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Autore: LadyPalma    06/08/2019    1 recensioni
SPOILER 8X03
E se nella scena finale, Davos avesse raccolto la collana di Melisandre e per qualche ragione il contatto dell'oggetto con il suo corpo (e solo il suo) fosse in grado di mantenerla in vita? Se il destino della Donna Rossa fosse nelle mani del Cavaliere delle Cipolle, lui deciderebbe di ucciderla o di darle un'altra possibilità? Potrà lui mai essere in grado di perdonarla?
Un tentativo di creare una storia d'amore tra due personaggi che si sono sempre odiati, forse solo perché non si sono mai capiti.
Melisandre/Davos
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Davos Seaworth, Melisandre di Asshai
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Red Onion - Davos/Melisandre'
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13.


Il nuovo re Jon Targaryen, primo del suo nome, fissava Lord Davos con autentica sorpresa. Lo aveva invitato ad una passeggiata per le strade innevate di Grande Inverno per rinnovare ancora una volta la richiesta di averlo come Primo Cavaliere del re e della regina ora che Tyrion Lannister era morto ma, dopo aver ottenuto finalmente una risposta positiva, la conversazione aveva preso una direzione che non si era affatto aspettato.
"L'ultima volta che mi avete parlato della Donna Rossa, volevate che la giustiziassi o lo avete dimenticato?" domandò, con una durezza non voluta e anche piuttosto non caratteristica di lui.
"Non l'ho dimenticato" replicò Davos, assumendo un'espressione grave a sua volta dovuta principalmente al ricordo sempre vivo del perché l'aveva voluta morta per tanto  tempo. "Ma ora le cose sono cambiate..."
"Sì, la piccola Shireen" lo interruppe Jon, accennando un fugace sorriso. L'aveva vista solo un paio di volte e aveva saputo dalle sue sorelle - o per meglio dire cugine - per sommi capi come si era arrivati alla nascita di quella bambina, in primo luogo. Tuttavia, era rimasto finora abbastanza estraneo alla vicenda e di certo preoccupazioni e pensieri alternativi non erano mancati.
"Ma voi volete prendervi cura di lei, riconoscerla e darle il vostro cognome. È più di quanto molti uomini, per quanto onorevoli, hanno fatto con i loro bastardi" riprese, pronunciando quella parola con tristezza ma non con il tipico disprezzo a cui solitamente era associata. "Devo la mia vita alla Donna Rossa e sarò sempre debitore nei suoi confronti, ma voi Davos... Voi avete deciso di tenerla in vita e, considerato il vostro rapporto, non le dovete più nulla".
Il cavaliere delle Cipolle scrutò il suo re in silenzio per un po', riuscendo facilmente ad indovinare i suoi pensieri. Era chiaro che stesse pensando a sé stesso e alla sua giovinezza trascorsa sì a Grande Inverno insieme agli Stark, ma con la piena consapevolezza di essere un escluso e un reietto e con un trattamento peggiore di quello riservato a Theon Greyjoy che non aveva nessun legame di sangue con la famiglia e che aveva per giunto finito per tradirla. Ned Stark, l'uomo più giusto e onorevole che tutti ricordassero, si era preso cura di Jon ma non si era spinto mai a renderlo ufficialmente uguale ai suoi figli. L'infelice passato avrebbe sempre pesato su quel giovane uomo che ora reggeva le sorti del mondo, ma c'era un dettaglio che Jon stava dimenticando. Quell'onorevole di Ned Stark un figlio bastardo non lo aveva mai veramente avuto.
"Il nostro rapporto..." disse alla fine, soffermandosi sull'ultima parte delle parole che gli erano state dette. "Con tutto il rispetto, maestà, non potete capire il rapporto che c'è tra me e Lady Melisandre. Giuro che a volte non lo capisco neanche io".
"Diverse persone mi hanno fatto notare come ci sono molte cose che non capisco o che non so e non ho la presunzione di dire il contrario" ribatté il re in tono conciliante. Ma arrestò improvvisamente il passo e afferrò il cavaliere per il braccio, fissandolo dritto negli occhi. "Capisco che vogliate assumervi le vostre responsabilità, ma questo non significa che dobbiate restare ancorato a una donna che odiate. Un giorno Maestro Aemon mi disse che l'amore è la morte del dovere. E aveva ragione, però è anche vero il contrario: il dovere è la morte dell'amore".
Davos considerò quelle parole e annuì, riconoscendone la grande saggezza, ma non riuscendo ad applicare il loro significato al suo caso. Probabilmente Jon pensava che la sua richiesta di modificare gli accordi presi in merito al suo matrimonio derivassero unicamente dal suo senso del dovere. Ma non era così, lui era un uomo molto meno onorevole di Ned Stark.
"Lasciate che vi faccia una domanda: il vostro matrimonio con la regina Daenerys è un atto di dovere o di amore?"
Jon aggrottò le sopracciglia per un attimo ma non rifletté a lungo sulla risposta.
"Sposarla era la cosa più giusta da fare per unire i due pretendenti al trono ed evitare nuove sollevazioni. Anche se avessi rinunciato e mi fossi ritirato qui al Nord, in me avrebbero visto un volto dietro il quale poter tramare contro Daenerys. Come aveva tentato di fare Varys, lo ricordate bene". Fece una piccola pausa e quando riprese a parlare, la solennità lasciò il posto all'emotività, la razionalità al cuore. "Però amo Daenerys, lei sarà sempre la mia regina... E anche questo sapete bene".
Davos si lasciò sfuggire un sorriso. Era stato presente durante il primo incontro tra i due sovrani, testimone delle prime fasi del loro innamoramento ed era stato il primo a insinuare un possibile sviluppo romantico.
"Allora siamo due uomini fortunati, Jon Snow" disse infine, calcando con affetto sul nome che il re aveva abbandonato ma che sarebbe sempre stato parte di lui. "Per noi il dovere e l'amore non sono in conflitto".
L'uomo più anziano cominciò lentamente a ripercorrere la strada al contrario e il più giovane lo seguì, non prima di lasciarsi sfuggire un sorriso disteso e divertito. Forse per una delle poche volte nella vita, Jon aveva colto qualcosa prima di tutti gli altri. Davos non se n'era reso conto ma aveva praticamente ammesso ad alta voce di amare la Donna Rossa.

