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Autore: Seira Katsuto    12/08/2019    1 recensioni
Sono una persona che fa pensieri strani e senza senso anche nei momenti meno appropriati, solitamente tengo per me tutte le cazzate che il mio cervello spara, ma essendo che mi sono rotta di parlare da sola ho voluto fare questa specie di diario in cui scriverò ciò che voglio.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Ho sempre pensato di essere una persona debole.
Ultimamente mi è capitato di ragionarci di più, che cosa significa essere forte?
Una persona che riesce a superare le avversità a testa alta? Una che non si fa condizionare dai propri sentimenti? Una che va avanti a prescindere da ogni cosa?
Forse, non saprei con esattezza.
Io penso che una persona forte sia quella che riesce a rendere felice gli altri. Che pur essendo sensibile riesca a sorridere quando c'è bisogno di un suo sorriso.
Ho sempre voluto essere quel tipo di persona, ma al contempo non sono mai stata abbastanza socievole per poterlo essere.
Senza sapermi relazionare con gli altri non riesco a capire quando è il momento giusto per una cosa e quando per un'altra, quando devo o non devo sorridere.
Gli essere umani sono complicati e alla fine ognuno ha un suo modo di sentirsi meglio, non tutti vogliono essere positivi, non tutti vogliono compagnia e non tutti piangono. 
Per cui alla fine ho deciso di comportarmi come mi sento e basta, ho la coscienza pulita quindi non devo preoccuparmi degli altri.
Stavo pensando che alla fine non mi sono mai impegnata in nulla, per questo i complimenti mi suonano strani e le critiche mi sembrano normali.
Anche per ogni promozione è sempre stato così e anch'io pian piano ho iniziato a dire "ah alla fine mi hanno fatto passare, chissà come ho fatto".
Pian piano mi sono accorta di avere ormai riempito me stessa di nullafacenza.
Io stessa sono la nullafacenza.
Mi piace scrivere ma non mi impegno, è solo un hobby.
Mi piace disegnare ma non mi impegno, non sono costante.
Non studio ma passo gli esami.
In questo modo penso di aver attirato qualche astio, "se solo ti impegnarsi.." del tipo.
A volte pensavo anch'io di dover incominciare a fare come tutti, ma d'altra parte pensare di farlo perché gli altri me lo imponevano mi faceva passare ancora di più la voglia.
"dovrei farlo perché agli altri non va bene", mi sembrava pesante.
In fondo è comodo non dare aspettative, ma al contempo significa non avere mai soddisfazioni.
Qualunque cosa faccia non sarà mai un "wow brava", ma un "wow hai fatto qualcosa davvero?".
Non mi posso lamentare in fondo no? Guarda gli altri, loro quello che faccio io una volta ogni tot lo fanno tutti i giorni.
Forse per questo ho sempre pensato che io fossi davvero debole.
Ricordo che una volta pure mr x era scocciato per una cosa riguardante l'esame di riparazione, anche se alla fine penso avesse frainteso, mah, chi si ricorda.
Quest'anno mi sono accorta che il tutto era diverso. 
Non penso di essere debole perché sono pigra, invece penso di essere un cliché. 
Negli ultimi 4 anni sono successe un sacco di cose, ho avuto i miei drammi che in qualche modo ho risolto avendo sempre qualcuno accanto.
Non so perché quest'anno sia stato diverso, non so se sia perché fossi già stanca o perché era più importante del solito o perché mi sono sentita sola. 
Ma quest'anno è come se tutto fosse uscito fuori, come se frasi come "come hanno fatto a rimandarti" o "non fai un cazzo dalla mattina alla sera mentre gli altri vanno a scuola" non andassero più bene. 
Ho scoperto di avere dentro davvero tanta negatività che non riesco a gestire. 
"perché non va più bene" mi sono chiesta. 
