lei, al punto da rivivere il dolore che ha provato quando Pan ha abusato di lei. Nel momento in cui ha sentito la donna rilasciare la sua testimonianza, si è mantenuta forte, non ha fatto trapelare nessuna emozione, prendendo la denuncia e chiamando anche la polizia limitrofa per far sì che potessero andare a catturare l’uomo e sbatterlo in prigione; ma una volta sola in ufficio, con Booth e Graham, che sono andati ad arrestare l’uomo, lei è scoppiata a piangere. 
In un attimo ha rivissuto nella sua mente tutto ciò che ha dovuto affrontare per colpa di quel bastardo, tutta la sofferenza che ancora prova, perché le basta chiudere gli occhi per rivivere tutto, ogni singolo attimo e sentirsi sporca. 
Senza pensarci, prende le chiavi della macchina e si reca da Hopper. La testimonianza di quella donna, le ha dato anche il coraggio di parlarne, di tirare fuori la sua sofferenza una volta per tutte. Ce l’ha fatta quella donna, che ha subito violenza dal marito per anni, può farcela lei che si è trattato di un episodio che non si ripeterà più, perché il suo carnefice è in prigione e ci marcirà per sempre.
Raggiunge lo studio dello psicologo e bussa alla porta anche se non è nel suo giorno di ricevimento e spera tanto che lui sia disposto ad ascoltarla lo stesso.
Quando lui le viene ad aprire, si stupisce di trovarla lì, ma capisce anche subito che ha bisogno di parlare dai suoi occhi rossi, evidente segno che abbia pianto.
«Dottore, se non ha altri pazienti... io... io vorrei parlarle.»
Hopper le fa segno di entrare in studio, per fortuna non ha nessun’altra visita, o meglio l’avrà esattamente tra un’ora e può benissimo ascoltare Emma. 
Emma tira un sospiro ed entra e immagina che sia destino che debba finalmente aprirsi con qualcuno su ciò che ha subìto, perché se avesse dovuto aspettare che uscisse un paziente, probabilmente avrebbe perso il coraggio.
Si siede sul solito divanetto e rimane in silenzio per un attimo, non sapendo bene da dove iniziare a parlare e lo psicologo non le mette alcuna pressione, perché ha già capito per cosa sia venuta. Ed è già un notevole passo avanti. 
«Oggi in centrale è venuta una donna a sporgere denuncia verso il marito, lui l’ha picchiata per anni, abusando di lei... E io, mi sono immedesimata. Ho visto nel suo sguardo la sofferenza di chi si sente violato di una parte di sé, sporchi. Ecco io... Io quando Pan mi ha toccata, io mi sono sentita così. Sporca. Al solo ripensarci, mi ci sento.» si accorge che le lacrime, a quelle semplici parole già stanno rigando il suo viso. Hopper la guarda, ma continua a rimanere in silenzio, consapevole che la ragazza stia solo riprendendo fiato prima di tornare a parlare, a confidarsi ancora una volta, ad aprirsi completamente.
«Ho notato da subito gli sguardi che mi lanciava, ho notato che ogni volta sembrava che mi volesse spogliare con gli occhi, ma... Ma, non credevo che sarebbe arrivato a... Farlo davvero. Quando mi ha sbattuto a terra e si è tirato giù i pantaloni io mi sono sentita impotente, non riuscivo a reagire, per la prima volta ho avuto paura... Quando poi la sua mano...» si interrompe bruscamente, i singhiozzi si fanno sempre più forti e quasi non riesce più a parlare dal dolore che sta semplicemente rivivendo. Avverte che lui sia ancora lì, quel momento è ancora troppo nitido nella sua testa, che viene scossa da un brivido di terrore che non riesce a controllare.
«Emma...» Hopper vede che è troppo scossa per continuare e cerca di interromperla e dirle che va bene così, che non deve continuare se non se la sente, che possono anche continuare a parlarne la prossima volta.