 
**

Nonostante l'idea fosse stata ormai approvata durante la mattina, Davos aspettò la sera prima di incontrare Melisandre. Non le parlò durante la consueta cena nella Sala grande del castello, né la raggiunse nelle sue stanze, ma la fermò nel mezzo, mentre percorreva il corridoio che la avrebbe portata da un posto all'altro. I suoni e le voci della cena ancora in corso li raggiungevano, ma il corridoio era deserto e loro due erano soli.
"Lord Davos, ora volete parlarmi?" chiese lei, voltandosi verso di lui. La voce e l'espressione erano calme, ma l'implicazione delle sue parole e l'utilizzo completamente inutile del titolo lasciavano ben intuire quanto fosse ancora irritata per il modo ambiguo in cui lui l'aveva abbandonata la sera precedente.
Gli aveva rivolto una domanda e lui non aveva risposto, andandosene semplicemente. E adesso era nuovamente lì di fronte a lei, anche se non erano le risposte quello che era pronto ad offrire. Senza dire nulla, infatti, le porse una stoffa piegata di colore grigio scuro.
"Che cos'è?" domandò lei dubbiosa, passando a esaminare la stoffa.
Non le ci volle molto per dispiegarla e ritrovarsi tra le mani un mantello con un ben noto disegno sopra. Una barca nera con una cipolla sulla vela, lo stemma della giovanissima casata Seaworth.
"È per te. Voglio che lo indossi domani" disse lui, con un tono quasi indifferente, senza spiegare molto di più.
Ma Melisandre non aveva bisogno di spiegazioni. Era cresciuta ad Asshai ed era stata una sacerdotessa del Signore della Luce, ma aveva vissuto ormai abbastanza nel Continente Occidentale da sapere cosa significasse da quelle parti per una donna indossare il mantello di un uomo.
"Dovresti darlo a Lady Rosmund Frey, non a me" disse in un tono tagliente, senza tuttavia alzare lo sguardo dal tessuto, né fare alcun cenno per restituirglielo.
Davos, lontano dallo sguardo di lei, accennò un sorriso. Aveva previsto una simile reazione: la confusione, la sorpresa e quella strana e incerta gelosia di cui già aveva dato prova.
"Questa mattina ho avuto modo di parlare con il re e gli ho suggerito una unione tra Lady Rosmund e Lord Bronn. Non preoccuparti per lei, non credo rimpiangerà molto le Torri Gemelle quando diventerà Lady di Alto Giardino".
Quella notizia ebbe l'effetto di far alzare immediatamente lo sguardo della donna. E così Lady Frey era fuori gioco e la possibilità di poter avere vicino Shireen e Davos assumeva una forma che neanche nelle sue congetture più temerarie aveva sfiorato la sua mente. Diventare sua moglie, sposarlo... Mai si era spinta a pensare tanto. La sola idea le sembrava assurda e quella idea potesse diventare realtà le faceva venire unicamente voglia di ridere. E così, senza preavviso, scoppiò a ridere ed era una risata aperta e cristallina, ma allo stesso tempo nervosa.
Davos aggrottò le sopracciglia e la fissò incuriosito. Di certo quella era una reazione che non si era aspettato. Nell'ultimo anno in cui tutto tra loro era cambiato, l'aveva vista sorridere, piangere, mostrarsi umana, dolce e fragile. Ma fino ad allora non l'aveva mai vista ridere per davvero e non poteva fare a meno di trovarla adorabile, anche se in quel momento una risata era l'ultima cosa di cui aveva bisogno.
"Io non sono una Lady" disse, quando la risata cessò del tutto e si ridusse ad un tiepido sorriso in qualche modo triste.
