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Autore: LadyPalma    12/08/2019    4 recensioni
Modern AU Ispirato alla Casa di Carta.
Il Professore (Tyrion Lannister) ha un piano: rapinare la Zecca di Stato di Approdo del Re. Per farlo, recluta sei criminali che devono adottare dei nomi in codice: la Madre dei draghi (Daeenrys), il Guardiano della notte (Jon), lo Sterminatore di re (Jaime), il Mastino (Sandor), il Cavaliere delle cipolle (Davos) e la Donna Rossa (Melisandre).
Riusciranno nel loro intento o incontreranno più problemi del previsto?
Può essere letta sia da chi segue la serie Casa di carta che da chi non l'ha mai vista.
Ships: Jon/Daenerys; Melisandre/Davos; Sansa/Sandor; Jaime/Brienne.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Davos Seaworth, Jon Snow, Melisandre di Asshai, Sandor Clegane
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Red Onion - Davos/Melisandre'
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2.


Entrare nella Zecca di Stato fu un gioco da ragazzi e il piano per uscire sembrava all'apparenza altrettanto facile - beh, per lo meno per tutti noi tranne che per il Cavaliere, che doveva effettivamente scavare il tunnel. In ogni caso, la parte che rischiava davvero di crearci casini era quella in mezzo tra l'inizio e la fine. Se la Zecca fosse stata vuota, allora probabilmente molti dei guai che abbiamo dovuto affrontare ci sarebbero stati risparmiati. Ma la Zecca non era vuota, c'erano almeno una ventina di persone e ognuna di loro potenzialmente era in grado di attivare una propria dinamica e non per forza contro di noi. Creare legami emotivi tra noi della banda era sbagliato, ma ancora di più sarebbe dovuto esserlo affezionarsi agli ostaggi. Io e il Guardiano eravamo stati i primi a sbagliare ma già dal primo giorno  nella Zecca, alcuni dei nostri compagni furono fottuti allo stesso modo.
 