Ma ancora una volta è la ragazza a riprendere la parola, interrompendo lo psicologo. E riesce finalmente a concludere il suo racconto, a rivelare ogni cosa di ciò che è successo quel maledetto giorno. Di come Pan abbia infilato la mano nei suoi slip e lei ancora una volta non sia riuscita a reagire. Di come improvvisamente il terrore si è impadronito di lei, di come se non fosse stato per Robin, se non fosse stato per lui presente nella stanza e che l’ha difesa, probabilmente Pan l’avrebbe violentata. Ma ciò che l’ha fatta sentire sporca, davvero maledettamente sporca, è che il suo corpo abbia reagito di conseguenza a ciò che Pan le ha fatto, è stato lì che si è vergognata di se stessa, della persona che è. E che ha iniziato a piangere, senza riuscire a fermarsi.
«Mi vergogno ancora adesso a parlarne. Ma secondo lei, come faccio a parlare con il mio ragazzo di una cosa del genere? Io... io voglio terribilmente tornare a fare l’amore con lui, ma, penso se lui non mi vorrà più dopo ciò che è successo? Se non vorrà più stringermi e accarezzarmi? Io non ho paura di lui, ho paura che si allontani da me, che gli faccio schifo come persona... Perché ora che ci penso, sono io che a quando è successo non mi piaccio più.» ora che ha tirato fuori tutto, può esprimere anche come si sente. È vero, quando Killian l’ha sfiorata quando erano ancora sulla Jolly Roger, ha rivissuto ogni attimo di sofferenza, ma poi quando è scoppiata a piangere e singhiozzare, è subentrata anche la vergogna di sentirsi sbagliata, la paura di perdere Killian per sempre se lui avesse saputo che cosa fosse successo davvero quel giorno. 
«Non è stata colpa tua. Per poter tornare a fare l’amore con il tuo ragazzo, devi prima di tutto allontanare il tuo senso di colpa. Lui sa già che cos’è successo, però mi sembra che sia rimasto al tuo fianco. Questo ti fa capire che il problema è nella tua testa, sei tu che non ti sei perdonata di ciò è successo, perché come hai detto tu stessa non sei stata in grado di reagire alla violenza e che quindi tu te la sia cercata, ma non è così. Questo è ciò che ti ha voluto fa credere il tuo aggressore, ma tu non hai colpe, Emma.»
«Si, ma...» sta per replicare, Hopper la interrompe capendo cosa lei voglia dirgli. 
«Per quanto riguarda il fatto che il tuo corpo abbia reagito a ciò che ti ha fatto Peter Pan, è normale Emma, è una reazione istintiva, lo sai. Non devi sentirti in colpa per questo. Sono sicura che il tuo ragazzo non ti allontanerà per ciò, anzi, parlarne con lui ti aiuterà a mettere la parola fine alla tua sofferenza e ai tuoi sensi di colpa.» le dice ancora e Emma si stupisce di come quell’uomo riesca a leggerle nel pensiero. Ed è ciò che la tormenta più di tutto, che il suo corpo abbia reagito quando Pan l’ha toccata violandola e c’ho la fa sentire terribilmente in colpa nei confronti di Killian.
«Io mi sento come se lo avessi tradito» finalmente è riuscita a tirare fuori tutto ciò che sente e prova, ogni pensiero negativo che fino a quel momento si è portata dentro. Ogni senso di colpa nei confronti di Killian.
«Ma non è così e lo sai.» 
La ragazza annuisce e si asciuga le lacrime che ancora le stanno rigando il viso. È ancora scossa ma si sente meglio ad aver condiviso le sue paure, ancora una volta pensa che aprirsi con lo psicologo le abbia fatto solo bene. 


Con suo grande stupore, subito dopo essere uscita dalla stanza del grillo parlante, Emma si reca dall’unica persona in grado di darle conferma delle parole dello psicologo. Regina.
Ha saputo da Killian, che quel pomeriggio avrebbe lavorato da casa per tenere Roland e così, anche se con un po’ di esitazione, bussa a casa Mills. 
Regina apre la porta e quando si trova davanti sua figlia, rimane piacevolmente sorpresa dalla cosa, non era in programma una sua visita e prima che lei possa cambiare idea e andarsene, la invita ad entrare. La fa accomodare in salotto e le offre un pezzo di torta di mela, una specialità che sa fare davvero bene. Emma accetta subito volentieri, adora i dolci della donna e non ne rifiuterebbe mai un pezzo. Inoltre, mangiare qualcosa di dolce può allentare la tensione che avverte, dicono che faccia sempre bene mangiarne per sentirsi meglio. 
