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Autore: Il cactus infelice    04/08/2019    4 recensioni
Estate 2020. Il riscaldamento globale colpisce non solo il mondo Babbano, ma anche quello dei Maghi. La frenesia dei social, della tecnologia, sta travolgendo anche i maghi e le streghe. Bisogna tenersi al passo coi tempi.
Ma mentre queste questioni vengono lasciate ai Babbani - che se ne intendono di più - il Mondo Magico avrà un'altra gatta da pelare.
Harry Potter si ritroverà a dover risolvere un altro mistero, forse addirittura a combattere un'altra guerra e questa volta lo riguarda molto, molto da vicino.
Tutto inizia con un ritorno inaspettato una mattina del 10 Luglio 2020.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, I Malandrini, Nimphadora Tonks, Teddy Lupin | Coppie: Bill/Fleur, Harry/Ginny, James/Lily, Teddy/Victorie
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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LACRIME SULLA TOMBA

 

Naturalmente Harry aveva fatto tutto ciò che era in suo potere per andare in fondo a quella situazione. E dall’alto del ruolo che ricopriva poteva fare parecchio. Aveva chiesto a Ron di accompagnarlo nel posto in cui aveva ritrovato i “resuscitati” e insieme si erano messi a cercare qualche traccia, qualsiasi cosa che potesse portare a un qualche tipo di indizio.
Ma come avevano sospettato non avevano trovato niente se non uno strano odore di bruciato, molto leggero, che era riuscito a percepire solo Harry però, quindi venne scartato come una cosa non importante.
Harry non aveva voluto coinvolgere gli altri Auror - per ora ne erano a conoscenza soltanto lui e il suo migliore amico, e il team che stava lavorando a quel caso ovviamente - non gli sembrava ancora arrivato il momento di alzare il polverone. Non che non si fidasse dei suoi ragazzi, erano tutti costretti dal segreto professionale dopotutto, ma cinque persone che resuscitano erano troppo da reggere per chiunque.
Tutti probabilmente avevano perso qualcuno in passato - la guerra si era portata via molti cari - e sapere che c’era la possibilità di riportare in vita le persone avrebbe dato alla testa a chiunque.
Sempre se davvero si trattava di “persone che tornavano in vita”.
Harry cercava di mantenere la razionalità; aveva ormai una certa maturità nonché una buona dose di esperienze per potersi permettere di esaltarsi e andare in brodo di giuggiole. Non poteva illudersi, non gli avrebbe fatto bene.
Si era fatto prestare da Hermione alcuni libri sulla magia oscura e sugli incantesimi e le maledizioni antiche ma non aveva trovato nulla sul riportare in vita i morti. Certo, c’era la Pietra della Resurrezione ma quella era al sicuro e nemmeno quella era in grado di resuscitare le persone.
In tarda mattinata decise di fare quello che nella sua vita non aveva mai sperato di fare. Non chiese a nessuno di accompagnarlo, né a Ron né a Hermione. Nella sua vita di adulto aveva capito che c’erano alcune cose che preferiva fare da solo.
Perciò si materializzò a Godric’s Hollow e girò subito verso il cimitero. Il guardiano gli venne incontro sorridendo, felice di vedere il volto del famoso Salvatore del Mondo Magico tornare da quelle parti. Gli disse semplicemente che stava andando alla tomba dei suoi genitori - non era la prima volta che lo faceva, in fondo.
Il guardiano era un uomo discreto per fortuna e non aveva mai riportato a nessun giornale quelle sue capatine nostalgiche. Il moro si era dovuto arrendere all’idea che qualsiasi cosa facesse, dall’allacciarsi le scarpe al comprare un nuovo orologio, i giornali di gossip ne approfittavano per scriverci qualcosa, anche se era solo un trafiletto.
Quello che però il guardiano non sapeva era che Harry doveva aprire - letteralmente - le tombe dei suoi genitori.
Potter percorse a grandi falcate il viale del cimitero deserto e arrivò alla tomba dei suoi genitori eccessivamente presto per i suoi gusti. Lanciò un paio di incantesimi di protezione e di invisibilità per non farsi vedere da nessuno e cominciò.
Non doveva esitare perché altrimenti non ci sarebbe riuscito. Doveva farlo senza pensarci, rimanere indifferente, come fosse la tomba di due persone qualsiasi.
Prima di tutto sollevò la pietra di marmo stringendo forte la bacchetta per mantenere l’incantesimo perché l’oggetto era piuttosto pesante. Lo appoggiò da un lato schiacciando i piccoli fiori selvatici e pensò a ripulire le bare dalla terra. Ora arrivava la parte difficile.
Harry sospirò pesantemente prima di scoperchiare anche quelle. La sua espressione rimase vacua quando guardò dentro.
Non era arrivato lì con alcuna aspettativa, non aveva voluto ipotizzare nulla. 
“Hai trovato qualcosa nei libri che ti ho prestato?” gli chiese Hermione quando lei e Ron si erano ritrovati nell’ufficio di Harry per l’ora di pranzo. 
“Nulla”. 
“Accidenti. Proverò a cercare meglio”. 