**
 
Alle 12.30 del 17 maggio, il Cavaliere delle Cipolle e la Donna Rossa entrarono nella Zecca, dopo aver tranquillamente passato i controlli. Con la scusa di un appuntamento con il direttore e i finti documenti da coppia di giornalisti, si aggirarono nell'atrio dell'immenso edificio cercando di non dare troppo nell'occhio, alla ricerca delle telecamere. Terminato il lavoro in meno di cinque minuti, presero posto nella piccola zona riservata agli esterni in attesa, mischiandosi a quelli che di lì a poco sarebbero diventati ostaggi. Forse per eccesso di zelo nell'entrare in contatto con l'ambiente o, più probabilmente, per naturale propensione al dialogo, il Cavaliere iniziò a parlare con una ragazzina seduta vicino a lui. Doveva avere circa 12 anni e ciò che colpiva di lei era purtroppo una brutta cicatrice che le copriva quasi tutta la metà destra del volto che, per il resto, presentava dei tratti molto dolci.
"È un bel nome, Shireen" le disse con un sorriso. "E i tuoi genitori dove sono?"
"Mia madre è morta l'anno scorso. Mio padre lavora qui, l'ho raggiunto da scuola per pranzare insieme... Ma lui è uscito con un collega e mi ha detto di aspettarlo qui. Tipico di lui".
Il Cavaliere non rispose, se non per assicurare che il padre sarebbe tornato presto; sul suo volto però era evidente tutta la preoccupazione nel rendersi conto che quella bambina avrebbe fatto certamente parte degli ostaggi, senza nessuna figura di riferimento vicino. Indovinando quei pensieri, la Donna Rossa si lasciò sfuggire un sospiro seccato; non riusciva ancora a capire come quello stesso uomo che era sempre così diffidente nei suoi confronti, si affezionava poi a tutti gli sconosciuti che incontrava. 
Alle 12.45, proprio come previsto, tre nuovi visitatori varcarono la soglia, ognuno con indosso una tuta rossa, una maschera bianca e una pistola. Le due guardie che accorsero furono tramortite immediatamente, ma la parte più curiosa fu che l'unica guardia che era presente all'entrata li aveva lasciati entrare senza problemi.
I tre individui si tolsero le maschere: si trattava di una donna bionda, la Madre dei draghi, e di due uomini, che corrispondevano al Mastino e al Guardiano della notte.
"Signore e signori, questa è una rapina" esordì la donna, puntando la pistola davanti a sè, mentre gli altri due tenevano sotto controllo gli altri lati.
"Non credo proprio" giunse una voce alle loro spalle.
La guardia all'ingresso sembrava essersi animata di incredibile coraggio mentre puntava la sua pistola dritto alla testa della bionda. Tutti i presenti, che già si erano dati al panico, trattenero il fiato, ma gli altri due rapinatori non sembrarono allarmarsi.
"Hai rubato la mia frase. Questa è una rapina dovevo dirlo io" disse la guardia dopo secondi che parvero interminabili, mentre abbassava la pistola e si sfilava la divisa da guardia per rivelare una tuta rossa identica a quella dei rapinatori.
"Sei proprio un idiota, Sterminatore" sibilò la Madre dei draghi, infastidita.
"Andiamo, fattela una risata!" ribattè l'accusato "Lo sai che già solo per essere entrati qui, potremmo tutti morire prima di domani?"
"Tu creperai di sicuro se non la smetti di fare il coglione!"
Lo Sterminatore non perse il buonumore alla minaccia ben poco velata del Mastino, anzi ridacchiò allegramente e oltrepassò i compagni, per mostrare finalmente la sua posizione di comando.
"Signore e signori, come mi ha già preceduto la mia collega, questa è una rapina" ripetè, con palese entusiasmo, rivolgendosi agli ostaggi che ora erano tornati ad agitarsi. "Io sono il capo, lo Sterminatore di Re. Non è il mio vero nome, naturalmente, ma a voi questo non deve interessare. Se collaborerete, non vi verrà fatto alcun male. Ora, come potete immaginare abbiamo molto lavoro da fare quindi..."
Intanto, in mezzo agli ostaggi, la ragazzina con la cicatrice si strinse istintivamente all'uomo che aveva appena conosciuto e lui le  disse di stare tranquilla e che tutto sarebbe andato per il meglio.
"...Quindi mettetevi tutti seduti a terra, mentre il Mastino passerà a ritirare i vostri telefonini e a consegnarvi maschere e tute identiche alle nostre che siete sollecitati ad indossare immediatamente". 
Tutti gli ostaggi cominciarono a muoversi per obbedire agli ordini e così fece anche Shireen, prendendo di riflesso la mano del Cavaliere. 
"Per favore non abbandonarmi" lo supplicò con un fil di voce. 
L'uomo la guardò con occhi tristi ed esitò per alcuni istanti, prima che la Donna Rossa si protese verso la ragazzina.
"Mi dispiace, tesoro, ma questo non può proprio promettertelo" le disse con voce calma ma fredda, afferrando il Cavaliere per l'altro braccio. 
Lui, a malincuore, lasciò la mano di Shireen mormorando delle scuse e poi, di fronte allo sguardo confuso della bambina, entrambi, invece di sedersi, si alzarono in piedi. Con passi rapidi raggiunsero lo Sterminatore di Re al centro della stanza, che li accolse con una pacca sulla spalla e due pistole cariche.
 