«Allora, fammi un po’ vedere come ti sta questo anello al dito!» esclama la giovane, cercando prima di tutto un argomento di conversazione neutro, anche perché a dirla tutta si sente anche in forte imbarazzo, è la prima volta che si trova a parlare con sua madre da dopo aver scoperto la verità e soprattutto di sua iniziativa, inoltre ciò che deve dirle non è per niente facile. 
Regina ha capito che non è lì solo per vedere come le stia l’anello di fidanzamento, ma non vuole nemmeno che sua figlia scappi, di conseguenza non vuole certo metterla sotto pressione. Quindi, le mostra la mano.
«Ti sta benissimo. Avete già deciso la data?» chiede a quel punto, come lui gliel’ha chiesto lo sa già, visto che ha aiutato ad organizzare la serata, ma gli altri dettagli ancora no.
«Non ancora, ma in primavera senza dubbio.» non è tipo da sposarsi in pieno inverno, ma nemmeno con il caldo soffocante, preferisce senza ombra di dubbio la primavera, la stagione in cui ci si possono mettere le mezze maniche, ma in cui non fa caldo eccessivo da sudare, anche perché dentro gli abiti da sposa si suda a prescindere dalla stagione e lei non vuole sudare ulteriormente e infliggersi questa tortura da sola.
«Forse proprio questa primavera, vediamo come si mettono le cose...» continua la mora, alludendo ovviamente al loro rapporto, è chiaro che prima di sposarsi con Robin, vuole tornare ad avere un rapporto madre/figlia. Regina è stata chiara con l’uomo, anche se ovviamente non c’è stato nemmeno bisogno di dirglielo, lui aveva già capito, che non si sarebbe mai sposata senza Emma al suo fianco. 
Ma, il solo fatto che lei sia andata a scegliere l’anello con Robin, abbia partecipato all’organizzazione della serata e che soprattutto sia lì quel pomeriggio, le dà buone speranze di riuscita. Non vuole illudersi, ma sente che a poco a poco, le due possono tornare ad avere il meraviglioso rapporto che avevano e ancora meglio di prima, perché finalmente potrà sentirsi chiamare “mamma” da sua figlia.
«Ascolta Regina... Io.. Sono qui, perché sei l’unica con cui posso parlarne. Certo, c’è Ruby che senza dubbio mi potrebbe aiutare, ma... Tu sei... bè ecco, tu, sei tu.» sta per dire “tu sei mia mamma” ma non glielo dice, bloccata ancora una volta. Ma il solo fatto che sia lì, è già tanto, come le dice sempre Hopper, deve fare un passo alla volta, anche verso i suoi genitori e solo così riuscirà a riavere lo splendido rapporto che aveva con loro, se affretta i tempi, i suoi tempi, rischia solo di rovinare tutto.
La donna non dice nulla di quel gioco di parole uscito dalla bocca di Emma, capendo che non è ancora pronta a dire quella parola e la guarda in attesa che lei continui. 
«Oggi sono riuscita a dire a Hopper della violenza di Pan. Ma vorrei parlarne anche con te di come mi sento, prima di dirlo a Killian, vedi... Il mio problema non solo ciò che è successo, il fatto che lui mi abbia toccata con la forza... Il punto è che... È che il mio corpo ha reagito alla sua violenza. Lo so, me l’ha detto anche il grillo che è istintivo e so bene che il corpo reagisce d’istinto a ciò... Però mi sento in colpa lo stesso nei confronti di Killian, ecco perché quella famosa sera l’ho spinto via bruscamente.» ora che lo sa anche Regina si sente decisamente molto meglio.