“Tranquilla, Hermione. Dubito di trovare una risposta nei libri”. 
L’amica si limitò a mostrare un cipiglio risentito; era ancora convinta che tutte le risposte si trovassero nei libri, ma non era intenzione di Harry smentire quella cosa o sminuire la sua passione. Semplicemente la sua sensazione gli diceva che quell’incantesimo - qualunque esso fosse - non era di quelli che si sarebbero trovati facilmente in un libro. 
“Anche quando io e Harry siamo andati sul posto dove sono comparsi non abbiamo scoperto nulla”. 
“È assurdo. Una magia del genere dovrebbe lasciare traccia”, commentò Hermione. 
“E la persona che lo ha fatto deve essere molto potente”. 
“Dici che si tratta di una persona?” 
“Hai altre ipotesi?” le chiese Harry guardandola intensamente. 
Lei scosse il capo sconsolatamente. 
“Sono andato persino a dissotterrare i loro cadaveri”, rivelò a quel punto Harry. 
Finalmente l’interesse dei suoi due amici sembrò essersi riacceso di colpo. 
“Come?” 
“E hai scoperto qualcosa?” 
“Sono vuote. Tutte le bare. Quelle dei miei genitori e di Remus e Tonks. Non ci sono ossa né polvere, come se non fossero mai stati lì. Ovviamente per Sirius non ho potuto controllare, ma scommetto che ovunque sia sparito il suo corpo non si trova più lì”. 
Hermione e Ron si guardarono confusi ma nei loro occhi si poteva leggere una sorta di illuminazione. 
“Questo è un grosso indizio!” esclamò Granger. “Significa che qualcuno ha dissotterrato i loro cadaveri per riportarli in vita”. 
“Una cosa del genere si può fare?” chiese il marito. 
“Forse sì. Ci sono tantissime magie antiche e potenti. La negromanzia è una realtà anche se quasi nessuno la pratica. È magia oscura e se non sai usarla puoi causare guai. Guai molto grossi”. 
Harry afferrò la pallina da tennis che teneva sempre a portata di mano nell’ufficio e la fece rimbalzare contro la parete verso cui era girato. Lo faceva sempre quando doveva concentrarsi o rilassarsi. 
“Harry, secondo me a questo punto dovresti indagare sulle persone vicino a te. Sono state resuscitate persone che ti erano care quindi c’era un interesse specifico nel riportare in vita proprio loro. Magari qualcuno che… insomma, ti conosce”, gli suggerì l’amica. 
“Stai dicendo che i miei figli, o magari Teddy, potrebbero aver usato un incantesimo per riportare in vita persone che non hanno mai conosciuto? O magari Ginny?” 
“No!” ribatté subito Hermione. “Non lo so. Però non è un dato da ignorare”. 
Hermione aveva ragione e Harry lo sapeva. Quella situazione diventava sempre più incasinata. 
“Harry”, lo chiamò lei dopo un po’, piano, quasi titubante. “Ma tu come ti senti? Insomma, rivedere Sirius e… i tuoi genitori… dopo tutto questo tempo?” 
Harry esitò nel risponderle. “Tu come ti sentiresti a rivedere i tuoi genitori che non hai mai conosciuto e con vent’anni meno di te?” Le disse senza alcun timbro particolare nella voce. Non la guardò nemmeno.
Non aveva una risposta alla sua domanda. Aveva piuttosto tante domande. Era cresciuto senza genitori e ci era abituato, alla fine gli era andata bene così, e poi era diventato padre lui e tutto alla fine si era sistemato nella sua vita. Aveva paura che questo evento - e tutto ciò che ne sarebbe conseguito - avrebbe potuto rovinare lo status quo così difficilmente raggiunto. Perché certo, era felice e non lo poteva negare, ma era anche spaventato. Una cosa del genere quanta influenza avrebbe avuto nella sua vita e nelle sue emozioni? E le emozioni erano qualcosa che lui doveva assolutamente controllare, altrimenti… Altrimenti sarebbe successo quello che era successo anni fa.
Qualcuno bussò alla porta del suo ufficio. 
“Avanti!” gridò Harry. 
Steven fece capolino dalla porta. “Ho delle novità. Possiamo parlare in privato?” 
Il moro congedò i suoi amici con un cenno della testa e i due abbandonarono immediatamente l’ampia stanza. 
“Dimmi pure. Ti va del bourbon?”
“No, grazie. Non bevo in servizio”. 
Harry fece un verso silenzioso a quell’asserzione e rimproverandosi mentalmente del fatto che invece lui beveva - non troppo - ma comunque a volte beveva al lavoro. 
“Ti ho portato i risultati delle ricerche che abbiamo fatto sui… resuscitati. Non ci sono anomalie né altre stranezze. Sono perfettamente umani, maghi al cento per cento, ricordano tutti gli incantesimi e sanno ancora padroneggiare la bacchetta. Non ci sono tracce di Pozione Polisucco né incantesimi di trasfigurazione. Ricordano tutto della loro vita, abbiamo chiesto cose molto dettagliate, per quanto potevamo sapere, e hanno risposto a tutto. L’unica cosa che non ricordano è… Be’, la morte. Non sanno dirci se ci sia un aldilà o simili”. 
Harry sogghignò; ovviamente doveva aspettarsi una cosa del genere, che le persone sarebbero state interessate a sapere “dove si va a finire quando si muore”. Forse era una fortuna che non lo ricordassero. Per quanto concerneva lui non si andava da nessuna parte.

