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Autore: Athelye    09/08/2019    1 recensioni
Capelli decolorati, occhi di ghiaccio, aria misteriosa e da delinquente.
Sorriso da mille watt, occhi vispi e allegri, un'ingenuità senza pari.
Un gruppo di amici, una scommessa, e un mese e mezzo per vincerla.
Basta dimostrare che l'apparenza inganna, sarà davvero così?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Gon Freecss, Killua Zaoldyeck, Kurapika, Leorio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Exactly Another Teen Story

Capitolo XIII – Thnks Fr Th Mmrs


Il telefono premuto sull’orecchio, mentre riecheggiava il suono continuo della linea. Finalmente sentì un click e qualcuno attivò la chiamata.
Pronto, Gon?” Rispose una voce amica.
“Kurapika? Disturbo?” Si mise a giochicchiare con la tenda. Era in piedi alla finestra di camera sua, guardando fuori senza fissarsi su qualcosa di particolare.
No, assolutamente. Buon anno!” Esclamò l’amico dall’altro capo del telefono.
“Eh? Ah, sì, giusto, grazie. Anche a te.” Si scosse un poco.
Seguì qualche istante di silenzio.
Uhm.. Volevi dirmi qualcosa?” Chiese, titubante.
Gon respirò profondamente, cercando le parole giuste. Aveva chiamato Kurapika perché, dopo Killua, era il suo amico più fidato. Aveva pensato di chiamare Leorio, dato l’argomento, ma, visto il suo carattere ipercritico e la loro scommessa, aveva immediatamente accantonato l’idea.
In realtà la prima chiamata partita dal suo cellulare era diretta al numero di Neon, ma lei non aveva risposto, e forse era meglio così, dato che la sua migliore amica, e mille volte confidente, non sarebbe comunque andata bene in quel momento.
Gon? Ci sei?
Il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri, e tentò di comunicare. “Kurapika.. Uhm.. Puoi parlare?”
Era certo che l’altro avesse corrugato le sopracciglia, in confusione e preoccupazione. “Certo, dimmi.
“Ecco.. Ieri sera, cioè, stanotte, è successa una cosa..” Iniziò, cercando di non balbettare. L’altro aspettò pazientemente in silenzio. “Sto bene eh, tranquillo.” Si sentì in dovere di specificare.
Mh.
“Ehm.. Sì, dicevo, è.. È successa una cosa, con.. Con Killua.” Deglutì. Per quale assurdo motivo ci stava mettendo così tanto a dirlo? Non era mica la prima volta!
Maledisse la sua testa, che gli faceva sembrare tutto ovattato intorno a sé. Come faceva Leorio a parlare senza peli sulla lingua di quello che faceva alle ragazze e viceversa, e senza pitoccare sui dettagli?!
Gon, sei sicuro vada tutto bene?” Sentì una vena di apprensione nella voce dell’amico.
“Sì, cioè, penso. Credo.” Si lasciò sfuggire un sospiro frustrato, una specie di lamento, e scosse la testa con sgomento. “Non lo so!”
Sospirò ancora, prima di un secondo tentativo. “Io e Killua.. Ecco, ci siamo.. Ieri sera..” Maledetto nodo in gola, fammi parlare! “Ci siamo baciati..”
Oh..
“E.. Siamo stati a letto. Insieme.”
OH.
Seguì altro silenzio, durante il quale Gon sentì ribollire lo stomaco, il sangue, il cervello, tutto dentro di sé. “Kurapika, ti prego. Di’ qualcos’altro!” Si passò una mano sulla faccia e poi fra i capelli.
Dall’altro capo del telefono ci fu ancora un attimo di silenzio. “E ti è dispiaciuto?
Gon sgranò gli occhi. “Eh?! Avevo decisamente bevuto più del solito, quind-”
Quindi è un no?” Il tono di Kurapika non era affatto critico o derisorio, ma anzi serio e con una vena di affetto.
Il moro disegnò qualche ghirigoro sul vetro della finestra. “Beh.. No, penso di no. Ma non è questo il punto!” Strizzò gli occhi, cercando di concentrarsi su quello che voleva dire.
No? Scusa se te lo dico, Gon, ma io penso che sia il fulcro della questione invece.