«Emma, è normale che tu ti senta in colpa, penso che chiunque al tuo posto ci si sentirebbe. Ma Killian ti ama troppo per allontanarti per questo, lui si arrabbia solo per il dolore che hai provato e vorrebbe uccidere Pan, perché ti ha fatto del male... Non per altro. Non ti vedrà mai diversa da quello che sei. Tu lo sai meglio di me. Sei tu che ti senti così, ma noi ti vediamo sempre come la stessa ragazza a cui vogliamo bene.» le dice materna, capendo perfettamente come si sente, intuendo perfettamente che il suo vero disagio è interiore, è lei che si sente sbagliata e quindi di conseguenza pensa che anche Killian possa vederla come tale, che tutte le persone che ha intorno possano vederla come tale. Non è così. Loro le vogliono bene, esattamente come prima. 
«Quindi secondo te dovrei parlare con lui?»
Regina annuisce, se pur è ovvia la sua risposta, esattamente com’è banale la domanda di Emma, perché lei stessa la conosce la risposta alla sua domanda. 
«Ma come glielo dico? C’è ultimamente è tornato a dormire da me, non abbiamo ancora... Si insomma, non ci siamo ancora spinti di nuovo così oltre...» si stupisce di come si sente imbarazzata in quel momento, è riuscita a dire “fare l’amore” davanti a Hopper e non riesce a parlarne con quella che in fondo è sempre stata la sua migliore amica o forse perché adesso oltre ad essere tale, è anche sua madre, se pur lo sia sempre stata, ma lei non lo sapeva ancora. 
«Quello che voglio dire é... Sono pronta ad avere di nuovo un contatto fisico, ecco... Ma se glielo dico prima, poi non credo proprio che finiremo per farlo, se glielo dico dopo, magari potrebbe arrabbiarsi perché non gliel’ho detto subito...» 
«Emma, ti stai facendo troppi problemi lo sai? Quando ti sentirai di dirglielo, verrà naturale farlo e lui lo accetterà e ti starà vicino come ha sempre fatto.» le dice ancora una volta, la conosce molto bene e sa che la ragazza quando ha paura inizia a farsi mille possibili scenari che mai potranno davvero accadere, sopratutto in una situazione del genere, con il suo ragazzo che l’ama pazzamente e che sarebbe disposto a tutto pur di vederla felice.
«Grazie Regina.» le sorride dolcemente e per la prima volta avverte di nuovo la loro sintonia, quel legame, che nemmeno il tempo che sono state separate, è riuscito a scalfire.
Perché in fondo Emma, ha sempre considerato Regina come sua mamma, è stato solo difficile accettare che lo fosse veramente. Lo stesso è per David, lei l’ha sempre visto come papà iperprotettivo, ha solo avuto difficoltà ad accettare che fosse la realtà dei fatti. Ad accettare che David e Regina fossero i suoi veri genitori. 
Ma ora, forse, è disposta ad accettarlo e con il tempo riuscirà anche a fidarsi di loro e a considerarli parte integrante della sua vita.


Non è riuscita a parlarne con lui il giorno stesso, anche perché lei è uscita con le sue amiche e lui é rimasto nella Jolly Roger, per quelle due sere, visto che in una di esse si sono fermare a dormire nella nuova casa, le amiche di Emma. 
Due sere dopo, ha deciso che fosse il momento giusto per farlo, per aprirsi completamente con lui e lasciarsi totalmente questa brutta storia alle spalle. Ha chiesto a Regina se potesse tenere lei Henry, la donna si è dimostrata subito a favore, anche perché Henry stesso ha espresso il desiderio di andare a stare un po’ da lei, si vedono spesso i due, ma per il bambino mai abbastanza. 
In cucina si sta rivelando un’ottima cuoca, oltre ogni sua previsione, quindi ha deciso di cucinare qualcosa lei per il suo pirata. Sta provando a cucinare le lasagne, si è fatta dare la ricetta da Regina e spera che possano venire buone la metà di quelle della donna.
Per la serata si è anche messa un vestitino a fiori, nero con i fiori rosa, decisamente corto, visto che le lascia scoperta più della metà della coscia e un paio di ballerine anch’esse nere. I capelli invece li ha legati in una treccia, che le cade laterale. Ha messo poi solo un po’ di mascara per risaltare le ciglia. Quando sente il campanello, si guarda un’ultima volta allo specchio prima di aprire. 