**

I rapinatori iniziarono subito a lavorare a pieno regime: il Guardiano della Notte aveva disattivato ogni telecamera e aveva aperto i preziosi collegamenti con il Professore; la Madre dei Draghi aveva iniziato a mettere insieme tutto il materiale che si era portata dietro per far funzionare degli esplosivi eccellenti; il Cavaliere delle Cipolle, abile scassinatore, aveva in breve tempo aperto una delle camere blindate e iniziato a scavare il tunnel verso il passaggio segreto preparato dal Professore; lo Sterminatore di Re aveva prelevato quattro impiegati dalle file degli ostaggi e li aveva portati con sè per iniziare il lavoro di produzione di nuove banconote, settore nel quale lui si considerava esperto dopo una lunga carriera da falsario.
Dal di fuori non c'era stato nessun tentativo di irruzione, l'unico contatto con l'esterno era stato l'arrivo di scorte di cibo e medicine che la banda aveva accolto con le necessarie maschere insieme a tutti gli altri ostaggi accuratamente mascherati a loro volta. Quel trucco assicurava non solo che la polizia non potesse scoprire la loro identità ma impediva anche di colpire, data la grande probabilità di uccidere innocenti. Era il Professore a gestire tutti i contatti con il mondo e quel primo cedimento della polizia alle sue richieste era segno che stava svolgendo la sua parte del lavoro in maniera egregia.
"Finalmente abbiamo qualcosa da mettere sotto i denti" disse il Mastino, aggirandosi con la sua possente figura tra gli ostaggi. "Allora, abbiamo qualche volontario per servire i pasti?" domandò, spostando lo sguardo dall'uno all'altro di quelle facce spaventate.
Tra tutte, fu una ragazza con i capelli rossi ad attirare la sua attenzione, non tanto per la sua innegabile bellezza, ma più che altro per l'assurdo modo in cui sembrava sfidare il suo sguardo; infatti, guardava ostinatamente a terra quando sentiva gli occhi del Mastino su di sè, ma poi lo spiava non appena credeva che lui non la stesse più guardando. Lui se ne accorse quando si girò di scatto nella sua direzione e così i loro occhi finalmente si incontrarono.
"Che c'è, ragazzina, vuoi forse offrirti tu come volontaria?" le chiese quasi abbaiando come il suo nome richiedeva, fermandosi esattamente di fronte a lei. "Bene allora, fai un passo avanti. Tu e questo damerino biondo" continuò, alludendo al ragazzo che si trovava esattamente accanto a lei.
Dopo quella selezione, lasciò gli altri ostaggi momentaneamente sotto la custodia della Donna Rossa, e condusse il ragazzo e la ragazza nella stanza dove avevano sistemato le scorte di cibo. Nel giro di qualche minuto, il Mastino capì due cose: che i due erano fidanzati e che la loro relazione non era proprio idilliaca, a giudicare dal modo decisamente autoritario in cui lui si rivolgeva a lei. Non riusciva a udire bene cosa lui le dicesse ma l'atteggiamento era chiaro. Aveva sempre odiato gli stupidi prepotenti e quando vide il ragazzo stringere con forza il braccio della ragazza e, soprattutto, l'evidente smorfia di dolore sul volto di lei, decise che ne aveva avuto abbastanza. Senza pensarci troppo, si avventò su di lui, allontandolo dalla ragazza e dandogli un pesante spintone che lo fece letteralmente gemere.
"Che c'è, non fai più il duro ora?" lo apostrofò, ringhiandogli in faccia. "Tocchi la ragazza perché non può rifarti faccia, ma con me guaisci come una femminuccia, eh? Sei solo un bamboccio del cazzo e io li odio proprio i bambocci del cazzo come te! È meglio che stai lontano da lei o la prossima volta ti sparo in faccia."
Poi, quasi senza sforzo, lo sollevò di peso e lo scaraventò di nuovo a terra in mezzo agli ostaggi che sussultarono. Quando rientrò nella stanza delle scorte, si rivolse alla ragazza che lo fissava spaventata. Però stavolta lo fissava.
"Io... Ti ringrazio, signore" mormorò, stringendosi le braccia.
Quella frase strappò all'uomo una risata quasi gutturale. "Tu mi ringrazi... E mi chiami signore? Uccelletto, sono un rapinatore e ho una pistola in pugno... Tu non hai capito niente."
Lei tacque per un qualche istante, mordendosi nervosamente un labbro. "Mi chiamo Sansa, non sono un Uccelletto" disse alla fine, mostrando assurdamente più coraggio di fronte a lui, sfregiato e minaccioso com'era, che di fronte a quell'idiota del suo ragazzo.
"Non me ne frega di come ti chiami, Uccelletto. Perché è questo che sei per me, un Uccelletto che cinguetta... E ora fila a portare il resto del cibo".
Sansa annuì e afferrò rapidamente un vassoio, lo riempì e poi  cominciò a uscire dalla stanza.  I suoi movimenti erano nervosi eppure ancora pieni di grazia. Tuttavia, quando arrivò alla porta, si fermò e si voltò verso il rapinatore.
"È vero quello che... Quello che hai detto prima? Davvero terrai Joffrey lontano da me?"
Glielo chiese fissandolo dritto negli occhi e il Mastino non potè che notare la paura nel suo sguardo insieme alla speranza. Era spaventata, era vero, ma non di lui - si rese conto con sorpresa. Esitò, trovandosi per una delle poche volte nella sua vita veramente senza parole. 
"Sono un Mastino e questo è quello che i mastini fanno" disse alla fine, sforzandosi di usare un tono quasi dolce, che di certo non era abituato a usare. "Un Mastino uccide per te, ma non ti mente mai".
Quella risposta sembrò essere sufficiente, dato che lei annuì e uscì dalla stanza. Quando dopo altri dieci minuti, tutto il lavoro fu finito e tornò a sedersi tra gli ostaggi, Sansa potè constatare il modo in cui Joffrey aveva abilmente dato una propria versione di quello che era successo, lamentandosi sottovoce della ferocia del Mastino e cercando di incitare quante più persone poteva ad una ribellione. Ma mentre quasi tutti ascoltavano lui, una giovane donna bionda, che colpiva più per la sua imponenza fisica che per la sua bellezza, strisciò lentamente al suo fianco.
"Ti ha fatto del male quell'uomo?" le chiese in un sussurro, alludendo al Mastino. "Non preoccuparti, ho un piano per uscire da qui" aggiunse con determinazione, mostrandole con circospezione un telefonino che teneva in una tasca della tuta.
Sansa spalancò gli occhi, inevitabilmente stupita. Era certa che il Mastino avesse ritirato tutti i telefoni.
"Chi sei?" le chiese, più incuriosita che sospettosa.
La donna le fece un sorriso. "Mi chiamo Brienne... E, guarda caso, sono una poliziotta". 