Cosa dovrebbe esserci di diverso dal solito, perché non riesco ad accettarlo? 
Perché sono arrabbiata? Perché questa volta è così difficile tornare buoni e sorridenti? 
Ciò che ho pensato come risposta penso che sia che sono realmente debole. 
Forse fino ad ora a nelle relazioni mi sono sempre impegnata al massimo guadagnando tante delusioni, ma sono sempre riuscita a tirarmi su e dire "voglio conoscere altri!". 
Forse ho accumulato troppo schifo cercando di tirarmi sempre su, come se fossi come chi desideravo essere, qualcuno in grado di andare avanti ad ogni difficoltà.
Non penso sia mai stato facile, ho avuto brutti momenti, però ce l'ho sempre fatta. 
Invece stavolta non ci sono riuscita. 
Non capisco perché. 
L'ultimo giorno di scuola non capisco perché non ce l'ho fatta. 
C'era una cosa importante che volevo dire eppure non ce l'ho fatta. 
Per questo ho capito di essere davvero debole. 
Non capisco se sia stata io, il mio corpo o chissà che, ma è stato impossibile. 
Non so come far comprendere questa cosa. Fino ad allora tutto sembrava dettato dall'impegno, "ce la posso fare", e qualcosa riuscivo a fare. 
Ma poi li è finito tutto. È stato come se tutto avesse smesso di avere importanza, come se alla fine impegnarsi non serviva, in fondo nessuno sarebbe venuto da me a dirmi "ti sei impegnata tanto brava", alla fine sarei rimasta la nullafacente e anche provando a ribattere la risposta sarebbe stata "ma è normale, tutti sono così". 
Non saprei dire chi fosse il problema, anzi non penso fosse nessuno. 
Forse è stato tutto quello che ho vissuto che mi si è rivolto contro. 
Non lo so e in fondo non mi importa più di tanto saperlo. 
Forse anche questo è un problema.
Sento di aver perso qualcosa che avevo prima. 
Penso di essermi impegnata troppo, talmente tanto che quando tutto è andato male ho incominciato a pretendere che la gente comprendesse il mio impegno. 
Come se avessero dovuto capire quanto fosse stato faticoso. 
Penso che sia per questo che ho incominciato a non accettare più niente che non mi andasse a genio. 
Però in fondo sapevo che nessuno avrebbe capito, perché in fondo tutti hanno i loro "impegni", quindi perché io dovrei essere diversa? Probabilmente gli altri si sono sempre impegnati più di me, quindi non devo lamentarmi. 
Aaah, è davvero fastidioso essere me. 
Non voglio essere io quella che ha bisogno di qualcuno che la tira su. 
Voglio essere io quella che va da chi sta male e cerca di tirarlo su e di non fargli pensare a cose brutte. 
Chissà se riuscirò mai a diventarlo. 
In realtà non sono troppo paranoica anche se non sembra, volevo solo scrivere qualcosa e mi è venuto in mente questo perché ho iniziato a pensare ad un racconto simile. 
Se riuscissi a far raggiungere qualcosa di simile ad un pubblico forse riuscirei finalmente a creare qualcosa di buono. 
Tragicità e sentimentalismo, forse la sto già romanzando da ora.

Ieri ho voluto mangiare tre grissini e basta e oggi per cena ho preso due sacchetti di grissini, vorrei una pizza, ma mia madre ultimamente è tiltata e vuole che mangi altro o che faccia la spesa.
Vorrei dormire tutto il giorno ma se lo faccio mi dice che è perché non dormo la notte.
Anche se quando le dico che ho dormito più di dieci ore ma ho comunque sonno mi dice che è sempre per quello e che quindi se dormo mi deve prendere il cellulare.
Sono stanca, vorrei mangiare ma non ho voglia di aspettare il cibo o di prepararlo, quindi mi sento irritata e alla fine decido di non mangiare.
Mi sa che sta arrivando uno di quei periodi in cui meno parlo coi miei meglio è, che palle.
Ora vado che ho sonno, spero di sognare un figo che cavalca unicorni con un tutù, buonanotte.

 

   
 
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