Killian é parecchio agitato dalla serata, sa che saranno soli in casa, ed é la prima volta che sono da soli a casa di Emma. Teme di fare qualcosa di sbagliato nel suo confronti, anche perché l’ultima volta che sono rimasti da soli nella Jolly Roger, lei ha avuto quella brutta crisi e non vuole che ciò accada di nuovo. Ma cerca di scacciare quei pensieri e godersi ogni momento in compagnia della sua Emma, senza fare piani. Lui non si aspetta nulla, vuole solo passare del tempo con lei, anche perché ha sentito la sua mancanza, se pur siano stati separati solo due giorni. Nota subito che Emma sembra imbarazzata a sua volta, per questo si avvicina solamente al suo volto per baciarla.
La ragazza prontamente ricambia il bacio del suo pirata, andando a cercare la sua lingua e lasciandosi inebriare da essa.
Si separano poi per entrare in casa e sedersi al tavolo del salotto, in cui Emma ha imbandito la sua cena.
«Wow, che meraviglia. Lasagna, Swan? Mi potrei abituare a tutto questo e pretenderlo ogni sera.» dice lui facendola ridere subito di cuore. 
«Potrebbe non essere così buono come pensi, prima assaggia.» risponde prontamente la giovane, facendogli segno di accomodarsi al tavolo. 
Iniziano a cenare felici di condividere quel momento insieme. Emma per tutto il tempo della cena si impone di non pensare a ciò che deve dirgli. Possono farlo mentre sono comodamente seduti sul divano. È così gli racconta della sua giornata e Killian fa altrettanto raccontandogli la sua, mentre si gustano una deliziosa lasagna. La ragazza si sorprende di se stessa di essere riuscita a sfornare qualcosa di decente. È molto orgogliosa di se stessa. 
Solo quando hanno finito e Killian da vero gentiluomo si è offerto di lavare i piatti insieme a lei; che si concedono un po’ di coccole sul divano. 
Emma accarezza i capelli di Killian alla base della nuca, appoggiata con la testa sulla sue gambe e una mano dietro al collo per accarezzarlo dolcemente. Lui a sua volta le accarezza i capelli, che ricadono sulle sue gambe, e il suo viso rilassato e felice. 
Il pirata la trova così bella e senza dubbio passerebbe le ore a guardarla, senza mai staccarsi. Con gli occhi chiusi poi, totalmente a suo agio tra le sua braccia, è qualcosa che lo rende davvero felice. Come non avrebbe mai creduto di poter essere. Non avrebbe mai creduto che si sarebbe potuto innamorare così profondamente di un’altra persona, invece... Invece è possibile. Hanno ancora una vita davanti a loro, ma sente di poter dire che Emma è la donna della sua vita. Litigano, come tutte le coppie, ma poi far pace è ancora più meraviglioso. 
Emma si sente così felice e rilassata, così protetta e amata tra le braccia del suo Killian, come mai si è sentita in vita sua. Si rende conto che è stata una sciocca a pensare di non dirglielo, per paura di perderlo, loro sono fatti per stare insieme e possono superare insieme qualsiasi ostacolo. 
«Killian. Io ti devo parlare.» gli dice alzando la testa dalle sue gambe e incrociando i suoi occhi, è ora il momento per farlo e deve farlo, prima che perda il coraggio. 
Lui incrocia a sua volta i suoi occhi e aspetta che sia pronta ad aprirsi, perché è chiaro per entrambi di cosa lei gli voglia parlare. E nonostante sappia che sarà un momento terribile per Emma da rivivere e per lui da ascoltare, è felice che la ragazza abbia finalmente trovato il coraggio per farlo. Lui vuole solo starle vicino e aiutarla a superare il suo blocco.
«La sera che ti ho respinto, non è perché non volessi fare l’amore con te, lo volevo e tanto anche. Lo desidero anche adesso... È solo che, oltre a rivivere al trauma, io mi sono sentita in colpa nei tuoi confronti.» si ferma per riprendere fiato prima di continuare a parlare. Killian non dice nulla ed Emma si accorge che è molto attento ad ascoltare ciò che sta dicendo. 
«Mi sono sentita in colpa nei tuoi confronti perché... Quando Pan ha abusato del mio corpo, io... Io... c’è non io, ma il mio corpo, ha reagito istintivamente alle sue... chiamiamole attenzioni.» non sa nemmeno lei se è riuscita a farsi capire, si rende conto solo che sta balbettando come non è suo solito fare e sente anche gli occhi farsi improvvisamente umidi. 