“Perché? Abbiamo entrambi bevuto troppo, evidentemente. E sai, il nostro corpo ha reagito autonomamente.” Mormorò, gonfiando le guance e prendendo un bel colorito rosso.
Per quanto tu possa aver bevuto, non credo che non saresti stato in grado di respingere delle ‘attenzioni’ indesiderate. Quindi, evidentemente, le volevi.
“Cosa?! No!” Esclamò di getto. “Killua è il mio migliore amico, non potrei pensarci in quel modo!”
E perché no?
Gon sapeva che Kurapika aveva inarcato un sopracciglio e storto la bocca da un lato, con aria interrogativa. Faceva sempre così quand’era confuso, e quello era un tono decisamente confuso. Sbuffò.
“Perché no!”
L’amico rise nel suo orecchio.
“Se devi ridere di me, riprovo a chiamare Neon, forse lei mi darà ragione..” Brontolò, e sentì un sussulto dall’altra parte.
No! Non chiamarla.” Aveva risposto davvero in fretta. “Non dirglielo.
Corrugò le sopracciglia. Ora era lui quello confuso. “Perché no?”
Perché..” Una piccola pausa. “Beh, sai com’è fatta Neon, cosa pensa di Killua. Non sarebbe una chiamata piacevole per nessuno, ecco.
Il moro annuì, sospirando. Aveva ragione. Neon gli avrebbe solo urlato nelle orecchie, criticandolo, dicendogli che gliel’aveva detto che non doveva bere così tanto, e che sarebbe successo qualcosa di brutto.
Che poi, era stato brutto? No, Gon non l’aveva trovata per niente un’esperienza negativa, escludendo il fatto che Killua era il suo migliore amico. E che il suo migliore amico gli aveva fatto del sesso orale. E che lui non solo non l’aveva fermato, ma nel piacere generale l’aveva anche tenuto lì mentre stava..
Scosse violentemente la testa, con il viso bordeaux. Nella cornetta sentì Kurapika masticare qualcosa fra sé e sé.
Comunque, ne avrete parlato, immagino, quind-
“No.” Fu la risposta secca di Gon, mentre sentiva andare a fuoco le proprie orecchie.
Come no?!” Il biondo aveva alzato la voce con stupore. “E perché??
Anche Gon ribatté a un volume più alto, in preda all’imbarazzo. “Ma ora secondo te vado a chiedergli ‘Ehi Killua, perché stanotte hai ingoiato il mi-” Con un sonoro ciak! si tappò la bocca con la mano. Attraverso la cornetta era certo di aver sentito la mandibola di Kurapika staccarsi e cadere a terra, mentre il suo riflesso sul vetro appannato della finestra rasentava il viola.
Si maledisse mentalmente e sperò di tutto cuore che sua nonna stesse dormendo e che sua zia stesse lavando i piatti molto rumorosamente.
Sentiva il sangue rombargli nelle orecchie, ma non sapeva se fosse per l’imbarazzo o per il ricordo.
Kurapika nel frattempo taceva, e questo non aiutava affatto lo stomaco di Gon. Altro che farfalle, dovevano essere dei draghi gli abitanti delle sue interiora.
Lui.. Ha fatto cosa?” Finalmente la voce flebile, e apparentemente incredula, nel cellulare ruppe il silenzio.
“Già..” Le labbra di Gon si incresparono in una smorfia mortificata. La sua voce rasentò il sussurro. “Non farmelo ripetere, ti prego. È stato già abbastanza imbarazzante ricordarlo stamani.”
Posso immaginare.. E lui non ti ha detto nulla?
“È meglio che non mi esprima neanche su questo punto.” Borbottò, grattandosi un poco il naso.
Esattamente, Gon, quale assurdo motivo ti ha spinto a chiamarmi?” Chiese, dopo un secondo di esitazione.
“Avevo bisogno di parlarne con qualcuno.. E non so, capire cosa fare ora, immagino. Tu sei quello più saggio che conosco.” Rispose, mentre il suo colorito sbiadiva verso una sfumatura più chiara, riprendendo a respirare normalmente dato il cambio di argomento. Gli sembrò di essere stato in apnea per tutto il tempo.