 

Harry scese per l’ennesima volta nel seminterrato e raggiunse subito la stanza dove alloggiavano i suoi genitori, Sirius, Remus e Tonks.
Entrò e senza dire niente si tolse la giacca, l’appese allo schienale di una sedia che trovò lì e la afferrò per sedercisi al contrario, col petto appoggiato contro lo schienale. Notò gli occhi di James fissi su di lui, quasi in contemplazione. 
“Mi chiedevo come fai ad avere i capelli così in ordine. Io ho provato in tutti i modi per anni”, gli disse semplicemente. 
Harry ridacchiò. “Solo tanto gel. E incrociare le dita sperando che stiano così per tutta la giornata”. 
James sorrise a quella battuta e si mise più comodo sul letto. 
“Comunque, avete superato tutti i test”, proseguì Harry. “E non siete prigionieri, quindi potete anche andare via da qui”. 
A quelle parole tutti i presenti strabuzzarono leggermente gli occhi, chi perplesso, chi preoccupato. 
“E dove andremmo? Cioè, non abbiamo un posto…”, cominciò Lily riscuotendosi all’improvviso. Per qualche motivo che non riusciva a spiegarsi, era rimasta a fissare la camicia scura di Harry, soprattutto i bottoni allacciati a nascondere un fisico che - da quello che riusciva a intravedersi - doveva essere piuttosto ben messo, a giudicare anche da alcuni bottoni che sembravano voler scappare dalle asole. 
Harry allora prese nuovamente la parola, interrompendola. “Mica vi lascio così. Voi due - indicò Remus e Tonks - penso che Andromeda sarebbe molto felice di riavervi a casa. E voi - si rivolse a James, Lily e Sirius - be’, potete stare da me. Ho una casa… piuttosto grande”. 
Sirius lo guardò inarcando un sopracciglio. Poi spostò lo sguardo verso la sua mano sinistra dove un sottile anello d’oro, dalla fattura molto semplice, faceva bella mostra di sé sull’anulare. Passò lo sguardo dall’anello al viso del figlioccio un paio di volte e spalancò la bocca in totale sorpresa.
“Aspetta! Ma quella è una fede?!” 
“Ehm…”, bofonchiò Harry guardandosi il dito. “Sì?” 
“Ti sei sposato?” 
“Decisamente”. 
“Con chi?” 
L’espressione dell’Animagus era velocemente mutata in allegria e contentezza, anche se c’era ancora del leggero stupore che aleggiava nei suoi occhi. 
“Lo scoprirai da te”, gli rispose Harry evasivo, sorridendo con aria malandrina e alzandosi dalla sedia. 
“Come sarebbe a dire? Io voglio saperlo! Devo saperlo!”
“Non essere invadente, Siri”, lo redarguì Remus per salvare il povero Harry da quell’impiccione del suo migliore amico che sembrava stesse tirando fuori il peggio di sé. Sembrava di avere a che fare col Sirius dei tempi di Hogwarts, più che con un Sirius adulto. 
“È Hermione, vero?” fece l’altro ignorando totalmente l’amico licantropo. 
Harry per poco non si strozzò con la propria saliva. “Cosa? No! Non è Hermione!” 
“Allora chi? Qualcuno che conosco? Qualcuno che hai incontrato ad Hogwarts?” 
Potter cominciò ad avviarsi verso la porta. “Te l’ho detto, Sirius, lo scoprirai”. 
“Ma hai anche dei figli?” Si sentì ancora chiedere mentre usciva, l’ombra di una risata ancora sulle labbra. 
Sirius, e tutti quanti i resuscitati, avrebbero avuto delle grosse sorprese una volta che li avesse ospitati in casa sua. Non poteva negare che la cosa gli facesse piacere, ma perlopiù era preoccupato. Non aveva ancora avuto occasione di parlare con Teddy e lo doveva fare il prima possibile, ma anche con Remus e Tonks di quello… della situazione di Teddy. Senza contare che la notizia di cinque persone resuscitate non sarebbe rimasta sottochiave per sempre e prima o poi la stampa lo avrebbe scoperto e allora ci sarebbe stata una bella gatta da pelare. Per non dire che, davvero, non avevano idea di come avessero fatto a resuscitare. 
Perché proprio loro? Qualche ragione dietro doveva esserci e Harry temeva che non gli sarebbe piaciuta. 

 

 *** 

 

Oggi mi sono fatta attendere più del solito e vi chiedo scusa. Ma ecco qua il capitolo. Un po’ più breve dell’altra volta e un po’ più di passaggio, ma abbastanza intenso. 

Voi che dite? Avete qualche ipotesi su quello che succederà o sul perché i Malandrini e Tonks e Lily sono resuscitati? 

Lasciatemi un commento e ci risentiamo domenica prossima : )

 

C.

 

   
 
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