Il ragazzo istintivamente l’abbraccia, la prima cosa che sente di fare è stringerla forte a sé e farle capire attraverso quel contatto che non deve assolutamente sentirsi in colpa. Lei non ha colpe. Lui non è arrabbiato con lei, non potrebbe mai esserlo. Non è lei che ha voluto tutto ciò. È furioso con Pan per il dolore che le ha causato, per averla fatta sentire così sbagliata. È furioso con quel bastardo che le ha messo le mani addosso contro il suo volere. 
La ragazza si lascia abbracciare e affonda il naso nell’incavo del suo collo, inebriandosi del suo profumo, ma quel contatto le fa anche uscire qualche lacrima silenziosa dagli occhi, che prontamente si deposita sul collo del pirata. Lui le solleva il viso con una mano e fa in modo che i loro occhi si incrocino ancora una volta. 
«Emma, amore mio, tu non hai colpe. Per me non sei sbagliata, anzi... Sei la donna che amo. Sei colei che voglio amare per il resto della mia vita. E supereremo anche questa, insieme. Te lo prometto.»
«Il problema è che mi sento io sbagliata. Da quando è successo non mi piaccio più. Tu eri riuscito finalmente a farmi vedere bella, ma ora.. Ora qualcosa si è rotto.» confessa ancora una volta. Ed è esattamente così, lui ha sempre avuto la capacità di farla sentire bella, bella perché amata, desiderata. Ma ora non sa se è più in grado di guardarsi con gli stessi occhi, se riuscirà ancora una volta a rivedere quella bellezza in se stessa. 
«Ci penserò io love, a farti tornare a vedere bella. Perché per me lo sei. Ti prometto che ogni giorno mi impegnerò nei farti tornare ad amarti, esattamente come ti amo io.»
«Ma cosa ho fatto di buono nella mia vita per meritarmi un uomo come te?» gli dice con le lacrime agli occhi, ma stavolta di felicità. Le sue parole sono state così sincere, così speciali e i suoi occhi celesti poi, quelle due pozze celesti, non sono mai state così sincere. Amata. Ancora una volta lui è riuscita a farla sentire amata.
«Vieni qui, love.» Stringendola nuovamente a sé. Emma affonda ancora una volta il viso nel suo collo, per poi avvicinarsi al suo orecchio.
«Ti amo Killian»
«Adoro sentirtelo dire, love.» con fare dolce, ma ancora decisamente divertito dal fatto che lei ancora una volta glielo stia dicendo, sorprendendolo, quindi fa finta di essere sorpreso per punzecchiarla.
Emma ride e si posiziona sopra di lui, guardandolo negli occhi. 
«Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo.» Gli dice sorridendo, ha capito che lui ha voluto giocare e lei vuole farlo a sua volta, ma puntando al lato debole del pirata, colpendo il suo cuore.
Killian in risposta va a catturare le sue labbra e fa in modo che lei prontamente le schiuda, per far sì che possa andare a sfiorare la sua lingua. Ancora una volta le loro lingue giocano tra loro e nessuno dei due vuole separarsi dal vivere quel dolce momento. É la ragazza che con decisione si posiziona meglio sulle gambe del suo ragazzo e intensifica il bacio, andando a mettere le mani sulla sua camicia. 
Lo guarda maliziosamente, ma resta in attesa che sia lui adesso a fare la sua mossa.
«Allora pirata, ti va di tornare a far divertire la tua ragazza, come facevamo sulla Jolly Roger?» gli dice maliziosamente e per una volta intraprendente, come forse non è mai stata. 
E spera che lui dica di sì, che possono tornare a stare in intimità, perché vuole sentirsi amare solo come lui sa fare, vuole che lui l’ami completamente.
Il pirata non parla nemmeno stavolta e unisce nuovamente le loro labbra. Non servono parole, perché lo desidera fortemente fare l’amore con lei e avverte dai suoi occhi, che anche lei è pronta, lo è davvero. Il discorso che hanno fatto non ha rovinato la serata anzi, forse ha fatto capire a entrambi quanto siano legati e che possono davvero dirsi tutto, dando inizio a un nuovo rapporto della loro storia d’amore.