Non sono saggio, Gon. Semplicemente, a differenza vostra, io ho un minimo di senso logico.” Ribatté, facendo sbuffare l’altro. “Comunque, se vuoi.. Uhm.. Senza la minuzia di dettagli che usa in genere Leorio, se pensi ti faccia sfogare, o stare meglio, o insomma aiutare in qualche modo, puoi.. Ehm.. Raccontarmi quello che è successo, ecco.
Gon inarcò le sopracciglia, spalancando gli occhi. “Kura.. Sei sicuro?”
Quello sospirò. “Sì, penso di essere l’unico con cui puoi parlare liberamente senza venir giudicato, quindi avanti. Ti ascolto.
“Ti ho mai detto quanto ti voglio bene?” Esclamò il moro, sorridendo, prima di iniziare a raccontare da quando era uscito di casa il pomeriggio prima.
Si risparmiò i particolari di quella notte, un po’ perché non li ricordava proprio nitidamente e un po’ per il terribile imbarazzo che provava, ma non mancò di sottolineare quanto avesse trovato attraente l’altro, di quanto fosse luminosa la sua pelle e magnetici i suoi occhi. Gli descrisse ogni minimo dettaglio del tatuaggio che aveva osservato solo per un minuto scarso quella mattina, quanto fosse artistico e vivido.
Quando ebbe finito, era sdraiato sul letto, fuori era calato il buio e lui non si era preoccupato di accendere la luce.
Kurapika pensò che il senso di amicizia e l’ammirazione di Gon verso Killua nascondesse ben altro, ma non disse niente. Se così era, doveva capirlo da solo.
“Grazie, Kurapika.”
Mh? Per cosa?
“Per avermi ascoltato. Non so cosa succederà domani, né fra una settimana quando saremo tornati a scuola, ma mi sento meglio. Quindi grazie.”
L’amico sorrise dall’altra parte della cornetta. “Di niente. Se hai bisogno, sai che puoi chiamarmi. Non necessariamente per raccontarmi del sesso con il tuo migliore amico, ovviamente.
“Kurapikaaa!!” Mugugnò, facendolo ridacchiare. “Ora comunque ti saluto, penso di dover andare ad aiutare mia zia.”
Va bene, salutamela. A presto Gon!
“A presto, Pika!”
Attaccò la telefonata, e sullo schermo apparve dopo un paio di secondi una notifica. Sorrise nel leggerla. “Arrivato a casa, mamma :P”
 
Infilò il cellulare in tasca, sbuffando decisamente stanco e nervoso. Ora doveva solo sperare di non incappare in Alluka mentre andava in camera.
Il suo stomaco però gli fece capire che aveva bisogno di qualcosa da digerire, dato che non aveva pranzato e la cena sembrava ancora lontana nonostante fosse sera inoltrata.
Scocciato, deviò verso la cucina e, nell’aprire il frigo, si ritrovò accanto la figura lupina del suo animale domestico. Inarcò un sopracciglio, poi prese un pezzo di formaggio e lo diede a Mike, che lo divorò avidamente. Per sé prese una barretta di cioccolato. Quando richiuse lo sportello comparve una figura umana che lo colse di sorpresa.
Caz- Alluka!” Emise un sospiro seccato. “Che.. Ci fai qui al buio?”
“Buon anno! Comunque, ti aspettavo. Com’è andata da Canary?” Gli chiese, tutta sorridente.
“Bene. Ti saluta.” Rispose, scartando il cioccolato e addentandolo, mentre usciva dalla cucina.
“E?”
“E cosa? Tutto lì. Abbiamo festeggiato, ci siamo divertiti, fine.” Cercò di tagliare corto lui.
“Gon si è divertito?” Domandò, innocente, seguendolo su per le scale.
“Penso di sì.” Masticò un altro paio di quadretti.
“Non lo sai? Non siete stati insieme?”
Lui sbuffò. “Sì, eravamo insieme. Ma non gli ho chiesto ogni due minuti se si stesse divertendo. L’ho visto.. Uhm, preso. Dalla festa. Quindi penso di sì.”
Le passò la tavoletta, mentre usciva sul terrazzo per accendersi una sigaretta. Dio, quanto ne aveva bisogno!