 
**
 
La dolce Sansa, la piccola Shireen e Brienne, la poliziotta in incognito. Allora non lo sapevamo, ma tra tutti gli ostaggi erano proprio loro i veri pericoli. E indovinate un po'? Il guaio che ci avrebbe causato la poliziotta non sarebbe stato tanto peggiore dei rischi che le altre due tenere agnelline indifese avrebbero comportato. Due dei nostri avrebbero rischiato presto la vita... Un'altra vita invece sarei stata proprio io a metterla in pericolo.





 
NDA: Ce l'ho fatta a pubblicare il secondo capitolo. La parte più difficile è stata far combaciare i pezzi con la realtà delle cose, ma dato che non ci sono riuscita, vi imploro di fare insieme a me una bella sospensione del'incredulità, di fingere che Tyrion Professore riesca a sistemare tutte le questioni che sembrano illogiche e che il capo della polizia sia un tipo come Hodor, ecco ahahah. In questo capitolo ho voluto introdurre tre personaggi chiave degli ostaggi, a cui ho in mente di dare un certo ruolo, e ho inserito anche una prima scena Sansan. Nel prossimo (che ho già scritto a metà quindi potrebbe arrivare molto presto), esplorerò un po' le dinamiche tra i personaggi e anche qualcosa del passato di ben tre membri della banda. Ricordo che la voce narrante è sempre quella di Daenerys. 
Spero questo capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!
   
 
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