Lentamente Emma lo prende per mano e lo conduce verso la camera da letto, si tengono mano nella mano sulle scale, ma alla fine di esse tornano a baciarsi con passione sempre più crescente, desiderosi di appartenersi. Forse come non mai si sono appartenuti. 
Talmente è la passione, che iniziano a spogliarsi già in mezzo al corridoio. Emma sbottona la camicia del suo capitano e la lascia scivolare ai loro piedi; lo stesso fa Killian con la sua maglietta. Raggiungono la camera da letto e si sono già entrambi sfilati i pantaloni, mentre si continuano a baciare con passione. Emma è appoggiata allo stipite della porta e il corpo di Killian aderisce perfettamente al suo. 
Raggiungono il letto che sono solo con l’intimo addosso. Si guardano finalmente negli occhi e Emma sorride felice. Felice come non lo era da un po’ e vedere gli occhi di Killian che brillano più del solito, che le trasmettono tutto l’amore di cui è capace, che le trasmettono ciò che poco prima gli ha detto a parole, la fanno sentire bene. 
Di nuovo amata, protetta, desiderata. Ed è così che si dovrebbe sentire ogni ragazza. Sono questi i brividi, il piacere reale. I brividi di quando le mani di chi ami ti sfiorano con dolcezza, attenzione e amore. Non ha niente a che vedere con la violenza. Ora che è tra le braccia del suo uomo lo capisce ancora meglio. 
Killian non distoglie lo sguardo da quello di Emma, nemmeno quando le va a togliere il reggiseno e porta dolcemente una mano sul suo seno. Emma rabbrividisce di piacere e si morde il labbro per cercare di contenere un gemito, ma è praticamente impossibile. 
Le mani del suo pirata poi, raggiungono il bordo dei suoi slip e li fa scorrere lungo le gambe accarezzando ogni centimetro della sua palle liscia e morbida, lasciando di tanto in tanto qualche bacio. Emma ride per il solletico che le sue dita le procurano, ma anche geme per il piacere, che ormai non riesce più a contenere. È quando lui torna lentamente verso il suo seno, con dei baci di fuoco, alternati a carezze, che la ragazza ribalta la situazione e si posiziona a cavalcioni sopra di lui. 
«È il mio turno, pirata.» dice maliziosa e si sposta verso il suo basso ventre per sfilargli a sua volta i boxer. Killian la guarda incantato e non può certo contenere l’eccitazione che sente, quando lei glieli sfila via. Lei poi torna subito ad unire i loro corpi e quello di Killian reagisce immediatamente di conseguenza. 
Le loro labbra tornando ad unirsi nel momento esatto in cui i loro corpi entrano in contatto completamente, fino ad unirsi. 
Si muovono in sintonia, ed entrambi provano le stesse identiche sensazioni della prima volta che hanno fatto l’amore. Ma sanno entrambi che non è legato al fatto che non stessero insieme da un po’, ma semplicemente dal fatto che si amano e ogni volta è speciale come se fosse la prima volta. 
È poco prima di raggiungere il massimo del piacere che si guardano negli occhi, per regalarsi ancora più emozioni, mentre i loro occhi gridano “ti amo”. 
 
Spazio autrice: Ciao a tutti, buona domenica! Avviso subito dicendo che sabato prossimo parto, quindi non so se riuscirò ad aggiornare la storia (dipende tutto dalla connessione, visto che lì non avrò il Wi-Fi e utilizzerò la connessione dati del cellulare) e quindi, se non vedete il capitolo non temete, la storia non è finita. Ancora c’é un po’ da raccontare, anche se siamo ormai giunti praticamente alla fine (mancano 4 capitoli). 
Ma veniamo a questo capitolo 29, finalmente Emma é riuscita a tirare fuori il suo dolore più grande prima con Hopper, poi con Regina e infine con Killian, colui che temeva di più, per la paura che lui la lasciasse. Ma uno con Killian può lasciarla solo per questo? Proprio che no. 
Be che dire, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi auguro una buona giornata. 😘
   
 
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