Lei lo studiò con quegli occhioni blu che erano uguali ai suoi. “Perché, cos’altro avete fatto?”
Lui per poco non si strozzò col fumo. “N-niente. Perché?”
“Fratellone, sei un bugiardo.” Commentò ridacchiando, mentre lo guardava fumare. Con aria divertita, fece una richiesta. “Killua, puoi fare i cerchi col fumo?”
Le sorrise e, lasciando uscire il fumo dalla bocca, si picchiettò sulla guancia, creando degli anelli azzurri nell’aria.
La ragazza sorrise, contenta. “Killua, puoi fare il drago?”
Il ragazzo prese una boccata di fumo, soffiandolo dai lati delle labbra e lasciando uscire il resto dal naso, scuotendo appena la testa per creare come una fiammata da drago, ma con il fumo.
Lei ridacchiò. “Killua, puoi fare la medusa?”
Quello creò un unico anello, in cui espirò lentamente del fumo, che andò ad arrotolarsi intorno all’anello, andando avanti e formando una medusa che si mosse per un po’ nell’aria di fronte a loro.
Sua sorella rise entusiasta. “Aye!”
Killua adorava vederla sorridente, avrebbe spaccato in due il mondo per vederla sempre felice. Dei suoi fratelli, lui era il più legato alla ragazza.
“Ora mi dici perché ti interessa tanto di Gon? Non ti piacerà mica?” Chiese, tornando a fumare normalmente.
Alluka sembrò divertita da quella domanda. “Non essere sciocco, non voglio certo rubare il ragazzo a mio fratello!” Gli fece l’occhiolino.
Lui sgranò gli occhi. “Non stiamo insieme!”
“Lo so, ma è successo qualcosa, e tu non mi vuoi dire cosa! Per questo voglio saperlo.”
Killua sbuffò. “Siamo andati a letto insieme. Tutto qui.”
Gli occhi della ragazza si illuminarono. “Come sarebbe tutto qui?? E?!”
“E niente. Te l’ho detto, siamo andati a letto insieme, fine. Non è cambiato niente rispetto a prima, eccetto il mio mal di testa.” Gettò la sigaretta e si appoggiò alla ringhiera, guardando distrattamente il cielo.
Lei sembrò contrariata dalla risposta, ma decise di non ribattere. “D’accordo, fratellone. Comunque prima ti cercava Illumi.”
“Va bene, tanto immagino ci sarà anche lui a cena.”









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Note dell'Autrice
Salve a tutti people! Passato una buona settimana?
Stasera pubblicazione serale, ho avuto problemi di connessione tutta la giornata @.@
Dunque! Il capitolo di oggi è abbastanza corto, mi dispiace, ma vediamo i pensieri delle nostre due creature che si confidano, più o meno, su ciò che è successo.
Mi sembrava logico che Gon chiamasse Kurapika, la persona più razionale del pianeta (chi non lo chiamerebbe al suo posto?), per confidarsi e ragionare un po’.
Per quanto riguarda i giochi di fumo che fa Killua, li potete trovare anche su youtube. E niente, sono fighissimi, da quando li ho visti vorrei un sacco imparare a farli *^* anche se il vero talento per me è di chi riesce a fare un galeone come Gandalf, lol.
Inoltre mi piaceva l’idea che lui facesse qualcosa per divertirla ed accontentarla, da bravo fratellone :3
Il titolo di oggi è rimasto in forse fino all’ultimo, perché non riuscivo a trovare una canzone che mi rimandasse completamente il ‘tema’ del capitolo, sia come musica che come testo. Alla fine, dopo ore ad ascoltare le canzoni che avevo selezionato, ho scelto “Thnks Fr Th Mmrs” dei Fall Out Boy.
Comunque, passando ai saluti, ringrazio come sempre la mia adorata beta, che legge e mi insulta, e saluto e ringrazio Zyad, sei una magica costante qua sotto nelle recensioni, non so come farei senza di te <3
Un grazie anche a __Gryffindor__ che ha aggiunto la storia alle seguite! :3 Infine, ringrazio tutti i lettori, silenziosi e non, che hanno letto fino a qui. Spero di non avervi deluso e di non farlo in futuro!
Via, ci leggiamo venerdì prossimo, un bacissimo!


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