"Se è per questo neanche io sono un Lord, sono nato nel Fondo delle Pulci e sono stato un contrabbandiere per anni. E Bronn? Il nuovo Lord di Alto Giardino è stato un mercenario al soldo dei Lannister. E Gendry? Il Lord di Capo Tempesta era un fabbro e la sua origine è quella di essere un bastardo. Perfino il nostro re Jon, fino a poco fa credeva di essere un bastardo e vestiva il Nero!"
C'era del vero nella replica appassionata del cavaliere delle Cipolle ma lei non sembrò mutare espressione.
"Quello che voglio dire è che non sono una moglie" precisò per tutta risposta, con un’aria che sembrava stanca.
È spaventata, decise Davos guardandola. Tutti gli anni che aveva vissuto e mai che si fosse innamorata, mai che avesse pensato di appartenere ad un uomo e vivere una vita semplice abbandonando la sua missione. Era spaventata di essere una donna in carne ed ossa con tutte le implicazioni del caso, ma ormai era già troppo tardi per questo, non se ne rendeva forse conto?
"Non eri neanche una madre, eppure te la cavi splendidamente con Shireen" le fece notare, ma non le diede modo di soffermarsi su quel complimento. Si stava rivelando incredibilmente una buona madre e glielo avrebbe ripetuto in seguito, ma adesso non era quello il punto del discorso. "Avevi detto di voler stare con me e, per quanto assurdo sia, anche io voglio averti accanto. Ma non prendo amanti, Melisandre. Se vuoi stare con me, allora sarai mia moglie e la lady delle Torri".
La donna tacque ma nei suoi occhi azzurri apparve un lampo di decisione. Senza fretta, piegò il mantello e glielo restituì, anche se ora c'era un'ombra di sorriso sul suo volto.
"Devi tenerlo tu fino a domani, allora. Se non ricordo male, secondo le usanze dell'occidente, è l'uomo a dover mettere il mantello addosso alla donna, o mi sbaglio?"
Senza aspettare la risposta, si incamminò verso la sua stanza mentre il suono della risata di lui alle sue spalle accompagnava i suoi passi.
Effettivamente, era Davos ora a ridacchiare. Il fatto che fosse stato lui a proporre quella follia non gliela faceva apparire meno folle. Dal giorno in cui non aveva bloccato Maestro Crassen nel suo tentativo di avvelenarla fino alla Lunga Notte quando l'aveva inseguita con la spada, aveva sperato di ucciderla.
Quanto l'aveva odiata, e ora quanto la amava.
Non c'era stato un momento in cui aveva deciso di smettere di provare disprezzo per lei, ma era successo e quel sentimento negativo era stato sostituito da uno positivo che non aveva avuto eguali nei confronti di una donna. Si vergognava ad ammettere che neanche per la sua defunta moglie Marya aveva provato un simile trasporto. A quel pensiero, il sorriso si congelò sul suo viso e per la prima volta dopo tanto tempo pensò agli dei - chiunque essi fossero.
Nella sua mente, pregò gli dei di perdonarlo per averla perdonata.




 
NDA: Finalmente l'happy ending! Ho cercato di tirarla un po' per le lunghe, anche per rendere il tutto credibile e dare ai personaggi il modo di analizzare al meglio i loro sentimenti, ma non potevo negare la felicità a questi due. La mia sfida di operare un percorso di redenzione (per Melisandre) e di perdono (per Davos) e di farli innamorare si può dire conclusa e mi auguro davvero di tutto cuore che il percorso sia risultato credibile a voi lettori:) Tuttavia, la storia non è ancora conclusa, ci sono ancora alcune questioni in sospeso che intendo sciogliere. Intanto, nel prossimo capitolo ci sarà il matrimonio, quindi finalmente un capitolo dolce. A presto!
   
 
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